Metodologia della ricerca
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Title of test:![]() Metodologia della ricerca Description: Metodologia della ricerca prof. Negri Luca (paniere Barbieri Stefano) è-Campus |




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01. Come oggetto di studio della psicologia la mente è considerata: Opaca. Trasparente. Facilmente comprensibile. osservabile. 02. il metodo scientifico permette di: Produrre risultati confrontabili. produrre risultati parziali e non attendibili. Produrre risultati non attendibili. Produrre risultati non confrontabili. 03. Il costrutto è: una scienza che analizza i fenomeni e i processi psichici. l'unica variabile presa in esame all'interno della ricerca. un'attività di studio che abbia come fine l'acquisizione di nuove conoscenze. un insieme di affermazioni derivate dall'osservazione. 04. Il costrutto è la base per: definire le ipotesi di ricerca. Produrre risultati non confrontabili. produrre procedure rigorose per la ricerca. definire l'attendibilità di una ricerca. 05. La scienza è: Un insieme disordinato e confuso di concetti. Un insieme di conoscenze che comprende anche le pseudoscienze. Un insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate logicamente. un epifenomeno fondato su alcune affermazioni aprioristiche. 06. La psicologia è una disciplina scientifica perché: la psicologia non viene considerata una scienza. i risultati derivati dalla ricerca sono considerati scientificamente attendibili. non applica procedure rigorose per la strutturazione di una ricerca. Perché permette di trarre delle deduzioni usando solo il metodo osservativo. 07. La ricerca scientifica è: l'attività di ricerca svolta con metodi scientifici. quell'attività di ricerca svolta non applicando il metodo scientifico. ogni attività che permetta di sottoporre una valutazione neuropsicologica ad un paziente. ogni attività che permetta di sottoporre un trattamento mirato ad un paziente. 08. La ricerca è: un insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate logicamente. ogni attività volta ad insegnare nuove conoscenza ad una classe. ogni attività che permetta di sottoporre un trattamento mirato ad un paziente. Ogni attività di studio che abbia come fine l'acquisizione di nuove conoscenze. 09. La psicologia è: una scienza che analizza i fenomeni e i processi psichici usando il metodo scientifico. è una qualità innata che molti hanno. è una pseudoscienza che analizza i fenomeni e i processi psichici. una scienza che analizza i processi psichici senza applicare il metodo scientifico. 01. Il processo di transdizione permette di: trovare il trattamento ideale per ogni paziente. aumentare l'affidabilità di un test statistico. inferire dalle esperienze ciò che non può esser osservato direttamente. tradurre i risultati da un linguaggio numerico ad uno verbale. 02. Per il realismo critico le teorie: si applicano indifferentemente al mondo reale e a quello conosciuto. riguardano il mondo reale, non quello conosciuto. riguardano il mondo conosciuto, non quello reale. non possono essere applicate né al mondo conosciuto né a quello reale. 03. Per il realismo critico: le diverse teorie che riguardano un concetto si organizzano dal micro al macro. la scienza deve descrivere oggettivamente i fatti del mondo. Non possiamo arrivare alla conoscenza completa dei fenomeni del mondo. il ricercatore deve mirare alla falsificazione delle teorie. 04. Quali scuole di pensiero hanno abbracciato la concezione Autocorreggibile di scienza?. relativismo critico e positivismo logico. Epistemologia genetica, Epistemologia anarchica e Teoria dei paradigmi. Razionalismo critico, Teoria dei paradigmi, Epistemologia irrazionale e anarchica. Epistemologia anarchica, Razionalismo critico e Positivismo logico. 05. Per la concezione Autocorreggibile la scienza nasce da: teorie. osservazioni. problemi. Dio. 06. Per la concezione Dimostrativa di scienza essa è: la possibilità di accedere a conoscenze divine. un insieme di conoscenze che evolve modificandosi nel tempo. un insieme unitario di conoscenze che può solo essere arricchito. un mezzo per avere il controllo sulla natura. 07. Quali scuole di pensiero hanno abbracciato la concezione di scienza Descrittiva?. relativismo critico e positivismo logico. Epistemologia genetica ed Epistemologia anarchica. Positivismo logico ed Epistemologia genetica. Epistemologia anarchica e Positivismo logico. 08. Per la concezione Descrittiva di scienza essa deve: sottostare alle leggi divine. descrivere oggettivamente i fatti del mondo. mirare alla falsificazione delle teorie. dimostrare la veridicità delle affermazioni. 09. Per la concezione Dimostrativa di scienza essa deve: mirare alla falsificazione delle teorie. sottostare alle leggi divine. descrivere oggettivamente i fatti del mondo. dimostrare la veridicità delle affermazioni. 10. Il Metodo deduttivo procede seguendo le seguenti fasi: Dal micro al macro. Osservazioni, Regolarità, Ipotesi, Teoria. Teoria, Ipotesi, Osservazioni, Regolarità. Osservazioni, Ipotesi, Regolarità, Teoria. 11. Il Metodo Induttivo è stato sviluppato da: Freud. Aristotele. Galileo. Piaget. 12. Il Metodo Induttivo procede seguendo le seguenti fasi: Dal micro al macro. Teoria, Ipotesi, Osservazioni, Regolarità. Osservazioni, Regolarità, Ipotesi, Teoria. Teoria, Osservazioni, Ipotesi, Regolarità. 13. Il Metodo deduttivo è stato sviluppato da: Galileo. Aristotele. Piaget. Freud. 01. le osservazioni sistematiche sono tipiche: dell'approccio scientifico alla conoscenza. dell'approccio destrutturato alla conoscenza. del modo di conoscere il mondo che adottano le persone quotidianamente. dell'approccio ingenuo alla conoscenza. 02. Una variabile è definita come: un processo che ci permette di testare le ipotesi fatte. una concezione di scienza Autocorreggibile. il punteggio finale ad una prova cognitiva. una caratteristica o condizione che varia a seconda delle situazioni o delle persone. 03. L'approccio generale che segue il metodo scientifico è: Evoluzionistico. Intuitivo. Superficiale. Empirico. 04. L'approccio generale che segue il metodo ingenuo di approccio alla conoscenza è: Evoluzionistico. Empirico. deduttivo. Intuitivo. 05. le osservazioni casuali sono tipiche del: dell'approccio scientifico alla conoscenza. dell'approccio ingenuo alla conoscenza. dell'approccio strutturato alla conoscenza. del modo di conoscere il mondo che adottano i ricercatori. 06. Quando analizziamo un fenomeno applicando le osservazioni casuali: mettiamo in atto un procedimento tipico del metodo scientifico. possiamo tenere sotto controllo i vari fattori che potrebbero influenzare gli eventi. non teniamo sotto controllo i vari fattori che potrebbero influenzare gli eventi. ci comportiamo come farebbe un ricercatore. 07. Quando analizziamo un fenomeno applicando le osservazioni sistematiche: ci comportiamo come farebbe una persona comune. mettiamo in atto un procedimento tipico dell'approccio ingenuo alla conoscenza. non ci preoccupiamo di tenere sotto controllo i vari fattori che potrebbero influenzare gli eventi. cerchiamo di tenere sotto controllo il maggior numero di fattori che potrebbero influenzare gli eventi. 08. Il metodo scientifico è: una pseudoscienza che analizza i fenomeni e i processi psichici. una pseudoscienza che analizza i fenomeni del mondo. il modo in cui gli scienziati formulano quesiti di ricerca e la logica dei metodi usati per ottenere le risposte. il metodo con cui la gente comune conosce il mondo. 09. Un'ipotesi non è verificabile quando: i costrutti hanno avuto una buona definizione operativa. i costrutti non sono chiaramente definiti. è stata accuratamente definita. si basa su costrutti condivisi dalla comunità scientifica. 10. I concetti dell'approccio ingenuo: non è importante che vengano definiti con precisione. sono ambigui e non sempre definibili. si basano su osservazioni rigorose. solitamente vengono operazionalizzati. 11. La validità può essere definita come: il grado di affidabilità del risultato di una misurazione. il grado di precisione di una misurazione. il punteggio finale ad un test di personalità. la somma di tutte le risposte errate ad un test. 12. La verifica delle ipotesi serve per: Analizzare se la comunicazione dei risultati è stata recepita. Capire se le risposte ad un test sono corrette. creare il quesito di ricerca. Capire in che modo le variabili si associano. 13. Il processo di validazione di un test ha lo scopo di: nessuna delle alternative. renderlo preciso. entrambe le alternative. renderlo accurato. 14. L'attendibilità può essere definita come: il grado di precisione di una misurazione. la somma degli item di un test. il grado di affidabilità del risultato di una misurazione. il punteggio finale ad una prova cognitiva. 15. L'operazionalizzazione di un costrutto: è tipica dell'approccio ingenuo della conoscenza. non è un processo scientifico. prevede che vengano definite le procedure per produrlo e misurarlo. produce definizioni ambigue. 01. I fattori da controllare per poter fare Inferenza causale sono: variabili dipendenti, indipendenti e correlazionali. contingenza, covarianza, variabili confondenti. correlazione, regressione, contingenza. non è possibile fare inferenze causali. 02. La ricerca qualitativa: si basa sull'analisi di materiale verbale. viene applicata solo allo studio delle scienze matematiche. si basa sull'uso di analisi statistiche. viene svolta solo su animali. 03. La ricerca di base ha come scopo: fare inferenze soggettive sui fatti. fare diagnosi. capire come modificare il comportamento. capire come funzionano i processi. 04. La ricerca quantitativa: si basa sull'uso di analisi statistiche. prevede solo la somministrazione di farmaci. si basa sull'analisi di materiale verbale. viene applicata solo allo studio della psicologia. 05. L'approccio nomotetico: analizzare i due punteggi tramite un'analisi detta correlazione. ha come scopo quello di trovare le leggi generali che governano un dato fenomeno. permette di sottoporre un trattamento mirato ad un paziente. ha come scopo quello di descrivere casi particolari. 06. Le finalità del metodo scientifico sono: Ipotizzare, strutturare, applicare, spiegare. fare diagnosi. Descrivere, predire, spiegare, applicare. fare inferenze soggettive sui fatti. 07. L'approccio Idiografico: analizzare i due punteggi tramite un'analisi detta correlazione. ha come scopo quello di descrivere casi particolari. permette di sottoporre un trattamento mirato ad un paziente. ha come scopo quello di trovare le leggi generali che governano un dato fenomeno. 08. Una teoria scientifica può essere definita come: Una serie di domande non connesse, che servono a definire gli eventi, descrivere le relazioni tra gli eventi e spiegare il verificarsi degli eventi. quell'attività di ricerca svolta applicando il metodo scientifico. una scienza che analizza i processi psichici senza applicare il metodo scientifico. Una serie di proposizioni, organizzate con logica, che servono a definire gli eventi, descrivere le relazioni tra gli eventi e spiegare il verificarsi degli eventi. 09. La ricerca applicata ha come scopo: capire come funzionano i processi. capire come modificare il comportamento. fare inferenze soggettive sui fatti. fare diagnosi. 10. Le variabili intervenienti sono: processi che non hanno nulla a che fare con la ricerca. processi che ci permettono di testare le ipotesi fatte. processi che stabiliscono un collegamento non chiaramente osservabile tra variabile indipendente e dipendente. processi che vengono usati per mettere in contrapposizione la variabile indipendente e dipendente. 01. Una variabili interveniente è: la variabile manipolata dal ricercatore. un intermediario tra variabili indipendenti e variabili dipendenti che può essere osservato direttamente. una variabile che subisce l'effetto di un'altra variabile. un intermediario tra variabili indipendenti e variabili dipendenti che non può essere osservato direttamente. 02. Una teoria deve essere: tutte le alternative. Logica. Precisa. Parsimoniosa. 01. Quando analizziamo i rischi di una ricerca: facciamo riferimento alle paure che ogni soggetto manifesta. facciamo riferimento principalmente ai rischi che superano il rischio minimo. facciamo riferimento solo ai rischi che sono inferiori al rischio minimo. facciamo riferimento solo al rischio minimo. 02. Il rischio minimo in una ricerca è: il rischio che un soggetto corre tutti i giorni svolgendo le attività della vita quotidiana. il rischio che un soggetto è obbligato a sopportare per partecipare ad una ricerca. il rischio che non deve essere fatto correre al soggetto quando partecipa alla ricerca. un rischio specifico correlato alla ricerca. 03. Una ricerca deve rispettare: Solo Standard etici. Standard etici e metodologici. Solo Standard metodologici. nessuno standard. 04. Il codice etico: non riguarda la ricerca in psicologia. prevede norme che mirano ad evitare sofferenza ai partecipanti ad una ricerca. non prende in considerazione i possibili rischi legati ad una ricerca. prevede norme che mirano aumentare il livello di precisione metodologica. 05. Il principio della tutela del benessere sottolinea che: è necessario preservare il benessere psico-fisico e il grado di sicurezza e autostima dei partecipanti. Il ricercatore può usare la sua posizione di potere per reclutare soggetti. in nessun caso la ricerca deve mirare a generare o giustificare sofferenza e oppressione. il ricercatore deve promuovere la discriminazione quando questa lo aiuta nella conferma della propria ipotesi. 06. Il principio di responsabilità sociale afferma che: in nessun caso la ricerca deve mirare a generare o giustificare sofferenza e oppressione. è necessario preservare il benessere psico-fisico e il grado di sicurezza e autostima dei partecipanti. sarebbe opportuno evitare comportamenti opportunistici o ambigui e non abusare del proprio ruolo istituzionale e delle situazioni di asimmetria. il ricercatore deve evitare e contrastare ogni forma di discriminazione. 07. Il consenso informato: prevede che, di norma, possano essere omesse delle informazioni al soggetto. richiede che vengano fornite tutte le informazioni sulla ricerca per permettere di dare un consenso consapevole. non riguarda la ricerca in psicologia. non richiede che vengano indicati i rischi che il soggetto potrebbe correre durante una ricerca. 08. Il principio del rispetto della dignità della persona afferma che: il ricercatore deve promuovere la discriminazione quando questa lo aiuta nella conferma della propria ipotesi. è necessario preservare il benessere psico-fisico e il grado di sicurezza e autostima dei partecipanti. non prende in considerazione il concetto di discriminazione. il ricercatore deve evitare e contrastare ogni forma di discriminazione. 09. Il principio di integrità dice che il ricercatore dovrebbe: non abusare del proprio ruolo istituzionale. evitare comportamenti opportunistici o ambigui. non abusare delle situazioni di asimmetria. tutte le alternative. 10. Il codice etico italiano per la ricerca e l'insegnamento della psicologia contiene al suo interno: principi metodologici. principi generali, regole di condotta e disposizioni attuative. regole che ogni clinico deve rispettare. norme che regolano lo stanziamento dei fondi per la ricerca e l'insegnamento. 11. Il principio Competenza riporta che: il ricercatore può usare qualsiasi strumento lo aiuti nella verifica della propria ipotesi. in nessun caso la ricerca deve mirare a generare o giustificare sofferenza e oppressione. il ricercatore deve usare solo strumenti creati da lui. il ricercatore dovrebbe utilizzare solo metodi e tecniche per cui possiede un'adeguata preparazione. 01. Quando si conduce una ricerca sugli animali: l'importante è che gli animali siano nutriti. ci sono delle norme etiche da seguire. non è necessario informare il comitato etico. non è necessario porsi problemi etici. 02. Nel consenso informato: Vanno riportati tutti i rischi che il soggetto potrebbe correre partecipando alla ricerca. Vanno omessi tutti i rischi che il soggetto potrebbe correre partecipando alla ricerca. si chiede al soggetto di esprimere le sue aspettative circa la ricerca. Si decide quali rischi riportare e quali no in base alla probabilità che il soggetto partecipi alla ricerca. 03. Se i soggetti accettano di partecipare ad una ricerca: tutte le alternative. possono ritirarsi quando vogliono senza fornire spiegazioni. possono ritirarsi ma si devono rassegnare a subire delle ritorsioni da parte dei ricercatori. sono obbligati a portare a termine l'esperimento. 04. Durante una ricerca: dobbiamo forzare i partecipanti perché ci diano accesso a informazioni riservate. possiamo divulgare informazioni sensibili senza il consenso del soggetto interessato. i ricercatori devono conoscere tutto dei loro soggetti. bisogna preservare la privacy dei partecipanti. 05. L'uso dell'inganno nella ricerca: non è consentito quando è finalizzato a convincere un soggetto a partecipare. è consentito se serve a minimizzare i rischi di una ricerca agli occhi dei partecipanti. è sempre consentito. può essere usato per reclutare soggetti. 06. Dopo aver condotto una ricerca che prevedeva l'uso dell'inganno il debriefing è necessario per: spiegare le reali finalità della ricerca. proseguire con l'inganno e raccogliere altri dati. convincere i soggetti a non sporgere denuncia. evitare che i partecipanti capiscano la vera finalità dell'esperimento. 07. Quando si fa ricerca con gli animali: non è necessario preoccuparsi della loro sofferenza. si dovrebbe evitare l'uso di metodi alternativi. non è necessario informare il comitato etico. è bene non eccedere il numero minimo di animali che servono per la verifica delle ipotesi. 