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Title of test:
DOCIMOLOGIA II

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primo paniere - unipegaso

Author:
AVATAR

Creation Date:
17/09/2023

Category:
University

Number of questions: 150
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Content:
Indicare quale di queste affermazioni rientra nel “determinismo biologico”: Tutti gli alunni possono arrivare allo stesso risultato finale Il “fare didattico” può influire sull’intelligenza dell’allievo E’ impossibile conoscere le doti o valutare l’intelligenza dell’allievo La scuola deve premiare i capaci e i meritevoli e fermare coloro che non possiedono le doti per andare avanti.
Indicare a chi appartiene la frase seguente: “L’insegnante ha alla sua base inevitabilmente delle idee sulla natura della mente del discente.”: J. Piaget J. Bruner A. Binet C. Spearman.
La scala metrica per la valutazione dell’intelligenza è di: J. Gall A. Binet J. Bruner J. Piaget.
Con la parola “moron” Goddard indicava: Adulti con un Q.I. elevato Coloro ai quali applicare il test del Q.I. Adulti che in base alle misurazioni effettuate dimostravano di avere una età mentale che oscillava fra gli otto e i dodici anni Adulti con un quoziente intellettivo nella norma.
Secondo il pensiero di Spearman: L’intelligenza ha una struttura gerarchica di tipo bifattoriale, composta cioè dal fattore g (intelligenza generale) e da altri fattori, i fattori s, di tipo ausiliare L’intelligenza ha una struttura orizzontale e tutte le intelligenze hanno egual valore L’intelligenza ha una struttura gerarchica di tipo bifattoriale composta dal fattore s (intelligenza generale) e da un fattore g (intelligenza ausiliare) L’intelligenza è guida dai meccanismi dell’assimilazione e dell’accomodamento.
Secondo il pensiero di Burt: L’intelligenza è ereditaria e misurabile L’intelligenza è ereditaria, ma non misurabile L’intelligenza di un individuo dipende dall’ambiente in cui vive L’intelligenza non esiste: è solo una convenzione.
Indicare quale di queste triadi è composta da psicologi che ritengono che l’intelligenza sia innata: Kamin, Eysenck, Spearman Spearman, Kamin, Piaget Spearman, Burt, Jensen Kamin, Piaget, Burt.
Nella teoria multifattoriale dell’intelligenza di Thurstone…: Si individuano 7 abilità primarie che interrelandosi producono il pensiero Si individuano 5 abilità primarie che interrelandosi producono il pensiero Si individuano 7 abilità tra le quali la comprensione verbale e l’abilità numerica vantano un primato sulle altre Tutte le abilità dipendono comunque dal fattore g.
Nel pensiero di Piaget sull’intelligenza si parla di: Fattore g Scala metrica per la valutazione dell’intelligenza Assimilazione e adattamento Moron.
La scala metrica di Binet mirava a: Cogliere l’essenza dell’intelligenza Fare una graduatoria degli alunni: dal meno al più intelligente Selezionare Individuare le difficoltà degli allievi per poi attivare interventi di recupero.
Indicare quali, tra questi, fu il primo studioso a parlare di “intelligenze multiple”: Baldacci Gardner Bloom Stemberg.
Indicare quale, tra queste affermazioni, può riassumere il concetto di “intelligenza” di H. Gardner: L’intelligenza è quella capacità propria di ogni essere umano, in grado di formulare ipotesi e porre soluzioni L’intelligenza è quella particolare abilità di risolvere problemi in uno o più contesti culturali diversi L’intelligenza è quella abilità cognitiva generale che può essere misurata oggettivamente L’intelligenza dell’uomo è composta da molteplici facoltà mentali, relativamente indipendenti, localizzabili in aree del cervello specifiche.
Indicare il numero preciso di capacità mentali che la teoria delle intelligenze multiple di Gardner arriva a formulare: Otto Sette Trentasette Quattro.
Indicare quale di queste affermazioni può ritenersi vera per la scuola di oggi: L’intelligenza è il prodotto del patrimonio biologico del singolo non influenzabile dall’ambiente circostante L’intelligenza è una serie complessa di fattori risultanti dal sincretismo fra eredità genetica e stimoli ambientali La possibilità di accrescere le competenze e le conoscenze operative deriva essenzialmente dal patrimonio genetico Gli stimoli ambientali rivestono un ruolo prioritario nello sviluppo e potenziamento dell’intelligenza.
Indicare qual è la relazione esistente tra intelligenza ed educazione secondo il pensiero di Baldacci: Lo sviluppo evolutivo dell’intelligenza, avendo alla base un potenziale genetico, è una realizzazione asintotica di tale potenziale Lo sviluppo evolutivo dell’intelligenza è una continua crescita dipendente dalle qualità degli ambienti esperiti L’intelligenza non può mutare rispetto alle sue condizioni iniziali Gli ambienti, anche quelli deputati a educare l’intelligenza (come ad es. la scuola), non possono essere incisivi nello sviluppo dell’intelligenza.
Indicare qual è la relazione esistente tra intelligenza e apprendimento secondo Bloom: L’intelligenza è incrementabile grazie agli input dell’ambiente formativo Essendo il livello di apprendimento predeterminato, i contenuti trasmessi dall’ambiente educativo saranno diversificati a seconda delle diverse capacità intellettive La misura dell’intelligenza ha un forte valore predittivo delle capacità apprenditive Qualunque essere umano è in grado di apprendere anche in condizioni e ambienti non adeguati.
Dalla ricerca effettuata presso una scuola elementare della provincia di Ferrara emerge sostanzialmente che: (barrare la definizione FALSA) Persiste negli insegnanti il pregiudizio deterministico Vi è ancora oggi una percentuale elevata, tra i docenti, la quale ritiene che le attitudini degli allievi condizionino fortemente i risultati scolastici Gli insegnanti sono in larga misura convinti che, di fronte a condizioni di apprendimento adeguate e personalizzate, tutti gli alunni siano in grado di realizzare i medesimi traguardi educativi Continua ad essere radicato, tra gli insegnanti, il legame di proporzione diretta tra attitudine e risultato.
L’origine del comportamento criminale è insito nelle caratteristiche anatomiche. Questa è, in sintesi, la teoria di Lombroso, ampiamente superata il secolo scorso. Indicare quale rimane comunque il grande merito di questo studioso secondo Benedetto Vertecchi: Sostenere che la scuola di oggi non è influenzata dal determinismo scientifico Spostare la questione dei comportamenti criminali dal terreno morale a quello scientifico Affermare che i fenomeni di devianza non hanno alcuna possibilità di soluzione Sostenere che all’interno del quadro educativo ritenuto predeterminato non vi è spazio per l’educazione.
