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Linguistica italiana 12 cfu

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Linguistica italiana 12 cfu

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Creation Date: 2021/02/28

Category: Open University

Number of questions: 398

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Il sistema fonologico del latino prevedeva: una serie di vocali lunghe e brevi, e una serie di consonanti brevi. una serie di vocali brevi, e una serie di consonanti lunghe e brevi. una doppia serie di vocali e consonanti lunghe e brevi. una serie di vocali e consonanti brevi.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Le lingue italiche derivano dal latino. L’italiano è una lingua indoeuropea. Il latino fa parte delle lingue indoeuropee. Non abbiamo testimonianze del proto-indoeuropeo.

Graziadio Isaia Ascoli riteneva: che il fonema /y/ derivasse dal sostrato etrusco. che il fonema /y/ derivasse dal sostrato celtico. che i dialetti italiani settentrionali derivassero da varietà celtiche. che le lingue romanze derivassero dalle lingue di sostrato.

Quale di queste affermazioni è falsa?. il latino non possedeva il condizionale. Il latino non aveva la diatesi passiva. nella diatesi attiva, il latino non esprimeva l’aspetto compiuto mediante perifrasi verbali. il latino non esprimeva il futuro con espressioni perifrastiche.

L’Appendix Probi: è un’opera grammaticale scritta da Marco Valerio Probo. è una grammatica del latino volgare. è un testo grammaticale collocato alla fine di un’opera attribuita a Probo. è un’opera grammaticale composta nell’abbazia di Bobbio verso il 700 d.C.

Il latino volgare era: il registro più basso del latino, usato da tutte le classi sociali nella comunicazione quotidiana. il dialetto usato nell’interazione quotidiana dalle classi inferiori nell’antica Roma. la lingua scurrile usata dalle classi popolari nell’antica Roma. il registro più basso del latino, usato solo dalle classi popolari.

Tra le fonti più importanti del latino volgare si annoverano: le opere dei grammatici, le iscrizioni, le opere dei poeti della tarda età imperiale. le opere dei grammatici, le iscrizioni, le lettere private e i testi cristiani. le opere dei grammatici, le iscrizioni, le opere di Cicerone e Virgilio. le opere dei grammatici, i testi cristiani e le opere di Cicerone e Virgilio.

Nella storia dell’italiano si distinguono abitualmente: due fasi: italiano antico e italiano moderno. due fasi: italiano antico e italiano postunitario. tre fasi: fiorentino antico, italiano moderno, italiano contemporaneo. tre fasi: fiorentino antico, fiorentino medio, italiano moderno.

L’italiano: deriva dal fiorentino trecentesco. deriva dal vernacolo fiorentino. deriva dal fiorentino cinquecentesco. deriva dal fiorentino quattrocentesco.

Tra i tratti che distinguono l’italiano moderno e il fiorentino antico dal fiorentino moderno ricordiamo: la cosiddetta anafonesi. l’esito «-aio» da -ARIUM. la presenza di pronomi soggetto clitici. l’assenza della gorgia toscana.

Quale di queste affermazioni è falsa?. l’egemonia del fiorentino si impone nel secolo XVII. i volgari italiani derivano dal fiorentino. all’inizio il fiorentino non è che uno dei volgari d’Italia. il termine «dialetto» si diffonde nel Cinquecento.

Con il termine di «volgari» medievali si indica: le lingue parlate dal popolo nel Medioevo, distinte dal latino. le varietà di latino impiegate nella comunicazione quotidiana nell’antica Roma. la lingua letteraria che si imporrà nel Cinquecento. le lingue parlate dal «vulgus» al tempo dell’Impero romano.

Di quante vocali toniche si compone il sistema fiorentino?. 3. 7. 8. 5.

In fiorentino, il fenomeno del dittongamento spontaneo prevede che: le vocali medio-alte dittongano solo in sillaba aperta. le vocali medio-alte dittongano solo in sillaba aperta e tonica. le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba tonica. le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba aperta e tonica.

Nel latino volgare: la quantità vocalica aveva valore distintivo. esisteva un’opposizione fonologica tra vocali medio-alte e vocali medio-basse. esisteva un’opposizione fonologica tra vocali lunghe e vocali brevi. l’opposizione di timbro era stata sostituita da un’opposizione di lunghezza.

Quale di queste affermazioni è falsa?. nel latino classico la quantità vocalica aveva valore distintivo. il sistema fonologico del latino classico aveva dieci fonemi vocalici. In latino classico la lunghezza vocalica aveva carattere allofonico, la differenza di timbro carattere fonologico. In latino classico la lunghezza vocalica aveva carattere fonologico, la differenza di timbro carattere allofonico.

Quale delle seguenti evoluzioni dal latino al fiorentino non è corretta?. FLŌREM > fióre. SĔPTEM > sètte. MĪLLE > mille. LĔGNUM > légno.

Rispetto al vocalismo del fiorentino, il vocalismo del siciliano: è privo delle vocali alte. è privo delle vocali medio-basse. è privo delle vocali medio-alte. è privo delle vocali medie.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. La lenizione è l’aumento del grado di forza articolatoria di un segmento vocalico o consonantico. La cancellazione è l’eliminazione di uno o più segmenti vocalici o consonantici. La metatesi è l’alterazione dell’ordine originario di due segmenti. L’inserzione è l’aggiunta di una vocale o di una consonante.

Il passaggio lat. «PAUCUM» > fior. «poco» è un caso di: cancellazione. monottongamento. assimilazione. dissimilazione.

L’anafonesi è un fenomeno fonetico: che interessa le vocali toniche latine / ĭ ĕ ŭ ŏ/ solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / ĭ ē ŭ ō/ in ogni contesto. che interessa le vocali toniche latine / ĭ ē ŭ ō/ solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / ĭ ĕ ŭ ŏ/ in ogni contesto.

Quale di queste affermazioni è falsa?. la metafonesi è un fenomeno di assimilazione. la metafonesi è innescata dalla vocale finale atona. la metafonesi è un fenomeno solo dell’italiano antico. la metafonesi vige in alcuni casi anche nei dialetti settentrionale.

In fiorentino, le vocali toniche in iato tendono a: dileguare per dissimilazione. innalzarsi per assimilazione. abbassarsi per dissimilazione. innalzarsi per dissimilazione.

L’anafonesi: distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali. distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali. distingue il fiorentino dall’italiano e dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino e l’italiano dai dialetti settentrionali e meridionali.

La forma «per ischerzo» si spiega come un caso di: prostesi. aferesi. apentesi. epitesi.

La forma toscana antica «portòe» si spiega come un caso di: prostesi. epentesi. epitesi. aferesi.

In fiorentino, il vocalismo atono da quante vocali è composto?. 5. 3. 7. 8.

In siciliano, il vocalismo atono da quante vocali è composto?. 8. 5. 3. 7.

Nel latino, volgare le vocali atone /ĕ/ e /ĭ/ in iato: passano a /i/. passano alla semiconsonante /j/. si rafforzano per dissimilazione. dileguano.

Il passaggio «mangiare bene → mangiar bene» è un caso di: apocope. sincope. aferesi. elisione.

Il raddoppiamento fonosintattico «regolare» è innescato: da tutti i monosillabi atoni. da tutte le parole tronche. da alcuni monosillabi atoni. da alcune parole tronche.

L’esito «lat. AD-RIPĀRE > it. arrivare» è un caso: di dissimilazione perseverativa. di dissimilazione anticipatoria. di assimilazione anticipatoria. di assimilazione perseverativa.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. In latino classico e in fiorentino la lunghezza vocalica ha valore distintivo. In latino classico e in fiorentino la lunghezza consonantica ha valore distintivo. In fiorentino la lunghezza vocalica ha valore allofonico. In latino classico la lunghezza vocalica ha valore distintivo.

Dal latino all’italiano le consonanti finali: si conservano in genere nelle parole monosillabiche. cadono in tutte le parole. si conservano in alcune parole polisillabiche. cadono in genere nelle parole monosillabiche.

Il fenomeno della gorgia toscana prevede: la spirantizzazione delle fricative in contesto non-intervocalico. la spirantizzazione delle occlusive in contesto intervocalico. la spirantizzazione delle fricative in contesto intervocalico. la spirantizzazione delle occlusive in contesto non-intervocalico.

Nelle varietà toscane, le occlusive sorde in posizione intervocalica: si sonorizzano in alcune forme. si sonorizzano sistematicamente. si sonorizzano sistematicamente e spesso dileguano. non si sonorizzano mai.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. in latino volgare la /b/ intervocalica si spirantizza. la neutralizzazione tra /v/ e /b/, detta betacismo. il betacismo è tipico delle varietà centro-meridionali e toscane. il latino non possedeva la consonante /v/.

Nel passaggio dal latino «FACĬO» all’italiano «faccio» dobbiamo ipotizzare: quattro passaggi fonetici. due passaggi fonetici. tre passaggi fonetici. un solo passaggio fonetico.

Nel passaggio «FACĬO > faccio» e «TACĔO > taccio», il nesso /kj/ del latino volgare diventa: una fricativa prepalatale sonora. un’affricata prepalatale sorda. un’affricata prepalatale sonora. una fricativa prepalatale sorda.

Dal latino all’italiano, nei nessi «consonante + /l/»: la /l/ diventa una semiconsonante. la /l/ rimane inalterata. la /l/ diventa una vocale. la /l/ diventa una consonante.

L’evoluzione «ARMARIUM > armadio», quale tipo di fenomeno consonantico implica?. dissimilazione. epentesi. assimilazione. metatesi.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. «guerra» e «guanto» sono parole di origine germanica. «guastare» e «guado» sono parole di origine germanica. «manovale» deriva dal latino «MANŬALEM». «raro» e «ferire» sono dei cultismi.

L’italiano «vizio» è: un’eccezione alla legge fonetica che prevede che /ĭ/ evolva in /e/. la regolare evoluzione del latino «VĬTĬU(M)». un cultismo. un allomorfo di «vezzo».

Nell’evoluzione «DĒBĒTIS > dovete» la /o/ è dovuta a un fenomeno: di labializzazione. di innalzamento di vocale in iato. di abbassamento dell’articolazione. di dissimilazione.

L’italiano «specchio» è: un cultismo. la regolare evoluzione del latino «SPĔCŬLU(M)». un’eccezione alla legge fonetica del dittongamento. un caso di raddoppiamento fonosintattico.

Quale di queste forme non è dovuta all’analogia?. mossi. scrissi. facete. essere.

Alla base dell’italiano «cuore» si deve ipotizzare la forma: *CŎRE(M). *CŎRDE(M). CŎR. CŎRDE.

Quali di queste forme si deve al livellamento analogico?. cuoce. moriamo. cuociamo. muore.

In italiano, il morfema «-o» della prima persona singolare dell’imperfetto indicativo: è dovuto al processo analogico del quarto proporzionale. è dovuto a un processo analogico di rianalisi. è la regolare continuazione del morfema latino. è dovuto a un processo analogico di livellamento.

La forma italiana «lastrico»: è dovuta a un processo analogico di livellamento. è dovuta a un processo analogico di rianalisi. è la regolare continuazione della forma latina «*ASTRĬCU(M)». è dovuta al processo analogico del quarto proporzionale.

I processi di retroformazione sono innescati: dalla rianalisi. dal cambiamento semantico dei suffissi presenti nella parola. dalla grammaticalizzazione. dal livellamento analogico.

Nell’italiano antico «tempora»: il morfema del plurale è «-a», diversamente che in latino. il morfema del plurale è «-ora», come in latino. il morfema del plurale è «-ora», diversamente che in latino. il morfema del plurale è «-a», come in latino.

La forma italiana «usignolo»: è dovuta a un processo analogico di rianalisi. è dovuta al processo analogico del quarto proporzionale. è la regolare continuazione della forma latina «*LUSCINĬŎLU(M)». è dovuta a un processo analogico di livellamento.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Lo sviluppo del suffisso avverbiale «-mente» è un caso di grammaticalizzazione. La grammaticalizzazione consiste nella soppressione degli allomorfi. La grammaticalizzazione è una conseguenza della rianalisi (o risegmentazione). Nella grammaticalizzazione una parola lessicale diventa un morfema grammaticale.

Quale di queste affermazioni è errata?. Il risultato dell’evoluzione del sistema nominale latino è, in fiorentino, la formazione di cinque classi di nomi. Nell’evoluzione dal latino all’italiano i morfemi flessivi dei nomi hanno perduto la funzione casuale. La IV e la V declinazione non proseguono in fiorentino antico. In italiano, la gran parte dei nomi deriva dal nominativo latino.

Secondo l’ipotesi «morfologica», il morfema plurale «-e» del femminile (per es. «capre»): è di origine analogica. è la regolare continuazione dell’accusativo plurale della I declinazione latina. è la regolare continuazione del nominativo plurale della I declinazione latina. non è spiegabile.