01. Quando si scrive un paper le questioni etiche sono legate a: nessuna delle alternative. il plagio. entrambe le alternative. gli autori. 02. In un articolo l'ordine degli autori: è sempre alfabetico. non è indicativo del contributo di ciascuno. identifica il contributo di ciascuno al lavoro. è legato all'anzianità. 03. Quando in un articolo si riporta il lavoro di altri: non è necessario riportare la fonte. la fonte può essere riportata in modo sommario. si può fare in modo che sembri fatto da noi. va sempre riportata la fonte. 01. La divulgazione di una ricerca può essere: nessuna delle alternative. non scientifica. scientifica. entrambe le alternative. 02. Quando si comunicano i risultati della ricerca è importante: usare sempre un linguaggio molto tecnico. spiegare ogni cosa in maniera prolissa. non adattare il contenuto al tipo di pubblicazione. adeguare il prodotto al pubblico a cui ci rivolgiamo. 03. Un libro può servire per divulgare una ricerca in modo: nessuna delle alternative. scientifica. entrambe le alternative. non scientifico. 01. Quando si partecipa ad un convegno è possibile: fare una presentazione orale. nessuna delle alternative. entrambe le alternative. fare una presentazione scritta. 02. Una tesi di laurea magistrale: solitamente è il primo approccio ad una ricerca scientifica. deve essere compilativa. non prevedere nessuna attività di ricerca. è uguale a quella triennale. 01. Secondo Omero e Aristotele: l'attività psichica non poteva essere indagata. l'attività psichica risiedeva nel cervello. l'attività psichica risiede nel fegato. l'attività psichica risiedeva nel cuore. 02. Gli ideologi: negano il concetto di pensiero. ritengono che pensiero e cervello siano separabili. ritengono che pensiero e anima non siano separabili. ritengono che pensiero e cervello non siano separabili. 03. La mente e il corpo per Cartesio si collegano: Attraverso la ghiandola pineale. Non entrano mai in contatto. nel cuore. Attraverso la ghiandola surrenale. 04. La nascita della psicologia è stata influenzata da: filosofia, astronomia, biologia e fisiologia. è nata subito come scienza autonoma. nessuna delle alternative. solamente dalla fisiologia. 05. Pitagora riteneva che l'attività psichica: derivasse dal cuore. derivasse dal fegato. derivasse dal cervello. non si potesse parlare di attività psichica. 06. Secondo Aristotele: non si è mai occupato della mente. l'uomo nasce con delle "idee innate". la mente è una tabula rasa. non è possibile indagare l'attività psichica. 07. Secondo Aristotele è possibile studiare l'uomo perché: esso è assimilabile agli dei. esso è a metà strada tra gli dei e la natura. tutte le alternative. esso fa parte della natura. 08. La dottrina cattolica ha arrestato lo sviluppo della psicologia perché: credeva che l'uomo, in quanto animale, non meritasse di essere studiato. riteneva che l'uomo non potesse essere studiato perché troppo simile a Dio. non è corretto affermare che la dottrina cattolica ha arrestato lo sviluppo della psicologia. tutte le attenzioni dovevano essere rivolte allo studio di Dio. 09. Secondo Cartesio la Res cogitans è: l'anima pensante ma priva di estensione. non fa parte dell'uomo. L'unione di mente e corpo. una macchina perfetta e autonoma. 10. Secondo Cartesio la Res extensa è: L'unione di mente e corpo. L'anima pensante ma priva di estensione. non fa parte dell'uomo. Una macchina perfetta e autonoma. 11. Cartesio riteneva che la mente contenesse: Idee innate, idee provenienti dai sensi e idee provenienti dalla memoria. nessuna idea innata, solo idee apprese. Solo idee provenienti dai sensi e dalla memoria. Solo idee innate. 12. l metodo d'indagine dell'associazionismo era: l'introspezione. l'osservazione del comportamento. la somministrazione di test di massima performance. l'osservazione partecipante. 13. Per Cartesio le idee innate: derivano dalla percezione del mondo. non esistono. coincidono con i ricordi. sono principi basilari che organizzano le altre idee. 14. Gli empiristi: credono che l'attività psichica risiedeva nel cuore. Studiano i processi che si svolgono nell'intelletto. Studiano solo il comportamento manifesto. Cercano di capire se esiste la mente. 15. I fondatori dell'empirismo sono considerati: Freud e Cartesio. Locke e Cartesio. Locke e Hume. Cartesio e Hume. 16. Gli empiristi: ritengono che esistano delle idee innate. Studiano solo il comportamento manifesto. adottano il concetto aristotelico di mente come Tabula Rasa. non si occupano di studiare i contenuti della mente. 17. Per gli empiristi la conoscenza: risiede nel cuore. è in parte innata. deriva unicamente dall'esperienza. è completamente innata. 18. Hume può essere considerato il padre: del razionalismo. del comportamentismo. della psicoanalisi. dell'associazionismo. 19. Secondo Hume i processi fondamentali della mente sono: le associazioni. le idee innate. la rimozione. i ricordi. 20. Hume sosteneva che le associazioni possono essere fatte: per vicinanza, verosimiglianza e casualità. per somiglianza, per contiguità e per causazione. attraverso una rete neurale simile ad un computer. per somiglianza e casualità. 01. Lo strutturalismo: nasce dal funzionalismo. adotta in maniera rigorosa il metodo dell'introspezione. studia l'anima. si basa sui principi di Darwin. 02. Il metodo sottrattivo serve a rilevare: la tipologia di fibre nervose. la velocità di conduzione delle fibre nervose. la composizione delle fibre nervose. la forma delle fibre nervose. 03. Dall'astronomia la psicologia eredita: il concetto di idee innate. il concetto di tempi di reazione. il concetto di movimento. il concetto osservazione. 04. Helmholtz ha inventato: il metodo sottrattivo. la psicoanalisi. le qualità gestalt. l'arco riflesso. 05. I concetti che la psicologia ha ereditato da Darwin sono: rimozione e ereditarietà. ereditarietà e adattamento. adattamento e accomodamento. Res extensa e Res cogitans. 06. Chi fondò il primo laboratorio di psicologia sperimentale?. Wundt. Weber. Cartesio. Freud. 07. Il metodo privilegiato da Wundt è: l'uso delle neuroimmagini. l'introspezione. il metodo sottrattivo. l'analisi del comportamento manifesto. 08. Lo strutturalismo studia: l'esperienza in quanto slegata dal soggetto esperiente. l'esperienza in quanto dipendente dal soggetto esperiente. l'esperienza in quanto indipendente dal soggetto esperiente. rimozione e ereditarietà. 09. Per gli strutturalisti l'introspezione deve basarsi sui concetti di: accomodamento ed errore dello stimolo. criterio elementaristico ed errore dello stimolo. rimozione e ereditarietà. ereditarietà e adattamento. 10. Per gli strutturalisti: mente e coscienza sono separati. non esiste la coscienza ma solo la mente. mente e coscienza sono sinonimi. non esiste la mente ma solo la coscienza. 01. Wertheimer ha scoperto: Il movimento stroboscopico. l'introspezione. La legge di Bell-Magendie. il metodo sottrattivo. 02. Le leggi della segmentazione del campo visivo permettono di: spiegare come viene percepito il movimento. spiegare come viene percepita una figura. spiegare come viene percepito un suono. adotta in maniera rigorosa il metodo dell'introspezione. 03. Per la Gestalt all'interno di un campo le leggi: dipendono dalle relazioni tra gli elementi presenti. non possono essere indagate. dipendono dai singoli elementi presenti nel campo. non esistono. 04. I principi di unificazione formale della Scuola della Gestalt: sono stati sviluppati da Freud. sono basati sul condizionamento. descrivono il comportamento delle parti presenti nel campo. riguardano principalmente la percezione uditiva. 05. Per la Gestalt l'organizzazione di base e più semplice della percezione è: la legge della chiusura. la dicotomia figura-sfondo. l'arco riflesso. la dicotomia chiaro-scuro. 06. La legge della somiglianza afferma che: A parità di condizioni si tende a chiudere uno spazio percettivo completando il contorno e ignorando la presenza di una interruzione grafica. Ci sono regole per stabilire come una configurazione di stimoli verrà percepita e organizzata. Il campo percettivo si segmenta in modo che ne risultino oggetti il più possibile equilibrati, armonici. A parità di condizioni gli elementi che appaiono simili verranno percepiti come parte di una medesima forma. 07. La legge della pregnanza afferma che: A parità di condizioni gli elementi più prossimi andranno a costituire la medesima forma. Ci sono regole per stabilire come una configurazione di stimoli verrà percepita e organizzata. Il campo percettivo si segmenta in modo che ne risultino oggetti il più possibile equilibrati, armonici. A parità di condizioni gli elementi che appaiono simili verranno percepiti come parte di una medesima forma. 08. I fondatori della scuola della Gestalt sono: Donders, Köhler e Weber. Koffka, Köhler e Wertheimer. Koffka, Wundt e Weber. Loke e Donders. 09. Che cosa è una gestalt?. Un oggetto di ordine superiore con caratteristiche proprie. Una proprietà del comportamento. Si tratta di un fenomeno che riguarda esclusivamente la percezione uditiva. l'esperienza in quanto slegata dal soggetto esperiente. 01. Piaget ricerca, attraverso il suo lavoro: la legge della pregnanza. le basi fisiologiche del pensiero. i principi e i metodi della conoscenza. l'inconscio. 02. I metodi che Piaget applica per la sua ricerca sono: Osservazione partecipante, questionari e Metodo relazionale. Rilievi fisiologici e Metodo critico. Osservazione guidata, Metodo clinico e Metodo critico. neuroimaging. 03. Il metodo clinico utilizzato da Piaget: può essere applicato anche con neonati. si basa sull'ipnosi. non ci aiuta a capire le rappresentazioni del mondo del soggetto. Permette, tramite una conversazione, di analizzare i pensieri del soggetto e condurlo verso una riflessione guidata. 04. Piaget si è occupato di: Epistemologia Genetica e Psicologia dello sviluppo. Epistemologia anarchica e Psicologia dello sviluppo. psicoanalisi e comportamentismo. Epistemologia anarchica e Psicologia sociale. 05. Per Piaget l'assimilazione è: la cancellazione di vecchi schemi mentali. la selezione naturale di caratteri dominanti. la creazione di nuovi schemi mentali senza usare quelli precedentemente immagazzinati. l'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema comportamentale o cognitivo già acquisito. 06. Nello stadio pre-operatorio di Piaget i bambini: Adottano il ragionamento trasduttivo. sono in uno stato di egocentrismo radicale. Apprendono il concetto di reversibilità. la selezione naturale di caratteri dominanti. 07. Per Piaget l'adattamento è caratterizzano da: assimilazione e adattamento. ipnosi e rimozione. assimilazione e accomodamento. omeostasi e caos. 08. Per Piaget l'accomodamento è: la creazione di nuovi schemi mentali senza usare quelli precedentemente immagazzinati. l'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema comportamentale o cognitivo già acquisito. la modifica della struttura cognitiva o dello schema comportamentale per accogliere nuovi oggetti o eventi. la selezione naturale di caratteri dominanti. 09. Per Piaget gli stadi dello sviluppo cognitivo: si susseguono sempre nello stesso ordine e non possono essere anticipati. si sviluppano in ordine diverso a seconda dei soggetti. non esistono. sono reversibili e indipendenti. 10. Il metodo critico utilizzato da Piaget: può essere applicato anche con neonati. si avvale di materiale sperimentale che il bambino usa per risolvere quesiti problematici. si basa sull'ipnosi. si avvale di materiale sperimentale scelto dal soggetto. 01. Le Skinner-box venivano usate per;. Studiare il comportamento animale. Studiare il comportamento rispondente. analizzare l'arco riflesso. Studiare il comportamento umano. 02. Skinner divide il comportamento in: appreso e innato. rispondente e operante. manipolato e libero. condizionato e incondizionato. 03. Il comportamentismo promuove: Lo studio dell'attività mentale attraverso meccanismi di inferenza. Un metodo fondato sulla osservazione esclusiva dei comportamenti manifesti. la selezione naturale di caratteri dominanti. Un metodo di osservazione attiva dei pensieri dei soggetti. 04. Qual è il principale metodo di investigazione dei comportamentisti?. La stimolazione ambientale. L'uso di questionari. L'uso della regressione lineare. L'ipnosi. 05. Per il comportamentismo: L'oggetto di studio deve essere il comportamento osservabile. La mente diventa accessibile ad un'analisi approfondita. le associazioni. L'oggetto di studio deve essere la mente. 06. Perché il comportamentismo afferma che la mente è una black box?. Perché paragona il funzionamento dell'essere umano a quello di una macchina. perché la scatola cranica è nera. Perché i fenomeni psicologici che si verificano al suo interno non possono essere osservati direttamente. Perché i fenomeni psicologici che si verificano al suo interno possono essere osservati direttamente. 07. Il fenomeno del condizionamento classico è stato scoperto da: Thorndike. Freud. Skinner. Pavlov. 08. Nell'esperimento di Pavlov la salivazione può essere: nessuna delle due. la risposta incondizionata. entrambe. la risposta condizionata. 09. Nell'esperimento di Pavlov la carne: non è prevista. è lo stimolo incondizionato. è lo stimolo convenzionato. è lo stimolo complementare. 10. La legge dell'effetto di Thorndike afferma che: Un'azione accompagnata o seguita da uno stato di soddisfazione tenderà a ripresentarsi più spesso e viceversa. E' necessario consolidare l'apprendimento attraverso l'esercizio. l'apprendimento avviene per assimilazione e accomodamento. L'apprendimento non avviene per tentativi ed errori. 11. Per Thorndike l'apprendimento: non può mai venire rinforzato. segue le leggi della Gestalt. si basa su idee innate. avviene per tentativi ed errori. 12. per Watson il comportamento è: non è osservabile scientificamente. non esiste. un'azione complessa formata dalla combinazione di reazione più semplici. un'azione semplici non scomponibile. 13. Gli studi di Tolman l'hanno portato ad affermare che: il paradigma classico "stimolo-risposta" non esiste. l'apprendimento potrebbe essere latente. l'apprendimento avviene per assimilazione e accomodamento. il paradigma classico "stimolo-risposta" non è applicabile sugli animali. 14. Thorndike si è occupato di studiare: la dissociazione mente-anima. le leggi della Gestalt. le modalità attraverso le quali persone procederebbero per la risoluzione dei problemi". la regressione lineare. 01. Secondo il modularismo la mente è composta da: i sistemi di input e sistemi di output. processi di feedback. i sistemi di input e sistemi centrali. processi che ci permettono di testare le ipotesi fatte. 02. L'acronimo TOTE sta per: testare, osservare, tradurre, eliminare. test, options, test, exams. test, opzione, test, elaborazione. test, operate, test, exit. 03. Il cognitivismo vuole studiare: il funzionamento della mente, che è intendersi come una black box. processi mentali mediante i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo, elaborate, memorizzate e recuperate. l'accomodamento e l'assimilazione. il paradigma "stimolo-risposta". 04. Il termine cognitivismo viene coniato da: Mill. Freud. Neisser. Tolman. 05. Per i cognitivisti: la mente funziona come un hardware e il cervello come un software. la mente è connessa all'anima. mente e computer non hanno nulla in comune. la mente funziona come un software e il cervello come un hardware. 06. Neisser ha sviluppato: Le leggi della segmentazione del campo visivo. La legge del trasferimento. il concetto di arco riflesso. Modello HIP, Human Information Processing. 07. Secondo il connessionismo la mente elabora le informazioni: parallelamente sfruttando sistemi collegati in rete. parallelamente sfruttando sistemi sequenziali. sequenzialmente sfruttando sistemi collegati in rete. sequenzialmente sfruttando sistemi sequenziali. 01. L'intelligenza cristallizzata è: Valuta l'efficienza dei meccanismi di ragionamento. connessa alla concezione di intelligenza di Wechsler. correlata a connotati emotivi. Si modifica quando apprendiamo nuove conoscenze. 02. La teoria di Cattel: fa riferimento all'intelligenza emotiva. si basa sulla teoria del QI. prende spunto dalla concezione di intelligenza di Wechsler. divide il fattore g di Spearman in due sottocomponenti. 03. L'età mentale: Corrisponde alle capacità massime dei bambini di ogni età. corrisponde al QI. Corrisponde alle capacità minime dei bambini di ogni età. Corrisponde alle 'capacità medie' dei bambini di ogni età. 04. Per Binet l'intelligenza è: un processo sequenziale di elaborazione di informazioni. un costrutto unitario. un costrutto multiplo, costituito da varie abilità. un elaboratore di informazioni che agisce in serie. 05. Per Guilford: Le capacità mentali sono ordinate secondo due assi: Operazioni e Prodotti. Le capacità mentali sono ordinate secondo due assi: Operazioni e contenuti. Le capacità mentali sono ordinate secondo tre assi: Operazioni, Contenuti e Prodotti. Le capacità mentali sono ordinate secondo tre assi: Operazioni, Emozioni e Memorie. 06. Guilford ha sviluppato: la teoria dell'intelligenza multipla. la teoria dell'intelligenza fluida. la teoria dell'intelligenza emotiva. la teoria dell'intelligenza cristallizzata. 07. L'intelligenza fluida è: Valuta l'efficienza dei meccanismi di ragionamento. connessa alla concezione di intelligenza di Wechsler. Si modifica quando apprendiamo nuove conoscenze. correlata a connotati emotivi. 08. Per Cattel l'intelligenza è: emotiva e fluida. verbale e di performance. fluida e cristallizzata. statica e dinamica. 