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ETICA DELLA COMUNICAZIONE

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ETICA DELLA COMUNICAZIONE

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SET DOMANDE ECAMPUS

Creation Date: 2025/10/26

Category: University

Number of questions: 247

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L002 - 01. In Occidente, fin dall'antichità, con il termine "Etica" si indica la riflessione filosofica che ha per oggetto. i sentimenti dell'uomo. i pensieri dell'uomo. le aspirazioni dell'uomo. l'agire dell'uomo.

L002 - 02. Di solito in filosofia per indicare la riflessione filosofica che ha per oggetto l'ambito della prassi umana si utilizzano le espressioni. filosofia morale o etica filosofica. meta- etica o meta-morale. nomorale o noetica. prasseologica o etiologia.

L002 - 03. Nella filosofia analitica la ricerca preliminare che intende stabilire la natura dell'etica e che si propone di definire i metodi di prova e di dimostrazione nel campo dell'etica viene indicata con le espressioni. nomorale o noetica. meta- etica o meta-morale. filosofia morale o etica filosofica. prasseologica o etiologia.

L002 - 04. Il termine greco ethos ha trovato un unico corrispondente nella lingua latina con il sostantivo. mors, mortis. mos, moris. res publica. just, iuris.

L003 - 01. Fin dal mondo greco l'attività filosofica ha sempre preso le mosse. da un interrogativo. da una certezza. da Dio. dalla natura.

L003 - 02. La riflessione filosofica sull'agire intende condurre un discorso che valga. solo per il singolo uomo. solo per un determinato ceto di uomini. solo per un determinato periodo storico. per tutti gli uomini.

L003 - 03. Nell'etica antica risultano dominanti le questioni relative. alla definizione dell'agire. nessuna delle precedenti. al senso dell'agire. al dovere dell'agire.

L003 - 04. Nell'etica della tradizione ebraico-cristiana risultano dominanti le questioni relative. alla definizione dell'agire. al dovere dell'agire. al senso dell'agire. alla descrizione dell'agire.

L003 - 05. Nell'etica contemporanea risultano dominanti le questioni relative. al dovere dell'agire. alla descrizione dell'agire. al senso dell'agire. alla definizione dell'agire.

L004 - 01. Aristotele definisce la virtù come la disposizione etica del proponimento. dell'ordine naturale. del precetto divino. del giusto mezzo. del bene supremo.

L004 - 02. Secondo Aristotele, ogni uomo tende a raggiungere il bene. per costrizione. per natura. guidato dalle sue passioni particolari. per imposizione divina.

L004 - 03. Nell'etica di Aristotele la riflessione etica è collegata alla sua concezione. del bene. dell'arte. del male. del piacere.

L005 - 01. La vera felicità consiste, secondo Aristotele, nell'esercizio delle attività. politiche. razionali. corporali. tecniche.

L005 - 02. All'etica del bene supremo, elaborata da Aristotele, è strettamente collegata un'etica. del dolore. del piacere. della virtù. del vizio.

L005 - 03. Alla base della teoria etica elaborata da Aristotele vi è il presupposto che la natura umana sia. fissa, univoca e immutabile. in continua trasformazione. storicamente determinata. determinata dallo specifico ordinamento giuridico.

L005 - 04. Alla base della teoria etica elaborata da Aristotele vi è il presupposto che tra ciò che l'uomo fa seguendo la sua natura e ciò che deve fare. nessuna delle precedenti. non vi sia alcuna differenza. vi sia una radicale differenza. non sia possibile stabilire alcun rapporto.

L005 - 05. Secondo Aristotele, il vero bene supremo dell'uomo consiste. nel piacere. nella tranquillità dell'animo. nella felicità. nel potere.

L006 - 01. Nella tradizione ebraico-cristiana il comandamento fondamentale è quello. dell'odio. del risentimento. dell'amore. dell'abbandono.

L006 - 02. Nella tradizione ebraico-cristiana l'etica è fondata sulla. religione. storia. psiche. natura.

L006 - 03. Alla base della teoria etica elaborata dalla tradizione ebraico-cristiana vi è il presupposto che tra ciò che l'uomo fa seguendo la sua natura e ciò che deve fare. non vi sia alcuna differenza. non sia possibile stabilire alcun rapporto. vi sia una radicale differenza. nessuna delle precedenti.

L006 - 04. La teoria etica elaborata dalla tradizione ebraico-cristiana assume a suo fondamento il problema. del bene. del volere. del piacere. del male.

L006 - 05. L'etica della tradizione ebraico-cristiana si caratterizza come etica. del dovere. del vizio. del piacere. della virtù.

L006 - 06. Alla base della teoria etica elaborata dalla tradizione ebraico-cristiana vi è il presupposto che la natura umana sia. storicamente determinata. fissa, univoca e immutabile. determinata dallo specifico ordinamento giuridico. dinamica, in continua trasformazione.

L007 - 01. Secondo Agostino, il male. esiste ed è parte integrante del creato. è la punizione divina per i peccati commessie la punizione divina per i peccati commessi. in sé non esiste/è il non essere (bene). coincide con il peccato originale.

L008 - 01. Nell'etica kantiana l'unico movente possibile dell'azione morale e virtuosa è rappresentato dal. desiderio. piacere. dovere. bisogno.

L008 - 02. Nella "Critica della ragion pratica" le determinazioni universali oggettive della volontà sono definite. leggi. massime. postulati. idee regolative.

L008 - 03. Nell'etica kantiana. la storia è il fondamento della morale. la religione è il fondamento della morale. la morale è il fondamento della storia. la morale è il fondamento della religione.

L008 - 04. La legge morale kantiana si presenta all'uomo sotto forma di un. dovere. invito. consiglio. desiderio.

L008 - 05. Nella "Critica della ragion pratica" è contenuta in forma compiuta e sistematica la dottrina kantiana. della morale. della religione. della conoscenza. dell'arte.

L008 - 06. Nella "Critica della ragion pratica" le determinazioni universali soggettive della volontà sono definite. idee regolative. leggi. postulati. massime.

L009 - 01. Secondo Kant, l'azione veramente virtuosa e morale è. fenomenica e razionale. noumenica e libera. eteronoma e informale. autonoma e formale.

L009 - 02. Nella "Critica della ragion pratica" come sono definiti i presupposti da ammettere come esistenti per poter comandare agli esseri razionali il rispetto della legge morale?. Massime. Leggi. Postulati. Idee.

L009 - 03. L'etica kantiana pone alla base delle leggi della vita morale. gli imperativi categorici. i consigli della prudenza. gli imperativi ipotetici. le regole dell'abilità.

L010 - 01. Come definisce Nietzsche i due impulsi fondamentali dello spirito tragico e dell'arte greca?. Naturale e artificiale. Dialettico e speculativo. Apollineo e dionisiaco. Empirico e razionale.

L010 - 02. Come definisce Nietzsche il proprio metodo?. Ontologico. Teologico. Alogico. Genealogico.

L011 - 01. Secondo Nietzsche, nel campo della morale è necessario. rielaborare criticamente i principi morali di Socrate e Platone. operare una radicale trasvalutazione di tutti i valori. effettuare un ritorno alla natura e ai suoi principi incontaminati. ritornare ai valori originari del Cristianesimo primitivo.

