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Title of test:
Diritto penale-servizi giuridici

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ERSI E CAMPUS

Author:
AVATAR

Creation Date:
23/04/2024

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Number of questions: 171
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La differenza tra il mondo dei fatti e il mondo delle norme sta nella circostanza che: non vi è alcuna differenza posto che le regole nascono per disciplinare i fatti nessuna delle precedenti risposte è corretta. le norme possono disciplinare sia dei fatt iche degli atti a seconda della volontà del legislatore, mentre i fatti sono sempre degli accadimenti esterni. I fatti riguardano degli accadimenti esterni e seguono le regole causali, mentre le norme imprimono ai fatti un modo di essere, pretendendo la conformazione dei cittadini.
Il principio di frammentarietà significa che: possono essere puniti solo i comportamenti socialmente pericolosi. qualsiasi comportamento può essere punito penalmente. il ricorso allo strumento penale deve essere improntato all'extrema ratio, cioè devono essere puniti solo quei comportamenti che provocano un grave danno o pericolo per un determinato bene meritevole di tutela. possono essere puniti penalmente solo i fatti che il legislatore ritiene meritevoli di punizione.
Il principio di sussidiarietà significa che: si può ricorrere alle norme penali solo quando esse sono indispensabili poiché altri tipi di intervento sarebbero inefficaci per tutelare un determinato bene. il ricorso alle norme penali deve essere sussidiario a quelle amministrative. il ricorso alle norme penali e lasciato alla discrezionalità del legislatore il ricorso alle norme penali deve essere sussidiario a quelle civili. .
L'illuminismo giuridico: poneva alla base l'esigenza di creare un diritto penale fondato sulla probità dei giudici poneva alla base l'esigenza di creare un diritto penale fondato sulla morale. poneva al centro del sistema penale l'esigenza che sia i fatti che le pene fossero predeterminate. puntava a creare un sistema giuridico fondato sulla consuetudine.
La legiferazione mediante decreto legislativo in materia penale: è ammessa laddove sussistano dei casi di necessità ed urgenza. è ammessa in quanto il Parlamento detta al Governo le linee guida (legge delega) per poter disciplinare determinate materia del diritto penale che richiedono un alto grado di tecnicismo. è ammessa solo con riferimento a determinate materia (ambiente, pesca, acque, alimenti ecc.) è vietata in quanto si tratta di atti del Governo e non del Parlamento.
I regolamenti comunitari in materia penale: vincolano il giudice interno, il quale in caso di contrasto dovrà disapplicare la norma interna a favore di quella comunitaria. sono solo dei criteri di orientamento per i giudici quando applicano le norme penali. non vincolano il giudice in quanto in materia penale possono applicarsi solo le leggi dello Stato. sono vincolanti solo se recepiti dallo Stato con un'apposita legge.
Le norme penali in bianco: sono norme penali senza precisi contenuti e dunque sono costituzionalmente illegittime. soddisfano il principio di legalità in quanto il precetto viene disciplinato dal legislatore, mentre un atto di fote secondaria particolareggia il contenuto del precetto già individuato. non soddisfano il principio di legalità in quanto sono espressione dell'esecutivo sono contrarie alle costituzione e dunque non fanno parte del sistema in quanto non rispettano il principio di legalità.
Il principio di legalità in materia penale espresso dagli articoli 25 cost e 2 c.p.: prevede che mentre i fatti devono essere previsti dalla legge, le pene possono essere previste anche da fonti subordinate (es. atti del governo ecc.) prevede che sia i fatti penalmente rilevanti che le pene devono essere espressamente e previamente previste dalla legge. prevede che solo i fatti penalmente rilevanti, ma non anche le pene, devono essere espressamente e previamente previsti dalla legge. prevede che solo le pene devono essere previste dalla legge. .
Il principio di legalità: subordina alla legge e agli atti subordinati alla stessa l'esercizio del potere subordina alla legge l'esercizio del potere subordina al governo l'esercizio del potere. subordina alla legge e alla volontà del giudice l'esercizio del potere.
L'articolo 27 comma 1 cost. sancisce che: la responsabilità penale è personale salvo casi di responsabilità di gruppo espressamente previsti dal legislatore. che nessuno può essere punito per un fatto che non sia preveduto dalla legge come reato. la responsabilità penale è personale, salvo eccezionali casi di responsabilità per fatto altrui espressamente previsti dalla legge. la responsabilità penale è personale.
Le fonti comunitarie in materia penale: in forza dell'articolo 10 Cost. sono efficaci anche per il diritto interno. sono valide solo se accompagnate da un di recepimento del Governo. non hanno alcune validità in tale materia in quanto essa è riservata esclusivamente allo Stato. non possono esplicare alcun effetto se non vengono recepite dal legislatore interno.
Il principio di tassatività: riguarda il momento di formazione della norma penale. riguarda il momento di interpretazione della norma penale. alla politica criminale e riguarda le valutazioni attinenti all'incriminazione di un determinato fatto. riguarda l'informazione del cittadino circa i fatti penalmente rilevanti.
La norma penale ha ad oggetto: l'inosservanza di una determinata norma giuridica La punizione dei fatti socialmente pericolosi. la tutela di un valore di interesse pubblico. qualsiasi atto o fatto che il legislatore ritiene meritevole di punizione.
Le norme penali incriminatrici sono di stretta interpretazione e quindi: si può comunque ricorrere all'analogia non vi è spazio per interpretazioni analogiche. si può comunque ricorrere all'analogia nei casi espressamente previsti dalla legge. si può ricorrere all'analogia solo in casi eccezionali.
In ossequio al principio di tassatività il giudice: deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia simile a quello concretamente realizzato deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia identico al fatto concretamente realizzato. deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice non sia identico a quello concretamente realizzato. deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia quasi identico a quello concretamente realizzato.
Il principi di determinatezza: si ricava dall'articolo 40 c.p. in materia di nesso casuale si ricava dalla disposizione dell'articolo 42 c.p. quando parla del dolo si ricava dall'articolo 47 c.p. in materia di errore. si ricava dall'articolo 1 c.p. nella parte in cui afferma che parla di "fatto espressamente preveduto dalla legge come reato".
