filosofia del diritto quiz
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Title of test:![]() filosofia del diritto quiz Description: quiz università ecampus |




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La filosofia accademica, soprattutto dopo la decadenza del positivismo, è generalmente una filosofia di tipo. utopistico. utilitaristico. gnostico. umanistico. Che filosofia e scienza siano distinte non vuol dire che debbano essere. coincidenti. identiche. in conflitto. separate. La retorica in filosofia é. la filosofia delle belle parole. il discorso del rettorato. lo studio retto degli oggetti speculativi. Tra filosofia e scienza il rapporto è: di dipendenza della filosofia dalla scienza. di dipendenza della scienza dalla filosofia. di indipendenza della scienza dalla filosofia. Tra filosofia e scienza quale è presa di posizione?. la filosofia è presa di possesso e la scienza è presa di posizione. la scienza è presa di possesso e la filosofia è presa di posizione. la scienza e la filosofia sono due diversi modi di presa di posizione. Per solipsismo in filosofia si intende: Identificazione di oggetti monotematici. La capacità di affrontare con un solo approccio l’oggetto di studio. L’autoreferenzialità della indagine. La scienza rispetto alla filosofia risulta. La macroarea del sapere da cui deriva anche la filosofia. Un approccio di indagine che viene dalla filosofia. Un metodo alternativo e anteriore alla filosofia. In riferimento alle due distinzioni tradizionali delle facoltà umane sapere e agire. La filosofia non consiste nell’agire ma nel sapere. La filosofia non consiste nel sapere di agire ma, ma nel sapere di sapere di agire. La filosofia non consiste nell’agire me nel sapere di agire, non nel sapere, ma nel sapere di sapere. Romagnosi concepisce la società come un organismo retto da. leggi sovrannnaturali. leggi positive. leggi naturali. leggi metafisiche. Cattaneo paragona «il fatto artificiale del diritto», che si stabilisce «sul fatto naturale della convivenza», al «fatto artificiale» - cioè appunto alla. norma seriale, creazione umana. norma tecnica, creazione divina. norma tecnica, creazione metafisica. norma tecnica, creazione umana. Nel Rosmini il diritto e il dovere sono nel rapporto: di derivazione del diritto dal dovere. di reciproca implicanza nel senso di dovere morale. di derivazione del dovere dal diritto. Il pensiero di Antonio Rosmini si ispira a: Platone Agostino e Kant. Aristotele San Tommaso Hegel. Cartesio e Romagnosi. Nel pensiero di Rosmini diritto e morale sono: distinte ma non disgiunte. radicalmente e separate ma in relazione tra loro. radicalmente e inseparabilmente connesse. Rosmini critica i giusnaturalisti tedeschi che avevano separato. diritto e libertà. diritto e morale. diritto e giustizia. Il diritto naturale per Rosmini è: innato dunque relativo. innato dunque soggettivo. innato dunque oggettivo. Nel pensiero di Rosmini diritto e dovere sono: radicalmente e inseparabilmente connesse. radicalmente e separate ma in relazione tra loro. distinte ma non disgiunte. Il diritto nel pensiero di Rosmini si basa: sul concetto di valore morale della persona. sul concetto di valore e rispetto. sul concetto di libertà della persona. Il giurista Mancini asseriva il diritto naturale. di ogni nazione a costituirsi in Stato. di ogni nazione a costituirsi in comunità. di ogni nazione a non costituirsi in Stato. di ogni nazione a costituirsi in federazione. Mamiani della Rovere professava un ontologismo platonizzante, negando risolutamente. che il diritto possa essere separato dalla legge. che il diritto non possa essere separato dalla morale. che il diritto non possa non essere identificato con la morale. che il diritto possa essere separato dalla morale. Nietzsche esalta come virtù tutto ciò che è. negazione dell'uomo nella sua terrena vitalità. affermazione dell'uomo nella sua terrena vitalità. affermazione dell'uomo nella sua terrena mortalità. affermazione dell'uomo nella sua ultraterrena vitalità. Il pensiero di Nietzsche porta alla negazione, come della. morale comune, cioè irrazionale, così del diritto, strumento di razionalizzazione della vita sociale. morale comune, cioè razionale, così del diritto, strumento di razionalizzazione della vita sociale. morale comune, cioè razionale, non così del diritto, strumento di razionalizzazione della vita sociale. morale comune, cioè razionale, così del diritto, strumento di non razionalizzazione della vita sociale. Søren Kierkegaard rifiuta il presupposto stesso della dialettica hegeliana. cioè la irrazionalità della realtà. cioè la razionalità della irrealtà. cioè la non razionalità della realtà. cioè la razionalità della realtà. Il pessimismo di schopenhauer dipende da: aver negato la razionalità del mondo. aver affermato la razionalità del mondo. aver relativizzato il mondo. Il diritto positivo per Schopenhauer. ha anch’esso una radice negativa. è originario perché dipendente dall’accordo dei molti. secondario e derivato da quello naturale. Il diritto in Schopenhauer è un concetto. primario e sovraordinato a quello di torto. secondario e derivato da quello di torto. equipollente a quello di torto. Diritto e morale sono per Schopenhauer. ben distinti tra loro. uniti come per molti giusnaturalisti. distinti ma sempre congiunti. In Schopenhauer la soppressione della volontà: sopprime la libertà. libera dal pessimismo e dal dolore. induce alla ribellione. Il risultato della vita estetica è. l’arte. l’insufficienza morale. La noia. Nell’opera Aut-aut le istituzioni sociali sono viste come: la manifestazione della socialità umana. un ostacolo all’innalzamento all’assoluto del singolo. il baluardo del diritto moderno. Kierkegaard è il filosofo antesignano del futuro: esistenzialismo. situazionalismo. emotivismo. Alla vita religiosa secondo Kierkegaard: va subordinata quella estetica e quella etica. va sovraordinata quella etica. va sovraordinata quella estetica. La fondazione del diritto dell’etica moderna sul dovere è secondo Kierkegaard. preferibile a quella aristotelica fondata sulla socialità. meno valida di quella aristotelica fondata sulla socialità. idealmente compatibile con quella aristotelica fondata sulla socialità. L’importanza del valore dell’amicizia in Kierkegaard: contrappone il suo pensiero all’universalismo kantiano. favorisce l’etica moderna. favorisce l’estetica transcendentale. La libertà garantita dal diritto è per Stirner: l’unica libertà possibile perché rispettosa di quella altrui. la sola libertà possibile per l’uomo contrapposta a quella assoluta divina. un “pezzetto” di libertà dunque non vera libertà. Il rapporto tra Stato e individuo è nella concezione dello Stirner: di rappresentanza dello Stato rispetto alle aspirazioni dell’individuo. di identificazione tra individuo e Stato. di oppressione dello Stato e conflitto con l’individuo e le sue aspirazioni. Lo Stirner appartiene alla sinistra hegeliana ma si distingue da: Hegel per la sistematicità che riconosce alla filosofia. Feuerbach nella concezione di Dio. Max ed Enegles per l’individualismo. Il rapporto con Dio e l’assoluto è in Stirner: negato e assolutamente escluso. tale che l’uomo deve riprendersi l’assoluto conferito da Dio. Esiste solo l’uomo e la sua relatività. La concezione di Stirner sul diritto è: individualistica nel senso che il diritto istituzionale è esterno all’individuo e dunque inaccettabile. individualistica nel senso che l’individuo è regolamentato e indotto a migliorare se stesso mediante il diritto. individualistica nel senso che la società è composta da individuo che insieme acquistano valore. Secondo Tolstoj la società cristiana originaria è retta. non dal diritto bensì dall'amore su cui non si costruisce la morale. non dall'amore bensì dal diritto su cui si costruisce la morale. non dal diritto né dall'amore su cui si costruisce la morale. non dal diritto bensì dall'amore su cui si costruisce la morale. Nell'opera di Dostoevskij I fratelli Karamazov in cui è rappresentato il Cristo a cui il Grande Inquisitore rimprovera di avere offerto agli uomini la libertà, dono che gli uomini non vogliono: perché gli uomini vogliono non la libertà ma la sicurezza, anche a costo di non essere schiavi, e la loro natura di uomini richiede l'autorità. perché gli uomini vogliono non la libertà ma la sicurezza, anche a costo di essere schiavi, e la loro natura di uomini richiede l'autorità. perché gli uomini vogliono non la sicurezza ma la libertà anche a costo di essere schiavi, e la loro natura di uomini richiede l'autorità. perché gli uomini vogliono non la libertà nè la sicurezza, anche a costo di essere schiavi, e la loro natura di uomini richiede l'autorità. Dostoevskij contrappone libertà e: diritto. responsabilità. ordine. ne I fratelli Karamazov Cristo e la società organizzata e poi la Chiesa sono: compresenti equamente. l’uno il fondatore dell’altra. contrapposti. In Dostoevskij il diritto garantisce agli uomini. l’esercizio pieno della propria libertà. la pace sociale e l’equità. i beni materiali e spirituali. Il dono della libertà agli uomini è per Dostoevskij: un dono di dio che solo Dio può togliere. ciò che essi per lo più non vogliono perchè preferiscono la sicurezza. un dato di fatto su cui edificare il diritto. agli uomini nella concezione di Dostoevskij preme maggiormente: la pace e la ricchezza a spese della libertà. la libertà e la socialità. l’assolutezza dal piano divino. Vita in Dio e la vita nel mondo sono in Dostoevskij: congiunti. contrapposti. distinti. In un articolo del 1874 intitolato Sul rapporto tra filosofia del diritto e scienza positiva del diritto. Adolfo Merkel scrive quello che non può considerarsi il manifesto del positivismo giuridico. Adolfo Merkel scrive quello che può considerarsi il manifesto del positivismo giuridico. Adolfo Merkel scrive quello che può considerarsi il manifesto del diritto giuridico. Adolfo Merkel scrive quello che può considerarsi il manifesto del giusnaturalismo. Adolfo Merkel proclama: l'inizio della filosofia del diritto e la compatibilità di essa con la teoria generale. la fine della teoria generale del diritto e la sostituzione di essa con la filosofia del diritto. la fine della filosofia del diritto e la incompatibilità di essa con la teoria generale. la fine della filosofia del diritto e la sostituzione di essa con la teoria generale. La scuola pandettistica. muove dal neokantismo al formalismo metafisico. muove dal neokantismo al formalismo giuridico. non muove dal neokantismo al formalismo giuridico. muove dal neokantismo al formalismo ideale. Nel positivismo giuridico formalistico: il fatto è il fondamento della norma. la norma è pura forma. la norma è valida a prescindere dal fatto. Il positivismo giuridico formalistico è: una corrente del positivismo giuridico. la corrente principale del positivismo giuridico. una corrente del positivismo e del naturalismo giuridico. Il Giuspositivismo formalistico aspira a diventare: scienza del diritto al modo delle altre scienze. ordinamento universale. norma fondamentale. Il Giuspositivismo formalistico si basa. dalla positività del fatto giuridico. dalla positività dell’esistenza formale di una norma. dalla positività della forma pura a priori. Il Giuspositivismo formalistico rifiuta: il diritto concordato. il diritto come insieme e non come ordine. la metafisica. Il Giuspositivismo formalistico limita l’oggetto. e ne considera gli aspetti puramente positivi. per estrapolarne la verità della forma. di indagine scientifica ma perde così l’indeterminatezza della complessità del diritto. Per Jhering. il diritto si fonda sulla forza, esercitata dallo Stato e mediante la quale lo Stato di Diritto limita gli altri Stati. il diritto si fonda sulla forza, esercitata dallo Stato e mediante la quale lo Stato di Diritto limita se stesso. il diritto non si fonda sulla forza, esercitata dallo Stato e mediante la quale lo Stato di Diritto limita se stesso. il diritto si fonda sulla forza, esercitata dallo Stato e mediante la quale lo Stato di Diritto si impone sul cittadino. Jhering è giurista. antiformalista e al metodo della logica asistematica contrappone il metodo realistico o teleologico. iperformalista e al metodo della logica sistematica contrappone il metodo realistico o teleologico. antiformalista e al metodo della logica sistematica contrappone il metodo realistico o teologico. antiformalista e al metodo della logica sistematica contrappone il metodo realistico o teleologico. La giurisprudenza degli interessi. è una scuola giuridica che si contrappone a quella dei concetti o dogmatica. è una scuola giuridica che si contrappone a quella dei derivati o dogmatica. è una scuola giuridica che si identifica a quella dei concetti o dogmatica. è una scuola giuridica che non si contrappone a quella dei concetti o dogmatica. Il movimento del diritto libero è: una corrente filosofica e giuridica che sancisce il valore della libertà come primario. una tendenza di pensiero che ritiene che il diritto non sia costituito dalla norma bensì dalla sentenza del giudice. una tendenza di pensiero che ritiene che l’essenza della norma sia la salvaguardia della libertà. Il movimento del diritto