Nel latino volgare, l’articolo definito: aveva valore soltanto endoforico (o testuale). aveva valore endoforico (o testuale) e poteva designare una classe di elementi. aveva valore soltanto esoforico (o extralinguistico). aveva valore sia endoforico (o testuale) che esoforico (o extralinguistico).

Qual è la regolare evoluzione del latino «LIGNUM» (sing.), «LIGNA» (pl.)?. la legna, le legne. il legno, le legna. il legno, i legni. il legno, la legna.

Le forme singolari dei pronomi clitici italiani (mi, ti, lo, gli, la, le) derivano: dal nominativo e dall’accusativo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD». dal nominativo e dal dativo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD». dall’accusativo e dal genitivo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD». dal dativo e dall’accusativo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD».

I pronomi liberi «lui» e «loro»: in fiorentino antico raramente avevano funzione di soggetto. sia in fiorentino antico, sia in italiano moderno spesso hanno funzione di soggetto. in italiano moderno raramente hanno funzione di soggetto. in italiano moderno hanno soltanto funzione di soggetto.

La forma italiana «quello» deriva da: «QUĬLLU(M)». «QUĒLLU(M)». «ECCU(M) ĬLLU(M)». «CU(M) ĬLLU(M)».

Nella formazione dei composti, l’italiano: presenta l’ordine MODIFICATORE-TESTA, come il latino. presenta l’ordine TESTA-MODIFICATORE, come il latino. presenta l’ordine MODIFICATORE-TESTA, diversamente dal latino. presenta l’ordine TESTA-MODIFICATORE, diversamente dal latino.

La forma italiana «questo» deriva da: «CU(M) ĬSTU(M)». «QUĒSTU(M)». «ECCU(M) ĬSTU(M)». «QUĬSTU(M)».

Nell’espressione della comparazione: si passa da un sistema di tipo sintetico (latino) a uno di tipo analitico (italiano). si passa da un sistema di tipo analitico (latino) a uno di tipo sintetico (italiano). il sistema di tipo analitico latino si conserva in italiano. il sistema di tipo sintetico latino si conserva in italiano.

Quale di queste affermazioni non è corretta?. «Egli» deriva dal nominativo «ĭlle». «Ella» deriva dal nominativo «ĭlla». «Loro» deriva dal genitivo «ĭllōrum». «Noi» deriva dal nominativo/accusativo «nos».

Quale di queste affermazioni è falsa?. Il morfema «-no» di III plurale si è esteso da «essere» alle altre coniugazioni. Il morfema «-o» di «sono» (I pers. del verbo «essere») è analogico su quello delle coniugazioni regolari («am-o», «legg-o», ecc.). La forma «sei» del verbo «essere» è la regolare continuazione del latino «ĔS». La forma «siete» del verbo «essere» deriva da un ipotetico «*SĔTIS».

Le coniugazioni in italiano: sono quattro, mentre in latino erano tre. sono tre, mentre in latino erano quattro. sono quattro come in latino. sono tre come in latino.

Il passaggio di un verbo da una coniugazione all’altra è detto: metatesi. metaplasmo. metalessi. cataplasmo.

Il presente indicativo «vedo»: è la regolare continuazione del latino «vĭdo». è analogico su quelle della I e della III coniugazione. è analogico su quella della IV coniugazione. è la regolare continuazione del latino «vĭdeo».

La desinenza di I plurale «-iamo». è la continuazione della desinenza del presente indicativo di II coniugazione «-ËMUS». è la continuazione della desinenza del presente indicativo di IV coniugazione «-ĪMUS». proviene dal congiuntivo presente della II e IV coniugazione. è la regolare continuazione della desinenza del presente indicativo di I coniugazione «-ĀMUS».

Il congiuntivo imperfetto italiano: deriva dal congiuntivo presente latino. deriva dall’indicativo piuccheperfetto latino. deriva dal congiuntivo piuccheperfetto latino. deriva dal congiuntivo imperfetto latino.

Il morferma «-a» del congiuntivo presente di «dare» e «stare»: è analogico su quello del congiuntivo presente della II-IV coniugazione. è analogico su quello del congiuntivo presente di «essere». è analogico su quello dell’indicativo presente della I coniugazione. è la regolare continuazione del congiuntivo latino di «DARE» e «STARE».

Quale di queste modalità di costruire il perfetto si continua solo sporadicamente in italiano?. aggiunta di «-u-» tra la radice e la desinenza. cambiamento della vocale radicale. aggiunta di «-s-» tra la radice e la desinenza. raddoppiamento della sillaba radicale.

Il futuro e il condizionale italiano sono diventati forme sintetiche a causa: di coalescenza. di composizione e derivazione. di un processo di rianalisi e grammaticalizzazione. di livellamento analogico.

Il condizionale italiano: era in origine una forma sintetica formata dall’infinito del verbo e dal perfetto dell’ausiliare «avere». era in origine una forma sintetica formata dall’imperfetto dell’ausiliare «avere» e dall’infinito del verbo. è la regolare continuazione del congiuntivo imperfetto latino. è la regolare continuazione dell’indicativo piuccheperfetto latino.

Il perfetto indicativo latino: esprimeva un aspetto verbale aoristico. esprimeva un aspetto verbale aoristico o compiuto a seconda dei contesti. esprimeva un aspetto verbale compiuto. esprimeva un aspetto verbale sia aoristico sia compiuto.

Il futuro italiano: era in origine una forma sintetica formata dall’infinito del verbo e dal presente dell’ausiliare «avere». era in origine una forma sintetica formata dal presente dell’ausiliare «avere» e dall’infinito del verbo. è la regolare continuazione dell’infinito latino. è la regolare continuazione del futuro latino.

Quale di queste affermazioni è falsa?. il condizionale italiano era in origine un costrutto verbale analitico. l’italiano esprime il passivo soltanto attraverso forme analitiche. il latino esprimeva il passivo soltanto attraverso forme sintetiche. già nel latino volgare erano scomparsi i verbi deponenti.

In italiano si ha la proclisi: con tutti i modi non-finiti del verbo tranne che coll’infinito, che ammette anche l’enclisi. con tutti i modi finiti del verbo tranne che coll’imperativo. con tutti i modi finiti del verbo. con tutti i modi non-finiti del verbo.

Quale dei seguenti ordini è quello fondamentale in italiano?. Nome-Aggettivo, come in latino. Aggettivo-Nome, diversamente che in latino. Sintagma Nominale-Genitivo, come in latino. Sintagma Nominale-Genitivo, diversamente che in latino.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. La preposizione latina «AD» introduceva l’Oggetto indiretto. Il latino esprimeva alcune funzioni sintattiche sia attraverso i casi, sia attraverso le preposizioni. La preposizione italiana «da» deriva dalla fusione delle preposizioni latine «DE» e «AB». In latino c'erano preposizioni che potevano reggere due casi diversi.

In italiano antico la proclisi si verifica: quando il verbo è preceduto dalle congiunzioni «e, ma, o». quando il verbo non è in posizione iniziale. quando il verbo è in posizione iniziale di frase. quando il verbo è al modo imperativo.

Quale di queste affermazioni è falsa?. in latino «CABALLUS» significava «ronzino». In latino «DOMUS» significava «padrone». abbiamo cambiamento semantico quando il significato di un lessema muta da uno stato all’altro di una lingua. in latino «BUCCA» significava «guancia», analogamente a «GENA».

Il passaggio dal lat. «HOMO» ‘essere umano’ all’it. «uomo» ‘essere umano di sesso maschile’ deriva: da un’associazione per similarità tra i significati. da un’associazione per similarità tra i referenti. da un’associazione per similarità tra i significanti (le parole). da un’associazione per contiguità tra i significati.

Il cambiamento semantico dal lat. «COXA» ‘anca’ all’it. «coscia» deriva: da un’associazione per similarità tra i referenti. da un’associazione per similarità tra i significanti (le parole. da un’associazione per contiguità tra i referenti. da un’associazione per contiguità tra i significanti (le parole).

Il cambiamento semantico si attua attraverso tre passaggi: associazione, neoformazione, lessicalizzazione. associazione, innovazione, polisemia. associazione, innovazione, lessicalizzazione. associazione, innovazione, neoformazione.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. i cultismi non fanno parte del lessico ereditario. i cultismi si sono evoluti secondo le leggi fonetiche. i cultismi sono stati introdotti nella lingua dai dotti. il lessico ereditario è stato trasmesso per via orale.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. l’articolo definito «il» deriva dalla prima sillaba del dimostrativo latino «ĬLLUM». l’articolo definito «lo» deriva dalla seconda sillaba del dimostrativo latino «ĬLLUM». la /i/ di «il» deriva da un fenomeno di prostesi. la forma più arcaica dell’articolo in fiorentino è «lo».

Nella frase del Decameron «a cena l’arostisse e governassela», la legge Tobler-Mussafia: è sempre rispettata. è rispettata solo dalla forma «l’arostisse». è rispettata solo dalla forma «governassela». non è mai rispettata.

La forma «isperate» nel verso dantesco «non isperate mai veder lo cielo» è un caso di: epentesi di /i/. epitesi di /i/. prostesi di /i/. aferesi di /i/.

La forma «venir» nel verso dantesco «Ed ecco verso noi venir per nave» è un caso di: elisione. sincope. aferesi. troncamento.

L’Indovinello veronese: è il primo documento del volgare veronese. è un testo latino risalente all’VIII secolo. è un testo che presenta una patina volgare solo a un livello superficiale. è il primo documento del volgare italiano.

Il Graffito della Catacomba di Commodilla: si trova a Roma e risale al IX secolo d.C. si trova a Roma e risale all’VIII secolo d.C. si trova a Viterbo e risale al IX secolo d.C. si trova a Viterbo e risale all’VIII secolo d.C.

Tra le più antiche testimonianze letterarie profane in volgare italiano si annoverano: il Ritmo laurenziano e il Ritmo cassinese. il Ritmo bellunese e la canzone «Quando eu stava en le tu cadhene». il Ritmo laurenziano e l’iscrizione della tomba di Giratto. il Ritmo bellunese e l’iscrizione nella basilica inferiore di S. Clemente.

Nella frase del Placito di Capua «kelle terre, [...] trenta anni le possette» si ha un caso di: anteposizione contrastiva. tema libero. dislocazione a sinistra. dislocazione a destra.

La forma «a bboce» del Graffito della Catacomba di Commodilla si presenta come un caso di: raddoppiamento fonosintattico. betacismo e raddoppiamento fonosintattico. betacismo e assimilazione del neutro pl. in «-a» alla declinazione femminile. betacismo.

La veste linguistica originale di «Pir meu cori alligrari» di Stefano Protonotaro ci è stata conservata: da un manoscritto copiato nell’Italia settentrionale. dal «libro siciliano» composto da Gianmaria Barbieri. da un trattato cinquecentesco di Gianmaria Barbieri. da uno dei tre grandi canzonieri duecenteschi P, L e V.

I poeti «siculo-toscani» usarono: una lingua di base toscana in cui convivono sicilianismi, provenzalismi ed elementi locali. una lingua di base fiorentina in cui convivono sicilianismi, provenzalismi ed elementi locali. il siciliano letterario e il provenzale. il siciliano letterario.

Lo stile di Guittone d’Arezzo: si rifà alla tradizione siciliana. si rifà alla tradizione provenzale del «trobar clus». è sciatto e trascurato fino a divenire banale. è ispirato alla semplicità e alla cantabilità.

I poeti della scuola siciliana scrissero: in un siciliano illustre, privo di tratti dialettali locali. in un volgare genericamente meridionale. in una lingua recante una patina grafico-linguistica già toscanizzata. nel siciliano di Palermo, la sede della corte di Federico II.

I poeti della Scuola poetica siciliana: imitarono la poesia trobadorica e usarono la lingua francese. imitarono la poesia trobadorica e usarono la lingua d’oc. imitarono la poesia trobadorica, ma scrissero in toscano. imitarono la poesia trobadorica, ma scrissero in volgare siciliano.

Quale di queste affermazioni è falsa?. in siciliano le vocali latine ĕ (e breve) e ŏ (o breve) non dittongano. in siciliano le vocali latine ĕ (e breve) e ŏ (o breve) evolvono rispettivamente in /e/ e /o/. il sistema fonologico del siciliano ha cinque vocali toniche. il sistema fonologico del siciliano ha tre vocali atone.

Il vero protagonista della svolta stilnovistica fu: Bonagiunta Orbicciani da Lucca. Guido Guinizzelli. Guido Cavalcanti. Dante Alighieri.

La definizione di «dolce stil novo» viene formulata da Dante: nel «Purgatorio». nella «Vita nova». nel «De vulgari eloquentia». nel «Convivio».

