Prog_Imp
![]() |
![]() |
![]() |
Title of test:![]() Prog_Imp Description: Simulazione test Creation Date: 2024/03/11 Category: University Number of questions: 181
|




New Comment |
---|
NO RECORDS |
La funzione del serbatoio di accumulo in un impianto ad aria compressa è quella di: Accumulare la condensa prodotta. Accumulare le impurità aspirate. Facilitare il processo di essicamento dell'aria. Evitare un funzionamento continuo del compressore. Passando dalla compressione isoterma dell'aria a quella isoentropica, quale evoluzione subisce il lavoro di compressione riferito alla unità di massa dell'aria?. Aumenta. È indipendente dal tipo di compressione. Rimane costante. Diminuisce. Gli impianti ad aria compressa. Producono generalmente aria in pressione di utilizzo fino a 7-8bar. Sono altamente pericolosi dal punto di vista dell'antinfortunistica. Sono caratterizzati da difficoltà di regolazione della coppia e della velocità. Sono scarsamente flessibili. Una trasformazione è detta politropica quando avviene a calore specifico. Ininfluente. Crescente. Costante. Decrescente. L'esponente politropico n, per un gas perfetto, può essere espresso come: (cp-c)+(cv-c). (cv-c)/(cp-c). (cp-c)*(cv-c). (cp-c)/(cv-c). In caso di una compressione adiabatica, lo scambio di calore con l'esterno è: Ininfluente. Minimo. Nullo. Massimo. La potenza elettrica assorbita da un compressore, a parità di portata volumetrica di aria aspirata e a parità di pressione di aspirazione, all'aumentare della pressione finale (in uscita dal compressore): diminuisce. non ne è affatto condizionata. rimane costante. aumenta. Con riferimento al diagramma pressione - volume rappresentato in figura, l'area delimitata dalle linee 12 -2A -AB - B1 rappresenta. il lavoro di compressione risparmiato passando dalla compressione isoentropica a quella isoterma. il lavoro di compressione isotermo. il lavoro di compressione politropico con n= 1.35. il lavoro di compressione isoentropico. Con riferimento al diagramma temperatura entropia, riportato in figura, l'area A23B rappresenta. la potenza necessaria alla compressione di un volume unitario di aria. lavoro risparmiato passando da una compressione isoentropica ad una isoterma. lavoro di compressione isotermo. lavoro di compressione isoentropico. Il coefficiente di sincronismo per un impianto ad aria compressa. È una costante pura. Generalmente aumenta all'aumentare del numero di utenze. Generalmente diminuisce all'aumentare del numero di utenze. Dipende dal tipo utenze da utilizzare. Con riferimento alla relazione data, finalizzata al calcolo del lavoro di compressione dell'aria dalla pressione p1 alla pressione p2, essa è riferita a: compressione isoentalpica. compressione isoentropica. compressione a volume specifico costante. compressione isoterma. Il dimensionamento avanzato della capacità di un serbatoio in un impianto ad aria compressa. Si usa nel caso di portate non intermittenti. È basato su relazioni empiriche. Si usa per impianti con un numero elevato di utenze non sincronizzate. Si usa per impianti con utenze sincronizzate. Dovendo orientarsi per la scelta di un compressore industriale che debba elaborare portate di aria molto elevate, dell'ordine di qualche migliaia di Nmc/min e a una pressione relativamente bassa, dell'ordine di 3 - 4 bar, si predilige ricercare documentazione in merito a: compressori dinamici assiali. compressori a vite. compressori alternativi multistadio. compressori a palette. Quali tipologie di compressori sono in grado di elaborare portate di fluido molto elevate?. A vite. Dinamici assiali. Alternativi a pistone. Rotativi a palette. Quali tipologie di compressori sono in grado di elaborare salti di pressione molto elevati?. Alternativi multistadio. Dinamici assiali. Roots monostadio. Rotativi a palette. La capacità dell’aria di