libero è fondato da: Ehrlich che afferma la libera scienza del diritto in opposizione all’applicazione meccanica del comando del legislatore. Ehrlich e la sua concezione del diritto come costruzione e analitica e sintetica della libertà umana. Ehrlich e la sinistra hegeliana. Kantorowicz nel manifesto del diritto libero sostiene che: il diritto statuale è la base per le sentenze dei giudici. il diritto statuale e quello positivo coincidono. Il diritto statuale nasce dalle sentenze storiche e dalle opinioni comuni pregresse. Il movimento del diritto libero è: antilegalista e antigiuspositivista nel senso della completezza dell’ordinamento. antigiusnaturalista ma anche antigiuspositivista nella concezione dell’ordinamento. antilogicista e antipositivista ma non antigiusnaturalista in senso pieno riguardo alla pena. Il movimento del diritto libero sostiene che: il diritto legislativo e il diritto giurisprudenziale siano in contrasto tra loro e solo quello legislativo sia assoluto. il diritto legislativo sia parte integrante di quello giurisprudenziale nel senso che i vuoti ineliminabili saranno colmabili dalle interpretazioni delle leggi. il diritto legislativo sia superiore a quello giurisprudenziale e ne fondi l’esattezza. Con il movimento del diritto libero riemergono istanze: giusnaturaliste non nel senso di verità assolute oggettive alla base del diritto, bensì in quello di superamento del diritto positivo e formale mediante interpretazione. giuspositiviste nel senso che la legge è insufficiente a provvedere a se stessa e deve conformarsi a qualcosa di più profondo e radicato nell’uomo. giusformaliste nel senso che la legislazione deve essere sottoposta a interpretazione e confronto con i dati storici. Secondo la concezione antiformalistica di Jhering: lo studio del diritto è naturalistico. lo studio del diritto è scientifico in senso assoluto. lo studio del diritto si avvicina allo storicismo. Con il pensiero di Jhering il diritto: verte sulla sistematicità della morale. si poggia sull’etica e su Dio. torna a occuparsi della sua essenza che è il fatto. Jhering sostiene che la società: è la mera somma dei doveri degli individui. è diversa e più importante dell’individuo. è composta dallo scopo comune. nell’ultima parte del suo pensiero lo Jhering. ripudia il giuspositivismo ma non il positivismo filosofico. ripudia il giuspositivismo e il positivismo filosofico. ripudia il giusnaturalismo da cui era partito. Per giurisprudenza degli interessi si intende. lo sviluppo della concezione teleologica del diritto che si apre con Jhering. la giurisprudenza che guarda all’interesse comune come prevalente su quello individuale. la giurisprudenza degli interessi sostituisce: al primato della logica tipico della giurisprudenza dei concetti quello delle esigenze della vita. al primato dei concetti tipico del il giusnaturalismo quello del diritto positivo. al primato dei concetti della giurisprudenza logica quello devi vantaggi per una comunità. la giurisprudenza degli interessi è: in linea con il positivismo logico filosofico e giuridico. in linea con il positivismo logico filosofico ma non giuridico in senso formalistico. in linea con il positivismo giuridico formalistico ma non filosofico per via dell’attenzione ai fatti. Heck a differenza del Giuspositivismo formalistico ritiene: che l’impianto normativo presenti lacune colmabili con lo sviluppo assiologico del comando. che l’impianto normativo sia perfettibile sino a non presentare lacune. che l’impianto normativo sia lacunoso perché basato solamente sull’accordo della maggioranza. Il giurista Heck appartiene. alla scuola del pensiero debole. alla scuola di Francoforte. alla scuola di Tubinga e alla giurisprudenza degli interessi. Secondo lo Gény e la sua scuola cosiddetta scientifica. bisogna rinunciare, anche in regime di codificazione, a trovare nella legge scritta una fonte incompleta e insufficiente di soluzioni giuridiche. bisogna rinunciare, anche in regime di codificazione, a trovare nella legge non scritta una fonte completa e sufficiente di soluzioni giuridiche. bisogna rinunciare, anche in regime di codificazione, a trovare nella legge scritta una fonte completa e sufficiente di soluzioni giuridiche. non bisogna rinunciare, anche in regime di codificazione, a trovare nella legge scritta una fonte completa e sufficiente di soluzioni giuridiche. Il movimento del diritto libero. a cui appartiene Ehrlich ritiene che in qualsiasi ordinamento legislativo, per quanto questo si dichiari completo, permane uno spazio vuoto che spetta all'interprete colmare. a cui non appartiene Ehrlich ritiene che in qualsiasi ordinamento legislativo, per quanto questo si dichiari completo, permane uno spazio vuoto che spetta all'interprete colmare. a cui appartiene Ehrlich ritiene che in qualsiasi ordinamento legislativo, per quanto questo si dichiari completo, permane uno spazio pieno che non spetta all'interprete colmare. a cui appartiene Ehrlich ritiene che in qualsiasi ordinamento legislativo, per quanto questo si dichiari completo, permane uno spazio vuoto che spetta al legislatore colmare. Ripert sostiene. una distinzione non di campo tra diritto positivo e morale. una netta relazione tra diritto positivo e morale. una netta cesura rinvenibile sul piano extrarazionale tra diritto positivo e morale. Ripert si dichiara. giuspositivista anche se non lo sembra per la vicinanza tra diritto positivo e morale. giusnaturalista pur essendo giuspositivista. giuspositivista formalistico anche se si rivela giusnaturalista. Nel pensiero di Ripert sia il legislatore sia il giudice: non possono prescindere dalla morale che fa da sfondo a qualunque regola giuridica. non possono non prescindere dalla differenza tra morale e diritto positivo sul piano legalista. non possono giustificare sul piano morale la giustezza della norma altrimenti escono dal terreno proprio della giurisprudenza. il movimento del diritto libero è in Ripert: antilogicista e antipositivista ma non antigiusnaturalista in senso pieno riguardo alla pena. molto distante dal giuspositivismo nella acerrima critica che vi muove contro. molto vicino al giusnaturalismo anche senza volerlo. l'autointegrazione dell'ordinamento col rifiuto di qualsiasi argomento «metagiuridico» nell'interpretazione, è dal Ripert: affermato in chiave logicista. respinto risolutamente. affermato in chiave antiformalista. Il pensiero di Ripert. nega la possibilità di pervenire alla nozione di un diritto naturale di validità universale. afferma la possibilità di pervenire alla nozione di un diritto naturale di validità universale. rivendica la possibilità di pervenire alla nozione di un diritto naturale di validità universale. Gierke si oppone al positivismo giuridico che riduceva il diritto al comando formale dello Stato. Il diritto invece, oltre che forma, è contenuto (Inhalt), e anche per ciò che concerne la legge dello Stato si deve separare il comando dal suo contenuto. Il diritto invece, oltre che contenuto è forma (Inhalt), e anche per ciò che concerne la legge dello Stato non si deve separare il comando dal suo contenuto. Il diritto invece, oltre che forma, è contenuto (Inhalt), e anche per ciò che concerne la legge dello Stato non si deve separare il comando dal suo contenuto. Il diritto invece, oltre che forma, è contenuto (Inhalt), e anche per ciò che concerne la legge dello Stato non si deve separare il comando dal suo legislatore. Nell'ottica corporativista di Gierke. Il diritto come proveniente da una forza interiore delle comunità si contrappone a quello come forza interiore dello Stato. Il diritto come proveniente da una forza esteriore delle comunità si contrappone a quello come forza esteriore dello Stato. ll diritto come proveniente da una forza interiore delle comunità si contrappone a quello come forza esteriore dello Stato. Il diritto come proveniente da una forza esteriore delle comunità si contrappone a quello come forza interiore dello Stato. Il Gierke non esita a chiamare «diritto naturale» il diritto che,. espressione della coscienza sociale, precede il diritto positivo come forza vivente immanente alla società. espressione della coscienza sociale, è successiva al diritto positivo come forza vivente immanente alla società. espressione della coscienza sociale, precede il diritto positivo come forza vivente trascendente la società. espressione della coscienza individuale, precede il diritto positivo come forza vivente immanente alla società. Il diritto è per il Gierke. «una manifestazione della vita individuale degli uomini»:. «una manifestazione della vita globale degli uomini»:. «una manifestazione della vita comune degli uomini». «una manifestazione della vita dello Stato degli uomini». Otto von Gierke contrapponeva. al diritto romano il diritto corporativistico inglese. al diritto romano il diritto corporativistico germanico. al diritto romano il diritto corporativistico italiano. al diritto romano il diritto corporativistico olandese. Otto von Gierke. distingue tra Stato e individuo. mette in luce soprattutto la struttura corporativa fondata sulla concezione dello Stato come organismo. si mostra nazionalista ma anticorporativista. Otto von Gierke. giuspositivamente egli intende le norme giuridiche anzitutto come proposizioni della ragione circa i limiti del volere necessari. giusnaturalisticamente egli intende le norme giuridiche anzitutto come proposizioni della ragione circa i limiti del volere necessari. giusnaturalisticamente egli intende le norme giuridiche anzitutto come proposizioni dell’ordinamento circa i limiti del volere necessari. il pensiero di Otto von Gierke: si qualifica come antindividualistico oltre che antiformalistico. si qualifica come antistoricistico e antiformalistico. si qualifica come antipositivista. la forza interiore del diritto per Otto von Gierke. è successiva alla forza esteriore dello Stato. è conincidente con la forza corporativa. è anteriore alla forza esteriore dello Stato. Per diritto naturale Gierke intende il diritto che: espressione della coscienza sociale, precede il diritto positivo come forza vivente immanente alla società. espressione della coscienza individuale, precede il diritto positivo come forza vivente immanente alla società:. espressione della legge universale, precede il diritto positivo come forza vivente immanente alla società:. Il diritto inteso come comando dello Stato è per Gierke: originario e primario per la giurisprudenza. mai disgiunto dal contenuto di cui il comando è mera forma. mai congiunto al contenuto di cui il comando è mera forma. Il giurista Binder concepisce l'idealismo oggettivo con cui. svolgendo fino all'estremo il tema hegeliano, trapassa a un «idealismo assoluto», che si conclude in un'esaltazione dello Stato nazionale fondata sulla concezione della nazione come unica forma di comunità in cui la libertà dell'individuo si realizza, e alla conseguente giustificazione dello Stato totalitario. svolgendo fino all'estremo il tema hegeliano, trapassa a un «idealismo relativo», che si conclude in un'esaltazione dello Stato nazionale fondata sulla concezione della nazione come unica forma di comunità in cui la libertà dell'individuo si realizza, e alla conseguente giustificazione dello Stato totalitario. svolgendo fino all'estremo il tema hegeliano, trapassa a un «idealismo assoluto», che si conclude in un'esaltazione dello Stato nazionale fondata sulla concezione della nazione come unica forma di individualità in cui la libertà dell'individuo si realizza, e alla conseguente negazione dello Stato totalitario. svolgendo fino all'estremo il tema hegeliano, trapassa a un «idealismo assoluto», che si conclude in un'esaltazione dello Stato sociale fondata sulla concezione della società come unica forma di comunità in cui la libertà dell'individuo si realizza, e alla conseguente giustificazione dello Stato totalitario. Secondo Radbruch che appartiene alla neokantiana filosofia dei valori. il singolo caso giuridico non è soltanto un esempio di una legge generale, come per le scienze naturali, bensì, proprio al contrario, la legge esiste soltanto in virtù della decisione dei casi singoli, ragione per cui in questo senso causalistico il diritto non è l'insieme delle norme, bensì l'insieme delle decisioni. il singolo caso giuridico non è soltanto un esempio di una legge generale, come per le scienze naturali, bensì, proprio al contrario, la legge esiste soltanto in virtù della decisione dei casi singoli, ragione per cui in questo senso teleologico il diritto è l'insieme delle norme, e non l'insieme delle decisioni. il singolo caso giuridico non è soltanto un esempio di una legge generale, come per le scienze naturali, bensì, proprio al contrario, la legge esiste soltanto in virtù della decisione dei casi singoli, ragione per cui in questo senso metafisico il diritto non è l'insieme delle norme, bensì l'insieme delle decisioni. il singolo caso giuridico non è soltanto un esempio di una legge generale, come per le scienze naturali, bensì, proprio al contrario, la legge esiste soltanto in virtù della decisione dei casi singoli, ragione per cui in questo senso teleologico il diritto non è l'insieme delle norme, bensì