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prova vvf Description: prima parte fino a tutta la scheda 6 Author: lamu995 Other tests from this author Creation Date: 13/03/2025 Category: Others Number of questions: 90 |
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Content:
Il potenziale di un estintore, cioè la “grandezza dell’incendio” che è in grado di estinguere È determinata sperimentalmente e in funzione della classe dell’incendio ed è indicata con un codice composto
da lettere e numeri (es 13 A – 89 B) Dipende dall’abilità dell’utilizzatore È stabilita dal datore di lavoro sulla base della propria esperienza. La più bassa temperatura alla quale un combustibile liquido sviluppa vapori in quantità sufficiente da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende è definita Temperatura di infiammabilità Temperatura di combustione o accensione Temperatura di fusione. Le misure di protezione passiva sono tutti quei dispositivi che, a seguito della rivelazione di un incendio, sono in grado di esplicare l’azione protettiva senza richiedere alcuna azione (impiantistica o umana) tutti quei dispositivi che, a seguito della rivelazione di un incendio, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione (impiantistica o umana) tutti quei dispositivi che consentono di ridurre la probabilità che si inneschi un incendio. L’impiego dell’acqua come agente estinguente è generalmente vietato in presenza di impianti elettrici sotto tensione No, mai No, l’uso dell’acqua è vietato solo in presenza di sostanze reagenti con essa in modo violento ed esplosivo o che possono dar luogo a prodotti tossici o corrosivi Si. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, la “protezione sul posto” è modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco modalità di esodo che prevede la protezione degli occupanti nell’ambito in cui si trovano. La finalità della Resistenza al fuoco è quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, per un tempo minimo necessario al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza di prevenzione incendi quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, per tutta la durata dell’incendio quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, il tempo sufficiente a garantire l’esodo delle persone. Le classi di reazione al fuoco 0, 1, 2, 3, 4 e 5 Esprimono le classi italiane di reazione al fuoco dei materiali Esprimono le classi europee di reazione al fuoco dei materiali Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale. Le aperture di smaltimento realizzate per lo smaltimento dei fumi e calore di emergenza devono essere gestite e in particolare protette dall’ostruzione accidentale durante l’esercizio dell’attività Si, sempre in quanto sono parte integrante di una misura antincendio progettata per mitigare il rischio incendio dell’attività No, perché in caso di emergenza l’ostruzione può essere sempre eliminata No, perché la realizzazione delle aperture di smaltimento dei fumi e calore di emergenza sono una misura consigliata ma non necessaria ai fini della sicurezza antincendio di un’attività. la finalità della misura Gestione della Sicurezza Antincendio (GSA) È di garantire, nel tempo, un adeguato livello di sicurezza in caso di incendio E’ di garantire nel tempo un adeguato livello di manutenzione delle attrezzature e impianti antincendio E’ di garantire nel tempo una adeguato livello di affidabilità degli impianti di protezione attiva a disponibilità superiore. La temperatura di accensione rappresenta la minima temperatura alla quale un combustibile liquido sviluppa vapori in quantità tale da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, brucia spontaneamente Rappresenta la temperatura in corrispondenza della quale un liquido va in ebollizione rappresenta la minima temperatura alla quale una sostanza combustibile (solida, liquida o gassosa), in presenza di aria inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza necessità di innesco o di energia dall’esterno. Il comburente è: una sostanza che a contatto con altre sostanze combustibili provoca una reazione endotermica una sostanza che a contatto con altre sostanze combustibili provoca una reazione esotermica una sostanza che a contatto con altre sostanze comburenti provoca una reazione esotermica. Per diminuire il pericolo d'incendio in un locale adibito allo stoccaggio di liquidi infiammabili si può aumentare la temperatura del locale dotare il locale di aperture di ventilazione naturale aumentare la pressione dell'aria nel locale. Le classi di reazione al fuoco 1 IM, 2 IM e 3 IM Esprimono la classificazione alla reazione al fuoco dei mobili imbottiti Esprimono la classificazione alla reazione al fuoco dei prodotti da costruzione Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “quadrata o rettangolare”, con pittogramma bianco su fondo rosso sono Segnali per le attrezzature antincendio Segnali di divieto segnali di salvataggio. