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ERASED TEST, YOU MAY BE INTERESTED ONlinguistica italiana 12 cfu giola

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Title of test:
linguistica italiana 12 cfu giola

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possibili domande esame di linguistica italiana giola

Author:
AVATAR

Creation Date:
24/12/2023

Category:
University

Number of questions: 45
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Content:
Che l'italiano sia la lingua ufficiale d'Italia: è detto nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano e nella legge 1999/482 è detto sia nella Costituzione che nella legge 1999/482 è detto espressamente nella Costituzione è detto nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano e nella legge 1999/482.
La variazione diafasica: indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, in relazione allo spazio indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall’appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali.
La ‘Slavia veneta’ è: una regione di lingua slovena in Veneto una regione della ex-Iugoslavia in cui si parlava veneto una regione di lingua slovena in Friuli (provincia di Udine) una regione della Slovenia dove si parla veneto.
La legge n° 482 del 15 dicembre 1999, riconosce come lingue di minoranze: i dialetti italiani albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, francese.
Una «varietà» di lingua è individuata: dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con fattori extralinguistici dalla presenza di una grande variabilità di tratti linguistici al suo interno dalla presenza di specifici tratti linguistici dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con l’area geografica e la classe sociale del parlante.
Alessandro Manzoni, nella versione definitiva dei I promessi sposi adottò: la lingua coeva della classe colta della città di Firenze la lingua coeva della classe colta della città di Milano il fiorentino vivo del secolo XVI, sul modello di Machiavelli il fiorentino del Trecento, sul modello di Bembo.
La maggiore regressione della dialettofonia si ebbe: nel secondo dopoguerra (anni Cinquanta e Sessanta del Novecento) durante il regime fascista subito dopo l’Unità d’Italia, nel 1861 subito dopo l’Unità d’Italia, nel 1945.
La lingua proposta dal Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) corrisponde: al fiorentino del Quattrocento al fiorentino del Cinquecento al fiorentino del Trecento al fiorentino del Seicento.
La base dell’italiano moderno è: nel fiorentino del Cinquecento nel fiorentino moderno nel fiorentino del secolo XVII nel fiorentino del secolo XIV.
La tesi proposta da Pietro Bembo prevedeva l’adozione: del fiorentino del secolo XVI della lingua in uso presso la corte papale di una lingua modellata sul greco e sul latino del fiorentino del Trecento.
Le componenti della lingua in cui l’italiano regionale si mostra maggiormente debitore nei confronti del dialetto sono: la fonologia e il lessico la fonologia e la sintassi la fonetica e la sintassi la fonetica e la fonologia.
Nella seconda metà del Novecento, la pratica del dialetto: è regredita soprattutto nell’Italia nord-orientale è regredita soprattutto nel Nord-Ovest rimane forte nel Nord-Ovest e nel Meridione è regredita soprattutto nelle zone economicamente più arretrate.
L’uso scritto dei dialetti: è venuto meno con la nascita di una letteratura dialettale riflessa era diffuso nel Medioevo ed è continuato fino all’unità d’Italia e anche oltre era diffuso nel Medioevo, ma è regredito a partire dal Cinquecento è rimasto vivo soprattutto a Roma fino alla seconda metà dell’Ottocento.
Dal XVI secolo in poi, il termine ‘dialetto’ assunse un valore: nettamente peggiorativo sostanzialmente uguale a quello dei secoli precedenti discriminatorio e riferito solo alle fasce di parlanti analfabeti nettamente migliorativo.
Per quale motivo – dal '500 al '900 – alcuni autori scelsero di scrivere in dialetto? per ragioni espressive perché era l’unica lingua a loro disposizione per ragioni di prestigio per poter meglio comunicare alle masse analfabete.