L011 - 02. Come definisce Nietzsche la morale cristiana?. La morale dei regnanti. La morale degli schiavi. La morale degli immortali. La morale dei condottieri.

L011 - 03. Secondo la genealogia della morale di Nietzsche, i valori etici. sono l'espressione concreta della nuova morale del superuomo/oltre uomo. sono i presupposti imprescindibili per una filosofia critica. sono il risultato di determinati calcoli di utilità per il mantenimento e il rafforzamento delle norme di dominio umano. esistono solo nella mente del filosofo che li elabora.

L011 - 04. Nella filosofia di Nietzsche, il superuomo/oltre uomo è colui che è in grado di. incarna virilmente tutti valori della metafisica occidentale. reprimere e sottomettere senza sforzo alcuno le masse. negare l'esistenza in ogni sua forma e in ogni suo aspetto. accettare consapevolmente e virilmente la dimensione tragica e dionisiaca dell'esistenza.

L011 - 05. Nella filosofia di Nietzsche, la morte di Dio coincide con l'atto di nascita. di un nuovo superamento dialettico (Aufhebung). del superuomo/oltre uomo (Übermensch). di una nuova critica della ragion pura. di una nuova forma di cogito cartesiano.

L011 - 06. Secondo Nietzsche, la morte di Dio coincide con. la fondazione di una nuova religione. la fine della riflessione filosofica. il ritorno dei vecchi valori della metafisica classica. la fine di tutte le verità assolute.

L011 - 07. Ne "La gaia scienza" Nietzsche annuncia. la morte di Dio. l'immortalità dell'anima. la reincarnazione dello spirito. la fine dei tempi.

L011 - 08. La morte di Dio corrisponde, secondo Nietzsche, anche al tramonto definitivo del. Platonismo. Giansenismo. Manicheismo. Pietismo.

L012 - 01. La filosofia analitica, influente soprattutto nell'area culturale anglo-americana, si è dedicata. alla fondazione di una nuova metafisica della morale. all'analisi dei diversi modi in cui l'agire umano trova la propria concreta esplicazione. alla critica radicale dei valori che sono a fondamento della morale tradizionale. alla elaborazione di una "logica del senso" dell'agire umano.

L012 - 02. Dopo Kant, la riflessione filosofica. ha rifiutato totalmente il principio del dovere in campo etico. ha accettato totalmente il principio del dovere in campo etico. non ha messo in discussione il principio del "dovere per il dovere". ha messo in discussione il principio del "dovere per il dovere".

L012 - 03. Nella seconda metà dell'Ottocento qual è il filosofo che ha ripensato in modo radicale i fondamenti della morale tradizionale?. Friedrich Nietzsche. Aristotele. Immanuel Kant. G.W.F. Hegel.

L012 - 04. Secondo la filosofia continentale, la ricerca di un senso dell'agire. è totalmente al di là delle facoltà conoscitive umane e pertanto dovrebbe essere abbandonata. è ancora possibile, ma solo secondo le modalità del coinvolgimento degli agenti. non è più possibile. è ancora possibile, ma solo nei modi dell'imposizione.

L012 - 05. La conclusione cui giunge Nietzsche nella sua analisi genealogica della morale è che. ogni cittadino dovrebbe conformare le sue azioni ai dettami della costituzione dello Stato di cui è membro. il senso supremo dell'agire dell'uomo risiede nella volontà divina. non ha più senso porre il problema del senso dell'agire. ha ancora senso porre il problema del senso dell'agire.

L012 - 06. La conclusione cui giunge Nietzsche nella sua analisi genealogica della morale può essere definita. provvidenzialistica. nichilistica. pietistica. ottimistica.

L012 - 07. Secondo Nietzsche, il senso delle nostre azioni risiede. nella "volontà di potenza". nella volontà dello Stato. nella volontà di Dio. nella volontà della Chiesa.

L013 - 01. Nell'epoca della tecnica, il senso dell'agire viene a risolversi sempre di più. nella credibilità delle opinioni. nella strategia politica adottata per risolvere le questioni di ordine mondiale. nella duttilità del pensiero. nell'efficacia della prestazione.

L013 - 02. Le etiche applicate nascono. da una riproposizione in forma aggiornata dell'etica aristotelica. dall'applicazione dei principi fondamentali dell'etica calvinista alla produzione materiale. da una rifondazione su base laica dell'etica elaborata dalla tradizione ebraico-cristiana. da un allargamento, da una trasformazione e da una applicazione dell'etica generale.

L014 - 01. Tra il livello sempre più circoscritto delle etiche applicate e quello ben più ampio dell'etica generale si viene a creare un circolo. capzioso. virtuoso. ermeneutico. vizioso.

L014 - 02. Nel corso del Novecento sono nate discipline specifiche allo scopo di approfondire e di valutare l'impatto delle nuove tecnologie sui vari ambiti. della nostra vita. della nostra storia. del nostro pianeta. della nostra tecnica.

L014 - 03. La messa in discussione e il superamento dei tre limiti a partire dai quali erano stati elaborati i precedenti modelli di etica, hanno fatto sorgere il problema. della verificabilità che contraddistingue ogni azione umana. della imprevedibilità che contraddistingue ogni azione umana. della responsabilità che contraddistingue ogni azione umana. della unicità che contraddistingue ogni azione umana.

L014 - 04. Nell'epoca secolarizzata e "disincantata" della tecnica, l'agire dell'uomo sa di dover rispondere. solo a se stesso. solo a Dio. solo alla tecnica. solo alla natura.

L015 - 01.Nella riflessione filosofica contemporanea l'etica della comunicazione ha trovato importanti sviluppi specialmente nell'ambito. della filosofia continentale. della filosofia rinascimentale. della filosofia analitica. della filosofia antica.

L015 - 02. I principi di comportamento ai quali è necessario riferirsi nei processi comunicativi devono essere principi validi. per una determinata area geografica. in generale. per il singolo soggetto agente. per un determinato ceto sociale.

L015 - 03. L'etica della comunicazione è una disciplina filosofica nata come disciplina autonoma e codificata. nel XIX secolo d.C. nel V secolo a.C. nella prima metà del Novecento. nella seconda metà del Novecento.

L016 - 01. Il compito teorico specifico dell'etica della comunicazione consiste nel fondare in termini filosofici ciò che può essere detto. gnoseologicamente "conoscibile". politicamente "corretto". metafisicamente "vero". eticamente "buono".

L017 - 01. Che cosa si intende per "deontologia professionale"?. nessuna delle precedenti. la disciplina filosofica che indaga i modi in cui i paradigmi morali elaborati dall'etica generale vengono trasposti sul piano concreto dell'agire comunicativo. la teoria che vede racchiusi nell'agire comunicativo, e quindi presenti già all'interno della comunicazione stessa, degli specifici riferimenti etici, capaci di fondare un'etica generale. l'indicazione dei principi di comportamento, dei doveri che vengono condivisi da una specifica categoria di comunicatori.

L018 01. Secondo la teoria dell'"agire comunicativo", quando si parla di comunicazione si ha a che fare con. un protocollo d'azione fissato una volta per sempre. un fatto. un atto. un'astrazione.

