option
Questions
ayuda
daypo
search.php

DOCIMOLOGIA II

COMMENTS STATISTICS RECORDS
TAKE THE TEST
Title of test:
DOCIMOLOGIA II

Description:
terzo paniere - unipegaso

Creation Date: 2023/09/21

Category: University

Number of questions: 140

Rating:(0)
Share the Test:
Nuevo ComentarioNuevo Comentario
New Comment
NO RECORDS
Content:

I codici linguistici, gli stili cognitivi, i ritmi di apprendimento e i livelli di partenza si possono definire come: caratteristiche personali del discente. caratteristiche individuali dell'allievo. attributi propri dell'allievo. attributi personali del discente.

Che cosa si intende con codice linguistico: la padronanza del linguaggio specifico di una disciplina. la padronanza del linguaggio verbale e scritto. la predominanza nel discente dell'intelligenza linguistica. la predominanza del discente dell'intelligenza emotiva.

Secondo la classificazione di Bernstein gli allievi si possono distinguere secondo quali attributi: codice elaborato e codice ristretto. codice seriale e codice olistico. linguaggio seriale e globale. linguaggio globale e ristretto.

"L'allievo possiede delle strutture linguistiche a cui la comunicazione didattica deve attagliarsi". 'affermazione precedente si riferisce a quale specificità degli allievi: ai codici linguistici. agli stili cognitivi. ai ritmi di apprendimento. ai livelli di partenza.

Che cosa si intende con stile cognitivo: la padronanza di una particolare cognizione. la padronanza della metacognizione. le personali modalità di elaborazione dell'informazione. le generali modalità di elaborazione dell'informazione.

Parlando di stili cognitivi possiamo parlare di due differenti approcci che l'allievo mette in atto quando apprende: quello olistico e seriale. quello olistico e ristretto. quello elaborato e ristretto. quello settoriale e elaborato.

"Secondo Carrol l'attitudine è predittiva del tempo necessario al raggiungimento di un certo grado di apprendimento". A quale delle seguenti conclusioni possiamo correlare questa tesi di Carrol: pertanto è necessario offrire a ciascuno lo stesso tempo di apprendimento. nessuna delle altre risposte. dunque l'attitudine è predittiva del grado di apprendimento raggiungibile. quindi l'attitudine non è predittiva del grado di apprendimento raggiungibile.

Se parliamo di prerequisiti allora ci stiamo riferendo: agli stili cognitivi. ai livelli di partenza. ai codici linguistici. ai ritmi di apprendimento.

In relazione al conseguimento di un obiettivo i prerequisiti si dividono in: globali e seriali. essenziali e seriali. essenziali e di supporto. globali e di supporto.

Mediante il procedimento della task analysis è possibile definire i prerequisiti di un particolare obiettivo. Di che procedura si tratta: della scomposizione a ritroso dell'obiettivo in elementi via via più semplici. dell'analisi del compito in relazione all'obiettivo dato. della strutturazione di una serie di obiettivi più complessi. dell'individuazione delle dimensioni cognitive sottese all'obiettivo dato.

Il modello mastery learning (ovvero apprendimento per padronanza): e' un modello teorico, elaborato e diffusosi negli USA. e' un modello teorico, elaborato e diffusosi a livello internazionale ma adottato principalmente negli USA. e' un modello sperimentato e diffusosi solo negli USA. e' un modello sperimentato a livello internazionale, non solo negli USA.

Attraverso delle ricerche volte a dimostrare l'efficacia del mastery learning: si è evinto il mastery learning ha superato nel rendimento degli allievi la lezione classica di tipo frontale ma non abbastanza da volerlo attuare nelle scuole di massa. si è evinto il mastery learning ha superato nel rendimento degli allievi la lezione classica frontale abbastanza da volerlo attuare nelle scuole di massa. si è evinto che la lezione privata supera nel rendimento sia la lezione di tipo frontale che il mastery learning e sarebbe pertanto impensabile adottare quest'ultimo metodo nelle scuole di massa. si è evinto che il metodo mastery learning sia il migliore tanto da volerlo attuare nelle scuole di massa.

Il metodo mastery learning è stato elaborato da: Newman. Spearman. Bloom. Kilpatrick.

Il mastery learning per quale tipologia di apprendimento è indicata?: solo ed esclusivamente per apprendimenti elementari ed intermedi data la complessità gestionale che caratterizza il metodo. solo ed esclusivamente per l'apprendimento di abilita' superiori come: problem solving, inferenze, ragionamento deduttivo ed espressioni di creatività data la motivazione che esso è in grado di stimolare tra gli studenti. sia per apprendimenti elementari ed intermedi che per le abilità superiori come: problem solving, inferenze, ragionamento deduttivo ed espressioni di creatività data la motivazione che esso è in grado di stimolare tra gli studenti. sia per apprendimenti elementari ed intermedi che per le abilità superiori come: problem solving, inferenze, ragionamento deduttivo ed espressioni di creatività nonostante comporti un rallentamento sul piano di lavoro, dovuto ai numerosi feedback ed al recupero.

La strategia didattica alla quale si avvicina strutturalmente il modello mastery learning è: lo studio del caso. la simulazione. la discussione. una sorta di tutorato collettivo.

Nel mastery learning sono le due le funzioni della didattica che acquistano un ruolo basilare: il programma di recupero ed il programma di potenziamento. la valutazione iniziale ed il programma di recupero/consolidamento. la valutazione iniziale ed il programma di sviluppo. il programma minimo comune e la valutazione iniziale.