I dialetti: sono subordinati alle lingue nazionali per ragioni storico-sociali o culturali non possiedono quella precisa struttura grammaticale che predispone la lingua all’espressione scritta sono subordinati ad un varietà linguistica qualitativamente superiore, l’italiano standard sono costituzionalmente inferiori alle lingue nazionali.
Nel Principato di Monaco – indipendentemente dalla lingua nazionale – che lingua parla la maggioranza della popolazione autoctona? il monegasco (varietà ligure occidentale) il francese il piemontese l'italiano.
Quale tra i seguenti caratteri non è condiviso da tutti i dialetti italiani settentrionali? la perdita dell’opposizione di lunghezza consonantica la presenza di una doppia serie di pronomi soggetto l’indebolimento delle consonanti occlusive la presenza di vocali anteriori arrotondate.
Lungo una linea immaginaria che congiunge Massa a Senigallia: dialetti settentrionali si incontrano con il toscano a est e con i dialetti centro-meridionali a ovest i dialetti settentrionali si incontrano con il toscano a ovest e con i dialetti centro-meridionali a est il toscano si incontra con i dialetti settentrionali a ovest e con i dialetti centro-meridionali a est i dialetti settentrionali si incontrano con i dialetti centro-meridionali.
In Italia, è possibile individuare: tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, centro-meridionali, meridionali estremi tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, gallo-italici, toscani, centro-meridionali quattro aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali, insulari.
Per isole linguistiche ‘altoitaliane’ (o ‘gallo-italiche’) si intendono: delle aree di alcune regioni meridionali (Sicilia, Basilicata e Campania) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale delle aree dell’Italia settentrionale in cui si parlavano varietà di tipo gallo-italico delle aree delle isole (Sicilia e Sardegna) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale delle aree della Sardegna e della Corsica in cui si parlavano varietà di tipo toscano.
Come si chiama il ramo della linguistica che si occupa specificamente della variazione interna della lingua in relazione alla categoria sociale del parlante? dialettologia linguistica diastratica psicolinguistica sociolinguistica.
Una «varietà di lingua»: è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico che co-occorre con un certo insieme di tratti sociali o situazionali è un insieme di tratti sociali o situazionali di un sistema linguistico che co-occorre con un certo insieme di tratti sociali linguistici è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico all'interno del repertorio linguistico di una comunità è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico usato in particolari contesti comunicativi.
All’interno di una comunità linguistica si nota in genere la presenza: di una varietà alta, maggiormente dotata di prestigio, e di una varietà bassa, meno prestigiosa di una varietà alta, di una varietà bassa e di una serie ben definita di varietà intermedie di una varietà alta, di una varietà bassa e di una varietà media di una varietà alta, maggiormente stigmatizzata, e di una varietà bassa, meno stigmatizzata.
Nella prospettiva sociolinguistica, i principali fattori di differenziazione sociale sono: il reddito e la professione il reddito e la classe di età il reddito, la professione e il sesso il reddito, la professione, il grado di istruzione.
All’interno del repertorio linguistico italiano, la varietà diastraticamente più bassa è generalmente: l’italiano regionale l'italiano giovanile il dialetto l'italiano popolare.
L’italiano «colto»: è la lingua parlata dalle persone mediamente istruite è l’italiano usato dai parlanti di livello socioculturale medio coincide sostanzialmente con la norma cosiddetta «standard» è caratterizzato dalla presenza di tratti sociolinguisticamente marcati.
Quale di questi tratti linguistici non può essere considerato un tratto distintivo dell’italiano popolare? uso di «lui» con funzione di soggetto uso di malapropismi errori di ortografia periodo ipotetico col doppio condizionale.
Quale di questi tratti linguistici può essere considerato un tratto distintivo dell’italiano popolare? utilizzazione corretta dei segni paragrafematici nello scritto lessico ricercato sintassi complessa e corretta nelle concordanze uso del «che» polivalente.