trattenere disciolta l'acqua aumenta con: l'aumentare dell'inquinamento. l'aumentare della temperatura. l'aumentare della pressione. rimane sempre costante. L'umidità relativa dell'aria, ad una certa temperatura T, rappresenta: non esiste una definizione di umidità relativa, ma è una semplice sensazione legata alla presenza della nebbia in atmosfera. il rapporto tra la massa di vapor d'acqua contenuta in un volume V ad una certa temperatura T e la massa di vapor d'acqua che renderebbe satura l'aria nel medesimo volume V e alla stessa temperatura. il rapporto tra la massa di vapor d'acqua contenuta in un volume V a quella temperatura T e la massa di aria secca contenuta nel medesimo volume V e sempre alla temperatura T. la massa d'acqua presente nella unità di volume di aria. In un impianto ad aria compressa, uno dei requisiti fondamentali che deve possedere l'aria alle utenze è quello di. Essere umida. Essere calda. Essere fredda. Essere asciutta. Il metodo di post-refrigerazione in un impianto ad aria compressa. È costituito da uno scambiatore di calore a circolazione di aria o acqua. Raffredda l'aria in ingresso mediante circolazione in controcorrente dell'aria fredda secca. È costituito da un compressore, due scambiatori di calore ed un condensatore del fluido frigorigeno. Comprime l'aria ad una pressione superiore rispetto a quella di esercizio prevista raffreddandola successivamente. Per quale motivo è necessario deumidificare l'aria in uscita dal compressore. Non è necessario toglierla perché non crea mai danni. Per evitare che l'acqua condensi all'interno del serbatoio o, ancor peggio, durante l'utilizzo nel processo in cui è impiegata. Non è vero che e necessario. Per evitare che l'aria si raffreddi troppo rapidamente. La temperatura di fine compressione tf può essere espressa come. Pa*((pf/ta)^((n-1)/n)). Ta*((pa/paf^((n-1)/n)). Ta*((pf/pa)^(n/(n-1))). Ta*((pf/pa)^((n-1)/n)). Gli essiccatori ad adsorbimento. Vengono utilizzati per impianti non sensibili all'acqua. Vengono utilizzati per ambienti in condizioni ambientali critiche. Sono costituiti da un recipiente in pressione contenente un agente chimico. Vengono impiegati per grandi masse d'aria per raggiungere un punto di rugiada non inferiore ai 15°c. Gli essiccatori a deliquescenza. Sfruttano agenti chimici per attuare il loro scopo. Vengono utilizzati per ambienti in condizioni ambientali critiche. Sfruttano le proprietà del glicole etilico. Non trattengono i vapori oleosi passati attraverso il pre-filtro. Nella progettazione di impianti ad aria compressa, è necessario considerare. Una pendenza delle tubazioni inferiore all'1% opposta alla direzione del flusso d'aria. Una pendenza delle tubazioni inferiore all'1% nella direzione del flusso d'aria. Una distanza superiore ai 30 metri tra i punti di drenaggio. Una distanza non superiore ai 30 metri tra i punti di drenaggio. Nel procedimento di dimensionamento di una rete ad aria compressa. Non si deve tener conto delle singole utenze. La velocità dell'aria non deve essere superiore ai 10-15 m/s. Si deve tener conto solo di determinate tipologie di utenze. La velocità dell'aria non deve essere superiore ai 20 m/s. Per quale motivo gli impianti ad acqua surriscaldata consentono di avere una maggiore potenza termica scambiata a parità di portata?. Perché con l'aumentare della temperatura aumenta fortemente la densità dell'acqua. Perché a pressione più elevata l'acqua solidifica, quindi aumenta la sua densità e quindi la sua capacità di immagazzinare energia. Perché con l'aumentare della temperatura aumenta fortemente il calore specifico dell'acqua. Perché a pressione più elevata bolle a temperatura più elevata, quindi aumenta il salto di temperatura disponibile per l'immagazzinamento di energia che poi sarà ceduta all'utilizzo. Con riferimento allo schema riportato