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[CRI-LET] (01 DI 07) [LM-39] CRITCA LETT. E LETT. COMP.TE

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[CRI-LET] (01 DI 07) [LM-39] CRITCA LETT. E LETT. COMP.TE

Author:
AVATAR

Creation Date:
31/03/2023

Category:
Open University

Number of questions: 50
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Content:
Secondo Henry Remak, la letteratura comparata è: l'insieme degli studi comparativi all'interno di una letteratura nazionale lo studio della letteratura di là dai confini di un paese particolare e lo studio dei rapporti tra letteratura, da una parte, e, dall'altra, altre aree della conoscenza e delle opinioni lo studio dei rapporti tra letteratura e scienze sociali un altro modo per definire la critica letteraria.
La prima cattedra di letteratura comparata fu istituita: in America, a Harward in Europa, presso l'Universita di Lione in Cina in Canada.
La definizione di litterature comparee entro in uso: con un libro di Matthew Arnold con la riflessione di Goethe con l'articolo La notion de litterature comparee di Paul van Tieghem con Benedetto Croce.
Il concetto goethiano di Weltliterature, letteratura mondiale: implica un'unificazione progressiva di un mondo sempre piu omogeneo afferma la categoria di letteratura nazionale come l'unica di interesse rinviava a un progetto di estensione della letteratura tedesca a tutto il mondo indicava uno stato di interdipendenza tra culture nazionali, libera circolazione delle idee e la fine delle guerre, nonche rinviava a una continua tensione fra il locale e l'universale (quella zona ibrida che oggi chiamiamo glocal).
Oltre che dello studio dei rapporti e confronti tra le diverse tradizioni letterarie, la letteratura comparata si occupa anche: delle relazioni tra letteratura e arti figurative, letteratura e teatro, letteratura e media audiovisivi, letteratura e musica esclusivamente della filologia germanica escliusivamente della filologia romanza del confronto tra diversi autori di una letteratura nazionale.
La critica di Benedetto Croce alla letteratura comparata riguardava: la legittimita della storia delle idee o della critica dei temi letterari le debolezze teoriche e metodologiche degli studi di letteratura comparata che venivano condotti in Italia in quei tempi, spesso ridotti a pura erudizione positivistica l'origine antipositivistica della disciplina le posizioni allineate alla teoria di Rene Wellek in America.
Nel libro Theory of Literature (1949), Rene Wellek afferma la necessita: della ripresa dei concetti meccanistici e fattualistici ereditati dall'Ottocento dell'avvicinamento della comparatistica americana alle tendenze positivistiche dell'allontanamento della comparatistica americana dalle tendenze positivistiche della definitiva divisione tra storia della letteratura e critica letteraria.
La teoria della letteratura di Rene Wellek: proponeva il confronto dei concetti e metodi della comparatistica con le istanze dei movimenti sociali, tra le quali le rivendicazioni dell'identita razziale o sessuale propugnava l'impossibilita della critica, come conseguenza di una filosofia volta a decostruire la testualita e la soggettivita attaccava duramente l'eurocentrismo dell'accademia occidentale e degli studi letterari auspicava lo sviluppo di una prospettiva internazionale che prevedesse l'ideale di una storia letteraria e di una disciplina di studio con caratteri universali .
Nell'Estetica, Hegel distingue tre generi: l'epica, la lirica, il dramma la commedia, la tragedia, il melodramma l'epica, il romanzo, la poesia l'epica, la tragedia, il dramma.
Nel suo libro L'uno e il molteplice. Introduzione alla letteratura comparata, Claudio Guillen afferma che i generi: posseggono dei tratti distintivi che si restano immutati nel corso della storia occupano storicamente uno spazio le cui componenti evolvono nel corso dei secoli; sono modelli che evolvono sono entita "reali", dotate di vita propria e identita sostanziale sono categorie stabili e definite, a forte codificazione, cornici immutabili.
L'espressione "il ritorno della critica tematica" e tratta dal titolo di un libro di: Rene Wellek Werner Sollors Remo Ceserani Gerard Genette.
Una discussione incentrata sui topoi fondanti della tradizione letteraria occidentale e trattata nel libro: Teoria della letteratura, di Rene Wellek Anatomia della critica, di Northrop Frye Letteratura europea e Medio Evo latino, di Ernst R. Curtius Raccontare la letteratura, di Remo Ceserani.