l'insieme delle decisioni. Lason vede nel diritto. un essere incessante che non muta con il mutare delle comunità in una concezione neohegeliana. un divenire incessante che tuttavia non muta con il mutare delle comunità in una concezione neohegeliana. un divenire incessante che muta con il mutare delle comunità in una concezione neohegeliana. un divenire incessante che muta con il mutare delle comunità in una concezione neokantiana. Il positivismo entra in crisi ed è criticato: alla fine del secolo XIX al pari della critica positivista contro la metafisica del secolo precedente. all’inizio del secolo XIX al pari della critica positivista alla metafisica del secolo precedente. all’inizio del Novecento con le nuove teorie giuridiche. La critica al positivismo dell’Ottocento emerge essenzialmente. in ambienti socialisti e anticlericali. in chiave antiformalistica. in chiave cattolica. La critica al positivismo dell’Ottocento riveste anche importanza laddove: riconosce al diritto un valore che non è paragonabile a quello della scienza. distingue radicalmente tra scienza e giurisprudenza. riconosce alle scienze non soltanto il campo di speculazione razionale delle scienze moderne. il moderno storicismo tedesco rifugge dal sistema. in quanto deliberatamente si identifica con la norma e la legalità. in quanto deliberatamente rifiuta ogni carattere di assolutezza metafisica. in quanto deliberatamente si distingue tra morale e diritto. il moderno storicismo tedesco rifugge dal sistema: rivolge la sua indagine prevalentemente ai problemi della conoscenza e del metodo. rivolge la sua indagine prevalentemente ai problemi della ragione e della concordanza. rivolge la sua indagine prevalentemente ai problemi della storia come manifestazione dello spirito. Dilthey si pone il problema: della interpretazione della storia dell’essere. giusitificazione della storia. della legittimazione della storia. Stammler ritiene che. è il diritto a condizionare e determinare il proprio contenuto economico: perché esso è la condizione a priori che rende possibile l'esperienza sociale, ed il rapporto tra economia e diritto è quello tra materia e forma. è il contenuto economico a determinare il diritto secondo la concezione materialistica della storia perché è la condizione a priori che rende possibile l'esperienza sociale. è il contenuto economico a determinare il diritto secondo la concezione materialistica della storia perché è la condizione a posteriori che rende possibile l'esperienza sociale. Il concetto di società, cioè di «unione vincolata degli scopi» in Stammler è composto da: il vincolo come tale il quale è la materia che condiziona la vita comune e si esprime in una regola esterna; e l'attività coincidente degli individui vincolati, tendente al soddisfacimento di determinati bisogni. il vincolo come tale il quale è la essenza del diritto che condiziona la vita comune e si esprime in una regola esterna; e l'attività concorde degli individui vincolati, tendente al soddisfacimento di determinati bisogni. il vincolo come tale il quale è la forma che condiziona la vita comune e si esprime in una regola esterna; e l'attività concorde degli individui vincolati, tendente al soddisfacimento di determinati bisogni. Di questi due elementi il primo è : la conseguenza del secondo, rispetto al quale è originato. la condizione logica del secondo, sicché il secondo non può essere pensato senza il primo. la condizione ontologica del secondo, tale che il secondo non può essere pensato senza il primo. Per Stammler il diritto sta alla attività sociale come: la causa sta alla conseguenza. la conseguenza sta alla causa. la forma sta alla materia. In Stammler il diritto dunque è: il principio costitutivo della società, e senza il diritto la società, non pensabile, non è neppure reale. il principio logico della società, e senza il diritto la società non è razionalmente pensabile. il principio giuridico della società, e senza il diritto la società non è razionalmente pensabile. Secondo Stammler. La filosofia del diritto deve avere per oggetto non i fenomeni giuridici constatati dall'esperienza, ma le condizioni a priori che rendono possibile l'esperienza stessa: deve cioè essere il sistema delle forme pure nelle quali noi pensiamo giuridicamente. La filosofia del diritto deve avere per oggetto non i fenomeni giuridici constatati dalla legalità, ma le condizioni a priori che rendono possibile la legalità stessa: deve cioè essere il sistema delle forme pure nelle quali noi pensiamo legislativamente. La filosofia del diritto deve avere per oggetto non i fenomeni giuridici constatati dall'ordinamento, ma le condizioni a priori che rendono possibile l’ordinamento stesso: deve cioè essere il sistema delle forme pure nelle quali noi pensiamo l’ordinamento. Per dottrina pura del diritto Stammler intende: determinare criticamente il concetto del legge considerandolo come la forma pura, a priori, che costituisce la condizione necessaria per conoscere i fenomeni giuridici come tali. determinare criticamente il concetto del diritto considerandolo come la forma pura, a priori, che costituisce la condizione necessaria per conoscere i fenomeni giuridici come tali. determinare criticamente il concetto norma considerandolo come la forma pura, a priori, che costituisce la condizione necessaria per conoscere i fenomeni giuridici come tali. Dallo studio dell'idealismo tedesco classico Gioele Solari. trasse il principio per la fondazione di un «idealismo giuridico-asociale». trasse il principio per la fondazione di un «idealismo giuridico-individuale». trasse il principio per la fondazione di un «idealismo giuridico-generale. trasse il principio per la fondazione di un «idealismo giuridico-sociale». Tutte le norme cosiddette norme «sociali» o del costume si riducono necessariamente, secondo il Del Vecchio,. all'una o all'altra delle due categorie di norme: religiose e razionali ossia morali e giuridiche. all'una o all'altra delle due categorie di norme: eventi ed assolute ossia morali e giuridiche. all'una o all'altra delle due categorie di norme: soggettive ed oggettive, ossia morali e giuridiche. all'una o all'altra delle due categorie di norme: materiali e formali ossia morali e giuridiche. Alessandro Levi per primo concepì la teoria del rapporto giuridico. che contro la dominante concezione metafisica del diritto, affermava la giuridicità di ogni gruppo sociale, compresi quelli illeciti secondo il diritto dello Stato. che contro la dominante concezione statualistica del diritto, affermava la non giuridicità di ogni gruppo sociale, compresi quelli illeciti secondo il diritto dello Stato. che contro la dominante concezione relativistica del diritto, affermava la giuridicità di ogni gruppo sociale, compresi quelli illeciti secondo il diritto dello Stato. che contro la dominante concezione statualistica del diritto, affermava la giuridicità di ogni gruppo sociale, compresi quelli illeciti secondo il diritto dello Stato. Filomusi criticando il positivismo giuridico. pone l'idea suprema del diritto, in sé universale ed assoluta, nella fonte stessa di ogni assolutezza, nel pensiero assoluto, ossia nel legislatore. pone l'idea relativa del diritto, in sé universale ed assoluta, nella fonte stessa di ogni assolutezza, nel pensiero assoluto, in Dio. pone l'idea suprema del diritto, in sé universale ed assoluta, nella fonte stessa di ogni assolutezza, nel pensiero assoluto, ossia nello Stato. pone l'idea suprema del diritto, in sé universale ed assoluta, nella fonte stessa di ogni assolutezza, nel pensiero assoluto, in Dio. Secondo Francesco Filomusi Guelfi. l'idea suprema del diritto, in sé universale ed assoluta, è nella fonte stessa di ogni assolutezza, nel pensiero assoluto, in Dio. l'idea suprema del diritto, in sé individuale e innata, è nella fonte stessa di ogni innatismo, nel pensiero assoluto, in Dio. l'idea suprema del diritto, in sé posta da un atto positivo dell’intelletto umano. Igino Petrone chiama la propria filosofia idealismo critico nel senso che: enuncia un proprio sistema fondato sul principio kantiano della creatività dello spirito: da questo si genera il diritto, in un processo dialettico in cui l'ego e l'alter trovano la loro mediazione nel socius. enuncia un proprio sistema fondato sul principio idealistico della creatività dello spirito: da questo si genera il diritto, in un processo dialettico in cui l'ego e l'alter trovano la loro mediazione nel socius. enuncia un proprio sistema fondato sul principio kantiano della creatività della ragione: da questo si genera il diritto, in un processo dialettico in cui l'ego e l'alter trovano la loro mediazione nel socius. Una simile concezione. unita alla riaffermazione di kantiani e giuridici trascendentali ed alla negazione del valore autonomo della sociologia, dal Petrone risolta interamente nella filosofia della ragione, costituisce una negazione totale del positivismo. unita alla riaffermazione di ideali etici e giuridici assoluti ed alla negazione del valore autonomo della sociologia, dal Petrone risolta interamente nella filosofia dello spirito, costituisce una negazione totale del positivismo. unita alla riaffermazione di ideali etici e giuridici assoluti ed alla negazione del valore autonomo della sociologia, dal Petrone risolta interamente nella filosofia dello spirito, costituisce una negazione totale del giusnaturalismo. Gioele Solari: Dallo studio dell'idealismo tedesco classico trae il principio per la fondazione di un idealismo giuridico-sociale, cioè di una concezione della società come realtà che trascende gli individui, i quali soltanto integrandosi in essa realizzano sé stessi. Dallo studio del kantismo tedesco classico trae il principio per la fondazione di un neokantismo giuridico-sociale, cioè di una concezione della società come realtà che trascende gli individui, i quali soltanto integrandosi in essa realizzano sé stessi. Dallo studio dell’empirismo tedesco classico trae il principio per la fondazione di un empirismo giuridico-sociale, cioè di una concezione della società come realtà che trascende gli individui, i quali soltanto integrandosi in essa realizzano sé stessi. per dualismo metodologico Lask intende che. il diritto si presenta o come «fattore culturale reale», agente storicamente nella vita della società, oppure come «complesso di significati» determinati dogmaticamente da norme e non esistenti effettivamente come realtà sociali. il diritto si presenta o come «fattore umano e sociale», agente storicamente nella vita della società, oppure come «insieme di elementi» determinati positivisticamente da norme e non esistenti effettivamente come realtà sociali. il diritto si presenta o come «fattore ipotetico», agente storicamente nella vita della società, oppure come «sentenze del giudice» determinate dogmaticamente da norme e non esistenti effettivamente come realtà sociali. Il Solari si avvicina più alla corrente classica che a quella a lui contemporanea del: idealismo. kantismo. empirismo. benvenuto Donati è il filosofo del: neoidealismo illuminista. idealismo classico. idealismo storico. Quando Gentile pensa la società la risolve inter homines nella società in interiore homine, nella società trascendentale: una sorta di corpo mistico immanentisticamente concepito, in cui i più sono consumati nell'unità del Soggetto assoluto. una sorta di corpo mistico immanentisticamente concepito, in cui i più sono consumati nell'unità del Soggetto individuale. una sorta di corpo mistico immanentisticamente concepito, in cui i più sono consumati nell'unità del Soggetto divino. una sorta di corpo mistico immanentisticamente concepito, in cui i più sono consumati nell'unità del Soggetto relativo. Gentile costruisce la propria filosofia, costituita da un soggettivismo assoluto, o «attualismo»,. fondato sul principio che può esservi realtà del pensante, cioè del soggetto attuale del pensiero. Il pensato, l'oggetto del pensiero, fuori dell'atto del pensiero non ha realtà. fondato sul principio che non può esservi realtà del pensante, cioè del soggetto attuale del pensiero. Il pensato, l'oggetto del pensiero, fuori dell'atto del pensiero non ha realtà. fondato sul principio che non può esservi realtà se non del pensante, cioè del soggetto attuale del pensiero. Il pensato, l'oggetto del pensiero, fuori dell'atto del pensiero ha una propria realtà. fondato sul principio che non può esservi realtà se non del pensante, cioè del soggetto attuale del pensiero. Il pensato, l'oggetto del pensiero, fuori dell'atto del pensiero non ha realtà. In Gentile la molteplicità dei soggetti non è reale: perché i soggetti empirici, i vari io, sono oggetti dell'Io trascendentale, che non li pone, ossia non li crea, nell'atto in cui li pensa e pensandoli ne consuma l'individualità facendoli universali nella sua universalità stessa. perché i soggetti empirici, i vari io, sono soggetti dell'Io trascendente, che li pone, ossia li crea, nell'atto in cui li pensa e pensandoli ne consuma l'individualità facendoli universali nella sua universalità stessa. perché i soggetti empirici, i vari io, sono oggetti dell'Io trascendentale, che li pone, ossia li crea, nell'atto in cui li pensa e pensandoli