Fuori paniere linguistica italiana
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Title of test:![]() Fuori paniere linguistica italiana Description: test fuori paniere |




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La carta Ravennate e il Frammento Piacentino. Sono i più antichi documenti in volgare in area italiana. Tramandano i più antichi testi lirici in italiano ad oggi noti. Sono le più antiche testimonianze manoscritte della lirica siciliana. Tramandano scritti autografi di Bono Giamboni. La Gemma Purpurea e i Parlamenti in volgare. Sono due opere narrative di Bono Giamboni, scritte prima del 1292. Nessuna delle risposte è corretta. Sono due opere retoriche di Guido Faba, scritte prima del 1243. Sono due liriche di Dante, scritte prima del 1300. Nel vocalismo sardo, da Ō a Ŏ toniche latine, si è sviluppata. Una ü. Una ö. Una u. Una o. Da quali vocali toniche si sviluppano i dittonghi toscani /ǰɛ/ e /wↄ/?. Da ɛ (e aperta) e ↄ (o aperta) in sillaba impedita. Da e (e chiusa) e o (o chiusa) in sillaba libera. Da e (e chiusa) e o (o chiusa) in sillaba libera (doppione). Da ɛ(e aperta) e ↄ (o aperta) in sillaba libera. Il termine saussuriano LANGUE designa. l’atto di fonazione che dà realizzazione concreta alle possibilità espressive di una lingua. nessuna delle risposte precedenti è corretta. la varietà standard, codificata nelle grammatiche, di una determinata lingua. il repertorio fonetico, morfologico, sintattico e lessicale che una lingua mette a disposizione del parlante. Indicate l’affermazione errata. L’adozione di inserti dialettali nel romanzo ottocentesco è testimoniata nei romanzi di: Emilio de Marchi. Arrigo Boito. Cietto Arrighi. Antonio Fogazzaro. Che cosa si intende per IDIOLETTO?. Con idioletto si intendono le scelte preferenziali e meccaniche di un parlante quando attinge al repertorio della langue. le scelte matematiche. le scelte chimiche. le scelte fisiche. Che cos’è la PRESUPPOSIZIONE?. La presupposizione è una delle caratteristiche proprie della comunicazione orale con la quale l’emittente fa riferimento a conoscenze condivise con il destinatario. emittente. destinatario. emittente e destinatario. La differenza tra lingua scritta e lingua parlata pertinente all’asse della variazione. Diamesico. Diastratico. Diafasico. Diatopico. ) Entro quale asse di variazione linguistica va analizzato in via privilegiata il testo scritto di carattere letterario?. Entro l’asse diatopico. Entro l’asse diastratico. Entro l’asse diafasico. Entro l’asse diamesico. L’asse di variazione diastratico riguarda le varietà linguistiche condizionate -. Dall’appartenenza a determinati gruppi sociali. Dallo spostamento nello spazio. Dal mezzo tramite il quale è veicolato il messaggio linguistico. Dalla situazione comunicativa. Formazione del futuro italiano. inf. Presente + ind. Imperfetto di habere: CANTARE + HABEBAM. nf. Presente + ind. Futuro di esse: CANTARE + ERO. inf. Presente + ind. Perfetto di esse: CANTARE + FUI. inf. Presente + ind. Presente di habere: CANTARE + HABEO. Nel seguente passo tratto da Storia di una Capinera “Si incantò, si rise, si stette molto allegri”, le forme verbali impersonali sottolineate sono: Echi del dialetto siciliano. Nessuna delle precedenti risposte è corretta. Colloquialismi di marca toscana. Cultismi. Con l’estensione all’Italia del Methodenbuch fur Lehrer der deutschen Schulen da parte di Maria Teresa D’Austria, in Lombardia: venne stabilito che l’intero sistema scolastico fosse gestito dalla Compagnia di Gesù. vennero istituiti due ordini di scuole: quello elementare, per l’istruzione di base, e quello medio-superiore, con indirizzo esclusivamente tecnico, il cui obiettivo era quello di professionalizzare gli studenti. vennero istituiti due ordini di scuole: uno elementare, per l’istruzione di base, e uno medio superiore (il ginnasio), con indirizzo esclusivamente umanistico, che preparava agli studi universitari. vennero istituiti diversi ordini di scuole: la popolare, poi l’istruzione di base; le scuole principali, per l’avviamento professionale; il ginnasio, di impostazione umanistica, che preparava agi studi universitari. Quando, in riferimento