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Gestione dei Rischi Finanziari

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Gestione dei Rischi Finanziari

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Ecampus - Notte Antonella

Creation Date: 2025/10/13

Category: University

Number of questions: 51

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La necessità di realizzare un processo di risk management è imputabile soprattutto al fatto che le imprese: sono esposte a una serie di rischi che ne minacciano la capacità di generare valore per gli azionisti e che spesso sono trascurati dai manager troppo presi dallo svolgimento della gestione corrente. nessuna delle risposte. sono esposte a una serie di rischi di cui spesso i manager risultano del tutto inconsapevoli. sono costantemente impegnate nell'acquisizione di vantaggi competitivi e hanno lo scopo principale di creare valore per gli azionisti.

Il risk management è: un processo aziendale volto a consentire la riduzione del rischio totale all'interno di un’azienda attraverso attività di eliminazione, riduzione, trasferimento e controllo dei rischi. nessuna delle risposte. la funzione posta al vertice aziendale avente il compito di coordinare il processo di gestione dei rischi. la funzione aziendale avente il solo scopo di sviluppare la cultura del rischio in azienda attraverso il dialogo con il vertice aziendale.

Indicare quale delle seguenti affermazioni è corretta: Il risk management è un processo organizzato e ben strutturato che consente di salvaguardare il patrimonio aziendale. Il risk management è l’approccio organico e strutturato che consente di salvaguardare il patrimonio aziendale e garantisce la continuità operativa nel tempo dell’impresa. Il risk management è l’unico approccio strutturato che garantisce all'impresa la continuità operativa nel tempo. Il risk management è l’approccio organico e strutturato che consente di salvaguardare il patrimonio aziendale e garantisce la realizzazione di vantaggi competitivi.

Uno degli obiettivi del risk manager è quello di: aiutare il vertice aziendale nella definizione dell'obiettivo di salvaguardia del patrimonio aziendale. garantire che tutti i rischi dell’azienda vengano misurati e gestiti dal vertice aziendale. offrire un supporto al vertice aziendale in materia di gestione dei rischi. offrire un supporto al vertice aziendale in materia di definizione dell'obiettivo di creazione di valore per gli azionisti.

Indicare qual è la sequenza corretta per una gestione integrata dei rischi: Riduzione, trasferimento e controllo dei rischi. Controllo dei rischi, riduzione e trasferimento. Eliminazione, riduzione e controllo dei rischi. Eliminazione, riduzione, trasferimento e controllo dei rischi.

Il processo di risk management : tutte e tre le risposte. deve essere distinto e indipendente rispetto ai processi aziendali. ha il compito di contribuire, attraverso la massimizzazione dei rendimenti e la minimizzazione dei costi, ad aumentare il valore dell'impresa nel tempo. supporta l'attività dell'impresa affinché gli obiettivi aziendali possano essere realizzati.

Nell'approccio passivo, il sistema di risk management: anticipa tendenze e fenomeni affinché il management possa riorientare per tempo alcune scelte gestionali. nessuna delle risposte. anticipa tendenze e fenomeni affinché il management possa riorientare alcune scelte gestionali e fornisce utili informazioni per controllare gli indicatori di rischio. fornisce solo utili informazioni per controllare gli indicatori di rischio (o monitorare) e verificare eventuali scostamenti (o criticità).

Un risk management integrato deve: tutte e tre le risposte. supportare effettivamente nella definizione dei piani strategici. occuparsi della realizzazione dei piani strategici. comprendere l’impatto delle proprie decisioni sul profilo di rischio dell’impresa.

La continuità in un sistema di risk management permette anche di: controllare, ridurre e trasferire i rischi. supportare le infrastrutture tecnologiche informatiche. controllare i rischi. comprendere se i rischi assunti e i relativi risultati sono in linea con le aspettative.

I rischi da regolamentazione: comportano la necessità di dover fronteggiare i flussi finanziari in uscita. riguardano gli effetti derivanti dalla presenza di controlli che evidenziano inadempienze nel rispetto delle regole. sono legati ai rapporti che l’intermediario intrattiene con i soggetti finanziati. nessuna delle risposte.

La regola della cultura del rischio spiega che: la valutazione dei rischi deve essere effettuata in modo coerente con la loro propensione al rischio degli azionisti. il sistema di risk management deve essere propositivo verso il management nell'anticipare tendenze e fenomeni. la misurazione e la gestione del rischio devono a tutti gli effetti essere presenti nella cultura aziendale. tutte e tre le risposte.