in figura, esso è idoneo alla produzione di acqua surriscaldata?. Non lo so. Sì, a condizione che in ciascun punto del circuito dell'acqua surriscaldata non si verifichino le condizioni per la formazione del vapore. Sì, ma solo per acqua alla temperatura inferiore ai 100°C. Assolutamente no. Sono di seguito riportati i valori della temperatura dell'acqua in °C e, tra parentesi, i valori delle pressioni di equilibrio in bar: 100°C(1.013bar ); 10(1.43); 115(1.69); 120(1.98); 125(2.3) 130(2.7); 145(4.15) 160(6.1); 170(7.9); 195(13.9). Qualora in un punto qualsiasi dell'impianto si verifichi una temperatura di 170°C alla pressione di 6.1 bar, che cosa succede nell'impianto?. Si verifica la formazione di cristalli di ghiaccio. Non si manifesta alcuno dei fenomeni sopra citati. Si crea auto-evaporazione dell'acqua con conseguente formazione di vapore. Si crea sovrapressione nell'impianto. L’acqua surriscaldata si trova ad una temperatura: Indipendente a quella di evaporazione corrispondente alla pressione di esercizio. Inferiore a quella di evaporazione corrispondente alla pressione di esercizio. Superiore a quella di evaporazione corrispondente alla pressione di esercizio. Uguale a quella di evaporazione corrispondente alla pressione di esercizio. Premesso che alla pressione di 1 bar l'acqua evapora alla temperatura di 100°C e che alla pressione di 5 bar evapora a 151 °C si chiede al candidato: per ottenere acqua surriscaldata alla pressione di 5 bar è necessario riscaldare l'acqua fino a. 140 °C. 160°C. indipendente dalla temperatura. 151°C. In impianti ad acqua surriscaldata con cuscino di gas a pressione e livello variabile, se la temperatura massima di esercizio è 183°C, la pressione dell'impianto dovrà essere: Non ci sono limiti per la pressione. Tra 5 e 50bar. Inferiore ai 10 bar. Superiore ai 10bar. Gli impianti ad acqua surriscaldata a condensazione. Vengono impiegati generalmente per il riscaldamento di piccoli complessi residenziali ed industriali. Sono tali per cui la minima espansione a caldo corrisponde alla massima pressione compatibile con l'impianto. Vengono impiegati generalmente per il riscaldamento di grossi complessi residenziali ed industriali. Sfruttano un vaso di espansione posto ad una quota elevata. Per impianti ad acqua surriscaldata con cuscino di gas a pressione e livello variabile. La minima espansione a caldo corrisponde alla massima pressione compatibile con l'impianto. La massima espansione a caldo corrisponde alla minima pressione compatibile con l'impianto. La massima espansione a caldo corrisponde alla massima pressione compatibile con l'impianto. Il massimo livello nel vaso corrisponda una pressione non inferiore a quella di saturazione alla temperatura dell'acqua. Per un impianto ad acqua surriscaldata, esprimendo con d il diametro delle tubazioni tra vaso di espansione e generatore, e con p la potenza del generatore in kcal/h, vale che: D=(p/1978)^(1/2). D=(p/1978)^(1/3). D=(p/1978)^2. D=(p*1978)^(1/2). Qual è la differenza sostanziale tra prodotto congelato e prodotto surgelato?. Il prodotto surgelato risponde a direttive molto precise ed è sottoposto ad un processo speciale di congelamento che permette di superare con la rapidità necessaria in funzione della natura del prodotto la zona di cristallizzazione massima, mantenuto, dopo stabilizzazione termica, ad una temperatura non superiore a -18°C (con una tolleranza di +3°C per brevi periodi in caso di trasporto), e, se destinato come tale al consumatore, confezionato all’origine. Non ci sono differenze di alcun tipo. Il prodotto surgelato non deve rispondere ad alcuna regola nel processo di congelamento: processo completamente libero e ad arbitrio dell'operatore. Il prodotto congelato è semplicemente protetto da imballaggio mentre il surgelato non è protetto. Nel congelamento di un