L018 02. Che cosa si intende per etica "della" comunicazione propriamente detta?. la teoria che vede racchiusi nell'agire comunicativo, e quindi presenti già all'interno della comunicazione stessa, degli specifici riferimenti etici, capaci di fondare un'etica generale. la disciplina filosofica che indaga i modi in cui i paradigmi morali elaborati dall'etica generale vengono trasposti sul piano concreto dell'agire comunicativo. nessuna delle precedenti. l'indicazione dei principi di comportamento, dei doveri che vengono condivisi da una specifica categoria di comunicatori.

L018 03. Che cosa si intende per etica "nella" comunicazione?. la disciplina filosofica che indaga i modi in cui i paradigmi morali elaborati dall'etica generale vengono trasposti sul piano concreto dell'agire comunicativo. la teoria che vede racchiusi nell'agire comunicativo, e quindi presenti già all'interno della comunicazione stessa, degli specifici riferimenti etici, capaci di fondare un'etica generale. nessuna delle precedenti. l'indicazione dei principi di comportamento, dei doveri che vengono condivisi da una specifica categoria di comunicatori.

L019 01. Secondo il modello comunicativo standard, comunicare è sostanzialmente sinonimo di. condividere. pubblicizzare. trasmettere. parlare.

L019 02. Nel modello comunicativo standard la comunicazione fra un emittente e un destinatario viene vista come un rapporto. unilaterale. dinamico. bilaterale. processuale.

L019 03. Il primo ad applicare il modello matematico dell'informazione alla linguistica è stato. Claude Shannon. Umberto Eco. Roman Jakobson. Immanuel Kant.

L020 - 01. Un esempio paradigmatico del modello comunicativo standard è rappresentato dalla comunicazione. politica. accademica. pubblicitaria. medico-paziente.

L020 - 02. La grande diffusione e la continua affermazione del modello comunicativo standard giustifica la sua assunzione a modello interpretativo di riferimento (standard) per tutti i processi comunicativi?. Forse. Sì, certamente. No. Sì, ma solo a determinate condizioni.

L020 - 03. Secondo il modello comunicativo standard, comunicare bene significa comunicare in maniera. a priori e a posteriori. efficace ed efficiente. chiara e distinta. corretta e formale.

L021 - 01. Nel modello basilare della comunicazione, il cosiddetto feedback (la "risposta" dell'altro interlocutore). è previsto solo dopo un determinato lasso di tempo. è previsto fin dall'inizio. è previsto solo a determinate condizioni. non è mai previsto.

L021 - 02. Secondo il modello basilare della comunicazione, "comunicare" significa. recapitare messaggi. dischiudere uno spazio comune di relazione fra interlocutori. fornire informazioni. trasmettere contenuti.

L021 - 03. Nel modello dell'informazione, l'iniziativa risulta essere. sempre dal lato del ricevente. a volte dal lato dell'emittente, altre volte dal lato del ricevente (intermittenza). sia dal lato dell'emittente che dal lato del ricevente (simultaneità). sempre dal lato dell'emittente.

L021 - 04. Nel modello dell'informazione, il feedback, la risposta del ricevente, è considerato sempre. nessuna delle precedenti. successivo al messaggio inviato. simultaneo al messaggio inviato (tempo reale). antecedente al messaggio inviato.

L021 - 05. Nel modello basilare della comunicazione, l'interazione tra gli interlocutori è possibile. sempre e in ogni momento. mai. solo a determinate condizioni. non contemporaneamente.

L022 - 01. Il termine comunicazione deriva dal latino comunicato, che significa. far partecipe, mettere in comune. parlare, dialogare. scienza della comunicazione. criticare, mettere in discussione.

L022 - 02. Secondo il modello basilare della comunicazione, qual è il presupposto di ogni processo comunicativo?. La trasmissione di messaggi comprensibili a coloro che utilizzano lo stesso codice linguistico. La verifica della veridicità dei contenuti mediati nella prassi comunicativa. La creazione di uno spazio condiviso tra gli interlocutori che cooperano nella relazione comunicativa. La produzione e distribuzione di informazioni attendibili e verificabili.

L022 - 03. Il linguaggio serve. unicamente a mettere in collegamento gli uomini. né a mettere in collegamento, né a separare gli uomini. unicamente a creare conflitti tra gli uomini. sia a mettere in collegamento che a separare gli uomini.

L022 - 04. Comunicazione e linguaggio. sono differenti. sono la stessa cosa, ma hanno diversi ambiti di applicazione. sono la stessa e identica cosa. hanno un significato specifico a seconda dell'interlocutore.

L022 - 05. Nella dinamica del comunicare è sempre presente l'intenzione di. raggiungere l'intesa. creare consenso. evitare l'intesa. creare conflitti.

L022 - 06. Il linguaggio. è una forma particolare e specifica di comunicazione. è il medium di cui la comunicazione si serve per realizzare l'attività comunicativa. è lo scopo ultimo di ogni forma di comunicazione. è la forma suprema di comunicazione.

L023 - 01. L'etica "della" comunicazione interessa. solo gli appartenenti a una determinata categoria professionale. solo i destinatari dei messaggi pubblicitari. tutti coloro che sono coinvolti nei processi comunicativi. tutti i cittadini di una determinata nazione.

L023 - 02. Le questioni etiche che concernono la libertà e la responsabilità dell'uomo. non possono ricevere risposte provenienti da un ambito diverso (ad esempio, da un codice di norme deontologiche). non possono ricevere nessun tipo di risposta. possono ricevere risposte provenienti da un ambito diverso (ad esempio, da un codice di norme deontologiche). possono ricevere una risposta solo dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aia.

L023 - 03. Il limite di validità e di applicazione dei codici deontologici è dovuto al fatto che. ritengono di poter fornire una risposta giuridica a questioni di carattere etico. sono validi solo in una nazione e non in tutta la Comunità Europea. sono validi solo successivamente alla loro pubblicazione e non per le trasgressioni commesse in precedenza (principio di non retroattività). i codici deontologici sono validi solo per una categoria di professionisti.

L023 - 04. L'adozione e l'applicazione dei codici deontologici costituiscono un valido deterrente per evitare i comportamenti scorretti?. Sì. No. Sì, ma solo per determinate categorie professionali. Sì, ma solo in seguito alla regolamentazione da parte della Comunità Europea.

L023 - 05. I codici deontologici delle varie categorie professionali sono il risultato di. una regolamentazione governativa. una regolamentazione che viene decisa dalla Comunità Europea. una regolamentazione esterna. una regolamentazione interna.

L023 - 06. La deontologia si occupa. dei doveri professionali. degli accordi commerciali. dei desideri personali. dei segreti aziendali.

L024 - 01. Il termine "responsabilità" è collegato etimologicamente al verbo. domandare. rispondere. convocare. risarcire.

L024 - 02. Il legame tra responsabilità e libertà ha trovato un approfondimento teorico nel concetto kantiano di. verificabilità empirica. imperativo categorico. imputabilità. giudizio analitico a priori.

L024 - 03. Il problema della responsabilità delle azioni del soggetto rientra. nell'ambito assicurativo. nell'ambito giuridico. nell'ambito estetico. nell'ambito etico.

L024 - 04. La responsabilità del soggetto agente è strettamente legata alla sua. libertà di decisione e di azione. situazione economica. dipendenza psicologica. formazione culturale.