Le diverse intelligenze secondo Gardner sono collocate in aree del cervello diverse. Lo studioso affermando ciò si è ispirato: Alla frenologia Al comportamentismo Al Cognitivismo Alla scienza medica.
Secondo Benedetto Vertecchi la scuola ha il compito di: Socializzare Istruire Socializzare e educare Educare.
Con il termine individualizzazione si intende: Un insegnamento di tipo individuale Una strategia di lavoro che rispetta le caratteristiche individuali di ogni allievo Un tipo di insegnamento che predilige il rapporto “uno ad uno” Una tipologia di insegnamento che ogni docente, in quanto individuo, riesce a trasmettere.
La caratteristica fondamentale dell’insegnamento individualizzato è: Quella particolare modalità di comunicazione culturale che tiene conto di alcune piste di lavoro realizzate a misura di allievo Quella particolare traslocazione della conoscenza in grado di risultare efficace per allievi con disabilità cognitive Quella particolare capacità di trasmettere diversi contenuti ad un’utenza affine per caratteristiche Quella particolare capacità di comunicare, ad allievi con caratteristiche sostanzialmente omogenee, contenuti prettamente didattici.
Quali, tra questi autori, può essere considerato un pioniere dell’insegnamento individualizzato: Alfred Binet Robert Dottrens Henri Herbert Goddard Thomas R. Guskey.
Secondo il pensiero di helen parkhurst, per evitare che nel gruppo-classe si creino condizioni di diseguaglianza è necessario: Adattare il programma didattico in base alle caratteristiche proprie dei diversi gruppi di livello Favorire la realizzazione di gruppi di lavoro differenziati per livelli culturali attraverso laboratori specializzati Creare attività didattiche differenziate tra gli allievi migliori e quelli maggiormente in difficoltà Non realizzare lo stesso programma all’interno di una classe diversificata per gruppi di livello.
Indicare che cos’è il “piano dalton”: Un piano di lavoro che permise di diversificare gli obiettivi didattici all’interno dello stesso gruppo classe Un progetto che si adoperò per condurre in modo innovativo il fare educativo Un progetto grazie al quale si è potuto notare con chiarezza che gli allievi possiedono attitudini e ritmi di apprendimento differenziati Un progetto grazie al quale si sperimentò la realizzazione del programma all’interno della stessa classe in maniera diversificata.
Indicare in quali parti Washburne suddivide il lavoro didattico: Programma semplice comune + programma di sviluppo Programma minimo comune + programma di potenziamento Programma minimo comune + programma di sviluppo Programma comune + programma di sviluppo psicologico.
Il metodo di lavoro di robert dottrens è definito anche: Il metodo del tempo diversificato Il metodo delle schede di recupero Il metodo del compito strutturato Il metodo delle schede.
La ricerca psicopedagogica e didattica più recente ritiene di fondamentale importanza prendere in considerazione quattro caratteristiche individuali: Ritmi di apprendimento, livelli di partenza, strumenti linguistici, stili cognitivi Ritmi di apprendimento, strumenti linguistici, abilità di partenza, stili cognitivi Ritmi di apprendimento, livelli di partenza, codici linguistici, stili cognitivi Ritmi di apprendimento, capacità cognitive, strumenti linguistici, abilità di partenza predeterminate.
Quale tra queste è la corretta definizione del termine “apprendimento olistico”: Procedere dai singoli componenti del contenuto per risalire poi alle sue strutture complessive Preferire un approccio globale nei confronti dei contenuti disciplinari per poi soffermarsi sui singoli aspetti Elaborare le informazioni prettamente didattiche prediligendo solo quelle di carattere qualitativo Elaborare contenuti disciplinari con particolare e personale modalità di interiorizzazione.
Indicare quale, tra questi autori, ha dimostrato che l’attenzione ai comportamenti cognitivi d’ingresso incide significativamente sul profitto: Gardner Parkhurst Bloom Dottrens.
L’assunto su cui poggia il Mastery learning è: Solo chi possiede particolari attitudini può raggiungere la piena padronanza degli obiettivi di base dell’istruzione La maggior parte degli allievi può raggiungere la piena padronanza degli obiettivi di base dell’istruzione Ogni allievo deve essere seguito da un insegnante, in un rapporto di uno a uno L’insegnamento del docente deve essere uniforme per tutta la classe.
Il Mastery learning prevede…: Parallelamente ad un itinerario rivolto in modo uniforme all’intera classe, momenti differenziati di apprendimento Che differenti livelli di partenza comportino differenti livelli di uscita Che solo l’uguaglianza nei livelli di partenza sia garanzia dell’uguaglianza dei livelli di uscita L’impossibilità di modificare un percorso prestabilito.
L’individualizzazione nel Mastery Learning consiste…: Nel predisporre itinerari funzionali alle esigenze che gli allievi dimostrano alla partenza Nel predisporre itinerari funzionali alle esigenze che gli allievi dimostrano all’inizio e durante l’itinerario formativo Nel ripetere, in caso di insuccesso, gli stessi itinerari fino alla padronanza Nel Mastery Learning non si parla di individualizzazione, ma di personalizzazione.
Indicare quale di queste affermazioni sulla valutazione è corretta per il M.L.: L’informazione che proviene dalla valutazione non deve determinare uno scostamento dal percorso didattico prestabilito Bisogna prestare attenzione soprattutto ai successi ottenuti nelle valutazioni formative per motivare gli alunni L’informazione che proviene dalla valutazione è necessaria per far scattare la procedura di recupero/consolidamento più idoneo Gli insuccessi che gli alunni ottengono nelle valutazioni predicono un insuccesso finale.
Nel Mastery Learning la valutazione diagnostico-iniziale è: Un momento volto ad ottenere informazioni utili ad impostare efficacemente l’itinerario di apprendimento Un momento facoltativo nel percorso di insegnamento-apprendimento Una ipotesi necessaria a prevedere un eventuale insuccesso nel percorso educativo La valutazione che certifica la padronanza degli obiettivi didattici.
Utilizzando il Mastery learnig diventa fondamentale: L’aspetto metacognitivo di Bloom Il conflitto cognitivo di Piaget Il principio della deduzione La tassonomia di Bloom.