Il principio di determinatezza costituisce un corollario del principio di legalità: che deve vincolare il giudice al rispetto della norma scritta dal legislatore. in quanto chiede che sia la legge o i regolamenti a disciplinare la materia penale. poiché chiede che la legge nel prevedere un reato deve descrivere un fatto storico suscettivile di accadimento esteriore. in quanto chiede al legislatore di disciplinare in modo certo i fatti e al Governo le pene per essi previste.
il principio di determinatezza si rivolge al: ai cittadini, i quali devono conoscere e rispettare la legge penale al legislatore, il quale nel legiferare in materia penale deve disciplinare dei fatti concreti di verificazione esterna e non meri propositi. al giudice, il quale nel rispetto di tale principio deve evitare interpretazioni analogiche alla dottrina, la quale deve utilizzare tale principio nell'elaborazione delle categorie penali.
L'analogia in bonam parte in materia penale: è ammessa solo con riferimento alle norme permissive che vanno a favore del reo. è sempre ammesso è ammessa solo con riferimento alle norme incriminatrici. è sempre vietata.
Il nostro codice penale aderisce: ad una concezione mista del reato. alla concezione formale del reato ad una concezione del reato legata alla pericolosità sociale dell'autore. alla concezione sostanziale del reato.
In diritto penale, con riferimento alla norme incriminatrici, l'analogia: è ammessa. è ammessa solo se il giudice deve espletare una interpretazione favorevole per il reo è vietata, salvo i casi diversamente stabiliti dalla legge è sempre vietata.
Nel rispetto del principio di offensività: il legislatore deve individuare i fatti penalmente rilevante. il legislatore deve individuare all’interno del catalogo costituzionale I beni oggetto di tutela e dunque disporre delle incriminazioni che effettivamente ledono o mettono in pericolo tali beni. Il legislatore deve individuare ed incriminare i comportamenti moralmente riprovevoli dalla società il legislatore deve individuare ed incriminare quei comportamenti che sono offensivi per l'etica, la morale e la religione dominante in un determinato momento storico.
La riserva di legge in materia penale: è relativa, nel senso che sia il Parlamento che le Regioni possono legiferare in materia penale. nessuna delle risposte è esatta. è assoluta, nel senso che solo il Parlamento può emanare norme in matera penale. è concorrente, nel senso che oltre al Parlamento anche le regioni possono legiferare in materia penale per determinate materie ad esse attribuite.
Con riferimento alle norme penali più favorevoli al reo, il principio di irretroattività in materia penale: in deroga a tale principio si applica la sopravvenuta e più favorevole disposizione non può essere derogato salvo se vi sia una espressa volontà in tal senso da parte del legislatore. può essere derogato solo se vi è una espressa volontà in tal senso da parte del legislatore si applica comunque, anche se una legge successiva è più favorevole.
Coloro che sono contrari all'analogia in bonam partem in materia penale sostengono che: essa può trovare applicazione solo in casi eccezionali di volta in volta stabiliti dal giudice. essa può trovare applicazione in casi eccezionali non codificati dal legislatore negli articoli dal 50 al 54 c.p essa può trovare applicazione solo con riferimento alle norme penali che vanno a favore del reo ma non anche con riferimento a quello incriminatrici. essa non può mai trovare applicazione poste che si rischirebbe di disapplicare in modo arbitrario le norme incriminatrici in violazione del principio della certezza del diritto.
L'irretroattività in materia penale: è esclusa con riferimento a reati particolarmente gravi come l'omicidio, la violenza sesusale, la rapina ecc. riguarda la possibilità di punire penalmente anche fatti che precedentemente non erano previsti dalla legge come reati non rappresenta un principio costituzionale e dunque può essere derogata dal legislatore ordinario. rappresenta un principio corollario di quello di legalità, in quanto garantisce il reo che può essere punito da un legge penale solo per fatti successivi.
Ai sensi dell'articolo 14 prel., in materia penale l'analogia: è vietata è permessa ha una funzione sussidiaria, di integrazione delle lacune lasciate dal legislatore. è un procedimento cui il giudice penale può ricorrere per risolvere i casi non espressamente previsti dal legislatore.
Per alcuni autori l'analogia in bonam partem: è sempre ammessa se va a favore del reo è ammessa con riferimento alle norme penali che sono favorevoli al reo. non è mai ammessa è ammessa solo nei casi espressamente previsti dal legislatore.
Il principio di materialità non trova applicazione: per il reati particolarmente gravi. in ordine alle misure di sicurezza verso le persone particolarmente pericolose. con riferimento all'applicazione delle misure di sicurezza in ordine alle ipotesi di cui agli articoli 49 e 115 c.p. con riferimento a delitti come l'omicidio, la rapina e la violenza sessuale.
Il bene giuridico oggetto di tutela penale: deve avere un referente esplicito od implicito nella Costituzione, fungendo cosi da limite per il legislatore. viene individuato discrezionalmente dal legislatore può essere individuato dal giudice nella valutazione del caso concreto. può essere individuato in qualsiasi comportamento contrario allo spirito della società in un determinato momento storico. .
Il principio di materialità presuppone che: si possano incriminare solo fatti percepibili dai sensi che si possano incriminare fatti, pensieri o atteggiamenti moralmente riprovevoli. che si possano incriminare tutti i fatti che il legislatore individua come pericolosi. si possano incriminare solo condotte attive ma non anche quello di natura prettamente omissiva. .
Con la sentenza 42/1965 la Corte Costituzionale ha affermato che: che in caso di concorso anomalo di persone il compartecipe risponde sempre del reato diverso, dallo stesso non voluto. che in caso di concorso anomalo di persone il compartecipe risponde del reato diverso non voluto, ma la sua pena è attenuata. ai fini della responsabilità penale è sufficiente il mero nesso causale tra fatto e autore. ai fini della responsabilità penale non è sufficiente il mero nesso causale tra fatto e autore ma occorre anche un legame di natura psichica tra la condotta e le sue conseguenze.
L'articolo 27 comma 1 cost. sancisce che: si è puniti solo in forza di una legge entrata in vigore prima del fatto commesso. la responsabilità penale è personale. la responsabilità penale è personale salvo casi di responsabilità di gruppo espressamente previsti dal legislatore. nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto dalla legge come reato.
La responsabilità oggettiva è: una delle forme di imputazione della responsabilità penale previste dal nostro codice e consiste nel mero legame causele tra il fatto realizzato e l'autore dello stesso. è una forma di responsabilità penale che oltre al nesso materiale tra fatto e autore richiede anche un legame di natura psicologica. è una forma di responsabilità per fatto altrui e come tale bandita dal nostro ordinamento. è una forma di responsabilità penale di natura concorsuale. .
Ai sensi dell'articolo 27 comma 3 Cost. la pena deve essere finalizzata: al ripristino dell'ordine sociale violato dal reo. lla punizione dei colpevoli di reato, secondo il principio di proporzionalità tra la condotta tenuta e il danno cagionato. all'isolamento dei soggetti pericolosi dalla società. alla rieducazione del reo.
