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paniere

Creation Date: 2022/11/05

Category: University

Number of questions: 249

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201 Il rendimento isoentropico di una trasformazione di compressione. è il rapporto tra il lavoro reale e il lavoro ideale. valuta la compressione indipendentemente da ciò che l'ha preceduta. è un indice della qualità della trasformazione. nessuna di queste.

202 Nel caso di sistema aperto, flusso stazionario e macchina adiabatica, l'equazione generale dell'energia in forma termodinamica: è pari a L=cp•(T1-T2) per una trasformazione di compressione, con L positivo. dL+dQ=du, dove L e Q sono il lavoro e il calore scambiati con l'esterno e u l'energia interna. si riduce a L=cv•ΔT, dove L è il lavoro scambiato con l'esterno, cv il calore specifico a volume costante e ΔT la variazione di temperatura. si riduce a dL=dh, dove L è il lavoro scambiato con l'esterno e h è l'entalpia.

203. Il rendimento isoentropico di una trasformazione di compressione: nessuna di queste. valuta la compressione indipendentemente da ciò che l'ha preceduta. è un indice della qualità della trasformazione. è il rapporto tra il lavoro ideale e il lavoro reale.

204. Il rendimento politropico di una trasformazione di espansione: valuta i singoli stadi di espansione in base a ciò che li ha preceduti. dipende dal rapporto di espansione. è pari al rapporto tra il lavoro reale e quello ideale. nessuna di queste.

205. Il rendimento politropico di una trasformazione di compressione. dipende dal rapporto di compressione. è pari al rapporto tra il lavoro reale e quello ideale. è sempre inferiore all'isentropico. dipende dalla qualità della trasformazione attraverso gli indici k ed n della politropica.

301. Il potere calorifico di un combustibile. nessuna di queste. è la quantità di calore necessaria per innalzare, o diminuire, la temperatura di un'unità di massa di combustibile di 1 K. è uguale al minimo potere calorifico, superiore o inferiore, dei suoi componenti. è la quantità di calore che deve essere sottratta ai prodotti di combustione per riportarli alla temperatura dei reagenti prima della combustione.

302. L'eccesso di aria fornito in un processo di combustione. è pari al 23%. consente di ridurre le perdite al camino. non dipende dal tipo di combustibile impiegato. è indispensabile per ovviare alle inevitabili dissimmetrie nella distribuzione dell'aria al bruciatore ed evitare incombusti.

303. L'eccesso d'aria in un processo di combustione. è maggiore nel caso dei combustibili gassosi rispetto a quelli solidi per consentire l'intima miscelazione dei gas. varia tra il 5-15% per combustibili solidi. varia tra il 10-30% per i combustibili gassos. varia tra il 40-80% per combustibili solidi.

401. Nel caso di ciclo Brayton ideale chiuso. le trasformazioni di scambio di calore con l'esterno sono isocore. le trasformazioni di scambio di calore con l'esterno sono adiabatiche. le trasformazioni di compressione ed espansione sono adiabatiche. le trasformazioni di compressione ed espansione sono adiabatiche e reversibili.

402. Nel caso di ciclo Brayton ideale chiuso. il rendimento dipende dalla temperatura massima di ciclo. il rendimento non dipende dal calore specifico del gas. all'aumentare della temperatura di fine compressione diminuisce la temperatura media di introduzione del calore. il rendimento dipende unicamente dall'innalzamento di temperatura isentropico fornito dal compressore.

404. Il ciclo di riferimento ideale delle turbine a gas. nessuna di queste. è costituito, tra le altre, da una trasformazione di espansione isoterma. è il cosiddetto ciclo di Hirn. presenta una trasformazione di riscaldamento a pressione costante.

501. Nel caso di ciclo di Brayton reale aperto. la perdita principale è legata all'assorbimento di potenza da parte dei principali organi ausiliari. le perdite per incompleta combustione sono sensibili. si hanno perdite esterne per incompleta ossidazione del combustibile. le trasformazioni di compressione ed esapansione sono considerate adiabatiche ma non reversibili.

502. Nel caso di ciclo di Brayton reale aperto. il rapporto di compressione ottimale per il rendimento ed il lavoro specifico coincidono per elevati valori di rendimenti delle turbomacchine. il rapporto di compressione ottimo per il rendimento aumenta per bassi valori dei rendimenti delle turbomacchine. le perdite termiche sono dell'ordine del 5-10%. le perdite per incompleta combustione sono trascurabili nelle turbine a gas operanti con elevato eccesso d'aria.

503. Nel caso di ciclo Brayton ideale aperto. l'impianto prevede l'impiego di scambiatori. l'introduzione del calore avviene tramite una combustione esterna. si raggiungono temperature inferiori a quelle del ciclo ideale chiuso. si utilizza aria come fluido di lavoro e la pressione inferiore del ciclo è pari a quella ambiente.

504. Nel caso di ciclo Brayton ideale aperto. il fluido di lavoro è acqua/vapore. il calore specifico del gas è costante. l'introduzione del calore avviene tramite una combustione esterna. nessuna di queste.

601. Le perdite interne in un compressore. sono dovute alle perdite di calore. sono dovute agli attriti meccanici. sono principalmente legate al trafilamento del fluido tra la parte rotante e quella fissa nel caso di pale con sviluppo radiale elevato. sono legate allo sviluppo dello strato limite sui bordi esterni del compressore.

602. La velocità di rotazione ottimale di un compressore. è proporzionale al salto entalpico. è inversamente proporziale alla portata volumetrica. è molto difficile da conseguire per una macchina pluristadio in quanto dovrebbe contemporaneamente aumentare il salto entalpico per stadio. è molto difficile da conseguire per una macchina pluristadio in quanto diminuisce la portata volumetrica durante la compressione.

603. Tra le principali cause di perdite esterne in un compressore vi sono. le perdite legate ai moti vorticosi del fluido in direzione radiale. le perdite legate allo sviluppo dello strato limite sui bordi esterni del compressore. le perdite organiche indicativamente superiori al 3%. le perdite di massa indicativamente inferiori all'1%.

604. Quale di queste affermazioni è corretta?. I compressori impiegati negli impianti turbogas presentano rendimenti fluidodinamici maggiori all'aumentare della velocità di rotazione. I compressori maggiormente impiegati negli impianti turbogas presentano rapporto di compressione per stadio di circa 3-4. I compressori impiegati negli impianti turbogas hanno velocità di rotazione dell'ordine dei 60'000-80'000 rpm. Le perdite esterne di un compressore sono dovute agli attriti meccanici, alle perdite di calore e di massa verso l'esterno.

605. I compressori maggiormente impiegati negli impianti turbogas. sono compressori dinamici centrifughi. sono compressori centrifughi capaci di elaborare grandi portate. sono compressori dinamici assiali con rapporto di compressione per stadio di 3-4. sono compressori dinamici assiali con lavori isentropici dell'ordine dei 20-25 kJ/kg.

606. I compressori impiegati negli impianti turbogas. presentano rendimenti fluidodinamici maggiori all'aumentare della velocità di rotazione. presentano velocità di rotazione che variano dai 3000 ai 20-30'000 rpm indipendentemente dalla taglia. sono direttamente collegati all'alternatore indipendentemente dalla taglia. hanno solitamente una velocità di rotazione di 3000 rpm.

701. Tra le sostanze dannose per la turbina a gas. i metalli alcalini danno problemi di intasamento ai sistemi di adduzione del combustibile. le ceneri tendono ad aderire nelle palettature a più alta temperatura. il vanadio provoca problemi di intasamento ai sistemi di adduzione del combustibile. i metalli alcalini presenti possono formare HCl che è altamente corrosivo per le palettature.

702. Quali di queste caratteristiche non è possibile conseguire progettando un combustore di turbina a gas?. limitate emissioni di inquinanti allo scarico. basse perdite di carico. ampio campo di funzionamento stabile (pressione, temperatura, velocità e rapporto aria/combustibile). impiego di combustibili quali carbone e oli pesanti.

703. Tra le tipologie di camere di combustione di turbina a gas. il combustore anulare comporta elevate perdite di carico. il combustore tubolare necessita di un condotto di adduzione dei gas caldi in turbina ma offre basse perdite di carico. il combustore multitubolare si ottiene disponendo in serie di più combustori tubolari. il combustore tubolare necessita di un condotto di adduzione dei gas caldi in turbina e comporta elevate perdite di carico.

704. Considerando un combustore di turbina a gas. nella zona secondaria si aggiunge una portata di aria per abbassare la temperatura dei gas combusti. nella zona primaria affluisce una portata di aria necessaria per la completa ossidazione del combustibile. nella zona primaria affluisce una portata di aria inferiore a quella stechiometrica. nella zona secondaria si aggiunge portata di aria per la completa ossidazione del combustibile.

705. Considerando la camera di combustione di un impianto turbogas. la temperatura che il fluido deve avere all'uscita della camera di combustione è limitata a 2400°C. il rapporto aria/aria stechiometrica è dell'ordine di 4-5. il rapporto aria/combustibile deve risultare pari allo stechiometrico. la temperatura che il fluido deve avere all'uscita della camera di combustione è limitata superiormente dai limiti di resistenza delle pale della turbina.

706. Quale di queste affermazioni è errata?. Il combustore di una turbina a gas prevede generalmente una zona primaria, una zona secondaria e una zona terminale di diluizione. Il combustore di una turbina a gas di tipo monotubolare sebbene caratterizzato da notevole semplicità presenta perdite di carico elevate. La temperatura massima del fluido in uscita dalla camera di combustione di un impianto turbogas è dell'ordine dei 1400°C. La combustione in un impianto turbogas avviene con rapporti di aria/combustibile circa stechiometrici.

801. Rispetto al compressore, in una turbina. i carichi aerodinamici sono inferiori e dell'ordine dei 300-350 kJ/kg. nessuna di queste. le perdite secondarie e di profilo sono maggiori. i carichi aerodinamici sono maggiori e dell'ordine dei 300-350 kJ/kg.

802. Quale di queste difficoltà di ordine meccanico non è propria dei materiali ceramici?. mancanza di comportamento plastico. fragilità. scarsa resistenza. bassa resistenza all'abrasione.

803. Con il termine TIT si intende. la temperatura che si ottiene miscelando il gas proveniente dal combustore con tutti i flussi di raffreddamento delle pale della turbina. la temperatura che si ottiene dal miscelamento dei gas provenienti dal combustore. la temperatura media dei gas combusti uscenti dalla camera di combustione quando investono la prima schiera statorica. nessuna di queste.