ne consuma l'individualità facendoli universali nella sua universalità stessa. perché gli oggetti empirici, i vari io, sono oggetti dell'Io trascendentale, che li pone, ossia li crea, nell'atto in cui li pensa e pensandoli ne consuma l'individualità facendoli universali nella sua universalità stessa. Secondo Trendelenburg. il diritto era concepito come parte della moralità, entro una visione teleologica dello svolgimento progressivo del mondo umano. il diritto era concepito come parte della moralità, entro una visione non teleologica dello svolgimento progressivo del mondo umano. il diritto era concepito come parte dell'economia entro una visione teleologica dello svolgimento progressivo del mondo umano. il diritto era concepito come parte della politica entro una visione teleologica dello svolgimento progressivo del mondo umano. Vyšinskij enunciò ufficialmente le critiche, nell'epoca staliniana,. ai giuristi dell'età rivoluzionaria, impostando per contro una teoria del diritto ispirata a una concezione di esso nettamente imperativistica e statualistica. ai giuristi dell'età imperiale, impostando per contro una teoria del diritto ispirata a una concezione di esso nettamente imperativistica e statualistica. ai giuristi dell'età prerivoluzionaria, impostando per contro una teoria del diritto ispirata a una concezione di esso nettamente imperativistica e statualistica. ai giuristi dell'età rivoluzionaria, impostando per contro una teoria del diritto ispirata a una concezione di esso nettamente individualista e libertaria. A proposito della rivoluzione bolscevica scrive nel 1921 lo Stu?ka, ci si trova in un periodo di transizione nel quale. non ci si deve servire del diritto. ci si deve servire dello pseudodiritto. ci si deve servire del diritto. ci si deve servire del diritto naturale. Rejsner intende la rivoluzione. come il conflitto tra il diritto spontaneo, o «intuitivo», della classe dominata e il diritto della classe dominante (che è il diritto positivo). come il conflitto tra il diritto spontaneo, o «intuitivo», della classe dominata e il diritto della classe dominante (che non è il diritto positivo). come il conflitto tra il diritto spontaneo, o «intuitivo», della classe dominata e il diritto della classe dominata (che è il diritto positivo). come il conflitto tra il diritto spontaneo, o «intuitivo», della classe dominata e il diritto della classe dominante (che è il diritto negativo. Nel giustificare il diritto coattivo esercitato dal potere statuale Vyšinskij. corregge la sua definizione sostituendo a «volontà della classe dominante» «volontà del popolo tedesco». corregge la sua definizione sostituendo a «volontà della classe dominata» «volontà del popolo sovietico». corregge la sua definizione sostituendo a «volontà della classe dominante» «volontà del popolo sovietico». corregge la sua definizione sostituendo a «volontà della classe dominante» «volontà del popolo polacco. Secondo la concezione di Giuseppe Maggiore. lo Stato totalitario è anti-individualistico, anti-giacobino, anti-borghese, anti-liberale, anticlassista, anti-bolscevico, anti-massonico. lo Stato totalitario è individualistico, anti-giacobino, anti-borghese, ma liberale, anti-classista, anti-bolscevico, anti-massonico. lo Stato totalitario è anti-individualistico, anti-giacobino, anti-borghese, anti-liberale, anticlassista, ma può essere bolscevico, anti-massonico. lo Stato totalitario è individualistico, giacobino, borghese, liberale, classista, bolscevico, massonico. Secondo la concezione di Giuseppe Maggiore. alla base dello Stato totalitario vi sono valori positivi come il popolo, la razza, la religione, il lavoro, l'autorità. alla base dello Stato totalitario vi sono valori positivi come il popolo, ma non la razza, la religione, il lavoro, l'autorità. alla base dello Stato totalitario vi sono valori negativi come il popolo, la razza, la religione, il lavoro, l'autorità. alla base dello Stato totalitario vi sono valori positivi come il popolo, la razza, ma non la religione, il lavoro, l'autorità. Il movimento fascista ebbe prevalentemente alla base a suo fondamento. un attivismo irrazionalistico che utilizzava motivi di varia origine filosofica, derivati in forma più o meno diretta ed autentica dalle filosofie positivistiche dell'inizio del secolo. un attivismo irrazionalistico che utilizzava motivi di varia origine filosofica, derivati in forma più o meno diretta ed autentica dalle filosofie antipositivistiche dell'inizio del secolo. un attivismo razionalistico che utilizzava motivi di varia origine filosofica, derivati in forma più o meno diretta ed autentica dalle filosofie antipositivistiche dell'inizio del secolo. un attivismo irrazionalistico che non utilizzava motivi di varia origine filosofica, derivati in forma più o meno diretta ed autentica dalle filosofie antipositivistiche dell'inizio del secolo. I fratelli Rocco lavorarono alle leggi. fasciste scritte nel 1924-1925 e poi promulgate nel 1927. fasciste scritte nel 1924-1925 e poi promulgate nel 1928. fasciste scritte nel 1924-1925 e poi promulgate nel 1926. fasciste scritte nel 1924-1925 e poi promulgate nel 1930. Il pensiero di Alfredo Rocco. non polemizza con la concezione «atmistica e meccanica» della società e dello Stato risalente alla Riforma protestante e al giusnaturalismo dei secoli XVII e XVIII. polemizza con la concezione «atomistica e meccanica» della società e dello Stato risalente alla Riforma protestante e al giusnaturalismo dei secoli XV e XVI. polemizza con la concezione «atomistica e meccanica» della società e dello Stato risalente alla Riforma cattolica e al giusnaturalismo dei secoli XVII e XVIII. polemizza con la concezione «atomistica e meccanica» della società e dello Stato risalente alla Riforma protestante e al giusnaturalismo dei secoli XVII e XVIII. Secondo il pensiero dei fratelli Rocco. «I diritti dell'individuo sono diversi dai diritti dello Stato»; «come tutti i diritti sociali, neanche la libertà è una concessione dello Stato». «I diritti dell'individuo non sono solo il mero riflesso dei diritti dello Stato»; «come tutti i diritti individuali, la libertà non è una concessione dello Stato». «I diritti dell'individuo non sono che riflesso dei diritti dello Stato»; «come tutti i diritti individuali, anche la libertà è una concessione dello Stato». «I diritti dell'individuo non sono che riflesso dei diritti dello Stato»; «come tutti i diritti dello Stato, anche la libertà è una concessione del diritto». Carlo Costamagna contrappone. la dottrina del fascismo allo Stato moderno ma non ne fa nascere proprio dalla opposizione ad esso i valori fondanti. la dottrina del fascismo allo Stato antico e ne fa nascere proprio dalla opposizione ad esso i valori fondanti. la dottrina del fascismo allo Stato medioevale e ne fa nascere proprio dalla opposizione ad esso i valori fondanti. la dottrina del fascismo allo Stato moderno e ne fa nascere proprio dalla opposizione ad esso i valori fondanti. Secondo Bottai. Il diritto corporativo non è uno strumento o un mezzo per evitare il conflitto sociale, bensì un modo di intendere il lavoro che permetterebbe al lavoratore di realizzarsi come soggetto. Il diritto corporativo è uno strumento o un mezzo per evitare il conflitto sociale, ma non un modo di intendere il lavoro che permetterebbe al lavoratore di realizzarsi come soggetto. Il diritto corporativo è uno strumento o un mezzo per evitare il conflitto sociale, ma anche un modo di intendere il lavoro che permetterebbe al lavoratore di realizzarsi come soggetto. Il diritto corporativo non è uno strumento o un mezzo per evitare il conflitto sociale, ma nemmeno un modo di intendere il lavoro che permetterebbe al lavoratore di realizzarsi come soggetto. Secondo i principi della Carta del Lavoro cui contribuì Bottai. solo lo Stato non trascende nel Ministero delle Corporazioni gli interessi contrastanti dei singoli e dei gruppi per coordinarli ad un fine superiore. solo lo Stato trascende non nel Ministero delle Corporazioni gli interessi contrastanti dei singoli e dei gruppi per coordinarli ad un fine superiore. non solo lo Stato trascende nel Ministero delle Corporazioni gli interessi contrastanti dei singoli e dei gruppi per coordinarli ad un fine superiore. solo lo Stato trascende nel Ministero delle Corporazioni gli interessi contrastanti dei singoli e dei gruppi per coordinarli ad un fine superiore. Pasquale Galluppi definiva il diritto come. Un poter fare ciò che non è contrario ai diritti degli altri. Un dover fare ciò che è conforme ai diritti degli altri. Un non poter fare ciò che è contrario ai diritti degli altri. Romagnosi distingue tra essere e dover essere nel senso che: concepisce il diritto come la scienza dell’essere dell’ordinamento giuridico. concepisce esplicitamente il diritto come ordinato a un fine. concepisce il diritto come ordinato dall’essere della natura. Per Romagnosi il diritto è anche arte nel senso di: tecnica per il conseguimento di un fine. capacità di operare creativamente leggi che corrispondano alle esigenze della comunità. attività extrarazionale che non può essere paragonata alla scienza matematica a causa dell’elemento umano. Secondo Schmitt. Il diritto è men che meno decisione politica. Il diritto non è essenzialmente decisione politica. Il diritto è solamente decisione politica. Il diritto è essenzialmente decisione politica. La politica è per Schmitt. dipendente dalla razionalità, da valori di bene o di giustizia, o da esigenze di ordine; non è espressione di pura volontà, riconnessa alla categoria fondamentale «amico-nemico», cioè al fatto che a un gruppo d'uomini che combatte per la propria esistenza si contrappone sempre un gruppo che fa altrettanto. indipendente dalla razionalità, da valori di bene o di giustizia, o da esigenze di ordine; è espressione di pura volontà, riconnessa alla categoria fondamentale «amico-nemico», cioè al fatto che a un gruppo d'uomini che combatte per la propria esistenza si contrappone sempre un gruppo che fa altrettanto. dipendente dalla razionalità, da valori di bene o di giustizia, o da esigenze di ordine; è tuttavia anche espressione di pura volontà, riconnessa alla categoria fondamentale soggetto-oggetto», cioè al fatto che a un gruppo d'uomini che combatte per la propria esistenza si contrappone sempre un gruppo che fa altrettanto. indipendente dalla razionalità, da valori di bene o di giustizia, o da esigenze di ordine; è espressione di pura volontà, riconnessa alla categoria fondamentale soggetto-oggetto, cioè al fatto che a un gruppo d'uomini che combatte per la propria esistenza si contrappone sempre un gruppo che fa altrettanto. La concezione concreta dell'ordinamento di Schmitt. ben si adatta al positivismo giuridico, unione di normativismo e di decisionismo, espressioni entrambe, egli sostiene, del socialismo. non si adatta al positivismo giuridico, unione di normativismo e di decisionismo, espressioni entrambe, egli sostiene, dell'individualismo. non si adatta al positivismo giuridico, che a sua volta si oppone al normativismo e decisionismo, espressioni entrambe, egli sostiene, dello spiritualismo. non si adatta al positivismo giuridico, unione di normativismo e di decisionismo, espressioni entrambe, egli sostiene, del cristianesimo. Secondo la concezione di Léon Degrelle. L'autorità e la legittimità delle norme e delle istituzioni è fondata solo se è espressione della Verità cristiana, cioè dell'etica cristiana. L'autorità e la legittimità delle norme e delle istituzioni è fondata non solo se è espressione della Verità cristiana, cioè dell'etica cristiana. L'autorità e la legittimità delle norme e delle istituzioni è fondata solo se è espressione della Verità cristiana, cioè dell'etica protestante. L'autorità e la legittimità delle norme e delle istituzioni non è fondata se è espressione della Verità cristiana, cioè dell'etica cristiana. Il Rexismo di Léon Degrelle. è stata una delle sintesi più importanti del cattolicesimo contro-rivoluzionario, nonché una delle espressione più intransigenti della rivolta contro il mondo antico. è stata una delle sintesi più importanti del cattolicesimo contro-rivoluzionario, nonché una delle espressione più intransigenti della rivolta contro il mondo moderno. è stata una delle sintesi più importanti del cattolicesimo rivoluzionario, nonché una delle espressione più intransigenti della rivolta contro il mondo moderno. è stata una delle sintesi meno importanti del cattolicesimo contro-rivoluzionario, nonché una delle espressione più intransigenti della rivolta contro il mondo moderno. Per Rexismo si intende la concezione di cristianesimo radicale. la concezione di cristianesimo radicale di Cristo Re. la concezione di protestantesimo radicale di Cristo Re. la concezione di cristianesimo radicale del Re. la concezione di cristianesimo relativista di Cristo Re. Per istituzione Santi Romano intende. non ogni ente o corpo sociale. ogni ente ma non ogni corpo sociale. non ogni ente ma ogni corpo sociale. ogni ente o corpo sociale. Santi Romano asserisce che. ogni ordinamento giuridico non è mai un'istituzione, e viceversa ogni istituzione non è mai un ordinamento giuridico: l'equazione fra i