L025 - 01. Si agisce in modo responsabile quando. si accetta liberamente di sottoporsi a un vincolo. si rispettano le leggi. si è costretti a sottoporsi a un vincolo. si pagano sempre i propri debiti.

L025 - 02. L'imputabilità presuppone l'esistenza di. un'istanza capace di arrivare a conoscere la "cosa in sé". un'istanza inferiore. un'istanza superiore. un'istanza capace di dimostrare l'esistenza di Dio.

L025 - 03. Il concetto di responsabilità implica che. tutti i problemi concernenti l'agire dell'uomo possono essere risolti mantenendosi nel rispetto della legalità. non tutti i problemi concernenti l'agire dell'uomo possono essere risolti mantenendosi nel rispetto della legalità. la legalità è cosa ben diversa dalla legittimità. la legalità è il fondamento di ogni agire morale dell'uomo.

L026 - 01. Il modello di etica della comunicazione che avanza pretese di fondazione generale e di senso dell'agire umano si chiama. etica nella comunicazione. etica attraverso la comunicazione. etica per la comunicazione. etica con la comunicazione.

L026 - 02. Per fondare e giustificare la libera scelta tra i diversi modelli etici di fondo, bisogna rifarsi alla. etica del fondamento. etica della giustificazione ultima. etica generale. etica particolare.

L026 - 03. La responsabilità causale. è la causa della responsabilità morale. non coincide con la responsabilità morale. coincide con la responsabilità morale. è la responsabilità morale nel campo della natura.

L027 - 01. Secondo il modello teorico di un'etica "nella" comunicazione, è possibile rinvenire, all'interno dell'ambito comunicativo, criteri e principi etici che pretendono di avere una validità. particolare. collettiva. universale. singolare.

L027 - 02. Secondo Karl-Otto Appel, i principi morali rinvenibili nell'agire comunicativo degli uomini sono. i principi di uguaglianza, libertà e solidarietà. i principi di giustizia, libertà e legalità. i principi di giustizia, solidarietà e co-responsabilità. i principi di uguaglianza, fratellanza e solidarietà.

L027 - 03. Il modello teorico di un'etica "nella" comunicazione è stato elaborato dai filosofi tedeschi. Immanuel Kant e G.W.F. Hegel. Max Horkheimer e Theodor W. Adorno. Karl-Otto Apel e Jürgen Habermas. Friedrich Nietzsche e Sigmund Freud.

L028 - 01. Alla base dell'etica del discorso di Jürgen Habermas si trova il principio di. universalizzazione. particolarizzazione. soggettivazione. individuazione.

L028 - 02. La particolare teoria di etica della comunicazione elaborata da Jürgen Habermas ha assunto il nome di. etica dell'agire comunicativo. etica della universalizzazione. etica del discorso. etica della narrazione interpersonale.

L029 - 01. L'idea-guida che è alla base dei cinque modelli fondamentali dell'etica della comunicazione, sostiene che comunicare significa. applicare in ogni contesto lo specifico codice di regole previsto per una determinata categoria professionale. descrivere quanto più oggettivamente è possibile uno stato di cose. fornire informazioni attendibili e veritiere. creare uno spazio comune d'intesa tra gli agenti.

L029 - 02. Il primo modello fondamentale dell'etica della comunicazione presenta un collegamento privilegiato. all'anima dell'uomo. alla società dell'uomo. alla natura dell'uomo. alla storia dell'uomo.

L030 - 01. Nel primo modello teorico dell'etica della comunicazione, l'essenza, la natura, l'essere dell'uomo è considerato come un qualcosa di. strettamente legato al tipo di società in cui l'uomo vive. fisso e immutabile. dinamico e mutevole. in continua evoluzione storica.

L030 - 02. Il primo modello teorico dell'etica della comunicazione, caratterizzato da un collegamento privilegiato alla "natura" dell'uomo, è dominante nel pensiero. medioevale. antico. contemporaneo. moderno.

L030 - 03. Il primo modello teorico dell'etica della comunicazione, caratterizzato da un collegamento privilegiato alla "natura" dell'uomo, permette di rispondere alla domanda. perché l'uomo compie il male?. che senso ha l'agire dell'uomo?. che cosa è buono?. perché l'uomo si comporta in un determinato modo?.

L031 - 01. Sul versante teologico, il modello dialogico ha ricevuto una notevole elaborazione nel pensiero di. Martin Luther King. Martin Heidegger. Martin Buber. Martin Lutero.

L031 - 02. Il modello dialogico ha riscosso molto successo fra gli autori del. Novecento. Settecento. Ottocento. Seicento.

L031 - 03. In ogni buon dialogo è richiesta la capacità di. sottomettere l'altro. aprirsi all'altro. chiudersi all'altro. sottomettersi all'altro.

L031 - 04. In un vero dialogo la posizione di ogni interlocutore è. assoluta e immodificabile. infallibile e incorreggibile. relativa e modificabile. nessuna delle precedenti.

L032 - 01. Considerati sul piano filosofico, i risultati a cui approda il modello dialogico risultano essere. difficilmente sostenibili. facilmente sostenibili. facilmente sostenibili. assolutamente insostenibili.

L032 - 02. Nel modello dialogico la motivazione che spinge l'uomo, nell'interazione comunicativa, a optare per il dialogo. viene giustificata, ma solo in alcuni casi specifici. viene giustificata. non viene giustificata. non è posta.

L032 - 03. Nel modello dialogico comunicare bene significa rivolgersi a un. noi. io. tu. voi.

L033 - 01. Secondo Socrate e Platone, "buona" retorica è quella in cui si ha l'intenzione di regolare il proprio discorso a partire dalle esigenze. della natura. dell'interlocutore. di Dio. della polis.

L033 - 02. Nella "Retorica" Aristotele sostiene che vi uno stretto rapporto tra retorica. e psicologia. ed etica. e fisica. e metafisica.

L033 - 03. Secondo il paradigma retorico del riferimento all'audience, comunicare bene significa quindi conformarsi alle esigenze. di Dio. del Parlamento. dell'interlocutore. dell'emittente.

L033 - 04. Nel paradigma retorico del riferimento all'audience si salvaguarda anche e soprattutto il buon diritto. di chi ascolta. di chi pensa. di chi parla. di chi tace.

L034 - 01. Nel modello di etica della comunicazione fondato sul criterio dell'utilità, l'utile di cui si fa portavoce una parte o un gruppo. può essere realmente partecipato da tutti i soggetti morali, ma solo a partire da una determinata fascia di reddito. può essere realmente partecipato da tutti i soggetti morali, ma solo a determinate condizioni. non potrà mai essere realmente partecipato da tutti i soggetti morali. può essere realmente partecipato da tutti i soggetti morali.

L034 - 02. Nel modello di etica della comunicazione fondato sul criterio dell'utilità, la mediazione dei vari interessi parziali viene giustificata. sul piano giuridico. sul piano politico. sul piano etico. sul piano metafisico.

L034 - 03. Nel modello di etica della comunicazione fondato sul criterio dell'utilità, la mediazione dei vari interessi parziali è regolata sulla base di. emozioni. azioni. mozioni. sanzioni.

L035 - 01. Per potere pretendere di assumere una forma universale, il principio dell'utilità (individuale o di un gruppo di individui) richiede di essere giustificato da un punto di vista. amministrativo. economico. politico-istituzionale. teorico.