Quale di questi elementi caratterizza la lingua di «Tanto gentile e tanto onesta pare» di Dante Alighieri?. l’abbondanza di provenzalismi. il ricorso a numerosi latinismi. l’abbondanza di sicilianismi. il ricorso al linguaggio della filosofia e della medicina del tempo.

Quale di queste caratteristiche non appare tipica della prosa delle origini?. paratassi. abbondanza di sicilianismi. ricchezza lessicale. polisindeto.

La «Vita nova» di Dante: è una raccolta di rime introdotte e seguite da parti in prosa. è un canzoniere di rime amorose. è un trattato in prosa, contenente al suo interno testi poetici. è un romanzo autobiografico in versi.

Il «Convivio» di Dante: è un trattato in volgare che fu scritto poco prima dell’esilio. è un trattato in latino che fu scritto poco prima dell’esilio. è un trattato in latino che fu scritto nei primi anni dell’esilio. è un trattato in volgare che fu scritto nei primi anni dell’esilio.

La lingua della «Commedia» di Dante: è abbondantemente modellato sulla prosa latina. è basata sul fiorentino di fine Duecento e di inizio Trecento. è un idioma artificiale, in cui si mescolano diverse varietà. è il «volgare illustre» teorizzato nel «De vulgari eloquentia».

Nel canto XXVI del Purgatorio, Dante incontra: Guido Guinizzelli e Arnaut Daniel. Guido Guinizzelli e Bonagiunta Orbicciani da Lucca. Arnaut Daniel e Bonagiunta Orbicciani da Lucca. Arnaut Daniel e Guittone d’Arezzo.

Secondo Dante, il volgare ideale è «illustre» perché: perché diffonde luce e risplende chiaro su tutti. è degno di illustrare le gesta dei grandi personaggi. è il più nobile tra i volgari italiani. è il più celebre dei volgari italiani.

L’obiettivo che Dante persegue nel «De vulgari eloquentia» è quello: di creare un’«arte poetica» del volgare. di creare una lingua adatta al discorso filosofico. di rivendicare la dignità del volgare nell’uso colto. di tratteggiare la storia della poesia volgare, dai provenzali ai suoi giorni.

Quale di questi motivi non figura nel sonetto petrarchesco «Erano i capei d’oro a l’aura sparsi»?. il saluto della donna. la labilità delle cose. l’apparizione della donna. l’inestinguibile passione del poeta.

Quale di queste affermazioni è falsa?. ill titolo originale del «Canzoniere» è «Rerum vulgarium fragmenta». per Petrarca l’amore è uno strumento di conoscenza intellettuale e di elevazione spirituale. ill «Canzoniere» di Petrarca è il testo chiave per la storia dell’italiano letterario. al centro del «Canzoniere» c’è il concreto e tormentato io individuale.

Nella novella di «Chichibio», l’autore inserisce delle brevi frasi: in dialetto bolognese. nel fiorentino «rustico» di Certaldo. in dialetto veneziano. in vernacolo fiorentino.

La lingua del «Decameron» si presenta: altrettanto polimorfica di quella della coeva poesia. meno polimorfica di quella della coeva poesia, ma solo nelle ballate che concludono le giornate. meno polimorfica di quella della coeva poesia. maggiormente polimorfica di quella della coeva poesia.

La lingua usata nel Proemio del «Decameron» e nella cornice introduttiva alle giornate è caratterizzata: dall’impiego di periodi lunghi, ricchi di subordinate. dall’impiego di forme tipiche delle varietà «basse» di fiorentino. dall’uso abbondante del «che» polivalente. dall’uso abbondante di ordini sintattici marcati: dislocazioni a sinistra e a destra, tema libero ecc.

Nelle prime righe del Proemio del «Decameron» l’autore afferma: di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella fede. di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nel dialogo con qualche amico. di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella lettura dei classici latini. di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella scrittura di novelle.

La forma «aura» del primo verso del sonetto petrarchesco «Erano i capei d’oro a l’aura sparsi» è un: francesismo. provenzalismo. sicilianismo. latinismo.

Nel verso petrarchesco «vo mesurando a passi tardi e lenti», nel sintagma «tardi e lenti» che procedimento retorico troviamo?. anafora. consonanza. dittologia sinonimica. polisindeto.

Quale di queste affermazioni è falsa?. nel Quattrocento il volgare attraversa una fase di crisi. nel Quattrocento il volgare viene usato solo nelle scritture pratiche e nei generi letterari popolari. con l’Umanesimo il latino diventa il principale strumento espressivo in ogni campo della cultura. con l’Umanesimo si diffonde l’idea della superiorità della cultura moderna su quella antica.

La lingua dei poeti dell’Umanesimo volgare fiorentino: è la lingua dei grandi autori del Trecento, in particolare di Petrarca e Boccaccio. è il fiorentino del Quattrocento (detto anche «argenteo»). è la lingua dei grandi autori del Due- e del Trecento, aperta agli influssi del fiorentino contemporaneo. è la lingua dei grandi autori del Due- e del Trecento (Dante, Petrarca e Boccaccio).

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. La Raccolta Aragonese fu inviata da Lorenzo de’ Medici a Federico d’Aragona. Gli autori della Raccolta Aragonese vogliono proporre ai contemporanei un modello linguistico. La lettera che funge da prefazione alla Raccolta Aragonese fu firmata da Angelo Poliziano. La Raccolta Aragonese è un’antologia dei primi secoli della poesia toscana.

Quale dei seguenti tratti non è caratteristico del fiorentino del Quattrocento?. l’apocope di /e o/ dopo /l n r/. l’articolo definito maschile plurale «e». la desinenza di III pl. «-on(o)» invece di «-ano>>. l’articolo definito maschile singolare «el».

Il tema del latino parlato a Roma fu oggetto di uno scambio epistolare tra due importanti umanisti: Cristoforo Landino e Leonardo Bruni. Biondo Flavio e Leonardo Bruni. Biondo Flavio e Poggio Bracciolini. Poggio Bracciolini e Cristoforo Landino.

Tra le opere di Poliziano ricordiamo: Le «Stanze per la giostra» e il «Commento alla Commedia». Le «Stanze per la giostra» e i «Canti carnascialeschi». La «Favola di Orfeo» e i «Canti carnascialeschi». Le «Stanze per la giostra» e la «Favola di Orfeo».

La grammatica di Leon Battista Alberti è: una grammatica del fiorentino contemporaneo. una grammatica del fiorentino di Dante, Petrarca e Boccaccio. una grammatica del fiorentino Trecentesco. una grammatica della lingua degli scrittori più autorevoli della tradizione.

L’imporsi del modello petrarchesco alla fine del Quattrocento è dimostrato: dall’«Arcadia» e dalle «Rime» di Sannazaro, e dalle «Stanze per la giostra» di Poliziano. dall’«Arcadia» e dalle «Rime» di Sannazaro, e dagli «Amorum libri» di Boiardo. dagli «Amorum libri» e dall’«Orlando innamorato» di Boiardo. dall’«Arcadia» e dalle «Rime» di Sannazaro, e dall’«Orlando innamorato» di Boiardo.

Sannazaro sottopose l’«Arcadia» a lungo processo di revisione: per avvicinarne la lingua sempre più al modello petrarchesco e boccacciano. avvicinarne la lingua sempre più ai modelli proposti da Bembo. avvicinarne la lingua sempre più al toscano quattocentesco. avvicinarne la lingua sempre più al modello petrarchesco, boccacciano e dantesco.

Le «lingue di koiné»: sono le lingue «cortigiane» in uso presso le corti d’Italia nei secoli XV e XVI. sono lingue elaborate nelle cancellerie signorili e comunali, soprattutto nell’Italia settentrionale e meridionale. sono lingue usate nelle corti dell’Italia settentrionale. sono lingue elaborate nelle cancellerie signorili e comunali, soprattutto nell’Italia meridionale.

Il maccheronico è: un latino infarcito di elementi lessicali volgari, spesso dialettali. un volgare «saturato» di latinismi. un volgare infarcito di termini latini e di latinismi. un volgare settentrionale infarcito di termini latini e di latinismi.

Per evitare le forma dialettali, le «lingue di koiné» elaborate nelle cancellerie del Quattrocento fanno in genere ricorso: a toscanismi. a latinismi. a neologismi. ad arcaismi.

La teoria linguistica di Bembo: si fondava sull’idea dell’indipendenza della lingua dalla letteratura. teneva conto anche – seppur cautamente – del fiorentino vivo. era ispirata ai principi del classicismo cinquecentesco. venne espressa organicamente nelle «Prose della volgar lingua», pubblicate nel 1515.

Quali sono le date delle tre edizioni dell’«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto?. 1516, 1521, 1532. 1516, 1525, 1532. 1516, 1521, 1525. 1521, 1525, 1532.

Quale di queste affermazioni è falsa?. l’avvento della stampa ebbe dei riflessi molto rilevanti in campo linguistico perché favorì la diffusione della norma bembiana. l’edizione di Petrarca del 1501 assicurò a Bembo la possibilità di fissare un testo di riferimento, da cui ricavare una norma grammaticale. il lavoro nella tipografia aldina permise a Bambo di rivedere in senso toscaneggiante molti testi in vista della pubblicazione. nel 1501 e nel 1502 Bembo pubblicò a Venezia presso Aldo Manuzio le edizioni a stampa di Petrarca e di Boccaccio.

Nel verso «che tutto n’arde e non ritrova loco» dell’«Orlando furioso» (I 18 8), la forma «loco»: è un latinismo sopravvissuto alla revisione linguistica. è un sicilianismo. è settentrionalismo sopravvissuto alla revisione linguistica. è un ispanismo.

L’uso del dialetto nella commedia del Cinquecento: prosegue la tradizione delle lingue di koiné. deriva solo dall’esigenza di dar voce alle istanze degli umili e dei diseredati. deriva da un rifiuto del classicismo bembiano. prosegue la tradizione dei volgari medievali.

La lingua della «Mandragola» di Machiavelli: è un limpido esempio di fiorentino vivo. è modellata fondamentalmente sul fiorentino letterario del Trecento. è un efficace compromesso tra lingua letteraria e lingua viva. fonde latinismi di origine cancelleresca con parole comuni e quotidiane.

Quale autore cercò di conciliare la tesi «fiorentinista», che proponeva come modello il fiorentino parlato, con la tesi di Bembo, che proponeva come modello lalingua dei grandi autori dei Trecento?. Niccolò Machiavelli. Pier Francesco Giambullari. Claudio Tolomei. Benedetto Varchi.

La teoria cortigiana fu sostenuta per la prima volta: da Baldassarre Castiglione. da Gian Giorgio Trissino. da Vincenzo Colli detto il Calmeta. da Mario Equicola.

Quale di queste forme contenute nelle prime tre ottave della «Gerusalemme liberata» è un latinismo?. petto. scogli. fanciul. aurea.

Lionardo Salviati trasformò la teoria di Bembo: ampliando il canone anche ad autori minori del Trecento. prendendo in considerazione anche il fiorentino vivo. prendendo in considerazione anche la lingua del Duecento. prendendo in considerazione anche la lingua di Dante.

La grammatica di Pierfrancesco Giambullari: prende come punto di riferimento il fiorentino vivo. prende come punto di riferimento il fiorentino trecentesco. prende come punto di riferimento la lingua letteraria. prende come punto di riferimento la lingua delle «Tre Corone», privilegiando Dante.

La prima grammatica dell’italiano, dopo quella di Leon Battista Alberti, si deve a: Lionardo Salviati. Pierfrancesco Giambullari. Giovan Francesco Fortunio. Pietro Bembo.

Quale di questi elementi non fu criticato dagli Accademici della Crusca nella «Gerusalemme liberata»?. sintassi complessa e artificiosa. uso di latinismi. stile oscuro. finalità encomiastiche.

Il «Cantico di frate sole»: è l’unico testo di s. Francesco scritto in volgare. è il primo testo religioso italiano in volgare. è il più famoso dei testi di s. Francesco scritti in volgare. è scritto parte in latino, parte in volgare umbro.

La lingua delle opere volgari di Galileo: è di registro medio, ma non manca di eleganza. è agile, ma sciatta e trascurata. è fredda e impersonale. è caratterizzata da un tono severo e magniloquente.

Il Concilio di Trento: contribuì all’unificazione linguistica d’Italia. favorì la traduzione in volgare della Bibbia. propugnò il principio del libero esame delle scritture. vietò il possesso di Bibbie volgari.

A quale di questi autori si deve una delle più importanti raccolte di prediche medievali?. Garzo. Bernardino da Siena. Iacopone da Todi. Poliziano.