Con le sentenze 364/1988 e 1085/1988 la Corte Costituzionale affermò: che in caso di concorso anomalo di persone il compartecipe risponde sempre del reato diverso, dallo stesso non voluto. che i delitti di plagio e percosse dovevano ritenersi incostituzionali poiché in violazione del principio di determinatezza. il principio della responsabilità personale e colpevole, per cui oltre al legame causale occorre che vi sia anche un legame psicologico, individuato quanto meno nella colpa, tra il fatto è l'autore del reato che in virtù dell'articolo 10 Cost. l'Italia doveva uniformarsi alla legislazione comunitaria anche in materia penale.
La legge penale abrogata: continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza solo con riferimento alla contravvenzioni. continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza. continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza se è più favorevole al reo. non può esplicare più alcun effetto in quanto abrogata.
L'articolo 2 comma 4 c.p. stabilisce che: se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono piu` favorevoli al reo. se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono piu` favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza ancora non irrevocabile se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono piu` favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile non vi è responsabilità penale se il fatto è previsto come reato da una legge successiva alla sua commissione. .
L'abolitio criminis riguarda: L'ipotesi in cui al momento della commissione del fatto, lo stesso non era preveduto dalla legge come reato. l'ipotesi in cui un fatto prima preveduto dalla legge penale come reato, non viene più previsto come tale da una legge posteriore. l'ipotesi in cui viene emanata successivamente alla commissione del fatto una legge più sfavorevole per il reo l'ipotesi in cui viene emanata successivamente alla commissione del fatto una legge più favorevole per il reo.
Ai sensi dell'articolo 2 comma 1 c.p.: nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto dalla legge come reato. in caso di leggi penali diverse nel tempo, si applica quella più favorevole al reo. nessuno può essere punito per un fatto che secondo la legge del tempo in cui fu commesso non costituiva reato se la legge successiva è più favorevole al reo, si applica quest'ultima e non quella del momento in cui fu commesso. .
La legge penale entrata in vigore successivamente alla commissione del fatto illecito: si applica anche ai fatti puniti da una precedente legge penale se quest'ultima risulta più sfavorevole al reo e non vi è stata sentenza di condanna definitiva si applica solo per i fatti commessi dopo la sua entrata in vigore mentre non si estende a quelli precedenti. è l'unica che si applica al caso ancora in esame dal giudice non si applica mai, ma i fatti puniti da una precedente legge penale continuano ad essere disciplinati da quest'ultima.
In caso di abolizione della legge penale: il reo continua ad espirare la pena per i fatti già giudicati con sentenza definitiva. se precedentemente vi è stata condanna, ne cessano gli effetti anche laddove vi sia stata sentenza passata in giudicato. il reo continua ad espirare la pena per i fatti già giudicati con sentenza di primo grado. se precedentemente vi è stata condanna, ne cessano gli effetti salvo che la sentenza sia stata passata in giudicato. .
In caso di modifica della legge penale: la sua applicazione trova un limite nel passaggio in giudicato della sentenza. si applica sempre la legge più favorevole al reo. la sua applicazione trova quale limite l'emissione della sentenza di primo grado la legge più favorevole si applica solo per i fatti commessi successivamente alla sua entrata in vigore.
La modifica delle leggi penali interpretative: si applica sempre la legge vigente al momento della commissione del fatto. soggiace al regime della successione delle leggi penali nel tempo in quanto si tratta di norme che producono effetti penali. si applica il regime del tempus regit actum. non soggiace al regime della successione delle leggi penali nel tempo in quanto tali norme non sono di natura incriminatrice.
In tema di successione di leggi processuali penali: si applica la disciplina del temus regit actum, cioè quella della legge vigente al momento di applicazione della norma. si applica la legge in vigore al momento del fatto. si applica la disciplina della successione delle leggi penali di cui all'articolo 2 c.p. si applica la disciplina della legge processuale penale più favorevole.
L'articolo 133 c.p. riguarda: 'individuazione dei criteri cui il giudice deve tener conto nella commisurazione della pena, una volta accertata la sussistenza di un fatto di reato. La disciplina della colpa La disciplina della casualità La disciplina del dolo.
L'istituto dell'estradizione: è funzionale a garantire i latitanti alla giustizia. si applica ai cittadini stranieri. è funzionale a garantire alla giustizia i colpevoli di particolari e gravissimi delitti puniti con pene superiori a venti anni di reclusione. mira ad assicurare la presenza del reo nel territorio dello Stato che intenda procedere penalmente contro di lui.
Il mandato di arresto europeo consiste: nell'esecuzione di un ordine di cattura emesso dalla Corte di Giustizia Europea. in una decisione giudiziaria emessa da una autorita’ di uno Stato membro dell’Unione Europea, denominato stato membro di emissione, in vista dell'arresto e della consegna di una persona da parte di altro Stato membro (denominato Stato membro d'esecuzione) al fine dell'esercizio di azioni giudiziarie in materia penale o dell'esecuzione di una pena o misura sicurezza privativa della libertà personale nell'esecuzione di un ordine di cattura emesso dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. nell'esecuzione di un ordine di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale.
L'estradazione è esclusa: quando vi è il rischio di applicazione della pena di morte. per i delitti politici nei confronti del cittadino o di chi gode lo status di rifugiato, ovvero quando vi è il rischio di applicazione della pena di morte. per i delitti di omicidio per i delitti politici.
Ai sensi dell’art. 6 c.p. il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando: si è ivi verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. l'azione o l'omissione che lo costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte l'azione o l'omissione che lo costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte ovvero si è ivi verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. sempre, a prescindere nel luogo dove avviene, posto che il legislatore italiano prevede il principio della giurisdizione universale in ordine a tutti i reati.
Il momento consumativo del reato coincide con: il luogo in cui si è verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. con il luogo deve si è svolta l'azione od omissione. con il luogo dove l'azione o l'omissione che lo costituisce è avvenuta in tutto o in parte ovvero si è il luogo dove si è verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. con il luogo dove ha inizio l'esecuzione della condotta vietata.
Le norme incriminatrici sono quelle norme che: istituiscono un obbligo, la cui violazione determina la commissione dell’illecito da cui deriva la necessaria risposta da parte dello stato, la pena. se combinate con altre norme penali definiscono la dimensione dell'illecito. definisco il contenuto di altre norme penali. sono norme che disciplinano gli istituti del diritto penale di parte generale.