prodotto alimentare, la presenza di sostanze disciolte nell'acqua. Aumenta la temperatura di congelamento. Deve essere superiore al 25%. Non influisce sul processo di congelamento. Riduce la temperatura di congelamento. Perché il congelamento lento è qualitativamente più scadente ai fini della qualità del prodotto?. Perché, essendo congelamento lento, richiede più tempo quindi è più costoso. Perché si creano pochi nuclei di cristallizzazione e i cristalli di ghiaccio diventano molto grandi rompendo le membrane delle cellule del prodotto alimentare. La maggior parte dell'acqua del prodotto da congelare rimane allo stato liquido, creando problemi di vendita e di trasporto del prodotto. Nel congelamento lento si forma un solo cristallo solido di peso e dimensioni pari a quelle del prodotto stesso. Nel congelamento di un prodotto alimentare, l'equazione di Plank. Ha validità nel caso di flussi termici monodimensionali. Non ha alcuna utilità. Vale nel caso di flussi termici bidimensionali. Fornisce una misura esatta del tempo di congelamento. Nel congelamento di un prodotto alimentare, la conduttività termica. Aumenta con l'aumento della percentuale di acqua contenuta. Aumenta con l'aumento della temperatura. Diminuisce con l'aumento della percentuale di acqua contenuta. Non varia con la percentuale di acqua contenuta. Da quali parametri principali dipende la conduttività termica di un prodotto alimentare: Dalla tipologia del prodotto e dalla temperatura cui si trova. Dal calore specifico del prodotto. Dalle condizioni di illuminazione a cui è fatto il trattamento. Dalla temperatura dell'ambiente esterno in cui è posto. Un impianto di congelamento a letto fluido è particolarmente adatto per congelare: Prodotti di grande pezzatura a forma parallelepipeda. Prodotti allo stato pastoso e non protetti da involucro. Prodotti allo stato liquido. Prodotti sfusi di piccola pezzatura. Per ridurre la durata totale del processo di congelamento, comprendendovi anche le fasi di raffreddamento iniziale e sotto-raffreddamento finale, si può agire sul seguente fattore: Ridurre il calore specifico del prodotto. Ridurre le dimensioni del prodotto. Innalzare la temperatura del fluido refrigerante. Proteggere il prodotto con imballaggio. Per ridurre la durata totale del processo di congelamento, comprendendovi anche le fasi di raffreddamento iniziale e sotto-raffreddamento finale, si può agire sul seguente fattore: Abbassare la temperatura dell'agente refrigerante. Innalzare il calore specifico del prodotto. Ridurre la trasmittanza unitaria tra la superficie esterna del prodotto e l'agente refrigerante. Aumentare le dimensioni del prodotto. Quale il campo delle velocità consigliate per l’aria nei congelatori con supporto?. 20 ÷ 40. È un parametro indifferente che può assumere qualsiasi valore. 50 ÷ 100. 2 ÷ 4 m/sec. Con riferimento ai congelatori ad aria con supporto essi si prestano particolarmente bene per: Solo derrate alimentari protette da imballaggio. Non si usano congelatori ad aria con supporto nel campo del congelamento di derrate alimentari. Congelamento contemporaneo di derrate alimentari molto diverse e con tempi di congelamento molto differenti. Derrate delicate e di fragile struttura; prodotti anche molto diversi, purché il tempo di congelamento sia simile. Con riferimento al numero di Froude, di seguito riportato: Fr =V2 /∅.g con: v = velocità dell'aria [m/s]; Φ = diametro delle particelle [m]; g = accelerazione di gravità [m/s2]. Quali sono i valori plausibili del numero di Froude nel campo del congelamento ad aria col meccanismo della fluidificazione?. 0 ÷ 1. 2000 ÷ 4000. 