09. Le teorie per spiegare l'intelligenza possono essere: solo unitarie. Unitarie o multiple. solo multiple. nessuna delle alternative. 10. Secondo Spearman : L'intelligenza è una capacità generale, trasversale e comune a diverse abilità specifiche. esiste l'intelligenza emotiva. l'intelligenza non è studiabile. L'intelligenza è una capacità mutipla, specifica per ogni tipo di abilità. 01. Il processo di ricerca è: Lineare. Causale. aleatorio. circolare. 02. Il processo di ricerca è basato su un approccio: relativo. scientifico. ingenuo. casuale. 03. In quante fasi può essere diviso il processo di ricerca: 7. 6. 5. 10. 04. La fase della pianificazione di una ricerca: È slegata dalla fase dell'individuazione della domanda di ricerca. Precede l'individuazione della domanda di ricerca. Porta alla definizione del disegno di ricerca. Si basa sull'interesse personale del ricercatore. 01. Il concetto di "Serendipity" si riferisce a: scoperte fatte casualmente mentre si stavano indagando altri fenomeni. l'assenza di scoperte nonostante un lungo periodo di ricerche. scoperte fatte dopo lunghi periodi di ricerche sullo stesso fenomeno. scoperte fatte dopo brevissimi periodi di ricerche sullo stesso fenomeno. 02. L'influenza del lavoro di altri ricercatori può manifestarsi: in maniera sistematica. entrambe le alternative. in maniera euristica. nessuna delle alternative. 03. H0 afferma: La presenza dell'effetto. Le caratteristiche dell'effetto. L'assenza dell'effetto. l'ipotesi che la ricerca abbia successo. 04. H1 afferma: l'ipotesi che la ricerca non abbia successo. L'assenza dell'effetto. La presenza dell'effetto. Le caratteristiche dell'effetto. 05. Una volta identificato il problema sarà necessario: interrompere il processo. comunicare i risultati. analizzare i dati. definire le domande di ricerca. 06. L'ipotesi alternativa è anche detta: H1. H0. nessuna delle alternative. HA. 07. I problemi che guidano una ricerca possono nascere: da problemi pratici. Tutte le alternative presenti. dagli interessi personali del ricercatore. dalla competizione con altri ricercatori. 08. La prima fase del processo di ricerca permette di: analizzare i dati. comunicare i risultati. definire il problema. raccogliere i dati. 09. E' nella fase della pianificazione di una ricerca che il ricercatore: somministra gli strumenti di misura. comunica alla comunità scientifica l'esito della ricerca. organizza i dati ottenuti. decide il disegno sperimentale da adottare. 10. L'ipotesi nulla è anche detta: H1. H0. nessuna delle alternative. HN. 01. Il campionamento ci permette di: definire i compiti sperimentali. definire le procedure per misurare o osservare un concetto. estrarre dalla popolazione il campione. assegnare i soggetti del campione alle condizioni sperimentali. 02. La definizione operativa di un concetto viene detta: operazionalizzazione. assegnazione. riorganizzazione. campionamento. 03. Le procedure di assegnazione permetto di: estrarre dalla popolazione il campione. definire i compiti sperimentali. assegnare i soggetti del campione alle condizioni sperimentali. definire le procedure per misurare o osservare un concetto. 04. La popolazione è: l'insieme di tutti gli eventi di interesse per il ricercatore. l'insieme dei soggetti a cui verrà sottoposto il trattamento sperimentale. un insieme di eventi tratto dalla popolazione. l'insieme delle persone escluse dalla ricerca. 05. Il campione è: un insieme di eventi tratto dalla popolazione. l'insieme di tutti gli eventi che non interessano al ricercatore. l'insieme di tutti gli eventi di interesse per il ricercatore. l'insieme delle persone escluse dalla ricerca. 06. I metodi di osservazione possono essere: quantitativi. qualitativi. entrambi. nessuna delle alternative. 07. I metodi di ricerca sono: le modalità con cui si correggono i test. i metodi per registrare le evidenze empiriche. le modalità con cui una ricerca viene organizzata. le modalità con cui vengono comunicati i risultati. 08. I metodi di ricerca possono essere inclusi in tre categorie: scientifici, ingenui e casuali. cognitivi, di massima e di tipica performance. Descrittivi, veri esperimenti, quasi esperimenti. fattoriale, con una variabile, casuale. 01. La provenienza geografica di un individuo rilevata analizzando le diverse province d'origine può essere considerata una variabile: nominale. ad intervalli. ordinale. a rapporti equivalenti. 02. Le variabili quantitative sono: Ordinali e a rapporti. Nominali e ad intervalli. Ad intervalli e a rapporti. Nominali e ordinali. 03. Le variabili ordinali e nominali assumono modalità: che hanno valore numerico. che possono essere rappresentate secondo una scala ad intervalli. non appartengono al campione analizzato. prive di valore numerico. 04. Una variabile è nominale quando: È presente uno zero assoluto. I suoi valori possono solo essere divisi in categorie discrete diverse. I suoi valori possono essere ordinabili. L'intervallo tra i livelli è costante. 05. Una variabile è ordinale quando: I suoi valori sono diversi ma non ordinabili. L'intervallo tra i livelli è costante. I suoi valori oltre ad essere diversi sono anche ordinabili. È presente uno zero assoluto. 06. La misurazione è: il processo che ci permette di capire quali sono gli strumenti migliori da utilizzare. l'associazione tra un oggetto e un evento in base a regole di corrispondenza. un processo che ci permette di comprendere la complessità della realtà. l'associazione tra una categoria e oggetti, eventi o individui in base a regole di corrispondenza. 07. Le variabili qualitative sono: Nominali e ordinali. Ordinali e a rapporti. Ad intervalli e a rapporti. Nominali e ad intervalli. 08. La terza fase del processo di ricerca prevede: la definizione del problema. la raccolta dei dati. l'analisi dei dati. la comunicazione dei risultati. 09. Una variabile è: il problema che viene analizzato nella ricerca. ciò a cui si applica la misurazione. ogni soggetto che partecipa alla ricerca. ogni caratteristica del soggetto che può assumere valori diversi. 10. Un caso può essere definito come: ciò a cui si applica la misurazione. ogni caratteristica del soggetto che può assumere valori diversi. il problema che viene analizzato nella ricerca. le variazioni di una variabile. 11. Una variabile a rapporti equivalenti: È caratterizzata da elementi che possono essere solo categorizzati. Prevede uno zero assoluto. È caratterizzata da elementi che possono essere numerati. È caratterizzata da elementi che possono essere solo ordinati. 12. In una variabile a intervalli: non è possibile sapere a priori che caratteristiche assumerà l'intervallo. l'intervallo tra i livelli è costante. l'intervallo tra i livelli è discontinuo. non è presente nessun intervallo. 13. Una variabile continua: può assumere ogni valore in un intervallo di numeri reali. Può assumere solo un numero finito di valori. Può assumere solo un valore. Non può assumere nessun valore. 14. Una variabile discreta: Può assumere un numero infinito di valori. Può assumere solo un valore. Può assumere solo un numero finito di valori. Non può assumere nessun valore. 15. Una variabile si dice indipendente quando: influisce sulla variabile dipendente senza esserne influenzata. non viene presa in considerazione all'interno del disegno sperimentale. è l'unica variabile presa in esame all'interno della ricerca. influisce sulla variabile dipendente e ne viene a sua volta influenzata. 16. Una variabile si dice dipendente quando: viene influenzata dalle caratteristiche del campione. influisce sulla variabile indipendente senza esserne influenzata. subisce l'influenza della variabile indipendente senza influenzarla a sua volta. risente dell'influenza dello sperimentatore. 01. La codifica dei dati prevede: la trasformazione dei dati raccolti in numeri. la definizione del problema. la trasformazione dei dati in materiale verbale. la compilazione dei questionari. 02. Nelle tabelle di contingenza vengono inserite: le frequenze con cui ogni combinazione di variabili si presenta. le mediane con cui ogni variabile si presenta. le deviazioni standard con cui ogni combinazione di variabili si presenta. le medie con cui ogni combinazione di variabili si presenta. 03. La quarta fase della ricerca prevede: la creazione delle ipotesi. la definizione del problema. la raccolta dei dati. l'analisi dei dati. 04. La statistica multivariata si applica all'analisi di: due variabili. tutte le alternative. molte variabili. una variabile. 05. La statistica bivariata si applica all'analisi di: due variabili. una variabile. tutte le alternative. molte variabili. 06. La statistica univariata si applica all'analisi di: due variabili. tutte le alternative. molte variabili. una variabile. 07. La statistica confermativa permette di: controllare se ci sono dati mancanti. verificare un modello di relazione tra dati. capire le relazioni tra dati per ipotizzare una teoria. tutte le alternative. 08. La statistica esplorativa ci permette di: capire le relazioni tra dati per ipotizzare una teoria. verificare un modello di relazione tra dati. controllare se ci sono dati mancanti. tutte le alternative. 09. Le affermazioni della statistica inferenziale possono essere: verifica delle ipotesi. entrambe. stime. nessuna delle alternative. 10. La statistica inferenziale permette di: descrivere, rappresentare e sintetizzare un insieme di dati. definire le ipotesi di ricerca. organizzare i dati da inserire nel dataset. generalizzare alla popolazione le informazioni ottenute. 11. La statistica descrittiva permette di: definire le ipotesi di ricerca. generalizzare alla popolazione le informazioni ottenute. descrivere, rappresentare e sintetizzare un insieme di dati. organizzare i dati da inserire nel dataset. 12. Nelle matrici di dati: vengono inserite delle descrizioni verbali di ogni soggetto. vengono inserite le mediane di ogni variabile. vengono inserite le frequenze di ogni variabile. vengono inseriti i dati di ogni soggetto per ogni variabile. 13. Le tabelle di contingenza: sono rappresentazioni grafiche come gli istogrammi. Sono tabella a singola entrata. Sono tabella a doppia entrata in cui le righe rappresentano i soggetti e le colonne le variabili. Sono tabella a doppia entrata in cui vengono incrociate due variabili. 14. Nella statistica descrittiva i dati vengono riportati usando: tabelle, grafici e indici di sintesi. Spss, jasp, excel. pubmed e web of science. resoconti verbali. 01. La competenza di un ricercatore viene valutata principalmente basandosi su: il numero e la qualità di articoli scientifici prodotti. gli encomi ricevuti. il numero di pazienti che ha visto. il numero e la quantità di tesi prodotte. 02. La quinta fase del processo di ricerca prevede: l'analisi dei dati. l'interpretazione dei dati. la definizione del problema. la raccolta dei dati. 03. La fase di interpretazione dei dati permette di: definire le ipotesi di ricerca. organizzare i dati in modo che vengano analizzati statisticamente. far conoscere ad altri i risultati del proprio lavoro. capire se i risultati sono in linea con l'ipotesi di partenza. 04. La sesta fase del processo di ricerca prevede: la definizione del problema. l'interpretazione dei dati. la raccolta dei dati. la comunicazione dei dati. 05. Quando interpretiamo i risultati di una ricerca: applichiamo le analisi statistiche previste. lo facciamo alla luce di una teoria di riferimento. organizziamo i dati in un dataset. procediamo alla pubblicazione di un articolo. 01. Tra le tipologie di articolo scientifico troviamo: l'articolo di giornale. l'articolo sperimentale. nessuna delle alternative. il post di un blog. 02. In un articolo l'abstract serve per: descrivere il disegno sperimentale. Elencare di tutti gli articoli citati. riassumere il contenuto. presentare il campo di indagine. 03. In un articolo la parte definita "metodi" serve per: riassumere il contenuto. descrivere il disegno sperimentale. presentare il campo di indagine. Elencare di tutti gli articoli citati. 04. In un articolo l'introduzione serve per: presentare il campo di indagine. descrivere il disegno sperimentale. Elencare di tutti gli articoli citati. riassumere il contenuto. 01. Il campionamento del tempo prevede di: distribuire le osservazioni in diversi periodi della giornata. tutte le alternative. compiere le osservazioni tutte nello stesso momento della giornata. non preoccuparsi di quando vengono svolte le osservazioni. 02. Le strategie di campionamento della situazione ci permettono di: entrambe le risposte sono corrette. osservare un minor numero di soggetti. osservare diverse sfaccettature dello stesso comportamento. nessuna delle alternative. 03. Le strategie di campionamento della situazione. permettono di fare inferenze causali. prevedono che il ricercatore fissi la durata dell'osservazione e distribuire questi intervalli casualmente durante la giornata. richiedono che uno stesso comportamento venga osservato in più situazioni diverse. richiedono che uno stesso comportamento venga osservato in una sola situazione. 04. Durante le procedure di campionamento dell'evento il ricercatore: non dovrà limitarsi ad osservare solo i comportamenti che confermano la sua ipotesi di partenza. dovrà osservare tutti i comportamenti che si verificano in un determinato lasso di tempo. non sa cosa vuole osservare. non dovrà osservare tutti i comportamenti che soddisfano una descrizione predefinita. 05. Le strategie di campionamento dell'evento si applicano quando: tutte le alternative. vogliamo osservare comportamenti ordinari e frequenti. si vogliono osservare eventi speciali o imprevedibili. il ricercatore non sa cosa vuole osservare. 06. Nel campionamento del tempo, la selezione casuale prevede: tutte le alternative. di programmare degli intervalli di tempo durante tutta la giornata in cui verranno svolte le osservazioni. di fissare la durata dell'osservazione e distribuire questi intervalli casualmente durante la giornata. di organizzare di giorno in giorno le osservazioni in base alla disponibilità dei soggetti. 07. Nel campionamento del tempo, la selezione sistematica prevede: di programmare degli intervalli di tempo durante tutta la giornata in cui verranno svolte le osservazioni. di fissare la durata dell'osservazione e distribuire questi intervalli casualmente durante la giornata. di organizzare di giorno in giorno le osservazioni in base alla disponibilità dei soggetti. tutte le alternative. 08. Le strategie di campionamento del tempo sono: nessuna delle alternative. selezione sistematica. selezione casuale. entrambe. 09. Il campionamento del tempo non può essere applicato: quando il comportamento da osservare è raro. nessuna delle alternative. quando il comportamento da osservare è lungo. entrambe le alternative. 10. Le strategie di campionamento del comportamento comprendono: il campionamento dei soggetti e le procedure di assegnazione. il campionamento della validità interna ed esterna. il campionamento di tempo, eventi, situazioni e soggetti. tutte le alternative. 11. Fare inferenze circa il fenomeno che si sta osservando significa svolgere: un'osservazione ingenua. un'osservazione scientifica. entrambe le alternative. nessuna delle due alternative. 12. L'osservazione può essere: nessuna delle alternative. ingenua. scientifica. entrambe. 13. I metodi descrittivi sono usati per: nessuna delle alternative. condurre delle analisi preliminari. valutare la relazione causale tra due variabili. manipolare sperimentalmente le variabili. 14. Quando applichiamo i metodi descrittivi ad una ricerca: possiamo usare solamente procedure di assegnazione casuali. possiamo usare solamente procedure di assegnazione a blocchi. possiamo adottare procedure di assegnazione dei soggetti casuali. non possiamo adottare procedure di assegnazione casuali dei soggetti. 15. Un disegno di ricerca che adotta i metodi descrittivi permette: nessun controllo sulle variabili. un completo controllo di tutte le variabili. un parziale controllo delle variabili. di non analizzare delle variabili. 16. Un disegno di ricerca quasi sperimentale permette: un completo controllo di tutte le variabili. un parziale controllo delle variabili. nessun controllo sulle variabili. di non analizzare delle variabili. 17. Un disegno di ricerca sperimentale permette: un completo controllo di tutte le variabili. nessun controllo sulle variabili. un parziale controllo delle variabili. di non analizzare delle variabili. 18. Durante un'osservazione scientifica: sono i soggetti a definire le regole che il ricercatore deve seguire. devono essere seguite delle procedure rigide e devono essere create situazioni strutturate. non richiede che vengano seguite delle procedure rigide e che vengano create situazioni strutturate. si osserva senza usare strumenti di rilevazione precisi. 01. Uno dei problemi dell'osservazione naturalistica riguarda: non intrusività, non artificiosità e sistematicità delle osservazioni. il fatto che le tempistiche devono essere strutturate in maniera rigida. il fatto che le tempistiche potrebbero essere molto brevi. il fatto che le tempistiche potrebbero essere molto lunghe. 02. Gli aspetti positivi dell'osservazione naturalistica sono: bassa validità, intrusività e osservazioni ingenue. non intrusività, non artificiosità e sistematicità delle osservazioni. il fatto che le tempistiche potrebbero essere molto lunghe. non intrusività, alta artificiosità. 03. La registrazione digitale del comportamento osservato: va a disturbare il comportamento dei soggetti osservati. nessuna delle alternative. permette una maggiore accuratezza nella categorizzazione. non può essere applicata in concomitanza con tecniche carta e matita. 