Nel modello mastery learning, l'insegnante confronta le risposte dell'allievo con quelle attese (corrette) ed in caso di discrepanza: l'allievo riceve un feedback semplice ovvero un rinforzo informazionale al fine di capire da sé il tipo di errore commesso. l'allievo riceve un feedback semplice, cui fa seguito la somministrazione di materiale alternativo da visionare insieme al docente per capire il tipo di errore commesso. l'allievo riceve un feedback completo, che consiste in una spiegazione del grado di esattezza e del tipo di errore contenuto nella risposta scelta, al fine di rendersi conto del perché le sue risposte sono considerate corrette o meno. l'allievo riceve un feedback completo, che consiste nella somministrazione di materiale alternativo e nella possibilità di ricevere comunicazione rispetto all'esattezza o meno delle risposte fornite.

Quale autore elabora una ipotesi metodologica volta a riconoscere la possibilità che la maggior parte degli alunni acquisiscano l'apprendimento per padronanza: Carrol. Dewey. Newman. Bloom.

L'ipotesi metodologica del mastery learning nasce dalla considerazione di due aspetti problematici: l'attitudine come predittiva dei risultati scolastici e la storia scolastica come determinante la motivazione futura dello studente. l'attitudine come predittiva dei risultati scolastici e la famiglia d'origine ed il contesto culturale come determinante la motivazione futura dello studente. l'attitudine come predittiva dei risultati scolastici e gli aspetti affettivi/comportamentali come determinanti la motivazione futura dello studente. la strategia di insegnamento come predittiva dei risultati scolastici e l'attitudine come determinante la motivazione futura dello studente.

La distribuzione del profitto attesa può approssimarsi da una curva 'normale' ad una curva a 'j', permettendo presumibilmente alla maggior parte degli allievi di raggiungere la padronanza: se tutti gli studenti sono distribuiti 'normalmente' riguardo all'attitudine per una materia, ma si fornisce loro un'opportunità di apprendere indifferenziata indipendentemente dalla qualità dell'istruzione. se tutti gli studenti sono distribuiti 'normalmente' riguardo all'attitudine per una materia, ma si fornisce loro un'opportunità di apprendere differenziata e la qualità dell'istruzione è elevata. se tutti gli studenti sono distribuiti 'normalmente' rispetto all'attitudine per una materia, ma si fornisce loro un'istruzione indifferenziata e la qualità dell'istruzione è elevata. se tutti gli studenti sono distribuiti 'normalmente' riguardo all'attitudine per una materia, ma si fornisce loro un'opportunità di apprendere differenziata indipendentemente dalla qualità dell'istruzione.

A cosa serve la valutazione diagnostica/iniziale effettuata all'inizio dell'itinerario di apprendimento?: per valutare la motivazione. per valutare l'attitudine all'apprendimento. per valutare le capacità cognitive propedeutiche all'apprendimento. per valutare le strategie conosciute rispetto all'apprendimento.

A cosa serve la griglia di valutazione: serve al docente per capire quali sono le strategie didattiche da attuare per migliorare l'apprendimento. serve al docente per capire quali interventi risultano necessari a fronte di una carenza di prerequisiti. serve al docente per capire quale metodologia adottare per stimolare la motivazione. serve allo studente per effettuare un'autoanalisi sui prerequisiti in possesso e decidere rispetto a quale argomento richiedere un'attività di recupero.

Cosa si intende con "itinerario consaputo": un itinerario scolastico convenuto, tramite accordo da studente e docente, rispetto alla totalità degli argomenti in cui vi è carenza di prerequisiti. un itinerario consapevolmente voluto da studente e docente rispetto ad un determinato argomento. un itinerario specifico comunicato agli allievi per metterli a conoscenza di cosa verrà loro richiesto e cosa dovranno essere in grado di conseguire. un itinerario generico proposto dal docente che ha come obiettivo quello di delineare a grandi linee i traguardi formativi attesi.

La preparazione della prova finale viene fatta: all'inizio del lavoro, in modo da legarla efficacemente agli obiettivi didattici. in itinere al lavoro svolto, in modo da legarla efficacemente alla valutazione del livello di apprendimento rispetto agli obiettivi didattici. alla fine del lavoro, in modo da legarla efficacemente ad un'azione di recupero, laddove fossero emerse eventuali difficoltà rispetto al raggiungimento degli obiettivi didattici. sia all'inizio che alla fine del lavoro, in modo da legarla efficacemente sia alla fase di valutazione che a quella di recupero/consolidamento laddove fossero emerse eventuali difficoltà rispetto al raggiungimento degli obiettivi didattici.

Un'unità di studio corrisponde a circa: 2/3 ore di lavoro. 2/3 giorni di lavoro. 2/3 settimane di lavoro. La scelta spetta al docente.

Le scuole, per molto tempo, hanno considerato la competizione come importante tecnica motivazionale. Il mastery learning a riguardo: conferma l'importanza della competizione come tecnica motivazionale, attuandola nel metodo di apprendimento. evita la competizione tra gli studenti a favore dell'adozione di un criterio di adeguatezza del lavoro dei singoli. utilizza alternativamente la competizione ed il criterio di adeguatezza del lavoro dei singoli, a seconda delle strategie formative che vuole attuare. non esprime una posizione definita in merito.

Quale autore, conducendo uno studio sui problemi di misurazione rispetto al concetto di mastery learning, ha esposto gli scopi alla base dei test preposti alla valutazione formativa degli allievi: Carrol. Bloom. Baldacci. Block.