804. Quali di questi metodi di raffreddamento viene impiegato per punti particolarmente sollecitati?. raffreddamento convettivo. raffreddamento a film. raffreddamento per traspirazione. raffreddamento per impingement.

805. Il raffreddamento convettivo della palettatura di una turbina. prevede di creare un film sottile di fluido a bassa temperaura che agisce come una barriera termica tra i gas caldi e la parete metallica. consiste nel creare un getto di raffreddamento ad alta velocità che colpisce violentemente la pala calda. nessuna di queste. utilizza aria proveniente dal compressore che viene fatta fluire attraverso canali opportunamente sagomati e poi miscelata ai gas combusti.

1001. Analizzando l'incidenza dei parametri più significativi sulle prestazioni di un impianto turbogas si ha che. un aumento della massima temperatura sopportabile dal materiale (Tbmax) della palettatura ha un'incidenza importante sul rendimento ma trascurabile sul lavoro. un aumento della TIT ha buona influenza sul lavoro specifico e sul rendimento. le perdite di carico all'aspirazione e allo scarico hanno effetti trascurabili sul rendimen. un aumento della TIT ha buona influenza sul lavoro specifico ma comporta una lieve diminuzione del rendimento.

1101. La portata massica dell'aria aspirata dal compressore. dipende unicamente dalla velocità di rotazione dello stesso. aumenta all'aumentare della temperatura dell'aria. è costante. dipende dall'area di passaggio.

1102. Gli impianti turbogas. possono variare la loro velocità di rotazione in ogni intervallo. non possono operare secondo un sistema bialbero. non comporta variazioni delle condizioni di funzionamento. possono svincolarsi alla velocità di rotazione dell'alternatore mediante un sistema a più alberi.

1103. Nel caso di un impianto turbogas operante secondo ciclo aperto, le perdite allo scarico. sono trascurabili. non possono essere recuperate e/o ridotte. possono essere ridotte diminuendo la temperatura dei gas di scarico attraverso rapporti di compressione più bassi. possono essere ridotte diminuendo la temperatura dei gas di scarico attraverso rapporti di compressione più elevati.

04. Nel caso di un impianto turbogas operante secondo ciclo aperto, la perdita legata alla combustione. può essere diminuita riducendo la temperatura dei gas di scarico dalla turbina. è irrilevante. è nulla essendo la combustione interna al fluido di lavoro. può essere diminuita aumentando la temperatura media di combustione.

1105. Le turbine a gas. possono variare la loro potenza mantenendo il rendimento pari a quello di design. possono lavorare solamente a potenza nominale. possono variare la loro potenza con prestazioni ai carichi parziali migliori rispetto a quelle dei gruppi a vapore. possono variare la loro potenza mantenendo il rendimento vicino a quello di design.

1106. In un impianto turbogas, al fine di contenere il degrado del rendimento nelle condizioni di off design. nessuna di queste. si può agire unicamente sul lavoro specifico. si agisce esclusivamente sulla portata di combustibile. si agisce sulla portata di combustibile e contemporaneamente su quella di aria aspirata.

1107. In un compressore, la variazione dell'area di passaggio è. possibile grazie all'orientamento di palettamenti detti IGV. può avvenire in maniera illimitata. non determina variazioni della pressione massima di ciclo. nessuna di queste.

1108. In un impianto turbogas, diminuendo la pressione di mandata del compressore. il rapporto di compressione rimane invariato. aumenta il lavoro utile dell'impianto. si può operare secondo un'unica strategia di regolazione. la temperatura allo scarico della turbina aumenta per T3 costante.

09. In un impianto turbogas, la regolazione della portata: non comporta una penalizzazione del funzionamento di turbina e compressore. non comporta variazioni delle condizioni di funzionamento. comporta una penalizzazione del funzionamento del compressore ma non della turbina. è normalmente preferita a quella della temperatura massima di ciclo.

1110. La variazione della portata aspirata in un impianto turbogas. non è possibile. può scendere fino al 30%. permette di adeguare la potenza prodotta dall'impianto ma penalizza sensibilmente il rendimento. è possibile grazie all'orientamento dei palettamenti VIGV.

1111. L'analisi entropica di un ciclo termodinamico. si basa quasi esclusivamente sulle perdite di primo principio. permette di analizzare il rendimento dello stesso in funzione delle perdite causate dalla produzione entropica nei processi reversibili che si verificano all'interno del ciclo. fornisce indicazioni sul rendimento del ciclo. permette di capire quali sono i possibili margini di miglioramento del ciclo.

1201. Un aumento della temperatura ambiente determina. un aumento del rapporto di compressione. una diminuzione del lavoro specifico ma un aumento del rendimento in quanto diminuisce il calore introdotto. un aumento della portata massica aspirata. un avvicinamento della temperatura media di compressione a quella media di espansione.

1202. Il raffreddamento dell'aria aspirata può avvenire in maniera conveniente. tramite compressione interrefrigerata. tramite umidificazione evaporativa dell'aria ottenuta spruzzando acqua a monte del combustore. tramite frigorifero a compressione di vapore. nessuna di queste.

1203. Le turbine a gas presentano. una pressione allo scarico minore della pressione ambiente a causa di condotti allo scarico, camino, silenziatori. una portata massica di aria aspirata al compressore costante. una pressione all'imbocco del compressore maggiore della pressione ambiente. una pressione all'imbocco del compressore inferiore alla pressione ambiente a causa dei filtri e delle canalizzazioni d'aria.

1204. In un impianto turbogas, le perdite allo scarico. determinano una sensibile variazione della pressione in ingresso in turbina. determinano variazioni di potenza ma non di rendimento. determinano variazioni di rendimento trascurabili. determinano una variazione del lavoro di espansione.

1205. In un impianto turbogas, le perdite all'aspirazione. consentono di ridurre il lavoro di compressione. sono considerate effetto utile. determinano una variazione del lavoro di compressione. determinano una diminuzione della densità dell'aria aspirata.

1206. In un impianto turbogas, la variazione della temperatura ambiente. determina una variazione della portata volumetrica. determina una variazione di rendimento d'impianto ma non della potenza prodotta. ha una ridotta influenza sulle prestazioni dell'impianto. determina una variazione della portata massica.

1208. La variazione della pressione ambiente determina. una variazione della portata volumetrica aspirata dall'impianto turbogas. una variazione della portata massica e una proporzionale riduzione del rendimento. una variazione del rapporto calore/lavoro. una variazione della portata massica e una proporzionale riduzione della potenza di ciclo.

1209. Qualora l'impianto turbogas regoli a temperatura di ingresso turbina costante. nessuna di queste. la perdita allo scarico non determina variazioni della temperatura dei gas scaricati. la perdita di aspirazione comporta una riduzione della temperatura dei gas scaricati. la perdita allo scarico comporta un aumento della temperatura dei gas scaricati.

1210. Quale di queste affermazioni è corretta?. In un impianto turbogas, ad un aumento della temperatura ambiente corrisponde un aumento della portata massica aspirata. In un impianto turbogas, la variazione della pressione ambiente determina una variazione della portata volumetrica aspirata. In un impianto turbogas, un aumento della temperatura ambiente determina un aumento del rapporto di compressione. In un impianto turbogas, la variazione della pressione ambiente determina una variazione della portata massica.

1211. L'umidificazione evaporativa dell'aria in ingresso al compressore. si ottiene per mezzo di un frigorifero ad assorbimento. non produce effetto utile sul rendimento di un impianto turbogas. permette di portare l'aria alla temperatura di bulbo secco. si ottiene spruzzando acqua a monte del compressore.

1212. Nel caso del fogging. l'iniezione di vapore avviene in corrispondenza del primo stadio. si ottengono incrementi di rendimento trascurabili. si ottengono incrementi di potenza poco significativi. il raffreddamento avviene tramite l'iniezione di acqua in opportune condizioni di pressione e temperatura.

1213. Quale di queste affermazioni è errata?. In un impianto turbogas, la portata massica varia in modo inversamente proporzionale con la temperatura. In un impianto turbogas, un aumento della temperatura ambiente determina un avvicinamento della temperatura media di compressione a quella media di espansione. In un impianto turbogas un aumento della temperatura ambiente determina una riduzione del rapporto di compressione. In un impianto turbogas, un aumento della temperatura ambiente determina una diminuzione del lavoro specifico ma un aumento del rendimento in quanto diminuisce il calore introdotto.

1301. Rispetto alle turbine di derivazione aeronautica, quelle heavy duty risultano. caratterizzate da rapporti di compressione maggiori. caratterizzare da manutenzione più impegnativa. più costose. più pesanti.

1302. Con la rigenerazione. a parità di rapporto di compressione il lavoro specifico aumenta. il rendimento del ciclo dipende maggiormente dal rapporto di compressione. l'aumento di rendimento cresce con il rapporto di compressione. l'aumento di rendimento diminuisce con il rapporto di compressione.

03. La rigenerazione di un impianto turbogas. consiste nell'inserimento tra combustore e turbina di uno scambiatore di calore che sia capace di prelevare calore dai gas di scarico della turbina. consiste nel ridurre la temperatura di fine compressione. determina un aumento del rendimento del ciclo grazie ad un aumento del lavoro di turbina. determina un aumento del rendimento del ciclo lasciando inalterati il lavoro di turbina e compressore.

1401. Nel caso di compressione interrefrigerata. per grandi gruppi turbogas sia il lavoro specifico che il rendimento variano sensibilmente rispetto al ciclo semplice a parità di rapporto di compressione. lo scambiatore di calore è posto a valle del processo di compressione totale. l'effetto benefico è minore quanto prima si effettua l'interreferigerazione. si riduce il volume specifico del gas complessivamente evolvente nel compressore.

1501. Nel caso di post-combustione/ricombustione di un impianto turbogas. il rendimento del ciclo aumenta. l'aria aspirata rispetto al combustibile iniettato presenta un eccesso globale molto superiore. il lavoro del compressore diminuisce. peggiorano gli aspetti connessi con il raffreddamento del palettamento in turbina a parità delle altre condizioni operative.

1502 Quale di questi vantaggi non sono conseguibili con un ciclo turbogas con ricombustione?. temperatura massima mantenuta a valori non eccessivi. migliore utilizzo dell'aria aspirata legandola al combustibile con un eccesso globale minore. maggiore lavoro sviluppato dall'impianto. temperature di scarico in turbina inferiori.

1601. Un compressore di un impianto turbogas opera tra la temperatura ambiente di 288.15 K e la temperatura di fine compressione reale di 300°C. Considerando che il compressore elabora una portata di aria pari a 55 kg/s a quanto ammonta il lavoro specifico di compressione (si assuma un valore del calore specifico di 1.050 kJ/kgK)?. 345 kJ/kg. 270 J/kg. 299 J/kg. nessuna di queste.