65 ÷ 160. non ci sono riferimenti. Con riferimento al numero di Froude, di seguito riportato: Fr =V2 /∅.g con: v = velocità dell'aria [m/s]; Φ = diametro delle particelle [m]; g = accelerazione di gravità [m/s2]. In quale contesto viene utilizzato: congelamento per contatto con piastre raffreddate. congelamento per immersione in liquidi. congelamento ad aria col meccanismo della fluidificazione. non viene mai utilizzato nel settore del congelamento. Gli impianti con piastre verticali sono impiegati per congelare. Prodotti che non necessitano di essere accatastati. Qualsiasi tipo di prodotto. Prodotti liquidi, semiliquidi, o comunque senza forma propria. Prodotti solidi con forma propria. Con riferimento ai congelatori per immersione o irrorazione di liquido, è pensabile utilizzare come fluido di lavoro una miscela eutettica di cloruro di calcio?. Assolutamente sì anche senza la protezione di un imballaggio. Assolutamente sì a condizione che il prodotto sia idoneamente protetto da imballaggio. Sì, purché il prodotto non sia a contatto con imballaggi. Assolutamente no, anche a condizione che il prodotto sia idoneamente protetto da imballaggio. Una salamoia con temperatura di congelamento di -21°C, non tossica, è idonea a surgelare sostanze che debbano raggiungere, al cuore del prodotto, temperature di -30°C?. Sicuramente no. Sì, ma solo in certe condizioni. Sicuramente sì. Dipende molto dalla stagione e dalla temperatura esterna al congelatore. Con riferimento ai congelatori per immersione o irrorazione di liquido, è pensabile utilizzare come fluido di lavoro una miscela eutettica di cloruro di sodio ?. Assolutamente no perché tossiche. In tutta saggezza non saprei proprio cosa rispondere. Non esistono miscele di questo tipo. Assolutamente sì in quanto non sono tossiche anche se hanno temperatura di congelamento di circa -21°C ritenuta abbastanza elevata. Quali sono i contributi più importanti che individuano il carico termico da asportare nella fase di conservazione di un prodotto precedentemente congelato e con impianto frigorifero in zone molto calde, ad esempio in Sicilia?. Calore di respirazione del prodotto. Calore legato alla decomposizione organica del prodotto congelato. Rientrate di calore dall'esterno attraverso le strutture (pareti, soffitti, pavimenti, etc...). Calore dovuto alle luci e agli operatori per il controllo. Il coefficiente di scambio termico esterno convettivo per il calcolo delle potenze termiche che rientrano attraverso le pareti, varia tra: 23 e 29 w/mq°C. Maggiore di 30 w/mq°C. 15 e 19 w/mq°C. Minore di 23 w/mq°C. Per il calcolo delle potenze termiche che rientrano attraverso le pareti si utilizza la relazione: Qi=ki*si/(te-ti). Qi=ki+si*(te-ti). Qi=ki*si*(te-ti). Qi=ki*si*(te+ti). Il contributo complessivo dovuto alle persone, qp, in un impianto frigorifero vale: Qp=(qp/np)^2. Qp=qp/np. Qp=qp*np. Qp=qp^np. In una tipica estate mediterranea, il rinnovo dell'aria in una cella frigorifera, mantenuta a temperatura inferiore a 0°C, contribuisce a: Ridurre il carico termico da asportare dalla cella. Lascia inalterato il carico termico da asportare. Rende impossibile asportare il carico termico dalla cella. Aumentare il carico termico da asportare dalla cella. Con riferimento alla formula sotto riportata, da impiegare per il calcolo del carico termico legato ai ricambi d'aria in una cella frigorifera, il termine N esprime il numero di ricambi d'aria nell'unità di tempo; V = volume della cella; etc... Che cosa esprime il termine (he - hi)?. la differenza di entalpia dell'unità di massa d'aria tra le condizioni di ingresso in cella e le condizioni di uscita. la differenza di temperatura tra l'interno e l'esterno della cella. la differenza di calore specifico del prodotto prima e dopo di entrare in cella. la densità del prodotto conservato in cella. In un impianto frigorifero ad espansione secca, qual è la funzione del separatore di liquido: Impedire che il liquido raggiunga il compressore. Impedire che la miscela bifase liquido-vapore raggiunga il compressore. Impedire