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo per le vie respiratorie E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’obbligo di protezione delle vie respiratorie E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello È un cartello di avvertimento, che segnala un pericolo generico E’ un cartello di prescrizione, che prescrive un pericolo generico E’ un cartello di divieto, che segnala un divieto generico. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “via di esodo” intendiamo Un qualunque percorso, a prescindere dalla geometria, che adduce dall’interno dell’edificio all’esterno Un percorso a prova di fumo rispetto al compartimento servito, che adduce dall’interno all’esterno Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo orizzontale progressivo” da un’opera di costruzione è modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro. La misura antincendio “Rilevazione ed allarme” ha come obiettivo la sorveglianza degli ambiti di un’attività, rilevare precocemente un incendio e diffondere l’allarme al fine di attivare le misure protettive (es. impianti automatici estinzione, ripristino della compartimentazione, evacuazione di fumi e calore, …); attivare le misure gestionali (es. piano e procedure di emergenza e di esodo, …) progettate e programmate in relazione all’incendio rivelato ed all’ambito ove tale principio di incendio si è sviluppato rispetto all’intera attività sorvegliata Attivare sia le misure protettive sia le misure gestionali indicate negli altri due punti. L’impiego dell’acqua come agente estinguente può essere sconsigliato in caso di ambienti con presenza di apparecchiature delicate e documenti a causa del danno che potrebbe derivarne per gli stessi No, l’importante è provare a spegnere sempre e comunque il principio di incendio Si, però solo nei luoghi di lavoro classificati a basso rischio di incendio Si. Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo Luogo sicuro, punto di ritrovo Spazio calmo, attesa dei soccorritori Via di esodo verso spazio clamo. Il monossido di carbonio (CO), che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti chiusi a causa della carenza di ossigeno: È una sostanza tossica che, combinandosi con l’emoglobina dei globuli rossi del sangue, impedisce all’ossigeno di raggiungere le cellule dell’organismo E’ un gas asfissiante E’ un gas che non comporta rischi per le persone. Il Piano di Emergenza che il Datore di Lavoro redige ai sensi del Dlgs 81/2008 è L’organizzazione della risposta all’emergenza sviluppata e implementata sulla base della valutazione del rischio incendio nonché in risposta ad altri eventuali eventi emergenziali credibili (es terremoto, …) L’organizzazione della risposta all’emergenza sviluppata e implementata sulla base dell’esperienza del Datore di Lavoro L’organizzazione della risposta all’emergenza mediante la redazione delle procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro. Le porte EI “tagliafuoco”, munite di “fermi elettromagnetici in apertura” asserviti a impianti IRAI, sono Misure di protezione passiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva non necessitano di alcuna azione (impiantistica o umana) Misure di protezione attiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione (impiantistica o umana) Sono misure di prevenzione in quanto, la loro realizzazione consente di ridurre la frequenza di accadimento degli incendi. Gli estintori portatili sono mezzi di estinzione da usare per pronto intervento sui principi d’incendio Si, sono quelli che hanno una massa fino a 150 kg No, sono mezzi di protezione da utilizzate per l’estinzione completa di un incendio generalizzato Si, solo quelli che hanno una massa minore o uguale a 20 kg,. Con il simbolo I, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo. Nello spegnimento di un incendio, le polveri, agiscono per: raffreddamento e soffocamento inibizione chimica tutti i parametri indicati negli altri due punti. I liquidi di categoria “B” sono i liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C. Gli autorespiratori a ciclo aperto dispongono di bombole contenenti: ossigeno puro aria compressa aria ed ossigeno. Nell’evoluzione di un incendio la fase di incendio generalizzato (flash over) È caratterizzata dal coinvolgimento nella combustione unicamente di oggetti combustibili presenti nelle vicinanze della zona di innesco e con aumento rapido della temperatura e dell’energia di irraggiamento È caratterizzata dalla transizione da uno stato di incendio localizzato ad uno dove le fiamme si