Quando non è in grado di ricondurre un fatto ad una norma penale, il giudice: deve in via analogica applicare quella che più si attaglia a quel fatto. deve condannare l'imputato deve rimettere la decisione della questione alla Corte Costituzionale affinché trovi la soluzione per il caso concreto. deve assolvere l'imputato perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.
Durante l'interpretazione della legge penale, il giudice: deve verificare l'esatta identità tra il fatto descritto dalla norma e quello realizzato dall'imputato. deve verificare che il fatto realizzato dal reo posso in qualche modo ricondursi a quello previsto dalla fattispecie incriminatrice. deve attenersi alle interpretazioni della Corte di Cassazione. deve verificare che il fatto realizzato dal reo sia il più possibile simile a quello descritto dalla norma incriminatrice.
L'ignoranza della legge penale è inevitabile quando: quando il soggetto per circostanze di natura oggettiva era impossibilitato a conoscere il contenuto della norma il soggetto non si è informato circa la sua esistanza. il soggetto non si è sufficientemente informato circa la sua esistanza. il soggetto non ne ha avuto conoscenza, anche se era nella sua possibilità conoscerla.
Le norme penali incriminatrici: stabiliscono un precetto stabiliscono delle regole in materia di nesso di causalità. stabiliscono delle regole in materia di concorso di reati. stabiliscono delle regole in materia di concorso di persone.
L'articolo 56 c.p. rappresenta: una norma di disciplina una norma penale in bianco una norma permissiva una norma incriminatrici, la cui entita’ viene data dalla combinazione di due elementi, contenuti in due disposizioni diverse del codice.
Ai sensi dell'articolo 5 c.p., l'ignoranza della legge penale scusa nei casi in cui il soggetto non si è informato dell'esistenza della norma. scusa sempre non scusa salvo che si tratti di ignoranza inevitabile non scusa mai poiché vi è un dovere di informazione continua.
Nel giudizio di tipicità il giudice: valuta se vi sia o meno l'elemento psicologico della colpa. valuta se vi sia o meno l'elemento psicologico del dolo. valuta l'esatta rispondenza tra il fatto concretamente realizzato e quello astrattamente descritto dalla norma incriminatrice. si limita ad accertare il nesso casuale tra la condotta e l'evento.
Nelle norme incriminartici a forma libera la condotta vietata: può essere di qualsiasi tipo, basti che sia causalmente idonea a cagionare l'evento tipico. può essere solo di natura omissiva può essere solo di natura commissiva è espressamente descritta dal legislatore.
Nelle norme incriminatrici a forma vincolata: è sufficiente qualsiasi condotta purché casualmente idonea a cagionare l'evento tipico rilevano solo le condotte di natura commissiva il legislatore individua specificamente le condotte che intende perseguire rilevano solo le condotte di natura omissiva.
L'articolo 132-bis c.p. disciplina: le relazioni di giudizio in tema di commisurazione della pena la non punibilità per ipotesi di particolare tenuità del fatto il giudizio di tipicità il giudizio di colpevolezza.
Nelle norme interpretative suppletive: il legislatore stabilisce il contenuto della norma. è il giudice che crea liberamente il significato della norma. il legislatore indica il percorso interpretativo da seguire nell'interpretare la norma. l legislatore non stabilisce il contenuto della norma.
Nelle norme di interpretazione autentica: spetta alla parti stabilire quale è stata la volontà del legislatore nel momento in cui ha realizzato una determinata norma. il legislatore prescrive delle particolare condotte da osservare da parte del reo durante lo svolgimento del giudizio è il legislatore che diffidando di possibili errori interpretativi ne da il significato autentico ad una disposizione viene demandato al giudice il compito di stabilire il significato autentico di una disposizione penale.
Con riferimento alle cause di giustificazione, l'analogia in bonam partem è problematica: no, a patto che il giudice espleti un ragionamento rigoroso attraverso una dettagliata motivazione in sentenza. si, poiché c'è il rischio di minare il principio di tassatività, posto che la loro funzione è quella di disapplicare le norme penali. si, sè il reo si imbatte in un giudice non all'altezza del proprio compito. no.
L'articolo 14 delle preleggi stabilisce: i casi e i modi in cui si può ricorrere all'analogia ina materia penale il divieto di analogia in materia penale il principio del tempus regit actum Il principio di legalità.
L'analogia in bonam partem riguarda: una speciale ipotesi di analogia in materia penale espressamente disciplinata dal legislatore con riferimento alle contravvenzioni. una speciale ipotesi di analogia in materia penale espressamente disciplinata dal legislatore. la possibilità di ricorrere all'analogia con riferimento alle norme penali che vanno a favore del reo. la possibilità di ricorrere all'analogia con riferimento alle norme penali incriminatrici.
Con riferimento alle persone non imputabili che hanno commesso un reato, la pericolosità sociale: si presume solo con riferimento ai delitti si presume si presume solo con riferimento a reati particolarmente gravi deve essere accertata caso per caso.
La distinzione tra delitti e contravvenzioni: sta nel fatto che e le contravvenzioni sono punite solo con la pena della multa, mentre i delitti con la pena della reclusione. si ricava avendo riguardo alle conseguenze giuridiche previste dal legislatore per il singolo reato. non sussiste, in quanto per entrambi sono previste le stesse regole. sta nel fatto che le contravvenzioni sono punite solo con la pena dell'arresto, mentre i delitti con la pena della reclusione e della multa. .
Lo scopo del diritto penale è: di punire che si pone contro lo Stato e la morale dominante. di ripristinare l'quilibrio sociale messo in discussione dalla commissione di un fatto socialmente riprovevole. il contrasto al male sociale (il reato), in un ottica di prevenzione generale e non mera punizione del trasgressore (prevenzione speciale). di affermare i valori morali, religiosi e sociali violati da chi compie atti a loro contrari. .
Per la legge italiana, il minore di anni 14: considerato incapace di intendere e di volere solo con riferimento ai delitti. è sempre considerato incapace di intendere e di volere. è considerato semi incapace di intendere e di volere. è considerato incapace di intendere e di volere solo con riferimento alle contravvenzioni.
L'imputabilità sussiste: se vi è la sola capacità di intendere se si ha la suitas se vi è la sola capacità di volere se vi è sia la capacità di intendere che di volere.
L'imputabilità è un concetto: naturalistico che coincide con la capacità di intedere e di volere alla commissione di un fatto. che riguarda i casi in cui una persona incapace di intendere e di volere compie un reato. che riguarda i casi in cui una persona parzialmente incapace di intendere e di volere compie un reato normativo, cioè disciplinato dalla legge e che non sempre coincide con quello naturalistico.