L’uso del volgare da parte di Galileo dipende, tra l’altro, dalla volontà: di staccarsi polemicamente dalla tradizione degli accademici di esprimersi in latino. di rivolgersi ai membri dell’aristocrazia fiorentina. di competere con gli altri scienziati europei che avevano abbandonato il latino. di dare valore letterario alle sue opere scientifiche.

I più importanti oppositori della Crusca nel Seicento furono: Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi. Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli. Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Carlo Maria Maggi. Paolo Beni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi.

Quale di queste affermazioni è falsa?. la poesia classicista barocca riafferma l’autorità del modello petrarchesco. nella poesia barocca, un importante serbatoio di parole «nuove» è rappresentato dal lessico scientifico. il più importante esponente del classicismo barocco è Giambattista Marino. la parola d’ordine della poesia barocca è la «meraviglia».

La prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca uscì nel: 1612. 1582. 1623. 1691.

Il melodramma: vede la luce con l’«Aminta» di Tasso. vede la luce con l’«Orfeo» di Claudio Monteverdi. viene teorizzato all’interno della fiorentina Camerata dei Bardi. vede la luce con il «Pastor fido» di Battista Guarini.

Quale di queste idee non rientra tra quelle avanzate da Melchiorre Cesarotti nel «Saggio sulla filosofia delle lingue»?. l’idea di redigere un Nuovo vocabolario italiano privo di termini regionali. l’idea di istituire un «Consiglio nazionale» della lingua al posto della Crusca. l’idea di redigere un Nuovo vocabolario italiano privo di arcaismi. l’idea di redigere un Nuovo vocabolario italiano ricco di termini delle arti e delle scienze.

Per Giambattista Vico il linguaggio: è uno strumento sociale, che permette la comunicazione tra gli uomini. è un veicolo di espressione e di conoscenza. è uno strumento di progresso e un veicolo di diffusione della cultura. è il puro prodotto di una convenzione sociale.

La sintassi della «Scienza nuova» di Giambattista Vico è: lineare e limpida, diversamente da quella dei suoi contemporanei. abbondantemente ipotattica, perché ispirata al modello boccacciano. lineare e limpida, come quella dei suoi contemporanei. abbondantemente ipotattica, sebbene non ispirata al modello boccacciano.

Nella «Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca» di Alessandro Verri si afferma: che ogni parlante ha il diritto di inventarsi una sua lingua personale. che ogni lingua moderna necessita di una precisa codificazione grammaticale. che per arricchire una lingua è necessario ricorrere a prestiti da altre lingue. che nel Settecento la lingua italiana è giunta al suo massimo livello di perfezione.

Nel «Saggio sulla filosofia delle lingue» di Melchiorre Cesarotti si afferma che: la lingua media deve conciliare l’uso vivo e la lingua della tradizione. la lingua parlata serve deve essere impiegata dai dotti per l’attività intellettuale. la lingua scritta deve rifarsi alla varietà parlata dal popolo, aspirando a un livello medio. la lingua scritta deve conformarsi ai ai modelli letterari di un determinato secolo.

Quale di questi elementi non fu caratteristico del periodo dell’Illuminismo: ridimensionamento del potere spirituale della Chiesa. fiducia nel progresso dell’umanità. diffusione della cultura nei ceti medi. polemica nei confronti dell’autorità.

Nel Settecento, il francese venne considerato «lingua della ragione»: perché ammetteva solo un ordine dei costituenti della frase. perché ammetteva ordini marcati diversi da quello «diretto». perché era stato descritto in diverse «grammatiche ragionate». perché era la lingua degli illuministi.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Ungaretti persegue l’isolamento della parola al fine di recuperarne la «purezza originaria». in Saba, aulicismi e lingua quotidiana convivono armonicamente in un tono medio. il linguaggio poetico dei futuristi appare caratterizzato dal «cozzo dell’aulico col prosaico». un elemento che distingue la lingua di Montale da quella dei contemporanei è la sua evidente letterarietà.

Quale autore sfruttò al massimo le potenzialità della lingua in senso espressionista?. Italo Calvino. Umberto Saba. Italo Svevo. Carlo Emilio Gadda.

Quale di queste caratteristiche è tipica dell’«italiano aziendale»?. uso di lessico prevalentemente denotativo. uso di tecnicismi collaterali. uso di lessico tecnico-scientifico. precisione e univocità dei termini.

Quale di questi eventi non ebbe effetti significativi sulla diffusione dell’italiano nella prima metà del Novecento?. l’innalzamento dell’obbligo scolastico. il regime fascista. la Grande guerra (1915-1918). la mobilitazione delle masse popolari.

Don Lorenzo Milani contestava: il modello linguistico proposto dalla scuola, anacronistico e letterario. il ruolo avuto dalla classe dominante nell’annosa questione della lingua. la mancanza di specifiche conoscenze tecniche da parte degli insegnanti. gli errori concettuali compiuti dagli insegnanti nella correzione degli elaborati.

Quale di queste misure di politica linguistica fu intrapresa dal regime fascista?. la difesa delle minoranze linguistiche. la promozione e la valorizzazione dei dialetti. il sostegno dell’attività lessicografica della Crusca. il rifiuto delle parole straniere.

Sul piano della lingua, l’Accademia dell’Arcadia propone: il ritorno al classicismo barocco. il ritorno al modello petrarchesco. il ritorno al modello petrarchesco e boccacciano. il ritorno al modello della poesia barocca.

Quale di questi procedimenti non è tra quelli che l’Arcadia recupera dal linguaggio lirico tradizionale?. l’uso dell’enclisi coi verbi di modo finito. il ricorso a forme monottongate. l’uso di neologismi. il ricorso al troncamento.

La lingua delle commedie di Goldoni è caratterizzata: dalla presenza di latinismi, aulicismi e arcaismi. dalla presenza di venetismi, settentrionalismi e francesismi. da una sintassi semplificata, ispirata al modello arcadico. da una sintassi abbondantemente ipotattica.

La riforma del melodramma attuata dai letterati dell’Arcadia si ispirava, tra le altre cose, all’esigenza di: ridare dignità letteraria e autonomia poetica al testo poetico. trasformare il testo poetico in un testo teatrale (il cosiddetto «libretto»). immettere nel testo teatrale temi comici ed eroici. ridare dignità letteraria e autonomia poetica all’accompagnamento musicale.

Per la lingua delle sue commedie, Carlo Goldoni: inventa una lingua di conversazione, attingendo prevalentemente da fonti scritte. riproduce l’italiano di conversazione borghese e popolare dei suoi tempi. riproduce la lingua della conversazione quotidiana dei suoi tempi. riproduce la lingua della conversazione quotidiana in uso in Toscana ai suoi tempi.

Ugo Foscolo: coniuga un linguaggio poetico tipicamente romantico con una sensibilità neoclassica. coniuga un linguaggio poetico tipicamente neoclassico con una sensibilità romantica. coniuga un linguaggio poetico tipicamente illuministica con una sensibilità neoclassica. coniuga un linguaggio poetico tipicamente neoclassico con una sensibilità illuministica.

Il «Giorno» di Giuseppe Parini: è un poema didascalico. è un romanzo satirico. è un poema epico. è un dramma satirico.

Nel verso dell’Iliade di Monti «molte anzi tempo all’Orco / generose travolse alme d’eroi», quale dei seguenti procedimenti si riscontra?. latinismo. inversione (o anastrofe). iperbato. verbo alla fine della frase.

Quale di questi procedimenti non appare caratteristico della poesia neoclassica?. uso di latinismi e grecismi. uso di perifrasi dotte. uso di francesismi. uso di riferimenti mitologici.

Le scelte linguistiche di Vittorio Alfieri sono orientate a: recuperare il modello arcadico. allontanare la lingua delle sue tragedie da quella dei contemporanei. avvicinare la lingua delle sue tragedie all’uso vivo. recuperare il modello petrarchesco.

La sintassi della «Quiete dopo la tempesta» di Leopardi è caratterizzata: dalla paratassi e dall’asindeto. dall’ipotassi e dall’asindeto. dalla paratassi e dal polisindeto. dall’ipotassi e dal polisindeto.

Nel sintagma «sgombrasi» del v. 6 della «Quiete dopo la tempesta» abbiamo un: arcaismo sintattico. arcaismo morfologico. arcaismo lessicale. arcaismo fonetico.

Il ricorso agli arcaismi da parte di Leopardi dipende dalla sua volontà di: imitare la grande poesia della tradizione letteraria italiana del Trecento e del Cinquecento. riportare il linguaggio poetico alla dignità dell’antica lingua letteraria. conferire alla lingua poetica la dignità letteraria delle lingue classiche. allontanare il linguaggio poetico dall’uso quotidiano.

Quale di queste idee non rispecchia le idee di Manzoni espresse nella relazione «Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla»?. la diffusione del fiorentino vivo doveva avvenire tramite l’invio di insegnanti elementari toscan. ai parlanti e agli scriventi non toscani doveva essere proposto come modello Il fiorentino «dell’uso colto». l’unificazione linguistica non poteva essere raggiunta proponendo agli italiani una lingua già esistente e omogenea. l’unificazione linguistica doveva procedere «sostituendo» a ciascun dialetto la lingua fiorentina.

La revisione che porta dalla Ventisettana alla Quarantana comporta sistematicamente la sostituzione: di forme genericamente toscane con espressioni tipicamente fiorentine. di forme arcaiche e letterarie con espressioni dell’uso vivo. di forme del fiorentino popolare con espressioni del fiorentino dell’uso colto. di forme arcaiche e letterarie con cultismi.

La lingua del «Fermo e Lucia» è caratterizzata: da un fondo di toscano letterario e da vari elementi lombardi e francesi. da un fondo di lombardo e da vari elementi toscani e francesi. da un fondo di italiano parlato e da vari elementi lombardi e francesi. da un fondo di fiorentino contemporaneo e da vari elementi lombardi e francesi.

Le scelte linguistiche operate da Manzoni nella prima edizione dei «Promessi sposi» sono determinate dalla volontà di: avvicinarsi il più possibile alla lingua dell’uso medio. avvicinarsi il più possibile alla lingua letteraria di base toscana. avvicinarsi il più possibile all’uso toscano contemporaneo. avvicinarsi il più possibile alla lingua parlata.

Nell’edizione finale dei «Promessi sposi» Manzoni si orientò: verso la lingua letteraria. verso il fiorentino delle classi popolari. verso una lingua genericamente toscana. verso il fiorentino dell’uso colto.

Il Romanticismo: promosse la compilazione di dizionari dialettali ma disprezzò la letteratura dialettale. promosse la compilazione di dizionari dialettali per facilitare la diffusione della lingua nazionale. pose l’accento sul legame tra lingua e popolo e rivalutò i dialetti. pose l’accento sul problema dell’unificazione linguistica nazionale e condannò i dialetti.

Il «Dizionario della lingua italiana» di Tommaseo-Bellini: ha come modello sia il toscano parlato che la lingua letteraria, diversamente dal Giorgini-Broglio. ha come modello il fiorentino vivo, come il Giorgini-Broglio. ha come modello sia il toscano parlato che la lingua letteraria, come il Giorgini-Broglio. ha come modello il fiorentino vivo, diversamente dal Giorgini-Broglio,.

Secondo Graziadio Isaia Ascoli, l’unificazione linguistica: dipendeva da fattori extralinguistici. doveva essere raggiunta attraverso il sistema scolastico. doveva essere raggiunta attraverso la diffusione della lingua letteraria di base fiorentina. doveva essere raggiunta attraverso un intervento pilotato dalle istituzioni.

Nei loro romanzi, gli scrittori Carlo Dossi, Giovanni Faldella e Vittorio Imbriani: usarono il dialetto sia nelle parti narrative che in quelle dialogiche. usarono uno stile fortemente espressivo, ricco, tra l’altro, di regionalismi. usarono una italiano di tipo popolare, ricco di termini regionali e dialettali. usarono prevalentemente la lingua letteraria, lasciando spazio al dialetto nei dialoghi.

Quale di questi procedimenti è tra quelli impiegati da Verga per produrre l’impressione di una «oralità popolare»?. il ricorso a sicilianismi lessicali. il ricorso a sicilianismi morfologici e fonetici. il discorso indiretto libero. la dislocazione e destra e a sinistra.

La lingua del romanzo «I Malavoglia»: è un italiano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un italiano di tipo fiorentino, caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un italiano ricco di termini dialettali siciliani, e caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un siciliano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato.

I testi veristi di Giovanni Verga si incardinano su due procedimenti fondamentali: la scientificità della letteratura e la regressione del narratore. l’impegno politico e la scientificità della letteratura. l’impegno politico e l’impersonalità la scientificità della letteratura e la regressione del narratore. l’impersonalità e la regressione del narratore.