Indicare cosa si intende con “criterio di padronanza”: Uno standard che definisce un limite negli apprendimenti degli allievi Uno standard che stabilisce se un obiettivo possa essere considerato raggiunto o meno Il livello minimo di prerequisiti che gli alunni devono possedere L’obiettivo finale che il docente si prefigge.
Le unità didattiche nel Mastery Learning sono: Percorsi di apprendimento lasciati alla libera scelta dell’allievo Scansioni mensili della programmazione didattica Insiemi di apprendimento relativamente compiuti, la cui funzione è di facilitare, graduandolo, l’itinerario didattico Porzioni del percorso di apprendimento non collegate alle altre unità.
La valutazione formativa nel Mastery Learning: E' continua, con funzione di monitoraggio allo scopo di riprogrammare il percorso didattico E' solamente il momento conclusivo del percorso didattico mirante a raccogliere informazioni sui risultati acquisiti E' un momento non determinante del percorso didattico Compare poco perché produce ansia da prestazione.
Sono aspetti basilari della individualizzazione: Differenziazione della proposta formativa a seconda dei bisogni individuali, ma un tempo fisso per tutti gli alunni La dilatazione del tempo di apprendimento e la differenziazione della proposta formativa a seconda dei bisogni individuali Le doti individuali Il rapporto uno a uno tra docente e alunno.
Col termine personalizzazione ci si riferisce ad: Una strategia didattica finalizzata a garantire a tutti gli studenti gli obiettivi didattici di base Un’elaborazione di traguardi formativi più consoni alle attitudini personali degli studenti Un percorso didattico in grado di assicurare ad ogni studente il raggiungimento dell’eccellenza cognitiva Un itinerario didattico in grado di assicurare alla maggior parte degli studenti i saperi e le competenze di base.
Quale, tra questi studiosi, ritiene che il compito della scuola sia “aiutare ogni studente a sviluppare una propria forma di talento”: Baldacci Bloom Frabboni Cerini.
Indicare cosa si intende col termine “talento”: Ciò che appartiene al patrimonio biologico di ogni singolo individuo Ciò che è predeterminato da fattori genetici propri di ogni individuo Il risultato esistente tra predisposizione innata e ambiente di provenienza del singolo individuo Un fattore ereditario, posseduto da ogni singolo individuo, che prescinde dalle caratteristiche dell’ambiente circostante.
Indicare quali sono le condizioni per la realizzazione di una didattica personalizzata: Pluralità di percorsi, un buon livello di consapevolezza delle proprie inclinazioni da parte degli alunni, un contesto scolastico adeguato Pluralità di percorsi, avere allievi con profili diversi, un contesto educativo adeguato Pluralità di talenti, percorsi didattici variegati, contesto sociale ed economico adeguato alle capacità dei singoli allievi Pluralità di interventi didattici, avere allievi che possiedono in gran parte le medesime attitudini, contesto sociale adeguato.
In seno ai principi pedagogico-didattici, indicare cosa si intende precisamente col termine “principio delle opzioni”: Impiegare il tempo della lezione per la realizzazione di itinerari didattici di comune utilità Scegliere liberamente, da parte degli alunni, quanto tempo dedicare agli itinerari didattici Restringere il tempo dedicato agli obiettivi comuni per consentire agli allievi di seguire percorsi ad hoc Dilatare il tempo-scuola anche oltre l’orario curricolare per consentire il recupero dei percorsi didattici ove non siano stati interiorizzati.
Indicare in cosa consiste l’aspetto “proattivo” della valutazione: Nel fornire allo studente molteplici percorsi di studio così da permettergli di scegliere quello più consono alle sue capacità e quindi raggiungere valutazioni positive Nel dare allo studente la possibilità di recuperare quegli obiettivi didattici non interiorizzati affinchè egli possa valutare personalmente i traguardi raggiunti Nell’adozione, da parte di ogni singolo alunno, di alcune specifiche forme di autovalutazione Nel fornire allo studente linee-guida miranti a migliorare il suo apprendimento ed essere altresì in grado di valutarsi.
Indicare quali, tra queste, puo’ essere considerata una procedura da utilizzare per rendere concreta la personalizzazione dei percorsi formativi: L’unità didattica Il progetto didattico Il principio della valutazione critica Il percorso didattico.
Indicare qual è il fine a cui tende il laboratorio opzionale: Lo sviluppo di una forma attiva di apprendimento Lo sviluppo della capacità teatrale Lo sviluppo di una intelligenza creativa Lo sviluppo del protagonismo attivo dei singoli.
Indicare secondo il pensiero di F. Frabboni in quale ambito specifico il credito didattico trova il proprio spazio naturale: Nella scuola Nella parrocchia Nell’ambiente Nell’associazionismo.
Individualizzazione e personalizzazione. Il prevalere dell’individualizzazione a scapito dell’altro percorso didattico quale rischio concreto potrebbe determinare: Trasformare le diversità presenti tra gli allievi in disuguaglianze Trasformare i diversi percorsi didattici in semplici e quindi poco efficaci tracce di lavoro Realizzare uno sviluppo del talento rigidamente lineare Non permettere la promozione e realizzazione di ogni singolo talento.
Quando si parla di obiettivi educativi si entra nell'ambito di ...: Linee di azione, orientamenti che riguardano la crescita globale della persona Traguardi da raggiungere all'interno delle varie discipline Obiettivi che portano l'alunno ad acquisire competenze nell'ambito delle discipline scolastiche Obiettivi cognitivi generali quali il memorizzare, comprendere ...
Gli obiettivi didattici sono: Traguardi da raggiungere all'interno delle varie discipline Traguardi che concernono la crescita globale della persona Le competenze da acquisire alla fine del percorso scolastico Obiettivi che intendono valorizzare le abilità cognitive ed affettive degli allievi.
Nell'ambito della programmazione didattica 'sapere, capire, cogliere' sono verbi adatti per: Gli obiettivi cognitivi specifici Il processo di 'operazionalizzazione' Gli obiettivi cognitivi generali Formulare un giudizio di valutazione.
Per formulare correttamente gli obiettivi cognitivi specifici occorre usare verbi come: Identificare, elencare Cogliere, capire Educare, disciplinare Vivere, sapere.
