Questions
ayuda
option
My Daypo

ERASED TEST, YOU MAY BE INTERESTED ON[LIN-LET-LAT] (4di9) LM-39 LINGUA E LETTERATURA LATINA

COMMENTS STATISTICS RECORDS
TAKE THE TEST
Title of test:
[LIN-LET-LAT] (4di9) LM-39 LINGUA E LETTERATURA LATINA

Description:
[LIN-LET-LAT] (4di9) LM-39 LINGUA E LETTERATURA LATINA

Author:
AVATAR

Creation Date:
01/03/2023

Category:
Open University

Number of questions: 50
Share the Test:
Facebook
Twitter
Whatsapp
Share the Test:
Facebook
Twitter
Whatsapp
Last comments
No comments about this test.
Content:
Stando a Serv ad Vergilii Aeneidem 1,177-178('FESSI RERVM hoc est penuria fatigati, id est esurientes, quod fere laborem fames subsequitur. et fessus generale est; dicimus enim fessus animo, id est incertus consilii, ut ter fessus valle resedit (Aen. 8,232), et fessus corpore, quod magis est proprium, et fessus rerum a fortuna venientium, ut hoc loco'), non e vero che 'fessus' indica: uno che e' stanco fisicamente uno che e' stato psichicamente uno che e' stremato per le cose che capitano uno che e' assonnato.
Il sostantivo 'fatis' ha il significato di: fessura stanchezza destino fame.
Non deriva dal sostantivo 'fatis': fatiscor fessus fatigo fatidicus.
Le 'Origines' o 'Etymologiae' sono opera di: Mauro Servio Onorato Isidoro di Siviglia Festo Paolo Diacono.
Stando a Serv. ad Vergilii Aeneidem 3,366 ('PRODIGIVM CANIT prodigium, portentum et monstrum modico fine discernuntur, sed confuse pro se plerumque ponuntur. Varro sane haec ita definit: 'ostentum, quod aliquid hominibus ostendit; portentum, quod aliquid futurum portendit; prodigium, quod porro dirigit; miraculum, quod mirum est; monstrum, quod monet''), e vero che: 'portentum' equivale a dire che [l'evento] mostra qualcosa agli uomini; 'ostentum' equivale a dire a che [l'evento] mostra a indicare che nel tempo avverra qualcosa 'prodigium' equivale a dire che [l'evento] spinge a immaginare qualcosa che in seguito si verificherà 'monstrum' equivale a dire che [l'evento] si rivelera come capace di meravigliare.
La corretta scansione metrica di Verg. Aen. 3,356, 'Iamque dies alterque dies processit et aurae' è: Iāmquĕ diēs, āltērquĕ dĭēs prōcēssĭt, ĕt aūraē Iāmquē dĭēs, āltērquĕ dĭēs prōcēssĭt, ĕt aūraē Iāmquĕ dĭēs, āltērquĕ dĭēs prōcēssĭt, ĕt aūraē Iāmquē diēs, āltērquĕ dĭēs prōcēssĭt, ĕt aūraē.
Stando a Serv. ad Vergilii Aeneidem 2,681 ('MIRABILE MONSTRVM τῶν μέσων est: dictum a monstrando, id est monendo. et refertur ad praesens eius significatio. 'prodigium' autem est quod in longum tempus dirigit significationem'), non è vero che: 'monstrum' e una 'vox media' 'monstrum' e una cosa il cui senso e proiettato verso una piu lunga durata 'monstrum' deriva da 'monstrare' 'monstrum' si riferisce a una situazione del momento.
Secondo Flavio Sosipatro Carisio ('prodigium quod mores faciunt, per quod detrimentum exspectatur. itaque qui prodigia faciunt prodigi vocantur, in ostento raritas admirationem facit, in monstro rectus ordo naturae vincitur, in portento differtur eventus, in prodigio detrimenta significantur'), ad andare di pari passo con le abitudini e': il 'prodigium' il 'monstrum' il 'portentum' l''ostentum'.
Tra i seguenti, non e un sinonimo degli altri tre: 'portentum' 'monstrum' 'prodigium' 'deforme'.
Secondo Paolo Festo (PAUL. Fest., de verborum significatu, pag. 125 Morel'Monstrum dictum velut monestrum, quod moneat aliquid futurum; prodigium velut praedicium, quod praedicat; portentum quod portendat; ostentum quod ostendat'), sta a significare che nel tempo avverra una cosa: il 'prodigium' il 'portentum' l''ostentum' il 'praedicium'.
In Verg. Aen. 2,171, "nec dubiis ea signa dedit Tritonia monstris" si puo tradurre: ne con i dubbi Pallade diede segni mostruosi e con manifesti prodigi ce ne avverti Pallade e con manifesti prodigi ci avverte Pallade e con dubbi Pallade da segni mostruosi.