L'imputabilità riguarda: la capacità di intendere e di volere del reo uno status soggettivo proprio delle persone con ridotte capacità di intendere e di volere la capacità di orientarsi ragionevolmente nel mondo la capacità di agire.
La pericolosità sociale si fonda: in un giudizio prognostico circa la probabilità che il soggetto possa compiere altri reati. n un giudizio diagnostico con riferimento al fatto che il soggetto ha compiuto. sul fatto che si è dinanzi a dei soggetti che avendo compiuto un reato sono in sé pericolosi. n un giudizio prognostico circa la probabilità che il soggetto possa compiere delitti gravi, puniti con la reclusione superiore nel massimo di 15 anni.
La definizione di reato: viene espletata dal giudice, il quale secondo coscienza decide quando un fatto è contrario ai valori espressi dalla società e dunque è un reato. è di natura formale e giuridica viene data dalla violazione dei valori morali e sociali dominanti in una società in un determinato momento storico si ricava dalle condotte socialmente riprovevoli.
Le misure di sicurezza si applicano: solo con riferimento a reati particolarmente gravi. ad un soggetto che abbia commesso un reato e che sia al contempo pericoloso. a tutti coloro che hanno compiuto un reato. ai soggetti pericolosi.
L'ubriacchezza o l'intossicazione, quando sono croniche: rappresentano delle circostanze aggravanti da applicare al reo. escludono l'imputabilità, ma al reo possono applicarsi le misure di sicurezza laddove si tratti di un soggetto pericoloso. non rilevano ai fini della valutazione dell'imputabilità del reo, la quale si presume. rappresentano delle circostanze attenuanti da applicare al reo.
Ai sensi dell'articolo 90 c.p., gli stati emotivi e passionali che escludono di fatto la capacità di intendere e di volere: escludono solo parzialmente l'imputabilità dell'agente. non rilevano ai fini dell'esclusione dell'imputabilità escludono l'imputabilità dell'agente escludono l'imputabilità dell'agente con riferimento ai soli delitti a sfondo passionale.
L'imputabilità del maggiore di 14 anni ma minore di 18: non è mai esclusa, ma è prevista comunque una attenuazione di pena. è sempre esclusa con riferimento alle contravvenzioni viene stabilita caso per caso è sempre esclusa.
L'infermità mentale: esclude l'imputabilità solo con riferimento ad alcune tipologie di reato. esclude l'imputabilità se vi è una totale incapacità di intendere e di volere esclude l'imputabilità se vi è una condizione che scema grandemente la capacità di intendere e di volere. esclude l'imputabilità per i delitti doloso, ma non anche per quelli colposi e le contravvenzioni.
L'imputabilità del minore di anni 14: è sempre esclusa, nel senso che vi è una presunzione di legge in merito alla sua incapacità di intendere e di volere. non è esclusa e quindi lo stesso viene punito per il reato commesso, ma la pena è attenuata è sempre esclusa con riferimento alle contravvenzioni e ai delitti colposi, mentre rimane in forma attenuata con riferimento ai delitti dolosi. è esclusa in via di principio, salvo che si provi che al momento del fatto fosse pienamente maturo. .
L'infermità totale dovuta all'assunzione di sostanze stupefacenti o ubriacchezza: esclude l'imputabilità solo con riferimento alle contravvenzioni e ai delitti dolosi. non esclude l'imputabità, salvo che si tratti di stato di necessità o forza maggiore. esclude solo parzialmente l'imputabilità. esclude l'imputabilità, posto che naturalisticamente l'agente manca della capacità di intendere e di volere.
La differenza tra imputabilità e capacità processuale sta nel fatto che: sono sostanzialmente la stessa cosa in entrambi i casi il processo si definisce con sentenza di non luogo a procedere. la prima attiene alla capacità del reo nel momento della realizzazione del fatto mentre la seconda al momento dello svolgimento del processo. in entrambi i casi il processo si sospende.
La capacità a delinquere: va valutata con riferimento al fatto commesso dal reo, nonché alla sua capacità di realizzare nuovi reati nel futuro. va valutata solo con riferimento a coloro che hanno realizzato dei reati puniti con la pena delle reclusione superiore ad anni 15. va valutata solo con riferimento a coloro che hanno realizzato dei reati puniti con la pena delle reclusione superiore ad anni 10 è identica alla pericolosità sociale.
Ai fini della configurazione di un reato occorre: che venga realizzato un fatto colposo che sussista un fatto, antiguiridico e colpevole. che venga realizzato un fatto preterintenzionale. che venga realizzato un fatto doloso.
L'antigiuridicità attiene: all'offesa del bene giuridico che si consuma con la realizzazione del fatto di reato. al conflitto tra un fatto e una norma che lo vieta. all'offesa che si reca attraverso un determinato comportamento. alla violazione dell'ordine sociale tutelato dalla norma.
Gli elementi essenziali del reato sono: Il fatto e il dolo Il fatto, l'assenza di cause che escludono l'antigiuridicità e la colpevolezza. Il fatto e la colpevolezza Il necco causale e la colpa.
Il fatto: riguarda le dinamiche causali tra condotta e colpevolezza riguarda i rapporti tra autore e dolo riguarda un accadimento storico riguarda l'atteggiamento che il reo ha verso la proprio condotta.
Con il termine struttura del reato si intende: l'insieme degli elementi essenziali per la configurazione del reato stesso la somma degli elementi essenziali e delle circostanze del reato il reato nel suo insieme una norma incriminatrice.
L'elemento oggettivo del reato è composto da: condotta, nesso causale e dolo condotta, nesso causale, evento e dolo condotta, nesso causale ed evento (nonché l'assenza di elementi di esclusione dell'antigiuridicità, per i sostenitori della teoria bipartita). azione, nesso causale, evento e dolo.
Per la teoria tripartita, l'antigiuridicità: rappresenta status esterno al reato non fa parte della struttura del reato è collocata all'interno del fatto tipico rappresenta un elemento assestante nella struttura del reato.
Per la teoria bipartita, l'antiguridicità: non fa parte della struttura del reato rappresenta uno status esterno al reato rappresenta l'insieme degli elementi negativi che non devono sussistere ai fini della configurazione del reato. rappresenta un elemento assestante.