che il gas raggiunga il compressore. Nessuna, in quanto in questa tipologia di impianto, non esiste installato il separatore di liquido. Con riferimento alla sala macchine di un impianto frigorifero, qual è la funzione del pressostato di massima installato sulla mandate del compressore?. Interrompere il funzionamento del compressore fino a quando non si abbassa il valore della pressione, per poi riattivarlo automaticamente. Misurare il valore della pressione affinché qualsiasi operatore addetto al controllo dell'impianto possa leggere tale valore. Segnalare alla Valvola di sicurezza di stare pronta per far fuoriuscire il liquido dall'impianto. Interrompere il funzionamento dell'impianto per valori di pressione programmati ma senza che l'impianto possa riattivarsi in maniera automatica. Per la riattivazione è necessario un intervento dell'operatore per eliminare le cause dell'arresto. In un impianto frigorifero ad espansione secca, quindi senza separatore di liquido, il fluido in ingresso nel compressore si trova a quale stato fisico?. Allo stato di fluido bifase liquido-gas, per completarne lo stato di evaporazione nel compressore. Allo stato fisico liquido per poi evaporare all'interno del compressore. Allo stato di vapore leggermente surriscaldato onde evitare la presenza di goccioline di liquido che possono creare colpi di ariete nel compressore. In un qualsiasi stato fisico possibile, legato al carico termico da asportare in cella. L'intervento di una valvola di sicurezza in un impianto frigorifero e sempre legato a: Superamento di un valore di soglia della temperatura dell'ambiente chiuso a cui essa è collegata. Aumento della densità del fluido presente nell'impianto tale da non essere più possibile la sua circolazione nell'impianto stesso. Rischio di congelamento del fluido, per cui è consigliabile farlo uscire dall'ambiente chiuso in cui si trova. Superamento di un valore di soglia della pressione dell'ambiente chiuso a cui essa è collegata. La valvola elettromagnetica o valvola solenoide, in condizione di regime. È in posizione intermedia. Non è mai tutta aperta o tutta chiusa. È comandata da un bulbo termostatico. È tutta aperta o tutta chiusa. Se si volesse conservare una cella a temperatura non superiore a -18°C ed il termostato segnalasse una temperatura di -21°C. La vel risulterebbe aperta. La vet risulterebbe aperta a metà. La vet non interviene per questo tipo di problema. La vel risulterebbe chiusa. In un impianto frigorifero, la valvola di espansione termostatica. Garantisce la laminazione isoentropica del fluido. Si trova alla minima apertura al livello di massimo surriscaldamento. Si trova alla massima apertura al livello di minimo surriscaldamento. Garantisce la laminazione isoentalpica del fluido. Nel dimensionamento di un impianto frigorifero, il coefficiente di effetto frigorifero. Rappresenta il prodotto tra la potenza termica asportata e quella elettrica spesa nell'impianto. Rappresenta la differenza tra la potenza termica asportata e quella elettrica spesa nell'impianto. Rappresenta il rapporto tra la potenza elettrica spesa e quella termica asportata nell'impianto. Rappresenta il rapporto tra la potenza termica asportata e quella elettrica spesa nell'impianto. Nota la potenzialità del magazzino p, la densità di stivaggio d e le dimensioni della cella di immagazzinamento vc, il numero delle celle del magazzino è pari a: P*d/vc. P*d*vc. (d*vc)/p. P/(d*vc). Nel dimensionamento di un impianto frigorifero, la relazione g*(h2'' - h3) = ga*ca*(tu - te). Consente di calcolare la temperatura di condensazione del frigorifero. Consente di calcolare la portata d'acqua di raffreddamento ga. Consente di calcolare la temperatura di evaporazione del. Consente di calcolare la portata di fluido trattata dal compressore. Nel bilancio termico di un