Fare induction al Consiglio di amministrazione significa: nessuna delle risposte. mettere il board nelle migliori e più informate condizioni per poter operare. organizzare workshop ed effettuare interviste mirate. ridefinire alcune linee strategiche in relazione alla capacità di rischio.

I rischi interni: identificano un variegato insieme di aspetti legati alla vita aziendale. comportano la necessità di dover fronteggiare i flussi finanziari in uscita. sono legati alla possibilità di dover fronteggiare improvvisi squilibri tra entrate e uscite. nessuna delle risposte.

Quale regola per la costruzione di un sistema di risk management sostiene la necessità di effettuare delle valutazioni del rischio che siano coerenti con la propensione al rischio degli azionisti: Cultura d’impresa. Indipendenza e integrazione. Approccio passivo. Approccio attivo.

Il risk taker è: il soggetto che nell'ambito delle varie funzioni aziendali assume i rischi. nessuna delle risposte. il portatore di capitale di rischio all'interno dell’azienda. il promotore di un sistema indipendente di risk management.

Nell'ambito delle regole di risk management, l’indipendenza può essere costruita attraverso soluzioni organizzative e processi che consentano al responsabile della funzione di avere un riporto diretto verso: solo il Consiglio di amministrazione inteso collegialmente. nessuna delle risposte. il Consiglio di amministrazione, nonché il Chief Executive Officer (CEO). solo il Chief Executive Officer (CEO).

Il Chief Risk Officer racchiude sotto un’unica responsabilità compiti di: pianificazione, controllo di gestione e risk management. pianificazione e risk management. pianificazione e controllo di gestione. controllo di gestione e risk management.

Il Chief Financial Officer: nessuna delle risposte. ha diretta responsabilità nell'assicurare l’attendibilità del sistema di reporting aziendale e delle comunicazioni finanziarie (bilanci). riceve informazioni dal Risk Manager sullo stato dei principali rischi aziendali. ha una responsabilità diffusa a tutta la struttura aziendale.

L’Internal audit verifica l’effettivo funzionamento del sistema di gestione dei rischi e l’adeguatezza dello stesso in termini di: Efficacia e efficienza. Efficienza e completezza. Efficienza, efficacia e completezza. Efficacia e completezza.

Il Chief Risk Officer (CRO): è un organo di vertice e partecipa al Consiglio di amministrazione. nessuna delle risposte. è la figura che racchiude sotto un'unica responsabilità compiti di pianificazione, di controllo di gestione e di risk management. non partecipa al processo di business (pianificazione, selezione e governo dei rischi).

Indicare, tra quelle elencate, una delle tante funzioni del risk manager: definizione dei profili rischio-rendimento. gestione dell’attività di pianificazione aziendale. monitoraggio dell’effettivo funzionamento del sistema di gestione dei rischi. convalida dei flussi informativi necessari ad assicurare tempestività nel controllo delle esposizioni ai rischi.

Indicare chi, tra le funzioni di controllo elencate, offre informazioni utili al management sull'adeguatezza del sistema dei controlli interni: il risk taker. il collegio sindacale. il revisore esterno. nessuna delle risposte.

Il Risk Analyst è: il soggetto che svolge compiti di supervisione, vigilanza e verifica sui rischi. nessuna delle risposte. il soggetto che nell'ambito delle varie funzioni aziendali assume i rischi. il promotore di un sistema indipendente di risk management.

Indicare quale delle seguenti funzioni di controllo si occupa di strutturare i flussi informativi e di reporting per la condivisione dei risultati con la funzione risk management: Compliance. collegio sindacale. revisori esterni. Internal audit.

L’attività del collegio sindacale può essere definita di: verifica indipendente del sistema di gestione dei rischi. supervisione e valutazione indipendente. analisi e valutazione dei rischi. collaborazione con la funzione di risk management.

I rischi finanziari vengono anche definiti rischi speculativi perché sono rischi che: hanno una valenza esclusivamente negativa. speculano sui danni materiali alla proprietà altrui. possono generare una variazione, in aumento o in diminuzione, del valore dell’investimento realizzato rispetto al valore inizialmente investito. nessuna delle risposte precedenti.

Un esempio di rischio puro è il rischio causato da: danni materiali alla proprietà dell’impresa. insolvenza del debitore nei confronti del quale si vanta un credito. variazioni dei tassi d’interesse sulle obbligazioni in proprio possesso. variazioni nel valore di mercato di un’attività finanziaria.

Se dal rischio è possibile trarre anche un profitto significa che si sta parlando di: rischi finanziari. sia di rischi puri che di rischi finanziari. rischi puri. né di rischi puri né di rischi finanziari.