In relazione al Thesaurus linguae Latinae, alla voce 'mostrum', non e vero che: 'monstrum' deriva da 'monere' il sostantivo 'mostrum' non e attestato prima del I sec. d.C. ci sono loci tratti dal commento di Servio ad Verg. Aen. per Paolo Festo, 'mostrum' potrebbe derivare da 'moneo' o da 'monstro'angereo.
Stando alla voce 'monstrum' nel "Dictionnaire etymologique de la langue Latine", e vero che: il 'mostrum' non e di carattere soprannaturale a 'monstrum' si collega 'mostellaria' 'monstrum' non e un termine del vocabolario religioso 'monstrare' ha conservato il valore religioso.
Nel Thesaurus linguae Latinae si trovano tutte le occorrenze di un determinato termine: dal IV sec. a.C. al III ec. d.C. dal III sec. a.C. al I sec. d.C. dal III sec. a.C. al III sec. d.C. dal III sec. a.C. al VI sec. d.C.
'Ostentum' non puo avere il significato di: spettacolo meraviglia miracolo prodigio.
'Ostentum' deriva dal verbo: ostento, is, …, ĕre ostendo,is,…, ĕre ostendo, as ostendo, is, …, ēre.
Non e un derivato di 'ostentarius' significa: che rivela il miracolo che mostra il dio relativo ai presagi che ostenta.
'Portentum' e legato al verbo: porto portendo portento potio.
Appartiene alla stesa famiglia di 'portentum': porticus portentifericus portificus portentificus.
E vero che: 'portentum' ha conservato il suffisso del presente del verbo da cui deriva il 'portentum' e rivelato da qualche fenomeno giustificabile sulla base delle leggi di natura 'portentum' e un termine della lingua augurale 'portentum' deriva da un verbo composto da portus+tendo.
A proposito dell'"Istitutio oratoria" di Quintiliano non e vero che: E volto a spiegare come deve essere allenato e preparato chi intende svolgere il ruolo di oratore risale al I sec. d.C. non c'e spazio per la trattazione della sinonimia insegna che le parole devono essere abbinate ad un registrona vallareo.
In Quint. Inst. 10,1 ("instruamus qua in oratione quod didicerit facere quam optime quam facillime possit"), 'instruamus' è: congiuntivo presente attivo I persona plurale del verbo 'instruēre' congiuntivo presente attivo I persona plurale del verbo 'instruĕre' congiuntivo presente attivo I persona plurale del verbo 'instruire' indicativo futuro attivo I persona plurale del verbo 'instruĕre.
Stando a Quin. Institutio oratoria 10,1,7 "Et quae idem significarent scio solitos ediscere, quo facilius et occurreret unum ex pluribus, et, cum essent usi aliquo, si breue intra spatium rursus desideraretur, effugiendae repetitionis gratia sumerent aliud quo idem intellegi posset. Quod cum est puerile et cuiusdam infelicis operae, tum etiam utile parum: turbam enim tantum modo congregat, ex qua sine discrimine occupet proximum quodque", e inutile: ricorrere ai sinonimi evitare le ripetizioni leggere opere 'infelici' imparare a memoria i sinonimi.
Le espressioni 'non ignoro', 'non me praeterit', 'quis nescit?', 'nemini dubium est' sono accomunate da: sinonimia ipallage omoteleuto allitterazione.
Tra le seguenti opzioni, in cui e proposto il testo latino e la relativa traduzione non è corretta: "Non semper enim haec inter se idem faciunt", "Infatti non sempre essi producono il medesimo effetto" "Alia circumitu verborum plurium ostendimus, quale est 'et pressi copia lactis'. Plurima vero mutatione figurarum", "Altre cose esponiamo con perifrasi, come in et pressi copia lactis, e moltissime con l'ipallage" "Sed ut copia verborum sic paratur, ita non verborum tantum gratia legendum vel audiendum est", ""Ma, come in questo modo ci si procura abbondanza di termini, cosi la lettura e l'ascolto sono necessari non esclusivamente per amore delle parole" "Quorum nobis ubertatem ac divitias dabit lectio, ut non solum quo modo occurrent sed etiam quo modo oportet utamur", "Questi difetti lessicali emergeranno dalla lettura, col risultato che sapremo usare i termini non solo come ci si offriranno, ma anche come si conviene".