1602. Un compressore inserito in un impianto turbogas presenta un rapporto di compressione beta=12 e aspira aria alla temperatura ambiente T1=288 K. Assumendo k=1.4 e il rendimento adibatico di compressione di 0.85, quanto vale la temperatura reale di fine compressione T2r?. 658 K. 564 K. 585 K. 638 K.

1603. Una turbina a gas presenta un rapporto di espansione beta=12 e una temperatura di ingresso dei gas in turbina T3=1373 K. Assumendo k=1.4 e il rendimento adiabatico di espansione di 0.9, quanto vale la temperatura reale di fine espansione T4r?. 815 K. 675 K. 515 K. 745 K.

1701. Con riferimento al diagramma T-s dell'acqua, il titolo di una miscela bifasica. è pari al rapporto tra la massa di liquido e quella totale di una miscela. è pari a uno in corrispondenza della curva limite inferiore. è costante lungo l'isobara. è costante in corrispondenza della curva limite inferiore.

1702. Si chiama vapore surriscaldato. il vapore che si trova a pressione più alta di un vapore saturo avente la stessa temperatura. nessuna di queste. il vapore che si trova ad una temperatura più elevata della temperatura critica. il vapore che si trova a pressione più bassa di un vapore saturo avente la stessa temperatura.

1703. Con riferimento al diagramma T-s dell'acqua. la curva limite superiore separa il liquido dalla miscela bifasica. nessuna di queste. il tratto alla sinistra del punto critico k prende il nome di curva limite superiore. la curva limite inferiore separa il liquido dalla miscela bifasica.

1801. Con riferimento al ciclo Rankine. la trasformazione di espansione ha luogo nel campo del vapore surriscaldato con un titolo finale di espansione inferiore a 1. la trasformazione di espansione interessa una zona del vapore saturo umido a titolo non inferiore al 70%. si fa riferimento solamente ad impianti che utilizzano acqua come fluido di lavoro. non è possibile andare oltre un certo valore del titolo di vapore con la trasformazione di espansione.

1802. Il ciclo Rankine a vapore saturo. prevede una somministrazione del calore a pressione costante a partire dalle condizioni di liquido saturo fino a quelle di vapore surriscaldato. è il ciclo che trova più ampio riscontro pratico negli attuali gruppi a vapore. nessuna di queste. prevede una somministrazione del calore a pressione costante a partire dalle condizioni di liquido saturo fino a quelle di vapore saturo secco.

1901. La pressione massima di un ciclo Hirn. nessuna di queste. può essere superiore ai 100 Mpa. ha prima influenza positiva, per poi diminuire, sul titolo del vapore a fine espansione. ha prima influenza positiva, per poi diminuire, sul rendimento termico di conversione.

1902. In un ciclo Hirn, la temperatura di fine surriscaldamento. raggiunge valori di 600°C e oltre. non può essere superiore alla temperatura critica del fluido. dipende esclusivamente dalle caratteristiche fisico-meccaniche dei materiali per la costruzione dei diversi componenti. svincola il valore della massima temperatura di ciclo dal valore della temperatura critica del fluido motore.

1903. Rispetto al ciclo Rankine, il ciclo Hirn. prevede la presenza di un ulteriore scambiatore di calore chiamato risurriscaldatore. aumenta il valore del rendimento termico di conversione in quanto diminuisce la temperatura media termodinamica. permette di raggiungere stati di fine espansione a titolo inferiore. la trasformazione isobara si compone di riscaldamento del liquido, vaporizzazione completa e surriscaldamento.

1904. Negli impianti a vapore ipercritici. non è possibile ricorrere alla tecnica del risurriscaldamento. i rendimenti globali sono del 60% circa. le pressioni di vaporizzazione sono superiori alla pressione critica e quindi tra i 250-300 MPa. ad attraversamento diretto del generatore di vapore, l'acqua rimane in fase unica e scompare quindi il corpo separatore.

1905. I cicli a vapore ipercritici. lavorano con pressione di vaporizzazione superiori alla pressione critica e quindi tra i 250-300 MPa. presentano troppe criticità. lavorano con pressione di vaporizzazione superiori alla pressione critica e quindi tra i 150-200 bar. permettono di raggiungere rendimenti del ciclo del 60% circa.

1906. Il condensatore di un impianto a vapore. opera ad una pressione dipendente dal corpo turbina. opera ad una pressione prossima a quella ambiente. può essere unicamente di tipo a freddo. tenderebbe ad operare ad una pressione progressivamente crescente in assenza di sistemi di estrazione degli incondensabili.

1907. In un ciclo Rankine a risurriscaldamento. il titolo del vapore di fine espansione è inferiore rispetto a quello di un ciclo Hirn. il vapore risurriscaldato in uscita dal generatore viene fatto espandere nel corpo di alta pressione in turbina. si raggiungono pressioni di caldaia inferiori a quelle di un ciclo Hirn semplice. si ottengono rendimenti termici più elevati di un ciclo Hirn semplice.

2001. In un impianto a vapore rigenerativo. tutto il vapore in uscita dalla turbina di alta pressione viene inviato nello scambiatore rigenerativo a miscela. il rendimento termico è inferiore a quello di un ciclo Hirn semplice. viene sottratto del calore dal vapore che espande in turbina. nessuna di queste.

2101. In uno scambiatore a superficie di un impianto a vapore, il Drain Cooler Approach è. la differenza di temperatura tra il liquido in uscita dall'economizzatore e la temperatura di vaporizzazione. la differenza di temperatura tra la temperatura di vaporizzazione e la temperatura di uscita dell'acqua di alimento nessuna di queste. nessuna di queste. la differenza di temperatura tra l'uscita del fluido spillato e l'ingresso dell'acqua di alimento.

2102. In uno scambiatore a superficie di un impianto a vapore, la Terminal Temperature Difference è. la massima differenza di temperatura tra i fumi e il vapore surriscaldato. la differenza di temperatura tra l'uscita del fluido spillato e l'ingresso dell'acqua di alimento. la differenza di temperatura tra i fumi la temperatura di vaporizzazione. la differenza di temperatura tra la temperatura di vaporizzazione e la temperatura di uscita dell'acqua di alimento.

2103. La rugiada acida. non si forma qualora la temperatura dei fumi si trovi a temperatura superiore a quella di rugiada. si forma a seguito del raffreddamento del vapore evolvente nel ciclo a vapore. si verifica con i combustibili contenenti acido cloridrico. si verifica anche qualora la temperatura delle pareti con cui i fumi entrano in contatto sono inferiori a un valore stabilito detto temperatura di rugiada.

2105. In un degassatore. l'acqua entra dall'alto per gravità e viene miscelata con vapore saturo. i gas liberati vengono espulsi attraverso un'apposita valvola dal basso. il vapore entra dall'alto e scende nei vari piattelli sottostanti. Il vapore entra dal basso e si miscela con l'acqua di alimento che entra dall'alto.

2106. L'attemperatore. riceve liquido dal condensatore allo scopo di innalzarne la sua temperatura. viene solitamente disposto prima dello scambiatore di surriscaldamento allo scopo di controllare la temperatura massima di ciclo. è uno scambiatore a superficie che ha la funzione di controllare il valore della temperatura in ingresso in turbina. è un miscelatore che ha la funzione di controllare il valore della temperatura in ingresso in turbina.

2108. Con riferimento ad un impianto a vapore quale di queste affermazioni è corretta?. il drain cooler approach di uno scambiatore a miscela è la differenza di temperatura tra l'uscita del fluido spillato e l'ingresso dell'acqua di alimento. Il drain cooler approach di uno scambiatore a superficie è la differenza di temperatura tra il liquido in uscita dall'economizzatore e la temperatura di vaporizzazione. La terminal temperature difference di uno scambiatore a superficie è la differenza di temperatura tra l'uscita del fluido spillato e l'ingresso dell'acqua di alimento. La terminal temperature difference di uno scambiatore a superficie è la differenza di temperatura tra la temperatura di vaporizzazione e la temperatura di uscita dell'acqua di alimento.

2301. Le caldaie a vapore in base al modo di installazione si distinguono in. tubi d'acqua e tubi di fumo. fisse e mobili. tiraggio naturale e forzato. fisse, semifisse e mobili.

2302. Le caldaie a vapore a tubi di fumo. presentano dei banchi surriscaldatori disposti in direzione inclinata od orizzontale. consentono di raggiungere pressioni anche di centinaia di bar. sono comunemente utilizzate negli impianti moderni per la produzione di energia elettrica. hanno potenzialità dell'ordine delle 10-20 t/h.

2303. Osservando l'andamento del rendimento di un generatore di vapore in funzione del carico si osserva che. il massimo del rendimento si ottiene al 100% del carico nominale. la diminuzione del rendimento ai bassi carichi è principalmente imputabile all'aumento della temperatura al camino. agli alti carichi la diminuzione del calore disperso è fortemente incidente. agli alti carichi la diminuzione del calore disperso è imputabile all'aumento della temperatura al camino.

2304. La capacità termica di una camera di combustione. è inversamente proporzionale alla temperatura di combustione. è direttamente proporzionale al tempo di combustione. aumenta all'aumentare della dimensione della caldaia. risulta essere di 100-150 kW/mc per un generatore di vapore a gas naturale.

2305. In un generatore di vapore l'economizzatore. ha la funzione di preriscaldare l'aria in ingresso in camera di combustione. è il primo componente della caldaia attraversato dal vapore. è installato in camera di combustione. è disposto nella parte terminale inferiore del condotto dei fumi.

2306. In un generatore di vapore il vaporizzatore. presenta temperature di parete critiche dato il basso coefficiente di scambio termico convettivo lato interno. è disposto nella parte terminale inferiore del condotto dei fumi. è realizzato solitamente mediante tubi tangenti. è installato in camera di combustione in quanto è la zona dove si ha la maggiore temperatura dei gas.

2307. In un generatore di vapore il surriscaldatore. secondario è in genere collocato nella prima parte del condotto verticale dei gas. primario è in genere collocato in corrispondenza della parte alta della caldaia al di sopra del naso di caldaia. è installato in corrispondenza della camera di combustione in quanto è la zona dove si ha la maggiore temperatura dei gas. è costituito da fasci di tubi collegati all'estremità da appositi collettori.

2501. Il corpo cilindrico. è dotato di dispositivi che assicurano la produzione di vapore surriscaldato. è costituito da un grosso collettore di forma cilindrica disposto nella parte inferiore della caldaia. ha la funzione di separare il vapore dall'acqua prima dell'invio in turbina. è costituito da un grosso collettore di forma cilindrica.