04. Durante un'osservazione naturalistica: la fase di osservazione e la fase di interpretazione devono coincidere. è importante mantenere separate la fase di osservazione dalla fase dell'interpretazione. non è necessario che chi osserva e chi interpreta sia la stessa persona. i comportamenti non devono essere interpretati. 05. L'osservazione naturalistica: non permette di raccogliere dati sul comportamento dei soggetti. nessuna delle alternative. permette di raccogliere dati sul comportamento dei soggetti senza interferire sul loro modo di comportarsi. permette di raccogliere dati sul comportamento dei soggetti andando ad interferire sul loro modo di comportarsi. 06. Grazie all'osservazione naturalistica: possiamo osservare fenomeni che si presentano in situazioni di laboratorio. entrambe le risposte sono corrette. possiamo osservare fenomeni che si presentano in situazioni di vita reale. nessuna delle alternative. 07. Quando dobbiamo rappresentare i comportamenti osservati possiamo usare le seguenti unità di misura: eventi, stati, eventi temporali e intervalli. eventi temporali, sequenze e intervalli. stati, modalità ed eventi. eventi, stati, intervalli. 01. Durante l''osservazione indiretta possiamo prendere in considerazione: gli indizi fisici. entrambi. i documenti d'archivio. nessuna delle alternative. 02. Gli indizi d'uso che vengono considerati durante l'osservazione indiretta sono: prove fisiche dell'utilizzo di un oggetto. registrazioni del comportamento. i documenti d'archivio. artefatti che derivano dal comportamento. 03. Gli indizi fisici analizzati durante l''osservazione indiretta rappresentano: le tracce lasciate dal comportamento passato. i documenti d'archivio. entrambe. registrazioni digitali del comportamento. 04. I prodotti che vengono considerati durante l'osservazione indiretta sono: registrazioni del comportamento. i documenti d'archivio. prove fisiche dell'utilizzo di un oggetto. artefatti che derivano dal comportamento. 05. L'osservazione indiretta prevedere l'analisi: del comportamento dei confederati. degli esiti del comportamento. del comportamento diretto dei soggetti. del comportamento dello sperimentatore. 06. Durante l'osservazione strutturata: nessuna delle alternative. si osserva solo il comportamento naturale dei soggetti. è il ricercatore stesso che guida il comportamento dei soggetti. ci sono degli attori che guidano la situazione. 07. L'osservazione strutturata avviene: in entrambe le situazioni. in laboratorio. in ambiente naturale. nessuna delle alternative. 08. L'osservazione intrusiva fa parte dei metodi di osservazione: diretta. strutturata. semi-strutturata. indiretta. 09. L'osservazione intrusiva prevede: l'osservazione indiretta, partecipante e gli studi sul caso singolo. nessuna delle alternative. l'osservazione strutturata, la ricerca d'archivio e gli studi sul caso singolo. l'osservazione partecipante, strutturata e gli esperimenti sul campo. 10. L'osservazione intrusiva non permette: il controllo parziale delle variabili. il controllo totale delle variabili. nessun tipo di controllo delle variabili. nessuna delle precedenti. 11. Per un'osservazione strutturata: il ricercatore non interviene per modificare l'ambiente in cui svolgerà l'osservazione. il ricercatore cerca di strutturare l'ambiente in cui svolgerà l'osservazione. il ricercatore non modifica niente dell'ambiente in cui osserva. il ricercatore si limita a osservare quello che succede in un ambiente naturale. 12. Gli esperimenti sul campo prevedono: l'impossibilità di manipolare una o più variabili indipendenti all'interno di una situazione naturale. la manipolazione di una o più variabili indipendenti all'interno di una situazione naturale. l'assenza di variabili indipendenti all'interno di una situazione naturale. la manipolazione di una o più variabili dipendenti all'interno di una situazione naturale. 01. Quando si documenta il comportamento in maniera esaustiva: vengono riportati tutti i comportamenti specifici di una situazione. si analizzano gli indizi d'uso per comprendere i comportamenti. vengono riportati solo i comportamenti a cui il ricercatore è interessato. vengono evidenziati solo i comportamenti che non sono utili ai fini della ricerca. 02. Prima di iniziare l'attività di osservazione partecipante il ricercatore: non deve familiarizzare con il gruppo sociale nel quale è inserito. deve predisporre una serie di analisi statistiche che svolgerà dopo l'osservazione. non deve strutturare il setting sperimentale in cui inserire il gruppo da osservare. deve creare i questionari che somministrerà durante l'osservazione. 03. Nell'osservazione partecipante la teoria: viene modificata in base agli esiti dell'osservazione. entrambe le alternative. nessuna delle alternative. serve come presupposto. 04. L'osservazione partecipante si focalizza principalmente su: comportamenti che vengono elicitati in laboratorio. i prodotti del comportamento. le "everyday life situation". eventi rari o poco frequenti. 05. Il ricercatore si propone di assumere il punto di vista dell'«insider» quando mette in atto l'osservazione: indiretta. fattoriale. naturalistica. partecipante. 06. La ricerca partecipante richiede una strutturazione dell'ambiente: minima. lineare. assente. completa. 07. Durante l'osservazione partecipante il ricercatore: analizza i prodotti del comportamento. influenza le situazioni di vita quotidiana che sta osservando. partecipa ed osserva situazioni di vita quotidiana. raccoglie solo resoconti da chi ha partecipato alla situazione da indagare. 08. Quando si documenta il comportamento in maniera selezionata: vengono evidenziati solo i comportamenti che non sono utili ai fini della ricerca. vengono riportati solo i comportamenti a cui il ricercatore è interessato. vengono riportati tutti i comportamenti specifici di una situazione. si analizzano gli indizi d'uso per comprendere i comportamenti. 01. Quando svolgiamo una ricerca osservativa possiamo riscontrare: l'influenza dell'osservatore. il bias dell'osservatore. entrambe le alternative. nessuna delle alternative. 02. Durante l'osservazione partecipante il ricercatore: si propone di assumere il punto di vista dell'«outsider». cerca di non assumere il punto di vista dei soggetti osservati. analizza i prodotti del comportamento. si propone di assumere il punto di vista dell'«insider». 03. L'influenza dell'osservatore si verifica quando: la presenza dello sperimentatore modifica il comportamento dei soggetti. le aspettative del ricercatore influenzano l'interpretazione dei comportamenti. lo sperimentatore falsifica intenzionalmente i dati. lo sperimentatore dice ai soggetti quelli che devono fare. 04. Il bias dell'osservatore si verifica quando: la presenza dello sperimentatore modifica il comportamento dei soggetti. lo sperimentatore dice ai soggetti quelli che devono fare. lo sperimentatore falsifica intenzionalmente i dati. le aspettative del ricercatore influenzano l'interpretazione dei comportamenti. 05. Per ridurre l'influenza dell'osservatore si potrebbe: desensibilizzare i soggetti. usare il metodo dell'assuefazione. Tutte le alternative presenti. adottare una tipologia di osservazione meno invasiva. 06. Per ridurre il bias dell'osservatore si potrebbe: Tutte le alternative presenti. adottare una tipologia di osservazione meno invasiva. farsi aiutare da altri ricercatori nell'interpretazione. nessuna delle alternative. 01. L'inchiesta può avvalersi dei seguenti strumenti: Questionari postali e via internet. Interviste faccia a faccia e telefoniche. nessuna delle alternative. tutti gli strumenti indicati. 02. Le interviste telefoniche permettono di: eliminare il bias dell'intervistatore. incontrare di persona i soggetti. controllare il grado di impegno dei soggetti. ridurre i costi previsti per la somministrazione. 03. Le interviste faccia a faccia vengono svolte: in luoghi pubblici di grande affluenza. entrambe le alternative. a casa dei soggetti. nessuna delle alternative. 04. Quando usiamo dei questionari postali. Il tasso di risposta potrebbe essere molo basso. nessuna delle alternative. non è possibile garantire l'anonimato. è possibile controllare sull'ordine di risposta. 05. Quando adottiamo i questionari via internet: possiamo incorrere nel Bias di selezione del campione. incappiamo nel bias dell'osservatore. evitiamo il Bias della risposta. abbiamo a disposizione un campione molto ristretto. 06. Tra i vantaggi dell'inchiesta troviamo: la possibilità di rilevare segnali fisiologici. la possibilità di osservare il comportamento in un contesto naturale. la possibilità di raggiungere un numero di persone molto limitato. la possibilità di raggiungere un numero di persone molto ampio. 07. L'inchiesta trasversale ripetuta prevede: l'osservazione del comportamento in più sessioni. diverse rilevazioni nel tempo con campioni indipendenti. un'osservazione in cieco. la raccolta dei dati in un unico momento. 08. L'inchiesta può essere: partecipante o naturalistica. chiusa o aperta. trasversale o trasversale ripetuta. naturalistica o indiretta. 09. L'inchiesta si differenza dal sondaggio perché: raccoglie dati su campioni molto piccoli. l'inchiesta prevede una teoria di partenza che va verificata. l'inchiesta viene fatta in modo più superficiale. l'inchiesta non prevede una teoria di partenza che va verificata. 10. L'inchiesta ha come scopo: Descrivere un fenomeno. nessuna delle alternative. Trovare una correlazione tra due variabili. entrambe le alternative. 11. L'inchiesta prevede di: raccogliere dei dati su campioni molto piccoli. non di verificare delle ipotesi teoriche. porre delle domande a un campione di persone estratto da una popolazione che intende rappresentare. osservare il comportamento di un campione di persone estratto da una popolazione che intende rappresentare. 01. Quando si crea un questionario: è sempre consigliabile fare una somministrazione preliminare ad un piccolo gruppo. è sempre consigliabile fare una somministrazione preliminare ad un gruppo molto numeroso. serve solo che lo sperimentatore sia convinto della bontà dello strumento. non è necessario fare una somministrazione preliminare ad un piccolo gruppo. 02. Prima di creare un questionario: è bene accertarsi che non ci siano già strumenti validati che rilevino lo stesso costrutto. tutte le alternative. non serve cercare altri strumenti perché è sempre preferibile crearne uno proprio. nessuna delle sue alternative. 03. Prima di creare la versione definitiva di un questionario: si dovrebbe creare un'intervista strutturata per la validazione. non è necessario chiedere il parere di nessuno. è necessario confrontarsi con dei colleghi esperti sia di metodologia sia del costrutto che andiamo ad indagare. si dovrebbe chiedere un parere a soggetti che non hanno nessuna esperienza. 04. Un questionario può essere: somministrato da un intervistatore. autosomministrato. nessuna delle alternative. entrambe le alternative. 05. Durante la creazione di un questionario è necessario: adottare un approccio affrettato e superficiale. tutte le alternative. procedere con una pianificazione delle domande molto accurata. creare le domande basandosi sul senso comune. 06. Il questionario può includere: domande chiuse. domande aperte. nessuna delle alternative. entrambe le alternative. 01. In unquestionario, una domanda che mi permette di saltare alcune risposte viene definita: domanda a scelta ragionata. domanda ad imbuto. domanda filtro. domanda aperta. 02. In un'inchiesta la presenza di item mancanti può essere: un problema. un filtro. un "imbuto". uan riduzione della complessità. 03. La desiderabilità sociale porta i soggetti che rispondo ad un'inchiesta a: rispondere come credono che l'esaminatore preferisca o quello che viene considerato «politicamente più corretto». rispondere quello che pensano realmente. abbandonare la somministrazione del questionario prima di aver terminato tutte le domande. non dare alcune risposte. 04. Quando usiamo la tecnica ad imbuto per ordinare le domande in un questionario: nessuna delle alternative. partiamo da quelle più specifiche e si procede con quelle più generali. si adotta un ordine casuale. partiamo da quelle più generali e si procede con quelle più specifiche. 05. Quando progettiamo un questionario dobbiamo considerare che: alcuni soggetti potrebbero essere miopi. non dobbiamo invitare i soggetti a fare inferenze circa il significato della posta. dobbiamo invitare i soggetti a fare inferenze circa il significato della posta. ogni domanda potrà essere spiegata direttamente al soggetto dall'esaminatore. 06. In un questionario le domande valutative: sono quelle che usano parole con un forte valore emotivo nei confronti di una delle risposte. sono quelle che esprimono una delle possibili risposte. servono per controllare il bias della risposta. dovrebbero sempre essere inserite. 07. Tra le domande di un questionario dovremmo inserire: domande valutative. domande che esprimano una delle possibili risposte. item invertiti per controllare il bias della risposta. domande che valutano un costrutto completamente diverso. 08. Quando creiamo le domande per un questionario dobbiamo evitare: domande non valutative. domande che esprimano una delle possibili risposte. domande aperte. domande chiuse. 09. L'ordine delle domande di un questionario: dovrebbe essere studiato per portare i soggetti a rispondere nel modo desiderato. non influenza le modalità di risposta dei soggetti. influenza le modalità di risposta dei soggetti. non va tenuto in considerazione. 10. Una buona tecnica per ordinare le domande in un questionario è: entrambe le alternative. nessuna delle alternative. l'ordine casuale. metodo ad imbuto. 01. La meta-analisi ha un approccio: fisiologico. qualitativo. quantitativo. ordinale. 02. La review ha un approccio: nominale. quantitativo. qualitativo. numerico. 03. Le ricerche d'archivio: prevedono che il ricercatore esamini dei registri pubblici. permettono di descrivere un fenomeno e di delineare una relazione causale. richiedono molte risorse. permettono di ottenere nuove informazioni accorpando i risultati di ricerche già svolte su un argomento comune. 04. I dati che vengono usati per la ricerca d'archivio: solitamente non sono raccolti per scopi scientifici. nessuna delle due alternative. tutte le alternative. solitamente sono raccolti per scopi scientifici. 05. La ricerca d'archivio ha il vantaggio che: richiede molte risorse. non richiede molte risorse. analizza eventi attuali. tutti i dati raccolti sono utilizzabili. 06. Le ricerche d'archivio permettono di: avvallare ipotesi che riguardano eventi che dovranno ancora avvenire. avvallare ipotesi che riguardano eventi avvenuti in passato. tutte le alternative. di avvallare ipotesi che riguardano eventi stanno avvenendo nel momento in cui vengono rilevati. 07. La review: raccoglie, descrive e sintetizza le ricerche pubblicate su argomenti diversi. permette di osservare un comportamento revisionando gli indizi d'uso. raccoglie, descrive e sintetizza le ricerche pubblicate su un dato argomento. ottiene nuove informazioni accorpando i risultati di ricerche già svolte su un argomento comune. 08. Una meta-analisi può basarsi su: gli indizi d'uso. tutte le analisi svolte dal ricercatore che la sta svolgendo. gli indici di ampiezza dell'effetto o la significatività delle ricerche. il controllo della sequenza e dell'ordine. 09. Quando ottieniamo nuove informazioni accorpando i risultati di ricerche già svolte su un argomento comune stiamo facendo: una review. un'inchiesta. una meta-analisi. una ricerca d'archivio. 10. Quando il ricercatore non è la persona che ha raccolto i dati di una ricerca stiamo parlando di: un quasi esperimento. una ricerca d'archivio. un esperimento. un'intervista. 01. Lo studio dei casi singoli può portare a conclusioni: descrittivo-fattuali. descrittivo-fattuali, interpretative o valutative. interpretative o valutative. causali e casuali. 02. Lo studio dei casi singoli: permette di trarre conclusioni generalizzabili. prevede lo studio intensivo del comportamento di un'unica persona o evento. rientra nei disegni sperimentali. prevede lo studio intensivo di una singola popolazione attraverso dei colloqui e/o delle osservazioni. 03. Gli studi dei casi singoli e gli esperimenti su singoli soggetti: rappresentano due metodologie differenti. permettono di ottenere gli stessi risultati. sono la stessa cosa. devono essere usati insieme per garantire una maggiore validità statistica allo studio. 04. In una ricerca correlazionale: le variabili vengono introdotte dallo sperimentatore per guidare la ricerca. le variabili vengono solo controllate. le variabili non vengono né manipolate né controllate. le variabili vengono manipolate e controllate. 05. Le ricerche correlazionali: indagano le cause del comportamento attraverso la valutazione delle correlazioni tra le variabili. indagano le cause del comportamento attraverso la valutazione dei rapporti causali tra le variabili. permettono di tratte conclusioni causali. non prevedono l'uso analisi statistiche. 06. Un grosso limite dello studio dei casi singoli riguarda: lo studio di casi poco frequenti. la generalizzabilità dei risultati. la possibilità di osservare soggetti con patologie rare. i costi elevati. 07. Lo studio di caso singolo strumentale prevede: di analizzare soggetti unici per evidenziarne le specificità. la descrizione di un gruppo di soggetti con comportamenti diversi tra loro. la descrizione un caso prototipico che non ha niente di diverso dagli altri. di comparare il soggetto analizzato con un campione di soggetto sperimentali. 08. Quando analizziamo soggetti unici per evidenziarne le specificità stiamo applicando: Lo studio di caso singolo strumentale. Lo studio di caso singolo prospettico. gli esperimenti su singoli soggetti. Lo studio di caso singolo intrinseco. 