Il linguaggio giovanile è una varietà di tipo: sia diastratico sia diacronico diastratico sia diastratico sia diafasico diafasico.
Nella variazione diamesica, con l’etichetta di «parlato-scritto» si indica: la lingua di testi che trascrivono o ricalcano più o meno fedelmente il parlato la lingua che si realizza in parte nell’oralità in parte nella comunicazione scritta la lingua che si realizza nell’oralità ma a partire da testi scritti la lingua che si realizza prevalentemente nell’oralità, ma contiene inserti di comunicazione scritta.
I tratti che determinano la differenziazione tra i sottocodici sono prevalentemente: lessicali e morfologici lessicali e sintattici lessicali e semantici morfologici e sintattici.
Secondo Giovanni Nencioni, quali due varietà si collocherebbero agli estremi dell’asse diamesico? scritto-parlato e parlato-parlato parlato-parlato e parlato recitato scritto-scritto e parlato-recitato scritto-scritto e parlato-parlato.
La variazione diafasica: diversamente dalla variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante come la variazione diastratica, è legata univocamente al parlante diversamente dalla variazione diastratica, è legata univocamente al parlante come la variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante .
Quale di questi tratti non è caratteristico del registro formale? uso del lei come pronome allocutivo alta velocità di elocuzione ipotassi ricorso ad arcaismi.
Un neologismo è: una forma che viene creata ex novo attraverso le regole di formazione di parola dell’italiano forma che viene presa in prestito da lingue speciali straniere una forma di uso comune che viene usata con significato particolare, normalmente più ristretto di quello originale una forma specifica con cui vengono designati gli oggetti e i concetti fondamentali di un particolare ambito di attività.
Lo scopo delle grammatiche di oggi è quello: di descrivere e di spiegare la competenza nativa del parlante di indicare ciò che è conforme all’uso e ciò che non lo è di indicare ciò che è conforme alla norma e ciò che non lo è di descrivere la norma standard.
Nel fare una grammatica, cosa significa ‘descrivere la competenza nativa del parlante’? indicare cioè che è «grammaticale» e ciò che non lo è definire la qualità linguistica di un parlante descrivere foneticamente la lingua spontanea di un parlante stendere una lista delle capacità spontanee di un parlante prima della scuola.
Secondo Francesco Sabatini, l’italiano dell’uso medio è: la varietà di italiano usata dalla classe media la varietà di italiano che si colloca diastraticamente tra l’italiano colto e quello popolare una varietà della lingua nazionale ricettiva nei confronti delle varietà regionali una varietà di italiano in parte diversa dallo standard, usata nell’orale ma anche nello scritto.
La consonanti sonore sono: foni che prevedono l’attivazione di una fonte di rumore nel tratto fonatorio al di sopra della laringe, ma non l’attivazione della vibrazione laringea foni che risultano dall’attivazione della vibrazione laringea, senza che nel tratto fonatorio superiore si produca nessun’altra fonte di rumore foni prodotti senza vibrazione faringea e senza che nel tratto fonatorio superiore si produca nessun’altra fonte di rumore foni che prevedono l’attivazione di una fonte di rumore nel tratto fonatorio al di sopra della laringe, e anche l’attivazione della vibrazione laringea.
Le consonanti possono essere classificate: sia per luogo sia per modo di articolazione solo per luogo di articolazione solo per modo di articolazione né per luogo né per modo di articolazione.
La corrispondenza biunivoca tra foni e grafemi si ha: né nel sistema grafematico italiano, né nell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA) nel sistema grafematico italiano nell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA) sia nel sistema grafematico italiano, sia nell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA).
Le consonanti /p b/ sono: occlusive bilabiali occlusive bilabiali sorde occlusive bilabiali sonore occlusive labiodentali.
Le vocali /ɔ/ /o/ e /u/ sono: centrali e arrotondate anteriori e arrotondate posteriori e non arrotondate posteriori e arrotondate.
Come si chiama la minima unità grafica di un sistema alfabetico? morfema grafema fonema fono.
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