Nella sua opera, Giovanni Pascoli: canta esclusivamente realtà umili e dimesse. cerca di avvicinare la lingua della poesia alla lingua parlata. riprende tematiche e motivi tipici del Positivismo europeo. si attiene alla distinzione classica che separava gli argomenti sublimi da quelli umili.

Quale procedimento sintattico appare dominante nella lirica pascoliana «L’assiuolo»?. anastrofe. enclisi pronominale. iperbato. asindeto.

La forma «pèrsica» che si incontra nella lirica dannunziana «Nella belletta» è un: allotropo di «pèsca». allofono di «pèsca». una variante dialettale di «pèsca>>. allomorfo di «pèsca».

La lirica dannunziana «Nella belletta» presenta già nel titolo una citazione di un testo di: Virgilio. Orazio. Petrarca. Dante.

Il progetto linguistico di D’Annunzio è quello: di avvicinare la lingua poetica a quella parlata, recuperando forme dalla lingua quotidiana. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, recuperando forme medievali e classiche direttamente dalle fonti. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, ritornando alla lingua letteraria tradizionale. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, ritornando al linguaggio lirico di tradizione petrarchesca.

La poesia di Pascoli è stata definita 'postgrammaticale' perché fa ricorso a: figure di suono. onomatopee. procedimenti fonosimbolici. termini specifici attinti dai lessici speciali.

Che l’italiano sia la lingua ufficiale d’Italia: è detto sia nella Costituzione che nella legge 1999/482. è detto nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano e nella legge 1999/482. è detto espressamente nella Costituzione. è detto nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano.

La variazione diafasica: indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall’appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, in relazione allo spazio.

La ‘Slavia veneta’ è: una regione della Slovenia dove si parla veneto. una regione della ex-Iugoslavia in cui si parlava veneto. una regione di lingua slovena in Veneto. una regione di lingua slovena in Friuli (provincia di Udine).

La legge n° 482 del 15 dicembre 1999, riconosce come lingue di minoranze: albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, francese. sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese. albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese. i dialetti italiani.

Una «varietà» di lingua è individuata: dalla presenza di specifici tratti linguistici. dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con l’area geografica e la classe sociale del parlante. dalla presenza di una grande variabilità di tratti linguistici al suo interno. dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con fattori extralinguistici.

Alessandro Manzoni, nella versione definitiva dei I promessi sposi adottò: il fiorentino del Trecento, sul modello di Bembo. il fiorentino vivo del secolo XVI, sul modello di Machiavelli. la lingua coeva della classe colta della città di Firenze. la lingua coeva della classe colta della città di Milano.

La maggiore regressione della dialettofonia si ebbe: subito dopo l’Unità d’Italia, nel 1945. nel secondo dopoguerra (anni Cinquanta e Sessanta del Novecento). subito dopo l’Unità d’Italia, nel 1861. durante il regime fascista.

La lingua proposta dal Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) corrisponde: al fiorentino del Trecento. al fiorentino del Seicento. al fiorentino del Quattrocento. al fiorentino del Cinquecento.

La base dell’italiano moderno è: nel fiorentino del secolo XIV. nel fiorentino del secolo XVII. nel fiorentino moderno. nel fiorentino del Cinquecento.

La tesi proposta da Pietro Bembo prevedeva l’adozione: del fiorentino del Trecento. della lingua in uso presso la corte papale. del fiorentino del secolo XVI. di una lingua modellata sul greco e sul latino.

Le componenti della lingua in cui l’italiano regionale si mostra maggiormente debitore nei confronti del dialetto sono: la fonetica e la sintassi. la fonetica e la fonologia. la fonologia e il lessico. la fonologia e la sintassi.

Nella seconda metà del Novecento, la pratica del dialetto: è regredita soprattutto nel Nord-Ovest. è regredita soprattutto nell’Italia nord-orientale. è regredita soprattutto nelle zone economicamente più arretrate. rimane forte nel Nord-Ovest e nel Meridione.

L’uso scritto dei dialetti: era diffuso nel Medioevo, ma è regredito a partire dal Cinquecento. è rimasto vivo soprattutto a Roma fino alla seconda metà dell’Ottocento. era diffuso nel Medioevo ed è continuato fino all’unità d’Italia e anche oltre. è venuto meno con la nascita di una letteratura dialettale riflessa.

Dal XVI secolo in poi, il termine ‘dialetto’ assunse un valore: discriminatorio e riferito solo alle fasce di parlanti analfabeti. nettamente migliorativo. nettamente peggiorativo. sostanzialmente uguale a quello dei secoli precedenti.

Per quale motivo – dal '500 al '900 – alcuni autori scelsero di scrivere in dialetto?. per ragioni di prestigio. per ragioni espressive. per poter meglio comunicare alle masse analfabete. perché era l’unica lingua a loro disposizione.

I dialetti: sono costituzionalmente inferiori alle lingue nazionali. sono subordinati ad un varietà linguistica qualitativamente superiore, l’italiano standard. sono subordinati alle lingue nazionali per ragioni storico-sociali o culturali. non possiedono quella precisa struttura grammaticale che predispone la lingua all’espressione scritta.

Nel Principato di Monaco – indipendentemente dalla lingua nazionale – che lingua parla la maggioranza della popolazione autoctona?. l'italiano. il monegasco (varietà ligure occidentale). il piemontese. il francese.

Quale tra i seguenti caratteri non è condiviso da tutti i dialetti italiani settentrionali?. la presenza di vocali anteriori arrorondate. l’indebolimento delle consonanti occlusive. la presenza di una doppia serie di pronomi soggetto. la perdita dell’opposizione di lunghezza consonantica.

Lungo una linea immaginaria che congiunge Massa a Senigallia: i dialetti settentrionali si incontrano con i dialetti centro-meridionali. il toscano si incontra con i dialetti settentrionali a ovest e con i dialetti centro-meridionali a est. i dialetti settentrionali si incontrano con il toscano a ovest e con i dialetti centro-meridionali a est. dialetti settentrionali si incontrano con il toscano a est e con i dialetti centro-meridionali a ovest.

In Italia, è possibile individuare: quattro aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali, insulari. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, gallo-italici, toscani, centro-meridionali. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, centro-meridionali, meridionali estremi. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali.

Per isole linguistiche ‘altoitaliane’ (o ‘gallo-italiche’) si intendono: delle aree della Sardegna e della Corsica in cui si parlavano varietà di tipo toscano. delle aree di alcune regioni meridionali (Sicilia, Basilicata e Campania) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale. delle aree delle isole (Sicilia e Sardegna) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale. delle aree dell’Italia settentrionale in cui si parlavano varietà di tipo gallo-italico.

Come si chiama il ramo della linguistica che si occupa specificamente della variazione interna della lingua in relazione alla categoria sociale del parlante?. psicolinguistica. sociolinguistica. dialettologia. linguistica diastratica.

Una «varietà di lingua»: è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico usato in particolari contesti comunicativi. è un insieme di tratti sociali o situazionali di un sistema linguistico che co-occorre con un certo insieme di tratti sociali linguistici. è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico che co-occorre con un certo insieme di tratti sociali o situazionali. è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico all'interno del repertorio linguistico di una comunità.

All’interno di una comunità linguistica si nota in genere la presenza: di una varietà alta, maggiormente stigmatizzata, e di una varietà bassa, meno stigmatizzata. di una varietà alta, di una varietà bassa e di una varietà media. di una varietà alta, di una varietà bassa e di una serie ben definita di varietà intermedie. di una varietà alta, maggiormente dotata di prestigio, e di una varietà bassa, meno prestigiosa.

Nella prospettiva sociolinguistica, i principali fattori di differenziazione sociale sono: il reddito, la professione e il sesso. il reddito, la professione, il grado di istruzione. il reddito e la classe di età. il reddito e la professione.

All’interno del repertorio linguistico italiano, la varietà diastraticamente più bassa è generalmente: l'italiano popolare. l'italiano giovanile. il dialetto. l’italiano regionale.

L’italiano «colto»: coincide sostanzialmente con la norma cosiddetta «standard». è caratterizzato dalla presenza di tratti sociolinguisticamente marcati. è l’italiano usato dai parlanti di livello socioculturale medio. è la lingua parlata dalle persone mediamente istruite.

Quale di questi tratti linguistici non può essere considerato un tratto distintivo dell’italiano popolare?. periodo ipotetico col doppio condizionale. uso di «lui» con funzione di soggetto. uso di malapropismi. errori di ortografia.

Quale di questi tratti linguistici può essere considerato un tratto distintivo dell’italiano popolare?. sintassi complessa e corretta nelle concordanze. utilizzazione corretta dei segni paragrafematici nello scritto. uso del «che» polivalente. lessico ricercato.

Il linguaggio giovanile è una varietà di tipo: sia diastratico sia diafasico. diastratico. diafasico. sia diastratico sia diacronico.

Nella variazione diamesica, con l’etichetta di «parlato-scritto» si indica: la lingua che si realizza nell’oralità ma a partire da testi scritti. la lingua che si realizza prevalentemente nell’oralità, ma contiene inserti di comunicazione scritta. la lingua che si realizza in parte nell’oralità in parte nella comunicazione scritta. la lingua di testi che trascrivono o ricalcano più o meno fedelmente il parlato.

I tratti che determinano la differenziazione tra i sottocodici sono prevalentemente: lessicali e morfologici. lessicali e sintattici. morfologici e sintattici. lessicali e semantici.

Secondo Giovanni Nencioni, quali due varietà si collocherebbero agli estremi dell’asse diamesico?. scritto-scritto e parlato-recitato. scritto-scritto e parlato-parlato. parlato-parlato e parlato recitato. scritto-parlato e parlato-parlato.

La variazione diafasica: come la variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante. diversamente dalla variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante. diversamente dalla variazione diastratica, è legata univocamente al parlante. come la variazione diastratica, è legata univocamente al parlante.

Quale di questi tratti non è caratteristico del registro formale?. alta velocità di elocuzione. ricorso ad arcaismi. ipotassi. uso del lei come pronome allocutivo.

Un neologimo è: una forma specifica con cui vengono designati gli oggetti e i concetti fondamentali di un particolare ambito di attività. una forma che viene creata ex novo attraverso le regole di formazione di parola dell’italiano. una forma di uso comune che viene usata con significato particolare, normalmente più ristretto di quello originale. forma che viene presa in prestito da lingue speciali straniere.

Lo scopo delle grammatiche di oggi è quello: di descrivere la norma standard. di indicare ciò che è conforme alla norma e ciò che non lo è. di indicare ciò che è conforme all’uso e ciò che non lo è. di descrivere e di spiegare la competenza nativa del parlante.

Nel fare una grammatica, cosa significa ‘descrivere la competenza nativa del parlante’?. descrivere foneticamente la lingua spontanea di un parlante. indicare cioè che è «grammaticale» e ciò che non lo è. stendere una lista delle capacità spontanee di un parlante prima della scuola. definire la qualità linguistica di un parlante.

Secondo Francesco Sabatini, l’italiano dell’uso medio è: una varietà della lingua nazionale ricettiva nei confronti delle varietà regionali. una varietà di italiano in parte diversa dallo standard, usata nell’orale ma anche nello scritto. la varietà di italiano che si colloca diastraticamente tra l’italiano colto e quello popolare. la varietà di italiano usata dalla classe media.

La consonanti sonore sono: foni prodotti senza vibrazione faringea e senza che nel tratto fonatorio superiore si produca nessun’altra fonte di rumore. foni che risultano dall’attivazione della vibrazione laringea, senza che nel tratto fonatorio superiore si produca nessun’altra fonte di rumore. foni che prevedono l’attivazione di una fonte di rumore nel tratto fonatorio al di sopra della laringe, e anche l’attivazione della vibrazione laringea. foni che prevedono l’attivazione di una fonte di rumore nel tratto fonatorio al di sopra della laringe, ma non l’attivazione della vibrazione laringea.

Le consonanti possono essere classificate: né per luogo né per modo di articolazione. solo per luogo di articolazione. solo per modo di articolazione. sia per luogo sia per modo di articolazione.

La corrispondenza biunivoca tra foni e grafemi si ha: nell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA). sia nel sistema grafematico italiano, sia nell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA). né nel sistema grafematico italiano, né nell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA). nel sistema grafematico italiano.

Le consonanti /p b/ sono: occlusive labiodentali. occlusive bilabiali sonore. occlusive bilabiali. occlusive bilabiali sorde.

Le vocali /ɔ/ /o/ e /u/ sono: anteriori e arrotondate. posteriori e arrotondate. posteriori e non arrotondate. centrali e arrotondate.

Come di chiama la minima unità grafica di un sistema alfabetico?. fono. fonema. grafema. morfema.