Al fine di manifestare la loro efficacia, i correttivi didattici dovranno: essere quantitativamente differenti dal percorso didattico iniziale. essere qualitativamente e quantitativamente differenti dal percorso didattico iniziale. essere qualitativamente differenti dal percorso didattico iniziale. essere quantitativamente differenti e qualitativamente uguali rispetto al percorso didattico iniziale.

Il recupero si fonda su due concetti basilari del concetto di individualizzazione: la dilatazione del tempo di apprendimento e la competizione come tecnica di motivazione. la dilatazione del tempo e l'itinerario consaputo. la dilatazione del tempo di apprendimento e la differenziazione della proposta formativa a seconda dei bisogni individuali. l'itinerario consaputo e la valutazione formativa.

Quale valutazione racchiude il concetto di bilancio consuntivo degli apprendimenti: la valutazione formativa. la valutazione diagnostica. la valutazione intermedia. la valutazione sommativa.

L'attività di recupero/potenziamento deve essere: la parte finale del percorso di apprendimento. la parte intermedia del percorso di apprendimento. parte integrante del percorso di apprendimento. esterna al percorso di apprendimento.

Che cosa si intende con attività di recupero/potenziamento?: ripetere la proposta formativa. rivisitare la proposta formativa. fornire materiale didattico anche avulso dall'argomento trattato. predisporre materiale didattico anche avulso dall'argomento trattato.

Quali caratteristiche devono possedere gli interventi correttivi?: validità, tempestività, specificità. attendibilità, sistematicità, validità. tempestività, specificità, sistematicità. sistematicità, validità, attendibilità.

Argomentando sui correttivi didattici è buona norma che essi: diversifichino le modalità di insegnamento trattando le stesse tematiche oggetto del piano di istruzione collettiva. ripropongano la stessa modalità di insegnamento trattando tematiche diverse rispetto al piano di istruzione collettiva. siano globali riprendendo anche segmenti apprenditivi per cui gli allievi non hanno mostrato perplessità. siano specifici anche se attivati a distanza di parecchio tempo rispetto a quando siano emerse le perplessità degli allievi.

Come si può contrastare il fenomeno dell'oblio degli apprendimenti?: attivando momenti di valutazione sommativa e di bilancio consuntivo finale. attivando momenti di valutazione diagnostico iniziale al fine di conoscere il profilo di ingresso degli allievi. attivando interventi di consolidamento mediante attività Gas. attivando interventi di recupero per colmare le lacune riscontrate.

Quali tra queste attività possiamo escludere dalla lista di interventi correttivi di recupero/potenziamento: attività gas. precettorato. gruppi a livello. tutoring.

Parlando di interventi correttivi, il metodo delle schede consiste nella: somministrazione di esercizi e domande finalizzate al recupero, al potenziamento e all'approfondimento. predisposizione di momenti di lavoro in coppia in cui uno degli allievi svolge la funzione dell'insegnante. predisposizione di gruppi temporanei di allievi con medesime abilità cognitive su cui ritagliare una didattica consona alle loro esigenze. ripetizione dell'insegnamento variando la forma della lezione rispetto a quella precedentemente adottata.

Parlando di interventi correttivi, il tutoring consiste nella: predisposizione di gruppi temporanei di allievi con medesime abilità cognitive su cui ritagliare una didattica consona alle loro esigenze. somministrazione di esercizi e domande finalizzate al recupero, al potenziamento e all'approfondimento. predisposizione di momenti di lavoro in coppia in cui uno degli allievi svolge la funzione dell'insegnante. ripetizione dell'insegnamento variando la forma della lezione rispetto a quella precedentemente adottata.

Parlando di interventi correttivi, i gruppi a livello consistono nella: predisposizione di gruppi temporanei di allievi con medesime abilità cognitive su cui ritagliare una didattica consona alle loro esigenze. somministrazione di esercizi e domande finalizzate al recupero, al potenziamento e all'approfondimento. predisposizione di momenti di lavoro in coppia in cui uno degli allievi svolge la funzione dell'insegnante. ripetizione dell'insegnamento variando la forma della lezione rispetto a quella precedentemente adottata.

L'apporto cognitivista alla strategia del mastery learning consiste nell'introduzione di: un feedback interno. un feedback esterno. un feedback semplice. un feedback completo.

Nella scuola l'uguaglianza dovrebbe essere perseguita: sia nell'ambito cognitivo che nell'ambito affettivo, prestando particolarmente attenzione a quest'ultimo. sia nell'ambito educativo che nell'ambito affettivo, prestando particolarmente attenzione a quest'ultimo. principalmente nell'ambito cognitivo, prestando attenzione a non lasciarsi distrarre da altri aspetti. principalmente nell'ambito affettivo, prestando particolare attenzione a non lasciarsi distrarre da altri aspetti.

Bobbio stabilisce che il significato descrittivo di 'uguaglianza' si deduce attraverso la capacità di saper rispondere a due domande: eguaglianza tra chi? e eguaglianza in che cosa?. eguaglianza in quale contesto scolastico? e eguaglianza in che cosa?. eguaglianza tra chi? e eguaglianza misurata con quale metodo?. eguaglianza in che cosa? e eguaglianza rispetto quale periodo educativo?.

Il metodo mastery learning sostiene che l'uguaglianza debba essere: totale. parziale. entrambe. a seconda dei contesti.

Cosa si intende per "effetto Pigmalione": l'allievo, se valorizzato dal docente, si impegna maggiormente e raggiunge risultati soddisfacenti, viceversa se avverte che il docente ha poca fiducia in lui anche i risultati saranno poco soddisfacenti. si intende la convinzione che l'apprendimento, dipenda esclusivamente dall'intelligenza dello studente. si intende l'influenza della valutazione di una caratteristica posseduta dall'allievo sulla valutazione delle sue altre caratteristiche. l'allievo nonostante non venga valorizzato dal docente, per spirito di sfida, mostra risultati soddisfacenti.