2502 Ai fini del tiraggio naturale. superiore è la temperatura dei gas peggiore è il tiraggio. superiore è l'altezza del camino peggiore è il tiraggio. la pressione alla base del camino deve essere la maggiore possibile per consentire la fuoriuscita dei gas. è determinante l'altezza del camino che però presenta limiti costruttivi.

2503 Il tiraggio artificiale è. di tipo indotto quando la soffiante è posta a monte del generatore di vapore. di tipo forzato quando la soffiante è posta alla base del camino. preferibilmente di tipo forzato quando si opera con combustibili solidi. di tipo forzato quando la camera di combustione viene pressurizzata per mezzo di ventilatori prementi.

2504. Nei tubi vaporizzatori si verifica. ebollizione a bolle quando le bolle di vapore si aggregano per formare delle macro bolle. il solo regime di ebollizione anulare. ebollizione a nebbia quando tutta la corrente all'interno del tubo è vaporizzata tranne che in prossimità delle pareti. ebollizione a bolle in prossimità dell'ingresso del tubo quando il fluido è ancora liquido.

2505. In corrispondenza del regime di ebollizione anulare. si raggiungono i massimi valori di temperatura di parete. tutto il liquido è evaporato. si raggiunge un titolo del vapore dell'80%. si ottengono i massimi valori del coefficiente di scambio.

2506. Nel caso di caldaie a circolazione naturale. la singola particella d'acqua compie un unico giro tra il corpo cilindrico e i tubi vaporizzatori prima di essere vaporizzata. non è presente il corpo cilindrico. la circolazione si mantiene grazie alla diminuzione del peso specifico dell'acqua a seguito del suo raffreddamento. la circolazione si mantiene grazie alla diminuzione del peso specifico dell'acqua a seguito del suo riscaldamento.

2507. Il punto critico noto come DNB (Departure from Nucleated Boiling) è. il punto in cui si passa dal regime di ebollizione a bolle a quello a tappi. nessuno di questi. è il punto in corrispondenza del quale comincia l'ebollizione a bolle. è il punto in cui ci si allontana dall'ebollizione anulale.

2508. Nelle caldaie a circolazione controllata. la circolazione si mantiene grazie alla diminuzione del peso specifico dell'acqua a seguito delsuo riscaldamento. la pressione viene mantenuta al di sotto di un certo valore. si possono raggiungere senza rischi rapporti di circolazione unitari. è possibile operare ad elevate pressioni.

2509. Nelle caldaie a vapore a tubi d'acqua. il cambiamento di fase che avviene all'interno dei tubi ostacola la circolazione del fluido. il cambiamento di fase del fluido avviene esternamente ai tubi. nessuna di queste. è possibile raggiungere pressioni del vapore superiori rispetto a quelle a tubi di fumo.

2510. Nelle caldaie a vapore ad attarversamento forzato il circuito di avviamento. agevola il primo avviamento senza intervenire nei successivi riavviamenti. non è indispensabile. impone il funzionamento del generatore ad una pressione inferiore di quella nominale. provvede a mantenere il valore minimo di portata all'interno della caldaia.

2511. All'interno dei tubi vaporizzatori di un generatore di vapore. tutto il fluido viene vaporizzato. l'ebollizione anulare è causa delle massime temperature di parete. nessuna di queste. si evidenziano quattro regimi di moto principali.

2512. Nelle caldaie a circolazione forzata. è prevista l'installazione del corpo cilindrico nella parte inferiore della caldaia. si raggiungono elevati rapporti di circolazione. la zona di vaporizzazione avviene sempre in corrispondenza di una determinata sezione di caldaia. il fluido percorre una sola volta il circuito vaporizzatore in condizioni normali di funzionamento.

2513. All'aumentare del carico termico di un generatore di vapore. diminuisce il grado di schermatura della camera di combustione. aumenta l'ingombro dello stesso. varia il tempo di permanenza in camera di combustione. aumenta il valore della temperatura di combustione.

2514. Nei moderni impianti per la produzione di energia elettrica. lo scambio termico nei surriscaldatori avviene principalmente per irraggiamento. i surriscaldatori sono i componenti termicamente meno sollecitati. la trasmissione di calore in caldaia avviene unicamente per convezione. a camera di combustione della caldaia a vapore è completamente schermata da tubi.

2515. Le caldaie a vapore possono essere classificate. in funzione della pressione del vapore prodotto in caldaie a tiraggio naturale e forzato. in funzione della temperatura del vapore prodotto. in funzione dell'altezza. in funzione della disposizione relativa dei fluidi in caldaia in caldaie a tubi di fumo e a tubi d'acqua.

2516. Le caldaie a circolazione combinata. sono derivate dalla fusione del sistema di circolazione forzata con quello naturale. richiedono il vincolo di una portata minima pari al 33% della portata nominale. sono derivate dalla fusione del sistema di circolazione controllata con quello naturale. consentono di ovviare agli inconvenienti derivanti dal circuito di avviamento delle caldaie a circolazione forzata.

2517. L'impiego di caldaie ad attraversamento forzato. richiede l'adozione di tubi vaporizzatori di maggiori dimensioni. permette di ridurre le perdite di carico tra l'ingresso dell'economizzatore e l'uscita del surriscaldatore finale. comporta tubi vaporizzatori più pesanti. ha lo svantaggio di richiedere un complesso circuito di avviamento.

2601. Il condesatore è di tipo a caldo. quando non utilizza acqua come fluido di raffreddamento. nessuna di queste. quando lo scopo è quello di ridurre la pressione allo scarico di una turbina. quando si intende recuperare potenza termica.

2602 Il condensatore. è collegato con la sua parte inferiore allo scarico della turbina. è caratterizzato da un elevato salto termico tra i due fluidi. è caratterizzato da una superficie di scambio termico più contenuta possibile. è caratterizzato da una superficie di scambio termico anche di migliaia di metri quadrati.

2603. Quale di queste esigenze non è possibile soddisfare tramite un condensatore?. recuperare, sotto forma di acqua di condensazione, il vapore impiegato in turbina. accrescere l'area del ciclo funzionale consentendo l'espansione del vapore fino a una pressione molto inferiore a quella atmosferica. costituire una riserva di acqua utile a fronteggiare brusche variazioni di portata nel ciclo termico. nessuna di queste.

2604. Il coefficiente di trasmissione di un condensatore. dipende principalmente dal coefficiente di scambio termico convettivo lato vapore. è dell'ordine dei 400-500 W/m2K per condensatori ad acqua. dipende principalmente dal coefficiente di scambio termico conduttivo. dipende principalmente dal coefficiente di scambio termico convettivo lato acqua.

2701. Nelle torri evaporative (o torri ad umido). il raffreddamento avviene principalmente per convezione dall'acqua all'aria. l'aria umida è più pesante di quella secca e tende a fuoriuscire dal basso. il tiraggio è di tipo naturale. il limite teorico di temperatura raggiungibile dall'acqua è quello dell'aria al bulbo umido.

2702. Le torri a secco. presentano costi di capitali di norma inferiori rispetto a quelli di un sistema ad umido. sono più efficienti delle torri ad umido. sfruttando le azioni combinate della cessione di calore per convezione acqua-aria e dell'evaporazione di una parte dell'acqua, che satura l'aria ambiente e si ricondensa. sono costituite da scambiatori di calore ad aria con fasci tubieri alettati in cui circola l'acqua condensatrice da raffreddare.

2703 Il raffreddamento dell'acqua tramite torre di raffreddamento. è di tipo a caldo. presenta un rendimento termico maggiore rispetto alla refrigerazione in ciclo aperto. comporta minori costi di investimento rispetto alla refrigerazione a ciclo aperto. si rende necessario quando non si dispone di un quantitativo sufficiente di acqua per la condensazione.

2801. La regolazione dei gruppi a vapore. comporta rendimenti inferiori rispetto a quelli dei turbogas. nessuna di queste. avviene rapidamente. può avvenire fino al 20% del carico nominale.

2802. In un impianto a vapore nel caso di strategia di regolazione caldaia segue turbina. le valvole di ammissione vengono comandate generalmente per strozzamento. la turbina si adegua alla richiesta del generatore di vapore. si agisce sul combustibile di modo da variare il salto entalpico in turbina. si agisce sul combustibile e comburente così da mantenere il salto entalpico in turbina immutato.

2803. La regolazione degli impianti a vapore. non permette di regolare l'ammissione in turbina. avviene solitamente agendo sui livelli di temperatura e pressione. non è possibile. è piuttosto complessa dovendo regolare generatore di vapore e turbina tra loro interconnessi.

2804. La regolazione della temperatura del vapore nei surriscaldatori. segue lo stesso andamento per tutti i banchi di tubi surriscaldatori. nessuna di queste. avviene solitamente per ricircolazione dei gas. richiede di mantenere un rapporto il più possibile costante tra il calore ceduto ai surriscaldatori ad irraggiamento nella camera di combustione e quello ceduto ai surriscaldatori a convezione.

2805. La regolazione di tipo automatico. prevede l'impiego di regolatori continui di tipo digitale. comporta un costo di esercizio maggiore. permette di mantenere costante il valore di una grandezza ma non consente una sua variazione. prevede solitamente l'impiego di regolatori continui.

2806. La regolazione di un impianto a vapore avviene. per parzializzazione pura. secondo la sola modalità caldaia segue turbina. piuttosto rapidamente ma comporta bassi rendimenti di esercizio. secondo diverse strategie globali di regolazione.

2807. Nel caso di regolazione per strozzamento. si riduce l'entalpia di ingresso turbina. si mantiene invariata la pressione di ingresso turbina. si varia la temperatura di ingresso in turbina. si fa laminare il fluido attraverso valvole non totalmente aperte prima dell'ingresso in turbina.

2808. Nel caso di regolazione per parzializzazione. si miscela del vapore con acqua proveniente dall'economizzatore prima del loro ingresso in turbina. non si agisce sul generatore di vapore. si riduce la pressione massima del vapore. si agisce sulle valvole di ammissione del vapore in ingresso turbina.

2809. In un impianto a vapore tramite regolazione coordinata ed integrata. si ottiene una buona regolazione del gruppo a vapore sebbene ai carichi parziali presenti prestazioni peggiori rispetto a gruppi turbogas. è possibile comandare la portata di acqua e di combustibile ma non quella dell'aria comburente. si ottengono modeste variazioni di carico ma in tempi molto brevi. è possibile regolare in maniera efficiente il gruppo a vapore sino al 20% del carico nominale.