impianto a concentrazione con recupero, il termine gv*(h1-h1'). È un termine trascurabile perché molto piccolo in valore. Il calore di evaporazione. Il calore di riscaldo. Rappresenta il calore di condensazione. Per una assegnata portata di soluzione acquosa, la portata d'acqua da evaporare dipende: sia dalla concentrazione iniziale che dalla concentrazione finale della soluzione. dalla sola concentrazione finale che si vuole raggiungere per la soluzione. è indipendente dai valori iniziale e finale della concentrazione della soluzione. dalla sola concentrazione iniziale della soluzione acquosa. La concentrazione di una soluzione si misura nella maniera seguente: la somma dei kg di soluto e di solvente presenti in un kg di soluzione. kg di solvente presenti in un kg di soluzione. kg di soluto presenti in un kg di soluzione. kg di soluto presenti in un kg di solvente. Perché in un impianto di concentrazione a n effetti si consuma meno vapore che in un impianto con un solo scambiatore?. Perché aumentando il numero degli scambiatori è possibile evaporare la soluzione a temperature molto più basse, quindi serve meno calore quindi meno vapore. Non è assolutamente vero quanto affermato nella domanda iniziale. Perché, normalmente, all'aumentare del numero di scambiatori, diminuisce la portata di soluzione da trattare. Perché il vapore derivante dalla evaporazione dell'acqua nel primo effetto viene usato nell'effetto successivo, quindi sfruttato e non buttato. La portata di vapore primario [kg/h] da produrre per concentrare una soluzione acquosa dipende da: portata di soluzione da evaporare. concentrazione iniziale e finale della soluzione. numero di effetti dell'impianto. numero di effetti dell'impianto + portata di soluzione da evaporare + concentrazione iniziale e finale della soluzione. L'estrazione dei gas incondensabili all'interno del condensatore barometrico: è vietato per legge estrarre incondensabili da un qualsiasi ambiente chiuso per poi reintrodurli in atmosfera. è indispensabile ai fini del mantenimento del valore di depressione programmato, quindi indispensabile per una corretta funzionalità. è indifferente in quanto lascia inalterata l'efficienza del condensatore. è un fatto negativo in quanto peggiorano le condizioni di scambio termico tra acqua e vapore che si deve condensare. In un impianto di concentrazione a multiplo effetto la funzione principale del condensatore barometrico, posto a valle dell'ultimo scambiatore di calore, è quella di: ridurre la pressione dell'intero impianto onde evitare scoppi e deflagrazioni pericolose. ridurre la pressione, quindi la temperatura di saturazione del vapore all'ultimo effetto onde incrementare il salto di temperatura tra il vapore generato al 1° effetto e il vapore dell'ultimo effetto. Ciò ai fini della riduzione della superficie di scambio degli evaporatori. ridurre l'inquinamento atmosferico impedendo al vapor d'acqua di scaricare in atmosfera. ridurre l'umidità relativa in atmosfera impedendo al vapor d'acqua di scaricare nell'atmosfera stessa. Nel condensatore barometrico posto a valle degli evaporatori in un impianto di concentrazione a multiplo effetto, la pressione presente in esso è: è sempre uguale alla pressione atmosferica per via di un bilanciamento automatico delle pressioni. varia continuamente al variare della portata di soluzione che viene introdotta nell'impianto. sempre superiore al valore della pressione atmosferica affinché l'impianto possa funzionare. inferiore alla pressione atmosferica ed inversamente proporzionale al dislivello geodetico tra condensatore e il livello del serbatoio in cui scarica. In un condensatore barometrico negli impianti a multiplo effetto. L'ultimo evaporatore deve essere alla pressione più alta possibile. Rende l'ambiente circostante molto più salubre. Conserva in un serbatoio