Quale autore ha trattato de "il principio di riparazione": Bobbio. Vertecchi. Rawls. Walzer.

La valutazione formativa, che è risultata fondamentale per ottenere esiti positivi: dovrà essere fatta solo all'inizio del percorso e lasciare spazio in itinere ad altre strategie educative. dovrà essere fatta solo all'inizio ed al termine del percorso didattico per valutare come le strategie sono state utilizzate ed interiorizzate. dovrà seguire l'intero percorso di insegnamento-apprendimento. dovrà essere fatta solo all'inizio del percorso per sanare le disuguaglianze iniziali.

In campo educativo, per poter realizzare un'uguaglianza semplice: si devono valorizzare le differenze che derivano dall'ambito extrascolastico. tutti gli allievi devono sapere le stesse cose. tutti gli allievi devono ricevere la stessa stimolazione in ambito extrascolastico. si deve semplificare il materiale di studio al fine di ottenere dei risultati accessibili e quindi uguali per tutti gli allievi.

L'insieme pluridifferenziato di scelte operative, dal carattere congetturale, la cui attivazione non può prescindere dalle esigenze dei singoli, è la definizione di: uguaglianza complessa. valutazione iniziale. individualizzazione. strategia.

La famiglia di strategie didattiche il cui scopo è quello di garantire a tutti gli studenti il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo, attraverso la diversificazione dei percorsi di insegnamento è: la personalizzazione. l'uguaglianza di trattamento. l'uguaglianza di opportunità. l'individualizzazione.

La famiglia di strategie didattiche la cui finalità è quella di assicurare ad ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva, attraverso possibilità elettive di coltivare le proprie potenzialità intellettive è: la personalizzazione. l'uguaglianza di trattamento. l'uguaglianza di opportunità. l'individualizzazione.

Secondo Sperman l'intelligenza è ritenuta un'entità: che tutti hanno in misura analoga. che non può essere misurata. multipla. singola e generale.

Le tesi di Spearman hanno finito per influenzare: il dibattito pedagogico sull'innovazione. il dibattito pedagogico sulla dispersione. il mondo accademico. il mondo politico.

Burt ritenne che l'intelligenza: non debba essere misurata. non possa essere intesa come entità singola. sia un'entità i cui fattori ambientali siano preponderanti. sia un'entità i cui fattori biogenetici siano preponderanti.

Burt era convinto che l'intelligenza fosse un'entità: innata. soprattutto acquisita. incrementabile di parecchio dalla scuola. incrementabile di parecchio dalla società.

La scala metrica per la valutazione dell'intelligenza di Binet: era uno strumento per misurare l'intelligenza. era uno strumento per implementare l'intelligenza. intendeva diagnosticare le difficoltà che gli allievi diversamente abili avrebbero incontrato a scuola. intendeva diagnosticare le difficoltà che gli allievi avrebbero incontrato a scuola.

Goddard per primo divulgò la scala di Binet in America ritenendo di: misurare l'intelligenza dei singoli e farne un utilizzo didattico (per i docenti). misurare l'intelligenza dei singoli e farne una graduatoria (classificandoli). poterla utilizzare per implementare le diverse formae mentis. diagnosticare i livelli di intelligenza sia dei docenti che degli allievi.

Goddard ritenne che l'intelligenza fosse: singola, unica e scarsamente modificabile. singola, ma incrementabile dall'istituzione scolastica. un'entità plurale, formata da formae mentis diverse. un'entità plurale tout court.

Terman, mediante l'utilizzo della scala di Binet rinnovata, riteneva che: nella società si debbano evitare le forme di discriminazione. coloro che hanno un'intelligenza superiore debbano educare coloro che ne hanno meno. coloro che risultano avere un'intelligenza molto bassa debbano essere emarginati. coloro che risultano avere un'intelligenza molto bassa debbano essere visitati e curati.

Piaget maturò l'idea che l'intelligenza: e' incrementabile dall'ambiente. non è incrementabile dall'ambiente. si basi sul meccanismo di assimilazione e consolidamento. sia solamente di tipo genetico.

Secondo Sternberg l'intelligenza: si occupò sostanzialmente della struttura dell'intelligenza. si occupò sostanzialmente del funzionamento dell'intelligenza. deve essere incrementata soprattutto dalla famiglia. si basi sul meccanismo di assimilazione e accomodamento.

La personalizzazione didattica consiste: nell'elaborazione di percorsi didattici omogenei al fine di garantire a tutti il raggiungimento di traguardi fondamentali. nell'elaborazione di percorsi didattici diversificati al fine di far sviluppare a ciascun ragazzo una propria eccellenza cognitiva. nell'elaborazione di percorsi didattici diversificati al fine di garantire a tutti il raggiungimento di traguardi fondamentali. nell'elaborazione di percorsi didattici omogenei al fine di far sviluppare a ciascun ragazzo una propria eccellenza cognitiva.

Il talento: e' determinato dal patrimonio biologico del singolo. può essere ricondotto esclusivamente al contesto e, dunque, a fattori esterni al soggetto. nessuna delle altre risposte. può essere ricondotto ad una pluralità di fattori e variabili sia esterne che interne al soggetto.

Tra le condizioni necessarie per realizzare una didattica personalizzata ricordiamo: la pluralità dei percorsi, la possibilità di scegliere e la consapevolezza, un contesto adeguato. l'omogeneità dei percorsi, la linearità, un contesto adeguato. l'omogeneità dei percorsi, la possibilità di scegliere e la consapevolezza, la linearità. la pluralità dei percorsi, la linearità, un contesto adeguato.