al panorama letterario italiano della seconda metà del sec. XVI e poi del Seicento, si parla di “dialettalità riflessiva”, si intende. il tentativo, da parte di alcuni autori, di creare una lingua letteraria ibrida, che mescolasse l’italiano letterario canonizzato da Bembo con elementi dialettali attinenti alle parlate di diverse aree della Penisola. il tentativo da parte di alcuni scrittori di imporre il dialetto di Firenze come unica lingua letteraria d’Italia, a discapito della varietà “alta”. il cosciente recupero del dialetto in alternativa alla lingua letteraria e come strumento di “ribellione” alla linea filo-toscana. il rifiuto di accogliere all’interno della lingua letteraria parole ed espressioni dialettali, di qualunque provenienza geografica essa fossero. Il passaggio dal vocalismo tonico del latino a quello che sta alla base dell’italiano prevede. Un aumento da cinque vocali toniche a dieci. Una riduzione da dieci vocali toniche a cinque. Un aumento da sette vocali toniche a dieci. Una riduzione da dieci vocali toniche a sette. Si annoverano tra i più antichi volgarizzamenti italiani. la Gemma purpurea di Guido Faba, il Milione di Marco Polo, il Novellino. il Pamphilus antico veneziano, l’omelia volgare padovana, i Mirabilia Urbis Romae (Miracoli di Roma). il Pamphilus in antico veneziano, il Novellino, il Liber ystoriarum (Storie de Troya e de Roma). Da dove viene la O aperta del vocalismo toscano?. Da O breve latina. Da E. Da c. Da R. Cosa pensava il glottologo Ascoli che si contrapponeva a Manzoni a proposito della lingua? (che non poteva essere imposta dall’alto). Ascoli punta sull’esigenza di creazione di una società civile che solo la scuola può dare, ma non imponendo il fiorentino, come invece aveva suggerito al Ministro Broglio nel 1868. Sì. Poi. No. Studium, facendum…. Latinismi. Francesismi. Germanismi. Spagnilosmi. La O breve latina evolve in italiano in. O aperta. U aperta. B aperta. D aperta. ) Il Fiore della Rettorica di Bono Giamboni. È insieme volgarizzamento e rielaborazione della Rethorica ad Herennium di Cicerone. È, insieme al Libro dè vizi e delle virtudi, la sola opera originale di Bono Giamboni a noi nota. è l'unica opera originale di Bono Giamboni a noi nota. è un volgarizzamento della Rhetoricia ad Herennium di Cicerone, noto anche con il titolo di Libro dè Vizi e delle virtudi. Nel vocalismo tonico siciliano, Ɔ (O aperta) rappresenta l'evoluzione di. Ū (u lunga) latina. Ŭ (u breve) latina. Ŏ (o breve) latina. Ō (o lunga) latina. Il primo Vocabolario degli Accademici della Crusca uscì. A Venezia nel 1612. A Roma nel 1612. A Parigi nel 1612. A New York nel 1612. Nei Carbonari della montagna, il sostantivo Picciotti. È un toscanismo. È un sicilianismo stretto. È un meridionalismo generico. È un sicilianismo che nella secomda metà dell’ottocento era già entrato nel lesico italiano. ) Intervenuto nel dibattito cinquecentesco sulla lingua letteraria, Niccolò Machiavelli. si schierò con i sostenitori della teoria "cortigiana". abbracciò la posizione espressa da Pietro Bembo nelle Prose della Volgar lingua (1525). riteneva che nessun volgare italiano avesse dignità letteraria. rivendicò l’eccellenza della lingua parlata a Firenze nel suo tempo. Qual è la funzione del dialetto in rapporto alla lingua dei Malavoglia. il dialetto è predominante rispetto alla lingua comune. il dialetto convive con la lingua comune. il dialetto è assente. il dialetto, pressoché assente a livello superficiale, forza la lingua e la scompagina dall’interno. Nella sintassi della Rinunzia di Alessandro Verri. è molto frequente che il soggetto sia posposto al verbo. non esistono casi di posposizione del soggetto al verbo. Il complemento oggetto è sempre preposto al verbo. È raro che il verbo sia posposto a un complemento indiretto. Nella lingua del Mastro Don Gesualdo, Francesco Bruni ha rilevato la convivenza. Di elementi decisamente letterari (pel, io aveva) e fiorentismi dell’uso vivo (fo, vo). Di sicilianismi arcaici e letterari (alligrari longiamenti) e fiorentinismi del periodo auro (sanza). Di elementi decisamente letterari (pel, io aveva) e fiorentismi dell’uso vivo (alligrari longiamenti). Di