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Linguistica Italiana Bertolini 2 -16

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Lez 2-16 2024

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Creation Date: 24/10/2024

Category: University

Number of questions: 81
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Quale dei seguenti tratti linguistici non caratterizza la lingua scritta? Pianificazione sintattica Presupposizione Pianificazione testuale Riflessione preventiva sulle strategie enunciative.
Quale di queste risorse non è messa a frutto dalla lingua orale? linguaggio paraverbale possibilità di retroazione linguaggio prossemico pianificazione sintattica.
In che modo la differenza fra lingua orale e lingua scritta impone un diverso utilizzo degli assi sintagmatico e paradigmatico Nella lingua orale non si ricorre alla disposizione sull'asse sintagmatico Nella lingua orale non si ricorre alla disposizione sull'asse paradigmatico Nella lingua orale non si utilizza la selezione sull'asse paradigmatico Lingua orale attua la selezione (asse paradigmatico) e la combinazione (asse sintagmatico) con una coerenza inferiore rispetto alla lingua scritta, come dimostra nella lingua orale la presenza di approssimazioni lessicali e sintattiche.
Che cosa è la deissi? La deissi è l'insieme dei tratti linguistici condivisi da emittente e destinatario del messaggio La deissi è l'insieme delle conoscenze condivise da emittente e destinatario del messaggio La deissi è il richiamo alla situazione spaziale in cui avviene la conversazione La deissi è l'insieme dei tratti linguistici che fanno appello alla situazione spazio-temporale condivisa da emittente e destinatario del messaggio.
La raccolta di Arrigo Castellani, La prosa italiana delle origini. Testi toscani di carattere pratico, contiene testimonianze processuali, atti di compravendita, opere letterarie in forma di dialogo statuti, testimonianze processuali, opere di carattere storico trattati, statuti, atti di compravendita statuti, testimonianze processuali, lasciti testamentari, atti di compravendita, ricordi di carattere storico.
Quale delle seguenti caratteristiche non è propria del testo letterario? espressione di un messaggio (contenuto) che si avvale anche di requisiti formali funzionali alla intentio auctoris Precisa e univoca individuazione di un destinatario utilizzo di una lingua meno ancorata alla contingenza e all'uso contemporaneo all'autore Espressione di una particolare intentio auctoris che non si esaurisce nelle contingenze spaziali e cronologiche in cui il testo è stato prodotto.
La variazione diafasica diversamente dalla variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante diversamente dalla variazione diastratica, è legata univocamente al parlante come la variazione diastratica, è legata univocamente al parlante come la variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante.
La variazione diamesica indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall'appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo indica la variazione della lingua condizionata dal mezzo di trasmissione del messaggio indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa.
La variazione diafasica indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall'appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, in relazione allo spazio indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto.
Cosa si intende con idioletto? È un uso particolare della lingua È il risultato, in una certa regione, del mescidamento di lingua standard e di dialetto È il mescidamento da parte di un individuo della lingua standard e del dialetto È la varietà individuale di un codice linguistico, cioè le carratteristiche personali mediante le quali un individuo realizza la lingua standard.
Qual è il significato moderno di stile (letterario)? Con il termine di "stile" si definisce il coefficiente di distanza (scarto) con cui un autore utilizza in maniera personale lo strumento sociale della lingua È l'insieme di caratteristiche ricorrenti di un autore È ciò che caratterizza un autore È il riflesso nell'opera letteraria delle abitudini di vita di un autore.
A quale corrente culturale è associata la moderna concezione di stile? Al Neoclassicismo All'Illuminismo Al Romanticismo Al Barocco.
Quali erano le componenti della retorica classica? Inventio, elocutio, ornatus e actio Elocutio e ornatus Inventio, dispositio e actus Inventio, dispositio, elocutio (e ornatus), actio.
A quale atteggiamento deve essere associato il concetto classico e medievale di stile? Ad un atteggiamento interpretativo Ad un atteggiamento critico Ad un atteggiamento precettivo (normativo) Ad un atteggiamento descrittivo.
Individuate l'affermazione errata fra quelle proposte Già in latino classico stilus, oltre che 'bacchetta per incidere sulla cera', indica l'insieme di caratteristiche formali che accomuna gruppi o tipi di testi In periodo medievale stilus, oltre che 'bacchetta per scrivere' e dunque sinonimo di 'penna', individua veri e propri generi letterari Nel periodo romantico nasce il concetto moderno di stile come espressione linguistica dell'individualità Nel Cinquecento italiano il concetto di stile non ha alcun valore, nonostante la riflessione innescata dalla scoperta della Poetica di Aristotele.