Il "principio delle opzioni" affonda le sue radici nell'opera "La scuola su misura". Tale opera è stata scritta da: Claparede. Bateson. Vygotskij. Bloom.

Il "principio delle opzioni" consiste: nell'elaborazione di percorsi didattici diversificati al fine di garantire a tutti il raggiungimento di traguardi fondamentali. nell'elaborazione di percorsi didattici omogenei al fine di far sviluppare a ciascun ragazzo una propria eccellenza cognitiva. nell'aumento del tempo dedicato agli obiettivi fondamentali per conseguire tali traguardi. nella riduzione del tempo dedicato agli obiettivi fondamentali per dare spazio a percorsi ad hoc finalizzati allo sviluppo dei talenti.

Quale di questi dispositivi è fondamentale nella personalizzazione didattica: l'intelligenza emotiva. la valutazione sommativa. la valutazione critica o proattiva. l'intelligenza biologica.

Le pratiche didattiche personalizzate sono: il progetto didattico, i laboratori opzionali, i crediti didattici. il Mastery learning, la valutazione formativa, l'attività di recupero e potenziamento. il progetto didattico, il Mastery learning e l'attività di recupero e potenziamento. la valutazione formativa, i laboratori opzionali e i crediti didattici.

I Piani di Studi personalizzati del 2003 mostrano una definizione lacunosa del concetto di: dote. strategia. curricolo. personalizzazione.

Ha lo scopo di garantire alla maggior parte degli allievi di conseguire i medesimi traguardi formativi affinché siano assicurate agli adulti di domani pari dignità intellettuale, etico-sociale e politica. A quale pratica fa riferimento la frase precedente: all'individualizzazione didattica. alla personalizzazione didattica. alla zona di sviluppo prossimale. allo Scaffolding.

Diversifica i traguardi apprenditivi, scopre l'originalità del singolo permettendogli un inserimento sociale congruente con il suo talento. A quale pratica fa riferimento la frase precedente: alla zona di sviluppo prossimale. all'individualizzazione didattica. allo Scaffolding. alla personalizzazione didattica.

In questo periodo storico la lezione: non è più utile. È utile ma non deve essere l'unico modo di trasemettere le conoscenze. rimane essenziale e è il modo migliore di trasmettere le conoscenze. dovrebbe essere del tutto eliminaa dal fare scuola.

Quali sono le 3 modalità di far lezione più comuni: lezione monologo, lezione monologo più discussione, lezione con scambi e dibattiti. lezione monologo, lezione ex cathedra, lezione monologo più discussione. lezione monologo, lezione più role playing, lezione con scambi e dibattiti. lezione monologo, lezione monologo più simulazione, lezione con scambi e dibattiti.

Cosa risulta essenziale per la realizzazione di una buona lezione: avere uno schema mentale più o meno completo della lezione che si vuole tenere. avere una conoscenza dei prerequisiti specifici, posseduti dagli allievi, per l'apprendimento della materia che si vuole affrontare. avere una buona conoscenza dei prerequisiti generali, posseduti dagli allievi, per l'apprendimento della materia che si vuole affrontare. essere dei bravi narratori e sapere improvvisare all'occorrenza.

Le quattro parti in cui è diviso il "corpo" della lezione sono: introduzione, fase centrale, conclusioni, follow up. analisi degli obiettivi, introduzione, discussione, follow up. analisi degli obiettivi, fase centrale, braimstorming, valutazione. introduzione, comunicazione non verbale, fase centrale, follow up.

L'influenza dei precedenti apprendimenti: può migliorare gli apprendimenti successivi (transfert positivi) solo se il docente riesce a richiamare tutti i prerequisiti in possesso degli allievi. può eliminare totalmente la possibilità di apprendimento successivo (transfert negativo). può causare gravi difficoltà all'apprendimento successivo se i prerequisiti generali risultano scarsi e l'attenzione non è correttamente stimolata dal docente (transfert negativo). può migliorare gli apprendimenti successivi (transfert positivo), grazie alla discussione ed al ripasso.

Da cosa dipende, innanzitutto, la buona riuscita di una lezione: dal numero dei partecipanti. dal contesto scolastico. dall'obiettivo della lezione. dal livello di competenza del docente.

È importante pianificare la lezione: in modo approssimativo ma prestando molto interesse alle fonti per permettere agli allievi di approfondire gli aspetti salienti, sollecitando così la loro partecipazione attiva. in modo dettagliato, seguendo specifiche fasi, iniziando con lo stabilire le fonti per concludere con un ripasso finalizzato all'acquisizione di transfert positivi. in modo dettagliato, senza dare particolare importanza alle fonti ma puntando soprattutto sullo stile comunicativo e sul come stimolare la motivazione degli studenti. in modo dettagliato, fornendo sotto forma di monologo e senza lasciare molto spazio a commenti e discussioni, tutte le informazioni necessarie affinché un determinato argomento venga appreso.

A seguito della lezione, la valutazione degli obiettivi, si verifica: attraverso l'utilizzo delle strumentazioni valutative più idonee. attraverso un test attitudinale volto a valutare i prerequisiti. attraverso un test a risposta multipla elaborato grazie alle linee guida indicate dall'OCSE. dipende. Per ogni studente, che ha partecipato alla lezione si adotta una diversa strategia elaborata ad hoc per valutarne l'apprendimento.