Indicare qual è la definizione più congruente che possiamo dare di obiettivo cognitivo specifico: La padronanza di un contenuto disciplinare specifico secondo un altrettanto specifico livello cognitivo Un traguardo caratterizzato da un minor grado di analiticità rispetto alle capacità cognitive e ai contenuti La padronanza di una abilità cognitiva acquisita in modo trasversale alle varie discipline La padronanza di un contenuto disciplinare anche extrascolastico.
Nella stesura degli obiettivi cognitivi specifici è opportuno esplicitare: Le performances osservabili che comprovano il conseguimento di un particolare apprendimento L'abilità che il docente ha intenzione di insegnare in uno specifico percorso didattico Gli obiettivi cognitivi generali che soggiacciono alla formulazione degli obiettivi specifici Le finalità educative della scuola.
Nella costruzione degli obiettivi didattici per 'operazionalizzazione' si intende: Un processo finalizzato a rendere gli obiettivi generalizzabili Un processo mediante il quale si applicano concetti matematici alla didattica Un processo di analisi teorica degli obiettivi Un processo finalizzato a una maggiore specificazione semantica e operativa degli obiettivi.
Per costruire obiettivi cognitivi specifici più funzionali: Occorre rendere sempre più chiaro ciò che viene richiesto all'alunno e utilizzare una terminologia osservativa per poter comunicare tra docenti senza ambiguità E' necessario che il docente abbia chiari gli obiettivi cognitivi generali dai quali partire per formulare gli obiettivi cognitivi specifici Non è necessaria la comunicazione tra docenti perché questa crea confusione, avendo ognuno un 'fare didattico' che gli è proprio Occorre una visione completa delle finalità educative dell'istituzione scolastica.
Nella seguente richiesta indicare quale delle opzioni risulta essere una 'condizione': L'alunno dovrà essere in grado di tradurre correttamente un brano di latino ... ... senza l'aiuto del vocabolario ... ... non commettendo più di due errori ... ... in un'ora di tempo.
Nella costruzione di un obiettivo cognitivo specifico inserire un criterio significa: Esplicitare con quanta abilità l'allievo deve essere in grado di realizzare quanto gli viene richiesto Esplicitare il più possibile i mezzi utili per la realizzazione delle performances Esplicitare le intenzioni didattiche dell'insegnante Esplicitare le procedure metacognitive (saper fare) presenti nell'obiettivo specifico.
Una tassonomia didattica serve per classificare: I variegati comportamenti cognitivi I variegati comportamenti educativi Le nozioni - dalle più semplici alle più complesse- Le abilità sociali e culturali che la scuola promuove.
La tassonomia di Bloom ha permesso alla didattica di non dimenticare: L’importanza del nozionismo L’importanza della stimolazione dei processi cognitivi superiori L’importanza dei “processi” cognitivi nel fare scuola La dimensione meta cognitiva dell’apprendimento.
La tassonomia di Bloom comprende: Cinque tipologie di apprendimento Sette tipologie di apprendimento Sei tipologie di apprendimento Due classi principali di apprendimento.
La tassonomia di Bloom è ordinata secondo il principio della: Complessità decrescente Complessità crescente Semplicità Interdisciplinarietà.
Indicare a quali di questi processi cognitivi è legata la comprensione: Tradurre, interpretare, estrapolare Memorizzare Esprimere giudizi Imparare termini specialistici.
La “nuova” tassonomia di Bloom ha spostato l’attenzione su: I “risultati” dell’insegnamento I “risultati positivi” dell’insegnamento I comportamenti osservabili I “modi” in cui gli allievi apprendono.
Nella tassonomia di Bloom “memorizzare le nozioni” fa parte del livello della …: Conoscenza Comprensione Analisi Sintesi.
Nella tassonomia di Bloom per livello di sintesi si intende: Ricomporre più elementi per dare vita ad un insieme di conoscenze organizzate Esprimere giudizi basati su criteri inediti o già utilizzati da altri Saper applicare ciò che è stato appreso Offrire una formulazione inedita del messaggio ricevuto.
Nella “nuova tassonomia di Bloom” con il verbo “ricordare” ci si riferisce a: Interpretare, esemplificare Conoscenza strategica Riconoscere, rievocare Differenziare, organizzare.
Nella “nuova tassonomia di Bloom” per conoscenza metacognitiva si intende: Conoscenza dei meccanismi che governano i processi cognitivi Saper classificare i variegati comportamenti cognitivi Conoscere le sequenze delle operazioni didattiche intraprese. Conoscere i principi, le teorie e le strutture della psicologia della mente.
Indicare quali sono le tre dimensioni complementari nel modello della struttura dell’intelligenza di Guilford: Operazioni, prodotti, contenuti Operazioni, elaborazioni, contenuti Deduzioni, prodotti, contenuti Acquisizioni, prodotti, contenuti.
Indicare nel modello tridimensionale di Guilford quante combinazioni si possono produrre: 120 80 150 100.
Indicare quali sono secondo Guilford le cinque operazioni che rappresentano le modalità fondamentali di funzionamento dell’intelletto: Conoscenza, memoria, produzione divergente, produzione convergente, valutazione Conoscenza, memoria, capacità di rielaborare, produzione divergente, capacità logiche Conoscenza, memoria, produzione divergente, produzione convergente, abilità matematiche Conoscenza, memoria, produzione convergente, capacità logiche, capacità linguistiche.
Il problem-solving è presente nella tassonomia di …: B.S. Bloom R.M. Gagné J.P. Guilford Frabboni-Arrigo.
L’apprendimento di discriminazioni nella tassonomia di Gagné corrisponde a: Fornire risposte pertinenti di fronte a stimoli precisi Raggruppare in una classe unica oggetti con caratteristiche comuni Reagire in forma diversificata a stimoli simili Identificare i fenomeni che posseggono caratteristiche simili.
Nella tassonomia di Gagné i livelli di apprendimento sono gerarchizzati. Indicare quale di queste porzioni di scala mantiene la gerarchia proposta da Gagné: Apprendimento di segnali, apprendimento stimolo-risposta, apprendimento di concatenazioni motorie Apprendimento di discriminazioni, apprendimento di regole, apprendimento di concetti Apprendimento di associazioni verbali, apprendimento di discriminazioni, apprendimento di regole Apprendimento di segnali, apprendimento di concatenazioni motorie, problem-solving.