due concetti è erronea. ogni ordinamento giuridico è un'istituzione, ma non viceversa ogni istituzione è un ordinamento giuridico: l'equazione fra i due concetti non è necessaria ed assoluta. ogni ordinamento giuridico può essere un'istituzione, e viceversa ogni istituzione può essere un ordinamento giuridico: l'equazione fra i due concetti non è necessaria ed assoluta. ogni ordinamento giuridico è un'istituzione, e viceversa ogni istituzione è un ordinamento giuridico: l'equazione fra i due concetti è necessaria ed assoluta. Secondo L'istituzionalismo di Santi Romano il diritto. prima di essere norma, prima di concernere un semplice rapporto o una serie di rapporti sociali, è amore, struttura, posizione della stessa società in cui si svolge e che esso costituisce come unità, come ente per sé stante. prima di essere norma, prima di concernere un semplice rapporto o una serie di rapporti sociali, è organizzazione, struttura, posizione della stessa società in cui si svolge e che esso costituisce come unità, ma non come ente per sé stante. prima di essere norma, prima di concernere un semplice rapporto o una serie di rapporti sociali, è organizzazione, struttura, posizione della stessa società in cui si svolge e che esso costituisce come unità, come ente per sé stante. prima di essere organizzazione, prima di concernere un semplice rapporto o una serie di rapporti sociali, è norma, struttura, posizione della stessa società in cui si svolge e che esso costituisce come unità, come ente per sé stante. In Santi Romano. La presa di posizione antinormativistica è precisa; ma non nega la realtà della norma, bensì inserisce questa in una realtà più ampia e complessa, che è la fede. la presa di posizione antinormativistica è precisa; nega la realtà della norma, e inserisce questa in una realtà più ampia e complessa, che è la società. La presa di posizione antinormativistica è precisa; ma non nega la realtà della norma, bensì non inserisce questa in una realtà più ampia e complessa, che è la società. la presa di posizione antinormativistica è precisa; ma non nega la realtà della norma, bensì inserisce questa in una realtà più ampia e complessa, che è la società. Il Romano si pone dal punto di vista esattamente opposto a quello del Kelsen. Questi muoveva dalla norma, e giungeva infatti soltanto in un secondo tempo nell'ordinamento; il Romano muove dall'ordinamento, e nell'ambito di questo spiega il diritto anche come esegesi. Questi muoveva dalla norma, e giungeva infatti soltanto in un secondo tempo nell'ordinamento; il Romano muove dall'ordinamento, e nell'ambito di questo spiega il diritto anche come norma. Questi muoveva dal dovere e giungeva infatti soltanto in un secondo tempo nell'ordinamento; il Romano muove dall'ordinamento, e nell'ambito di questo spiega il diritto anche come norma. Questi muoveva dalla norma, e giungeva infatti soltanto in un secondo tempo al diritto; il Romano muove dall'ordinamento, e nell'ambito di questo spiega il diritto anche come norma. Nel pensiero di Schopenhauer. L’essenza del mondo è la volontà invece che la ragione come in Kant. L’essenza del mondo è la volontà come in Kant. L’essenza della volontà è la ragione di Kant. L’anarchismo di Stirner si fonda sulla negazione. di Dio e dell’assoluto per affermare il relativismo. di Dio e dello Stato come entità ostili all’individuo. di Dio e della religione per favorire lo Stato laico. Calogero si fa innanzitutto portavoce della necessità. di addivenire ad un superamento della classica dicotomia tra «razionale» ed «irrazionale». di addivenire ad un superamento della classica dicotomia tra «relazionale» ed «irrelazionale». di addivenire ad un superamento della classica dicotomia tra «razionale» ed «valoriale». di addivenire ad un superamento della classica dicotomia tra «razionale» e «reale». Nel primo Novecento. Filosofia e scienza giuridica si trovano in ottima complementarietà. Filosofia e scienza giuridica si trovano in conflitto. Filosofia e scienza giuridica si trovano identificati. Filosofia e scienza giuridica non si trovano in conflitto. Proprio verso la fine della guerra si ebbe. la clamorosa critica al giusnaturalismo di Gustavo Radbruch. la clamorosa conversione al giusnaturalismo di Gustavo Radbruch. la clamorosa conversione al giuspositivismo di Gustavo Radbruch. la clamorosa opposizione al giusnaturalismo di Gustavo Radbruch. Radbruch. nel dopoguerra concepì l'ingiusta illegalità e la giusta legalità su un diritto sopralegale. nel dopoguerra concepì l'ingiusta legalità e la giusta illegalità su un diritto sopralegale. nel dopoguerra concepì l'ingiusta legalità e la giusta illegalità su un diritto mai sopralegale. nel dopoguerra concepì l'ingiusta legalità e la giusta illegalità su un diritto mai legale. Il giurista Del Vecchio volle nel dopoguerra. il ritorno all'idea eterna del diritto soprannaturale. il non ritorno all'idea eterna del diritto naturale. il ritorno all'idea eterna del diritto naturale. il ritorno all'idea eterna del diritto positivo. Helmut Coing attribuisce. all'idea del diritto un contenuto religioso. all'idea del diritto un contenuto teorico. all'idea del diritto un contenuto etico. all'idea del diritto un contenuto spirituale. Per l'esistenzialismo. la società, e quindi il diritto, sono dimensioni nelle quali l'autenticità del divino si disperde e si annulla. la società, e quindi il diritto, sono dimensioni nelle quali l'autenticità dell'uomo si ritrova e non si annulla. la società, e quindi il diritto, sono dimensioni nelle quali l'autenticità dell'uomo si disperde e si annulla. la società, e non quindi il diritto, sono dimensioni nelle quali l'autenticità dell'uomo si disperde e si annulla. Nel pensiero di Capograssi il diritto veniva concepito. non come sola norma, ma come attività, come esperienza: «esperienza giuridica», che non è in definitiva e in sostanza l'esperienza umana, giacché «l'esperienza giuridica si allarga sino a comprendere tutta l'esperienza concreta». come sola norma, e non come attività, come esperienza: «esperienza giuridica», che è in definitiva e in sostanza l'esperienza umana, giacché «l'esperienza giuridica si allarga sino a comprendere tutta l'esperienza concreta». non come sola norma, ma come attività, come esperienza: «esperienza giuridica», che è in definitiva e in sostanza l'esperienza umana, giacché «l'esperienza giuridica si allarga sino a comprendere tutta l'esperienza concreta». non come sola norma, ma come attività, come esperienza: «esperienza giuridica», che è in definitiva e in sostanza l'esperienza umana, giacché «l'esperienza giuridica si allarga sino a escludere tutta l'esperienza concreta». Nella teoria di Rawls i principi di giustizia vengono dedotti. seguendo una procedura contrattuale non ipotetica, che rappresenta una versione nuova e raffinata dell'antico contratto sociale. seguendo una procedura contrattuale ipotetica, che rappresenta una versione nuova e raffinata dell'antico contratto sociale. seguendo una procedura contrattuale ipotetica, che rappresenta una versione nuova e raffinata dell'antico contratto negoziale. non seguendo una procedura contrattuale ipotetica, che rappresenta una versione nuova e raffinata dell'antico contratto sociale. L'opera di Rawls, incentrata sul tema della giustizia. ha messo in crisi uno degli assunti fondamentali della metafisica, ovvero la convinzione dell'impossibilità di un discorso razionale sui, o una teoria scientifica dei, contenuti deontologici. ha messo in crisi uno degli assunti fondamentali del positivismo, ovvero la convinzione dell'impossibilità di un discorso razionale sui, o una teoria scientifica dei, contenuti deontologici. ha chiarito uno degli assunti fondamentali del positivismo, ovvero la convinzione dell'impossibilità di un discorso razionale sui, o una teoria scientifica dei, contenuti deontologici. ha messo in crisi uno degli assunti fondamentali del naturalismo, ovvero la convinzione dell'impossibilità di un discorso razionale sui, o una teoria scientifica dei, contenuti deontologici. Dworkin perviene a una teoria del diritto come interpretazione e come integrità, nel senso che. il diritto viene concepito non come una complessa attività d'interpretazione non lasciata, tuttavia, alla discrezionalità dei giudici, ma fermamente ancorata ai principi, frutto di un preciso svolgimento storico. il diritto viene concepito come una complessa attività d'interpretazione lasciata, tuttavia, alla discrezionalità dei giudici, ma fermamente ancorata ai principi, frutto di un preciso svolgimento storico. il diritto viene concepito come una complessa attività d'interpretazione non lasciata, tuttavia, alla discrezionalità dei giudici, ma fermamente ancorata ai principi, frutto di un preciso svolgimento storico. il diritto non viene concepito come una complessa attività d'interpretazione non lasciata, tuttavia, alla discrezionalità dei giudici, ma fermamente ancorata ai principi, frutto di un preciso svolgimento storico. A tale proposito, Alexy afferma che i principi. sono contraddistinti dalla dimensione del «peso», ma anche da quella della validità. sono contraddistinti dalla dimensione del «valore», piuttosto che da quella della validità. sono contraddistinti dalla dimensione del «peso», piuttosto che da quella della validità. sono contraddistinti dalla dimensione del «valore», piuttosto che da quella del peso. Alexy definisce i principi. come specie di norme che presentano caratteri e comportamenti indifferenti rispetto alle regole. come specie di norme che non presentano caratteri e comportamenti differenti rispetto alle regole. come specie di norme che presentano caratteri e comportamenti differenti rispetto alle regole. come specie di norme che presentano caratteri e comportamenti non differenti rispetto alle norme stesse. Nella concezione di Dworking costituzionale della democrazia,. essa non viene più vista quale semplice deliberazione della maggioranza, ma quale sistema basato su principi che esprimono i diritti degli individui e hanno quale presupposto l'idea di eguaglianza. essa non viene più vista quale semplice deliberazione della maggioranza, ma quale sistema basato su principi che esprimono i diritti degli individui e hanno quale presupposto l'idea di disuguaglianza. essa non viene più vista quale semplice deliberazione della maggioranza, ma quale sistema basato su principi che esprimono i diritti degli individui e hanno quale presupposto l'idea di ineguaglianza. essa non viene più vista quale semplice deliberazione della maggioranza, ma quale sistema basato su principi che esprimono i diritti delle corporazioni e hanno quale presupposto l'idea di eguaglianza. Benedetto Croce definisce la filosofia. come momento metodologico della storiografia non sostenendo e osteggiando la riduzione della filosofia a metodologia contro la tradizionale concezione della filosofia come metafisica. come momento metodologico della storiografia sostenendo e difendendo la riduzione della filosofia a metodologia contro la tradizionale concezione della filosofia come metafisica. come momento metodologico diverso dalla storiografia sostenendo e difendendo la riduzione della filosofia a metodologia contro la tradizionale concezione della filosofia come metafisica. come momento metodologico della storiografia sostenendo e difendendo la riduzione della filosofia a metodologia a favore della tradizionale concezione della filosofia come metafisica. Alla vecchia concezione della filosofia come metafisica. si è venuta contrapponendo, da alcune scuole del XX secolo, la nuova concezione della filosofia come logica. si è venuta contrapponendo, da alcune scuole del XX secolo, la nuova concezione della filosofia come scienza. si è venuta contrapponendo, da alcune scuole del XX secolo, la nuova concezione della filosofia come metodologia. si è venuta contrapponendo, da alcune scuole del XX secolo, la nuova concezione della filosofia come psicologia. La riflessione sulla scienza, sulla la validità e sui limiti delle sue ricerche, è, in senso ampio,. la gnoseologia. la genealogia. la logica. la metodologia. La prima più accurata ed acuta discussione sui procedimenti intellettuali del giurista, su quella che si chiamò in seguito la tecnica giuridica,. si fa risalire a Rodolfo von Jhering e si trova nella sua nota opera "Lo spirito del diritto tedesco". si fa risalire a Rodolfo von Jhering e si trova nella sua nota opera "Lo spirito del capitalismo". si fa risalire a Rodolfo von Jhering e si trova nella sua nota opera "Lo spirito del diritto inglese". si fa risalire a Rodolfo von Jhering e si trova nella sua nota opera "Lo spirito del diritto romano". Samuele von Pufendorf, inizia il suo celebre trattato "De iure naturae et gentium" (1672),. con due capitoli in cui cerca di dimostrare per quali motivi e con quali accorgimenti si possa fare della scienza anche nel campo delle discipline giuridiche e morali; e in tal modo propone come problema iniziale e preliminare proprio il problema metodologico della scienza positivista. con due capitoli in cui cerca di dimostrare per quali motivi e con quali accorgimenti si possa fare della scienza anche nel campo delle discipline giuridiche e morali; e in