L035 - 02. Nell'utilitarismo l'elemento che contraddistingue ogni soggetto morale è rappresentato dalla tendenza innata dell'uomo. alla felicità. all'amore. al potere. alla ricchezza.

L035 - 03. Nel campo specifico dell'etica della comunicazione, il compito dell'utilitarismo consiste nel promuovere. il bene più grande possibile per il maggior numero di persone e per il tempo più lungo possibile. il bene più grande possibile per il maggior numero di persone e per il tempo più breve possibile. il bene più grande possibile per il minor numero di persone e per il tempo più breve possibile. il bene più grande possibile per il minor numero di persone e per il tempo più lungo possibile.

L035 - 04. L'applicazione del paradigma dell'utilità al campo dell'etica della comunicazione. permette di risolvere il problema della motivazione delle azioni dell'uomo. permette di risolvere il problema della motivazione delle azioni dell'uomo, ma a solo a determinate condizioni. non permette di risolvere il problema della motivazione delle azioni dell'uomo. permette di risolvere il problema della motivazione delle azioni dell'uomo, ma solo a partire da una determinata fascia di reddito.

L036 - 01. Il modello di etica della comunicazione che si basa sul principio della comunità della comunicazione è stato elaborato per la prima volta dal filosofo tedesco. Immanuel Kant. Martin Heidegger. G.W.F. Hegel. Karl-Otto Apel.

L036 - 02. Il modello di etica della comunicazione elaborato dal filosofo tedesco Karl-Otto Apel (1922-2017) si basa sul principio della. necessità della comunicazione. individualità della comunicazione. verità della comunicazione. comunità della comunicazione.

L036 - 03. Secondo Apel, dove è possibile rinvenire e vedere all'opera principi morali ben precisi?. Nella comunicazione politica. All'esterno dell'ambito comunicativo. All'interno dell'ambito comunicativo. Nella parola di Dio, così come è contenuta e tramandata nel Vecchio Testamento.

L036 - 04. Secondo Apel, le norme fondamentali della giustizia, della solidarietà e della co-responsabilità, presenti in ogni relazione comunicativa, permettono di fondare. un'etica particolare. un'etica generale. una nuova forma di religione immanentistica. una forma universale di linguaggio, comprensibile da ogni uomo.

L036 - 05. Secondo Apel, ogni parlante è membro di una. società limitata per azioni. società transazionale di comunicazione. associazione di individui con uguali diritti e uguali doveri. comunità illimitata della comunicazione.

L036 - 06. Secondo Apel, chi ci impone le norme fondamentali della comunità della comunicazione?. Dio. Noi stessi. La natura. La società.

L037 - 01. A quale precedente teoria morale si riallaccia Karl-Otto Apel?. Alla teoria morale cristiana. Alla teoria morale kantiana. Alla teoria morale aristotelica. Alla teoria morale stoica.

L037 - 02. A differenza da Kant, nell'etica del discorso di Apel si tratta. dell'unità dell'interpretazione intersoggettiva. dell'unità del soggetto-oggetto nell'autocoscienza del singolo uomo. dell'unità dell'uomo con la natura. dell'unità dell'uomo con Dio.

L037 - 03. Nella prima fase della sua riflessione, come ha definito Apel il suo programma di ricerca?. Etica della comunicazione. Etica della condivisione. Etica della liberazione. Etica della comprensione.

L037 - 04. Nella seconda fase della sua riflessione, come ha definito Apel il suo programma di ricerca?. Etica del colloquio. Etica del dialogo. Etica del confronto. Etica del discorso.

L037 - 05. A quale forma specifica di comunicazione, intesa come medium della concreta fondazione delle norme, rimanda l'espressione "etica del discorso"?. Alla forma del discorso assertivo. Alla forma del discorso argomentativo. Alla forma del discorso palliativo. Alla forma del discorso conciliativo.

L037 - 06. Secondo l'"etica del discorso", quale tipo di discorso contiene anche l'elemento razionale a priori capace di fondare il principio universale dell'etica?. Il discorso conciliativo. Il discorso palliativo. Il discorso assertivo. Il discorso argomentativo.

L038 - 01. Secondo Apel, Kant non è riuscito a fornire una fondazione ultima in senso trascendentale della legge morale perché nel principio kantiano dell'"Io penso" non è contenuta la dimensione. della credibilità. della moralità. della dimostrabilità. dell'intersoggettività.

L038 - 02. Quale tipo di discorso è individuato dall'"etica del discorso" come medium imprescindibile per la fondazione concreta di norme morali e giuridiche capaci di consenso da parte dei soggetti coinvolti?. Il discorso palliativo. Il discorso argomentativo. Il discorso assertivo. Il discorso conciliativo.

L038 - 03. Alla base dell'"etica del discorso" si situa. la conservazione naturale dei singoli. la cooperazione solidale dei singoli. la compassione morale dei singoli. la concorrenza spietata dei singoli.

L038 - 04. Secondo l'etica del discorso, dove è possibile rinvenire quell'elemento a priori che può fungere da criterio per un'etica universale?. Nel discorso stesso. Nella vera fede in Dio. Nel rispetto della natura umana. In ogni singolo uomo.

L038 - 05. Secondo Apel, Kant è riuscito a fornire una fondazione ultima in senso trascendentale della legge morale?. Sì, ma solo a determinate condizioni. Sì. No. Sì, ma non nelle opere pubblicate.

L038 - 06. Nell'etica del discorso si verifica una trasformazione della filosofia trascendentale in senso. idealistico-trascendentale. etico-trascendentale. metafisico-trascendentale. pragmatico-trascendentale.

L039 - 01. Anche nella riflessione etica di Jürgen Habermas è presente il cambiamento di paradigma dal soggetto della morale kantiana alla. pietà della morale cristiana. intersoggettività della comunità linguistica. coscienza del singolo uomo. vera essenza umana.

L039 - 02. A differenza dal paradigma coscienzialistico tipicamente kantiano, quale paradigma ha adottato Habermas?. Il paradigma linguistico. Il paradigma oggettivistico. Il paradigma moralistico. Il paradigma attivistico.

L039 - 03. Rispetto alla teoria morale kantiana, Habermas ha spostato il sistema di riferimento dalla coscienza morale solitaria alla. alla interiorità del singolo uomo. comunità di discorso dei soggetti. alla felicità del singolo uomo. alla vera fede in Dio.

L040 - 01. Come definisce Habermas quel principio, secondo cui possono pretendere validità soltanto quelle norme che trovano il consenso di tutti i soggetti coinvolti?. Principio dell'etica della comunicazione. Principio dell'etica del consenso. Principio dell'etica del confronto. Principio dell'etica del discorso.

L040 - 02. Secondo Habermas, nella comunicazione avanziamo inevitabilmente implicite pretese di carattere. universale. particolare. soggettivo. oggettivo.

L040 - 03. La contraddizione che si verifica sul piano dell'agire comunicativo, è definita da Habermas contraddizione. trasformativa. performativa. attiva. comunicativa.

L040 - 04. Come definisce Habermas il principio che sta alla base della comunicazione morale?. Principio di Universalizzazione. Principio di Base. Principio di Comunicazione. Principio di Determinazione.