Individuate l'affermazione errata fra quelle proposte La storia della parola stile nella lingua italiana mostra un progressivo e armonico aumento dal Duecento al Novecento in qualsiasi contesto d'uso La storia della parola stile nella lingua italiana mostra, entro un progressivo aumento d'uso nel corso dei secoli, una sostanziale preferenza nell'uso in poesia in antico (secoli XIII-XV), di contro ad una preferenza d'uso in prosa nei secoli più recenti ((XVI-XX secolo) La storia della parola stile nella lingua italiana mostra, entro un progressivo aumento d'uso nel corso dei secoli, due picchi significativi nel Cinquecento (in concomitanza con il Classicismo) e nell'Ottocento (in concomitanza con il periodo Romantico) Lungo la storia della lingua italiana si rilevano tre significati della parola stile, tutti compresenti nel Trecento: 1) 'modo di comportarsi secondo un'abitudine inveterata'; 2) 'bacchetta per incidere su un supporto duro, utilizzata dai pittori'; 3) 'modo di scrivere'.
L'apocope è la caduta delle vocali e e o (raramente i, in antico anche occasionalmente a) finali di parola davanti a parola che inizia vocale, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonante la caduta delle vocali e e o (raramente i, in antico anche occasionalmente a) finali di parola davanti a parola che inizia per consonante, ma solo quando la consonante alla vocale caduca è una sonante la caduta delle vocali finali di parola, ma solo quando la consonante precedente alla vocale caduca è una sonante la caduta di una vocale in fine di parola.
Per Torquato Tasso lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo e la retorica, insegnando l'imitazione di modelli, ne tradisce il significato lo stile è lo scarto dalla norma sociale della lingua lo stile è l'espressione letteraria più adatta in conformità agli argomenti trattati nel rispetto della tradizione retorica classica lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizionelo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizione.
Per Ugo Foscolo lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo e la retorica, insegnando l'imitazione di modelli, ne tradisce il significato lo stile è l'espressione del sentire dell'individuo ma la retorica, insegnando l'imitazione di un modello, collabora alla sua acquisizione lo stile è l'espressione letteraria più adatta in conformità agli argomenti trattati nel rispetto della tradizione retorica classica lo stile è lo scarto dalla norma sociale della lingua.
Quale di questi linguisti non ha contribuito alla nascita della stilistica? Hugo Schuchardt Ferdinand de Saussure Wilhelm von Humboldt Matteo Giulio Bartoli.
Cos'è l'"etimo spirituale" di un'opera / di un autore? Con "etimo spirituale" Karl Vossler indicava l'interpretazione di un fatto di lingua caratterizzante un'opera /un autore Con "etimo spirituale" Leo Spitzer indicava l'interpretazione di un fatto di lingua caratterizzante un'opera /un autore E' la molla propulsiva alla scrittura di un'opera da parte di un autore Sono le motivazioni biografiche che hanno mosso l'autore a scrivere un'opera.
Individuate l'associazione errata fra quelle proposte Stilistica (genetica e descrittiva) > Leo Spitzer Stilistica genetica > Karl Vossler Stilistica descrittiva > Charles Bally Stilistica descrittiva > Karl Vossler.
Quando nasce la moderna disciplina della stilistica? La stilistica è il risultato moderno di una lungua tradizione retorica che insegnava a scriver bene Agli inizi del XIX secolo con il Romanticismo Agli inizi del XX secolo, come sviluppo della linguistica sincronica di Ferdinand de Saussure La stilistica nasce in evidente antagonismo con l'idealismo crociano.
Il passaggio da -AR- intertonico e postonico a -ER distingue il fiorentino dagli altri volgari toscani, ma è caratteristico anche di alcuni volgari non toscani è caratteristico del fiorentino è ignoto al fiorentino è caratteristico di tutti i volgari toscani.
Cosa è un dittongo? La sequenza di due vocali appartenenti a due sillabe diverse La sequenza di due vocali appartenenti ad una stessa sillaba La sequenza di semivocale + vocale o di vocale + semivocale La sequenza di due vocali.
Una Ŭ si evolve in ɔ sia in siciliano che in fiorentino si evolve in siciliano in u, in fiorentino in ɔ si evolve in siciliano in u, in fiorentino in o si evolve in u sia in siciliano che in fiorentino.