È importante pianificare la lezione: solo per i docenti meno esperti. no. dipende dalle lezioni. si la lezione deve essere sempre pianificata.

Lo stile discorsico nella lezione è importante in quanto: serve per argomentare con chiarezza. serve per argomentare con più precisione. non è importante. una buona lezione è analoga ad una buona narrazione.

In campo scolastico come nell'uso corrente : la formazione precede l'aggiornamento. la formazione dovrebbe precedere l'aggiornamento. formazione e aggiornamento sono sinonimi. si parla solo di formazione.

L'aggiornamento nella scuola è un'attività: condivisa su tutto il territorio. per nulla condivisa. accettata solo dalle scuole delle città. accettata solo dai docenti di scuola superiore.

L'aggiornamento è una pratica che nella scuola ha un significato: non privo di oscillazioni semantiche. privo di oscillazioni semantiche. analogo a quello di altre professioni. da definire.

L'aggiornamento nella scuola, il più delle volte, si concentra: sulla psicopedagogia in generale. sulla sociologia dell'educazione. sul dover essere della scuola. sui problemi quotidiani della scuola.

Per troppo tempo nella scuola italiana ai docenti è mancata: una cultura di tipo antrolologico. una cultura di tipo sociologico. una formazione disciplinare adeguata. una formazione professionale adeguata.

Nel caso degli insegnanti sovente occorrerebbe parlare invece che di aggiornamento: di formazione continua. di life long learning. di prima qualificazione. di aggiornamento professionalizzante.

In Italia s'è iniziato a fare aggiornamento professionale, ad esempio, su argomenti didattici: a partire dalla legge sull'Autonomia:. a seguito della legge Moratti. a seguito della legge 517 del 1977. a partire dalla legge n. 1859 del 31 dicembre 1962.

Un limite dell'aggiornamento della scuola italiana consiste nel fatto che: coloro che partecipano ai corsi di aggiornamento non hanno una formazione di base. coloro che partecipano ai corsi di aggiornamento non hanno conseguito i 24 cfu. si insiste troppo sulla didattica e poco sulla docimologia. si insiste troppo sulla tecnologia della formazione e poco sulla psicologia dell'età evolutiva.

L'aggiornamento nella scuola sarebbe efficace se: i docenti avessero beneficiato di una formazione pregressa di tipo professionale. i docenti avessero beneficiato di una formazione pregressa di stampo psicologico. fosse tenuto da esperti della materia. fosse tenuto dai docenti più anziani.

Molti docenti lamentano che l'aggiornamento ricevuto: avesse una durata eccessiva. non fosse in sintonia con la loro quotidianità didattica. fosse troppo scarno di contenuti educativi. non fosse riconosciuto dal Ministero.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica s'è utilizzato come strumento di rilevazione dei dati: un'intervista. un questionario. l'osservazione sistematica. un questionario più un'intervista.

La ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica ha inteso: mettere a confronto l'agire didattico dei docenti con il dibattito scientifico più recente. mettere a confronto l'agire didattico dei docenti con l'innovazione docimologica. paragonare i metodi didattici dei docenti ferraresi con quelli dei docenti modenesi. confrontare i metodi didattici dei docenti ferraresi con le richieste della legislazione più recente.

La ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica era animata, tra l'altro, dal seguente obiettivo conoscitivo: in che modo i docenti percepiscono le cause proprie della dispersione. in che modo i decenti valutano i ragazzi nella loro classe. quali sono gli strumenti docimologici che utilizzano per prevenire la dispersione. quali corsi di formazione hanno frequentato per imparare a prevenire la dispersione.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica, alla domanda "Perché svolge la professione docente?" i docenti in maggioranza hanno risposto: Perché amo quel tipo di professione. Perché era l'unica professione che potevo fare. Perché ritengo di avere le doti necessarie. Perché mi piace la scuola.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica, la risposta data dalla maggioranza dei docenti al quesito "Perché svolge la professione docente?" evidenzia che: la scuola è pronta per affrontare la dispersione. la scuola non è pronta per affrontare il disagio scolastico. tra i docenti circola un modo di intendere l'insegnamento che non può prescindere dal miglioramento continuo. tra i docenti circola un modo di intendere l'insegnamento che finisce per creare disagio.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica, la risposta data dalla maggioranza dei docenti al quesito "Secondo Lei, per ridurre la dispersione, che cosa deve essere migliorato nella scuola in cui lavora?" evidenzia: la necessità di una formazione psicologica dei docenti. la necessità di maggior formazione per i dirigenti. il bisogno di progettare l'insegnamento delle discipline di base. il bisogno di progettare l'insegnamento mediante criteri precisi.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica, si ricavano "tre profili di docenti" ognuno dei quali manifesta un'opinione precisa sulla cause della dispersione. Il profilo che riscuote maggiori adesioni evidenzia che: la dispersione è causata principalmente dallo scarso impegno degli allievi. la dispersione è causata principalmente dalle carenze della scuola. il problema dispersivo è di natura sistemica. il problema dispersivo è di natura socio-pedagogica.

La ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica ha coinvolto gli insegnanti: dell'allora scuola elementare. di ogni ordine e grado. dell'allora scuola superiore. dell'allora scuola media.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica, si ricavano "tre profili di docenti" ognuno dei quali manifesta un'opinione precisa sulla cause della dispersione. Il secondo profilo, il meno numeroso, evidenzia che: la dispersione è causata principalmente dallo scarso impegno degli allievi. la dispersione è causata principalmente dalle carenze proprie della famiglia. il problema dispersivo è di natura sistemica. il problema dispersivo è di natura socio-pedagogica.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica emerge che la programmazione dell'insegnamento sia: il più delle volte un lavoro di squadra. il più delle volte un rito formale. ben presente nella scuola. la pratica meno presente nella scuola.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica, si ricavano "tre profili di docenti" ognuno dei quali manifesta un'opinione precisa sulla cause della dispersione. Il terzo profilo, abbastanza numeroso, evidenzia che: la dispersione è causata principalmente dallo scarso impegno degli allievi. la dispersione è causata principalmente dalle carenze proprie della famiglia. il problema dispersivo è di natura sistemica. il problema dispersivo è dovuto principalmente ai limiti propri della scuola.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica, dai tre profili analizzati emergono, nella sostanza, due atteggiamenti nei confronti del fenomeno dispersivo. Quali?: uno tradizionale ed uno progressista. uno tradizionale ed uno obsoleto. uno progressista ed uno innovatore. entrambi sostanzialmente tradizionali.

La ricerca pedagogico-didattica ha messo in rilievo che il fenomeno dispersivo è causato: principalmente dalle famiglie poco attente ai bisogni degli allievi. principalmente dalla mancanza di formazione del personale docente. da un'interazione di più fattori (scolastici ed extrascolastici). da un'interazione di fattori principalmente extrascolastici.

La ricerca pedagogico-didattica ha messo in rilievo che il fenomeno dispersivo: e' di natura sistemica. e' di natura sociale. e' causato principalmente dalle famiglie poco attente ai bisogni degli allievi. e' causato principalmente dalla mancanza di formazione del personale docente.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica è stato messo in rilievo che i ragazzi maggiormente a rischio (di disperdersi) sono: gli svogliati. chi ha già ripetuto una classe. coloro che provengono da un ambiente privo di stimoli. coloro che provengono da un ambiente familiare socialmente svantaggiato.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica i docenti, in maggioranza, hanno affermato di combattere la dispersione mediante: attività didattiche di tipo individualizzato. attività didattiche di tipo personalizzato. il colloquio con i genitori. il colloquio con i ragazzi.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica i docenti favorevoli alla ripetenza cioè alla bocciatura sono: la maggior parte. un'esigua minoranza. circa un terzo. circa un quinto.

Nella ricerca svolta nella provincia di Ferrara sulla dispersione scolastica notiamo che l'opinione prevalente dei docenti è: in larga misura di tipo ideologico. in larga misura di tipo scientifico. basata su una concezione di tipo gentiliano. basata su una concezione di tipo bloomiano.

La dispersione scolastica potrebbe essere superata se: la politica migliora la legislazione. la politica valorizza maggiormente l'extrascuola. le diverse agenzie educative stanziano fondi per la ricerca. le diverse agenzie educative decidono di lavorare insieme per arginarla.

La dispersione scolastica potrebbe essere arginata se: la scuola e l'università lavorano insieme per migliorare i rapporti tra scuola e famiglia. la scuola e l'università lavorano insieme per migliorare la qualità della didattica. la politica valorizza maggiormente l'extrascuola. la politica migliora la legislazione.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento quali obiettivi conoscitivi, tra i seguenti, sono stati perseguiti: comprendere se i docenti avessero la laurea in scienze dell'educazione. comprendere se i docenti avessero frequentato durante la loro formazione iniziale corsi di docimologia. capire come si utilizzano nella scuola le rubriche di valutazione. capire come si utilizzano nella scuola gli strumenti di valutazione.

Nel nostro paese le ricerche che affrontano l'argomento inerente la professionalità del docente: sono promosse periodicamente. praticamente non ce ne sono. sono molte. sono poche.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento si è voluto: comprendere quanto il sapere docimologico fosse prodotto nelle aule. comprendere quanto il sapere docimologico fosse presente nelle aule. capire il grado di sensibilità dei docenti circa le tematiche didattiche e tecnologiche. capire il grado di sensibilità dei docenti circa la realizzazione di compiti autentici.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento si è inteso: aprire un rapporto tra l'istituzione scolastica e quella accademica. aprire un rapporto tra l'istituzione scolastica e la realtà locale. capire il grado di sensibilità dei docenti circa la ricerca empirica. capire il grado di sensibilità dei docenti circa la realizzazione di compiti autentici.

La ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento è stata effettuata mediante: l'intervista. il questionario. l'osservazione. il focus group.

Dalla ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento è emerso che lo strumento valutativo più utilizzato dai docenti è: la prova strutturata. la proca scritta. l'osservazione. l'interrogazione.

Dalla ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento è emerso che gli aggiornamento docimologici: sono di livello elevato. sono considerati utili per sensibilizzare i docenti ai temi della valutazione. non hanno inciso sulla quotidianità del fare scuola. hanno inciso parzialmente sulla quotidianità del fare scuola.

Dalla ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento è emerso che gli aggiornamento docimologici: sono legati a pratiche oramai superate. si limitano a illustrare le funzioni della valutazione tralasciando tutto il resto. tendono eccessivamente all'astrazione. risultano molto concreti.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento si è cercato: di offrire ai docenti un'occasione di ricerca/azione. di proporre un lavoro di ricerca sulla qualità della didattica. di offrire elementi di riflessione per migliorare la qualità dell'istruzione. di offrire elementi di riflessione per migliorare la qualità della relazione docente-allievo.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento i docenti appartenevano: all'allora scuola elementare. ad ogni ordine e grado di scuola. all'allora scuola superiore. all'allora scuola media.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento: il campione, a seguito della cluster analysis, è stato suddiviso in quattro "profili" di insegnanti. il campione, a seguito della cluster analysis, è stato suddiviso in due "profili" di insegnanti. il campione non ha dato la possibilità di suddividere gli insegnanti in "profili". il campione ha dato la possibilità di suddividere gli insegnanti in gruppi omogenei.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento: i profili ottenuti sono i seguenti: tradizionalisti e innovatori. i profili ottenuti sono i seguenti: tradizionalisti e innovatori e nostalgici. il campione ha dato la possibilità di suddividere gli insegnanti in gruppi omogenei. il campione non ha dato la possibilità di suddividere gli insegnanti in "profili".