propagano a tutto il volume disponibile con brusco incremento della temperatura (oltre 500°) e crescita esponenziale della velocità di combustione è caratterizzata da un regime instabile, con un focolaio d’incendio che interessa zone limitate e temperature molto differenti da punto a punto e che possono subire rapide ed ingenti oscillazioni. Con il simbolo R, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo. Nella progettazione del sistema di esodo, in caso di piani nei quali vi può essere presenza non occasionale di occupanti che non abbiano sufficienti abilità per raggiungere autonomamente un luogo sicuro tramite vie di esodo verticali devono essere adottate specifiche modalità di gestione dell’esodo: Si, deve essere adottata almeno una delle seguenti modalità: spazi calmi, esodo orizzontale progressivo o esodo orizzontale verso luogo sicuro No, il progettista può decidere di organizzare l’esodo mediante squadre appositamente dedicate alle persone che non abbiano sufficienti abilità per raggiungere autonomamente un luogo sicuro tramite vie di esodo verticali No, solo se prescritte dai vigili del fuoco. I Sistemi di ventilazione forzata orizzontale del fumo e del calore (SVOF), svolgono la funzione di smaltimento di fumo e calore d’emergenza Si, come le aperture di smaltimento, possono facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio No, hanno lo scopo di garantire, per un determinato intervallo di tempo, un’adeguata altezza libera dai fumi in caso di incendio nel compartimento di innesco No, hanno lo scopo di impedire, per un determinato intervallo di tempo, la formazione delle condizioni di “flash over” (incendio generalizzato) nel compartimento di innesco. Negli ambiti ove l’attività sia svolta con assente o ridotta illuminazione ordinaria (es. sale cinematografiche, sale teatrali, …) eventuali gradini lungo le vie d’esodo devono essere provvisti di illuminazione Si, sempre con idonea illuminazione “segnapasso” dei gradini No, mai No, solo nei luoghi con affollamento superiore a 1000 persone. Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro, deve contenere le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di incendio; le procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti; le disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili del fuoco e per fornire le necessarie informazioni al loro arrivo; le specifiche misure per assistere le persone con esigenze speciali unicamente le procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti unicamente le disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili del fuoco e per fornire le necessarie informazioni al loro arrivo. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “corridoio cieco” intendiamo Una porzione di via d’esodo da cui è possibile l’esodo in un’unica direzione Una porzione di via d’esodo nella quale non sono realizzate aperture di aerazione e illuminazione naturale Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’ “esodo simultaneo” da un’opera di costruzione è modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro. Le classi di reazione al fuoco A1, A2, B, C, D, E ed F Esprimono le classi italiane di reazione al fuoco dei materiali Esprimono le classi europee di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale. Che cosa si intende per fattore δocc nell’individuazione del profilo di rischio Rvita: si intendono le caratteristiche prevalenti degli occupanti che sono classificate in 5 categorie, in base allo stato di veglia e di conoscenza del luogo si intendono le caratteristiche degli occupanti che per vulnerabilità sono più rappresentativi dell’attività svolta nell’ambito considerato (persone anziane, bambini, ecc) si intendono le caratteristiche degli occupanti che per numerosità e tipologia sono mediamente rappresentativi dell’attività svolta nell’ambito considerato. I combustibili gassosi, in relazione alla densità relativa all’aria, sono classificati gas leggeri: se la densità relativa all’aria è minore di 0.8 (es. metano,ecc.). se la densità relativa all’aria è maggiore di 0.8 (es. GPL, acetilene,ecc.). se la densità relativa all’aria è maggiore di 1.0. Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro deve essere basato su chiare istruzioni scritte relative alle modalità di risposta all’incendio e includere anche una o più planimetrie descrittive dei luoghi e riportanti l’ubicazione dei presidi antincendio deve essere basato solo su chiare istruzioni scritte relative alle modalità di risposta all’incendio È composto solo da planimetrie descrittive dei luoghi e riportanti l’ubicazione dei presidi antincendio. La carica degli estintori portatili utilizzabili in ambienti accessibili al pubblico Non può essere superiore a 6 kg o 6 litri Può essere di qualunque perso, anche superiore a 6 kg Può essere di qualunque perso, anche superiore a 20 kg. Il “limite superiore di infiammabilità” di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme): rappresenta la minima concentrazione di comburente, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. rappresenta la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. rappresenta la massima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a quest’ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. Con limiti di infiammabilità di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme) si intende: la percentuale in volume di combustibile nella miscela aria – combustibile entro le quali si ha combustione la percentuale in volume del comburente nella miscela aria-combustibile entro le quali si ha combustione la temperatura in corrispondenza della quale un liquido combustibile è in grado di emettere vapori in quantità sufficiente da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende. Gli ugelli regolatori distribuiti sull’area protetta dagli impianti a pioggia sprinkler Sono tutti aperti, all’attivazione dell’allarme viene erogata acqua contemporaneamente in tutto il locale protetto Sono chiusi con elementi che ad una data temperatura (termosensibili) si “rompono” consentendo all’acqua di uscire Sono chiusi con elementi che si “rompono” alla temperatura di progetto che è sempre di 200 °C. La porta “taglia fuoco” (porta EI) è L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra compartimenti adiacenti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra scala protetta e piani serviti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra la scala a prova di fumo e i piani serviti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio. Tra le misure di “Operatività Antincendio” rientra la possibilità di controllare o arrestare gli impianti tecnologici e di servizio dell’attività, compresi gli impianti di sicurezza Si, e si attua, ad esempio, mediante l’ubicazione dei sistemi di controllo e comando dei servizi di sicurezza destinati a funzionare in caso di incendio in posizione segnalata e facilmente raggiungibile durante l’incendio No, i Vigili del Fuoco che intervengono hanno i dispositivi di protezione individuale grazie ai quali possono raggiungere ogni area dell’attività e controllare o arrestare gli impianti dell’attività No, la possibilità di controllare o arrestare gli impianti tecnologici e di servizio dell’attività, compresi gli impianti di sicurezza non influisce sulla mitigazione del rischio di incendio dell’attività. Con il termine “filtro” intendiamo parte dell’opera da costruzione delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco (EI, …) Un compartimento antincendio nel quale, per basso carico di incendio e limitata presenza di sorgenti di innesco, la probabilità di avvio e sviluppo dell’incendio è resa trascurabile spazio “cielo libero” avente caratteristiche tali da contrastare temporaneamente la propagazione dell’incendio tra le eventuali opere da costruzione o strutture che lo delimitano. L’incendio è qualunque reazione chimica nella quale un combustibile, sostanza ossidabile, reagisce con un comburente, sostanza ossidante, liberando energia, in genere sotto forma di calore qualunque reazione chimica che avviene in un luogo di lavoro nella quale un combustibile, sostanza ossidabile, reagisce con un comburente, sostanza ossidante, liberando energia, in genere sotto forma di calore una combustione in atmosfera di ossigeno (quello contenuto nell’aria), che avviene in un luogo non predisposto ad accoglierla e che per tale motivo spesso sfugge al controllo dell’uomo. I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di limitare i danni agli impianti di servizio o di processo ed al contenuto dell’ambito protetto Si, poiché creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio No, hanno solo lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio No, hanno solo lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza. La progettazione e realizzazione a regola d’arte degli impianti tecnologici e di servizio (impianti elettrici, gas, riscaldamento, eccc) può essere considerata una misura di prevenzione degli incendi Si, perché la progettazione e realizzazione deve essere effettuata in modo da limitare la probabilità di costituire causa di incendio ed esplosione No, poiché la progettazione e realizzazione ha come obiettivo quello di limitare solo la propagazione di un incendio La progettazione e realizzazione di impianti tecnologici e di servizio non influisce sul rischio incendio dell’attività lavorativa. Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo Luogo sicuro, punto di ritrovo Spazio calmo, attesa dei soccorritori Via di esodo. Gli addetti al servizio antincendio, in condizione ordinarie (gestione sicurezza antincendio – GSA - in esercizio) attuano le misure antincendio in esercizio, in particolare: attuano le misure antincendio preventive; garantiscono la fruibilità delle vie di esodo; svolgono le attività di sorveglianza dei presidi antincendio Attuano le misure antincendio in emergenza, in particolare: mettono in atto le azioni previste dal piano di emergenza; attuano le misure per l’evacuazione degli occupanti; eseguono le comunicazioni previste in emergenza; supportano le squadre di soccorso; provvedono allo spegnimento di un principio di incendio Non svolgono particolari mansioni finalizzati alla gestione della sicurezza antincendi (GSA). I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di mantenere le vie di esodo libere da fumo e calore Si, poiché creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio No, hanno solo lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio No, hanno solo lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza. I combustibili gassosi, in relazione alla densità relativa all’aria, sono classificati gas pesanti: se la densità relativa all’aria è minore di 0.8 (es. metano,ecc.). se la densità relativa all’aria è maggiore di 0.8 (es. GPL, acetilene,ecc.). se la densità relativa all’aria è uguale a 0.8. Gli estintori di classe B devono essere posizionati a distanza non superiore a 15 m rispetto alle sorgenti di rischio (es: deposito di liquidi infiammabili) si No, poiché sono utilizzati dagli addetti antincendio devono essere posti in prossimità dei locali dove sono presenti gli addetti No, è sufficiente che siano collocati in un qualunque locale del luogo di lavoro. Gli estintori Sono un presidio antincendio base e il loro impiego è riferibile solo ad un principio d’incendio Sono un presidio antincendio e il loro impiego è riferibile all’estinzione completa di incendi anche generalizzati Sono un presidio antincendio e il loro impiego è riferibile all’inibizione di un incendio. In presenza di liquidi infiammabili (combustibili), la probabilità che si formino vapori in quantità tali da essere incendiati aumenta con il diminuire della temperatura di infiammabilità aumenta con l’aumentare della temperatura di infiammabilità Non varia al variare della temperature di infiammabilità. L’interposizione di un’adeguata distanza di separazione “d” in spazio a cielo libero fra edifici adiacenti ovvero fra edifici e depositi esterni di materiale combustibile, opportunamente valutata sulla base delle indicazioni fornite dalle regole di prevenzioni incendi, consente di limitare la propagazione dell’incendio. Si, un’adeguata distanza di separazione consente di limitare l’irraggiamento, al di sotto di valori critici, fra il compartimento interessato dall’incendio e altri compartimenti o materiali combustibili in deposito No, non è necessario valutare tali distanze, qualunque spazio a cielo libero consente di garantire la limitazione della propagazione dell’incendio No, solo strutture o elementi tagliafuoco (REI, EI …) consente di limitare la propagazione dell’incendio. I punti di segnalazione manuale a servizio di un impianto di rilevazione e allarme incendio (IRAI), per consentire a tutti gli occupanti, anche a quelli che impiegano ausili di movimento, di inviare l’allarme d’incendio dovrebbero essere collocati ad una quota dal piano di calpestio che ne permetta il facile raggiungimento dovrebbero essere collocati solamente negli eventuali spazi calmi, se previsti. dovrebbero essere collocati ad una quota non superiore di 50 cm dal piano di calpestio. Si ha calore per attrito: quando si ha sfregamento tra due materiali quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, le forme e i colori utilizzati per i cartelli di sicurezza da impiegare nei luoghi di lavoro Sono puntualmente definiti nel DLgs 81/2008 in funzione del loro oggetto specifico e delle indicazioni fornite (cartelli di divieto, di avvertimento, di prescrizione, di salvataggio e per le attrezzature antincendio) Sono scelti dal Datore di Lavoro Sono scelti dal professionista incaricato della valutazione del rischio. L’impiego dell’acqua come agente estinguente è vietato in presenza di sostanze reagenti con essa in modo violento ed esplosivo o che possono dar luogo a prodotti tossici o corrosivi No, l’importante è provare a spegnere il principio di incendio No, l’uso dell’acqua è vietato solo in presenza di impianti elettrici Si. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di prescrizione intendiamo un segnale che avverte di un rischio o pericolo una segnaletica che prescrive un determinato comportamento un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “rotonda”, con pittogramma nero su fondo bianco e boro e banda (verso il basso da sinistra a destra, inclinata di 45°) rossi sono Segnali di avvertimento Segnali di prescrizione segnali di divieto. Per più luoghi di lavoro ubicati nello stesso edificio, ma facenti capo a titolari diversi, i piani di emergenza devono essere coordinati Si, in modo che i piani di emergenza delle singole attività siano coerenti fra loro No, è sufficiente che ogni datore di lavoro rediga il proprio piano di emergenza indipendente dagli altri piani No, poichè nello stesso edificio non possono mai coesistere più luoghi di lavoro facenti capo a titolari diversi. Gli estintori di classe A devono essere installati in modo da non superare le massime distanza di raggiungimento indicate nelle norme di prevenzione incendi Si, le massime distanze di installazione variano fra i 20 e 40 metri in funzione del rischio di incendio al quale sono esposte le persone (Rvita) No, poiché sono utilizzati dagli addetti antincendio devono essere posti in prossimità dei locali dove sono presenti gli addetti No, è sufficiente che siano collocati in un qualunque locale del luogo di lavoro. La combustione delle sostanze solide è caratterizzata dai seguenti parametri: tipologia, pezzatura e forma del materiale grado di porosità contenuto dell’umidità del materiale e ventilazione da tutti i parametri indicati negli altri due punti. Con il simbolo REI 60 si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante. Gli estintori devono essere sempre disponibili per l’uso immediato e la loro posizione deve essere sempre segnalata con opportuni segnali di sicurezza Si, in particolare la segnaletica dovrà indicare la tipologia di estintore (portatile o carrellato) No, poiché sono utilizzati dagli addetti antincendio non è necessario segnalarli No, è sufficiente che siano indicati nella planimetria affissa nei locali del luogo di lavoro. Ai fini della mitigazione del rischio incendio, è sempre necessario, in relazione al rischio valutato, progettare soluzioni tecniche che agevolino l’efficace conduzione di interventi di soccorso dei Vigili del fuoco No, l’agevolazione dell’attività di soccorso dei Vigili del Fuoco non rientra fra i requisiti da garantire al fine di minimizzare il rischio incendio e raggiungere gli obiettivi di sicurezza primaria della prevenzione incendi Si, l’agevolazione dell’attività di soccorso dei Vigili del Fuoco rientra fra i requisiti da garantire al fine di minimizzare il rischio incendio e raggiungere gli obiettivi di sicurezza primaria della prevenzione incendi No, le misure finalizzate all’agevolazione dell’attività di soccorso dei Vigili del Fuoco non si progettano con l’applicazione del “Codice” ma concordandole con il locale Comando VVF. Gli incendi di Classe C, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….) incendi di liquidi infiammabili e solidi che possono liquefare (petrolio, vernici, nafta, benzina ….) incendi di gas infiammabili (metano, propano, g.p.l., cloro, idrogeno ….). Gli addetti al servizio antincendio attuano le misure antincendio in esercizio (in ordinario) e in emergenza, con le modalità stabilite dal datore di lavoro nei documenti della Gestione della Sicurezza Antincendio (GSA) e nel piano di emergenza Attuano solo le misure antincendio in emergenza, con le modalità stabilite dal datore di lavoro nel piano di emergenza Attuano solo le misure antincendio in esercizio (in ordinario), con le modalità stabilite dal datore di lavoro nei documenti della Gestione della Sicurezza Antincendio (GSA). Le principali sorgenti di attivazione dell’incendio sono Tutte quelle indicate negli altri punti Attrito, radiazioni termiche, reazioni chimiche esotermiche e autocombustione Fiamme, Superfici calde e scintille e archi elettrici. I presidi antincendio installati nei luoghi di lavoro per il controllo dell’incendio hanno come scopo Tutti gli obiettivi indicati negli altri due punti la protezione nei confronti di un principio di incendio la protezione manuale o automatica, finalizzata all’inibizione o al controllo dell’incendio, e la protezione mediante completa estinzione di un incendio. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo di incendio E’ un cartello per le attrezzature antincendio, che segnala l’ubicazione di una lancia antincendio “naspo” E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di acqua sull’incendio. Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro, deve indicare le specifiche procedure per la chiamata dei vigili del fuoco Si, in modo da fornire correttamente informazioni utili per il soccorso: indirizzo del luogo di lavoro; tipologia emergenza e gravità; eventuale presenza di infortunati e di materiali e/o sostanze pericolosi presenti; informazioni su accesso e vie preferenziali per raggiungere il sito No, è sufficiente indicare il numero di soccorso da chiamare nelle planimetrie ubicate nel luogo di lavoro No, gli addetti antincendio incaricati sono formati e addestrati e non necessitano di altre istruzioni. Le sostanze estinguenti che intervengono sul processo di combustione, nel loro impiego possono mettere in atto le seguenti azioni di spegnimento Solo effetti di soffocamento e raffreddamento Solo effetti di diluizione e inibizione chimica Tutti e quattro gli effetti elencati negli altri punti. Gli estintori sono mezzi di estinzione da usare per pronto intervento sui principi d’incendio Si, e si distinguono in relazione al peso complessivo in “estintori portatili” ed “estintori carrellati” No, sono mezzi di protezione da utilizzate per l’estinzione completa di un incendio generalizzato Si, ma solo quelli che hanno una massa minore o uguale a 20 kg, cosiddetti estintori portatili. In un luogo con affollamento dell’ambito servito maggiore di 1000 occupanti, la larghezza della via di esodo verticali deve essere maggiore o uguale a 1200 mm (1,20 m) Si, a prescindere dal numero di vie di esodo disponibili No, la larghezza è definita dal progettista sulla base dell’affollamento e del numero di uscite Si, solo se in presenza di percorso di esodo unidirezionale (corridoio cieco). Le schiume sono molto efficaci Su incendio che coinvolgono combustibili solidi e liquidi infiammabili Su incendi che coinvolgono sostanze gassose Su incendi di classe D. Con il simbolo E, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo. In un luogo di lavoro, per mantenere nel tempo il livello di sicurezza antincendio realizzato, è necessario organizzare un adeguato controllo degli ambienti (verificare che i percorsi di esodo siano sempre fruibili e liberi da ostacoli, verificare il funzionamento dei dispositivi di apertura delle porte, ecc) Si, la verifica delle condizioni di esercizio stabilite nella progettazione della sicurezza è fondamentale ai fini della mitigazione del rischio incendio No, il controllo degli ambienti di lavoro non influisce sulla sicurezza antincendio dell’attività No, il datore di lavoro ha solo l’obbligo di fare manutenzione agli impianti e alle attrezzature antincendio. Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “quadrata o rettangolare”, con pittogramma bianco su fondo verde sono Segnali di salvataggio Segnali di prescrizione segnali di divieto. Qualunque spazio a cielo libero (es: cortile, cavedio, …) è qualificabile come “spazio scoperto” ai fini del contrasto temporaneo alla propagazione dell’incendio tre le opere da costruzione o strutture che lo delimitano Si, è sufficiente che un’area sia a “cielo libero”, a prescindere dalla superficie e dalle distanze fra le strutture che la delimitano, per contrastare la propagazione dell’incendio tra le opere No, un’area a “cielo libero” per potere essere qualificata come “spazio scoperto” deve avere una superficie determinata e deve essere garantita una adeguata distanza fra gli eventuali edifici che la delimitano No, nessun spazio a “cielo libero” può essere qualificato come “spazio scoperto” ai fini del contrasto alla propagazione di un incendio fra edifici che lo delimitano. Nell’evoluzione di un incendio la fase di raffreddamento Ha inizio quando la maggior parte del materiale combustibile presente è bruciato, ed è caratterizzata dal decremento delle temperature all’interno del locale a causa del progressivo diminuire dell’apporto termico del materiale residuo È caratterizzata dall’abbattimento delle temperature a seguito dell’azione estinguente dell’acqua è caratterizzata da un regime instabile, con un focolaio d’incendio che interessa zone limitate e temperature molto differenti da punto a punto e che possono subire rapide ed ingenti oscillazioni. I liquidi di categoria “A” sono i liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C. Le classi di reazione al fuoco Sono determinate sperimentalmente, con prove di laboratorio Sono determinate dal progettista antincendio Sono stabilite dal produttore del materiale sulla base di norme di buona progettazione. Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo Luogo sicuro, punto di ritrovo Spazio calmo, per attendere i soccorritori Via di esodo. In un sistema di esodo sono consentite larghezze minime delle vie di esodo orizzontali maggiori o uguali a 800 mm (80 cm) Si, a condizione che l’affollamento dell’ambito servito non sia elevato, massimo 50 occupanti No, mai, le vie di esodo devono essere sempre almeno uguali o maggiori di 1,20 m, a prescindere dall’affollamento Si, solo se in presenza di percorso di esodo alternativi. |
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