Con Anatomia della critica, Northrop Frye: si inserisce nel discorso della tematologia individuando i grandi archetipi letterari apre la critica letteraria al multiculturalismo introduce un approccio semiotico nella teoria letteraria si situa nel campo degli studi culturali.
Nel Dizionario dei temi letterari a cura di Ceserani, Domenichelli e Fasano, "tema" e "motivo" sono considerati come: categorie fisse e a forte codificazione, la cui relazione e caratterizzata da una gerarchia rigida categorie deboli e inutili sul piano euristico termini che si riferiscono strettamente all'ambito della musica termini interscambiabili: ogni motivo puo diventare tema e ogni tema motivo, a seconda dell'estensione e della capacita di strutturazione tematica che tema o motivo assumono nelle singole opere o nel macrotesto della tradizione letteraria.
Secondo Tomaševskij (Tematika, 1925), il tema di un testo: è formato di motivi combinati e disposti secondo un'architettura codificata per ogni genere è formato di tanti temi minori, più o meno unitari, che a loro volta presentano altri elementi tematici, di dimensioni inferiori, i motivi È disposto secondo un ordine particolare dato da un criterio strettamente causale- temporale È impossibile da individuare.
Il modello classico all'origine di innumerevoli storie di viaggio e considerato: I viaggi di Gulliver di Swift L'isola del tesoro di Stevenson l'Odissea di Omero la Divina Commedia di Dante.
Per Goethe, la vera forza, la vera efficacia di una poesia risiedono: nella situazione, nei motivi nello sviluppo dei personaggi nell'accuratezza delle descrizioni nella veridicita delle storie narrate.
La letteratura comparata si fonda: sullo studio delle relazioni tra lingue e letterature antiche e lingue e letterature moderne sullo studio della letteratura tout court, e non riconosce la pari valenza di altri linguaggi, codici e modi di rappresentazione sullo studio delle letterature in chiave nazionale, e non si occupa dei rapporti che la letteratura intesse con altre «sfere dell'espressione umana» sullo studio delle relazioni tra testi di lingue, culture ed epoche diverse, e non può non occuparsi dunque anche dei rapporti che la letteratura intesse con altre «sfere dell'espressione umana» […] dotate di specifici linguaggi, codici e modi di rappresentazione.
Negli ultimi decenni si guarda alla relazione tra le arti alla luce: dei due concetti chiave di purezza e originalita dei due concetti chiave di ibridazione (tra i linguaggi e tra le forme) e di contaminazione (il termine, di origine romantica, non puo non accogliere oggi anche un significato politico) del primato della letteratura sulle altri arti del primato dell'immagine sulla parola.
Nella prospettiva dei visual studies, il rapporto tra parole e immagini: appartiene alla sfera dell'estetica, e dunque e slegato dalla realta sociale E' governato dal primato della parola sull'immagine E' ritenuto avere profonde conseguenze di tipo culturale, e connotato di un significato politico si svolge sempre in modo didascalico, in un rapporto che nega l'indipendenza semantica all'immagine.
Per Jean Rousset, l'arte risiede: nella solidarieta della relazione tra testo e lettore nel successo di critica e di pubblico nella solidarieta di una visione e di una forma nell'intenzionalita dell'autore.
Il metodo critico di Auerbach consiste nel: analizzare dei campioni testuali significativi come rappresentativi dell'intero testo analizzare un'opera nella sua interezza confrontare un testo con le opere del passato valutare un testo dalla sua fortuna.
In Mimesis Auerbach fa una lettura contrastiva delle digressioni in: l'Odissea e La Divina Commedia l'Odissea e la Bibbia la Bibbia e La Divina Commedia l'Odissea e Al Faroia di Dante.
Secondo Auerbach, l'effetto di indeterminatezza e oscurita del racconto biblico e dovuto a: l'eccesso di elementi descrittivi il vortice dell'intreccio l'essenzialita del collegamento sintattico, la totale assenza di aggettivi e descrizioni, la frammentarieta dei dialoghi il registro erudito del testo.
Per Auerbach gli scrittori ebraici esprimono: le gesta degli eroi il movimento introspettivo del pensiero il succedersi e l'alternarsi delle passioni la compresenza e il conflitto dei diversi strati della coscienza.