Una Ĭ si evolve in ɛ sia in siciliano che in fiorentino si evolve in siciliano in i, in fiorentino in e si evolve in siciliano in i, in fiorentino in ɛ si evolve in e sia in siciliano che in fiorentino.
In che cosa si distingue il vocalismo atono siciliano da quello fiorentino? I due vocalismi atoni sono entrambi trivocalici Il vocalismo atono siciliano è pentavocalico, quello fiorentino è trivocalico Il vocalismo atono siciliano è trivocalico, quello fiorentino è pentavocalico I due vocalismi atoni sono entrambi pentavocalici.
Il seguente vocalismo tonico è il cosiddetto vocalismo sardo è il cosiddetto vocalismo siciliano è il cosidetto vocalismo pan-romanzo è il cosiddetto vocalismo rumeno.
Il seguente vocalismo tonico è il cosiddetto vocalismo pan-romanzo è il cosiddetto vocalismo rumeno è il cosiddetto vocalismo siciliano è il cosiddetto vocalismo sardo.
Cosa è uno iato? La sequenza di due vocali appartenenti ad una stessa sillaba La sequenza di due semivocali appartenenti a sillabe diverse La sequenza di vocale + semivocale o di semivocale + vocale La sequenza di due vocali.
La labiovelare iniziale latina si evolve sempre riducendosi all'elemento occlusivo si conserva davanti ad A, altrimenti si riduce perdendo l'elemento occlusivo (> /w/) si conserva sempre si conserva davanti ad A, altrimenti si riduce perdendo l'elemento labiale (> /k).
L'anafonesi è un fenomeno fonetico che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ / solo in alcuni contesti che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ / solo in alcuni contesti che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ / in ogni contesto che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ / in ogni contesto.
Il dittongamento toscano avviene nel rispetto delle tre seguenti condizioni da E e O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba chiusa da E e O brevi latine, sotto accento, in sillaba aperta da E e O brevi latine, sotto accento, in sillaba chiusa da E e O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba aperta.
Qual è la sorte romanza dei dittonghi latini? Il monottongo Il monottongo per AU in tutta la Romània, il monottongo per AE e OE solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano Il monottongo per AE e OE in tutta la Romània, il monottongo per AU solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano Il monottongo per AE in tutta la Romània, il monottongo per AU e OE solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano.
In che cosa si distingue il vocalismo tonico siciliano dal corrispondente fiorentino (panromanzo)? Il vocalismo tonico siciliano è pentavocalico, quello fiorentino è eptavocalico Entrambi i vocalismi tonici sono eptavocalici Entrambi i vocalismi tonici sono pentavocalici Il vocalismo tonico siciliano è eptavocalico, quello fiorentino è pentavocalico.
Rispetto al latino il vocalismo tonico sardo perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali) e vi sostituisce una differenza di timbro (cinque vocali) conserva la differenza fonologica di quantità (dieci vocali), ma associandovi una differenza di timbro, crea un sistema a sette vocali perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali), conservando la differenza di timbro (cinque vocali) perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali) e vi sostituisce in parte una differenza di timbro (sette vocali).
Indicate la risposta errata L'anafonesi è un fenomeno fonetico che interessa la e chiusa e la o chiusa solo in particolari contesti fonetici L'anafonesi è un fenomeno fonetico che riguarda la e e la o chiusa in contesto fonetico palatale e la sola e chiusa in contesto fonetico velare L'anafonesi è un fenomeno fonetico che interessa la e chiusa e la o chiusa in tutti i contesti L'anafonesi è un fenomeno fonetico di innalzamento della e chiusa e della o chiusa rispettivamente in i e u.
L'anafonesi distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali e dall'italiano distingue il fiorentino e l'italiano dai dialetti settentrionali e meridionali distingue il fiorentino dall'italiano e dai dialetti settentrionali e meridionali.
Quale di queste affermazioni è falsa? In siciliano le vocali latine Ē (e lunga) e Ō (o lunga) evolvono rispettivamente in /ɛ/ e /ɔ/ Il sistema fonologico del siciliano ha cinque vocali toniche Il sistema fonologico del siciliano ha tre vocali atone In siciliano le vocali latine Ĕ (e breve) e Ŏ (o breve) non dittongano.
