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alge prova 7

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alge prova 7

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alge prova 7

Creation Date: 2025/11/13

Category: Others

Number of questions: 30

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1. La programmazione didattica deve essere considerata: come un aspetto indipendente rispetto al curricolo. come un aspetto del curricolo scolastico. come un concetto slegato dal curricolo. come un aspetto sovraordinato rispetto al curricolo.

2. La programmazione didattica mira a: razionalizzare la pratica educativa ed a valorizzare la professionalità dell'insegnante. far corrispondere tutti gli sforzi educativi con la pratica quotidiana. identificare obiettivi educativi raggiungibili. considerare l'attività didattica come avente un valore di per sé.

3. Ralph W. Tyler, parlando di obiettivi didattici, afferma che: gli obiettivi devono essere il più possibile generici, in modo da adattarsi alle diverse situazioni. gli obiettivi non devono dire all'insegnante cosa fare, ma quali cambiamenti dovranno maturare gli studenti. gli obiettivi devono essere molto specifici, indicando all'insegnante cosa fare. gli obiettivi devono essere molto specifici, indicando le tappe precise per essere raggiunti.

4. Secondo Raplh W. Tyler, la valutazione degli apprendimenti dello studente: deve essere fatta all'inizio e alla fine da personale esterno che non conosce lo studente. deve essere fatta alla fine del processo, per valutare l'impatto dell'apprendimento. deve essere ripetuta più volte durante l'anno per valutare se l'apprendimento perdura nel tempo. deve essere compiuta all'inizio e alla fine del processo, in modo da valutarne le differenze.

5. John Dewey parlava di "educazione progressiva" e affermava che l'improvvisazione didattica, portata all'estremo, poteva causare: una perdita di autorità del genitore e dell'insegnante. una limitazione di quei percorsi educativi che si basano sulla libera espressione dello studente. una perdita di controllo e di guida da parte dell'adulto. una perdita dei valori democratici di uguaglianza educativa.

6. Il dibattito sull'innovazione educativa ha come tratto distintivo: l'estremizzazione in positivo o in negativo delle soluzioni didattiche proposte. l'estremizzazione del sapere inteso come grappolo di concetti da far apprendere allo studente. il considerare la scuola come un luogo che deve profondamente cambiare per mantenere la sua autorevolezza. l'alternanza delle posizioni a seconda dell'autonomia scolastica.

7. Il processo di innovazione educativa deve prevedere: il superamento di un'impostazione artigianale del lavoro educativo. un percorso di autonomia scolastica molto spinto. che siano garantiti i diritti minimi di uguaglianza educativa. un incontro proficuo fra insegnanti e genitori.

8. Il percorso di innovazione richiede che: ciò che ha dimostrato di essere didatticamente efficace, possa essere capitalizzato. si debba capitalizzare tutto ciò che viene sperimentato nella scuola. ciò che ha dimostrato di essere efficace debba essere reso pubblico. si impari, a poco a poco, a capitalizzare ciè che gli allievi producono.

9. Compete all'insegnante: un lavoro di organizzazione delle biblioteche di classe, contro l'utilizzo dei libri scolastici. un lavoro di organizzazione delle risorse didattiche in funzione dei contenuti che si propone di fornire agli allievi. lo stare al passo con le nuove scoperte scientifiche, ma senza preoccuparsi della tecnologia. un incontro proficuo fra insegnanti e formatori, in modo da trasmettere le conoscenze dagli uni agli altri.

10. Nel momento in cui ci fosse la produzione di materiale didattico da parte del singolo insegnante, questi dovrebbe: provvedere a tutelarla rispetto al rischio di condivisione con altri colleghi. usarla solo ed esclusivamente come supporto ad un libro scolastico predefinito. procedere a verificare a priori che i contenuti non siano già affrontati da un'altra pubblicazione. procedere a verifiche sulla qualità didattica e sulla qualità dell'apprendimento che realizza.

1. Secondo Hilda Taba, prima di allestire un percorso formativo si deve conoscere: la durata del percorso, per adattarlo alle diverse esigenze. il testo su cui si andrà a costruire il percorso. tutto ciò che riguarda i bisogni formativi degli allievi. come è impostata la strategia relativa all'insegnamento individualizzato.

2. Un percorso curricolare, secondo Taba: non può prescindere da un'accurata conoscenza della realtà in cui si opera. deve essere valutabile anche da persone esterne alla scuola. deve prevedere che vengano usati libri e dispense didattiche. deve essere pensato al di là del contesto specifico nel quale si applica.

3. La tassonomia degli obiettivi educativi di Bloom: si pone in contrasto con il lavoro di Ralph W. Tyler. si pone in continuità con il lavoro di Ralph W. Tyler. si pone in continuità con il lavoro di Shwab. pone l'accento sui problemi attuali della scuola.

4. Joseph Schwab ha posto l'attenzione al processo decisionale nella scuola, inteso come: capacità di incidere in maniera significativa sulla prassi didattica. capacità di decidere su quali alunni puntare di più. conoscenza della programmazione didattica a livello teorico. competenze degli insegnanti rispetto alla formazione curricolare.