tal modo propone come problema iniziale e preliminare proprio il problema metodologico della scienza matematica. con due capitoli in cui cerca di dimostrare per quali motivi e con quali accorgimenti si possa fare della scienza anche nel campo delle discipline giuridiche e morali; e in tal modo propone come problema iniziale e preliminare proprio il problema metodologico della scienza giuridica. con due capitoli in cui cerca di dimostrare per quali motivi e con quali accorgimenti non si possa fare della scienza anche nel campo delle discipline giuridiche e morali; e in tal modo propone come problema iniziale e preliminare proprio il problema metodologico della scienza giuridica. Nel medioevo l'ideale del rigore era dato. dal sistema della logica formale platonica ed una disciplina era considerata più o meno rigorosa, più o meno scienza, a seconda che si adeguasse o no ai canoni logici tradizionali. dal sistema della logica formale aristotelica ed una disciplina era considerata più o meno rigorosa, più o meno scienza, a seconda che si adeguasse o no ai canoni psicologici tradizionali. dal sistema della logica formale platonica ed una disciplina era considerata più o meno rigorosa, più o meno scienza, a seconda che si adeguasse o no ai canoni platonici tradizionali. dal sistema della logica formale aristotelica ed una disciplina era considerata più o meno rigorosa, più o meno scienza, a seconda che si adeguasse o no ai canoni logici tradizionali. Nel medioevo. la giurisprudenza è un'attività logico-formale applicata alle norme giuridiche, e la logica formale è il modello ideale di ogni scienza. la giurisprudenza è un'attività logico-formale applicata alle norme giuridiche, e la logica formale è il modello ideale di ogni diritto. la giurisprudenza non è un'attività logico-formale applicata alle norme giuridiche, ma la logica formale è il modello ideale di ogni scienza. la giurisprudenza non è un'attività logico-formale applicata alle norme giuridiche, e la logica formale non è il modello ideale di ogni scienza. Wundt scrisse. una "Logica" che è divisa sostanzialmente in tre parti: una parte generale, una seconda parte sul metodo delle scienze esatte e una terza, appunto, sul metodo delle scienze esatte. una "Logica" che è divisa sostanzialmente in tre parti: una parte generale, una seconda parte sul metodo delle scienze esatte e una terza, sul metodo delle scienze spirituali. una "Logica" che è divisa sostanzialmente in due parti: una parte generale, una seconda parte sul metodo delle scienze esatte. una "dottrina del diritto" che è divisa sostanzialmente in tre parti: una parte generale, una seconda parte sul metodo delle scienze esatte e una terza, appunto, sul metodo delle scienze spirituali. Per il Dilthey il diritto. occupa un posto assai importante, perché mostra la connessione tra sistemi della cultura e organizzazione esterna della società. non occupa un posto assai importante, perché mostra la connessione tra sistemi della cultura e organizzazione esterna della società. occupa un posto assai importante, perché mostra la connessione tra sistemi della cultura e organizzazione interna della società. occupa un posto assai importante, perché non mostra la connessione tra sistemi della cultura e organizzazione esterna della società. Dilthey. cerca di dimostrare l'esistenza e di giustificare la validità delle scienze spirituali come complesso di scienze per se stante e distinto dalle scienze naturali. cerca di dimostrare l'esistenza e a giustificare la validità delle scienze spirituali come complesso di scienze per se stante e distinto dalle scienze giuridiche. non cerca di dimostrare l'esistenza e di giustificare la validità delle scienze spirituali come complesso di scienze per se stante e distinto dalle scienze naturali. cerca di dimostrare l'esistenza e di giustificare la validità delle scienze esatte come complesso di scienze per se stante e distinto dalle scienze naturali. Per Croce. non solo la storia è conoscenza, e quindi solo attraverso la ricerca storica (che sia genuinamente "storia" e non "cronaca" o altro) noi acquistiamo conoscenza della realtà; le scienze naturali non sono esse stesse conoscenza, ma soltanto un sussidio alla conoscenza. solo la storia è conoscenza, e quindi solo attraverso la ricerca storica (che sia genuinamente "storia" e non "cronaca" o altro) noi acquistiamo conoscenza della realtà; le scienze naturali non sono esse stesse conoscenza, ma soltanto un sussidio alla conoscenza. solo la storia è conoscenza, e quindi solo attraverso la ricerca storica (che sia genuinamente "storia" e non "cronaca" o altro) noi acquistiamo conoscenza della realtà; le scienze naturali sono esse stesse conoscenza, non soltanto un sussidio alla conoscenza. solo la storia è conoscenza, e quindi solo attraverso la ricerca storica (che sia genuinamente "storia" e non "cronaca" o altro) noi acquistiamo conoscenza della realtà; le scienze naturali non sono esse stesse conoscenza, ma soltanto un sussidio alla scienza. Per Croce. le scienze naturali come mero ausilio alla ricerca storica non presuppongono la storia, cioè vengono prima della storia. le scienze naturali non come mero ausilio alla ricerca storica presuppongono la storia, cioè non vengono dopo la storia. le scienze naturali come mero ausilio alla ricerca storica presuppongono la storia, cioè non vengono dopo la storia. le scienze naturali come mero ausilio alla ricerca storica presuppongono la storia, cioè vengono dopo la storia. Dilthey fonda le scienze spirituali. sulla psicologia lontano dalla metafisica non meno che dal positivismo. sulla logica lontano dalla metafisica non meno che dal positivismo. sulla logica lontano dalla metafisica non meno che dal giusnaturalismo. Il Gorla ammette una scienza naturale del diritto: l'ammette perché esiste e perché chiunque si occupa di problemi giuridici si imbatte in certi concetti giuridici generali che sono stati ottenuti attraverso il metodo dell'astrazione, proprio delle scienze filosofiche. l'ammette perché non esiste e perché chiunque si occupa di problemi giuridici non si imbatte in certi concetti giuridici generali che sono stati ottenuti attraverso il metodo dell'astrazione, proprio delle scienze naturali. l'ammette perché esiste e perché chiunque si occupa di problemi giuridici si imbatte in certi concetti giuridici generali che non sono stati ottenuti attraverso il metodo dell'astrazione, proprio delle scienze naturali. l'ammette perché esiste e perché chiunque si occupa di problemi giuridici si imbatte in certi concetti giuridici generali che sono stati ottenuti attraverso il metodo dell'astrazione, proprio delle scienze naturali. Per il Gorla,. accanto e sotto alla scienza naturale del diritto, non vi è la conoscenza genuina, reale del diritto. accanto e sopra alla scienza naturale del diritto, non vi è la conoscenza genuina, reale del pensiero religioso. accanto e sopra alla scienza naturale del diritto, vi è la conoscenza genuina, reale del pensiero religioso. accanto e sopra alla scienza naturale del diritto, vi è la conoscenza genuina, reale del diritto. Secondo Carnap. La categoria "scienza empirica" serve a non distinguere propriamente ciò che è "scienza" da ciò che è "metafisica". La categoria "scienza empirica" serve a distinguere propriamente ciò che è "scienza" da ciò che non è "metafisica". La categoria "scienza empirica" serve a distinguere propriamente ciò che è "scienza" da ciò che è "metafisica". La categoria "scienza empirica" non serve a distinguere propriamente ciò che è "scienza" da ciò che è "metafisica". Rodolfo Stammler. ha teorizzato per primo con chiarezza la teoria del formalismo religioso. ha teorizzato per primo con chiarezza la teoria del formalismo metafisico. ha teorizzato per primo con chiarezza la teoria del formalismo giuridico. ha teorizzato per primo ma non con chiarezza la teoria del formalismo giuridico. Dire che la logica è una scienza formale. significa che essa studia le proposizioni non in quanto tali, prescindendo dal loro contenuto specifico, bensì studia le operazioni di formazione e di trasformazione delle proposizioni indipendentemente da quel che le parole (o simboli) significano. significa che essa studia le proposizioni in quanto tali, prescindendo dal loro contenuto specifico, cioè studia le operazioni di formazione e di trasformazione delle proposizioni indipendentemente da quel che le parole (o simboli) significano. significa che essa studia le proposizioni in quanto tali, prescindendo dal loro contenuto generico, cioè studia le operazioni di formazione e di trasformazione delle proposizioni indipendentemente da quel che le parole (o simboli) significano. significa che essa studia le proposizioni in quanto tali, prescindendo dal loro contenuto specifico, cioè studia le operazioni di formazione e di trasformazione delle proposizioni in dipendenza da quel che le parole (o simboli) significano. Se parlare del diritto come forma. vuol dire considerare il diritto non esclusivamente come norma e precisamente come norma giuridica, così la teoria formale del diritto si identifica con la teoria normativa del diritto. vuol dire considerare il diritto esclusivamente come norma e precisamente non come norma giuridica, così la teoria formale del diritto si identifica con la teoria normativa del diritto. vuol dire considerare il diritto esclusivamente come norma e precisamente come norma giuridica, così la teoria formale del diritto si identifica con la teoria normativa del diritto. vuol dire considerare il diritto esclusivamente come norma e precisamente come norma giuridica, così la teoria formale del diritto non si identifica con la teoria normativa del diritto. la scienza giuridica ha a che fare. con comportamenti reali e con comportamenti previsti, ma non con comportamenti presunti. non già con comportamenti reali e neppure con comportamenti previsti, ma con comportamenti presunti. non già con comportamenti reali e neppure con comportamenti previsti, ma non con comportamenti presunti. non già con comportamenti reali e neppure con comportamenti previsti, ma nemmeno con comportamenti presunti. Una proposizione normativa. non si riferisce a ciò che è ma a ciò che deve non essere. non si riferisce a ciò che né a ciò che deve essere. si riferisce a ciò che è e a ciò che deve essere. non si riferisce a ciò che è ma a ciò che deve essere. La proprietà delle proposizioni normative. non è già quella di esprimere un giudizio sulla realtà, bensì di formulare un enunciato su ciò che deve essere. è quella di esprimere un giudizio sulla realtà, non di formulare un enunciato su ciò che deve essere. non è già quella di esprimere un giudizio sulla realtà, e nemmeno quella di formulare un enunciato su ciò che deve essere. non è già quella di esprimere un giudizio sulla realtà, bensì di formulare un enunciato su ciò che non deve essere. La teoria secondo cui il giurista. non ha il compito di cercare per proprio conto e coi propri mezzi il diritto al di fuori delle proposizioni normative si può chiamare, per quanto abbia avuti diversi nomi,teoria sociologica. ha il compito di cercare per proprio conto e coi propri mezzi il diritto al di fuori delle proposizioni normative si può chiamare, per quanto abbia avuti diversi nomi, teoria sociologica. ha il compito di cercare per proprio conto e coi propri mezzi il diritto al di fuori delle proposizioni normative si può chiamare, per quanto abbia avuti diversi nomi, teoria soteriologica. ha il compito di cercare per proprio conto ma non coi propri mezzi il diritto al di fuori delle proposizioni normative si può chiamare, per quanto abbia avuti diversi nomi, teoria sociologica. Per la teoria normativa,. il giurista non è puramente e semplicemente un ritrovatore di norme giuridiche già implicite nel sistema normativo dato. il giurista è puramente e semplicemente un ritrovatore di norme giuridiche già implicite nel sistema normativo non dato. il giurista è puramente e semplicemente un ritrovatore di norme giuridiche già implicite nel sistema sociologico dato. il giurista è puramente e semplicemente un ritrovatore di norme giuridiche già implicite nel sistema normativo dato. La ricerca del giurista. è insieme ricerca storica per il modo di accedere all'oggetto (che è l'interpretazione) e ricerca di tipo naturalistico per il fine che si propone (la generalizzazione e il diritto). non è insieme ricerca storica per il modo di accedere all'oggetto (che è l'interpretazione) e ricerca di tipo naturalistico per il fine che si propone (la generalizzazione e il sistema). è insieme ricerca storica per il modo di accedere all'oggetto (che è l'interpretazione) e ricerca di tipo naturalistico per il fine che si propone (la generalizzazione e il sistema). è insieme ricerca storica per il modo di accedere all'oggetto (che è l'interpretazione) e ricerca di tipo non naturalistico per il fine che si propone (la generalizzazione e il sistema). Se la scienza non consiste nell'apprendimento di verità universali e necessarie,. cade l'eterna obiezione che è risuonata così sovente tra i giuristi e contro i giuristi, che la ricerca giuridica non sia scienza perché le cose di cui essa si occupa sono