L041 - 01. Secondo Habermas e Apel, quando comunichiamo, presupponiamo, sia pure implicitamente, delle pretese di validità. universale. singolare. particolare. ideale.

L041 - 02. La «situazione discorsiva ideale» (Habermas) e la «comunità ideale della comunicazione» (Apel) contraddistinguono uno status particolare, nel quale le istanze logiche ed etiche della comprensibilità, della verità, della veridicità e della correttezza sono. parzialmente rispettate. totalmente assenti. unilateralmente rispettate. integralmente rispettate.

L041 - 03. Sia la «situazione discorsiva ideale» (Habermas) che la «comunità ideale della comunicazione» (Apel). esistono realmente. esistono solo in piccole comunità. non esistono realmente e non sono nemmeno pensabili. non esistono realmente.

L041 - 04. Sia la «situazione discorsiva ideale» (Habermas) che la «comunità ideale della comunicazione» (Apel) rappresentano degli ideali. proattivi. regolativi. attivi. comunicativi.

L041 - 05. Con la loro etica della comunicazione (Apel della prima fase) o etica del discorso (Apel della seconda fase / Habermas), i due filosofi tedeschi si propongono di fornire una fondazione razionale e. individuale dei principi dell'agire morale. particolare dei principi dell'agire morale. universale dei principi dell'agire morale. singolare dei principi dell'agire morale.

L041 - 06. Sia Juergen Habermas che Karl-Otto Apel ritengono improponibile una ripresa dell'etica. aristotelica. kantiana. hegeliana. agostiniana.

L041 - 07. Sia Jürgen Habermas che Karl-Otto Apel ritengono che la fondazione razionale e universale dei principi dell'agire sia possibile sulla base della attualizzazione dell'insegnamento morale. aristotelico. agostiniano. hegeliano. kantiano.

L041 - 08. In fin dei conti, sia l'etica della comunicazione di Apel che l'etica del discorso di Habermas, propongono una nuova versione. della morte di Dio teorizzata da Nietzsche. dell'identità di reale e razionale teorizzata da Hegel. dell'amore cristiano teorizzato da Agostino d'Ippona. dell'imperativo categorico kantiano.

L041 - 09. Secondo Apel e Habermas, i partecipanti alla discussione sono chiamati a riconoscere i partner della discussione e a trattarli su un piano di. libertà e uguaglianza. intesa e coinvolgimento. uguaglianza e pariteticità. equità e fratellanza.

L042 - 01. Secondo Jürgen Habermas, la razionalità discorsiva è una razionalità. provvidenzialistica. ideal-regolativa. idealistica. pratico-emancipativa.

L042 - 02. L'opera Teoria dell'agire comunicativo può essere considerata come un riepilogo del pensiero di Habermas a partire dal punto di vista raggiunto mediante l'adozione del paradigma della. filosofia della natura. filosofia dell'arte. filosofia del linguaggio. filosofia morale.

L042 - 03. Secondo Jürgen Habermas, l'agire comunicativo rappresenta un vero e proprio modello di. equità. razionalità. uguaglianza. libertà.

L042 - 04. Secondo Jürgen Habermas, affinché l'agire linguistico possa identificarsi con l'agire etico, si richiede un agire orientato verso. l'attesa. la contesa. l'intesa. la pretesa.

L042 - 05. Jürgen Habermas interpreta la politica alla luce della categoria di. agire cumulativo. agire comunicativo. agire amministrativo. agire politico.

L042 - 06. La grande opera di Jürgen Habermas, pubblicata in due volumi nel 1981, si intitola. Teoria dell'agire etico-politico. Teoria dell'agire politico. Teoria dell'agire proattivo. Teoria dell'agire comunicativo.

L042 - 07. Secondo Jürgen Habermas, l'etica è fondata sull'agire. comunicativo. proattivo. etico-politico. politico.

L042 - 08. Secondo Jürgen Habermas, affinché l'agire linguistico possa identificarsi con l'agire etico, si richiede un uditorio. singolare. ideale. particolare. universale.

L043 - 01. Secondo il paradigma generale dell'etica comunicativa, i criteri del comunicare dipendono dalla. utilità individuale o sociale. struttura stessa della comunicazione. natura del medium linguistico. essenza dell'uomo.

L043 - 02. Secondo il paradigma generale dell'etica comunicativa, la decisione degli interlocutori per l'intesa è fondata sulla. natura del medium linguistico. struttura stessa del linguaggio. essenza dell'uomo. utilità individuale o sociale.

L043 - 03. Secondo il paradigma generale dell'etica comunicativa, il linguaggio è un'occasione di. informazione. fraintendimento. conoscenza. intesa.

L043 - 04. Come può essere anche definito il modello di etica della comunicazione fondato sui principi dell'etica della comunicazione (Apel della prima fase) e dell'etica del discorso (Apel della seconda fase / Habermas)?. Etica comunicativa. Etica del discorso comunicativo. Etica della comunicazione discorsiva. Comunicazione etica.

L043 - 05. Secondo il paradigma generale dell'etica comunicativa, nella dinamica comunicativa sono presenti delle implicazioni etiche che privilegiano. la separazione. il conflitto. il rispetto. il legame.

L043 - 06. Nell'etica comunicativa la scelta etica fondamentale davanti a cui è posto chiunque comunica, concerne la possibilità di essere fedeli o meno ai principi etici che sono propri. della natura umana. del codice di comportamento che ogni comunicatore sa di dovere assumere e rispettare in base alla professione che svolge. della forma letteraria del dialogo. dell'atto comunicativo.

L043 - 07. Nell'etica comunicativa è opportuno che ciò che Apel considera un compito che ciascun parlante deve necessariamente assumersi, sia trasformato in una. necessità. libertà. possibilità. realtà.

L044 - 01. Sia nella conversazione che nella scrittura chi parla e chi scrive vuole essere. creduto. stimato. smentito. amato.

L044 - 02. Nell'etica della scrittura la presenza del segno scritto funge da. plenipotenziario fra gli interlocutori. ausiliario fra gli interlocutori. intermediario fra gli interlocutori. sussidiario fra gli interlocutori.

L044 - 03. Sia nella parola che nella scrittura i due interlocutori risultano legati da un rapporto di. solidarietà reciproca. fiducia reciproca. comprensione reciproca. stima reciproca.

L045- 01. Per quanto riguarda il rapporto tra l'istanza che decide e chi è direttamente interessato da tali decisioni, in ogni particolare realtà professionale il comunicatore è chiamato a svolgere la funzione di. adattatore. conciliatore. mediatore. alternatore.

L045- 02. Nel dibattito sulla questione della verità avutosi alla fine del Settecento tra Benjamin Constant e Immanuel Kant, Constant prestava maggiore attenzione alle. opinioni che sostiene chi dice la verità. intenzioni che ha chi dice la verità. premesse su cui si basa chi dice la verità. conseguenze di cui è responsabile chi dice la verità.

L045 - 03. Nel dibattito sulla questione della verità avutosi alla fine del Settecento tra Benjamin Constant e Immanuel Kant, Kant sostiene che. non si deve mai dire la verità. si deve dire la verità sempre e comunque. si deve dire la verità solo se si evitano conseguenze spiacevoli. si deve dire la verità solo se si ottengono conseguenze piacevoli.

