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ERASED TEST, YOU MAY BE INTERESTED ONNeuropsichiatria infantile

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Title of test:
Neuropsichiatria infantile

Description:
Test 1 neuropsichiatria

Author:
Carlotta
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Creation Date:
24/01/2024

Category:
Others

Number of questions: 8
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Content:
La nostra faccia esprime le nostre emozioni molto prima della parola: Tra persone adulte il livello dell'interazione "non verbale", compresa l'espressione del viso, è molto ridotto: conta sostanzialmente il contenuto manifesto, veicolato dalle informazioni verbali. I bambini affetti dallo spettro dell'autismo possiedono un'innata capacità nel riconoscere immediatamente le espressioni del viso e dello sguardo, che osservano con attenzione. I bambini nascono con una assoluta incapacità a riconoscere in modo naturale le espressioni del viso e la apprendono solo attraverso specifiche istruzioni a scuola. E questo riguarda soprattutto i bambini affetti da autismo. Non si può non comunicare": Rabbia, paura, disgusto, sorpresa, felicità e tristezza sono le sei emozioni primarie dell'uomo, corrispondenti ad altrettante espressioni tipiche del viso.
Quale di queste affermazioni è quella errata. Il "disturbo mentale" è una sindrome caratterizzata da un'alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento di un individuo, che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici o evolutivi che sottendono il funzionamento mentale. La disabilità psichica è la conseguenza di un disturbo mentale, classificato sia dall'OMS nell'ambito dell'International Classification of Diseases (dall'ICD), sia dalle linee guida del DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders) dell'American Psychiatric Association. Le attuali classificazioni diagnostiche non tengono in nessun conto se un disturbo provochi o meno disagio, disabilità, o riduzione delle autonomie e della partecipazione e non si occupano di definirne l'entità. I disturbi mentali sono solitamente associati a un livello significativo di disagio o disabilità in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. .
La Regione Piemonte: Non aderisce all'idea di un approccio globale bio-psico-sociale, centrato sulla salute e strutturato nell'ICF. Non condivide infatti il concetto che l'attività clinica acquisti valore se prevede prese in carico multiprofessionali, prolungate nel tempo e con interventi sui determinanti di salute efficaci. Quando vengano individuate quelle condizioni di salute dove siano presenti i disturbi permanenti (da specifici a pervasivi) del neurosviluppo che richiedono una definizione, in chiave multiprofessionale, preferisce affidarsi a singoli professionisti ed impongano per il paziente prassi terapeutiche puntiformi, rapide e risolutive. In questo modo riducono i costi. Ha introdotto e poi promosso, attraverso percorsi formativi e specifiche delibere vincolanti, l'applicazione diffusa ed approfondita dei criteri del modello bio-psico-sociale dell'ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute), che fa parte della più ampia famiglia delle Classificazioni Internazionali dell'OMS- Organizzazione Mondiale della Sanità. Grazie ad appositi veti e con delibere ad hoc, ha tassativamente vietato e conseguentemente evitato, che buona parte delle attività dei servizi venissero indirizzato a quella vasta condizione di salute che ha un impatto nella qualità degli apprendimenti e della partecipazione a scuola, e che coincide quasi tutta con l'area dei disturbi del neurosviluppo. In questo modo sono riusciti a ridurre i costi. .
SCEGLI L'ALTERNATIVA PIU' CORRETTA: Lo sviluppo di un bambino nel suo ambiente è una questione complessa che possiede un'ampia quota di variabili. In particolare: Accanto ad un problema specifico (non solo linguaggio, ma anche poi apprendimento, iperattività) o pervasivo ("autismo"), spesso si possono presentare problemi complessi, che rischiano di non essere visti ma nascosti o da un'etichetta diagnostica troppo semplificativa (che esclude eventuali comorbilità), o da un'interpretazione sbagliata del sintomo. I disturbi in neuropsichiatria infantile si collocano al confine tra più categorie diagnostiche e solo raramente un disturbo si presenta da solo allo specialista dei servizi. Ancora oggi l'approccio integrato ed olistico, così specifico della NPI, si impone con forza. Spesso infatti, accanto ad un riconoscibile disturbo del linguaggio, o più in generale del neuro-sviluppo, ve n'è un altro che riguarda in profondità e silenziosamente la sfera emotiva. Tutt'e tre le affermazioni sono valide. .