Nelle sue riflessioni su epos e romanzo, Michail Bachtin afferma che: se l'epopea deve avere una conclusione, il romanzo puo essere incompleto senza che questo mini la sua coerenza se l'epopea puo essere incompleta, nel romanzo son caratteristici lo specifico interesse del seguito e della fine nel romanzo, il racconto puo cominciare e finire in qualsiasi momento senza che la compiutezza ne risenta la presenza del finale non e necessaria ne per l'epica ne per il romanzo.
Per Sergio Zatti, nell'Orlando Furioso a impersonare la devianza nello spazio e il differimento nel tempo sono rispettivamente: Ruggiero e Orlando Orlando e Ruggiero Orlando e Angelica Ruggiero e Bradamante.
Per Peter Brooks, l'idea stessa di avventura è: determinata dall'inizio e dalla sua struttura interminabile legata ai colpi di scena e all'incertezza del finale un'azione in cui i finali sono scelti dagli inizi e in funzioni dei medesimi legata a quel che deve accadere (ad-venire).
Secondo Hegel, «La visione di una totalità in sé compiuta» è data all'epopea da: la raffigurazione della realtà e il carattere di azione individuale la rappresentazione dell'interiorità scissa dal contesto il susseguirsi dell'azione e la rappresentazione delle antiche gesta la presenza dei dialoghi nei testi.
Nella sua Teoria del romanzo, Lukács afferma che nell'epopea: conta la figura centrale e le sue avventure, stabiliti dall'inizio a contare sono determinati momenti di grande intensità, affini ai punti culminanti dell'intero, momenti il cui significato si esaurisce nel formarsi o nel dissolversi di forti tensioni a contare sono determinati momenti di grande intensità, che coincidono con gli inizi e i finali il mezzo non significa alcunché d'essenziale, a contare è la fine.
Il feuilleton, inteso come spazio tipografico, si diffonde: all'inizio del '900 all'inizio dell'800 alla fine del Settecento ai primi del Novecento.
Nel giornale, lo spazio occupato dal feuilleton era: in basso alla pagina, il cosidetto "rez-de-chaussee" ovunque, in formato colonna nell'inserto staccato dal giornale nell'inserto situato nella parte centrale del giornale.
La Vieille fille di Balzac appare su <<La Presse>>: nel formato del feuilleton, in basso alla pagina nel formato colonna come inserto allegato al giornale come volume allegato al giornale.
I tre moschettieri di Dumas esce a puntate su: La Patrie Le Journal de débats La Presse Le Siècle.
Secondo Chatman, suspense e sorpresa: sono termini complementari e non contraddittori, passibili di «funzionare insieme nelle narrazioni in modi complessi sono termini antitetici, l'uno esclude l'altro sono dispositivi testuali non iterativi, che compaiono al massimo una volta nel testo sono tipici della letteratura modernista.
Per Roland Barthes, la struttura "interrogativa" della narrazione caratterizzata dalla suspense si basa su delle domande a cui la storia deve fornire una risposta. Queste sono: chi? Quando? Che cosa? Come? chi? Che cosa? Come andrà a finire? Dove? chi? Che cosa? Come andrà a finire? In che modo? chi? Che cosa? Come andrà a finire? Perché?.
Roland Barthes, in S/Z, spiega come la dinamica del testo sia paradossale, in quanto: mira a mantenere l'enigma nel vuoto iniziale della sua risposta mira a far coesistere simultaneamente molteplici trame parallele mira a costruire una rete di avventure e di colpi di scena facilita l'avanzata del discorso annunciando la conclusione fin dall'inizio.
Nei Misteri di Parigi, Rodolphe de Gerolstein si caratterizza come: il villain l'eroe a tutto tondo un personaggio marginale da un lato nobile ed eroico protettore dei deboli, dall'altro spietato giustiziere.
Nei Misteri di Parigi, Fleur de Marie cade in balia di tormenti interiori per: i sensi di colpa per la vita passata la consapevolezza di avere compiuto un crimine avere abbandonato la famiglia d'origine l'incapacità di adattarsi al nuovo contesto.
Nei Misteri di Parigi la la fine del capitolo coincide frequentemente con: un punto mediano del volume i finali di puntata l'inizio del capitolo successivo non c'è una logicacienza.