I presupposti teorici dai quali parte la tassonomia di Frabboni-Arrigo sono: Tre paradigmi dell’istruzione ( comportamentistico, gestaltico, costruttivista) Tre paradigmi dell’istruzione ( comportamentistico, piagetiano, gestaltico) Due paradigmi dell’istruzione (costruttivista e cognitivista) Due paradigmi dell’istruzione ( piagetiano e costruttivista).
Nella tassonomia di Frabboni-Arrigo i tre paradigmi dell’istruzione sorreggono i diversi piani apprenditivi in essa presenti. Indicare quale tra queste corrispondenze è esatta: Gestaltico --- apprendimenti superiori divergenti Comportamentistico --- apprendimenti superiori convergenti Gestaltico --- apprendimenti superiori convergenti Piagetiano --- apprendimenti elementari ed intermedi.
Indicare quale di queste corrispondenze è falsa: Tassonomia di Frabboni-Arrigo ---via (percorso) razionale-deduttiva Tassonomia di Frabboni-Arrigo --- via (percorso) empirico-induttiva Tassonomia di Bloom --- via (percorso) empirico-induttiva Tassonomia di Gagné --- via (percorso) teorico-sperimentale.
Indicare quale di questi si situa tra gli apprendimenti superiori nella tassonomia di Frabboni-Arrigo: La sintesi ( schematizzare contenuti e concetti ) La descrizione ( riconoscere un concetto/principio/regola ) La memorizzazione ( riconoscere e utilizzare un simbolo ) L’applicazione delle conoscenze ( applicare conoscenze ad altri contesti cognitivi ).
Indicare in quale normativa si parla in modo consistente della competenza: Indicazioni europee per il curricolo Indicazioni nazionali per il curricolo Programmi ministeriali dell󈨙 Orientamenti per la scuola materna.
Indocare perché recentemente nella scuola italiana si parla tanto di competenza: Per contrastare un fare didattico che privilegia rappresentazioni astratte o semplicemente verbali Per aumentare lo scarso bagaglio di conoscenze che gli alunni italiani hanno dimostrato nelle indagini internazionali sulla scuola Per privilegiare una conoscenza analitica della realtà territoriale Per un adeguamento alle norme europee.
Indicare come è denominata l’indagine internazionale condotta dall’OCSE, a partire dall’anno 2000, sulle scuole: ROMA INVALSI PISA CEE.
Nell’indagine (Program for International Student Assesment) sulla scuola realizzata dall’OCSE risulta che: Gli studenti italiani si sono posizionati tra i primi posti nel campo delle conoscenze matematiche Il Giappone è il fanalino di coda Un numero di studenti italiani, superiore alla media, ha scelto di non rispondere alle domande a risposta aperta Gli studenti italiani si sono posizionati sopra la media.
Indicare in quale paradigma un obiettivo è considerato come performance osservabile: Cognitivista Piagetiano Gestaltico Comportamentistico.
Indicare in quale paradigma un obiettivo è considerato un processo interno connesso alla acquisizione della conoscenza: Cognitivista Comportamentista In nessuno dei due precedenti Neocomportamentista.
Con il concetto di competenza si tende a …: Sottolineare la preminenza della conoscenza dichiarativa rispetto alla conoscenza procedurale Superare la suddivisione tra conoscenza dichiarativa (sapere) e conoscenza procedurale (saper fare) Sottolineare la preminenza del saper essere rispetto al sapere Tenere ben separati gli ambiti della conoscenza dichiarativa (sapere) rispetto a quelli relativi alla conoscenza procedurale (saper fare) .
Indicare cosa si intende per carattere molare della competenza: Descrizione circoscritta e ben precisa di abilità da conseguire Un insieme di elementi di natura diversificata (cognitiva, affettiva ecc.) Una sinergia di abilità di tipo cognitivo Una sinergia di abilità piuttosto complesse .
Indicare cosa si intende per carattere molecolare dell’obiettivo didattico: La descrizione circoscritta e ben precisa di abilità da conseguire La caratteristica di poter essere espresso in termini generali La descrizione ampia e comunque aperta di abilità da conseguire La descrizione circoscritta e ben precisa di competenze cognitive.
Indicare quale di queste definizioni si avvicina di più al concetto di competenza: Conoscenza dei meccanismi che generano apprendimento Conoscenza dei contenuti scientifici di base delle discipline Saper applicare una conoscenza teorica in una situazione reale Conoscenza delle rappresentazioni astratte.
È intento della docimologia: Dotare gli insegnanti di nuovi strumenti di valutazione ‘superiori’ a quelli tradizionali Defenestrare dalle aule scolastiche l’interrogazione Dotare gli insegnanti di nuovi strumenti in grado di rilevare efficacemente le competenze degli allievi Rendere sempre più complessa l’attività valutativa degli insegnanti.
È intento della docimologia: Mettere in discussione la facoltà individuale di ogni insegnante di valutare la formazione Dare agli insegnanti strumenti idonei per svolgere al meglio la loro funzione valutativa Sollevare l’insegnante dal gravoso compito delle interrogazioni, compiti in classe... Offrire agli insegnanti un’adeguata preparazione alla formulazione di quiz per la classe.
A differenza di ciò che sostiene Mario Pirani, la ricerca scientifica nell’ambito del sapere docimologico ha messo in rilievo che: E’ ormai obsoleta la cosiddetta “interrogazione” poiché non sono oggettivamente valutabili le conoscenze acquisite ed espresse oralmente dagli allievi L’insegnante non può più fare affidamento sul suo giudizio, ma deve fornire all’alunno una serie di parametri pre-stabiliti utili per auto-valutarsi L’insegnante viene deprivato della sua facoltà individuale di valutare equamente ed in modo oggettivo Quanto più l’approccio finalizzato alla valutazione dell’alunno è di tipo oggettivo, tanto meno esso verrà influenzato dalla soggettività individuale dell’insegnante.
Indicare qual è, per la ricerca docimologica, la giusta relazione tra le prove oggettive di profitto e i sistemi tradizionali di valutazione: Le prove oggettive, ovvero i test strutturati, sono “uno” dei tanti strumenti validi che il docente ha a disposizione. Il loro utilizzo è quindi facoltativo e non necessario ai fini della valutazione in itinere Le prove oggettive sono da privilegiare poiché, seguendo regole scientificamente rigorose, risultano scevre dai condizionamenti insiti in colui che valuta Le prove oggettive di profitto, utili al docente in fase di valutazione finale, non possono e non debbono sostituirsi ai sistemi più tradizionali (come ad es. l’interrogazione) Le prove oggettive di profitto e i sistemi tradizionali di valutazione possono svolgere efficacemente la loro funzione, purché utilizzati con consapevolezza.