la prospettiva del neurosviluppo ha voluto definire: In quali percorsi "quasi obbligati" di natura biologica, ma che riguardano una equivalente dimensione comunicativa, cognitiva, emozionale e mentale fortemente intrecciata, come fenomeno e come processo, alla ricerca in ambito psicoanalitico, si costituiscano le caratteristiche del bambino in via di sviluppo, e vengano limitate e modellate la dimensione della soggettività e dei risultati dell'interazione con l'ambiente La natura esclusivamente lesionale delle alterazioni neuropsichiche. Infatti sempre,ed indipendentemente dall'età di insorgenza, ad ogni disturbo psicologico corrisponde sempre una lesione nel cervello, visibile alla risonanza magnetica. I rapporti linerari ed obbligati tra alterazioni genetiche e disturbi del neurosviluppo, secondo la regola " un gene una malattia". Non sono riusciti in alcun modo ad evidenziare che le storie di vita di ogni singolo soggetto, a partire dall'incontro relazionale con la realtà dei caregiver primari, affondano le basi su di uno specifico, e relativamente stabile, profilo neurobiologico di base.
Quale di queste affermazioni è quella errata: Nel bambino le prime manifestazioni comportamentali che possiamo cogliere sono quelle dell'attaccamento. Nonostante numerosi fan sforzi fatti dalla ricerca non esiste ancora una griglia che permetta, in età evolutiva, di descrivere la qualità della relazione madre bambino, in quanto si tratta di un'area praticamente impossibile da definire, descrivere e valutare. Un noto neuroscienziato (Panksepp): ha individuato i 7 sistemi emozionali primari che comprendono RICERCA, RABBIA, PAURA, SESSUALITÀ, CURA, TRISTEZZA, e GIOCO. In certe situazioni, soprattutto quando il figlio ha comportamenti ritenuti problematici o patologici, la madre allora rischia di essere criticata e ritenuta inadeguata o distruttiva, a causa del comportamento del figlio, proprio dal suo gruppo di donne che potrà svalutarla oppure persino abbandonarla.
Lo sviluppo della ricerca nell'ambito delle neuroscienze: Ha messo al centro solo il modello relazionale che permette di spiegare come tutte le condizioni di salute in neuropsichiatria infantile dipendano esclusivamente dalle relazioni de bambino coi genitori e siano tutte psicogenetiche cioè causate da eventi tramatici e distorsioni relazionali. Ha scoperto che tutto dipende solo ed esclusivamente all'anatomia del cervello. Nega con chiarezza che tutte le storie di vita di ogni singolo soggetto, a partire dall'incontro relazionale con la realtà dei caregiver primari, ed includendo l'impatto degli elementi traumatogeni e di quelli protettivi, siano radicate dinamicamente e con elevati gradi di complessità, in uno specifico, e relativamente stabile, profilo neurobiologico di base. Sta notevolmente contribuendo ad una diffusione più capillare dei concetti legati alla prospettiva del neurosviluppo che a sua volta ha voluto definire in quali percorsi "quasi obbligati" di natura biologica (e che riguardano anche quella dimensione comunicativa, cognitiva, emozionale), si costituiscano le caratteristiche del bambino in via di sviluppo, e venga limitata e modellata la dimensione della soggettività e dei risultati dell'interazione con l'ambiente.
I disturbi del neurosviluppo Sono ininfluenti per il bambino in crescita. Infatti non si tratta di disturbi che provocano nel bambino, frustrazione, isolamento relazionale, dolore, impotenza appresa. Non provocano danni, in quanto i bambini ed i loro genitori ne divengono subito consapevoli. Grazie alla resilienza innata che ogni bambino passiede, non generano mai sofferenza inutile. Anche le conseguenze di un distrurbo del neurosviluppo non individuato e diagnosticato, sono ininfluenti, mentre reazioni non pensate, rigide, frustranti e distorte,dell'ambiente dei genitori, non hanno conseguenze sul bimbo. Disturbano lo sviluppo di un bambino ma in più, ed in modo sostanziale, rappresentano, se non riconosciuti o disconosciuti, un vero e proprio elemento traumatico cronico che appartiene alle conseguenze delle richieste quotidiane dell'ambiente cui loro non riescono a rispondere con performances adeguate, comportamenti appropriati e sistemi comunicativi coerenti. .
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