In italiano, la lunghezza vocalica: è predicibile dal contesto, dunque ha valore allofonico. è predicibile dal contesto, dunque ha valore fonologico. non è predicibile dal contesto, dunque ha valore fonologico. non è predicibile dal contesto, dunque ha valore allofonico.

La fonetica di occupa: né del significato né del significante. sia del significato sia del significante. del significato. del significante.

Segmenti dotati di carattere distitintivo sono detti: grafemi. fonemi. foni. consonanti.

In una coppia minima (es. «cero» e «pero»), le due parole sono differenziate da un: fonema. fono. morfema. lessema.

In italiano, se il fonema che forma la coda di una sillaba è uguale a quello che costituisce l’onset della sillaba seguente: la coda può essere occupata solo da /n r l/. la coda può essere occupata solo da sonoranti. la coda può essere occupata da qualunque tipo di consonante. la coda può essere occupata solo da liquide o approssimanti.

La sillaba tonica priva di coda, come può essere altrimenti definita?. onset. aperta o libera. chiusa o impedita. sillaba senza attacco.

Quali tra questi sono fenomeni di cancellazione?. aferesi apocope e sincope. aferesi e apocope. apocope e sincope. epitesi epentesi e prostesi.

La metafonesi è un caso di: assimilazione perseverativa (o progressiva). dissimilazione anticipatoria (o regressiva). dissimilazione perseverativa (o progressiva). assimilazione anticipatoria (o regressiva).

Il fenomeno della «degeminazione» (cioè il passaggio da una consonante doppia a una scempia) è un fenomeno di: metatesi. indebolimento (o lenizione). coalescenza (o fusione). rafforzamento.

L’inserzione di [i] nel sintagma «per iscritto» è un caso di: epentesi. epitesi. aferesi. prostesi.

Il fenomeno della «gorgia toscana» è un fenomeno di: indebolimento (o lenizione). coalescenza (o fusione). rafforzamento. metatesi.

Un morfema a cui corrispondono diverse realizzazioni in differenti contesti sintagmatici viene detto: allomorfo. allotropo. allofono. fonema.

Il raddoppiamento fonosintattico ‘regolare’ è innescato: da 11 monosillabi atoni e da 4 bisillabi piani. da tutte le parole tronche (monosillabiche e polisillabiche) uscenti in vocale. solo dai polisillabi. solo dai monosillabi.

Nel toscano, la consonante in fine di parola: non è mai ammessa, ad eccezione che in con, in, non, per. è ammessa solo nei prestiti da lingue straniere. non è mai ammessa. è ammessa.

Il raddoppiamento fonosintattico prevede che: la vocale iniziale di una parola raddoppi dopo alcune parole uscenti in vocale. la vocale iniziale di una parola raddoppi dopo alcune parole uscenti in consonante. la consonante iniziale di una parola raddoppi dopo alcune parole uscenti in consonante. la consonante iniziale di una parola raddoppi dopo alcune parole uscenti in vocale.

Davanti a «sci» si usa l’articolo «lo» perché: «sci» comincia con /s/. «sci» comincia con una consonante doppia. «sci» comincia con un nesso di due consonanti. «sci» comincia con «s impura».

Nelle forme «un altro» e «un’altra»: abbiamo due fenomeni diversi, nel primo caso l’apocope, nel secondo l’elisione. abbiamo due fenomeni diversi: nel primo caso l’elisione, nel secondo l’apocope. abbiamo lo stesso fenomeno, l’apocope. abbiamo lo stesso fenomeno, l’elisione.

Nella parola «frattempo»: c’è stato prima il raddoppiamento fonosintattico e poi l’univerbazione -. c’è stata prima l’assimilazione e poi l’univerbazione. c’è stato prima l’univerbazione e poi il il raddoppiamento fonosintattico. c’è stata prima l’univerbazione e poi l’assimilazione.

Nel caso della parola «caposquadra», che tipo si processo morfologico si verifica?. composizione. flessione. prefissazione. derivazione.

L’alternanza radicale tra «siedo» e «sediamo» è un caso di: monottongamento. allomorfia. rizotonia. arizotonia.

La derivazione è il processo morfologico che: prevede la formazione di una parola nuova tramite l’aggiunta di un affisso a un morfema lessicale. prevede la formazione di una parola nuova tramite l’aggiunta di un suffisso a un morfema lessicale. produce parole nuove a partire da due parole autonome preesistenti. aggiunge alla parola di base informazioni relative alle categorie flessive.

Il morfema si definisce come: la più piccola unità linguistica dotata di significato. la più piccola unità linguistica non dotata di significato. la più piccola unità lessicale dotata di significato. la più piccola unità linguistica.

In italiano: diversamente che in greco e in latino, non esistono infissi veri e propri. diversamente che in greco e in latino, esistono dei veri e propri infissi. come in greco e in latino, non esistono infissi veri e propri. come in greco e in latino, esistono dei veri e propri infissi.

Le categorie lessicali sono: Nomi, aggettivi, verbi e preposizioni. Nomi, aggettivi, verbi, preposizioni e avverbi. Nomi, articoli, aggettivi e verbi. Nomi, aggettivi e verbi.

Le parole complesse si suddividono in: lessicali e grammaticali. derivate e composte. derivazionali e flessive. temi e radici.

Nella parola «canino», i morfemi «can-» e «-in-» hanno: entrambi significato grammaticale. entrambi significato lessicale. il primo significato lessicale e il secondo significato grammaticale. il primo significato grammaticale e il secondo significato lessicale.

Come può essere definito il verbo «impastare»?. alterato. parasintetico. composto. derivato.

In italiano, i prefissi: esprimono solo valori derivazionali e non sono usati nei processi flessivi. esprimono solo valori flessivi e non sono usati nei processi derivazionali. non sono usati né nei processi derivazionali né in quelli flessivi. sono usati sia nei processi derivazionali che in quelli flessivi.

Il suffisso «-oso»: si aggiunge a Nomi e forma Verbi. si aggiunge a Nomi e forma Aggettivi. si aggiunge a Verbi e forma Aggettivi. si aggiunge ad Aggettivi e forma Nomi.

Si chiama «conversione» la formazione di parole derivate, ottenuta: mediante l’aggiunta di prefissi flessivi. senza aggiunta di suffisso derivazionale. mediante composizione. mediante l’aggiunta sia di prefissi che di suffissi.

In genere, nella derivazione per alterazione (per es. «casa → casetta»): sia la categoria grammaticale che il significato lessicale della parola alterata restano gli stessi della base. sia la categoria grammaticale che il significato lessicale della parola alterata sono diversi da quelli della base. il significato lessicale della parola alterata resta lo stesso della base, ma non la categoria grammaticale. la categoria grammaticale della parola alterata resta la stessa della base, ma non il significato lessicale.

Nel caso delle parole alterate, la differenza rispetto alla parola di origine consiste in una ‘aggiunta’ di tratti di significato. Che cosa possono interessare leseguenti 'aggiunte'?. la dimensione del referente e l’atteggiamento soggettivo del parlante. solo la dimensione del referente. solo l’atteggiamento soggettivo del parlante. nessuna di queste due categorie.

In quale di queste parole giustapposte il rapporto tra le due unità è di coordinazione?. donna cannone. verde bottiglia. discorso fiume. aperitivo cena.

La parola «democrazia» è una parola: derivata per parasintesi. derivata per suffissazione. composta con temi lessicali. derivata per prefissazione.

«Camposanto» e «senzatetto» sono rispettivamente: due composti, entrambi con la testa a sinistra. due composti, entrambi con la testa a destra. il primo, un composto con la testa a destra, il secondo un composto con la testa a sinistra. il primo, un composto con la testa a sinistra, il secondo un composto con la testa a destra.

In genere, nei plurali dei composti endocentrici (banconota, capostazione, ecc.). non c’è flessione. la testa si flette al plurale, sia che si trovi in prima posizione sia che si trovi in seconda posizione. la testa si flette al plurale, solo se si trova in seconda posizione. la testa si flette al plurale, solo se si trova in prima posizione.

In quale di queste parole giustapposte il rapporto tra le due unità è di subordinazione?. parcheggio clienti. verde chiaro. diritto dovere. studente lavoratore.

«Addolcire» è: una parola derivata per conversione. una parola derivata per prefissazione. una parola derivata per suffissazione. una parola derivata per parasintesi.

La parola «prosciugamenti» è formata: da tre morfemi: prosciuga-ment-i. da quattro morfemi: prosciug-a-ment-i. da cinque morfemi: pro-sciug-a-ment-i. da due morfemi: prosciuga-menti.

I test per decidere se una sequenza di parole costituisce un sintagma sono: quattro: spostamento, sostituibilità, enunciabilità in isolamento, coordinabilità. tre: spostamento, enunciabilità in isolamento, coordinabilità. quattro: spostamento, sostituibilità, enunciabilità in isolamento, compattezza semantica. quattro: pronominalizzazione, sostituibilità, enunciabilità in isolamento, coordinabilità.

Nei ruoli tematici, l’attante coinvolto dall’evento verbale che non controlla l’azione si chiama: OGGETTO o TEMA. TERMINE o FINE. ESPERIENTE. AGENTE.

Nella frase «Il meccanico darà le chiavi a Paolo»: il V ha tre Complementi: Soggetto, Oggetto diretto e Oggetto indiretto. il V è modificato da uno Specificatore (Oggetto diretto) e ha due Complementi: Soggetto e Oggetto indiretto. il V è modificato da uno Specificatore (Soggetto) e ha due Complementi: Oggetto diretto e Oggetto indiretto. il V è modificato da tre Specificatori: Soggetto, Oggetto diretto e Oggetto indiretto.

Possono essere testa di un sintagma: solo le categorie lessicali: Nomi, aggettivi, verbi, preposizioni e avverbi. sia le categorie lessicali sia quelle funzionali: Nomi, aggettivi, verbi, preposizioni e avverbi, articoli, pronomi e congiunzioni. solo le categorie funzionali: articoli, pronomi e congiunzioni. tutte le parole con significato lessicale.

Il tema della presentazione: è spesso costituito dal Soggetto, ma può essere costituito anche da Oggetto diretto. è spesso costituito dal Soggetto, ma può essere costituito anche da Oggetto indiretto e diretto. è spesso costituito dal Soggetto, ma può essere costituito anche da Oggetto indiretto. è sempre costituito dal Soggetto.

Una frase composta solo del Verbo e dei suoi argomenti è detta: argomentale. semplice. minima. nucleare.

Il Soggetto: è un argomento interno della frase semplice. è un argomento del Verbo che non fa parte del Sintagma Verbale. non è un argomento del Verbo e, dunque, non fa parte del Sintagma Verbale. è un argomento del Verbo che fa parte del Sintagma Verbale.

Le frasi predicative: sono strutturate in tema e in rema. sono strutturate in rema e tema. consistono nel solo rema. consistono nel solo tema.

Quale delle seguenti proprietà sintattiche non è caratteristica del Soggetto?. ha sempre il ruolo di AGENTE. se è un pronome, ha il caso Nominativo. si accorda col Verbo. rimane non espresso con le forme non finite del Verbo.

Quale delle seguenti proprietà sintattiche e semantiche non è caratteristica dell’Oggetto indiretto?. è un SP introdotto dalla preposizione «a». può comparire nella frase come elemento extranucleare. può essere pronominalizzato con un clitico dativo. ha in genere il ruolo tematico di OGGETTO.

Quale delle seguenti proprietà sintattiche e semantiche non è caratteristica dell’Oggetto diretto?. ha il caso accusativo nella serie dei pronomi clitici. si accorda con il verbo in genere e numero. non ha mai il ruolo semantico di AGENTE. diventa soggetto nella costruzione passiva.

Quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. il ruolo di OGGETTO è più saliente di quello di ESPERIENTE. il ruolo di OGGETTO è più saliente di quello di LUOGO. il ruolo di AGENTE è più saliente di quello di ESPERIENTE. il ruolo di ESPERIENTE è più saliente di quello di LUOGO.

Nella frase «La sorella di mio cognato regala una bambola nuova a Valeria», il SN Soggetto è: La sorella di mio cognato. La sorella. sorella di mio cognato. sorella.

Nelle frasi «Marco ha subito un sopruso» e «Molte cose preoccupano Anna», i sintagmi con funzione di Oggetto diretto sono: Marco, Anna. Marco, Molte cose. un sopruso, Molte cose. un sopruso, Anna.

Nella frase «La settimana scorsa il ragazzo col berretto ha rotto un vetro con una pallonata», quale dei seguenti sintagmi è nucleare?. la settimana scorsa. col berretto rosso. un vetro. con una pallonata.

Nella frase «L’ha ribadito il professore stesso», il tema: è «L(o)». è assente, perché si tratta di una frase eventivo-presentativa. è «L’ha ribadito». è tutta la frase «L’ha ribadito il professore stesso».