Secondo la docimologia ricorrere a valutazioni oggettive: Significa ridurre la qualità del rapporto insegnante-alunno in quanto le prove oggettive sono “meccaniche” e “aride” Significa aumentare la possibilità di valutare in maniera efficace e consentire una maggior interazione tra il docente e l’alunno Presuppone l’ abbandono delle prove tradizionali quali l’interrogazione, il compito in classe … Vuol dire aumentare la possibilità di gestire in maniera efficace la relazione tra il docente e l’allievo.
È piuttosto diffusa la ‘concezione’/’pregiudizio’ che per insegnare sia necessario: Possedere una conoscenza adeguata della materia da insegnare Possedere la conoscenza della materia da insegnare e le competenze didattiche Avere doti psicologiche non comuni Essere competenti nell’ambito della pedagogia e della didattica.
Indicare quale, tra questi, non si può definire propriamente uno studioso di docimologia: M. Pirani M. Gattullo A. Visalberghi F. Frabboni.
Secondo M. Pirani il “voto” è: Strumento atto a rappresentare in maniera ristretta e non oggettiva le abilità raggiunte dall’allievo Giudizio insindacabile dato dall’insegnante in quanto garante della trasmissione dei contenuti didattici Strumento obsoleto che non ha più ragion d’essere Valido strumento di valutazione solo se dato, previa discussione, in sede collegiale.
Gli articoli di M. Pirani sul sistema valutativo introdotto nella scuola contemporanea, evidenziano: Che le riforme e le competenze docimologiche determinano nuove forme di analfabetismo Che le riforme nella scuola producono autocritica e tendono sempre a migliorare la popolazione scolastica Che le innovazioni in campo scolastico producono "rivoluzioni culturali" Che il sistema valutativo introdotto con la riforma sia in grado di apportare modifiche sostanziali al dibattito psicopedagogico dell’ultimo ventennio.
Gli articoli di Mario Pirani sono un esempio di: Come il sapere didattico subisca i contributi scientifici di altre discipline Come la didattica subisca da parte dei non addetti ai lavori incursioni ideologiche Come l’opinione pubblica più consapevole consideri la legislazione scolastica Consapevolezza di come la ricerca sia necessaria per ottimizzare la qualità dell’istruzione.
Quale di queste affermazioni sulla valutazione opera un cambiamento di prospettiva rispetto al “fare scuola in modo tradizionale? Vedere la valutazione come una prassi necessaria a reperire informazioni per gestire in modo efficace il processo formativo Vedere la valutazione come momento conclusivo che sancisce il successo o il fallimento del percorso formativo Vedere la valutazione come una manifestazione di un giudizio intrinsecamente soggettivo dell’insegnante Vedere la valutazione come competenza esclusiva dell’insegnante e della sua libertà di insegnamento.
Affermare che la valutazione diventa “una prassi organica al fare didattico” significa che: La valutazione segue e sancisce il percorso curricolare La valutazione precede e accompagna il percorso curricolare L’insegnante deve mostrare di saper adattare il percorso didattico laddove lo ritenga più pertinente La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari.
Cosa significa: la valutazione è parte integrante del percorso formativo? Che è una parte necessaria al percorso didattico Che è adatta ad un percorso didattico innovativo Che la valutazione giudica un percorso didattico Che la valutazione segue sempre un percorso didattico.
La valutazione pur essendo compito di ogni singolo docente è anche un impegno collegiale nel senso che: La valutazione di ogni singolo segmento apprenditivo è il frutto di una decisione collegiale Le modalità operative e i criteri vanno condivisi per arrivare ad un confronto reale e proficuo fra docenti che operano nella stessa scuola La valutazione finale a conclusione dell’anno scolastico è una decisione del consiglio di classe Nel momento in cui si mette in atto una vera e propria forma di autovalutazione d’istituto.
Secondo la ricerca docimologica è importante distinguere il momento della raccolta delle informazioni da quello valutativo? No, perché è opportuno che tutto avvenga senza separazione tra i due momenti che sono intimamente correlati Sì, perché prima di esprimere un giudizio occorre aver accertato, cioè aver raccolto in modo obiettivo, i dati Sì, perché se i dati sono stati raccolti in modo parziale o impreciso la valutazione può ancora “correggere il tiro No, perché i fenomeni, come dice B. Vertecchi, sono direttamente conoscibili perché contengono una organizzazione razionale che è sufficiente “leggere”.
Quale di queste azioni esplicita che la valutazione ha una funzione formativa? Dopo aver constatato il non raggiungimento degli obiettivi cognitivi per alcuni alunni si provvede alla bocciatura Consigliare un percorso di recupero, in ambito extrascolastico, prima di passare al segmento successivo del percorso didattico Ammonire in itinere, mediante giudizi negativi, l’alunno che non raggiunge gli obiettivi prestabiliti Dopo aver constatato che qualche alunno ha avuto valutazioni negative il docente ricalibra il percorso didattico.
Si definisce criterio “basato sul confronto” tra ciascuna prestazione quel criterio in base al quale Ogni allievo viene valutato in riferimento al rendimento medio del gruppo Ogni alunno viene valutato in base al rendimento più basso del gruppo Ogni allievo viene valutato confrontando la performance con una soglia al di sotto della quale i risultati non sono soddisfacenti Ogni allievo viene valutato in base a griglie elaborate e condivise dai docenti.
Si definisce “criterio assoluto” quel criterio in base al quale Il docente stabilisce una soglia al di sotto della quale le prestazioni non sono accettabili Il docente stabilisce il punto più alto al quale una performance può arrivare Il docente confronta le performance degli allievi e rileva la media al di sotto della quale le performance non sono accettabili Il docente stabilisce alcune regole dopo averle discusse a livello collegiale.
Applicare il “criterio del confronto tra prestazioni del singolo alunno” vuol dire Stabilire una soglia al di sotto della quale le prestazioni non sono accettabili Tener conto del progresso compiuto dall’allievo a partire dall’inizio del percorso didattico Che ogni allievo viene valutato in riferimento al rendimento medio del gruppo Tener conto del progresso compiuto dall’allievo in base alle doti che ha dimostrato di possedere all’inizio del percorso formativo.