Perché aura < AURAM è un latinismo? perché nel passaggio dal latino al volgare il dittongo AU si è evoluto in /ɔ/ perché nel passaggio dal latino al volgare -RA- avrebbe dovuto evolversi in /ja/ perché nel passaggio dal latino al volgare il dittongo AU si è evoluto in /o/ perché nel passaggio dal latino al volgare i nomi femminili diventano maschili.
Il dittongamento toscano avviene nel rispetto delle tre seguenti condizioni da E ed O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba chiusa da E ed O lunghe latine, sotto accento, in sillaba chiusa da E ed O brevi latine, sotto accento, in sillaba aperta da E ed O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba aperta.
Quale delle seguenti forme non presenta il fenomeno della chiusura delle vocali toniche in iato? Ĕ(G)O > EO > io SĔNIOREM > signore DĔUM > Dio TŬUM > tuo.
L'articolo deriva da un'attenuazione semantica del dimostrativo ILLUM (IPSUM in Sardegna) deriva da un'attenuazione semantica dell'articolo ILLUM (IPSUM in Sardegna) deriva da una specializzazione semantica del dimosttrativo ILLUM (IPSUM in Sardegna) deriva da una specializzazione semantica di ILLUM (IPSUM in Sardegna).
Cosa si intende per "segno diacritico"? Per segno diacritico si intende un segno alfabetico che serve a non confondere le parole Per segno diacritico si intende un segno alfabetico che serve a distinguere parole omofone Per segno diacritico si intende un segno che serve a distinguere l'etimologia della parola Per segno diacritico si intende un segno alfabetico o paragrafematico che non ha significato fonetico autonomo, con lo scopo di indicare l'esatta pronuncia o distinguere parole omografe.
L'articolo continua l'articolo latino è una formazione romanza è una formazione italiana è una formazione della parte occidentale della Roània.
In quali contesti nasce la forma debole dell'articolo determinativo maschile? Dopo parola uscente in consonante Davanti a parola uscente in vocale Dopo parola uscente in vocale Davanti a parola uscente in consonante.
Dal latino all'italiano, nei nessi di consonante + L la L diventa una sonante la L si conserva la L diventa la vocale /i/ la L diventa la semivocale /j/.
Il piucheperfetto latino in alcune zone del Meridione d'Italia è conservato per esprimere il condizionale in alcune zone del Settentrione d'Italia è conservato per esprimere il congiuntivo non ha avuto continuatori sul territorio italiano in alcune zone del Meridione d'Italia è conservato per esprimere il congiuntivo.
Qual è l'ordine delle parole imposto dalla perdita della declinazione nominale e dalla coniugazione verbale latine? SCV VSC CVS SVC.
A quale caso della declinazione latina si fa risalire l'origine delle parole italiane? All'accusativo Per la maggior parte al nominativo Per la maggior parte all'accusativo Al nominativo.
La perdita della declinazione nominale latina avvenne progressivamente: in una prima fase il sistema a sei casi si ridusse ad un sistema bicasuale, poi anche esso si ridusse di solito con la perdita del caso nominativo e la sopravvivenza del solo nominativo in due fasi, con la perdita prima dei casi genitivo, dativo, vocativo, ablativo e poi degli altri progressivamente: in una prima fase il sistema a sei casi si ridusse ad un sistema bicasuale, poi anche esso si ridusse di solito con la perdita del caso nominativo e la sopravvivenza del solo accusativo una volta per tutte, con la perdita di tutti i casi tranne l'accusativo.
I fonemi italiani /ʧ/ (per es. cero) e /ʤ/ (per es. gelo) derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali posteriori o velari esistevano già in latino derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali di grado medio chiuse derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali anteriori o palatali.
Quale di queste parole non è un latinismo? aura laude vezzo tribulazione.
Le forme dell'articolo determinativo maschile si sono prodotte secondo la sequenza cronologica (ĬL)LUM > lo > 'l > il/el (ĬL)LUM > 'l, da cui sono discesi contemporaneamente lo per un verso e il per l'altro ĬL(LUM) > il > 'l > lo ĒL(LUM) > el > 'l > il.
La forma italiana quello deriva dal latino QUILLUM (EC)CUM ILLUM CUM ELLUM QUELLUM.
Qual è l'origine del condizionale romanzo? Il condizionale romanzo è la continuazione del congiuntivo latino che esprimeva il modo condizionale Il condizionale romanzo è una forma perifrastica formata dalla forma monossillabica del perfetto indicatìvo di HABERE, *EI + l'infinito del verbo Il condizionale romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + la forma monosillabica del presente di HABERE, *AO Il condizionale romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + a forma monossillabica del perfetto indicatìvo di HABERE, *EI.