09. Lo studio dei casi singoli retrospettivo: analizza il fenomeno nel momento in cui si presenta. prevede l'usare della regressione lineare. descrive eventi già terminati. descrive fenomeni che devono ancora verificarsi. 10. Gli studio dei casi singoli possono essere: Prospettici. Retrospettivi. entrambe le alternative. nessuna delle alternative. 01. Gli studi longitudinali possono essere: dipendenti, indipendenti e nominali. naturalistici, intrusivi, indiretti. ripetuti, prospettici, retrospettivi. incrementali, prospettici e ripetitivi. 02. In uno studio longitudinale: non possono assolutamente essere applicati all'interno dei veri esperimenti. si considerano diversi campioni contemporaneamente, con differenti livelli di età. viene scelto un solo campione di soggetti che viene monitorato costantemente nel tempo, ad intervalli fissi. c'è la possibilità di tenere sotto controllo l'effetto della storia attuale. 03. Studi sullo stesso costrutto condotti con metodologie studi longitudinali e trasversali hanno prodotto: non sono mai stati fatti. non hanno prodotto risultati. risultati simili. risultati contrastanti. 04. Gli studi trasversali: selezionano un solo campione di soggetti che viene monitorato costantemente nel tempo, ad intervalli fissi. non possono assolutamente essere applicati all'interno dei veri esperimenti. considerano diversi campioni contemporaneamente, con differenti livelli di età. permettono di osservare un solo campione con caratteristiche eterogenee. 05. Gli studi trasversali ripetuti: seguono lo stesso soggetto per diverso tempo. seguono gli stessi soggetti per diverso tempo. prevedono misurazioni regolari su campioni largamente differenti o completamente rinnovati. richiedono ai soggetti di ricordare eventi passati. 06. Gli studi longitudinali prospettici: prevedono misurazioni regolari su campioni largamente differenti o completamente rinnovati. prevedono misurazioni regolari su soggetti singoli che cambiano ad ogni rilevazione. seguono gli stessi soggetti per diverso tempo. richiedono ai soggetti di ricordare eventi passati. 07. Gli studi longitudinali retrospettivi: richiedono ai soggetti di ricordare eventi passati. seguono gli stessi soggetti per diverso tempo. prevedono misurazioni regolari su soggetti singoli che cambiano ad ogni rilevazione. prevedono misurazioni regolari su campioni largamente differenti o completamente rinnovati. 08. L'effetto della coorte di età afferma che: i soggetti di uno studio trasversale mostrano uno sviluppo omogeneo. i soggetti di uno studio trasversale provengono da coorti differenti e hanno esperienze differenti. non ci sono differenze tra soggetti appartenenti a diverse coorti. i soggetti di uno studio longitudinale provengono da coorti differenti e hanno esperienze differenti. 01. In un disegno within: ogni gruppo è sottoposto ad un solo livello della variabile indipendente. ogni gruppo è sottoposto a tutti i diversi livelli della variabile indipendente. nessun gruppo è sottoposto a nessuna condizione sperimentale. un solo soggetto viene sottoposto ad un solo livello della variabile indipendente. 02. Quando misuriamo la variabile dipendente dopo aver svolto il trattamento parliamo di: post-test. disegno trasversale. pre-test. disegno misto. 03. Quando in un disegno sono presenti due o più variabili indipendenti abbiamo: un disegno fattoriale. un disegno a misure ripetute. un disegno di solomon. un disegno non sperimentale. 04. I disegni between e within possono fanno riferimento: a entrambi. a nessuna delle alternative. a gruppi di soggetti. a singoli soggetti. 05. I fattori principali su cui dovremmo intervenire quando facciamo una ricerca sperimentale sono: Effetto dell'ordine e della sequenza. Standardizzazione e operazionalizzazione. bias e influenza dell'osservatore. manipolazione delle variabili e assegnazione dei soggetti. 06. In un disegno between: un solo soggetto viene sottoposto a tutti i diversi livelli della variabile indipendente. ogni gruppo è sottoposto ad un solo livello della variabile indipendente. nessun gruppo è sottoposto a nessuna condizione sperimentale. ogni gruppo è sottoposto a tutti i diversi livelli della variabile indipendente. 07. Il concetto di manipolazione delle variabili indica: il livello di controllo che è possibile esercitare sulle variabili nel setting sperimentale. il livello di intrusività di un'osservazione. quanto è possibile disporre dei soggetti sperimentali coinvolti nella ricerca. le procedure che permettono di assegnare i soggetti che compongono il campione alle diverse condizioni sperimentali. 08. I veri esperimenti comprendono: Disegni sperimentali entro i gruppi. Tutte le alternative presenti. disegni fattoriali. Disegni sperimentali tra i gruppi. 09. I veri esperimenti consentono: di osservare i comportamenti nel loro ambiente naturale. di dire con la più alta sicurezza che gli effetti riscontrati nella variabile indipendente sono causati dalla manipolazione della variabile dipendente. di affermare con sicurezza che gli effetti riscontrati nella variabile dipendente sono causati dalla manipolazione della variabile indipendente. allo sperimentatore di avere un controllo parziale su tutte le variabili della ricerca. 01. Nel disegno con un solo gruppo e due prove: viene scelto un solo campione a cui verrà somministrato un solo trattamento e una sola valutazione pre-test. viene scelto un solo campione a cui non verrà somministrato il trattamento ma solo due valutazioni. viene scelto un solo campione a cui verrà somministrato un solo trattamento e una sola valutazione post-test. viene scelto un solo campione a cui verrà somministrato un solo trattamento e due valutazioni. 02. Quando voglio confrontare le prestazioni ad un test memoria di un gruppo di soggetti con demenza prima e dopo due diversi trattamenti dovrò attuare un disegno: tra i gruppi. within. non sperimentale. between. 03. I pre-esperimenti sono: disegni che possono apparire sperimentali ma che permettono uno scarso controllo delle variabili. disegni che permettono un forte controllo delle variabili. equivalenti ai disegni sperimentali. disegni che permettono di osservare il comportamento in un contesto naturale. 04. In un disegno con un solo gruppo e una sola prova: viene scelto un solo campione a cui verrà somministrato un solo trattamento e il pre-test. viene scelto un solo campione a cui verrà somministrato un solo trattamento e il post-test. viene scelto un solo campione a cui non verrà somministrato il trattamento e verrà fatto il post-test. viene scelto un solo campione a cui non verrà somministrato il trattamento e verrà fatto il pre-test. 05. I disegni pre-esperimenti comprendono: Disegni con un solo gruppo e una sola prova, Disegni con un solo gruppo e due prove, Disegni con due gruppi non equivalenti e una prova. Disegni simulati prima e dopo, Disegno con un solo gruppo e due prove, disegni con una sola variabile indipendente. nessuna delle alternative. Disegno fattoriale, disegno di solomon, disegno a serie temporali interrotte. 06. Nel disegno con due gruppi non equivalenti e una prova i due gruppi non sono equivalenti perché: non c'è stata un'assegnazione randomizzata. nessuna delle alternative. entrambe le alternative. non è possibile confrontare le valutazioni pre-test. 07. Nel disegno con un solo gruppo e due prove le due prove: vengono svolte entrambe post-test. vengono svolte entrambe pre-test. vengono svolte pre e post-test. vengono svolte durante il trattamento. 08. Nel disegno con due gruppi non equivalenti e una prova: vengono scelti due gruppi a cui verrà somministrata una valutazione. vengono scelti due gruppi a cui verranno somministrate due valutazioni. viene scelto un solo campione a cui verrà somministrato un solo trattamento e due valutazioni. viene scelto un solo campione a cui verrà somministrato un solo trattamento e una sola valutazione post-test. 09. Nel disegno con due gruppi non equivalenti e una prova i due gruppi: solo il gruppo sperimentale svolgerà il trattamento. solo il gruppo di controllo svolgerà il trattamento. nessun gruppo svolgerà il trattamento. svolgono entrambi il trattamento. 01. In un disegno entro i gruppi: ogni gruppo è sottoposto a tutte le condizioni sperimentali. ogni gruppo è sottoposto ad una sola condizione sperimentale. nessun gruppo è sottoposto a nessuna condizione sperimentale. si prendono in considerazione solo soggetti singoli. 02. In un disegno tra i gruppi: nessun gruppo è sottoposto a nessuna condizione sperimentale. si prendono in considerazione solo soggetti singoli. ogni gruppo è sottoposto ad una sola condizione sperimentale. ogni gruppo è sottoposto a tutte le condizioni sperimentali. 03. Il principale problema del disegno di Solomon: richiede un alto numero di soggetti. si applica solo a soggetti singoli. richiede un alto numero di valutazioni pre-test. richiede un esiguo numero di soggetti. 04. Il disegno di Solomon: richiede un numero limitato di soggetti. riesce a isolare gli effetti di disturbo della prova preliminare. si applica solo a soggetti singoli. non è in grado di isolare gli effetti di disturbo della prova preliminare. 05. Nel disegno di Solomon: nessuna delle alterntive. tutti i gruppi svolgono il pre-test. nessun gruppo svolge la prova preliminare. entrambe le alternative. 06. Ho un gruppo di soggetti depressi, tutti i soggetti vengono sottoposti ad un trattamento farmacologico e, una volta interrotto il farmaco, vengono sottoposti ad un percorso di supporto psicologico. Valuto il livello di depressione prima e dopo i trattamenti per poi confrontarli. Sto applicando: disegno classico. disegno entro i gruppi. disegno a misure ripetute semplice. Disegno di Solomon. 07. I disegni con una variabile indipendente tra i gruppi sono: Disegno a misure ripetute semplice, Disegni controbilanciati. Disegno classico e Disegno di Solomon. disegno classico e disegno controbilanciato. Disegno a misure ripetute semplice e Disegno di Solomon. 08. I disegni con una variabile indipendente entro i gruppi sono: disegno classico e disegno controbilanciato. Disegno classico e Disegno di Solomon. Disegno a misure ripetute semplice, Disegni controbilanciati. Disegno a misure ripetute semplice e Disegno di Solomon. 09. I disegni con una variabile indipendente possono essere: nessuna delle alternative. Entro i gruppi. Tra i gruppi. Entrambi. 10. Il disegno classico è composto da: Due gruppi, una prova e il trattamento per un solo gruppo. Due gruppi, due prove e il trattamento per un solo gruppo. Due gruppi, una prova e nessun trattamento. Un gruppo, due prove e nessun trattamento. 01. L'effetto dell'ordine in un esperimento: è dovuto alla parziale dipendenza di una condizione sperimentale da quella che la precede. dipende dal modo in cui lo sperimentatore alterna i soggetti durante la giornata. è dovuto all'ordine delle condizioni, indipendentemente dalla specificità delle condizioni stesse. è dovuto al fatto che il laboratorio sia in disordine e potrebbe distrarre i soggetti dall'esperimento. 02. Nel disegno a misure ripetute semplice: i gruppi sono equivalenti perché sono composti da soggetti che si somigliano. i gruppi sono equivalenti perché sono composti dagli stessi soggetti. i gruppi non sono equivalenti. i gruppi sono equivalenti perché sono composti da soggetti con le medesime caratteristiche demografiche. 03. L'effetto della sequenza in un esperimento: dipende dal modo in cui lo sperimentatore alterna i soggetti durante la giornata. è dovuto all'ordine delle condizioni, indipendentemente dalla specificità delle condizioni stesse. è dovuto al fatto che il laboratorio sia in disordine e potrebbe distrarre i soggetti dall'esperimento. è dovuto alla parziale dipendenza di una condizione sperimentale da quella che la precede. 04. Nei Disegni entro i gruppi: ogni soggetto diventa il controllo di sé stesso. non sono previsti né gruppo né condizione di controllo. è previsto un gruppo di controllo. si prendono in considerazione solo soggetti singoli. 05. I disegni entro i gruppi con una sola variabile indipendente comprendono: nessuna delle alternative. disegno a misure ripetute semplice. entrambi. Disegno controbilanciato entro i soggetti. 06. Quando applichiamo un disegno a misure ripetute semplice ogni soggetto/gruppo: Viene sottoposto a tutti i livelli della variabile dipendente. Viene valutato più volte per la variabile indipendente. Viene sottoposto a tutti i livelli della variabile indipendente. appartiene ad uno studio diverso. 07. Quando voglio valutare come uno stesso gruppo di soggetti risponde a due diverse terapie per la memoria metterò in atto: un disegno con gruppo di controllo non equivalente. un disegno a misure ripetute. un disegno classico. un disegno fattoriale. 08. Usiamo il disegno controbilanciato entro i soggetti quando: non sappiamo di quanti soggetti sarà composto il nostro campione. il nostro campione ha una numerosità elevata. il nostro campione ha una numerosità ridotta. non sappiamo quanti soggetti porteranno a termine la nostra ricerca. 09. Per contrastare l'effetto dell'ordine e della sequenza in un esperimento: si deve mettere in atto una procedura di controbilanciamento, che può essere entro i soggetti o entro i gruppi. si deve mettere in atto una procedura di bilanciamento. si deve mettere in atto una procedura di controbilanciamento, che può essere entro i giorni o entro le ore. si deve mettere in ordine il laboratorio. 01. In un disegno fattoriale 3x4 le variabili indipendenti avranno: sette livelli ciascuna. dodici livelli ciascuna. una 3 e l'altra 4 livelli. una 3 e l'altra 2 livelli. 02. In un disegno fattoriale l'effetto interattivo. È la variazione che la variabile dipendente ha sulla indipendente, al di là di altre dipendenti. È l'effetto che ogni variabile indipendente ha sulla dipendente, al di là di altre indipendenti. È dovuto alla presenza contemporanea delle indipendenti sulla variabile dipendente. È dovuto alla presenza contemporanea delle dipendenti sulla variabile indipendente. 03. In un disegno fattoriale l'effetto principale: È dovuto alla presenza contemporanea delle dipendenti sulla variabile indipendente. È l'effetto che ogni variabile indipendente ha sulla dipendente, al di là di altre indipendenti. È l'effetto che la variabile dipendente ha sulla indipendente, al di là di altre dipendenti. È dovuto alla presenza contemporanea delle indipendenti sulla variabile dipendente. 04. Nei disegni con più variabili indipendenti: La variabile dipendente è sempre quantitativa. La variabile indipendente è sempre qualitativa. Non c'è nessuna variabile dipendente. La variabile dipendente è sempre qualitativa. 05. Per analizzare i risultati di un disegno fattoriale è necessario applicare: l'analisi della varianza. la correlazione. la media. la regressione lineare. 06. Ho un gruppo di soggetti con demenza e un gruppo di soggetti sani, ad una parte di ogni gruppo fornisco un trattamento classico e all'altra un trattamento computerizzato. Valuto la memoria di entrambi i gruppi prima e dopo il trattamento per poi confrontarli. Sto applicando: un disegno fattoriale. un disegno classico. un disegno descrittivo. un disegno di solomon. 07. Nel sistema di notazione dei disegni fattoriali vengono indicate: le variabili confondenti. le variabili dipendenti. i livelli delle variabili dipendenti. i livelli delle variabili indipendenti. 08. Il mio disegno fattoriale ha tre variabili indipendenti con 2, 3, 4 livelli ciascuna e una variabile dipendente con 5 livelli. Qual è la notazione corretta?. 3x1. 5x2x3x4. 2x3x4x5. 2x3x4. 09. In un disegno fattoriale 3x4 avremo: due variabili indipendenti. una variabile indipendente e una dipendente. dodici variabili indipendenti. sette variabili indipendenti. 01. L'effetto interattivo di un disegno fattoriale: è uguale alla differenza dei singoli effetti principali. è uguale alla somma dei singoli effetti principali. è legato al prodotto degli effetti principali delle variabili dipendenti. è diverso dalla somma dei singoli effetti principali. 02. Un effetto interattivo intensificante potrebbe: aumentare gli effetti delle singole variabili indipendenti quando queste interagiscono. diminuire gli effetti delle singole variabili indipendenti quando queste interagiscono. diminuire gli effetti delle variabili indipendenti. aumenta gli effetti delle variabili indipendenti singolarmente. 03. Gli effetti interattivi potrebbero portare a: nessuna delle alternative. Inibire gli effetti delle variabili indipendenti. Entrambi. Intensificare gli effetti delle variabili indipendenti. 04. Per rappresentare gli effetti di un disegno fattoriale possiamo usare: Matrice di celle. nessuna delle alternative. Grafici. Entrambi. 05. Quando, in un disegno fattoriale, solo la variabile indipendente "B" è risultata significativa parliamo di: effetto secondario di B. effetto interattivo di B. effetto sommativo di B. Effetto principale di B. 06. Le matrici di celle usate per rappresentare un disegno fattoriale sono: tabelle che riportano i punteggi medi di ogni combinazione delle variabili indipendenti. tabelle che riportano i punteggi fattoriali di ogni combinazione delle variabili indipendenti. tabelle che riportano i punteggi medi di ogni combinazione delle variabili dipendenti. tabelle che riportano i punteggi fattoriali di ogni combinazione delle variabili dipendenti. 