Applicare i criteri dell’impegno e della buona volontà significa Che il docente stabilisce una soglia al di sotto della quale le prestazioni non sono accettabili Premiare l’impegno dell’allievo nel caso in cui i risultati siano particolarmente elevati Premiare l’impegno dimostrato nell’affrontare i compiti apprenditivi Aumentare la valutazione nel caso in cui l’impegno si dimostri molto elevato.
Secondo la docimologia una efficace strategia didattica dipende da: La capacità di reperire informazioni sistematiche sui processi di insegnamento-apprendimento Conoscenza approfondita della programmazione didattica e degli obiettivi cognitivi Condivisione tra i docenti dei processi cognitivi Capacità espositiva dell’insegnante.
In ambito docimologico per operare una valutazione oggettiva: Occorre tener conto, nel valutare una performance, anche di altre variabili, quali l’emotività Non bisogna tener conto di altro se non della performance dell’alunno per non lasciarsi fuorviare da fattori esterni Bisogna operare in modo da eliminare in anticipo tutte le variabili esterne che possano influenzare il giudizio Occorre stabilire un criterio in base al quale rilevare le informazioni.
Da indagini ed esperimenti sugli strumenti tradizionali della valutazione emerge che: La valutazione espressa è influenzata da fattori esterni La valutazione può essere solo sommativa Essi sono interscambiabili tra insegnanti Essi sono costruiti meglio da esperti esterni alla scuola.
Gli atteggiamenti di seguito elencati possono manifestarsi in un alunno dopo il pronunciamento di un giudizio negativo sulla propria performance. Quale delle seguenti alternative non è coerente con quanto appena affermato? Si teme il giudizio della famiglia Diminuisce la qualità della performance in ragione dello stato di ansia presente nell’allievo Subisce alterazioni l’autostima o il senso di autoefficacia in relazione al significato che il ragazzo attribuisce al giudizio valutativo Si allenta la motivazione scolastica.
Nell’interrogazione entrano in gioco diversi fattori che influenzano la performance dell’alunno. Quale, tra quelli elencati qui di di seguito, risulta estraneo? La capacità di far fronte ad un colloquio La ricerca del consenso affettivo nei confronti del docente. Il timore di far brutta figura nei confronti dei compagni Il timore di essere sgridati dalla famiglia.
Quali di questi comportamenti è nella direzione di gestire al meglio problemi che derivano dallo stato ansiogeno dell’allievo? Sostituire al criterio migliore-peggiore il criterio corretto-non corretto Isolare l’alunno al momento dell’interrogazione Coinvolgere i compagni nell’interrogazione Sostituire al criterio migliore-peggiore il criterio del confronto con il gruppo.
Pensando alle competenze docimologiche, è auspicabile che gli insegnanti acquisiscano: Competenze relazionali Competenze espositive Conoscenza della didatica inclusiva Competenze diagnostiche.
Quando si consolida nel docente l’idea che un allievo abbia un rendimento pressoché simile si parla di : Relazione Ideologia delle doti Stereotipia Didattica inclusiva.
Luigi Calonghi pubblicò una ricerca nel 1983 su temi svolti da bambini di quinta elementare e corretti da 6 insegnanti. Emerse che: Errori segnalati da alcuni insegnanti non lo furono da altri Gli errori segnalati dagli insegnanti erano - sostanzialmente - gli stessi Gli insegnanti segnalarono rigorosamente gli stessi errori Pochi errori furono segnalati solo da un paio di insegnanti.
Mario Gattullo nel 1970 coordinò una ricerca dalla quale emerse che: Dei 100 temi presi in analisi quasi tutti ottennero la sufficienza dai docenti coinvolti Dei temi presi in analisi tutti ottennero la sufficienza Dei 10 temi presi in analisi nessuno ottenne la sufficienza dai 77 docenti coinvolti Dei temi presi in analisi quasi nessuno ottenne la sufficienza.
Quale legge decreta il ritorno dei voti nella scuola di base? L 517/77 L 169/09 L 59/97 L 176/07.
Per arrivare ad esprimere un giudizio o un voto e’ necessario in prima istanza: Raccogliere informazioni sugli apprendimenti degli allievi e utilizzare una strumentistica scientificamente rigorosa Individuare criteri di giudizio equi ed obiettivi e adottare scelte didattico-docimologiche personali Raccogliere informazioni sulle situazioni socio-culturali di ogni allievo e formulare griglie di valutazione condivise dal Collegio Docenti Avere una preparazione didattica e pedagogica adeguata.
Quali sono le caratteristiche della misurazione che, nell’interrogazione, corrono il rischio di essere disattese? La preparazione, i repertori culturali, la lettura La stimolazione, l’ascolto, la sintesi L’ascolto, la registrazione, la comprensione La stimolazione, la registrazione, la lettura.
Per quanto attiene all’interrogazione cosa si intende con il termine “stimolazione” ? Quella prassi che si utilizza per incitare gli allievi a manifestare le abilità culturali acquisite Il linguaggio utilizzato dal docente nel formulare le domande Lo stimolo ricevuto dal docente per apprendere con rapidità ed efficacia Un’azione didattica rivolta a tutti ma che, di fatto, risulta efficace solo per gli allievi maggiormente dotati.
Cosa si intende precisamente col termine “registrazione” ? Utilizzare, durante l’interrogazione, il registratore affinché non vadano perdute tutte le informazioni emerse, le quali permetteranno un’attenta ed esaustiva valutazione globale Acquisire le abilità culturali manifestate dagli allievi in risposta agli stimoli precedentemente veicolati Tener conto di tutti gli aspetti emersi durante l’interrogazione, compresi i comportamenti sociali ed affettivi degli allievi Discernere con chiarezza, da parte dell’insegnante, attraverso l’utilizzo di tecniche precise, quali sono gli allievi che possiedono migliori abilità di carattere espositivo rispetto ai compagni.
Cosa si intende, sempre per quanto riguarda l’interrogazione, col termine “lettura” ? Quel particolare momento insito nell’ascolto dell’interrogazione orale Significa leggere/informare l’allievo del giudizio analitico emerso dopo l’interrogazione Quel particolare momento finalizzato ad ordinare e correggere i dati ottenuti Significa interpretare, dopo una lettura attenta, le decisioni, a volte arbitrarie, del docente.