caduche e magari contingenti. non cade l'eterna obiezione che è risuonata così sovente tra i giuristi e contro i giuristi, che la ricerca giuridica non sia scienza perché le cose di cui essa si occupa sono caduche e magari contingenti. cade l'eterna obiezione che è risuonata così sovente tra i giuristi e contro i giuristi, che la ricerca giuridica sia scienza perché le cose di cui essa si occupa sono caduche e magari contingenti. cade l'eterna obiezione che è risuonata così sovente tra i giuristi e contro i giuristi, che la ricerca giuridica non sia scienza perché le cose di cui essa si occupa non sono caduche e magari contingenti. Il giurista tende,. col suo lavoro intellettuale applicato alle proposizioni normative, alla costruzione di concetti non scientifici, vale a dire di termini esattamente definiti. col suo lavoro intellettuale applicato alle proposizioni normative, alla costruzione di concetti scientifici, vale a dire di termini esattamente definiti. col suo lavoro intellettuale applicato alle proposizioni normative, alla costruzione di concetti non scientifici, vale a dire di termini non esattamente definiti. col suo lavoro intellettuale applicato alle proposizioni normative, alla costruzione di concetti scientifici, vale a dire di termini non esattamente definiti. La logica nel senso tradizionale della parola,. è complesso di regole che guidano il cosiddetto ragionamento induttivo. è complesso di regole che guidano il cosiddetto ragionamento deduttivo. è complesso di regole che non guidano il cosiddetto ragionamento deduttivo. non è complesso di regole che guidano il cosiddetto ragionamento deduttivo. Il pensiero di Ripert: nega la possibilità di pervenire alla nozione di un diritto naturale di validità universale. afferma la possibilità di pervenire alla nozione di un diritto naturale di validità universale. rivendica la possibilità di pervenire alla nozione di un diritto naturale di validità universale. Oltre le norme giuridiche,. vi sono precetti religiosi, regole morali, regole sociali, regole del costume, regole di quella etica minore che è l'etichetta, regole della cattiva educazione e così via. vi sono precetti religiosi, regole amorali, regole asociali, regole del costume, regole di quella etica minore che è l'etichetta, regole della buona educazione e così via. vi sono precetti religiosi, regole morali, regole sociali, regole del costume, regole di quella etica minore che è l'etichetta, regole della buona educazione e così via. non vi sono precetti religiosi, regole morali, regole sociali, regole del costume, regole di quella etica minore che è l'etichetta, regole della buona educazione e così via. Una norma può essere. valida senza essere efficace. valida senza essere vera. valida senza essere orientata. valida senza essere letta. Una norma può essere. valida senza essere pensata. valida senza essere datata. valida senza essere giusta. valida senza essere nuova. Una norma può essere. efficace senza essere letta. efficace senza essere valida. efficace senza essere orientata. efficace senza essere vera. Una norma può essere. giusta senza essere efficace. giusta senza essere scritta. giusta senza essere vera. giusta senza essere pensata. Se la distinzione tra il giusto e l'ingiusto non è universale, bisogna porsi il problema di a chi spetta stabilire ciò che è giusto e ciò che è ingiusto. bisogna porsi il problema di a chi spetta stabilire ciò che è bello e ciò che è ingiusto. bisogna porsi il problema di a chi spetta stabilire ciò che è vero e ciò che è falso. bisogna porsi il problema di a chi spetta stabilire ciò che è giusto e ciò che è ingiusto. non bisogna porsi il problema di a chi spetta stabilire ciò che è giusto e ciò che è ingiusto. Kant chiamò. il diritto naturale "provvisorio" per distinguerlo dal diritto assoluto che chiamò "perentorio", e fece così intendere che solo i diritto positivo era diritto nel senso pregnante della parola. il diritto naturale "provvisorio" per distinguerlo dal diritto positivo che chiamò "perentorio", e fece così intendere che solo i diritto positivo era diritto nel senso pregnante della parola. il diritto naturale "provvisorio" per distinguerlo dal diritto negativo che chiamò "perentorio", e fece così intendere che solo i diritto positivo era diritto nel senso pregnante della parola. il diritto naturale "provvisorio" per distinguerlo dal diritto individuale che chiamò "perentorio", e fece così intendere che solo i diritto positivo era diritto nel senso pregnante della parola. Secondo Hobbes. non esiste altro criterio del giusto e dell'ingiusto all'infuori della legge positiva, vale a dire all'infuori del comando del sovrano. non esiste altro criterio del giusto e dell'ingiusto all'infuori della legge positiva, vale a dire all'infuori del comando del individuo. non esiste altro criterio del giusto e dell'ingiusto all'infuori della legge naturale, vale a dire all'infuori del comando del sovrano. non esiste altro criterio del giusto e dell'ingiusto all'infuori della legge divina, vale a dire all'infuori del comando del sovrano. La teoria opposta a quella giusnaturalistica. è la dottrina che riduce la giustizia a divinità. è la dottrina che riduce la giustizia a validità. è la dottrina che riduce la giustizia a verità. è la dottrina che riduce la giustizia a arbitrarietà. Mentre per un giusnaturalista classico. ha valore di comando solo ciò che è giusto, per la dottrina opposta è giusto solo ciò che è comandato e per il fatto di essere comandato. Per un giusnaturalista, una norma non è valida se non è giusta; per la teoria opposta una norma è giusta solo in quanto valida. ha valore di comando solo ciò che è giusto, per la dottrina opposta è giusto solo ciò che è comandato e per il fatto di essere comandato. Per un positivista una norma non è valida se non è giusta; per la teoria opposta una norma è giusta solo in quanto valida. ha valore di comando solo ciò che è giusto, per la dottrina opposta non è giusto solo ciò che è comandato e per il fatto di essere comandato. Per un giusnaturalista, una norma non è valida se non è giusta; per la teoria opposta una norma è giusta solo in quanto valida. non ha valore di comando solo ciò che è giusto, per la dottrina opposta è giusto solo ciò che è comandato e per il fatto di essere comandato. Per un giusnaturalista, una norma non è valida se non è giusta; per la teoria opposta una norma è giusta solo in quanto valida. Il realismo giuridico critica. il giusnaturalismo che avrebbe una concezione logica del diritto e il positivismo in senso stretto che ha una concezione ideale del diritto. il giusnaturalismo che avrebbe una concezione formale del diritto e il positivismo in senso stretto che ha una concezione razionale del diritto. il giusnaturalismo che avrebbe una concezione ideale del diritto e il positivismo in senso stretto che ha una concezione formale del diritto. il giusnaturalismo che avrebbe una concezione ideale del diritto e il positivismo in senso stretto che ha una concezione aristotelica del diritto. Secondo il formalismo etico. è giusto ciò che è conforme alla legge, e in quanto tale non si respinge ogni criterio di giustizia che stia al di sopra delle leggi positive e in base al quale le stesse leggi positive possano essere valutate. è giusto ciò che è conforme alla legge, e in quanto tale si respinge ogni criterio di giustizia che stia al di sopra delle leggi positive e in base al quale le stesse leggi positive possano essere valutate. è giusto ciò che è conforme alla legge, e in quanto tale si respinge ogni criterio di ingiustizia che non stia al di sopra delle leggi positive e in base al quale le stesse leggi positive possano essere valutate. è ingiusto ciò che è conforme alla legge, e in quanto tale si respinge ogni criterio di giustizia che stia al di sopra delle leggi positive e in base al quale le stesse leggi positive possano essere valutate. Secondo il formalismo giuridico in senso stretto. la caratteristica del diritto non è già quella di prescrivere ciò che ciascuno deve fare, ma semplicemente il modo con cui ciascuno deve agire moralmente se vuol raggiungere i propri scopi, e pertanto appartiene al compito del diritto non già stabilire il contenuto del rapporto intersoggettivo ma la forma che esso deve assumere per avere certe conseguenze. la caratteristica del diritto non è già quella di prescrivere ciò che ciascuno deve fare, ma semplicemente il modo con cui ciascuno deve agire se vuol raggiungere i propri scopi, e pertanto appartiene al compito del diritto stabilire il contenuto del rapporto intersoggettivo ma la forma che esso deve assumere per avere certe conseguenze. la caratteristica del diritto non è già quella di prescrivere ciò che ciascuno deve fare, ma semplicemente il modo con cui ciascuno deve agire se vuol raggiungere i propri scopi, e pertanto appartiene al compito del diritto non già stabilire il contenuto del rapporto intersoggettivo ma la forma che esso deve assumere per avere certe conseguenze. la caratteristica del diritto è quella di prescrivere ciò che ciascuno deve fare, e non semplicemente il modo con cui ciascuno deve agire se vuol raggiungere i propri scopi, e pertanto appartiene al compito del diritto non già stabilire il contenuto del rapporto intersoggettivo ma la forma che esso deve assumere per avere certe conseguenze. Per quanto riguarda la funzione,. osserviamo che con la descrizione non miriamo a informare altrui; con la prescrizione a modificarne il comportamento. osserviamo che con la descrizione miriamo a informare altrui; con la prescrizione a non modificarne il comportamento. osserviamo che con la funzione miriamo a informare altrui; con la prescrizione a modificarne il comportamento. osserviamo che con la descrizione miriamo a informare altrui; con la prescrizione a modificarne il comportamento. Per la tesi riduzionista. c'è la convinzione che l'unica ragione per cui si esegue un comando è il timore della sanzione, e pertanto la funzione del comandare venga espletata soltanto attraverso la sanzione. non c'è la convinzione che l'unica ragione per cui si esegue un comando è il timore della sanzione, e pertanto la funzione del comandare venga espletata soltanto attraverso la sanzione. c'è la convinzione che l'unica ragione per cui si esegue un comando è il timore del comando stesso e pertanto la funzione del comandare venga espletata soltanto attraverso il comando. c'è la convinzione che l'unica ragione per cui si esegue un comando non possa essere il timore della sanzione, e pertanto la funzione del comandare non venga espletata soltanto attraverso la sanzione. Si dicono autonomi. quegli imperativi in cui colui che pensa la norma e colui che la ascolta sono la stessa persona. quegli imperativi in cui colui che pone la norma e colui che la esegue non sono la stessa persona. quegli imperativi in cui colui che pone la norma e colui che la esegue sono la stessa norma. quegli imperativi in cui colui che pone la norma e colui che la esegue sono la stessa persona. Per Kant. gli imperativi morali, e solo gli imperativi morali, sono autonomi. gli imperativi morali, ma non solo gli imperativi morali, sono autonomi. gli imperativi morali, e solo gli imperativi morali, sono eteronomi. gli imperativi legali e solo gli imperativi morali, sono autonomi. Il Thon con l'imperatività del diritto. sostiene che per mezzo del diritto l'ordinamento giuridico tende a dare a coloro che sono soggetti alle sue statuizioni un impulso verso un determinato contegno, tale impulso viene esercitato per mezzo di precetti di contenuto ora positivo ora negativo. sostiene che per mezzo del volere divino l'ordinamento giuridico tende a dare a coloro che sono soggetti alle sue statuizioni un impulso verso un determinato contegno, tale impulso viene esercitato per mezzo di precetti di contenuto ora positivo ora negativo. sostiene che per mezzo della scienza l'ordinamento giuridico tende a dare a coloro che sono soggetti alle sue statuizioni un impulso verso un determinato contegno, tale impulso viene esercitato per mezzo di precetti di contenuto ora positivo ora negativo. sostiene che per mezzo del diritto l'ordinamento giuridico non tende a dare a coloro che sono soggetti alle sue statuizioni un impulso verso un determinato contegno, tale impulso viene esercitato per mezzo di precetti di contenuto ora positivo ora negativo. Per il Thon. l'intero diritto di una società non è altro che un complesso d'imperativi, i quali sono l'uno all'altro così strettamente inanellati che la disobbedienza agli uni costituisce sovente il presupposto di ciò che da altri è comandato. l'intero diritto di una società non è altro che un complesso d'imperativi, i quali sono l'uno all'altro così strettamente inanellati che la disobbedienza agli uni non costituisce mai il presupposto di ciò che da altri è comandato. l'intero diritto di una società non è altro che un complesso d'imperativi, i quali sono l'uno all'altro così poco inanellati che la disobbedienza agli uni costituisce sovente il presupposto di ciò che da altri è comandato. l'intero diritto di una società non è altro che un complesso d'imperativi, i quali sono l'uno all'altro così strettamente inanellati che