07. Un effetto interattivo inibente si presenta quando: la presenza contemporanea delle due variabili dipendenti aumenta l'effetto che avrebbero le singole variabili. la presenza contemporanea delle due variabili indipendenti riduce l'effetto che avrebbero le singole variabili. la presenza contemporanea delle due variabili dipendenti riduce l'effetto che avrebbero le singole variabili. la presenza contemporanea delle due variabili indipendenti aumenta l'effetto che avrebbero le singole variabili. 01. I disegni fattoriali entro i soggetti vengono anche detti: disegni non sperimentali. disegni fattoriali a misure ripetute. disegni fattoriali randomizzati. disegni fattoriali misti. 02. Un disegno fattoriale misto può includere: Disegni con fattori manipolati e non manipolati. nessuna delle alternative. Disegni con fattori tra i soggetti ed entro i soggetti. entrambi. 03. Per comprendere gli effetti di interazione che emergono da un disegno fattoriale dobbiamo tener presente, tra le altre cose: Gli effetti di regressione e correlazione. Gli effetti soffitto e pavimento. Gli effetti sopra e sotto. Gli effetti dell'ordine e della sequenza. 04. Parliamo di effetto soffitto quando: il soggetto non ha completato la prova. la prestazione dei soggetti raggiunge il massimo previsto. la prestazione dei soggetti raggiunge il minimo previsto. la prestazione dei soggetti rimane nella media. 05. Parliamo di Effetto pavimento quando: il soggetto non ha completato la prova. la prestazione dei soggetti raggiunge il massimo previsto. la prestazione dei soggetti raggiunge il minimo previsto. la prestazione dei soggetti rimane nella media. 06. Gli effetti soffitto e pavimento in un disegno fattoriale: si hanno quando i soggetti non hanno portato a termine la prova. non ci permettono di analizzare la performance reale dei soggetti. non sono correlati alla performance reale dei soggetti. ci permettono di analizzare la performance reale dei soggetti. 01. In un disegno con gruppo di controllo non equivalente i due gruppi sono così definiti perché: il campionamento è stato fatto casualmente. è stata usata una procedura di assegnazione randomizzata. Non è stato possibile assegnare casualmente i soggetti ai gruppi. è stato possibile assegnare casualmente i soggetti ai gruppi. 02. Per analizzare l'equivalenza tra gruppi in disegni con gruppo di controllo non equivalente possiamo: sottoporre entrambi i gruppi ad una valutazione post-test completa. sottoporre entrambi i gruppi ad una valutazione pre-test completa. sottoporre entrambi i gruppi al trattamento di controllo. sottoporre entrambi i gruppi al trattamento sperimentale. 03. Quando voglio studiare due gruppi che sono entità naturali applicherò: un disegno con gruppo di controllo non equivalente. il disegno di Solomon. un disegno non sperimentale. un disegno fattoriale misto. 04. Un disegno con gruppo di controllo non equivalente: prevede l'uso di un solo gruppo. rientra tra i disegni fattoriali. non permette di garantire l'equivalenza tra i gruppi. è simile al disegno di Solomon. 05. A volte, nei quasi esperimenti: Entrambe le alternative. Non si possono assegnare casualmente i soggetti alle condizioni sperimentali. nessuna delle alternative. Non è possibile scegliere in maniera casuale il campione. 06. I quasi esperimenti: Sono una delle tipologie di disegno sperimentale più usata in psicologia. Sono una delle tipologie di disegno sperimentale meno usata in psicologia. È la sola tipologia di disegno sperimentale usata in psicologia. non fanno parte dei disegni sperimentali. 01. In un disegno simulato prima-dopo con campioni differenti nel pre-test e post-test: I gruppi sono uguali perché non è possibile assegnare casualmente i partecipanti. I gruppi sono diversi perché non è possibile assegnare casualmente i partecipanti. I gruppi sono diversi perché è possibile assegnare casualmente i partecipanti. I gruppi sono uguali perché è possibile assegnare casualmente i partecipanti. 02. I disegni a serie temporali interrotte: non prevedono il pre-test. richiedono un numero limitato di misurazioni. vengono effettuati senza misurazioni. richiedono un numero elevato di misurazioni. 03. Un disegno a serie temporali interrotte prevede: più misurazioni pre-test e una sola misurazione post-test. nessun pre-test. una sola misurazione pre e post-test. più misurazioni pre e post-test. 04. I disegni simulati prima-dopo possono essere: Con campioni differenti nel pre-test e post-test. entrambi. Con campioni differenti nel pre-test e post-test con o senza trattamento. nessuna delle alternative. 05. Un disegno Serie temporale interrotte semplice prevede: nessuno dei due. entrambi. solo il gruppo sperimentale. solo il gruppo di controllo. 06. Le misurazioni ripetute in disegno a serie temporali interrotte: non consentono di evidenziare la tendenza della variabile analizzata. non consentono di evidenziare la tendenza della variabile indipendente. consentono di evidenziare la tendenza della variabile dipendente. consentono di evidenziare la tendenza della variabile indipendente. 01. In uno studio sul caso singolo il disegno sperimentale prevede che: non vengano fatte valutazioni post-test. non vengano fatte valutazioni pre-test. vengano fatte diverse valutazioni pre e post-test per ottenere una baseline. venga fatta una sola valutazione pre-test e una sola post-test per ottenere una baseline. 02. Uno studio sul caso singolo che prevede un disegno «A-B-A-B»: permette di prolungare l'effetto del trattamento. il soggetto non viene valutato nel pre-test. non prevede nessuna valutazione. prevedere un trattamento, una baseline, un nuovo trattamento e una seconda baseline. 03. i vantaggi di un esperimento su soggetti singoli: Tutte le precedenti. Evidenziamento dei grossi effetti. nessuna delle alternative. Attenzione alla prestazione individuale. 04. Gli esperimenti su soggetti singoli: equivalgono agli studi sui casi singoli. equivalgono ai disegni fattoriali. non vengono mai usati in psicologia. non vanno confusi con gli studi sui casi singoli. 05. Analizzando solo i punteggi medi di un gruppo di soggetti si può: nascondere alcuni soggetti il cui comportano si discosta della media. evidenziare come funziona ogni singolo partecipante. capire se lo sperimentatore ha rispettato le scelte metodologiche fatte. nessuna delle alternative. 06. L'evidenziamento dei grossi effetti in uno studio sul caso singolo ci permette di: riscontrare solo gli effetti più consistenti. riscontrare solo gli effetti voluti dallo sperimentatore. riscontrare anche gli effetti più piccoli. non riscontrare solo gli effetti più consistenti. 07. In uno studio sul caso singolo che prevede un disegno «A-B-A»: il soggetto non viene valutato nel post-test. il soggetto non viene valutato nel pre-test. il soggetto non dovrebbe tornare al livello iniziale dopo il trattamento. il soggetto dovrebbe tornare al livello iniziale dopo il trattamento. 01. I test psicologici prevedono: criteri quantitativi predefiniti per la valutazione delle risposte. criteri qualitativi predefiniti per la valutazione delle risposte. una valutazione delle risposte effettuata dal soggetto. una valutazione delle risposte basata unicamente sulla sensibilità clinica. 02. I test neuropsicologici: fanno parte dei test non cognitivi. fanno parte dei test di tipica performance. fanno parte dei test cognitivi. non fanno parte dei test cognitivi. 03. I test cognitivi sono anche detti: di tipica performance. di massima performance. osservativi. di personalità. 04. I test non cognitivi sono anche detti: di intelligenza. di tipica performance. osservativi. di massima performance. 05. Gli item di un test: non fanno riferimento ai comportamenti possibili. devono essere rappresentativi dell'universo di comportamenti possibili. devono rappresentare solo alcuni comportamenti possibili. non devono essere rappresentativi dell'universo di comportamenti possibili. 06. I test psicologici: si avvalgono di una procedura standardizzata. Forniscono informazioni difficilmente interpretabili. Sono paragonabili ad una conoscenza intuitiva. non necessitano di una procedura standardizzata. 01. Un esempio di test di intelligenza è: l'MMPI. Il Tesi di Corsi. la WAIS-IV. General Reasoning Test. 02. I test di profitto valutano: il livello futuro di prestazione di un soggetto. l'intelligenza. la personalità di un soggetto. l'abilità appresa attraverso l'esperienza già realizzata. 03. I test di profitto servono a: predire un livello futuro di prestazione in un campo specifico. valutare le opinioni di un individuo. valutare la personalità di un soggetto. valutare il livello attuale di competenza, conoscenza e capacità di un individuo. 04. Un esempio di test di attitudine è: l'MMPI. la WAIS-IV. General Reasoning Test. Il Tesi di Corsi. 05. I test di attitudine sono usati: nell'ambito della selezione e nell'orientamento. in ambito della psicologia dello sviluppo. in ambito clinico per fare diagnosi psichiatriche. nella psicobiologia. 06. La performance ad un test di intelligenza può essere influenzata da: familiarità e cultura. personalità. tipologia di attaccamento. attitudine. 07. I test di intelligenza: si basano tutti sulla stessa definizione del costrutto. non hanno una base teorica. non fanno parte dei test cognitivi. riflettono differenti definizioni e teorie alla base di questo costrutto. 01. Un ricercatore che si appresta ad applicare i metodi osservativi non dovrà: svolgere una fase di addestramento. avvalersi di supporti tecnologici. conoscere la teoria rispetto a quello che andrà ad osservare. fare affidamento solamente sui resoconti indiretti dei soggetti. 02. L'analisi del contenuto è un approccio: quantitativo che viene applicato a materiale verbale. quantitativo che viene applicato a materiale non verbale. qualitativo che viene applicato a materiale non verbale. qualitativo che viene applicato a materiale verbale. 03. L'analisi del contenuto serve per: addestrare lo sperimentatore all'osservazione dei soggetti nel loro ambiente naturale. estrarre informazioni desiderate da un corpus di materiale testuale. categorizzare le azioni dei soggetti osservati nel loro ambiente naturale. estrarre informazioni desiderate da un corpus di materiale numerico. 04. Quando applichiamo dei metodi osservativi: non è possibile l'autovalutazione. è possibile l'autovalutazione. i soggetti sono osservatori di loro stessi. ogni soggetto osserverà gli altri. 05. l'osservazione può essere: sia qualitativa che quantitativa. né qualitativa né quantitativa. solo qualitativa. solo quantitativa. 01. L'intervista è una modalità di raccolta dei dati che si basa: sull'interazione verbale tra l'intervistato e l'intervistatore. sull'interazione non verbale tra l'intervistato e l'intervistatore. sull'assenza di interazione tra l'intervistato e l'intervistatore. sull'interazione scritta tra l'intervistato e l'intervistatore. 02. L'intervista può essere: di tipica e di massima performance. solo strutturata. verbale e non verbale. non struttura, strutturata, semistrutturata. 03. L'intervista non strutturata si caratterizza per: non permettere allo sperimentatore di partecipare alla rilevazione. l'assenza di domande predeterminate. una certa flessibilità nelle domande e nell'ordine di somministrazione. una rigorosa predeterminazione delle domande e dell'ordine di somministrazione. 04. L'intervista semistrutturata si caratterizza per: una certa flessibilità nelle domande e nell'ordine di somministrazione. l'obbligo di avere una terza persona presente durante la somministrazione. una rigorosa predeterminazione delle domande e dell'ordine di somministrazione. l'assenza di domande predeterminate. 05. Il questionario può essere composto da: solo da domande aperte. nessuna delle alternative. solo da domande chiuse. entrambe le alternative. 06. le domande a scelta forzata: non obbligano il soggetto ad esprimere un opinione. sono domande aperte. possono essere sia aperte che chiuse. obbligano il soggetto ad esprimere un opinione. 07. Il rating in un questionario: è migliore per discriminare tra le risposte. chiede di esprimere una preferenza tra un oggetto e un altro. nessuna delle alternative. richiede di valutare un item scegliendo tra i livelli di una scala. 08. Il Ranking in un questionario: si usa quando è necessario scegliere tra più di due alternative. chiede di esprimere una preferenza tra un oggetto e un altro. richiede di valutare un item scegliendo tra i livelli di una scala. nessuna delle alternative. 01. I segnali elettrofisiologici grezzi: non possono essere indagati. devono essere "puliti" prima di poter essere usati. non richiedono l'uso di strumentazioni specifiche. possono essere utilizzati così come sono. 02. I rilievi fisiologici posso usare parametri: Entrambi. Biochimici. nessuna delle alternative. Elettrofisiologici. 03. Gli strumenti delle neuroscienze: Non richiedono l'uso di strumenti tecnologicamente avanzati. Comprendono questionari e interviste. Consentono di esplorare le strutture e l'attività cerebrale in relazione a specifiche attività. non possono mai venire usate sugli umani. 04. L'elettroencefalogramma permette di: rilevare l'attività elettrica della corteccia cerebrale. analizzare le strutture sottocorticali. analizzare l'attività chimica del cervello. osservare la struttura del cervello. 05. Gli strumenti di neuroimaging permettono di: capire il funzionamento cerebrale a livello molecolare. visualizzare solo il funzionamento del cervello. visualizzare solo la struttura del cervello. visualizzare la struttura e il funzionamento del cervello. 06. La Tomografia Assiale Computerizzata permette di: visualizzare solo la struttura del cervello. capire il funzionamento cerebrale a livello molecolare. visualizzare la struttura e il funzionamento del cervello. visualizzare solo il funzionamento del cervello. 07. Le tecniche di Risonanza Magnetica permettono di: visualizzare solo il funzionamento del cervello. capire il funzionamento cerebrale a livello molecolare. visualizzare la struttura e il funzionamento del cervello. visualizzare solo la struttura del cervello. 08. I rilievi fisiologici: permettono di osservare modificazioni somatiche attraverso l'uso di metodiche wireless. permettono di capire ciò che la gente pensa. permettono di misurare modificazioni somatiche dei parametri biochimici e ormonali. si basano si questionari autosomministrati. 01. Le procedure di scaling Unidimensionali permettono di: assegnare diversi punteggi ad un insieme di risposte fornite. assegnare valutazioni qualitative ad un insieme di risposte fornite. assegnare un solo punteggio ad un insieme di risposte fornite. assegnare un'etichetta verbale ad un valore numerico. 02. Le procedure di scaling Unidimensionale comprendono: Scala numerica, verbale e iconica. Scala nominale, Scala a intervalli e Scala ordinale. Scala unidirezionale e Scala bidirezionale. Scala di Thurstone, Scala di Guttman e Scala Likert. 03. Le procedure di scaling multidimensionali permettono di: valutare l'atteggiamento del soggetto nei confronti di un costrutto costituito da varie dimensioni. valutare l'atteggiamento del soggetto nei confronti di un costrutto che potrebbe essere costituito da una sola dimensione. valutare l'atteggiamento del soggetto nei confronti di più costrutti. valutare l'atteggiamento di più soggetti nei confronti di più costrutti. 04. Lo scaling è una procedura che richiede di: collocare su una scala numerica degli item che sono stati forniti in ordine casuale. rispondere liberamente usando le proprie parole. collocare in ordine casuale degli item che sono stati forniti su una scala numerica. collocare le risposte del soggetto in base al grado di correttezza. 05. Lo scaling: è utilizzato principalmente per valutare gli atteggiamenti. è utilizzato principalmente per valutare il comportamento futuro. è utilizzato principalmente per valutare il comportamento dei soggetti che non hanno partecipato alla ricerca. è utilizzato principalmente per valutare le risposte fisiologiche. 06. Le procedure di scaling possono essere: Multidimensionali. Unidimensionali. nessuna delle alternative. entrambe le alternative. 07. Scala di Guttman viene anche detta: scaling cumulativo o scalogramma. Scala a rapporti equivalenti. scala a due code. Scala Likert. 01. I test psicologici standardizzati possono esser usati per: fare diagnosi. fare valutazioni cliniche. entrambe le alternative. nessuna delle alternative. 02. La validazione scientifica di un test serve a: verificare solamente la presenza di item errati. selezionare i soggetti che potrebbero dare le risposte che più fanno comodo al ricercatore. selezionare il campione più adeguato. verificare la congruenza rispetto al costrutto di riferimento. 03. La costruzione di un test psicologico parte: dalla somministrazione. dalla validazione. dai soggetti. dalla teoria. 04. I test psicologici standardizzati: non permettono di ottenere un punteggio. non permettono un confronto tra i punteggi ottenuto da diversi individui. offrono un risultato verbale. permettono un confronto tra i punteggi ottenuti da diversi individui. 05. Una variabile è considerata tale solo se: è capace di assumere dei valori diversificati. è capace di assumere un solo valore costante. è capace di assumere un solo valore non costante. non assume nessun valore numerico. 01. L' MMPI-2 prevede risposte: "vero" o "falso". su una scala da 1 a 10. su una scala da 1 a 5. su una scala da -1 a +1. 02. L' MMPI-2 misura: la memoria a breve termine. caratteristiche strutturali della personalità. l'intelligenza non verbale. le attitudini. 01. La WISC-IV può essere somministrata a soggetti: dai 4 ai 16 anni. dai 6 anni ai 16 anni e 11 mesi. con più di 16 anni. dai 4 ai 6 anni. 02. La WAIS può essere somministrata a soggetti: dai 4 ai 16 anni. dai 6 anni ai 16 anni e 11 mesi. dai 4 ai 6 anni. con più di 16 anni. 03. Le scale Wechsler sono: test di personalità. sottoscale del test di Rorschach. test attitudinali. test di intelligenza generale. 