Il passivo latino viene affiancato da una perifrasi composta dal verbo "essere" + participio passato del verbo latino ha diretti continuatori nelle lingue romanze nel passaggio dal latino al volgare viene ricreato ex novo latino viene sostituito da una perifrasi composta dal verbo "avere" + participio passato del verbo.
Qual è l'origine del futuro romanzo? Il futuro romanzo è la continuazione del futuro sintetico latino Il futuro romanzo è una forma perifrastica formata dalla forma monosillabica del presente indicativo di HABERE, *AO + l'infinito del verbo Il futuro romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + la forma monosillabica del presente indicativo di HABERE, *AO Il futuro romanzo è una forma perifrastica formata dall'infinito del verbo + la forma monosillabica del perfetto indicativo di HABERE, *EI.
La più antica produzione letteraria italiana è sia in prosa sia in poesia, ma la poesia è maggiormente rappresentata da opere originali, mentre la prosa è piuttosto rappresentata da volgarizzamenti è in poesia è in poesia e in prosa indifferentemente è in prosa.
I volgarizzamenti del Duecento sono di preferenza traduzioni di opere morali esclusivamente dal francese traduzioni dal latino esclusivamente di opere romanzesche traduzioni dal francese traduzioni dal latino.
In genere la prosa del Duecento è caratterizzata come paratattica stilisticamente variata ipotattica ricca dal punto di vista lessicale.
Indicate la risposta errata. Nel Duecento era viva l'alternanza fra forme toniche dittongate(per es. lieva) e forme atone non dittongate (per es. levasse) Nel Duecento era viva l'alternanza etimologica fra forma dittongata del pass. rem. (puose /pwɔze/) e forma non dittongata del pres. Indicativo (pone /pone/) Nel Duecento il dittongo toscano dopo cons. + r era ormai ridotto al monottongo Nel Duecento il dittongo toscano dopo consonante palatale tendeva a ridursi al monottongo.
La più antica produzione letteraria italiana è in poesia è sia in prosa che in poesia, ma la prosa è prevalentemente rappresentata da opere originali mentre la poesia è rappresentata da ttraduzioni è in prosa e in poesia indifferentemente è in prosa.
La prosa letteraria italiana del Duecento è costituita per lo più da opere tradotte dal francese per lo più di carattere romanzesco e di contenuto morale da opere tradotte dal latino (per lo più di carattere romanzesco) e da opere tradotte dal francese (per lo più di contenuto morale) da opere tradotte dal latino per lo più di carattere romanzesco da opere originali.
Quali sono gli ambiti tematici della più antica produzione in prosa letteraria italiana? Retorico/oratorio, morale e più genericamente relativo al comportamento, scientifico, storico e infine di intrattenimento Prevalentemente di intrattenimento, come per esempio i romanzi cavallereschi Scientifico (e medico) e morale Di impegno nel mondo cittadino e comunale.
Quali sono i più antichi testi in prosa italiana di carattere letterario? La traduzione di Vegezio di Bono Giamboni I volgarizzamenti di alcuni trattati di Albertano da Brescia Le opere di Guido Faba, l'Omelia padovana, il volgarizzamento veneziano del "Pamphilus", i romaneschi "Mirabilia urbis Rome" e il "Liber ystoriarum" La "Rettorica" di Brunetto Latini.
Cosa si intende per enunciato e per enunciazione? L'enunciazione è l'atto linguistico, l'enunciato il suo prodotto L'enunciazione è il prodotto linguistico dell'enunciato, cioè l'atto linguistico Enunciato e enunciazione sono categorie narratologiche che pertengono allo statuto di autore implicito e rispettivamente autore storico L'enunciato riguarda l'autore storico, l'enunciazione l'autore implicito.
Quali sono le opere di Bono Giamboni Bono Giamboni scrive due opere originali (il Trattato e il Libro) e traduce dal francese Bono Giamboni scrive un'opera originale (il Libro de' Vizi e delle Virtudi)), traduce dal latino e dal francese e probabilmente compila un trattatello retorico (il Fiore di rettorica) Bono Giamboni scrive due opere originali (il Trattato e il Libro) e traduce dal latino (Orosio) Bono Giamboni scrive due opere originali (il Trattato e il Libro), traduce dal latino (Vegezio e Orosio) e probabilmente compila un trattatello retorico (il Fiore di rettorica).