Nella Poetica, Aristotele afferma che lo storico e il poeta si distinguono: nel dire in versi o senza versi in questo: lo storico dice le cose avvenute, il poeta quali possono avvenire in questo: il poeta dice le cose avvenute, lo storico quali possono avvenire in questo: lo storico dice le cose avvenute, il poeta come le cose sarebbero potute andare.
Nella Poetica, Aristotele considera la poesia di maggiore fondamento teorico e piu importante della storia poiche: dice infatti piuttosto le cose universali, la storia quelle particolari dice infatti piuttosto le cose particolari, la storia quelle universali il linguaggio della poesia e piu elevato la poesia racconta la verita, la storia e imitazione della realtà.
Nel suo studio Il romanzo storico, Lukàcs afferma che l'anima del romanzo storico è: la rappresentazione del contenuto sociale del destino narrato, raccontato attraverso le azioni dei personaggi la rappresentazione del contenuto psicologico, svincolato dal contesto sociale rappresentare i destini generali, in cui i problemi dell'epoca trovino la loro espressione al tempo stesso immediata e tipica rappresentare i destini individuali in cui i problemi dell'epoca trovino la loro espressione al tempo stesso immediata e tipica.
Per Lukács, la forma classica del romanzo storico è incarnata da: il romanzo dell'umanesimo democratico, rappresentato soprattutto da Victor Hugo il romanzo borghese, da Flaubert al naturalismo e simbolismo Walter Scott e Alessandro Manzoni Heinrich Mann e il romanzo storico moderno.
La definizione di 'effetti superlativi di reale', data da Barthes ai personaggi storici, implica che: essi siano i protagonisti del racconto, rappresentati con la massima verosimiglianza essi siano solo mescolati ai loro vicini fittizi, introdotti nella finzione lateralmente, obliquamente, di passaggio essi siano dei comprimari, sempre presenti accanto ai protagonisti inventati presenze citate nei discorsi dei personaggi, ma assenti dall'intreccio.
Con l'espressione 'personaggi referenziali', attribuita ai personaggi storici, Hamon intende dire che: essi rimandano a un senso definito da una determinata cultura a ruoli, programmi e usi stereotipati essi rimandano a personaggi appartenenti al mondo reale essi sono caratterizzati da tratti provati storicamente essi sono figure macchiettistiche, adatte a dare un po' di colore al racconto.
Per quanto riguarda la relazione tra personaggio e idea, nel Novantatré: Danton rappresenta la Montagna, Robespierre il Comitato di salute pubblica, Marat il Vescovato, Cimourdain la Comune Danton rappresenta la Montagna, Robespierre il Vescovato, Marat la Comune, Cimourdain il Comitato di salute pubblica Danton rappresenta il Vescovato, Robespierre il Comitato di salute pubblica, Marat la Comune, Cimourdain la Montagna Danton rappresenta la Montagna, Robespierre il Comitato di salute pubblica, Marat la Comune, Cimourdain il Vescovato.
Nel Novantatre di Victor Hugo i personaggi storici sono: eroi medi, descritti nella loro vita quotidiana introdotti nella finzione in una modalita 'di passaggio', 'dipinti sullo scenario eroi colti nelle loro determinazioni storico-politiche, e partecipanti delle avventure degli altri personaggi eroi senza passioni e idee.
Nel capitolo 'Le cabaret du Paon', a livello formale, il personaggio fittizio Cimourdain si unisce al dialogo tra Robespierre, Danton e Marat: con un passaggio stilistico dal registro diegetico a quello mimetico nella stessa modalita con cui sono descritti gli altri tre personaggi storici con una transizione sintattica che segnala il cambio di statuto del personaggio con uno scarto interpuntivo spia del diverso statuto del personaggio.
Citando Lukacs, Gauvain e Cimourdain possono essere definiti, al pari di Danton, Robespierre e Marat, 'individui storici universali' poiche: le loro vicende rispecchiano eventi, contraddizioni e passioni di quell'epoca nelle loro vicende, il particolare si distacca dal generale le loro idee e le loro azioni non sono verosimili per quel contesto storico i loro attributi individuali scolpiti in maniera vivida e incisiva, a differenza di quelli collettivi.
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