Non e un sinonimo degli altri sostantivi proposti: 'gladius' 'ensis' 'clipeus' 'mucro'.
Tra le seguenti opzioni, in cui e proposto il testo latino e (tratto da Lucano, Bellum Civile") e la relativa traduzione non e corretta: "Iam pectora non tegit armis / ac veritus credi clipeo laevaque vacasse / aut culpa vixisse sua tot volnera belli / solus obit densamque ferens in pectore silvam / iam gradibus fessis, in quem cadat, eligit hostem", "Ormai non ripara piu il petto con le armi e si vergogna di proteggersi con lo scudo e di non aver utilizzato la mano sinistra o di essere sopravvissuto per propria colpa" ".Parcite,. ait .cives, procul hinc avertite ferrum; / coniatura meae nil sunt iam volnera morti: / non eget ingestis, sed volsis pectore telis", ".Risparmiate i cittadini,. disse .girate il ferro; altre ferite concorreranno alla mia morte: non c'e piu bisogno di scagliare dardi, ma anzi di toglierli dal mio petto. "Pompei vobis minor est causaeque senatusquam mihi mortis amor.", "L'amore che voi provate per Pompeo e per la causa del Senato e inferiore a quello che io provo per la morte." "felix hoc nomine famae, /si tibi durus Hiber aut si tibi terga dedisset /Cantaber exiguis aut longis Teutonus armis", "il tuo nome sarebbe stato fortunato per la gloria conseguita, se avessi messo in fuga i crudeli Iberi o i Cantabri dalle corte lance o i Teutoni dalle lunghe aste".
Lucano racconta la guerra civile tra Cesare e Pompeo, gia raccontata da: Catone l'Uticense Cicerone Cesare Pompeo.
Relativamente a Lucano, "bellum civile" 7,558-561 ("inspicit et gladios, qui toti sanguine manent, / qui niteant primo tantum mucrone cruenti, / quae presso tremat ense manus, quis languida tela, / quis contenta ferat, quis praestet bella iubenti") e vero che: 'inspicit' è un presente indicativo attivo del verbo 'inspicēre' 'niteat' è un congiuntivo presente attivo del verbo 'nitēre' 'iubenti' e il genitivo singolare di un participio 'tremat' e il presente indicativo attivo del verbo 'tremare'.
Stando alla voce del "Dictionnaire etymologique de la langue Latine", non e vero che: 'ensis' e proprio del linguaggio poetico 'gladius' dovrebbe derivare dal greco per Quintiliano, 'ensis' ha lo stesso significato di 'gladius' 'ensis' non e passato nelle lingue romanzeano?'.
Stando a Quintiliano, Institutio oratoria 8,6,17-18 ('In illo vero plurimum erroris, quod ea quae poetis, qui et omnia ad voluptatem referunt et plurima vertere etiam ipsa metri necessitate coguntur, permissa sunt convenire quidam etiam prosae putant. At ego in agendo nec ‘pastorem populi’ auctore Homero dixerim nec volucres per aëra ‘nare’, licet hoc Vergilius in apibus ac Daedalo speciosissime sit usus. Metaphora enim aut vacantem locum occupare debet aut, si in alienum venit, plus valere eo quod expellit') è vero che: e' opportuno concedere alla prosa le licenze poetiche in una causa, Quintiliano potrebbe usare forme poetiche i poeti non devono mutare il testo per esigenze poetiche la metafora puo occupare uno spazio vuoto.
A proposito di sineddoche, non e vero che: con essa intendiamo dal genere la specie a essa ricorrono poeti e oratori con essa intendiamo da una piu cose 'mucro' indica per sineddoche 'gladius'.
In Quintiliano, 'Institutio oratoria' 8,6,19-20 ('Quod [aliquando] paene iam magis de synecdoche dicam. Nam translatio permovendis animis plerumque et signandis rebus ac sub oculos subiciendis reperta est'), 'signandis' è: gerundio gentivo singolare di un attributo della II classe dativo plurale di un sostantivo della II declinazione gerundivo.
In relazione all'enallage del numero non e vero che: essa consiste nella preferenza accordata al plurale, laddove ci si aspetterebbe il singolare essa consiste nella preferenza accordata al singolare, laddove ci si aspetterebbe il plurale essa non si usa nel linguaggio quotidiano al tempo di Quintiliano essa non e confinata al 'gergo' degli oratori.