2810. In un impianto a vapore nel caso di strategia di regolazione turbina segue caldaia. si agisce sul combustibile e comburente così da mantenere il salto entalpico in turbina immutato. il generatore di vapore si adegua alle richieste della turbina fissate dal carico esterno. non è possibile portare il fluido allo stato di vapore surriscaldato. le valvole di ammissione in turbina seguiranno una legge di apertura che sarà condizionata dalla crescita di pressione nel generatore di vapore.

2811. In un impianto a vapore la regolazione per strozzamento. consiste nell'agire sulla chiusura di una o più valvole di ammissione al generatore di vapore. permette di modulare la portata di vapore all'ingresso della turbina mantenendo pressione e temperatura costanti. consiste nell'agire sulla chiusura di una o più valvole di ammissione del vapore all'ingresso della turbina a vapore ad alta pressione. è meno vantaggiosa della regolazione per parzializzazione.

2812. Nella regolazione per parzializzazione di un impianto a vapore. si agisce arrestando il funzionamento della turbina di bassa pressione. si agisce sulla chiusura di una o più valvole di ammissione al generatore di vapore. si fa laminare il fluido attraverso le valvole non totalmente aperte così da presentarsi prima della espansione ad ugual valore di entalpia ma pressione inferiore. si agisce sulla chiusura di una o più valvole di ammissione del vapore all'ingresso della turbina a vapore ad alta pressione.

2813. La regolazione di un impianto a vapore. è possibile agendo preferibilmente sui livelli di temperatura del vapore. non è possibile. è possibile agendo preferibilmente sui livelli di pressione del vapore. è possibile agendo preferibilmente sulle portate di acqua.

2814. La regolazione della temperatura del vapore nei risurriscaldatori. deteriora sensibilmente la resistenza dei primi palettamenti di turbina. avviene preferibilmente attraverso iniezione di acqua di desurriscaldamento. non può essere effettuata. avviene solitamente per inclinazione dei bruciatori o ricircolazione dei gas.

2901. Un impianto a vapore operante secondo ciclo Hirn presenta in ingresso turbina un vapore surriscaldato avente entalpia specifica di 3370 kJ/kg. In condizioni ideali il fluido in uscita dalla turbina si troverebbe ad una condizione entalpica di 2570 kJ/kg. Ipotizzando un rendimento adiabatico di espansione di 0.85 a quanto ammonta il lavoro specifico di turbina nel caso reale?. 941.1 kJ/kg. nessuna di queste. 680.0 kJ/kg. 800 kJ/kg.

3001. Nella variante più diffusa di cicli combinati. i fluidi di lavoro vengono miscelati tra loro per raggiungere la massima efficienza termodinamica. la combustione è esterna al fluido di lavoro e consente di raggiungere elevate temperature. il calore dei fumi viene recuperato a temperatura costante. cedono calore all'ambiente a bassa temperatura come nei cicli chiusi a vapore.

3002. Nella variante più diffusa i cicli combinati. presentano costi operativi elevati. sono costituiti da un ciclo topping a vapore che opera a temperature elevate e da un ciclo bottoming a gas. prevedono il miscelamento dei due fluidi di lavoro. sono costituiti da un ciclo topping a gas che opera a temperature elevate e da un ciclo bottoming a vapore.

3201. Il delta T di sottoraffreddamento. è la differenza tra la temperatura dei fumi in ingresso in caldaia e quella di surriscaldamento del vapore. determina una sensibile diminuzione del rendimento di ciclo. è inferiore ai 5°C. è necessario per evitare il rischio di inizio di evaporazione nell'economizzatore.

3202. Osservando il diagramma T-Q di scambio termico di una caldaia a recupero. è preferibile evitare il preriscaldamento del liquido. è possibile surriscaldare il vapore a discapito del rendimento del ciclo. lo scambio di calore tra i due fluidi avviene in equicorrente. è possibile surriscaldare il vapore a beneficio del rendimento del ciclo.

3203. La presenza di tubi alettati all'evaporatore. è possibile anche nelle caldaie a combustione. non è possibile. aumenta l'ingombro complessivo dello scambiatore. garantisce enormi risparmi in termini di metri lineari di tubo utilizzato.

3204. In una caldaia a recupero. lo scambio termico all'evaporatore avviene principalmente per irraggiamento. il surriscaldatore è posto a contatto con i gas a più bassa temperatura. si hanno zone con gas combusti ad elevate temperature. l'evaporatore e l'economizzatore sono costituiti da tubi alettati che rendono la costruzione assai più compatta ed economica.

3205. Una caldaia a recupero. è caratterizzata da uno scambio termico principalmente controllato dall'irraggiamento. nessuna di queste. presenta caratteristiche costruttive e morfologiche simili ad una caldaia a combustione. presenta zone con gas combusti a temperature non molto elevate.

3206. In una caldaia a recupero il delta T di pinch-point è. la differenza tra la temperatura di evaporazione e quella dell'acqua all'uscita dell'economizzatore. il massimo delta T nell'evaporazione. la differenza tra la temperatura dei fumi in ingresso in caldaia e quella di surriscaldamento del vapore. la differenza tra la temperatura dei fumi in ingresso in caldaia e quella di surriscaldamento del vapore.

3207. Lo scambio termico tra il gas e il vapore è caratterizzato. da una disposizione in equicorrente degli scambiatori. da due differenze di temperature significative. da differenze di temperature trascurabili. da tre differenze di temperature significative.

3208. Il generatore di vapore a recupero. consente di recuperare tuto il calore dei fumi scaricati dalla turbina a gas. consente il recupero del calore scaricato al condensatore. non prevede la presenza di banchi di tubi surriscaldatori. è sede del trasferimento di calore tra i gas uscenti dalla turbina a gas e il fluido che percorre il ciclo Hirn.

3301. Nelle caldaie a recupero la circolazione all'evaporatore. è solitamente di tipo ad attraversamento forzato. non può essere di tipo naturale. è solitamente di tipo forzata. è preferibilmente di tipo forzata nelle caldaie verticali.

3302. Il degasatore. ha la funzione di liberare i gas disciolti all'interno dell'evaporatore. non è previsto nel caso di impianto a ciclo combinato. consiste in un serbatoio a pressione inferiore a quella atmosferica. agisce come scambiatore rigenerativo in un ciclo a vapore.

3303. Quale di queste affermazioni è errata?. Il sistema di by-pass della caldaia a recupero permettere il funzionamento della turbina a gas in caso di non funzionamento della turbina a vapore. Il sistema di by-pass della caldaia a recupero permettere regolare la produzione di vapore. Il sistema di by-pass della caldaia a recupero è un sistema molto delicato e sede di perdite dei gas caldi per imperfetta tenuta. Il sistema di by-pass della caldaia a recupero ha la funzione di mantenere uniforme la distribuzione di temperatura e di velocità dei fumi nelle varie sezioni della caldaia.

3304. Il delta T di pinch point influenza. il costo capitale dell'HRSG in quanto questo diminuisce al suo diminuire. il coefficiente di scambio termico nei banchi di tubi del surriscaldatore. il ricavo dalla vendita dell'energia elettrica prodotta che dimuisce al suo suo diminuire. il costo addizionale dell'impianto che aumenta al suo diminuire.

3305. I fumi in uscita dalla turbina a gas e diretti verso la caldaia a recupero. presentano temperature dell'ordine dei 1000°C. devono essere raffreddati prima del loro ingresso. presentano velocità conformi a quelle della caldaia. possono essere direttamente deviati ad apposito camino tramite sistema di by-pass.

3306. Al diminuire della sezione trasversale in caldaia: aumentano le perdite di carico per attraversamento che non dovrebbero superare i 2.5-3.5 Pa. il coefficiente convettivo dei fumi diminuisce. non si hanno incidenze sulla potenza. aumentano le perdite di carico per attraversamento le quali dovrebbero risultare nell'ordine dei 3 KPa.

3307. Al diminuire del delta T di pinch point: diminuisce la potenza elettrica producibile dall'impianto a ciclo combinato. nessuna di queste. diminuisce il costo capitale dell'HRSG. aumenta il costo addizionale dell'impianto legato alla necessità di aumento delle dimensioni di alcuni componenti.

3401. Considerando una caldaia a recupero a due livelli di pressione con risurriscaldatore. è uno schema impiantistico largamente diffuso. il banco di risurriscaldamento si trova dopo il surriscaldamento di alta pressione. la pressione del risurriscaldamento è solitamente pari alla pressione di bassa di generazione del vapore. si preferisce alternare i ranghi di surriscaldamento ad alta pressione e di risurriscaldamento ad alta pressione.

3402. Considerando una caldaia a recupero a tre livelli di pressione con risurriscaldatore. è uno schema scarsamente diffuso in quanto consente delle prestazioni di poco superiori agli schemi a due livelli. la pressione a cui effettuare il risurriscaldamento coincide con la pressione di evaporazione minore. è uno schema scarsamente diffuso per via dell'elevata complicazione impiantistica. il vapore proveniente dalla turbina di alta pressione viene miscelato con quello generato nella sezione intermedia e quindi risurriscaldato sino ai massimi valori consentiti.

3501. Considerando il piano lavoro utile-rendimento dei cicli combinati. il rendimento è sensibilmente influenzato dal rapporto di compressione della turbina a gas. il rapporto di compressione ottimale è intorno a 30. il lavoro specifico dimuisce al diminuire del rapporto di compressione della turbina a gas. l'aumento della TIT non è più smorzato dall'aumento della temperatura dei gas di scarico grazie al recupero nel ciclo a vapore.

3502. Quale di queste affermazioni è errata?. In un ciclo combinato con recupero a più livelli di pressione devono essere ottimizzate tutte le pressioni di evaporazione. In un ciclo combinato, la pressione di evaporazione ottimale dipende dalla temperatura a cui vengono scaricati i gas dal turbogas. In un ciclo combinato, la pressione di evaporazione ottimale può essere ricavata tramite metodo numerico. In un ciclo combinato il rendimento complessivo è fortemente influenzato dal rapporto di compressione della turbina a gas.

3601. Le centrali a ciclo combinato. presentano costi specifici di investimento superiori. non possono essere soggette a regolazione della potenza erogata. richiedono un tempo di costruzione sensibilimente superiore a quello degli altri impianti di generazione. presentano un fabbisogno di raffreddamento pari a circa la metà rispetto ai gruppi tradizionali di pari potenza.

3602. Quale di queste regolazioni non è possibile in un ciclo combinato?. Regolazione del numero di giri. Regolazione della portata d'aria aspirata al compressore mediante calettamento variabile. Regolazione con valvola di laminazione. Regolazione turbina segue caldaia.