Indicare quale delle seguenti affermazioni è corretta: I rischi non sistematici possono essere eliminati attraverso un processo di diversificazione. Nessuna delle risposte. I rischi non sistematici non riguardano la situazione specifica della singola azienda. I rischi sistematici non traggono origine da situazioni generali relative sia all’ambiente esterno e al suo mutamento.

Nella teoria della finanza la classificazione dei rischi in relazione alla natura distingue tra: Rischi di mercato, di controparte, di liquidità e operativi. Rischi puri e rischi finanziari. Rischi puri e rischi sistematici. Rischi sistematici e non sistematici.

Informazioni incomplete o non veritiere possono portare un soggetto che deve prendere delle decisioni a: effettuare scelte che potrebbero risultate ex post contrarie agli obiettivi perseguiti. nessuna delle risposte. verificare ex post la qualità dell’operazione. realizzare un’attività di valutazione delle caratteristiche tecniche dell’operazione.

Il rischio può essere definito come: la condizione di incertezza in cui possono trovarsi le imprese quando svolgono le proprie attività. nessuna delle risposte. il conseguimento dei risultati attesi. la probabilità che i risultati attesi possano differire dai risultati effettivamente realizzati a causa delle condizioni di incertezza in cui vengono prese le decisioni.

La disponibilità di informazioni permette di ridurre il rischio perché consente a tutti i soggetti che partecipano all'operazione di: effettuare le proprie scelte in maniera razionale e di far leva su una minore aleatorietà delle variabili impiegate per la valutazione dell’operazione. disporre dei flussi informativi necessari ad assicurare tempestività nel controllo delle esposizioni ai rischi. monitorare l’effettivo funzionamento del sistema di gestione dei rischi. nessuna delle risposte.

Il processo di diversificazione consiste: nel ridurre la compensazione dei rischi. nell’assumere numerose variabili non correlate tra loro. nessuna delle risposte. nell’accettare numerose variabili correlate tra loro.

Quale delle seguenti tipologie di rischio non può rientrare nella categoria dei rischi finanziari: rischio di liquidità. rischio sistematico. rischio d'insolvenza. rischio di mercato.

Indicare quali delle seguenti affermazioni è corretta: Il tasso di rendimento di un investimento deve comprendere un’adeguata remunerazione dell’investimento a fronte solo del rischio sopportato. Il tasso di rendimento di un investimento non può incorporare la remunerazione dovuta per la rinuncia all’utilizzo immediato delle disponibilità finanziarie. Il tasso di rendimento di un investimento dipende solo dalla remunerazione dovuta per il differimento del consumo. Il tasso di rendimento di un investimento deve incorporare la remunerazione dovuta per la rinuncia all'utilizzo immediato delle disponibilità finanziarie e per il rischio sopportato.

La misurazione ex ante del rischio è effettuata perché si vuole: sintetizzare tutti i possibili profili di rischi. valutare tutti i possibili rischi assunti. misurare il rischio effettivo e la qualità dell’investimento. limitare il rischio potenziale.

Indicare quale delle seguenti affermazioni è corretta: Gli indicatori di rischio assoluti sono rappresentati dalla duration. Gli indicatori di rischio assoluti misurano la variabilità del valore di un’attività finanziaria rispetto al fattore di rischio cui è tipicamente esposta. Gli indicatori di rischio assoluti misurano la variabilità del valore di un’attività finanziaria. Gli indicatori di rischio assoluti misurano la variabilità di un’attività finanziaria rispetto ad un elemento esterno preso come riferimento.

Gli indicatori di rischio relativi presentano il vantaggio della: valutazione paritetica delle variazioni di segno opposto. facilità di utilizzo, essendo basati sul confronto. sintesi di tutti i fattori di rischio dell’operazione. semplicità e comprensibilità.

La relazione rischio-rendimento indica che: non tutti gli investitori sono disposti a sopportare un elevato rischio. il tasso di rendimento deve consentire un’adeguata remunerazione dell’investimento anche a fronte del rischio sopportato. il tasso di rendimento non può sempre consentire un’adeguata remunerazione dell’investimento. a tassi di rendimento più elevati corrispondono livelli di rischio crescenti.

Indicare quale delle seguenti affermazioni è corretta: La neutralità al rischio individua la preferenza verso una soluzione che garantisce un valore atteso certo anche se minore. Nessuna delle risposte. L'avversione al rischio indica la preferenza verso una soluzione aleatoria che potrebbe portare a rendimenti maggiori. La propensione al rischio indica la preferenza verso una soluzione che garantisce valori attesi più o meno probabili.