Ai sensi dell'articolo 40 c.p.: deve sussistere la colpa in capo all'agente deve sussistere il dolo in capo all'agente non deve sussistere un rapporto di causalità tra l'evento e la condotta. deve sussistere un rapporto di causalità tra l'evento e la condotta. .
Il nesso causale rappresenta: il rapporto tra l'elemento oggettivo e l'elemento soggettivo del reato. il rapporto tra condotta e l'elemento psicologico il nesso tra imputabilitò e la colpevolezza il rapporto di causa ed effetto tra la condotta e l'evento.
Nei reati a forma libera: la condotta vietata è espressamente descritta dal legislatore. vi è pena libertà nella realizzazione dell'evento ma non della condotta che è tassativamente descritta. è tipica quella condotta idonea a produrre l'evento il legislatore descrive in modo dettagliato la condotta vietata.
Ai sensi dell'articolo 40 comma 2 c.p., nei reati omissivi impropri la fonte dell'obbligo di attivarsi: si trova in appositi regolamenti della P.A. si trova in apposite norme previste dal legislatore per tale categoria di reati In qualsiasi atto giuridico (legge, regolamento, contratto ecc.) si trova nella singola norma incriminatrice.
La condotta penalmente rilevante consiste: solo in un non fare (un'omissione) un azione od omissione produttive idi un evento in senso materiale in un fare o un non fare (in un azione o un omissione) solo in un fare (un'azione).
Nei reati ommissivi, l'obbligo di tenere una determinata condotta: deve essere individuato nella legge deve essere individuato in un atto dell'autorità giudiziaria deve essere previsto da un atto dell'autorità di polizia. deve essere individuato in qualsiasi fonte giuridica.
Nei reati omissivi si è puniti per aver omesso di tenere una condotta che si aveva l'obbligo giuridico di tenere per non aver rispettato la legge per aver omesso di tenere una determinata condotta per non aver fatto qualcosa.
Le cause sopravvenute quando sono state da sole sufficienti a produrre l'evento: escludono la configurazione del reato non escludono la configurazione del reato, ma attenuano la pena da un terzo a due terzi. non escludono la configurazione del reato non escludono la configurazione del reato, ma attenuano la pena di un terzo.
In tema di concorso di cause, ai sensi dell'articolo 41 comma 1 c.p., la cause preesistenti, simultanee e sopravvenute: sono delle circostanze che attenuano la pena non escludono la configurazione del reato escludono la configurazione del reato escludono la configurazione delle sole contavvenzioni.
In tema di causalità, il nostro codice penale aderisce alla teoria: dell'aumento del rischio dell'imputazione obbiettiva dell'evento della conditio sine qua non della causalità umana.
L'errore inescusabile sulle scriminanti: esclude la responsabilità a titolo do dolo, ma non a titolo di colpa. non esclude la configurazione del reato, posto che nel nostro sistema vige il principio per cui l'ignoranza della legge penale non scusa rappresenta una circostanza attenuante del reato esclude sempre la responsabilità.
Le scrimianti sono: cause di estinzione del reato cause di esclusione dell'antigiuridicità cause di estinzione della pena cause di esclusione della colpevolezza.
In presenza di un fatto scrimnato, l'agente: deve risarcire almeno i famigliari della vittima. deve ripristinare lo stato dei luoghi cui venne il fatto. deve comunque risarcire il danno cagionato non deve risercire il danno cagionato, posto che il fatto realizzato è lecito.
Ai sensi dell'articolo 59 c.p., le circostanze aggravanti del reato si applicano all'agente: solo se da egli ignorate se da lui conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa. solo se da egli ignorate per errore solo se da egli conosciute.
Il consenso dell'avente diritto trova applicazione: sempre solo nei casi stabiliti dalla legge sia con riferimento a diritti disponibili che per diritti non disponibili (come la vita). con riferimento ai diritti disponibili da parte della persona offesa.
Ai fini dell'applicazione dell'esimente del consenso dell'avente diritto di cui all'articolo 50 c.p., occorre che il titolare del diritto abbia: la capacità di intendere e di volere la capacità di agire la capacità di autodeterminarsi la capacità di intendere o di volere.
L'esercizio di un diritto esclude la punibilità: solo se la sua fonte è riconosciuta in Italia sempre anche se la sua fonte non è riconosciuta se la sua fonte è riconosciuta in un qualsiasi Paese anche se diverso dall'Italia.
Ai sensi dell'articolo 51 comma 3 c.p., in caso di ordine illegittimo, del reato ne risponde: chi l'ha eseguito nessuno sia chi l'ha eseguito che chi ha dato l'ordine. chi ha dato l'ordine.
Ai fini dell'esercizio del diritto di cronaca la notizia deve: vera e rilevante rilevante vera, rilevante e continente essere vera.
Ai fini dell'applicazione della scrimenante dell'adempimento di un dovere, occorre che: il dovere sia riconosciuto da una fonte giuridica. il dovere sia stabilito dalla legge l dovere sia stabilito da un atto dell'autorità giudiziaria. il dovere sia stabilito da un atto dell'autorità di polizia.
Nella legittima difesa, l'offesa ingiusta deve essere: deve essersi conclusa non oltre 24 ore dalla reazione dell'offeso. deve essersi conclusa attuale deve essersi conclusa non oltre 1 ora dalla reazione dell'offeso.
Ai sensi dell'articolo 52 comma 2 c.p., nella legittima difesa in casa, si può ricorrere all'utilizzo di un arma: per difendere la propria proprietà per difendere i propri beni per difendere la persona sempre.
In tema di stato di necessità, perché trovi applicazione l'articolo 54 c.p.: deve trattarsi di reati particolarmente importanti come l'omicidio, la rapina ecc. in pericolo deve essere particolarmente grave, tale da mettere a rischio la vita delle persone. deve trattarsi solo di casi estremi, come calamità naturali. il pericolo non deve essere stato generato dallo stesso soggetto agente.
Ai fini della configurazione della scriminante di cui all'articolo 53 c.p., l'utilizzo delle armi da parte del privato è legittimo: mai in occasione di tumutli se lo stesso legittimamente le possiede se ordinato da un pubblico ufficiale.
La suitas riguarda: La rappresentazione e volizione del reato La coscienza e volontà (consapevolezza) della condotta il dolo il dolo e la colpa.
Il reato commesso in circostanza di costringimento fisico o caso fortuito esclude: il nesso causale il dolo la colpa la suitas.
L'imputazione a titolo di colpa o preterintenzione è prevista: nei soli casi espressamente indicati dalla legge solo per le contravvenzioni per i reati a forma libera sempre.