3603. Rispetto agli altri impianti di generazione le centrali a ciclo combinato presentano. presentano costi specifici di investimento superiori. presentano tempi di avviamento molto elevati a causa della centrale a vapore sottoposta. presentano caratteristiche termodinamiche adequate solamente per taglie elevate. presentano costi del kWh prodotto inferiori per minori costi di esercizio.

3604. Nel caso di ciclo combinato. la regolazione mediante calettamento variabile va integrata con una regolazione della portata di combustibile in caldaia. la regolazione mediante calettamento variabile consente di regolare la portata di aria fino al 20-30% della portata nominale. la regolazione con valvola di laminazione è quella maggiormente impiegata per via della sua semplicità. la regolazione del numero di giri laddove applicabile rappresenta la miglior soluzione in quanto non dissipativa.

3605. Quali vantaggi non possono essere conseguiti tramite un impianto combinato in configurazione single-shaft?. minori costi d'impianto. ridotte superfici occupate. sistema di supervisione e controllo semplificato. alternatori di più piccole dimensioni.

3701. Quali di queste voci di costo non vengono conteggiate nel calcolo del costo industriale del kWh prodotto?. costi relativi alla gestione dell'impianto, quali spese del personale, materiali, risorse esterne.. costo di acquisto del combustibile. quota relativa all'ammortamento del capitale investito. esternalità derivanti dall'impatto ambientale dovuto alla costruzione e all'esercizio della centrale.

3702. I litantraci, combustibili solidi normalmente impiegati negli impianti termoelettrici presentano. un basso punto di fusione per far sì che tutto il carbone bruci. un potere calorifico dell'ordine dei 10'000 kcal/kg. un contenuto di carbonio tra il 50 e il 60%. un tenore di umidità inferiore al 4-5%.

3703. Considerando le principali tipologie di centrali termoelettriche. i gruppi combinati presentano tempi di avviamento a freddo superiori a quelli dei gruppi a vapore per via della coestistenza delle due tecnologie. nessuna di queste. i gruppi a vapore richiedono tempi di avviamento da freddo di decine di minuti. i gruppi turbogas richiedono tempi di avviamento da freddo inferiori all'ora.

3901. Un ciclo a recupero post combusto. è tale che il processo di combustione avviene all'incirca a metà caldaia dopo che i fumi hanno già ceduto parte del loro calore al vapore. è chiamato unfired. comporta una temperatura dei fumi al camino superiore rispetto a quella di un ciclo combinato senza combustione. è possibile grazie al contenuto di ossigeno ancora elevato e dell'ordine del 15% nei gas di scarico.

4001. Nel caso di repowering 'unfired' con produzione di vapore di media pressione: richiede notevoli modifiche d'impianto. le linee di collegamento tra la caldaia a recupero e la centrale operano alla massima pressione di ciclo. si utilizza il calore dei gas scaricati dal turbogas per il riscaldamento della linea di alimento della caldaia. si utilizza il calore dei gas scaricati dal turbogas per generare vapore surriscaldato a media pressione.

4002. Quale di queste affermazioni è errata?. Un'aggiunta di potenza di una centrale esistente è possibile senza affrontare le difficoltà di reperimento di nuovi siti per realizzare le centrali elettriche. E' possibile ipotizzare un recupero termico dai gas combusti del turbogas, ai fini di migliorare il bilancio termico di una centrale esistente. Nel sito di una centrale a vapore esistente è possibile trovare lo spazio per installare una turbina a gas vista la sua compattezza. La realizzazione della soluzione di repowering unfired richiede costi e tempi di realizzazione ridotti.

4003. Con il repowering si ottiene: una potenza minore di quella dei due impianti separati. nessuna di queste. potenza e rendimento superiori a quelli dell'impianto a vapore ripotenziato. un rendimento sicuramente maggiore.

4004. Nel caso di repowering 'unfired': l'incremento di potenza è dell'ordine del 100%. i tempi di realizzazione sono ridotti. l'incremento di potenza è del 20-40% rispetto a quello del gruppo vapore esistente. il mantenimento della turbina esistente implica delle scelte progettuali relative alle pressioni operative del ciclo a recupero e delle portate in gioco.

4005. Quale di queste affermazioni è errata?. Nel caso di repowering 'unfired' con preriscaldamento dell'acqua di alimento l'incremento di potenza è del 20-35%. Nel caso di repowering 'unfired' con preriscaldamento dell'acqua di alimento l'intervento richiede modifiche minime all'impianto. Nel caso di repowering 'unfired' con preriscaldamento dell'acqua di alimento si ha un notevole aumento della portata nella turbina a vapore, specie in bassa pressione. Nel caso di repowering 'unfired' con preriscaldamento dell'acqua di alimento il mancato funzionamento del turbogascomprometterebbe il funzionamento del ciclo a vapore.

4006. Nel caso di repowering 'unfired' con preriscaldamento dell'acqua di alimento: il funzionamento del ciclo a vapore sottostante è legato a quello del ciclo a gas superiore. si può ottenere un incremento di potenza del 50-60%. si utilizza il calore dei gas scaricati dal turbogas per l'evaporazione del fluido nell'impianto a vapore. si utilizza il calore dei gas scaricati dal turbogas per il riscaldamento della linea di alimento della caldaia.

4007. Nel caso di repowering 'fully fired': si ottengono rendimenti d'impianto dell'ordine del 60%. il recupero termico è ridotto. non sono richiesti particolari accorgimenti al generatore di vapore. i gas scaricati dal turbogas sono inviati direttamente al generatore di vapore in sostituzione dell'aria comburente.

4008 Il repowering di una centrale a vapore esistente: è possibile sebbene le dimensioni delle turbine a gas siano piuttosto critiche. richiede necessariamente il reperimento di un nuovo sito. può avvenire secondo un unico schema impiantistico. è reso possibile dalla compattezza caratteristica delle turbine a gas.

4009. In un ciclo combinato la post-combustione: peggiora il recupero termico dalla corrente gassosa originaria. una combinazione delle precedenti. aumenta il rendimento elettrico complessivo dell'impianto. permette di aumentare la potenza della turbina a vapore.

4010. In un ciclo combinato con post combustione: la temperatura dei fumi al camino è maggiore rispetto a quella di un ciclo unfired. i gas scaricati dalla turbina a gas subiscono un ulteriore processo di combustione prima del loro ingresso in turbina di bassa pressione. i gas scaricati dalla turbina a gas subiscono un ulteriore processo di combustione a valle della caldaia a recupero. i gas scaricati dalla turbina a gas subiscono un ulteriore processo di combustione all'ingresso della caldaia a recupero.

4301. Nei cicli misti. gas e vapore sono fisicamente separati come nei cicli combinati. nessuna di queste. è ancora presente il condensatore mentre viene eliminata la turbina a vapore. è possibile coniugare l'elevato rendimento tipico dei cicli combinati con i ridotti costi specifici dei cicli aperti.

4302. Quale di questi non è un ciclo misto?. RWI Recuperated Water Injection. STIG STeam Injection Gas Turbine. ISTIG Intercooled STeam Injection Gas Turbine. IGCC Integrated Gasification Combined Cycle.

4303. Il ciclo STIG. prevede una combustione esterna al fluido di lavoro in camera di combustione. prevede la generazione di vapore in camera di combustione della turbina a gas prima del suo ingresso nella turbina a vapore. prevede la presenza del condensatore ma non della turbina a vapore. comporta un incremento della pressione in turbina.

4304. In un ciclo STIG. la perdita legata al miscelamento aria-vapore è comunque trascurabile. presenta perdite exergetiche allo scarico trascurabili. le perdite di ciclo sono inferiori rispetto a quelle di un ciclo combinato sulla base di un analisi di secondo principio. è presente una drastica riduzione del calore sensibile dissipato dai gas di scarico.

4305. In un ciclo STIG. il vapore viene generato in camera di combustione della turbina. la perdita legata al miscelamento aria-vapore è comunque trascurabile. il gas e il vapore vengono miscelati prima dell'ingresso al compressore. la pressione di ingresso turbina aumenta.

4306. Quale di queste affermazioni è errata?. Il un ciclo STIG le perdite exergetiche allo scarico non sono trascurabili. nessuna di queste. I cicli misti coniugano l'elevato rendimento tipico dei cicli combinati con i ridotti costi specifici dei cicli aperti. Il ciclo STIG è un tipo di ciclo misto in cui gas e vapore sono fisicamente separati.

4401. Nel ciclo HAT. il saturatore ha l'obiettivo di saturare l'aria in ingresso al compressore. viene miscelata acqua all'aria uscente dal compressore ad alta pressione, ottenendo un brusco abbassamento della temperatura di miscela aria-acqua. sebbene si raggiungano elevati rendimenti di ciclo, l'impatto ambientale è superiore a quello del ciclo ICR. il saturatore sostituisce il miscelatore del ciclo RWI con un processo termodinamicamente migliore.

4402. Quale di queste affermazioni è errata?. Il lavoro specifico dei cicli misti è particolarmente elevato specie nei cicli HAT. I cicli misti possono raggiungere temperature massime del ciclo a gas più alte rispetto ai cicli combinati. Il rendimento dei cicli combinati è generalmente più elevato di quello dei cicli misti eccezzion fatta di quello HAT. Nei cicli misti i problemi connessi alla formazione di ossidi di azoto sono superiori rispetto a quelli nelle tradizionali turbogas.

4501. I cicli ibridi. sono impianti che integrano le tecnologie delle celle a combustibile a bassa temperatura con i cicli termodinamici a gas e/o vapore. si ottengono dalla combinazione di un ciclo turbogas e di un ciclo bottoming a vapore. prevedono l'intima miscelazione del gas e del vapore contrariamente ai cicli combinati. sono impianti che integrano le tecnologie delle celle a combustibile ad alta temperatura con i cicli termodinamici a gas e/o vapore.

4502. Quale di questi vantaggi non può essere conseguito con una cella a combustibile pressurizzata?. migliori condizioni di scambio termico all'interno della fuel cell. uso di turbocompressori per l'introduzione del gas all'interno della cella. migliori prestazioni in termini di rendimento. elevate dimensioni massime ammissibili.

4503. L'applicazione dei cicli ibridi. sarebbe in grado di garantire rendimenti di poco inferiori a quelli dei cicli combinati. consente rendimenti elettrici superiori rispetto a quelli tipici della combustione nei cicli turbogas ma con perdite superiori. una combinazione delle precedenti. sarebbe in grado di garantire rendimenti di circa il 70%.