01. Il Sixteen Personality Factor Questionnaire valuta: la memoria a breve termine. i fattori primari di personalità. l'intelligenza non verbale. le attitudini. 01. Prima di somministrare un test è importante: istruire i soggetti affinché diano le risposte adeguate. interpretare il test solamente secondo la sensibilità clinica. leggere il manuale. creare un setting ricco di stimoli. 02. Per la correzione di un test non dobbiamo: tutte le alternative. modificare le risposte che non sono in linea con quello che ci aspettavamo. interpretare il test solamente secondo la sensibilità clinica. descrivere soggettivamente come il paziente si è comportato. 01. Per passare dal costrutto al suo significato mettiamo in atto un processo denominato: operazionalizzazione. misurazione. trascrizione. definizione. 02. Per passare dal significato del costrutto alle variabili mettiamo in atto un processo denominato: definizione. trascrizione. operazionalizzazione. misurazione. 03. Per passare dalle variabili ai valori mettiamo in atto un processo denominato: misurazione. trascrizione. definizione. operazionalizzazione. 01. La variabile titolo di studio può essere espressa usando: scala ordinale. entrambe. scala a rapporti equivalenti. nessuna delle alternative. 02. La teoria classica dei test si sintetizza in quale delle seguenti equazioni: X = V + E. V = E - X. E= V+X. V = E + X. 03. Nella teoria classica dei test il punteggio osservato è: la distorsione dovuta ad alcune fonti di errore. la risposta che lo psicologo rileva dal test. solo l'errore sistematico. la reale risposta del soggetto. 04. Nella teoria classica dei test il punteggio vero è: risposta che lo psicologo rileva. la reale risposta del soggetto. la distorsione dovuta ad alcune fonti di errore. solo l'errore sistematico. 05. Nella teoria classica dei test l'errore è: la reale risposta del soggetto. la risposta che il soggetto voleva dare ma non ha espresso. la distorsione del punteggio dovuta ad alcune fonti esterne. la risposta che lo psicologo rileva. 06. Quello che vorremmo ottenere da un test psicologico è: errore. punteggio osservato. tutte le alternative. punteggio vero. 07. Quando somministriamo un testo possiamo avere errori: nessuna delle alternative. sistematici. entrambe le alternative. casuali. 08. Il valore che calcoliamo conoscendo il punteggio osservato e stimando l'errore può essere definito: punteggio totale. validità del test. punteggio vero. punteggio errato. 01. Secondo l'Item Response Theory soggetti con uguali capacità: non sono paragonabili. hanno la stessa probabilità di risolvere due compiti con difficoltà diverse. hanno la stessa probabilità di risolvere uno stesso compito. hanno una diversa probabilità di risolvere uno stesso compito. 02. I modelli di misurazione sono: manuali in cui sono riportate le regole di scoring. modelli matematico-statistici che specificano le relazioni tra variabili osservate e variabili latenti. modelli di attribuzione dei punteggi. modelli per la distribuzione delle probabilità. 03. Secondo l'Item Response Theory la probabilità che un compito venga eseguito correttamente dipende da: abilità individuale e difficoltà dell'item. solo dall'abilità individuale. punteggio vero e punteggio osservato. solo dalla difficoltà del test. 01. La validità di un test e la validità di una ricerca: sono simili ma si riferiscono a due concetti diversi. sono due concetti completamente diversi. non possono essere paragonati. sono la stessa cosa. 02. L'attendibilità di un test può essere definita come: la coerenza tra manifestazioni diverse dello stesso costrutto nella stessa misurazione. il grado in cui uno strumento misura ciò che dice di misurare. il grado di accordo tra misurazioni indipendenti dello stesso costrutto. il grado di disaccordo tra misurazioni indipendenti dello stesso costrutto. 03. Un test dovrebbe essere: Valido. entrambe le alternative. attendibile. nessuna delle alternative. 04. L'accuratezza di un test può essere definita come: la coerenza tra manifestazioni diverse dello stesso costrutto nella stessa misurazione. il grado di disaccordo tra misurazioni indipendenti dello stesso costrutto. l'uguaglianza tra due misurazioni fatte sullo stesso campione a distanza di tempo. il grado di corrispondenza tra il costrutto e la realtà. 05. La stabilità di un test può essere definita come: il grado di corrispondenza tra il costrutto e la realtà. la coerenza tra manifestazioni diverse dello stesso costrutto nella stessa misurazione. l'uguaglianza tra due misurazioni fatte sullo stesso campione a distanza di tempo. il grado in cui uno strumento misura ciò che dice di misurare. 06. La precisione di un test può essere definita come: il grado di corrispondenza tra il costrutto e la realtà. il grado di accordo tra misurazioni indipendenti dello stesso costrutto. l'uguaglianza tra due misurazioni fatte sullo stesso campione a distanza di tempo. la coerenza tra manifestazioni diverse dello stesso costrutto nella stessa misurazione. 07. L'attendibilità di un test può essere valutata con procedure che prevedono: una somministrazione. Due somministrazioni. nessuna. entrambe. 08. Per calcolare l'attendibilità di un test usando il metodo "Split-half" è necessario: sommare i punteggi di ogni soggetto e calcolare la media. dividere in due gruppi gli item e si valutare la correlazione delle due metà. calcolare la correlazione tra le coppie di item di un test. somministrare il test due volte e calcolare la correlazione tra le risposte del soggetto. 09. L'attendibilità calcolata attraverso l'analisi della coerenza interna prevede di usare: punti z. K di Cohen. alfa di Cronbach. T di Student. 10. L'affidabilità Test-retest permette di valutare: la stabilità dei punteggi nel tempo. la stabilità dei punteggi tra giudici. la stabilità dei punteggi tra soggetti. la patologia di un soggetto. 11. Per valutare l'equivalenza tra forme parallele di un test: divido in due gruppi gli item del test e calcolo la correlazione delle due metà. somministro allo stesso soggetto due test diversi. somministro allo stesso soggetto due versioni dello stesso test. somministro allo stesso soggetto lo stesso test in due momenti diversi. 12. L'alfa di Cronbach dipende da: Lunghezza della scala. nessuna delle alternative. entrambe le alternative. Intercorrelazione tra gli item. 01. Un test ha una buona validità divergente quando: c'è accordo tra due misurazione dello stesso fatte con metodi o strumenti diversi. il test è rappresentativo della caratteristica che intende valutare. non c'è accordo tra due misurazione dello stesso fatte con metodi o strumenti diversi. è possibile discriminare tra due misurazioni di costrutti diversi. 02. La Validità nomologica indica: la rappresentatività della caratteristica che il test intende valutare. la similitudine tra due forme parallele dello stesso test. il grado in cui il costrutto che vogliamo misurare si inserisce in una serie di relazioni tra costrutti. la corrispondenza tra la misura e una variabile esterna. 03. La validità di contenuto comprende: validità di costrutto. La validità di facciata. validità di criterio. validità nomotetica. 04. La validità concorrente fa parte: nessuna delle alternative. della validità predittiva. della validità nomologica. della validità di criterio. 05. La validità concorrente è presente quando: due forme parallele dello stesso test concordano. è presente una corrispondenza tra la misura e una variabile esterna. il punteggio nel test è capace di predire accuratamente la prestazione nel dominio teorico cui il test appartiene. il punteggio al test concorda con altre misure valide dello stesso costrutto. 06. La validità predittiva è presente quando: il punteggio al test concorda con altre misure valide dello stesso costrutto. due forme parallele dello stesso test concordano. è presente una corrispondenza tra la misura e una variabile esterna. il punteggio nel test è capace di predire accuratamente la prestazione nel dominio teorico cui il test appartiene. 07. La validità di costrutto può comprendere: Validità divergente. entrambe. Validità convergente. nessuna delle alternative. 08. Un test ha una buona validità convergente quando: il test è rappresentativo della caratteristica che intende valutare. è possibile discriminare tra due misurazioni di costrutti diversi. non c'è accordo tra due misurazione dello stesso fatte con metodi o strumenti diversi. c'è accordo tra due misurazione dello stesso costrutto fatte con metodi o strumenti diversi. 09. La validità di costrutto può essere valutata usando: Matrice multi-tratto-multi-metodo. K di Cohen. z score. T di Student. 10. La validità di facciata indica: quanto gli item appaiono misurare ciò che misurano. il grado in cui il costrutto che vogliamo misurare si inserisce in una serie di relazioni tra costrutti. la rappresentatività della caratteristica che il test intende valutare. la similitudine tra due forme parallele dello stesso test. 11. Un test ha una buona Validità di contenuto quando: il costrutto che vogliamo misurare si inserisce in una serie di relazioni tra costrutti. il punteggio del soggetto è patologico. ha una buona corrispondenza tra la misura e una variabile esterna. è rappresentativo della caratteristica che intende valutare. 12. La validità di criterio indica: il grado in cui il costrutto che vogliamo misurare si inserisce in una serie di relazioni tra costrutti. la rappresentatività della caratteristica che il test intende valutare. nessuna delle alternative. la corrispondenza tra la misura e una variabile esterna. 13. La validità di un test può essere definita come: il grado in cui uno strumento misura ciò che dice di misurare. il grado di disaccordo tra misurazioni indipendenti dello stesso costrutto. il punteggio ottenuto dal soggetto. il grado di accordo tra misurazioni indipendenti dello stesso costrutto. 01. La validità di una ricerca può essere definita come: La peggiore approssimazione disponibile alla verità. nessuna delle alternative. La migliore approssimazione disponibile alla verità. La più critica approssimazione disponibile alla verità. 02. Le ricerche che hanno lo scopo di "spiegare" permettono: potremmo ottenere una diagnosi per il nostro paziente. non possiamo capire quale variabile causi la variazione dell'altra. possiamo capire quale variabile causi la variazione dell'altra. riusciremo a spiegare la natura del legame evidenziato tra le variabili. 03. Se conduciamo una ricerca che abbia lo scopo di verificare relazioni causali: possiamo capire quale variabile causi la variazione dell'altra. riusciremo a spiegare la natura del legame evidenziato. non possiamo capire quale variabile causi la variazione dell'altra. potremmo ottenere una diagnosi per il nostro paziente. 04. Quando svolgiamo una ricerca con la finalità di dimostrare empiricamente vogliamo: stabilire l'esistenza di un relazioni tra fenomeni. nessuna delle alternative. stabilire l'esistenza di un fenomeno. entrambe le alternative. 05. Se conduciamo una ricerca che abbia lo scopo di dimostrare empiricamente: potremmo dimostrare la presenza di una relazione casuale tra le variabili. non possiamo dimostrare la presenza di una relazione causale tra le variabili. possiamo dimostrare la presenza di una relazione causale tra le variabili. potremmo ottenere una diagnosi per il nostro paziente. 01. Considerare il pre-test come un evento ordinario aiuta a ridurre: l'effetto delle prove. l'effetto della mortalità. l'effetto placebo. l'effetto della regressione statistica. 02. La direzione di una relazione causale tra due variabili può essere verificata considerando: nessuna delle alternative è vera. una teoria. la sequenza temporale. entrambe le alternative sono vere. 03. Per ridurre l'effetto delle prove si può applicare: il disegno di Solomon. non è possibile ridurre tale effetto. il disegno fattoriale. il disegno classico. 04. L'effetto delle prove minaccia la validità interna perché: Un evento che durante il corso di un esperimento produce un effetto che si sovrappone a quello della variabile indipendente. non è possibile sapere cosa succede tra il pre-test e il post-test. la partecipazione ad una fase dell'esperimento può influenzare le successive fasi. i soggetti vengono coinvolti nella creazione delle prove. 05. La minaccia della storia attuale può essere ridotta: progettando esperimenti che prevedano un'unica sessione sperimentale. ignorando gli eventi che accadono tra le diverse fasi di rilevazione dei dati. aumentando l'intervallo di tempo tra le sedute sperimentali. aumentando le sedute sperimentali. 06. Per aumentare la minaccia della storia attuale sarebbe necessario: l'intervallo di tempo tra una sessione e l'altra non è rilevante. aumentare l'intervallo di tempo tra una sessione e l'altra. ridurre l'intervallo di tempo tra una sessione e l'altra. diminuire il numero di sedute. 07. Le minacce alla validità interna sono: i rischi che il soggetto corre quando partecipa ad una ricerca. fattori confondenti circa la relazione causale tra le variabili. problemi nel determinare la direzione della relazione causale tra due variabili. fattori confondenti circa la relazione casuale tra le variabili. 08. La relazione causale tra due variabili dipende: dalla direzione. nessuna delle alternative è vera. dall'esclusione dei fattori di confusione. entrambe le alternative sono vere. 01. La minaccia della regressione statistica limita: nessuna delle alternative. La validità esterna. La validità interna. Entrambe. 02. Per contenere il rischio di mortalità all'interno di un campione: è importante ridurre i soggetti che partecipano alla ricerca. è necessario eliminare il gruppo di controllo. è solamente possibile cercare di reclutare più soggetti di quanti effettivamente previsti. è utile aumentare l'intervallo di tempo tra le sedute sperimentali. 03. Per ridurre la minaccia della regressione statistica è necessario: estrarre casualmente i soggetti che appartengono al campione di controllo. randomizzare le prove. ridurre l'intervallo di tempo tra una sessione e l'altra. aumentare l'intervallo di tempo tra una sessione e l'altra. 04. La minaccia della regressione statistica riguarda: la riduzione della presenza dei punteggi estremi a seguito di prove ripetute con strumenti diversi. la riduzione della presenza dei punteggi estremi a seguito di prove ripetute con lo stesso strumento. la riduzione della presenza dei punteggi medi a seguito di prove ripetute con lo stesso strumento. il fatto che la partecipazione ad una fase dell'esperimento può influenzare le successive fasi. 05. Una cattiva selezione dei soggetti può: minacciare sia la validità interna che esterna. portare alla creazione di due gruppi confrontabili tra loro. minacciare la validità esterna dell'esperimento. minacciare la validità interna dell'esperimento. 06. Il gruppo sperimentale: Somministra il trattamento. viene escluso dalla ricerca. Viene sottoposto al trattamento. Non viene sottoposto al trattamento. 07. Il gruppo di controllo: Somministra il trattamento. viene escluso dalla ricerca. Viene sottoposto alla stessa attività del gruppo sperimentale. Non viene sottoposto alla stessa attività del gruppo sperimentale. 08. La minaccia della mortalità riguarda: la possibilità che gli sperimentatori non siano gli stessi tra una fase e l'altra della ricerca. la morte dello sperimentatore. la presenza di una legge statistica che prevede che nelle prove ripetute sugli stessi soggetti e sulla stessa variabile i punteggi estremi tendano a regredire. il fatto che tra due fasi del test alcune persone si ritirino. 09. La minaccia della strumentazione può essere ridotta attraverso: la standardizzazione degli strumenti. entrambe. nessuna delle alternative. la randomizzazione delle prove. 01. Gli strumenti di misurazione non intrusivi possono aiutare a: aumentare la validità interna. nessuna delle due. aumenta la validità esterna. entrambe. 02. Per validità di popolazione intendiamo: l'impossibilità di raccogliere dei dati attendibili. la capacità di generalizzare i dati del campione alla popolazione. la possibilità di generalizzare i dati del gruppo di controllo a quello sperimentale. la capacità di generalizzare i dati della popolazione al campione. 03. L'uso dell'inganno della ricerca: è sempre etico. aumenta la validità esterna. è vietato dalla legge. è impossibile da applicare. 04. La validità esterna può essere suddivisa in: Validità di popolazione, di criterio ed interna. Validità di popolazione, temporale ed ecologica. validità normale e probabilistica. Validità del campione, climatica ed ecologica. 05. La validità esterna: tutte le alternative. Include la validità di costrutto. Non riguarda il concetto di "generalizzazione". Consente di applicare i risultati ottenuti a soggetti, situazioni, luoghi e tempi diversi da quelli sperimentali. 06. Per validità temporale intendiamo: la capacità di generalizzare i dati del campione alla popolazione. la possibilità di assumere che i risultati della ricerca mutino nel tempo. il confronto tra vita reale e attività sperimentale. la possibilità di assumere che i risultati della ricerca rimangano stabili nel tempo. 07. Le variazioni che minacciano la validità temporale sono: esterne e interne. stagionale, ciclica e personologica. mestruale, stagionale e annuale. personale, ciclica e mensile. 08. La validità ecologica prende in considerazione: solamente quella tipologia di esperimenti che viene condotta all'esterno del laboratorio. il confronto tra gruppo sperimentale e di controllo. il confronto tra quello che succede realmente nel mondo e quello che viene riprodotto in sede sperimentale dentro il laboratorio. la possibilità di assumere che i risultati delle ricerche rimangano stabili nel tempo. 