L045 - 04. La corrispondenza tra ciò che il soggetto dice (piano soggettivo) e ciò che effettivamente è (piano oggettivo), così suona la definizione di. credibilità. verità. veridicità. affidabilità.

L045 - 05. La corrispondenza tra ciò che il soggetto pensa e ciò che lo stesso soggetto dice, così suona la definizione di. credibilità. veridicità. verità. affidabilità.

L046 - 01. Equità in campo giornalistico significa impegnarsi per promuovere. le proprie e le altrui posizioni. le proprie posizioni. le altrui posizioni. né le proprie né le altrui posizioni.

L046 - 02. Di solito, soprattutto nel contesto quotidiano, l'obiettività in campo giornalistico viene confusa con. l'equità. la libertà. la soggettività. la neutralità.

L046 - 03. Dal punto di vista dell'etica del giornalismo, il giornalista offre. una interpretazione della realtà. una fotografia della realtà. una radiografia della realtà. una fotocopia della realtà.

L046 - 04. Dal punto di vista dell'etica del giornalismo, il giornalista. è sempre obiettivo. non è mai obiettivo. è obiettivo solo in determinati campi. è obiettivo solo nella fase iniziale della sua carriera.

L046 - 05. Nei dibattiti recenti piuttosto che l'obiettività viene richiesta ai giornalisti sempre di più. la libertà. la fratellanza. l'equità. l'uguaglianza.

L047 - 01. La "Carta dei doveri dei giornalisti italiani". istituisce l'ordine della professione giornalistica. garantisce parità di trattamento e di accesso ai mezzi di informazione (par condicio). è il primo codice deontologico organico dei giornalisti italiani. tutela i diritti dei minori.

L047 - 02. La cosiddetta "Carta di Treviso". tutela i diritti dei minori. istituisce l'ordine della professione giornalistica. garantisce parità di trattamento e di accesso ai mezzi di informazione (par condicio). è il primo codice deontologico organico dei giornalisti italiani.

L047 - 03. La "Dichiarazione di autodisciplina della stampa" è stata pubblicata nel. 1957. 1987. 1967. 1977.

L047 - 04. La Legge n. 69 del 1963. è il primo codice deontologico organico dei giornalisti italiani. istituisce l'ordine della professione giornalistica. garantisce parità di trattamento e di accesso ai mezzi di informazione (par condicio). tutela i diritti dei minori.

L048 - 01. Nel caso del giornalismo, il rispetto dei diversi codici deontologici è sufficiente per poter offrire una buona informazione?. No. Sì, ma solo a determinate condizioni. Sì, ma solo se sono previste severe sanzioni. Sì.

L048 - 02. La "Carta sulla precarietà del lavoro giornalistico" è stata promulgata nel. 2011. 1981. 1991. 2001.

L048 - 03. Dal punto di vista dell'etica del giornalismo, il buon giornalista è colui che è in grado di promuovere. la oclocrazia. l'anarchia. la democrazia. l'aristocrazia.

L048 - 04. Il "Codice deontologico per la tutela dei dati personali" è stato emanato nel. 2008. 1988. 1998. 1978.

L048 - 05. La Legge n. 28 del 2000. è il primo codice deontologico organico dei giornalisti italiani. istituisce l'ordine della professione giornalistica. garantisce parità di trattamento e di accesso ai mezzi di informazione (par condicio). tutela i diritti dei minori.

L049 - 01. Fino alla seconda metà degli anni Settanta la programmazione televisiva italiana non prevedeva. trasmissioni canore. trasmissioni per bambini. trasmissioni educative. trasmissioni di mattina.

L049 - 02. In quale anno ha inizio in Italia il servizio televisivo nazionale?. 1954. 1975. 1968. 1976.

L049 - 03. Fino al 1975 il servizio televisivo della RAI è sotto il controllo. del popolo italiano. del Vaticano. del Parlamento. del governo.

L049 - 04. Fino alla seconda metà degli anni Settanta la programmazione televisiva italiana aveva degli intenti dichiaratamente. commerciali. teologici. politici. pedagogici.

L049 - 05. Da più parti si sostiene che oramai il vero cliente di una emittente televisiva commerciale è. il cittadino-utente che beneficia di un servizio, per il quale ha pagato la tassa specifica. l'inserzionista pubblicitario. il pubblico dei telespettatori. ogni proprietario di un apparecchio televisivo.

L049 - 06. Con la liberalizzazione del sistema televisivo e la diffusione delle televisioni commerciali, il telespettatore diventa. un socio azionista della emittente privata. un membro del pubblico di uno spettacolo. il cittadino-utente che beneficia di un servizio, per il quale ha pagato la tassa specifica. il target del messaggio pubblicitario.

L049 - 07. Nel 1976 la sentenza n. 202 della Corte Costituzionale. abolì completamente il sistema televisivo italiano sia pubblico che privato. fece passare la RAI dal controllo del Parlamento al controllo governativo dei partiti di maggioranza. ammise l'emittenza privata via etere in ambito locale. fece passare la RAI dal controllo governativo dei partiti di maggioranza al controllo del Parlamento.

L049 - 08. Nel 1975 la Rai passò al controllo. del popolo italiano. del governo. del Vaticano. del Parlamento.

L049 - 09. Fino alla seconda metà degli anni Settanta la programmazione televisiva italiana non prevedeva. trasmissioni educative. interruzioni pubblicitarie. trasmissioni per bambini. trasmissioni canore.

L050 - 01. Secondo il filosofo Adriaan Peperzak, la televisione produce e sostiene una sorta di. filosofia collettiva. mitologia collettiva. teologia collettiva. politologia collettiva.

L050 - 02. Secondo il politologo e sociologo Giovanni Sartori, la televisione ha sostituito la realtà costruita mediante le parole con la realtà costruita mediante. le fiction televisive. le pubblicità. le immagini. le immagini.

L050 - 03. Secondo il politologo e sociologo Giovanni Sartori, la televisione trasforma l'homo sapiens in. homo ludens. homo abilis. homo insipiens. homo videns.

L051 - 01. Dal punto di vista dell'etica della televisione, la televisione offre. una fotocopia della realtà. una radiografia della realtà. un'immagine selettiva e "costruita" della realtà. una fotografia della realtà.

L051 - 02. Dal punto di vista dell'etica della televisione, il rispetto dei diversi codici deontologici è sufficiente per poter offrire una buona informazione?. Sì. Sì, ma solo a determinate condizioni. Sì, ma solo se sono previste severe sanzioni. No.

L051 - 03. Oltre al rispetto dei diversi codici deontologici, quale altro fattore risulta determinante affinché un programma televisivo risulti eticamente buono?. Il senso di umiltà dell'operatore radiotelevisivo. Il senso di libertà dell'operatore radiotelevisivo. Il senso di equità dell'operatore radiotelevisivo. Il senso di responsabilità dell'operatore radiotelevisivo.

L051 - 04. La Legge n. 249 del 31 luglio 1997. è il primo codice deontologico organico dei giornalisti italiani. garantisce parità di trattamento e di accesso ai mezzi di informazione (par condicio). istituisce l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. istituisce l'ordine della professione giornalistica.

L051 - 05. Corecom è l'abbreviazione di. Comitato regolativo per le comunicazioni. Comitati regionali per le comunicazioni. Correttivo relativo alle comunicazioni. Consulta regionale per le comunicazioni.