Il titolo di imputazione soggettiva nella contravvenzioni è: indifferentemente dolo o colpa il dolo la preterintezione la colpa.
Il nesso psicologico consiste: nella colpa nel legame psicologico tra fatto e autore nel dolo nel legame causale tra condotta ed evento.
Nel nostro ordinamento li titolo principale di imputazione soggettiva del reato è: la responsabilità oggettiva il dolo la colpa la preterintezione.
L'errore sul fatto di reato: esclude la configurazione del reato a titolo di dolo, ma non anche a titolo di colpa. esclude la sussistenza della suitas esclude la configurazione del reato esclude la sussistenza del nesso psicologico tra fatto e autore.
L'errore è scusabile quando: mai l'agente è stato disattento nella propria condotta chiunque al posto dell'agente poteva cadere nello stesso errore. esistono elementi tali per ritenere che l'agente non voleva la commissione di quel determinato fatto di reato.
Le componenti del dolo sono: la rappresentazione e la volizione la negligenza, l'imprudenza e l'imperizia l'azione e l'omissione la suitas.
L'errore su di un elemento specializzante: esclude sempre il dolo esclude la configurazione del fatto realizzato, ma l'agente ne rispondere per il reato effettivamente voluto. esclude sempre la colpa esclude la punibilità a titolo di dolo ma non anche quella a titolo di colpa.
Nell'errore indotto, del reato commesso risponde: colui che ha generato l'errore l'esecutore del fatto solo se si tratta di reati colposi nessuno l'esecutore del fatto.
L'errore sulla legge extra penale: esclude il dolo se si traduce in un errore di fatto. non rileva mai esclude il dolo se si traduce in un errore di fatto, ma non anche la responsabilità a titolo di colpa salvo che si tratti di errore scusabile esclude il dolo se si traduce in un errore di fatto, ma non anche la responsabilità a titolo di colpa.
Nel dolo intenzionale: vi è una perfetta coincidenza tra il rappresentato, il voluto e il realizzato. l'agente non si rappresenta l'evento l'agente si rappresenta l'evento come altamente probabile l'agente si rappresenta l'evento come possibile conseguenza della propria condotta ed agisce accettando il rischio della sua verificazione.
Nel dolo eventuale, l'agente: si rappresenta ma non vuole la realizzazione dell'evento, tuttavia agisce al costo di determinarlo. l'agente si rappresenta ma ritiene non concretamente possibile la verificazione dell'evento che si realizza, confidando eccessivamente nelle proprie capacità o sottovalutando il rischio. non si rappresenta e non vuole la realizzazione dell'evento si rappresenta e vuole la realizzazione dell'evento.
Nella struttura del reato, l'evento in senso giuridico: non è configurabile determina la modifica della realtà circostante e dunque lede il bene giuridico protetto. non comporta una modifica della realtà, ma coincide con la messa in pericolo del bene protetto. rappresenta una sottoforma dell'evento in senso materiale.
In caso di reato putativo, l'agente: non risponde penalmente, salvo che il fatto realizzato costituisca un diverso reato non risponde penalmente non risponde penalmente, salvo si tratti di reati particolarmente gravi risponde penalmente per il reato che crede di aver commesso.
Il dolo specifico si contraddistingue: per il raggiungimento di un determinato fine da parte dell'agente, che effettivamente si deve materializzare per la specificità della condotta per l'esecuzione di uno specifico reato per il raggiungimento di un determinato fine da parte dell'agente, anche se effettivamente lo stesso non si materializza.
Il dolo di danno: appartiene alle ipotesi dei reati di pericolo appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale non è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso. appartiene alle ipotesi dei reati non materiali.
Il dolo di pericolo: si ha nella rappresentazione e volontà di esporre a pericolo il bene giuridico tutelato dalla norma. si ha nelle ipotesi di dolo d'impeto appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale non è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso. appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso.
Si ha dolo d'impeto: quando l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. quando l'agente ha meditato per un apprezzabile lasso di tempo la realizzazione di una determinata condotta quando l'agente persegue un deteriminato fine. quando l’agente nell’immediatezza, si rappresenta anche se non vuole un determinato fatto di reato.
Il dolo si accerta: attraverso le dichiarazioni del reo attraverso la lettura della norma incriminatrice in re ipsa attraverso una attenta lettura di come il fatto si manifesta.
Si ha dolo d'impeto quando: quando l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. quando l'agente si rappresenta l'evento e in un lungo lasso di tempo si determina per la sua realizzazione. quando l'agente non si rappresenta l'evento, poiché preso dallo stato d'ira. quando l'agente vuole l'evento, non si rappresenta le sue conseguenze, perché in preda allo stato d'ira.
Si ha dolo di proposito quando: l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. l’agente si rappresenta per un certo periodo la propria condotta cosi come le sue conseguenze, e ad un certo punto matura la volontà di agire. l'agente non vuole la realizzazione dell'evento anche se lo rappresenta. l'agente agisce con la certezza di realizzare l'evento preso di mira. .
Si ha dolo alternativo quando: la condotta dell’agente si inserisce nell’ambito di un decorso causale già avviato. si attua una sola condotta per la realizzazione di due o più eventi e l'agente accetta indifferentemente la realizzazione dell'uno o dell'altro. l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. il dolo sorge nella mente dell’agente successivamente al compimento della propria condotta tipica.
Si ha dolo susseguente quando: la condotta dell'agente si inserisce nell'ambito di un decorso causale già avviato l'agente nell'immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato il dolo sorge nella mente dell’agente successivamente al compimento della propria condotta tipica. l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. .
Si ha dolo iniziale quando: l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. la condotta dell’agente si inserisce nell’ambito di un decorso causale già avviato. si attua una sola condotta per la realizzazione di due o più eventi. l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. .
Si ha dolo concomitante: l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. la condotta dell’agente si inserisce nell’ambito di un decorso causale già avviato. si attua una sola condotta per la realizzazione di due o più eventi.
Si ha colpa cosciente: quando l'agente si rappresenta l'astratta verificazione del fatto, ma ne esclude la sua concreta consumazione, confidando nelle proprie capacità o sottovalutando il rischio di verificazione dell'evento nel caso concreto. quando l'agente non si rappresenta l'evento il quale si verifica per mancato rispetto di specifiche norme di cautela. quando l'agente agisce con negligenza, imprudenza o imperizia. quando l'agente si rappresenta la possibile verificazione del fatto anche se non vuole la sua verificazione, ma comunque agisce al costo di realizzarlo accettando ln tal guisa tale rischio.