09. La validità esterna può essere protetta quando: usiamo un gruppo di controllo non paragonabile a quello sperimentale. usiamo campioni presi sempre dalle stesse popolazioni. usiamo campioni presi da popolazioni sempre diverse. manca la capacità di generalizzare i dati del campione alla popolazione. 10. Per aumentare la validità esterna potrebbe essere necessario: raccogliere dati quando le persone ne sono maggiormente consapevoli. usare solo soggetti che già conoscono la procedura sperimentale. raccogliere dati prima che le persone se ne accorgano. non raccogliere i dati. 01. Un'operalizzazione inadeguata può portare ad una diminuzione della: validità di costrutto. validità nomologica. validità ecologica. validità convergente. 02. La validità di costrutto può essere minacciata quando: l'operalizzazione identifica indicatori precisi. è presente l'effetto sperimentatore. vengono selezionati campioni presi sempre dalle stesse popolazioni. le variabili indipendenti non vengono chiaramente definite. 03. Per diminuire la validità di costrutto è necessario: fare in modo che i costrutti siano chiaramente definiti. tutte le alternative. creare una definizione operativa chiara e dettagliata. avere una definizione operativa vaga e soggettiva. 04. L'effetto Hawthorne si riferisce al fatto che: i soggetti analizzati sono sempre studenti di psicologia. il soggetto della ricerca si rende conto di essere osservato e questo gli impedisca di modificare il suo comportamento. il soggetto della ricerca si rende conto di essere osservato e per questo modifica il suo comportamento. il soggetto della ricerca non si rende conto di essere osservato e per questo modifica il suo comportamento. 05. Per ridurre l'effetto Hawthorne è necessario: aumentare l'ampiezza campionaria. aumentare il numero di sedute. fare in modo che il soggetto sappia che sta partecipando alla ricerca. adottare il metodo del singolo cieco. 01. La validità statistica: non permette di controllare l'effetto del caso. fa parte della validità nosografica. non è legata alla validità interna. va a verificare il rapporto tra le variabili. 02. La validità statistica permette un confronto tra: entrambe le alternative. variabilità delle risposte del test e variabilità dei soggetti. nessuna delle alternative. variabilità empirica e variabilità teorica attesa. 03. In una ricerca l'ipotesi da verificare è: l'ipotesi mancata. l'ipotesi alternata. l'ipotesi alternativa. l'ipotesi nulla. 04. L'ipotesi nulla delinea: La presenza dell'effetto. L'assenza dell'effetto. l'effetto placebo. Le caratteristiche dell'effetto. 05. L'ipotesi alternativa delinea: L'assenza dell'effetto. Le caratteristiche dell'effetto. l'effetto placebo. La presenza dell'effetto. 06. Il livello di significatività indica: il livello di probabilità fissato a priori che viene superato quando H1 è vera. il cut-off dei test psicologici. il livello di probabilità fissato a priori che viene superato quando H0 è falsa. il livello di probabilità fissato a priori che viene superato quando H0 è vera. 07. La validità statistica può essere minacciata: dall'effetto dello sperimentatore. Dalla generalizzabilità dei risultati. Dal fishing e dalla bassa potenza statistica. Dalla presenza variabili ordinali e nominali. 08. L'errore di I tipo si presenta quando: Si eseguono innumerevoli analisi, soprattutto correlazioni tra molte variabili, senza una ipotesi precisa. vengono condotte poche analisi statistiche mirate. si hanno pochi soggetti da analizzare. un test ha bassa potenza statistica. 09. L'errore di II tipo si presenta quando: vengono condotte poche analisi statistiche mirate. un test ha bassa potenza statistica. si hanno pochi soggetti da analizzare. Si eseguono innumerevoli analisi, soprattutto correlazioni tra molte variabili, senza una ipotesi precisa. 10. La zona di rifiuto è: un campo di valori possibili che ci si attende con minore probabilità in caso di verità dell'ipotesi alternativa. un campo di valori possibili che ci si attende con maggior probabilità in caso di verità dell'ipotesi nulla. l'insieme di punteggi che indicano che la prestazione del soggetto è sotto la norma. un campo di valori possibili che ci si attende con minore probabilità in caso di verità dell'ipotesi nulla. 11. La validità statistica utilizza come strumenti: i metodi osservativi. l'anova. il calcolo della probabilità e l'inferenza statistica. i test psicologici. 01. L'unica differenza tra gruppo/condizione di controllo e gruppo/condizione sperimentale deve essere: le caratteristiche dei soggetti. il livello della variabile dipendente. il livello della variabile indipendente. l'età. 02. Le strategie di controllo sperimentale: servono ad assegnare i soggetti ad una delle due condizioni sperimentali. stabiliscono e rendono operative le modalità atte ad aumentare la validità di una ricerca. permettono di aumentare la validità tramite analisi statistiche previse. permettono di aumentare solo la validità nomologica. 03. Il concetto di controllo sperimentale indica: qualsiasi procedimento atto ad incrementare le potenziali minacce alla validità di un esperimento. quelle procedure atte a neutralizzare o a controllare le potenziali minacce alla validità di un esperimento. gli esperimenti che rientrano tra i disegni sperimentali e servono a salvaguardare la validità della ricerca nel suo complesso. le potenziali minacce alla validità di un esperimento. 04. Nella condizione di un controllo i soggetti: svolgono le stesse attività della condizione sperimentale. non vengono sottoposti al trattamento sperimentale. vengono sottoposti al trattamento sperimentale. sono quelli eliminati dalla ricerca. 05. Quando abbiamo un disegno entro i gruppi l'esperimento di controllo richiederà di inserire: il campionamento casuale. la condizione di controllo. l'assegnazione casuale. il gruppo di controllo. 06. Quando abbiamo un disegno tra gruppi l'esperimento di controllo richiederà di inserire: il gruppo di controllo. l'assegnazione casuale. la condizione di controllo. il campionamento casuale. 07. L'esperimento di controllo può essere definito come: qualsiasi procedimento atto ad incrementare le potenziali minacce alla validità di un esperimento. quelle procedure atte a neutralizzare o a controllare le potenziali minacce alla validità di un esperimento. un esperimento che rientra tra i disegni sperimentali e serve a salvaguardare la validità della ricerca nel suo complesso. il gruppo di controllo in un esperimento. 01. Ripetere esattamente un esperimento vuol dire: ripeterlo in situazioni differenti nelle quali viene fatto variare un solo elemento per volta rispetto alla situazione originale. richiamare gli stessi soggetti che sono stati usati nell'esperimento originale. usare gli stessi soggetti per fare un altro esperimento. replicare accuratamente la metodologia che è già stata impiegata nell'esperimento originale. 02. Il follow-up: viene fatto a distanza di un certo tempo dal post-test. serve per verificare l'effetto immediato del trattamento. è un altro nome del post test. prevede una nuova somministrazione del trattamento. 03. Le strategie generali di controllo sperimentale: servono a controllare gli effetti di ordine e sequenza. sono indirizzate a ridurre eventuali problemi che potrebbero nascere all'interno del processo della ricerca. permettono di controllare le procedure di campionamento e assegnazione. servono a prevenire l'uso dell'inganno nella ricerca. 04. L'effetto dell'ora del giorno sottolinea che: fare rilevazioni la mattina è sempre consigliato. non è necessario tenere in considerazione l'orario in si fanno le misurazioni. la scelta di un'ora specifica in cui fare le rilevazioni può avere delle ripercussioni. la scelta di un'ora specifica in cui fare le rilevazioni può non ha ripercussioni. 05. Ripetere sistematicamente un esperimento vuol dire: ripeterlo in situazioni differenti nelle quali viene fatto variare un solo elemento per volta rispetto alla situazione originale. richiamare gli stessi soggetti che sono stati usati nell'esperimento originale. replicare accuratamente la metodologia che è già stata impiegata nell'esperimento originale. usare gli stessi soggetti per fare un altro esperimento. 06. Quando si ripete un esperimento possiamo dire che è attendibile quando: i risultati emersi nelle due prove sono stesso tipo. non ci sono risultati positivi. i risultati emersi nelle due prove sono diversi. i risultati emersi nelle due prove non sono paragonabili. 01. Le conoscenze e le aspettative dei soggetti: non sono fattori che devono essere tenuti in considerazione. influenzano l'esperimento solo quando non hanno a che fare con il costrutto o con la metodologia usata. possono minacciare la validità di un esperimento. non influenzano la fiducia che e la collaborazione del soggetto alla ricerca. 02. Per limitare l'effetto dei soggetti si potrebbe: usare più sperimentatori. Usare la tecnica dell'inganno. nessuna. spiegare dettagliatamente la ricerca ai soggetti. 03. Per limitare l'effetto dello sperimentatore si potrebbe: permettere allo sperimentatore di somministrare le istruzioni come meglio crede. usare un solo sperimentatore. rendere automatiche le istruzioni del test. nessuna. 04. L'effetto diffusione si verifica quando: nessuna. coloro che devono ancora sostenere l'esperimento vengono influenzati dai soggetti che hanno già partecipato. coloro che hanno già sostenuto l'esperimento vengono influenzati dai soggetti che devono ancora partecipare. entrambe. 05. Gli effetti derivanti dai soggetti possono dipendere da: entrambi. Effetto diffusione. Conoscenze sul costrutto e sulle procedure sperimentali. nessuna. 06. L'Effetto dello sperimentatore può essere legato a: l'influenza, spesso inconscia, che i soggetti possono avere sul setting sperimentale. l'influenza, spesso inconscia, che lo sperimentatore può avere sugli strumenti. l'influenza, spesso inconscia, che i soggetti possono avere sullo sperimentatore. l'influenza, spesso inconscia, che lo sperimentatore può avere sui soggetti. 07. La procedura denominata doppio cieco permette: l'impossibilità di controllare gli effetti derivanti sia dallo sperimentatore che dai soggetti. di controllare solo gli effetti derivanti dallo sperimentatore. di controllare solo gli effetti derivanti dai soggetti. di controllare gli effetti derivanti sia dallo sperimentatore che dai soggetti. 08. È possibile controllare le aspettative dello sperimentatore e dei soggetti usando: facendo in modo che lo sperimentatore personalizzi le istruzioni come meglio crede. delle procedure chiamate singolo e doppio cieco. facendo raccogliere i dati solo allo sperimentatore che ha creato la procedura. usando le giuste procedure di campionamento. 09. Le aspettative dello sperimentatore circa il risultato dell'esperimento che sta conducendo: non devono essere controllate così da influenzare tutti i livelli della sperimentazione. non influenzano l'esperimento. devono essere condivise con i soggetti così da guidarli durante l'esperimento. devono essere controllate così da non influenzare tutti i livelli della sperimentazione. 10. La procedura denominata singolo cieco permette: di controllare solo gli effetti derivanti dai soggetti. l'impossibilità di controllare gli effetti derivanti sia dallo sperimentatore che dai soggetti. di controllare gli effetti derivanti sia dallo sperimentatore che dai soggetti. di controllare solo gli effetti derivanti dallo sperimentatore. 01. I metodi di assegnazione: vengono usati per trovare i soggetti che non sono idonei a partecipare all'esperimento. vengono usati per assegnare ad ogni soggetto un compito durante la prova. vengono usati per creare i gruppi che parteciperanno all'esperimento. vengono usati per selezionare il campione dalla popolazione. 02. Il metodo del pareggiamento viene usato: quando non abbiamo soggetti volontari. quando il campione può essere esaminato prima dell'esperimento. quando le modifiche della variabile dipendente causano quelle della varabile indipendente. quando si pensa di avere un numero eccessivo di soggetti. 03. Usando il metodo dei blocchi: La popolazione viene suddivisa arbitrariamente in gruppi più piccoli, sulla base di un certo criterio e quindi, su questi sottogruppi vengono svolte le procedure di campionamento casuale. ogni soggetto ha la stessa probabilità di essere assegnato a una delle condizioni dell'esperimento. Ogni elemento della popolazione ha la stessa probabilità di formare il campione. il campione viene preventivamente organizzato in funzione di una variabile ritenuta influente. 04. Per poter generalizzazione i risultati della nostra ricerca alla popolazione dovremmo attuare: nessuna delle due. entrambi. le procedure di campionamento. procedure di assegnazione. 05. Nella procedura di campionamento casuale: I sottogruppi della popolazione vengono divisi e inseriti ciascuno in diversi esperimenti. Ogni elemento della popolazione ha la stessa probabilità di formare il campione. Si selezionano soggetti volontari. La popolazione viene suddivisa arbitrariamente in gruppi più piccoli, sulla base di un certo criterio e quindi, su questi sottogruppi vengono svolte le procedure di campionamento casuale. 06. Il campionamento casuale: può essere fatto solo con reinserimento. può essere fatto con o senza probabilità. può essere fatto con o senza reinserimento. può essere fatto con o senza rimodellamento. 07. Nella procedura di campionamento casuale stratificato: ogni soggetto ha la stessa probabilità di essere assegnato a una delle condizioni dell'esperimento. I sottogruppi della popolazione vengono divisi e inseriti ciascuno in diversi esperimenti. Si selezionano soggetti volontari. La popolazione viene suddivisa arbitrariamente in gruppi più piccoli, sulla base di un certo criterio e su questi sottogruppi vengono svolte le procedure di campionamento casuale. 08. Nella procedura di campionamento ad hoc: I sottogruppi della popolazione vengono divisi e inseriti ciascuno in diversi esperimenti. Ogni elemento di un insieme ordinato di n elementi di una della popolazione ha la stessa probabilità di formare il campione. Si selezionano solo soggetti volontari. ogni soggetto ha la stessa probabilità di essere assegnato a una delle condizioni dell'esperimento. 09. Usando il metodo dell'assegnazione casuale: Ogni elemento della popolazione ha la stessa probabilità di formare il campione. ogni soggetto ha la stessa probabilità di essere assegnato a una delle condizioni dell'esperimento. Si selezionano solo soggetti volontari. il campione viene preventivamente organizzato in funzione di una variabile ritenuta influente. 01. Nel controbilanciamento tra i soggetti completo: viene usato un solo test per la diagnosi. vengono usate tutte le combinazioni di prove possibili. viene usata solo una prova. vengono usate solo alcune combinazioni di prove. 02. Quando attuiamo la tecnica di Controbilanciamento entro i soggetti denominata Randomizzazione delle prove è necessario che: ogni soggetto venga sottoposto ad una specifica sequenza che comprenda una diversa combinazione di prove. ogni soggetti viene sottoposto ad una prova. ogni soggetto venga sottoposto alla stessa combinazione di prove. estraiamo casualmente il campione dalla popolazione. 03. Quando usiamo un disegno entro i soggetti potrebbe presentarsi: nessuna delle alternative. entrambi. L'effetto dell'ordine. L'effetto della sequenza. 04. L'effetto dell'ordine in un esperimento: dovuto al fatto che il laboratorio sia in disordine e potrebbe distrarre i soggetti dall'esperimento. è dovuto all'ordine delle condizioni, indipendentemente dalla specificità delle condizioni stesse. si presenta quando si hanno solo soggetti volontari. è dovuto alla parziale dipendenza di una condizione sperimentale da quella che la precede. 05. L'effetto della sequenza in un esperimento: è dovuto all'ordine delle condizioni, indipendentemente dalla specificità delle condizioni stesse. dipende dal modo in cui lo sperimentatore alterna i soggetti durante la giornata. è dovuto alla parziale dipendenza di una condizione sperimentale da quella che la precede. si presenta quando si hanno solo soggetti volontari. 06. Per contrastare l'effetto dell'ordine e della sequenza in un esperimento: si deve mettere in atto una procedura di controbilanciamento, che può essere entro i giorni o entro le ore. si deve mettere in atto una procedura di bilanciamento. si devono selezionare solo soggetti volontari. si deve mettere in atto una procedura di controbilanciamento, che può essere entro i soggetti o entro i gruppi. 07. Il controbilanciamento entro i soggetti: è possibile quando tutti i soggetti vengono sottoposti a tutte le condizioni. tutti i soggetti vengono sottoposti ad un'unica condizione. permette di estrarre il campione dalla popolazione. ciascuna combinazione delle prove viene somministrata a un soggetto del campione. 08. Il controbilanciamento tra i gruppi: permette di estrarre il campione dalla popolazione. è possibile quando tutti i soggetti vengono sottoposti a tutte le condizioni. permette di controllare solo l'ordine ma non la sequenza. ciascuna combinazione delle prove viene somministrata a un soggetto del campione. 09. Il quadrato latino fa parte delle tecniche di: Controbilanciamento completo. Controbilanciamento incompleto. nessuna delle alternative. Controbilanciamento entro i soggetti. 10. La randomizzazione a blocchi fa parte delle tecniche di: nessuna delle alternative. Controbilanciamento entro i soggetti. Entrambe. Controbilanciamento tra i soggetti. |