L052 - 01. L'acronimo TIC sta per. Teoria delle Informazioni Casuali. Tecniche Informative e Comunicative. Teoria delle Informazioni Connettive. Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione.

L052 - 02. Come è definito quel divario che ricalca le linee di disuguaglianza economico-sociale che le disparità di accesso alle TIC contribuiscono a rimarcare e a corroborare?. Digital divary. Digital divide. Digital invide. Digital rivide.

L052 - 03. Utilizzando una terminologia introdotta dal sociologo e antropologo Marcell Mauss, come potrebbe essere definita la rete internet?. Un fatto sociale totale. Un fatto della totalità sociale. Un fatto totalmente asociale. Un fatto della società totale.

L052 - 04. Come ha definito Pierre Lévy la nuova forma di intelligenza, generata dall'impatto della rete globale di internet sulla struttura del nostro modo di pensare?. Intelligenza collettiva. Intelligenza continuativa. Intelligenza connettiva. Intelligenza collaborativa.

L052 - 05. Come ha definito Derrick de Kerckhove la nuova forma di conoscenza, generata dall'impatto della rete globale di internet sulla struttura del nostro modo di pensare e di conoscere?. Conoscenza collaborativa. Conoscenza continuativa. Conoscenza collettiva. Conoscenza connettiva.

L052 - 06. Quale termine utilizza il sociologo Derrick de Kerckhove per definire quella "cornice" mediatica ben determinata che struttura e filtra la nostra "visione del mondo"?. Brainframe. Knowframe. Workframe. Mainframe.

L053 - 01. Come è stato anche definito il nuovo modello di pensiero influenzato dalle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione?. Modello "neuronale" o "rizomatico". Modello "cerebrale" o "prismatico". Modello "ancestrale" o "fantomatico". Modello "ormonale" o "somatico".

L053 - 02. L'introduzione di componenti tecnologiche di tipo informatico e telematico permette di istituire un processo di insegnamento e di apprendimento basato su strategie. connettive e riflessive. corporative e cospirative. collaborative e attive. corruttive e descrittive.

L054 - 01. Come vengono definiti coloro che ritengono che il progresso della tecnica coincida con un regresso della civiltà e con una perdita dei valori democratici e delle facoltà autenticamente umane?. Assoldati. Ibridati. Apocalittici. Integrati.

L054 - 02. Come vengono definiti coloro che sostengono che le nuove tecnologie rappresentino sostanzialmente una soluzione positiva per pressoché ogni problema dell'umanità?. Apocalittici. Ibridati. Integrati. Assoldati.

L054 - 03. Come vengono definiti coloro che, pur non sottovalutando i rischi delle nuove tecnologie e le insidie che in esse possono celarsi, ne apprezza e ne utilizza in modo consapevole e critico le potenzialità?. Integrati. Assoldati. Apocalittici. Ibridati.

L055 - 01. Il virtuale ha il potere di diventare. ciò che esso è già in potenza. ciò che mai sarà possibile realizzare. la soluzione di ogni problema. ciò che ognuno vuole che diventi.

L055 - 02. Nella realtà virtuale il concetto di "virtuale" indica. il potenziamento della realtà. l'annullamento della realtà. l'assenza della realtà. la negazione della realtà.

L056 - 01. Nella nostra esperienza quotidiana, parallelamente alla realizzazione del virtuale, si assiste oggi anche a una crescente. virtualizzazione del reale. realizzazione del reale. meccanicizzazione del reale. digitalizzazione del reale.

L056 - 02. Il virtuale. esisterà solo in un futuro remoto. esisterà in un futuro prossimo. esiste già qui e ora. non esisterà mai.

L057 - 01. Il tempo della rete è il tempo. diafasico. sincronico. sinestetico. diacronico.

L057 - 02. Il tempo della rete è il tempo. virtuale. ideale. materiale. reale.

L057 - 03. Lo spazio della rete è strutturato come. un ipertesto. una piramide. un ellissi. un poligono irregolare.

L057 - 04. Lo spazio della rete è. virtuale. inesistente. materiale. ideale.

L057 - 05. In internet lo spazio e il tempo. sono gli stessi della nostra esperienza quotidiana. hanno subito una radicale trasformazione. sono aboliti. non sono mai esistiti.

L058 - 01. L'etica specifica della rete internet è conosciuta anche con il nome di. etica virtuale. etica retinica. etiquette. netiquette.

L058 - 02. Dal punto di vista dell'etica dell'internet, il rispetto dei codici di comportamento è sufficiente per regolamentare l'agire all'interno della rete?. Sì, ma solo se sono previste severe sanzioni. No. Sì. Sì, ma solo a determinate condizioni.

L059 - 01. Qual è il significato etimologico del termine "pubblicità"?. Rendere pubblico. Rendere responsabile. Rendere vendibile. Rendere libero.

L059 - 02. Come ha definito Vance Packard gli operatori pubblicitari?. Persuasori occulti. Trasformatori occulti. Dissuasori occulti. Informatori occulti.

L059 - 03. La pubblicità commerciale utilizza una vasta gamma di. credenze occulte. stereotipi. verità rivelate. studi empirici.

L059 - 04. La pubblicità commerciale punta ad incidere sulla psiche dei destinatari, facendo leva sul loro lato più. civile e progressista. fragile ed emotivo. forte e razionale. adulto e responsabile.

L059 - 05. Secondo il pubblicitario Paolo Iabichino, per poter garantire una sopravvivenza "etica" sia alla pubblicità che ai suoi destinatari, è necessaria una. trasvalutazione dei valori. progressione di carriera. riproposizione del significato originario del messaggio evangelico. inversione di marcia.

L059 - 06. La comunicazione pubblicitaria mira. a informare e a persuadere i destinatari. a trasformare e a deviare i destinatari. a conformare e a circuire i destinatari. a formare e a procacciare i destinatari.

L060 - 01. In quale anno è stato fondato l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria?. Nel 1966. Nel 1956. Nel 1986. Nel 1976.

L060 - 02. Con quale frequenza viene aggiornato il "Codice di Autodisciplina Pubblicitaria"?. Annuale. Quadriennale. Biennale. Triennale.

L060 - 03. In quale anno è pubblicata la "Carta Informazione e Pubblicità"?. Nel 1968. Nel 1978. Nel 1958. Nel 1988.

L060 - 04. Che cos'è l'Antitrust?. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L'Autorità Garante degli anziani e delle fasce più deboli. L'Autorità Garante dei minori (bambini e adolescenti). L'Autorità Garante della Famiglia e del Consumatore.

L060 - 05. L'esistenza e il rispetto dei codici di autodisciplina e delle regolamentazioni normative sono sufficienti per garantire un comportamento trasparente ed eticamente responsabile da parte degli comunicatori pubblicitari?. Sì, ma solo se sono previste severe sanzioni. Sì, ma solo in casi particolari. No. Sì.

L060 - 06. Quali norme introduce la legge n. 287 del 10 ottobre 1990?. Norme per la tutela dei minori e dei soggetti a rischio. Norme per la tutela della concorrenza e del mercato. Norme per la tutela degli anziani e delle fasce più deboli. Norme per la tutela del consumatore e della famiglia.

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