Quale delle seguenti forme non presenta il fenomeno della chiusura in protonia? diletto risposto infermato Dio.
Bono Giamboni appartenendo ad un ceto intellettuale medio-alto esprime un nuovo pubblico volgare nato all'interno della società comunale appartenendo al notariato vuole fare un esercizio di stile appartenendo ad un ceto che usa solo il latino nello scrivere in volgare fa un'operazione ispirata alla pietà e al desiderio di affrancare le masse popolari dall'ignoranza appartenendo ad un ceto che usa solo il volgare, esprime le istanze di un pubblico nato in un contesto politico signorile.
Bono Giamboni con il Libro de' Vizi e delle Virtudi traduce da un originale latino crea un'opera originale volgarizza un'opera francese unisce due fonti principali una latina e una francese che traduce.
Qual è il significato di rizotonico e rizoatono? E' rizotonica la parola accentata sulla desinenza, è rizoatona la parola accentata sulla radice E' rizotonica la parola proparossitona, è rizoatona la parola piana E' rizotonica la parola accentata sulla radice, è rizoatona la parola accentata sulla desinenza E' rizotonica la parola proparossitona, è rizoatona la parola piana o ossitona.
A quale data inizia a monottongarsi il dittongo toscano dopo consonante palatale? Nel XV secolo Nel XIV secolo Nel XIII secolo Nell'XI secolo.
Perché nel sistema ortografico italiano si scrive "cielo" (e non "celo")? Perché il dittongo -AE- si è regolarmente monottongato in e aperta che ha successivamente dato il dittongo toscano -ie- Perché effettivamente si pronuncia con -i- La -i- è introdotta come segno diacritico per distinguere il sostantivo dalla I pers. dell'indicativo presente del verbo "celare" Perché il dittongo -AE- si è regolarmente monottongato in e aperta che ha successivamente dato il dittongo toscano -ie-; la grafia conserva traccia dell'antica pronuncia sebbene oggi la -i- sia assorbita dalla affricata precedente e la -i- funzioni solo da diacritico.
La regola del dittongo mobile consiste nell'alternanza di forme dittongate e forme non dittongate nel paradigma di una parola a seconda della posizione dell'accento e, meno spesso, a seconda che la sillaba sia libera o chiusa nella libertà di esprimere o non esprimere il dittongo in sillaba tonica nella libertà di esprimere o non esprimere il dittongo in sillaba atona nell'alternanza di forme dittongate e forme non dittongate.
Cosa si intende con pressione analogica? Con pressione analogica si intende l'influenza esercitata da una parola su un'altra allo scopo di ridurne le analogi Con pressione analogica si intende l'influenza l'una sull'altra di forme analoghe del paradigma allo scopo di esaltarne le differenze Con pressione analogica si intende l'influenza esercitata da una categoria morfologica su un'altra categoria morfologica analoga Con pressione analogica si intende l'influenza l'una sull'altra di forme differenti del paradigma allo scopo di ridurne o annullare le differenze.
A quale fenomeno propriamente fiorentino è riconducibile la forma "sia" (cong. pres. del verbo essere)? Alla chiusura in protonia Alla apertura delle vocali toniche in iato Al dittongamento toscano Alla chiusura delle vocali toniche in iato.
Nella lingua di Bono Giamboni a quale delle sue componenti va ascritta l'inversione del soggetto al verbo nella frase interrogativa (per. es. "perché mi facesti tu venire in questo misero mondo?")? al provenzale al latino alle lingue romanze al fiorentino.
Qual è il significato stilistico del gerundio in apertura del brano di Bono Giamboni analizzato durante il corso? Il ricorso al gerundio ha lo scopo di introdurre considerazioni razionali e logiche fin dal punto di partenza del Libro Il ricorso al gerundio ha lo scopo di indicare contemporaneità d'azione Il ricorso ad un modo finito introduce una nozione di forte movimento all'avvio del Libro Il ricorso ad un modo infinito introduce una nozione acronica e intima del punto di partenza del Libro.
Indicate quale delle affermazioni seguenti è giusta La forma meo non è toscana, ma compare nella poesia toscana per influsso della poesia siciliana La forma Deo può essere solo un latinismo perché in siciliano la e tonica può derivare solo da Ī e Ĭ La forma non dittongata core, non può essere un sicilianismo, bensì, mancando del dittongamento, solo un latinismo La forma non dittongata mei è perfettamente fiorentina, perché pl. di meo.
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