sicilianismi (tarì gna’) e lombardismi (tosa bagaglio neonato) assorbiti questi ultimi nel corso del sogg. Milanese. L’obiezione di Bembo contro la lingua cortigiana riguardava. Il fatto che la lingua cortigiana non potesse costituire un modello stabile e immobile. L’eccessiva compromissione della lingua cortigiana con il fiorentino trecentesco. Il fatto che la lingua cortigiana contenesse troppi latinismi. Il fatto che i sostenitori della lingua cortigiana avessero trovato in Dante, non amato da Bembo, il proprio modello di lingua e stile. Nel vocalismo tonico, la o aperta rappresenta l’evoluzione di: o breve Latina. i. f. j. Nella lingua dei Malavoglia: Il dialetto intacca dall’interno le strutture grammaticali dell’italiano di base. si. no. forse. In Eva contribuisce a dare l’impressione di spontaneità dialogica: L’ alta incidenza del discorso indiretto libero. bassa. media. bassissima. Tra gli strumenti metodologici di indagine linguistica messi appunti da Graziadio Isaia Ascoli, si ricordano: Il concetto di sostrato e l’ineluttabilità delle leggi fonetiche, incrinata soltanto dal meccanismo della pressione analogica. non so. sì lo so. forse lo so. Nella prima metà del trecento realizzano volgarizzamenti in prosa dell’Eneide di Virgilio: il senese Ciampolo di Meo degli Urgurgieri e Andrea Lancia. g. d. Il Novellino è: Una raccolta duecentesca di racconti di provenienza diversa, Probabilmente conosciuta da Boccaccio. e. I primi autori italiani di romanzi storici dell’ottocento: Credono nell’unità della letteratura come strumento educativo. g. Secondo il giovane Leo Spitzer lo stile è: l’impiego pianificato da parte dello scrittore dei materiali linguistici offertigli dalla tradizione. a. La lingua del Fermo e Lucia è: Basata sul toscano letterario della tradizione, ma ricca di francesismi e lombardismi. B. Nel prologo dello Specchio di vera penitenza, Iacopo Passavanti dichiara: di voler indirizzare la propria opera, oltre che a un pubblico laico di letterati, anche i chierici. C. Quale dei seguenti autori non è incluso nella Raccolta Aragonese: Francesco Petrarca. D. In fiorentino il nesso latino -RJ- (cioè R + ì semivocale) evolve in: j:AREA>*ARJA>aia. E. Quando nasce la moderna disciplina della stilistica?. Ne vengono poste le basi alla fine del XIX secolo ma matura agli inizi del XX secolo come sviluppo della linguistica sincronica di Ferdinand de Saussure. F. Le affricate palatali sorda e sonora (i suoni iniziali di “cero” e “gelo”). Derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ davanti a vocali anteriori o palatali. H. Nel 1861. dell’unificazione italiana su scala nazionale l’analfabetismo toccava il 75% degli uomini e l’84% delle donne. i. “Tutti in quel benedetto tempo del 1300 parlavano e scrivevano bene”: chi lo scrisse?. Antonio Cesari. L. Nel dibattito ottocentesco sulla lingua, il “purista” abate Cesari sosteneva la. superiorità e la bellezza incondizionata del fiorentino trecentesco. M. Graziadio Isaia Ascoli (rapporto fra lingua e dialetto) Ascoli non ritiene che il fiorentino parlato imposto dall’alto sia la giusta soluzione. Ascoli non ritiene che il fiorentino parlato imposto dall’alto sia la giusta soluzione. N. Niccolò Tommaseo di che corrente letteraria ha fatto parte?. Neotoscanismo. O. 4 parole (baiocco, lupini, cafisi..) scegli la parola che più rientra nel vocabolario siciliano. Cafisi (sicilianismo ne I MALAVOGLIA). P. Un brano di Mastro don Gesualdo, che tipo di discorso è?. Discorso indiretto libero. Q. La posizione di Daniello Bartoli rispetto ai dettami degli accademici della Crusca invita. Invita a non assolutizzare i precetti linguistici, sottolineando la variabilità del fiorentino trecentesco. S. Nel passaggio dal latino ai volgari romanzi, il monottongamento di AU. Si presenta in maniera non uniforme sul territorio romanzo. T. Nella rinunzia di Alessandro Verri l’opposizione al modello linguistico proposto dalla Crusca si manifesta. Nel rifiuto dei fiorentinismi, anche popolari, esibiti dai puristi. U. Individuate, fra le seguenti, quale funzione non appartiene a quelle individuate nel linguaggio da Roman Jakobson: Sintagmatica. Sintagmatica. V. |