Il dibattito in materia di valutazione e’, da diversi decenni, un dibattito vivace, ricco di spunti di riflessione e non ancora giunto a conclusione. qual e’ comunque il filo conduttore di tale dibattito? Riconoscere e valorizzare l’apprendimento, piuttosto che giudicarlo Controllare e verificare la “tenuta del sistema”. Rendere conto, in forza della legge sull’autonomia (L. 59 del 1997) della “produttività culturale” della scuola Coniugare l’esigenza di trasparenza, di affidabilità e leggibilità dei dati raccolti in ordine alla trasmissione culturale.
Quali sono gli “oggetti” della valutazione ? Rilevare qualche prestazione/abilità, sebbene parziale, di ogni allievo Certificare le competenze e descrivere in positivo gli apprendimenti via via realizzati dagli allievi Valutare le competenze di base degli allievi Evidenziare le risorse cognitive, sociali ed emotive di ogni singolo allievo.
Quali sono i “criteri” sui quali poggia una seria ed attenta azione valutativa? Conoscenze, abilità, competenze Osservazioni, prove tradizionali, prove strutturate Progressi dell’allievo, standard di riferimento, soglie assolute Descrizione degli apprendimenti, certificazione delle competenze.
Qual e’ il significato della valutazione nella scuola di base? Discriminare meglio i risultati degli allievi Contribuire a stimolare il miglioramento continuo dei processi di apprendimento Ripristinare bocciature seguendo criteri oggettivi Prestare attenzione alle esigenze e ai bisogni degli allievi.
Per “uguaglianza reale” nella scuola si intende: Che tutti abbiano accesso alla scuola Che tutti possano raggiungere lo stesso livello di apprendimento Che tutti possano raggiungere il loro livello massimo Che tutti possano beneficiare di elevate opportunità educative.
Parole chiave della legge sull’autonomia sono: Decentramento, articolazione, flessibilità Flessibilità, decentramento, statalizzazione Indipendenza, delocalizzazione Indipendenza, centralizzazione.
La “legge sull’autonomia” viene anche chiamata: Legge Moratti Legge liberale Six Subject Legge Bassanini.
Da una lettura più attenta dell’indagine PISA risulta che: In Italia ci sono grosse differenze tra la scuola del Nord e quella del Sud La scuola italiana si situa ad un livello molto basso La scuola finlandese è migliore di quella italiana La scuola inglese è migliore di quella finlandese.
Quale elemento risulta determinante per la carriera scolastica nel “ Rapporto sulla scuola in Italia 2010” ? L’istruzione genitoriale La collocazione geografica Le doti che l’alunno possiede La didattica.
Per POF si intende: La progettazione didattica La programmazione didattica I progetti extra scolastici Il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche.
Per progettazione intendiamo: La progettazione extra-scolastica da aggiungere alla programmazione L’intervento educativo all’interno della scuola da parte di agenzie extra-scolastiche Tutte quelle azioni che la scuola ipotizza al fine di concretizzare gli obiettivi del sistema di istruzione La programmazione ministeriale.
Il POF viene elaborato da: Consigli di classe Consiglio di Istituto Dirigente scolastico Collegio docenti.
Per programmazione intendiamo: Attività specifica degli insegnanti (individuale e di gruppo) che, guidata da criteri scientifici, stabilisce il percorso formativo da svolgere in classe Attività specifica dell’insegnante che, partendo dalla propria esperienza, stabilisce il percorso formativo da svolgere in classe Attività specifica dell’ insegnante che, basandosi su criteri soggettivi, stabilisce il percorso formativo da svolgere in classe Attività specifica degli insegnanti (individuale e di gruppo) che stabilisce il percorso formativo da svolgere in classe.
La legge sull’autonomia chiede alle scuole Di prendere decisioni sia in ambito organizzativo che in ambito didattico Di prendere decisioni solo in ambito didattico Di prendere decisioni solo in ambito organizzativo Di prendere decisioni solo in ambito amministrativo.
Nella scelta tra le varie tipologie di prove da somministrare è opportuno: Considerare innanzitutto le abilità che si vogliono rilevare Scegliere sempre prove strutturate per una valutazione oggettiva Utilizzare le prove che la tradizione didattica ha consolidato nel tempo Utilizzare tutta la varietà di prove che si conosce.
In letteratura si parla di prove semistrutturate: Quando è strutturata la parte che riguarda i quesiti Quando non ci sono risposte aperte Quando non esistono vincoli prescrittivi per le rispost Quando la prova è formata sia da domande aperte che da quesiti strutturati.
Le prove semistrutturate si differenziano da quelle oggettive in quanto: Hanno strutturata solo la parte riguardante le risposte Nascono dalla prassi tradizionale e non dalla ricerca pedagogica Lasciano aperta la parte relativa alle risposte Lasciano aperta la parte relativa alle domande.
Nell'ambito delle prove semistrutturate per “risposta-criterio” intendiamo: La risposta dei soggetti a cui è somministrata che fissa il livello di accettabilità La risposta determinata da chi formula il quesito che fissa il livello di adeguatezza La risposta mediamente più frequente La risposta determinata dagli stessi allievi in una fase di autovalutazione.
Nella prassi valutativa per cercare di soddisfare sempre le esigenze didattiche nelle varie situazioni di insegnamento-apprendimento sarebbe opportuno: Optare il più delle volte per la stessa tipologia di prova Ricorrere nella maggior parte dei casi a prove oggettive Scegliere tra le varie tipologie di prove quella che meglio si adatta alle abilità oggetto della rilevazione Scegliere tra le varie tipologie di prove quella che meglio si adatta al contesto didattico.
Indicare quale tra questi elenchi è composto di sole prove semistrutturate: Colloqui strutturati, riassunti, tema Saggi brevi, prove oggettive, tema Domande strutturate, saggi brevi, riassunti Domande strutturate, riassunti, interrogazioni orali.
Le prove semistrutturate permettono, meglio di altre, di rilevare: Processi intellettuali inferiori Conoscenze di base Processi intellettuali superiori Deficit nelle conoscenze.
Le prove di verifica semistrutturate ereditano dalle prove tradizionali: La rielaborazione delle conoscenze Il ricorso alla memoria rievocativa Il ricorso alla memoria riconoscitiva La rielaborazione delle competenze.
Le prove semistrutturate sono più adatte delle prove oggettive per rilevare: Saperi convergenti Saperi divergenti Saperi analogici Saperi meccanici.
Le prove semistrutturate sono caratterizzate da: Domande chiuse e risposte aperte Domande chiuse e risposte chiuse Domande aperte e risposte aperte Domande aperte e risposte chiuse.
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