5. Secondo il pensiero di W. James Popham, i comportamenti non previsti al termine di un processo di apprendimento: se non sono stati previsti vuol dire che non sono molto importanti, perché tutto deve essere rigidamente pianificato. se non sono stati previsti bisogna correre ai ripari modificando gli obiettivi di partenza. non sono neppure da notare. rientrano all'interno di quella specificità personale che non può essere pianificata.

6. Gli autori inglesi Audrey e Howards Nicholls vedono la pianificazione del curricolo: come un percorso ciclico che ritorna a seconda degli strumenti che vengono utilizzati. come un circolo virtuoso dove tutti si devono impegnare al meglio delle proprie possibilità. come un percorso lineare da un obiettivo a un risultato. come un processo circolare, dove la valutazione finale sevre per pianificare ulteriormente.

7. Il curricolo, secondo Stenhouse: deve essere aperto, flessibile e tradotto in più lingue. deve essere flessibile, aperto a revisioni e aggiornamenti. deve essere rigido in modo da non essere modificato dall'insegnante. deve essere pensato al di là del contesto specifico nel quale si applica.

8. La programmazione didattica, intesa come possibilità di adattare contenuti e modalità al contesto in cui si opera, ha bisogno di un quadro istituzionale e politico: non statico, né rigidamente centralizzato. molto statico e improntato alla continuità didattica. statico e centralizzato. non statico ma fortemente centralizzato.

9. I termini "programma" e "programmazione", nella prospettiva didattica, sono: equivalenti. sinonimi. si riferiscono a due concetti diversi. si riferiscono allo stesso concetto declinato in maniera diversa.

10. La programmazione didattica: è un percorso dinamico e di reale autonomia di pianificazione del lavoro. è un ossimoro, perché non si può programmare in ambito scolastico. è un percorso dinamico di crescita psicologica degli insegnanti e dei genitori. è un percorso rigido che deve essere tutelato dall'autonomia scolastica.

1. Negli anni '60, il fenomeno che più ha caratterizzato la scuola è stato: la fine della seconda guerra mondiale. la scolarizzazione di massa. il boom economico. la riforma Gentile.

2. La riforma scolastica del 1962 fissa l'obbligo scolastico a: dodici anni. quattordici anni. sedici anni. diciotto anni.

3. L'elemento caratterizzante la scolarizzazione di massa è stato: aver aperto la scuola a tutte le persone di qualsiasi provenienza e classe sociale. aver permesso che andassero a scuola le bambine. aver fatto in modo che ci fosse un voto minimo garantito a tutti. aver mantenuto la stratificazione sociale all'interno delle classi.

4. La scuola media, nella riforma scolastica del 1962: non è stata toccata, esisteva già prima. ha avuto delle piccole migliorie non essenziali. è stata aperta a tutti gli allievi. è stata abolita.

5. Nella programmazione didattica, Scurati ritiene che il concetto di "pubblicità" sia: rendere pubblici gli insegnamenti di una scuola al fine di attrarre studenti. fare in modo che la scuola possa farsi pubblicità con l'indicazione degli insegnanti di ruolo. rendere l'operato della scuola trasparente e aperto al controllo pubblico. far sì che siano i genitori che possano fare pubblicità della scuola per l'ottimo operato effettuato sui loro figli.

6. Secondo Maragliano e Vertecchi, il programma scolastico: risente di un'impostazione troppo rigida, di stampo ottocentesco. è il caposaldo della scuola moderna. è troppo permissivo nei confronti degli studenti. permette l'adozione di soluzioni contestualizzate dal punto di vista culturale, geografico e sociale.

7. Secondo Maragliano e Vertecchi, la programmazione scolastica: risente di un'impostazione troppo rigida, di stampo ottocentesco. permette agli studenti di esprimersi più liberamente. non consente di raggiungere l'autonomia scolastica. permette l'adozione di soluzioni contestualizzate dal punto di vista culturale, geografico e sociale.

8. Per valutazione sommativa si intende: la somma di tutti i voti presi dallo studente al fine di costruire la valutazione globale delle competenze. una forma di valutazione realizzata dalla scuola per paragonarsi ad altri istituti. la valutazione fatta a posteriori, dopo che l'apprendimento si è verificato. la valutazione fatta a priori per valutarne il grado di bisogno.

9. Valutazione sommativa e formativa sono: due modalità differenti di valutare l'apprendimento. due modalità sostanzialmente analoghe. due modi diversi di indicare la stessa cosa. due modalità differenti di approcciare il problema della preparazione degli insegnanti.

10. Secondo il lavoro di Pellerey, le fasi della programmazione didattica: sono sequenziali e rigidamente costituite. sono sequenziali ma in alcuni casi possono essere modificate. devono essere lineari e logiche in tutti i passaggi. sono interdipendenti e si influenzano reciporcamente, rendendo possibili molteplici aggiustamenti.

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