La differenza tra il dolo eventuale e la colpa cosciente, sta nel fatto che: nel dolo eventuale l'agente non accetta il rischio di verificazione dell'evento, mentre nella colpa cosciente si. nel primo caso l'agente non si rappresenta, mentre nel secondo lo rappresenta ma non accetta il rischio della sua verificazione nel primo caso l'agente si rappresenta l'evento che anche se non lo vuole accetta il rischio della sua verificazione, mentre nel secondo non accetta tale rischio. nel dolo eventuale l'agente si rappresente l'evento, mentre nella colpa cosciente no.
Si ha colpa impropria quando: l'agente agisce con negligenza, imprudenza e imperizia l'agente agisce in violazione di norme di cautela idonee a scongiurare la verificazione di un determinato evento. nei casi di responsabilità colposa disciplinata dagli articoli 47, 48, 55 e 59 c.p. l'agente agisce con negligenza ed imperizia.
Si ha colpa specifica: quando si agisce con imprudenza quando si agisce con negligenza quando si agisce con imprudenza e negligenza quando si violano norme di cautela funzionali ad evitare la realizzazione di quel determinato evento.
Nel codice Rocco, la responsabilità a titolo di preterintenzione veniva configurata come: dolo con riferimento alla condotta e responsabilità oggettiva con riferimento all'evento. dolo, con riferimento alla condotta e colpa con riferimento all'evento. dolo con premeditazione dolo intenzionale.
Nel codice Rocco, la responsabilità a titolo di preterintenzione veniva configurata come: dolo intenzionale dolo, con riferimento alla condotta e colpa con riferimento all'evento. dolo con riferimento alla condotta e responsabilità oggettiva con riferimento all'evento. dolo con premeditazione. .
Dopo l'intervento della Corte Costituzionale del 1998, la preterintenzione viene configurata come: dolo con premeditazione dolo intenzionale dolo con riferimento alla condotta e responsabilità oggettiva con riferimento all'evento. dolo, con riferimento alla condotta e colpa con riferimento all'evento.
Le condizioni obbiettive di punibilità: sono elementi essenziali del reato sono circostante interne al reato sono delle circostanze aggravanti del reato. sono circostanze esterne al reato, da cui verificarsi dipende la punibilità dello stesso.
Le condizioni di punibilità intrinseche attengono: all'evento alla condotta all'offesa del bene protetto alla colpevolezza.
Secondo la concezione eclettica della colpovolezza: sia per gli imputabili che i non imputabili bisogna accertare la sussistenza del dolo o della colpa di fattispecie bisogna accertare il dolo o la colpa solo con riferimento agli imputabili, mentre per i non imputabili è sufficiente l'accertamento dell'incapaicità di intendere e di volere. bisogna accertare il dolo e la colpa solo per i non imputabili. bisogna accerate il dolo o la colpa solo con riferimento gli imputabili, gli unici che possono essere rimproverati. .
La colpevolezza in senso normativo consiste: nei coeficienti del dolo e della colpa in un rimprovero verso il soggetto agente per non aver rispettato i valori comunemente condivisi. nel legame psicologico tra il fatto e l'autore nella preterintenzione.
Secondo la concezione normativa della colpevolezza quest'ultima consiste: in un misto tra responsabilità dolosa e colposa. in un rimprovero per il cattivo uso dell’imputabilità da un soggetto capace di intendere e di volere, che commette un reato. nei coeficienti del dolo e della colpa nella responsabilità oggettiva.
La componente soggettiva del reato è chiamata: suitas preterintenzione colpevolezza responsabilità oggettiva.
Secondo la concezione psicologica della colpevolezza, essa consiste: nei coeficienti del dolo e della colpa. nella suitas la colpevolezza viene vista come un rimprovero per il cattivo uso dell’imputabilità da un soggetto capace di intendere e di volere, che commette un reato. nella preterintenzione.
Si ha concorso eterogeneo di circostanze: quando sono presenti circostanze aggravanti comuni e circostanze aggravanti speciali. quando il fatto manifesta la presenza sia solo circostanze attenuanti. quando il fatto manifesta, al contempo, la presenza sia di circostanze aggravanti che di attenuanti. quando il fatto manifesta la presenza di solo circostanze aggravanti. .
L'articolo 69 c.p. disciplina: i criteri per applicare le circostanze attenuanti. i criteri di imputazione delle circostanze. i criteri di applicazione delle circostanze. i criteri di applicazione della pena. .
Le circostanze sono: elementi negativi del fatto elementi fondamentali del reato elementi accidentali del reato elementi essenziali del reato.
Le circostanze attenuanti: sono valutate a favore del reo solo se conosciute. sono valutate a favore del reo solo se conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa sono valutate a favore del reo solo se conosciute o ignorate per colpa. sono sempre valutate a favore del reo.
Con la riforma del 1990, le circostanze aggravanti vengono imputate al reo se: sono oggettivamente esistenti sono cosciute sono conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa sono conosciute o ignorate per colpa.
Nel codice del 1930 le circostanze aggravanti venivano applicate: tenendo conto se fossero conosciute da parte dell'agente. tenendo conto se fossero conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa da parte dell'agente discrezionalmente da parte del giudice. oggettivamente, per il sol fatto di esistere.
Le circostanze comuni si applicano: solo a determinate categorie di reati a tutti i reati solo ai reati che espressamente le prevedono. solo ai delitti di omicidio.
La supposizione erronea delle circostanze: non rileva è valutata in favore del reo solo con riferimento alle circostanze attenuanti. è sempre valutata è valutata in favore del reo solo con riferimento alle circostanze aggravanti.
La recidiva consiste: nel riportare una nuova condanna dopo una già passata in guidicato. nel riportare una nuova condanna dopo una inflitta dal giudice di secondo grado. nel riportare una nuova condanna dopo una inflitta dal giudice di primo grado nel riportare una nuova condanna, mentre si è già sottposto ad un altro procedimento penale.
Le circostanze attenunati generiche prevedono: una attenuazione di pena fino a un mezzo una attenuazione di pena di un terzo. un attenuazione di pena fino ad un terzo un attenuazione di pena di un mezzo.
Nei delitto tentato, il coeficiente psicologico è: la preterintenzione il dolo la colpa la responsabilità oggettiva.
Il tentativo riguarda: i soli delitti colposi sia i delitti che le contravvenzioni i soli delitti dolosi solo le contravvenzioni.
Con riferimento ai delitti omissivi impropri, il tentavo: si configura solo con riferimento ai delitti contro il patrimonio. non si configura si configura solo con riferimento ai delitti di omicidio si configura.
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