4601. I cicli ibridi possono impiegare. celle a combustibile di tipo AFC. celle PEFC a pressione atmosferica. esclusivamente celle di tipo MCFC. celle a combustibile di tipo SOFC o MCFC.

4602. I cicli ibridi. presentano un rapporto energia elettrica/energia termica prodotte circa unitario. non possono essere impiegati in configurazione cogenerativa. presentano temperature dei gas di scarico di circa 300-400°C. in configurazione cogenerativa possono raggiungere rendimenti totali dell'80-85%.

4701. Quale di questa affermazione è errata?. Rispetto agli impianti a gas naturale gli impianti IGCC presentano maggiori assorbimenti degli ausiliari di processo. Rispetto agli impianti a gas naturale gli impianti IGCC presentano un rendimento inferiore di 8-10 punti percentuali. Rispetto agli impianti a gas naturale gli impianti IGCC presentano maggiori perdite termiche e di pressione nei vari componenti del sistema. Rispetto agli impianti a gas naturale gli impianti IGCC presentano un maggiore impatto ambientale.

4702. Negli impianti IGCC. si riduce la pressione in turbina poiché il combustibile ha un potere calorifico inferiore a quello del gas naturale. viene limitata la TIT a causa delle caratteristiche fisiche del syngas. la portata di combustibile rimane inalterata rispetto a quella dell'impianto combinato. occorre verificare che il compressore non superi i margini di stallo dato l'aumento di portata in turbina.

4703. Il gas di sintesi utilizzato in un impianto IGCC. deve essere bruciato in una camera di combustione esterna al fluido di lavoro. presenta un potere calorifico all'incirca pari a quello del gas naturale. è principalmente costituito da metano e biossido di carbonio. deve essere depurato prima del suo utilizzo nella turbina a gas.

4704. Gli impianti IGCC. prevedono l'integrazione del processo di gassificazione con un impianto a ciclo ibrido. sono ancora in via di sperimentazione. presentano un rendimento superiore a quello degli impianti a ciclo combinato. possono utilizzare oltre al carbone anche altri combustibili a basso costo come il coke di petrolio, le biomasse e i rifiuti urbani.

4801. Negli impianti con PFBC. il rendimento è leggermente superiore a quello degli impianti IGCC. il ciclo a vapore non gode del calore di scarto dei gas scaricati dalla turbina a gas. le prestazioni del turbogas sono analoghe a quelle che si hanno con impianti a ciclo combinato. il rendimento non è dissimile a quello degli impianti a vapore.

4802. Le turbine a gas impiegate negli impianti con PFBC. producono una potenza dello sresso ordine delle turbine a vapore. nessuna delle precendenti. necessitano anch'esse di raffreddamento interno. richiedono una costruzione più robusta dato il flusso di gas che le investe.

4803. La tecnologia FBC. si è sviluppata per contenere le emissioni dei generatori di vapore che utilizzano gas naturale. una combinazione di queste. è caratterizzata da una temperatura di combustione dell'ordine dei 1400°C. prevede la presenza di un'unità di gassificazione.

4804. Le caldaie a letto fluido. possono operare esclusivamente a pressioni maggiori di quella atmosferica. prevedono velocità del gas nel letto dell'ordine dei 20 m/s. possono impiegare esclusivamente carbone e oli pesanti. prevedono l'utilizzo di un sorbenete per trattenere la produzione degli ossidi di zolfo.

4805. Il PFBC. è un combustore adiabatico. può raggiungere temperature prossime a quelle di un classico combustore per turbogas. richiede dimensioni di caldaia maggiori. viene mantenuto a temperatura del letto costante.

4806. Nel PFBC, la rimozione di calore dal letto fluido. determina una temperatura dei gas combusti dell'ordine degli 800-900°C. consente la desolforazione del sorbente. consente di moderare la temperatura del letto. una combinazione delle precedenti.

4901. L'indice elettrico di un gruppo cogenerativo. consente di attribuire un valore diverso ad elettricità e calore prodotte dallo stesso. è definito come il rapporto tra il lavoro prodotto dallo stesso e il calore entrante allo stesso. permette di confrontare il consumo di combustibile del cogeneratore con il consumo del combustibile necessario per produrre la stessa energia elettrica e termica con la gestione separata. è definito come il rapporto tra il lavoro prodotto e il calore prodotto dallo stesso.

5401. Le celle a combustibile. operano a temperature massime dell'ordine dei 500°C. impiegano unicamente idrogeno come combustibile. si caratterizzano per un processo di combustione a bassa emissione di inquinanti. possono impiegare acido fosforico come elettrolita.

5402. Quale di queste affermazioni è errata?. Anche a livello di taglie medio-piccole le celle a combustibile presentano rendimenti elettrici elevati rispetto alle altre tecnologie di micro cogenerazione. Le celle a combustibile che impiegano carbonato di litio e potassio sono note come celle MCFC. Le celle a combustibile si dicono operanti a bassa temperatura quando lavorano nell'intervallo tra i 25-100°C. Le celle a combustibile si dicono operanti a media temperatura quando lavorano nell'intervallo tra i 500-600°C.

5501. Le celle AFC. richiedono tempi di avviamento dell'ordine delle ore. operano a medio-alta temperatura. nessuna di queste. presentano una densità di potenza dell'ordine dei 300-500 mW/cm2.

5502. Nelle celle a combustibile: le modalità di funzionamento sono analoghe a quella delle macchine tradizionali. viene prodotto del combustibile da impiegare nelle altre macchine tradizionali. si passa per la trasformazione dell'energia in calore e del calore in lavoro meccanico. l'energia chimica del combustibile viene direttamene trasformata in energia elettrica tramite reazioni elettrochimiche.

5503. In una cella a combustibile: la materia attiva viene rinnovata ad intermittenza. il combustibile lambisce il catodo. è essenzialmente formata da un catodo ed un anodo, su cui avvengono rispettivamente le reazioni di ossidazione e diriduzione, e da un elettrolita. è essenzialmente formata da un catodo ed un anodo, su cui avvengono rispettivamente le reazioni di riduzione e di ossidazione, e da un elettrolita.

5504. In base alla temperatura operativa le celle a combustibile si classificano in: operanti ad altissima temperatura (600-650 °C). operanti a media temperatura (600-650°C). operanti a bassa temperatura (160-220 °C). operanti ad altissima temperatura (1000 °C).

5505. In base all'elettrolita si possono avere celle a combustibile di tipo: ad elettroliti polimerici o MCFC. a carbonati fusi o PAFC. ad elettroliti polimerici o AFC. a ossidi solidi o SOFC.

5506. Le celle a combustibile possono: utilizzare comuni materiali per la realizzazione dei catalizzatori. impiegare unicamente idrogeno come combustibile. raggiungere una densità di potenza non superiore ai 500 mW/cm2. presentare un'efficienza elettrica di circa il 60%.

5507. Le celle a combustibile si caratterizzano per: larga diffusione commerciale. un processo di combustione a bassa emissione di inquinanti. ridotti costi di investimento. rendimenti elettrici elevati anche a livello di taglie medio-piccole.

5508. Gli impianti con celle a combustibile sono costituiti da: la sola sezione elettrochimica. due sezioni principali. una sezione di trattamento del combustibile o fuel processor, una sezione di condizionamento ed una sezione elettrochimica che ha il compito di trasformare l'energia elettrica continua in alternata. una sezione di trattamento del combustibile o fuel processor e da le successive sezioni elettrochimica e di condizionamento della potenza elettrica.

5509. La temperatura operativa di una cella a combustibile: cresce continuamente. è quasi sempre dell'ordine dei 500°C. non rende possibile l'impiego della cella per scopi cogenerativi. è legata alla differenza tra l'energia esotermica di reazione e l'energia elettrica prodotta.

5510. Le celle SOFC. operano a medio-bassa temperatura. presentano le più alte densità di potenza tra le celle a combustibile. presentano ridotti tempi di avviamento. presentano un'efficienza elettrica dell'ordine del 50-60%.

5511. In relazione ai fuel processors: il gas naturale non presenta particolari problemi di accumulo. il metanolo richiede un'alta temperatura di reforming. le benzine permettono la più alta resa in idrogeno. il metanolo è piuttosto facile da riformare e accumulare.

5512. Quale di questi non è uno svantaggio della produzione dell'idrogeno da benzine?. presenza di aromatici. rese di idrogeno inferiori. formazione di prodotti secondari. carenza di infrastrutture.

5513. Un vantaggio della produzione dell'idrogeno da metanolo è: una tecnologia di reformer già sviluppata per utilizzo a bordo. presenza di infrastrutture di distribuzione. la sua non tossicità. la relativa semplicità di trasformazione.

5514. Uno svantaggio della produzione dell'idrogeno da gas naturale è: la presenza di prodotti secondari nocivi. una tecnologia di accumulo non ancora sviluppata. la necessità di un processo complesso di trasformazione. la necessità di un'unità di desolforazione.

5601. Quali di questi componenti non è un elemento essenziale di un sistema a microturbina?. rigeneratore. turbocompressore. sistema di conversione della frequenza. post combustore.

5602. Il turbocompressore di una microturbina. riesce a raggiungere rapporti di compressione fino ad un massimo di 10. ruota ad una velocità di rotazione corrispondente alla frequenza di rete. utilizza turbomacchine radiali pluristadio. nessuna di queste.

5603. In una microturbina il rigeneratore. non è presente dovendo ridurre la complessità impiantistica. lavora nelle migliori condizioni avendo temperature dell'aria e dei gas molto prossime tra loro. consente di raggiungere rendimenti elettrici dell'ordine del 35-40%. può essere di tipo a matrice rotante.

5604. In una microturbina il combustore. presenta temperature di fiamma maggiori rispetto al combustore di una turbogas essendo la camera più piccola. una combinazione delle precedenti. differisce notevolmente dal combustore di una turbogas per via del minore ingrombro richiesto. presenta ridotte emissioni di NOx.

5605. In una microturbina la produzione di corrente alternata alla frequenza di 50 Hz. avviene interponendo un riduttore meccanico tra il gruppo turbocompressore e l'alternatore. avviene per mezzo di un sistema di conversione statico della frequenza ad elevata compattezza ma con elevate dissipazioni. avviene collegando direttamente il gruppo turbocompressore all'alternatore. avviene per mezzo di un sistema di conversione statico della frequenza ad elevata compattezza ed elevata affidabilità.

5606. Le microturbine. sono basi su cicli Brayton semplici. impiegano turbomacchine assiali riduzione in scala delle unità più grandi. sono sistemi di micro-cogenerazione quindi di potenza inferiore ai 50 kWe. possono raggiungere efficienze globali dell'85%.