Si osservino le seguenti frasi e si indichi quale non contiene un verbo inaccusativo: Andrea guadagna molti soldi (→ Andrea ne guadagna molti). È stata venduta una cassa di bottiglie (→ Ne è stata venduta una cassa). Sono arrivati molti turisti (→ Ne sono arrivati molti). Si sono pentiti tre terroristi (→ Se ne sono pentiti tre).

Si indichi l’affermazione corretta: Le frasi con il V «essere» si suddividono in due tipi: copulative e predicative. Le frasi con il V «essere» si suddividono in due tipi: predicative e di localizzazione. Le frasi con il V «essere» si suddividono in tre tipi: copulative, predicative e di localizzazione. Le frasi con il V «essere» si suddividono in due tipi: copulative e di localizzazione.

Nella frase «Il responsabile è Enrico»: «Il responsabile» è il Soggetto, «Enrico» è il Complemento predicativo. «Il responsabile» è il Complemento predicativo, «Enrico» è il Soggetto. «Il responsabile» è lo SPECIFICATORE, «Enrico» è lo SPECIFICANDO. «Il responsabile» è lo SPECIFICANDO, «Enrico» è lo SPECIFICATORE.

Il Soggetto dei verbi inaccusativi: presenta delle proprietà comuni a quelle del Soggetto dei V intransitivi. presenta delle proprietà comuni a quelle del Soggetto dei V transitivi. presenta delle proprietà comuni a quelle dell’Oggetto indiretto dei V transitivi. presenta delle proprietà comuni a quelle dell’Oggetto diretto dei V transitivi.

Quale delle seguenti frasi è una frase copulativa presentativa?. Il responsabile è Enrico. L’uomo con il basco è mio fratello. Giù da basso ci sono i tuoi amici. I tuoi amici sono giù da basso.

In quale delle seguenti frasi abbiamo un verbo bivalente che richiede un SP e un SN?. A Matteo dispiace del tuo comportamento. Mario collabora con Denis a un progetto. Lucia ha detto molte cose a Lello. A Luisa piace la musica.

Gli ausiliari del passivo sono: essere, avere, andare. essere, avere, venire. essere, andare, venire. essere, andare, venire, parere.

Quale tra le seguenti affermazioni è falsa?. nella costruzione passiva il Soggetto di un Verbo transitivo diventa l’Oggetto diretto della frase. la costruzione passiva può essere usata per porre l’AGENTE in posizione di rema. il complemento d’agente non è un elemento nucleare. la costruzione passiva è una costruzione inaccusativa.

Nella frase «Paolo è intelligente» che tipo di aggettivo si trova?. nessun tipo di aggettivo. un aggettivo bivalente. un aggettivo monovalente. un aggettivo trivalente.

Quale di questi modi non può essere usato per esprimere un Soggetto indefinito?. I persona plurale. II persona plurale. II persona singolare. III persona plurale.

In quali delle seguenti frasi si trova un «ci» locativo (o esistenziale-locativo)?. Ci vogliono nervi saldi. C’è Giovanni al telefono. Mi dispiace, la mamma non c’è. Fuori dal cancello ci sono i tuoi amici.

In quali di queste frasi si trova un «si» passivo?. In Trentino si producono molte mele. I dettagli? Quelli li si controlla dopo. Si è andati a vedere un film. Ci si vede dopo.

In quale delle seguenti frasi si trova un «si» impersonale?. Lo si dice spesso. Si lava spesso. Si è portato a casa il lavoro. Si sono scambiati gli auguri.

Quale di queste frasi non contiene un verbo inaccusativo?. Il ceppo è bruciato in pochi minuti. Paolo partirà domani. Mi pento di ciò. Ho passeggiato a lungo, ieri sera.

Quale delle seguenti frasi è una frase copulativa specificativa?. Il signore coi baffi è lo zio di Mario. L’amministratore è il signor Ferrari. Giovanni è il direttore della filiale. Il papà è giù in garage.

In quale delle seguenti frasi si trova un «si» passivo?. In quell’ambulatorio, ogni giorno si assistono moltissimi malati. Alla sera, si incontra spesso uno strano tipo che passeggia solitario. Ogni giorno, si mangiano una stecca di cioccolata. Si pulisce continuamente gli occhiali.

Quale dei seguenti verbi presenta un participio passato irregolare?. credere. finire. temere. chiudere.

Nei passati remoti forti (per es. chiedere), la base tematica del passato remoto (BTp) viene usata: nella II singolare e nella I-II plurale. nella I-III singolare e nella III plurale. nella I-II plurale. nella I e nella III singolare, e nella III plurale.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. i verbi italiani si possono raggruppare in tre coniugazioni a seconda della vocale tematica. se dalla radice verbale si sottrae la vocale tematica si ottiene la base tematica. se nel paradigma di un verbo sono presenti più basi tematiche si ha allomorfia tematica. i temi derivati si formano aggiungendo un suffisso al tema primario.

Quale delle seguenti forme non è rizotonica?. credo. credi. credono. credete.

Quale delle seguenti frasi contiene un verbo all’aspetto perfettivo aoristico?. Nadia è andata a trovare sua madre due volte da lunedì. Giovanni si tuffò in piscina. Giovanni si è tuffato in piscina da alcuni minuti. Nadia è andata a trovare sua madre due volte da lunedì.

Quale delle seguenti frasi contiene un verbo all’aspetto imperfettivo progressivo?. Quel giorno andavo al lavoro, quando mi tamponarono. Durante la lezione, Maria e Paola chiacchieravano. I mongoli combattevano a cavallo. Quel giorno andai al lavoro.

In quale di queste frasi il futuro ha valore epistemico?. Giovanni parlerà domani. Ne parleremo al tuo ritorno. Stasera tornerò tardi. Non è ancora arrivato. Sarà ancora in viaggio.

In quale delle seguenti frasi il tempo verbale del verbo sottolineato non ha valore deittico?. Nel 2010 vinsi un importante trofeo di tennis. In questo momento Paolo dorme sul divano. Sono passato ieri alle cinque, ma era già uscito. Domani Luigi partirà per le vacanze.

Si indichi in quale delle seguenti frasi, i tempi dei verbi in corsivo sono usati deitticamente: Tra poco cominceremo a prepararci per uscire. I tuoi saranno arrivati a quest’ora. Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304. La stampa a caratteri mobili fu inventata nel 1455 e si diffonderà rapidamente nel secolo successivo.

Quale dei verbi in corsivo delle seguenti frasi esprime un aspetto perfettivo aoristico?. Laura si è preparata per le Olimpiadi. Laura si preparava per le Olimpiadi. Paolo ha comprato la Mercedes nel 2004. Paolo comprò la Mercedes nel 2004.

Quale dei verbi in corsivo delle seguenti frasi esprime un aspetto imperfettivo progressivo?. Durante il concerto, il pubblico rumoreggiava. Gli antichi sovrani si circondavano di poeti e di artisti. Quando lavorava in Belgio, Marco rientrava in Italia solo a Natale. Mentre si radeva, Paolo udì un rumore provenire dalla strada.

Quale delle seguenti coppie di verbi presenta allomorfia tematica?. visto : veduto. suole : soliamo. morirà : morrà. temei : temetti.

Quale dei seguenti plurali indica una pluralità di elementi considerati separatamente?. ossi. dita. ginocchia. fondamenti.

Quale dei seguenti nomi è un nome massa?. stormo. gruppo. farina. flotta.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. i complementi del Nome sono sempre extranucleari. la categoria funzionale dei DETERMINANTI può fungere da Specificatore del Nome. il sintagma nominale (= SN) ha come testa un nome (= N). i Nomi, come i Verbi, possono selezionare degli argomenti.

In quale dei seguenti Sintagmi Nominali troviamo un genitivo oggettivo?. Il desiderio materno. La partenza di Mario per l’India. La telefonata di Luca a Maria. Il rifiuto dell’invito da parte di Andrea.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. L’Articolo partitivo è formato dalla Preposizione articolata ‘«di» + Articolo definito plurale’. L’Articolo indefinito si può suddividere in due tipi: specifico e non specifico. L’uso dell’Articolo partitivo è limitato ai Nomi massa. L’uso dell’Articolo indefinito è limitato ai Nomi contabili o numerabili.

In quali categorie si possono suddividere i determinanti?. articoli, dimostrativi, quantificatori, interrogativi ed esclamativi. dimostrativi, quantificatori, interrogativi ed esclamativi. articoli, dimostrativi, interrogativi ed esclamativi. articoli, dimostrativi, quantificatori.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Gli indefiniti intrinseci possono essere usati solo al plurale. I quantificatori si dividono in sue sottoclassi: numerali e indefiniti. Gli indefiniti si possono dividere in due classi: intrinseci e non intriseci. I dimostrativi sono elementi deittici.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Il possessivo «proprio» può essere usato solo quando il possessore coincide con il soggetto della frase. Anche gli aggettivi qualificativi possono trovarsi nella posizione di Specificatore del Sintagma Nominale. I possessivi possono trovarsi anche in posizione postnominale. Il possessivo non solo è incompatibile con gli articoli e con i dimostrativi.

In quale delle seguenti frasi l’articolo definito viene usato con riferimento anaforico?. Mi fanno male i piedi. Ho visto una bici bellissima. La bici è rossa e molto leggera. Le gazze fanno dei nidi molto grandi. Il sole sorge alle 6.30.

Quale delle seguenti frasi contiene un «avverbio verbale»?. Giovanni mangia lentamente. Domani passo a trovarti. Probabilmente, Pietro a quest’ora sarà già arrivato. Paolo ha voluto fare di testa sua, perciò ho deciso di farmi da parte.

Quale delle seguenti frasi contiene un «avverbio verbale»?. Carlo ha chiuso la porta lentamente. Probabilmente, Pietro a quest’ora sarà già arrivato. Domani passo a trovarti. Paolo ha voluto fare di testa sua, perciò ho deciso di farmi da parte.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Gli Aggettivi di Relazione non possono essere modificati da Avverbi. Gli avverbi di quantità e grado non possono essere usati come Specificatori degli Aggettivi. Gli Aggettivi di relazione istituiscono una relazione tra il referente indicato dal SN e un altro referente. Gli Aggettivi prenominali hanno funzine descrittiva o appositiva.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Alcuni avverbi hanno la stessa forma degli aggettivi corrispondenti. L’avverbio è una categoria lessicale morfologicamente variabile. Alcuni avverbi si formano a partire da un aggettivo. Gli avverbi di quantità e grado e gli avverbi focalizzatori possono fungere da Specificatori di altri avverbi.

In italiano, quale di questi aggettivi può esprimere il comparativo sia in modo analitico che sintetico?. facile. piccolo. celebre. misero.

In quale delle seguenti frasi si dà il fenomeno dell’estrazione del complemento?. Vengo dopo. Siediti lì accanto. Le si è seduto dietro. L’ho appeso sotto.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Le preposizioni polisillabiche possono unirsi all’articolo definito, formando le preposizioni articolate. Le preposizioni polisillabiche constano di due o più sillabe e sono portatrici di accento. Le preposizioni monosillabiche sono costituite da una sola sillaba e sono prive di accento. Il complemento della preposizione è costituito in genere da un Sintagma Nominale.

La preposizione monosillabiche sono: tutti i monosillabi. monosillabi atoni. monosillabi con accento. non sono monosillabi.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Il ricorso alla forma articolata è facoltativo con le preposizioni «tra», «fra». La formazione della P articolata è obbligatoria con le preposizioni «di, a, da, in, su». Il ricorso alla forma articolata è facoltativo con la preposizione «con». Le preposizioni monosillabiche non possono occorrere senza il complemento.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Le preposizione «dietro» richiede facoltativamente un Sintagma Preposizionale. La preposizione «dopo» regge obbligatoriamente un Sintagma Preposizionale. La preposizione «prima» regge obbligatoriamente un Sintagma Preposizionale. La preposizione «sotto» può avere un uso avverbiale o intransitivo.

Quale delle seguenti frasi contiene un articolo definito con valore di indefinito specifico?. Non ho mai incontrato una persona che non ti stimi. Cerco un berretto di lana blu. Era qui sopra e ora non c’è. Cerco un qualsiasi berretto di lana blu. Cerco un berretto di lana blu. Domani farò un giro in centro.

In quale dei seguenti Sintagmi Nominali, non si può stabilire se il genitivo è soggettivo o oggettivo?. La partenza di Mario. La descrizione del bambino. L’arrivo di Anna. Il rifiuto dell’invito da parte di Carlo.

In quale delle seguenti frasi, l’articolo definito ha valore anaforico?. Dal vagone scesero un vecchio e un bambino. Il bambino avrà avuto 8 anni. I bambini stanno giocando in giardino. In Italia, i bambini vanno a scuola a sei anni. Vedi? Il bambino con la maglia rossa è mio figlio.