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento: il problema che incontrano maggiormente i docenti riguarda la questione dell'oggettività. il problema che incontrano maggiormente i docenti riguarda la relazione con gli allievi. il problema che incontrano maggiormente riguarda la costruzione di prove oggettive. il problema che incontrano maggiormente riguarda la costruzione di prove semistrutturate.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento la prassi della valutazione diagnostico-iniziale: e' poco diffusa. e' diffusa parzialmente. non è per nulla diffusa. e' molto diffusa.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento la conoscenza della funzione formativa della valutazione: risulta sostanzialmente confusa. risulta ben conosciuta. risulta conosciuta solo a livello teorico. non risulta per niente conosciuta.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento la conoscenza della funzione formativa della valutazione: risulta conosciuta solo da coloro che hanno frequentato corsi di aggiornamento mirati. non risulta conosciuta maggiormente da coloro che hanno frequentato corsi di aggiornamento mirati. e' conosciuta solo da chi possiede la laurea in scienze dell'educazione. e' conosciuta solo dai docenti che hanno frequentato master di tipo docimologico.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento la conoscenza della funzione sommativa della valutazione: risulta conosciuta da una percentuale piuttosto bassa. risulta conosciuta da una percentuale piuttosto alta. e' conosciuta solo da chi possiede la laurea in scienze dell'educazione. e' conosciuta solo dai docenti che hanno frequentato master di tipo docimologico.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento i test di profitto: sono sostanzialmente snobbati. sono utilizzati sostanzialmente da tutti i docenti. sono utilizzati con una frequenza minore rispetto agli strumenti più tradizionali. sono utilizzati con la stessa frequenza degli strumenti più tradizionali.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento: sta scemando la logica di tipo deterministico che vede le attitudini degli allievi predittive del prodotto scolastico. non è più presente la logica di tipo deterministico che vede le attitudini degli allievi predittive del prodotto scolastico. È ancora presente la logica di tipo deterministico che vede le attitudini degli allievi predittive del prodotto scolastico. le attitudini degli allievi non sono più direttamente proporzionali alla crescita del prodotto scolastico.

Nella ricerca sulla valutazione scolastica riportata e commentata in questo insegnamento: il profilo degli innovatori comprende i docenti più anziani. il profilo degli innovatori comprende i docenti più giovani. il campione ha dato la possibilità di suddividere gli insegnanti in gruppi omogenei. il campione non ha dato la possibilità di suddividere gli insegnanti in "profili".

A cosa si riferisce il termine "Tassonomia": classificazione di concetti in base ad un ordine logico e gerarchico. classificazione di idee in base ad un ordine logico e scientifico. classificazione di idee in base ad un ordine matematico. classificazione di concetti in base ad un ordine convenzionale.

Le tassonomie hanno dimostrato utilità a vari livelli per il lavoro dei docenti; orientando quali azioni riguardanti i percorsi di insegnamento/apprendimento: progettazione, riequilibrio ed efficacia della valutazione. progettazione, riequilibrio ed oggettività della valutazione. progettazione, realizzazione e coerenza della valutazione. progettazione, riequilibrio e coerenza della valutazione.

Il rischio di una programmazione sbilanciata e nozionistica riguarda principalmente quale fase della Tassonomia di Bloom: la fase della comprensione. la fase della conoscenza. la fase dell'applicazione. la fase dell'analisi.

Nell'interpretazione quantitativa e accumulativa delle tassonomie le operazioni cognitive più semplici sono: propedeutiche a quelle più complesse. indipendenti da quelle più complesse. sono equivalenti a quelle più complesse. sono meno importanti di quelle più complesse.

Nell'interpretazione qualitativo/sistemica delle tassonomie le operazioni cognitive sono: costituite dalla somma delle più semplici. differenti da quelle più semplici. conseguenti a quelle più semplici. attinenti a quelle più semplici.

L'obiettivo dell'ampliamento del patrimonio lessicale riferito alle varie materie, in quale classe della tassonomia di Bloom può essere collocato: analisi. comprensione. conoscenza. applicazione.

L'utilizzare le abilità di calcolo nella soluzione di problemi concreti è un'operazione che fa parte di quale classe della Tassonomia di Bloom: della conoscenza. della comprensione. dell'applicazione. della sintesi.

Il tradurre semplici messaggi con l'uso di similitudini e metafore è un'operazione che fa parte di quale classe della Tassonomia di Bloom: della sintesi. dell'applicazione. dell'analisi. della comprensione.

Per la verifica del conseguimento degli obiettivi riferiti alla classe dell'"analisi" della tassonomia di Bloom quale compito si ritiene più adeguato: realizzazione di sequenze illustrate riferite ad un testo. creazione di una mappa concettuale a partire da un testo. rielaborare e riassumere un testo. comporre liberamente un testo.

Un'interrogazione supportata da una scaletta o da una mappa prodotta dallo studente rientra nei compiti previsti in quale classe della tassonomia di Bloom: analisi. sintesi. valutazione. comprensione.

Report abuse