Non e un equivalente di 'acies': schiera percorso taglio siepe.
In Verg. Aen. 2,331-332 ('portis alii bipatentibus adsunt, / milia quot magnis umquam venere Mycenis /obsedere alii telis angusta viarum /oppositis'), è vero che: 'venere' è un ablativo singolare del sostantivo 'venus' 'telis' è un genitivo singolare 'obsedere' è infinito del verbo 'obsido' 'venere' è una forma verbale.
In Verg. Aen. 2,333-335 ('obsedere alii telis angusta viarum / oppositis; stat ferri acies mucrone corusco /stricta, parata neci'), 'acies' va concordato: con 'mucrone' solo con 'stricta' con 'stricta' e con 'parata' con 'neci'.
In relazione a Verg. Aen. 6,291-294 ('et ni docta comes tenuis sine corpore vitas / admoneat volitare cava sub imagine formae,/ inruat et frustra ferro diverberet umbras'), è vero che: 'ni' introduce una proposizione finale 'admoneat' è un congiuntivo imperfetto 'diverberet' è un congiuntivo imperfetto 'frustra' è un avverbio.
Quelle parole che, identiche nella forma, significano pero varie cose sono definite: sinonimi perifrasi omonimi antifrasi.
A partire dal commento di Servio (ad Aen. 2,333: 'stat aut horret, ut 'stant lumina flamma:' aut 'stat' a stantibus in medio armatis tenetur'), 'stat' non puo equivalere a: e' irta e' minacciosa e' drizzata contro si infiamma.
A Roma, dopo la scuola del 'ludi magister' vi era la scuola del: rhetor grammaticus poeta orator.
La silloge curata da Heinrich Keil nell'Ottocento non contiene: testi di interesse metrico poeti minori grammatici 'differentiae verborum'.
Con 'genus commune' si intende: quello di parole che sono o maschili o femminili, ma che all'occasione si possono utilizzare anche nell'altro genere quello di parole che sono comuni e a piu declinazioni quello costituito dal duale quello di parole indeclinabili fra maschile e femmile.
Secondo Charisius, Institutiones grammaticae, II, Keil, 2, p.156 ('Sunt quoque quaedam homonyma, quae una loquella plura significant, ut nepos acies. significat enim nepos et certum cognationis gradum et rei avitae consumptorem. similiter acies et oculorum dicitur et ferri et exercitus'), non è vero che: 'nepos' indica chi dissipa il patrimonio degli avi 'acies' indica l'acutezza degli occhi 'acies' indica l'acutezza della spada 'nepos' indica solo il nipote.
L'aggettivo 'mediocris' ha: solo il primo grado positivo il primo e il secondo grado di comparazione il primo e il terzo grado di comparazione il secondo e il quarto grado di comparazione.
È vero che: 'ultimus' è il secondo grado di comparazione di 'ulterior' 'pius' ha solo il primo e il terzo grado di comparazione 'iuvenis' non ha il secondo grado di comparazione 'novissimus' è il secondo grado di comparazione.
L''amphibolia' e: l'espressione che si ritrova in latino e in greco un'espressione che persuade una parte del discorso l'espressione ambigua.
'Aio te, Aeacida, Romanos vincere posse' e un caso di: omonimia anfibologia sinonimia ossimoro.
'...quo uno nomine multa significantur' è la definizione che Isidoro di Siviglia propone per: l'anfibologia la sinonimia l'omonimia l'ossimoro.
In relazione a Isidoro, Origines 1,34,13-16 ('Fit et per incertam distinctionem, ut: Bellum ingens geret Italia. Incerta distinctio, utrum «bellum ingens», an «ingens Italia». Fit et per commune verbum, ut: «Deprecatur Cato, calumniatur Cicero, praestolatur Brutus, dedignatur Antonius» nec ostenditur in hac ambiguitate utrum ipsi alios, an alii ipsos deprecati sunt aut calumniati') non è vero che: anfibologia si può dare anche nel caso di incerta suddivisione di una frase è un caso di anfibologia 'Bellum ingens geret Italia' è chiaro in «Deprecatur Cato, calumniatur Cicero, praestolatur Brutus, dedignatur Antonius» quale sia il soggetto l'anfibologia può nascere dal verbo di uso comune.
Report abuse Consent Terms of use