la disobbedienza agli uni costituisce sovente il presupposto di ciò che da altri non è comandato. Lo Jhering sostenne che. i destinatari della norma giuridica non sono i cittadini ma gli organi giudiziari incaricati di esercitare il potere coattivo. i destinatari della norma giuridica sono i cittadini e non gli organi giudiziari incaricati di esercitare il potere coattivo. i destinatari della norma giuridica non sono i cittadini e nemmeno gli organi giudiziari incaricati di esercitare il potere coattivo. i destinatari della norma giuridica sono i cittadini ma anche gli organi giudiziari incaricati di esercitare il potere coattivo. Lo Jhering. partiva da una rigida dottrina non statualistica, bensì coazionistica del diritto. non partiva da una rigida dottrina statualistica e coazionistica del diritto. partiva da una rigida dottrina statualistica ma non coazionistica del diritto. partiva da una rigida dottrina statualistica e coazionistica del diritto. Secondo Olivecrona. esclude che le norme giuridiche, per il solo fatto di essere imperativi siano anche comandi, in quanto manca il soggetto che comanda. esclude che le norme giuridiche, per il solo fatto di essere imperativi siano anche comandi, in quanto non manca il soggetto che comanda. esclude che le norme giuridiche, per il solo fatto di essere imperativi siano anche valide, in quanto manca il soggetto che comanda. esclude che le norme giuridiche, per il solo fatto di essere imperativi siano anche efficaci, in quanto manca il soggetto che comanda. Teorie imperativistiche miste sono quelle che. non ammettono che in ogni ordinamento giuridico vi siano degli imperativi, ma negano che tutte le proposizioni componenti un sistema giuridico siano imperativi o riducibili a imperativi. ammettono che in ogni ordinamento giuridico vi siano degli imperativi, ma negano che tutte le proposizioni componenti un sistema giuridico non siano imperativi o riducibili a imperativi. ammettono che in ogni ordinamento giuridico vi siano degli imperativi, ma non negano che tutte le proposizioni componenti un sistema giuridico siano imperativi o riducibili a imperativi. ammettono che in ogni ordinamento giuridico vi siano degli imperativi, ma negano che tutte le proposizioni componenti un sistema giuridico siano imperativi o riducibili a imperativi. Fichte ha posto. la differenza tra diritto e morale in questi termini: la legge morale comanda categoricamente quello che si deve fare, la legge giuridica permette quello che si può fare. la differenza tra diritto e giusto in questi termini: la legge morale comanda categoricamente quello che si deve fare, la legge giuridica permette quello che si può fare. la differenza tra diritto e morale in questi termini: la legge morale comanda categoricamente quello che si può fare, la legge giuridica permette quello che si deve fare. la differenza tra diritto e morale in questi termini: la legge morale non comanda categoricamente quello che si deve fare, la legge giuridica permette quello che si deve fare. In Fichte da un lato,. la legge morale non si limita a permettere che si compia ciò che essa vuole, ma lo impone; dall'altro la legge giuridica non ordina mai che si eserciti un diritto. la legge morale si limita a permettere che si compia ciò che essa vuole, ma lo impone; dall'altro la legge giuridica ordina che si eserciti un diritto. la legge morale non si limita a permettere che si compia ciò che essa vuole, ma lo impone; dall'altro la legge giuridica ordina che si eserciti un diritto. la legge morale si limita a permettere che si compia ciò che essa vuole, ma non lo impone; dall'altro la legge giuridica non ordina mai che si eserciti un diritto. In Kelsen le norme giuridiche. sono eteronome, hanno bisogno di una garanzia che la volontà dei sudditi si adegui a quella dello stato, garanzia che il comando in quanto tale non può dare, e può esser raggiunta soltanto attraverso la norma. sono eteronome, hanno bisogno di una garanzia che la volontà dei sudditi si adegui a quella dello stato, garanzia che il comando in quanto tale non può dare, e può esser raggiunta soltanto attraverso la sanzione. sono eteronome, hanno bisogno di una garanzia che la volontà dei sudditi si adegui a quella dello stato, garanzia che il comando in quanto tale non può dare, e può esser raggiunta soltanto attraverso la Grundnorm. sono eteronome, hanno bisogno di una garanzia che la volontà dei sudditi si adegui a quella dello stato, garanzia che il comando in quanto tale non può dare, e può esser raggiunta soltanto attraverso la conoscenza. Il Perassi. nella critica antimperativista parla della norma giuridica come di canoni che valutano un contegno dell'individuo nella vita di società. nella critica imperativista parla della norma giuridica come di canoni che valutano un contegno dell'individuo nella vita di società. nella critica antimperativista parla della norma giuridica come di canoni che non valutano un contegno dell'individuo nella vita di società. nella critica antimperativista parla della sanzione giuridica come di canoni che valutano un contegno dell'individuo nella vita di società. Kelsen nella critica antimperativista osserva che. è nella natura del diritto di non contenere nessuna garanzia che il comportamento altrui fosse effettivamente modificato. è nella natura dei comandi di non contenere nessuna garanzia che il comportamento altrui fosse effettivamente modificato. non è nella natura dei comandi di non contenere nessuna garanzia che il comportamento altrui fosse effettivamente modificato. è nella natura dei comandi di contenere la garanzia che il comportamento altrui fosse effettivamente modificato. Ciò che si osserva è un divieto,. ciò che si esegue è un diritto onde due modi diversi di violazione, l'inosservanza rispetto a un imperativo negativo, l'inesecuzione rispetto a un imperativo positivo. ciò che si esegue è un dovere onde due modi diversi di violazione, l'inosservanza rispetto a un imperativo negativo, l'inesecuzione rispetto a un imperativo positivo. ciò che si esegue è un comando, onde due modi diversi di violazione, l'inosservanza rispetto a un imperativo negativo, l'inesecuzione rispetto a un imperativo positivo. ciò che si esegue è un comando, onde due modi diversi di violazione, l'inosservanza rispetto a un imperativo positivo l'inesecuzione rispetto a un imperativo positivo. Il fine della sanzione è. l'efficacia della norma, o, in altre parole la sanzione è un espediente per ottenere che le sanzioni siano meno violate o le conseguenze della violazione siano meno gravi. l'efficacia della norma, o, in altre parole la sanzione è un espediente per ottenere che le norme siano meno violate o le conseguenze della violazione siano meno gravi. l'efficacia della norma, o, in altre parole la sanzione è un espediente per ottenere che le norme siano violate o le conseguenze della violazione siano meno gravi. l'efficacia della sanzione o, in altre parole la sanzione è un espediente per ottenere che le norme siano meno violate o le conseguenze della violazione siano meno gravi. Lo "stato di diritto" è avanzato e continua ad avanzare. nella misura in cui si sostituiscono ai poteri arbitrari quelli giuridicamente incontrollati, agli organi irresponsabili gli organi giuridicamente responsabili, infine nella misura in cui l'ordinamento giuridico organizza la risposta alla violazione che proviene non solo dai privati cittadini, ma anche dai pubblici funzionari. nella misura in cui si sostituiscono ai poteri arbitrari quelli giuridicamente controllati, agli organi responsabili gli organi giuridicamente irresponsabili, infine nella misura in cui l'ordinamento giuridico organizza la risposta alla violazione che proviene non solo dai privati cittadini, ma anche dai pubblici funzionari. nella misura in cui si sostituiscono ai poteri arbitrari quelli giuridicamente controllati, agli organi irresponsabili gli organi giuridicamente responsabili, infine nella misura in cui l'ordinamento giuridico organizza la risposta alla violazione che proviene non solo dai privati cittadini, ma non dai pubblici funzionari. nella misura in cui si sostituiscono ai poteri arbitrari quelli giuridicamente controllati, agli organi irresponsabili gli organi giuridicamente responsabili, infine nella misura in cui l'ordinamento giuridico organizza la risposta alla violazione che proviene non solo dai privati cittadini, ma anche dai pubblici funzionari. La presenza di norme non sanzionate in un ordinamento giuridico. è un fatto incontestabile. è un fatto impossibile. è un fatto inventato. è un fatto non reae. Alle norme generali. si contrappongono quelle che hanno per destinatario un individuo singolo, alle norme astratte si contrappongono quelle che regolano un'azione singola. non si contrappongono quelle che hanno per destinatario un individuo singolo, alle norme astratte non si contrappongono quelle che regolano un'azione singola. si contrappongono quelle che non hanno per destinatario un individuo singolo, alle norme astratte si contrappongono quelle che regolano un'azione singola. si contrappongono quelle che hanno per destinatario un individuo singolo, alle norme astratte non si contrappongono quelle che regolano un'azione singola. In ogni ordinamento,. accanto alle norme di condotta, vi è un altro tipo di norme, che si sogliono chiamare norme di visione o di immagine. accanto alle norme di condotta, vi è un altro tipo di norme, che si sogliono chiamare norme di struttura o di competenza. accanto alle norme di condotta, vi è un altro tipo di norme, che si sogliono chiamare norme di relazione o di invidiualità. accanto alle norme di condotta, vi è un altro tipo di norme, che si sogliono chiamare norme di concetto o di relazione. Le norme costituzionali. sono in rapporto con le leggi ordinarie tale che esse possono essere talora considerate come regolamenti più generali ma esecutivi delle direttive di massima contenete nella costituzione. sono in rapporto con le leggi ordinarie tale che esse possono essere talora considerate come regolamenti non esecutivi delle direttive di massima contenete nella costituzione. sono in rapporto con le leggi ordinarie tale che esse non possono essere talora considerate come regolamenti esecutivi delle direttive di massima contenete nella costituzione. sono in rapporto con le leggi ordinarie tale che esse possono essere talora considerate come regolamenti esecutivi delle direttive di massima contenete nella costituzione. Secondo la teoria della costruzione a gradi dell'ordinamento giuridico,. elaborata dal Gentile l'unità di un ordinamento giuridico complesso perché le norme di un ordinamento non stanno tutte sullo stesso piano. elaborata da Aristotele l'unità di un ordinamento giuridico complesso perché le norme di un ordinamento non stanno tutte sullo stesso piano. elaborata dal Croce l'unità di un ordinamento giuridico complesso perché le norme di un ordinamento non stanno tutte sullo stesso piano. elaborata dal Kelsen l'unità di un ordinamento giuridico complesso perché le norme di un ordinamento non stanno tutte sullo stesso piano. In Kelsen. la norma fondamentale non è espressa. Ma noi la presupponiamo per fondare il sistema normativo. Per fondare un sistema normativo occorre una norma ultima che si fonda su Dio. la norma fondamentale non è espressa. Ma noi la presupponiamo per fondare il sistema normativo. Per fondare un sistema normativo occorre una norma ultima oltre la quale sarebbe inutile andare. la norma fondamentale non è espressa nella sanzione. la norma fondamentale non è espressa. Ma noi la presupponiamo per fondare il sistema normativo. Per fondare un sistema normativo occorre una norma ultima oltre la quale sarebbe utile andare. Dostoevskij contrappone libertà e. diritto. responsabilità. ordine. ne I fratelli Karamazov Cristo e la società organizzata e poi Chiesa sono: compresenti equamente. l’uno il fondatore dell’altra. contrapposti. Quando il Kelsen dice che il diritto è un ordinamento coercitivo vuole intendere che. non è composto da norme che regolano la coazione, cioè che dispongono il modo con cui si debbano applicare certe sanzioni. è composto da norme che regolano la coazione, cioè che dispongono il modo con cui si debbano applicare certe sanzioni. è composto da norme che regolano la coazione, cioè che dispongono il modo con cui non si debbano applicare certe sanzioni. è composto da norme che regolano la coazione, cioè che non dispongono il modo con cui si debbano applicare certe sanzioni. Il problema di un'antinomia tra due norme appartenenti a diversi ordinamenti. nasce quando questi ordinamenti non sono indipendenti tra loro ma sono tra loro in un qualche rapporto che può essere di coordinazione o di subordinazione. non nasce quando questi ordinamenti non sono indipendenti tra loro ma sono tra loro in un qualche rapporto che può essere di coordinazione o di subordinazione. nasce quando questi ordinamenti non sono indipendenti tra loro ma sono tra loro in un qualche rapporto che può essere di coordinazione o di somiglianza. nasce quando questi ordinamenti non sono indipendenti tra loro ma sono tra loro in un qualche rapporto che può essere di identità o di subordinazione. |