Quale dei seguenti sintagmi contiene un aggettivo attributivo con valore restrittivo (o denotativo)?. L’amore paterno. La decisione rapida. Il grande amore. La decisione governativa.

In quale di queste frasi il referente del pronome viene individuato mediante un rinvio cataforico?. Non lo sopporto proprio, tuo fratello!. Guarda! È lui il ragazzo di cui ti parlavo!. Mi hanno colpito le sue parole. È arrivata Maria, ma non sono riuscito a parlarle.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. nei pronomi liberi, si distingue tra forme al Nominativo, al Dativo e all’Accusativo. i pronomi liberi occupano le stesse posizioni sintattiche dei Sintagmi Nominali. in genere il pronome libero viene impiegato quando indica un referente inatteso. Il pronome libero «egli» condivide alcune proprietà con i pronomi clitici.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. i pronomi clitici non possono essere usati in isolamento. nei pronomi clitici non c’è il caso nominativo. i pronomi clitici sono sempre contigui al verbo. abbiamo enclisi quando il pronome clitico è in posizione preverbale.

Nell’espressione: «Chi hai visto»? «Lui», in che contesto è usato il pronome?. all’interno di un SP. in caso di focalizzazione. in caso di contrasto. in caso di isolamento.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Tutti i Sintagmi Preposizionali [a + SN] possono essere resi con i clitici dativi. Il clitico dativo corrisponde a un Sintagma Preposizionale con funzione di Oggetto indiretto. I pronomi clitici dativi corrispondono a dei Sintagmi Preposizionali del tipo [a + SN]. I Sintagmi Preposizionali [a + SN] selezionati da verbi come «pensare» possono essere pronominalizzati col clitico locativo «ci/vi».

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. «Ne» può pronominalizzare Sintagmi Preposizionali con valore di dativo. Il comportamento sintattico dell’avverbio di luogo «ci/vi» è analogo a quello di un pronome personale clitico. Il clitico genitivo-partitivo «ne» presenta un valore equivalente a quello di un pronome personale. «Ne» può pronominalizzare Sintagmi Preposizionali con valore di genitivo.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Il clitico «lo» può sostituire un complemento predicativo. I clitici accusativi possono corrispondere a proposizioni oggettive. I clitici accusativi corrispondono a sintagmi nominali con la funzione di Oggetto diretto. Il clitico accusativo presenta tre forme: il maschile «lo», il femminile «la», il plurale «loro».

Nella frase «Ci si sta bene» abbiamo la sequenza di due clitici: il primo dativo, il secondo riflessivo. il primo locativo, il secondo impersonale. il primo dativo, il secondo impersonale. il primo locativo, il secondo riflessivo.

Quale di questi verbi riflessivi appartiene alla categoria degli «inaccusativi pronominali»?. pulirsi. lavarsi. correggersi. accorgersi.

Nella frase «La mamma ha chiesto a Marta di pettinarsi i capelli», il riflessivo si riferisce: al Soggetto non espresso della proposizione dipendente. all’Oggetto diretto della frase principale (o matrice). all’Oggetto diretto della proposizione dipendente. al Soggetto della frase principale (o matrice).

Nella frase «Mi ci ha accompagnato» abbiamo la sequenza di due clitici: il primo accusativo, il secondo locativo. il primo accusativo, il secondo dativo. il primo dativo, il secondo locativo. il primo dativo, il secondo accusativo.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. i clitici riflessivi hanno valore accusativo o dativo. i pronomi riflessivi presentano una doppia serie di forme: libere e una clitiche. i pronomi riflessivi liberi hanno solo funzione di caso Obliquo. i pronomi riflessivi sono uguali ai corrispondenti pronomi personali.

In quale delle seguenti frasi si trova un verbo inaccusativo pronominale?. Anna si è pentita dell’acquisto. Marco si è comprato una bicicletta nuova. Marina si elogia più di quanto dovrebbe. Quei due si detestano.

Nella frase «Filippo decise di interrompere il lavoro. *Lui era troppo stanco per continuare», l’uso del pronome «lui» è sbagliato ;. perché il referente «lui» è stato introdotto nella frase precedente e non è inatteso. perché «lui» non può essere usato in isolamento. perché «lui» non può avere funzione di Nominativo. perché «lui» non può essere usato in posizione pre-verbale.

In quale di queste frasi il pronome in corsivo è usato deitticamente?. Non penso che mi biasimerai, se dico questo. A Mario non piace la cioccolata. Non gli piace nemmeno il gelato. Guarda dritto dall’altra parte della strada: sono loro i miei vicini di casa. Non la posso proprio accettare, questa situazione.

In quale delle seguenti frasi compare un clitico con funzione di Accusativo?. È un maleducato: non ci ha nemmeno salutate. Che cosa ti hanno regalato per Natale?. I bambini sono affamati. Puoi preparagli il pranzo, per favore?. Edimburgo? Ci sono stato l’estate scorsa.

Quale tra le seguenti frasi contiene una proposizione nucleare?. Si è addormentato perché era stanco. Passami l’incartamento che ti riguarda. È probabile che piova. Dopo essere arrivato, mi ha telefonato.

La frase in cui tutti i costituenti sono dei sintagmi prende nome di: frase matrice. frase semplice. frase complessa. frase nucleare.

Quale di queste frase contiene un Complemento predicativo dell’Oggetto?. Piero è ingegnere. Piero sembra una brava persona. Silvia crede Tobia innocente. Piero sembra bravo.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Una frase che svolge all’interno di un’altra frase il ruolo che svolgerebbe un sintagma è detta «proposizione». L’intera struttura frasale che contiene tra i suoi costituenti una proposizione è detta «frase complessa». Ogni singola frase che contiene una proposizione è detta «matrice». Una frase matrice che non è subordinata a un’altra frase è detta frase «semplice».

In quale delle seguenti frasi li verbo a ristrutturazione forma con l’infinito che regge un complesso verbale?. Lo voglio assolutamente comprare. Non devi trattarla male. Intendo assolutamente comprarlo. Voglio assolutamente comprarlo.

In quale delle seguenti frasi complesse, il controllore della proposizione infinitiva è il Soggetto della frase matrice?. Paolo ha invitato Marta a uscire con lui. Paolo pensa di uscire con Marta. A Paolo piace molto uscire con Marta. Mi occorre del tempo per terminare il lavoro.

Quale delle seguenti frasi complesse contiene una proposizione con un congiuntivo volitivo?. Preferisco che tu esca. Credo che tu abbia ragione. Suppongo che a quest’ora sia già arrivato. Mi rallegra che tu stia bene.

Quale delle seguenti frasi presenta la costruzione dell’anteposizione contrastiva?. Hanno dato un premio a Marco. È a Marco che hanno dato il premio. A Marco, gli hanno dato il premio. A Marco, hanno dato in premio, non a Mario.

Quale delle seguenti frasi complesse contiene una proposizione extranucleare temporale?. Qualunque cosa tu dica, non mi interessa. Paolo è stato richiamato perché è arrivato tardi. Andando al lavoro, mi sono fermato a comprare il pane. Ha piovuto talmente tanto che il fiume è straripato.

Quale delle seguenti frasi complesse contiene una proposizione extranucleare consecutiva?. Ha piovuto talmente tanto che il fiume è straripato. Paolo è stato richiamato perché è arrivato tardi. Andando al lavoro, mi sono fermato a comprare il pane. Qualunque cosa tu dica, non mi interessa.

Quale delle seguenti frasi complesse contiene una frase interrogativa indiretta?. Voglio che tu mi dica la verità. Non so se sia partito. È evidente che non dici la verità. L’ho costretto a dirmi la verità.

Quale delle seguenti frasi complesse contiene una proposizione relativa descrittiva (o appositiva)?. Non conosco il ragazzo che ti ha salutato. Non conosco la località dove andremo in vacanza. Luigi, che ho salutato prima, è il capitano della squadra. Il ragazzo che ho salutato prima è il capitano della squadra.

Quale dei seguenti periodi ipotetici è di tipo controfattuale?. Se Mauro fosse venuto entro le nove, lo avrei accompagnato al treno. Se Mauro viene entro le nove, lo accompagno al treno. Se Mauro venisse entro le nove, lo accompagnerei al treno. Se hai fame, c’è un bar aperto dietro l’angolo.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. I costituenti dislocati a sinistra introducono il tema della comunicazione. Nel caso della dislocazione dell’Oggetto indiretto, la ripresa del clitico è obbligatoria. Nella dislocazione a destra, gli elementi dislocati possono essere considerati dei «ripensamenti». Nella costruzione del tema sospeso, la ripresa del clitico è obbligatoria.

Quale delle seguenti frasi complesse contiene una proposizione nucleare oggettiva?. Detesto che tu dica queste cose. Aspira a raggiungere una posizione di rilievo. Non è conveniente comprare casa adesso. Non mi piace che tu ti comporti così.

Quale delle seguenti frasi presenta la costruzione della dislocazione a sinistra?. La spesa, di solito la fa mio marito. È a Marco che ho dato il libro. Marco, gli ho dato il libro. Ne ho comprata molta, di pasta.

Quale di queste affermazione è falsa?. Il italiano il sistema dei dimostrativi è binario. I dimostrativi «questo» e «quello» richiedono un’interpretazione deittica soltanto spaziale. Il toscano possiede anche degli avverbi di luogo orientati sull’ascoltatore. Il toscano il sistema dei dimostrativi è ternario.

Quale dei seguenti elementi rientrano nella deissi personale?. questo. ieri. amiamo. qui.

Quale tra le seguenti espressioni è «contestualmente» deittica?. subito. allora. domani. io.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Nell’italiano dell’uso medio è molto abbondante il ricorso alle varianti eufoniche del tipo «ed» o «ad». Nell’italiano dell’uso medio si tende alla neutralizzazione dell’opposizione tra /s/ e /z/ in contesto intervocalico. Nell’italiano dell’uso medio si tende alla neutralizzazione dell’opposizione tra le vocali medio basse e medio-alte. Nell’italiano dell’uso medio il raddoppiamento fonosintattico è limitato ad alcune aree del centro Italia (specialmente Firenze e la Toscana).

Nell’italiano standard, il fenomeno del raddoppiamento fonosintattico: è limitato a poche forme nel fiorentino e in Toscana. è presente solo al Nord Italia. è del tutto assente. è comune.

Nell’italiano standard, le funzioni dell pronome clitico dativo maschile «gli»: non sono attestate altre funzioni. sono rimaste invariate. sono aumentate. sono diminuite.

Come si definisce una varietà di lingua soggetta a codificazione normativa e che vale come modello di riferimento per la correttezza?. lingua standard. lingua substandard. lingua dell'uso medio. lingua grammaticale.

Quale dei seguenti tratti non è caratteristico dell’italiano dell’uso medio?. Declino della regola del «dittongo mobile». Declino delle forme aferetiche «‘sto, ‘sta». Uso di «questo, quello» con referenza generica. Scomparsa dei deittici «codesto, costì, costà».

Dei seguenti costrutti, quale non è usato nell’italiano dell’uso medio con valore impersonale?. l’uso del verbo alla III plurale. l’uso del verbo alla II singolare. l’uso dell’indefinito «uno» con funzione pronominale. l’uso dell’indefinito «qualcuno» con funzione pronominale.

Quale di queste forme non è usata frequentemente nell’italiano dell’uso medio?. «Che accidenti hai fatto?». «Cosa hai fatto?». «Che hai fatto?». «Che cosa hai fatto?».

Nell’italiano standard, l’uso di frasi marcate: è del tutto assente. è abbondante. è solo dell'uso meridionale. è presente solo nello scritto e non nel parlato.

A quale categoria appertiene il calco «non c’è di che»?. calchi fraseologici. calchi di derivazione. calchi sintagmatici. calchi di composizione.

Quale dei seguenti calchi è un calco strutturale?. bambola. pacchetto. banconota. realizzare.

A quale categoria appartiene il calco «guerra fredda»?. calchi sintagmatici. calchi fraseologici. calchi di composizione. calchi di derivazione.

A che tipo di prestito corrisponde la parola «brindisi»?. prestiti non adattati. non è un prestito. prestiti adattati morfologicamente. prestiti adattati fonologicamente.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. il cambiamento semantico è la creazione di una parola nuova attraverso i processi morfologici della lingua. Il lessico contemporaneo conta un numero piuttosto elevato di parole prefissate. il prestito è la riproduzione di un elemento linguistico alloglotto nel duplice aspetto del significato e del significante. il calco linguistico è la riproduzione di un elemento linguistico alloglotto nel solo aspetto del significato.

Quale di questi prestiti è adattato sia fonologicamente che morfologicamente?. guerra. brindisi. smog. sciuscià.

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