Se un’impresa è avversa al rischio significa che: tenderà a scegliere investimenti più o meno rischiosi che le consentiranno di ottenere rendimenti più elevati. tenderà a scegliere investimenti che le consentiranno di ottenere una remunerazione certa anche se minima. nessuna delle risposte. tenderà a scegliere investimenti che le garantiranno sia rendimenti certi che rendimenti più o meno probabili.

Gli elementi oggettivi e soggettivi spiegano: il perché non tutti gli investitori hanno la medesima propensione al rischio. l‘integrazione tra la propensione al rischio degli investitori e i rendimenti attesi prodotti dall’investimento. il legame tra la propensione al rischio degli investitori e le strategie adottate dalle imprese. tutte e tre le risposte.

Indicare quale tra quelle elencati può essere definito un elemento soggettivo: l’orizzonte temporale di riferimento. le disponibilità patrimoniali. il grado di cultura finanziaria dell’investitore. gli obiettivi specifici dell’investimento.

Indicare quale tra quelle elencati può essere definito un elemento oggettivo: la propensione al rischio del singolo investitore. le disponibilità patrimoniali in termini di consistenza e stabilità nel corso del tempo. il grado di cultura finanziaria dell'investitore. l'esperienza passata dell'azienda.

Il rischio morale rappresenta: l’asimmetria informativa che caratterizza il momento precedente la conclusione dell’operazione, quando cioè il datore di fondi non è in grado di valutare l’operazione. l’asimmetria informativa che caratterizza il momento precedente e successivo alla conclusione dell’operazione. l’asimmetria informativa che caratterizza l’operazione nel corso del suo svolgimento, quando cioè il prenditore di fondi può intraprendere comportamenti lesivi degli interessi del datore di fondi. nessuna delle risposte perchè il rischio morale non è collegato all'asimmetria informativa.

La teoria dell’incertezza sostiene che l’intermediario è: nessuna delle risposte. in grado di ridurre l’incertezza delle transazioni finanziarie in modo economicamente più conveniente di quanto possa fare il singolo soggetto, grazie allo sfruttamento delle economie di scala. più capace, rispetto ad altri soggetti, di acquisire tutte le informazioni, ex ante e ex post, necessarie per una corretta valutazione dei rischi dell’operazione. capace di rendere alcuni soggetti compartecipi della sua maggiore disponibilità di informazioni, grazie allo sfruttamento delle economie di scala.

Secondo la teoria delle asimmetrie informative, l’intermediario finanziario riesce a ridurre il rischio: perchè rende i datori di fondi compartecipi della sua maggiore informazione. tutte e tre le risposte. perché riesce ad acquisire tutte le informazioni, ex ante e ex post, necessarie per una corretta valutazione dei rischi dell’operazione perché riesce ad acquisire tutte le informazioni, ex ante e ex post, necessarie per una corretta valutazione dell’operazione. perché si frappone tra il datore e il prenditore di fondi, riducendo il differenziale informativo tra i due soggetti.

Indicare quale delle seguenti affermazioni è corretta: nessuna delle risposte. L’intermediario ha un ruolo diretto nella riduzione del rischio perché riesce a fronteggiare le diverse tipologie di rischio in modo economicamente più conveniente di quanto possa fare il singolo soggetto. L’intermediario ha un ruolo diretto nella riduzione del rischio in quanto, essendo una impresa, sviluppa processi di risk management per gestire e misurare i propri rischi. L’intermediario finanziario ha un ruolo diretto nella riduzione del rischio perché riesce ad acquisire tutte le informazioni necessarie per una corretta valutazione dei rischi.

Perché si ritiene fondamentale il ruolo degli intermediari finanziari nel processo di gestione e misurazione dei rischi?. Tutte e tre le risposte. Dispongono e sanno applicare le diverse metodologie di misurazione e gestione dei rischi in quanto nello svolgimento della propria attività d’impresa assumono rischi (propri e della clientela). Permettono di limitare il problema della distribuzione asimmetrica delle informazioni tra diversi soggetti. Consentono di ridurre il problema dell’incertezza.

Le economie di scala indicate nella teoria dell’incertezza significano che l’intermediario è in grado di: ridurre le asimmetrie tra prenditore e datore di fondi. ridurre i costi di acquisizione delle informazioni necessarie allo svolgimento della propria attività. tutte e tre le risposte. fronteggiare le diverse tipologie di rischio in modo economicamente più conveniente rispetto a quanto possa fare il singolo soggetto.

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