5701. Con riferimento alla microturbina MTG 100PH. presenta un output termico di circa 100 kWt. presenta un rendimento elettrico dell'ordine del 20%. presenta un rendimento totale dell'85% circa. può funzionare sia in priorità elettrica che termica.

5702. Le microturbine attualmente disponibili in commercio. possono raggiungere rendimenti elettrici fino al 38-40%. presentano velocità di rotazione sempre superiori a 70'000 giri/min. hanno una potenza elettrica <= 100 kWe. possono raggiungere una vita utile nell'intorno delle 80'000 h.

5801. Il ciclo ideale di Stirling. una combinazione di queste. consta di due trasformazioni isocore e due isobare. consta di due trasformazioni isocore e due trasformazioni isoterme rigenerative. presenta rendimenti termodinamici prossimi a quelli del ciclo di Carnot.

5901. Nella macchina di Stirling, quali di queste non sono cause di scostamento dal comportamento ideale?. non isentropicità della trasformazione di compressione. perdite termodinamiche connesse con la distribuzione del fluido. perdite meccaniche per la presenza di spazi morti. processo di combustione esterno al fluido di lavoro.

5902. Quali di questi non è un criterio di classificazione dei motori Stirling?. accoppiamento degli stantuffi. tipo di fluido operante. numero degli effetti. presenza o meno di valvole.

5903. Quale di queste caratteristiche non è tipica della configurazione Stirling free piston?. semplicità costruttiva. maggiore efficienza rispetto ai motori Stirling cinematici. riduzione del numero delle parti in movimento. moto relativo dei componenti più preciso rispetto ai motori Stirling cinematici.

6001. I sistemi termofotovoltaici. in configurazione planare realizzano il miglior accoppiamento bruciatore-emettitore. presentano efficienze di conversione di oltre il 25%. presentano una densità di energia producibile simile a quella delle celle al silicio. in configurazione cilindrica con emettitore esterno permettono una maggiore densità di potenza rispetto a quelli con emettitore interno.

6002. Quali di questi non è un vantaggio tipico dei sistemi termofotovoltaici?. semplicità di funzionamento. impiego di sistemi con ridotte emissioni. assenza di parti in movimento. elevata efficienza di conversione.

6003. I sistemi termofotoelettrici. sfruttano l'energia irraggiata dal sole per la produzione di energia elettrica. raggiungono il massimo del loro rendimento se posti direttamente a contatto con la sorgente. presentano una densità di potenza inferiore a quella delle celle al silicio. sfruttano la capacità di certi materiali semiconduttori di convertire l'energia termica irraggiata nell'infrarosso in energia elettrica.

6101. I sistemi basati su effetto termoelettrico. funzionano unicamente per la produzione di energia elettrica. si caratterizzano per una ridotta vita utile. sono costituitI da supporti ceramici che sostengono termoelementi di tipo p ed n connessi elettricamente in parallelo. presentano efficienze di conversione dell'ordine del 5%.

6102. Quali di questi non è un vantaggio dei sistemi termoelettrici?. bassi costi di manutenzione. possono funzionare anche in condizioni severe. funzionamento indipendente dalla posizione. bassi costi.

6103. Quali di questi non è un vanataggio dei sistemi termoelettrici?. assenza di vibrazioni e rumori. assenza di parti in movimento. possono funzionare sia da pompa di calore che da frigorifero. elevata efficienza di conversione.

6104. Un tipico sistema termoelettrico è costituito. da termoelementi di tipo p ed n connessi elettricamente in parallelo e termicamente in serie. da una singola coppia di termoelementi p ed n. da due supporti metallici per il passaggio di corrente. da termoelementi di tipo p ed n connessi elettricamente in serie e termicamente in parallelo.

6301. Con riferimento alle macchine ad assorbimento quale di queste affermazioni è corretta?. Le macchine ad assorbimento sono macchine frigorifere che sfruttano la solubilità e l’elevata affinità di due sostanze, di cui una refrigerante e l’altra il soluto. Nelle macchine acqua-bromuro di litio è il bromuro di litio a fungere da refrigerante. I gruppi ad assorbimento si dicono a fiamma diretta se l'energia è fornita bruciando direttamente del combustibile nell'assorbitore. Nelle macchine ad assorbimento, il generatore e il condensatore si trovano a più alta pressione.

6302. Con riferimento alle macchine ad assorbimento quale di queste affermazioni è errata?. I gruppi ad assorbimento si dicono a fiamma diretta se l'energia è fornita bruciando direttamente del combustibile nel generatore. Gli assorbitori acqua-bromuro di litio presentano un costo minore rispetto agli assorbitori ammoniaca-acqua. Nelle macchine ammoniaca-acqua l'acqua funge da assorbente. I gruppi ad assorbimento si dicono a fiamma diretta se l'energia è fornita bruciando direttamente del combustibile nell'assorbitore.

6401. La gestione di un impianto di trigenerazione: non dipende dalla tipologia di motore primo ma dalle condizioni del carico. dipende esclusivamente dalla tipologia di motore primo. determina costi di esercizio superiori. dipende da ragioni di ottimizzazione tecnico-economiche.

6402. La gestione di un impianto trigenerativo può avvenire secondo: la modalità di inseguimento del carico elettrico e termico contemporaneamente. nessuna di queste. un funzionamento al 100% del carico soltanto. la modalità di inseguimento del carico elettrico.

6403. Nella modalità elettrico segue: si ottengono le massime efficienze di gestione. il motore primo lavora scambiando la massima potenza possibile con la rete. non si ha recupero termico dal motore primo. il motore primo lavora alla potenza necessaria per coprire il fabbisogno elettrico ed eventualmente quello per la pompa di calore.

6404. Nella modalità termico segue: il motore primo lavora alla potenza necessaria per coprire il fabbisogno elettrico ed eventualmente quello per la pompa di calore. il motore primo lavora mantenendo prossima a zero la potenza elettrica scambiata con la rete. si ottengono efficienze di gestione scadenti. il motore primo viene regolato in modo che il recupero termico segua il carico termico dell'utenza.

6405. Nella modalità frigorifero segue con motore primo e frigorifero ad assorbimento: non si ha recupero termico dal motore primo. il motore primo lavora senza scambiare potenza elettrica con la rete. il motore primo lavora alla potenza necessaria per coprire il fabbisogno elettrico ed eventualmente quello per la pompa di calore. il motore primo viene regolato in modo che il recupero termico segua il carico termico da fornire al sistema ad assorbimento per produrre il fabbisogno frigorifero richiesto.

6406. Nella modalità di funzionamento a 100% del carico: il motore primo opera in modo da recuperare tutto il termico prodotto. tutta l'energia elettrica prodotta verrebbe autoconsumata. una combinazione delle precedenti. il motore primo lavora alla massima potenza disponibile.

6407. Nella modalità di funzionamento a 100% del carico con numero di motori ridotto: il motore primo lavora in condizioni di parzializzazione. i motori primi operano in modo da recuperare tutto il termico prodotto. i motori primi operano in condizioni lontane dal carico nominale. è necessario fare attenzione ad eccessive accensioni e spegnimenti del motore.

6408. La modalità di motore spento: riduce sensibilmente la vita utile del motore. non è possibile. non è mai conveniente. può rivelarsi conveniente in alcune fasce orarie.

6409. Considerate le possibili modalità di gestione di un impianto di trigenerazione: è preferibile che il motore venga spento un certo numero di ore giorno per allungare la sua vita utile. è preferibile che il motore primo lavori sempre al 100% del carico. è preferibile dimensionare il motore primo in base alla massima potenza richiesta. è preferibile massimizzare il recupero termico dal motore primo.

6410. Nella modalità termico segue: il motore primo lavora alla massima potenza disponibile. tutta l’energia elettrica prodotta viene autoconsumata. il motore primo lavora senza scambiare potenza elettrica con la rete. nessuna di queste.

6411. Nella modalità frigorifero segue con motore primo e frigorifero ad assorbimento: nessuna di queste. il motore primo viene regolato in modo che il recupero termico segua il carico termico dell’utenza. il motore primo lavora mantenendo prossima a zero la potenza elettrica scambiata con la rete. l’energia elettrica non coperta dal motore viene acquistata dalla rete.

7201. Un'utenza presenta un fabbisogno termico annuale di 4660 MWh. Considerando un carico costante per 7800 ore/anno e un rendimento termico di caldaia di 0.9, quant'è il consumo di combustibile totale considerando un potere calorifico LHV= 9.5 kWh/Nmc?. 545 Nmc. 531032 Nmc. 259 Nmc. 545029 Nmc.

7202. Un cogeneratore della potenza di 500 kWe presenta un rendimento elettrico del 38% e termico del 45%. Ipotizzando che la domanda di energia termica sia costante e di 4718 MWh, quante ore dovrebbe funzionare il cogeneratore per soddisfare l'intera domanda di energia termica?. circa 7520 h. circa 8760 h. circa 6785 h. circa 7970 h.

7203. Un cogeneratore richiede una potenza di ingresso di 1600 kWt. Considerando che il cogeneratore presenta un rendimento totale dell'85% e termico del 45%, quante ore all'anno dovrebbe funzionare il cogeneratore per produrre 2800 MWh elettrici?. 1750 h. nessuna di queste. 2059 h. 4375 h.

7204. Un'utenza presenta un fabbisogno frigorigero annuale di 3153.6 MWh. Considerando un carico costante per 8760 ore/anno e un COP di 3, qual'è la taglia del motore primo necessario per erogare la corrispondente energia elettrica?. 450 kWe. 1150 kWe. 180 kWe. 120 kWe.

7205. Un motore a combustione interna presenta una potenza elettrica di 550 kWe, un rendimento elettrico del 37% e un rendimento termico del 44%. A quanto ammonta la potenza termica in uscita?. 615 kW. 698 kWt. 540 kWt. 654 kWt.

7206. Un sistema microturbina presenta una potenza elettrica di 35 kWe, un rendimento elettrico del 28% e un rendimento termico del 50%. A quanto ammonta la potenza termica in uscita?. 70.5 kW. 65.5 kWt. 54 kWt. 62.5 kWt.

7207. Un'utenza richiede 40 kWh elettrici e 80 kWh termici al giorno. Considerando che un motore a combustione della potenza elettrica di 5 kWe presenta un rendimento elettrico del 35% e termico del 40%, quante ore al giorno dovrebbe funzionare alla massima potenza per soddisfare la domanda di energia termica giornaliera?. 8 h. 12 h. 16 h. 14 h.

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