tutte le impurità della soluzione. Il vapore in uscita dal secondo effetto è altamente inquinante. Nel calcolo delle superfici di scambio degli evaporatori, l'equazione di scambio termico k-esimo evaporatore (qk) è pari a: Qk=kk/sk*deltatk. Qk=kk*sk*deltatk. Qk=kk*sk/deltatk. Qk=kk/(sk-deltatk). Se con n si intendono il numero degli effetti di un impianto a concentrazione, con x0 ed xf la concentrazione iniziale e finale della soluzione, e con xk la concentrazione del k-esimo effetto, allora: Xk=x0/(1-(k/n)*(1-x0/xf)). Xk=xf/(1-(k/n)*(1-xf/x0)). Xk=x0/((k/n)*(1-x0/xf)). Xk=x0*(1-(k/n)*(1-x0/xf)). Se A è il costo di esercizio di un impianto a semplice effetto, quello di un impianto ad "n" effetti sarà: A^n. A/n. A*n. A^(1/n). Note la portata finale di soluzione concentrata gf e quella iniziale gi, noti inoltre la concentrazione iniziale ci e finale cf, la portata d'acqua da evaporare ga è pari a. Ga=(ci/cf)/gi. Ga=gi*(1-ci/cf). Ga=gi*(1-ci*cf). Ga=gi*(ci/cf). Il numero di effetti, in un impianto a concentrazione ad effetti multipli, per minimizzare i costi totali, è pari a. (a*(a/b))^(1/2), con "a" la rata annuale, a il costo di esercizio e b il costo di installazione per un effetto. (a/(a*b))^(2), con "a" la rata annuale, a il costo di esercizio e b il costo di installazione per un effetto. (a*(a*b))^(1/2), con "a" la rata annuale, a il costo di esercizio e b il costo di installazione per un effetto. (a/(a*b))^(1/2), con "a" la rata annuale, a il costo di esercizio e b il costo di installazione per un effetto. Su quali meccanismi si basa il fenomeno della circolazione naturale della soluzione all’interno di un evaporatore-concentratore?. sulla differenza di densità, tra soluto e solvente alle condizioni di temperatura ambiente. sulla differenza di densità, legata ad una differenza di temperatura della soluzione, nei vari punti dell'impianto. sulla differenza di calore specifico tra soluto e solvente nella soluzione. ogni soluzione acquosa, a temperatura rigorosamente costante, crea movimenti spontanei interni legati alle forze gravitazionali terrestri. La circolazione naturale in un concentratore a fascio tubiero è più favorita con: fascio tubiero verticale. è indipendente dalla posizione del fasci tubiero. fascio tubiero orizzontale. fascio tubiero obliquo. In un concentratore a fascio tubiero orizzontale. Viene utilizzato solo per soluzioni poco diluite. La disposizione orizzontale dei tubi rappresenta un ostacolo alla circolazione della soluzione evaporante. La disposizione orizzontale dei tubi facilita la circolazione della soluzione evaporante. Viene utilizzato solo per grosse applicazioni. Un concentratore a bacinella a doppio fondo. Ha costi elevati. È caratterizzato da circolazione forzata. È caratterizzato da circolazione naturale. È un dispositivo altamente complesso e strutturato. Un evaporatore a serpentini rotanti. È impiegato come finitore nella preparazione del concentrato di pomodoro. È molto simile a ad un evaporatore a tubi lunghi verticali. È molto simile a ad un evaporatore a tubi lunghi orizzontali. Non esiste. La configurazione di un evaporatore a film discendente. È molto simile a quella dell'evaporatore a tubi lunghi orizzontali. La soluzione concentrata è estratta dall'alto dell'evaporatore. È particolarmente indicato per prodotti molto viscosi. È molto simile a quella dell'evaporatore a tubi lunghi verticali. Con riferimento alla umidità riferita alla sostanza umida (uu), qual è l'intervallo di valori che può assumere?. 0 ≤ uu ≤ 1. 0 ≤ uu ≤∞. 0 ≤ uu ≤ 10. 1 ≤ uu ≤ ∞. In un impianto per l'essiccamento di sostanze legnose il progettista ha fissato un’umidità finale uf in funzione dell’economicità del processo, raggiungibile in un tempo tf. Risulta conveniente tenere il materiale sotto processo per tempi superiori a tf?. No, perché antieconomico rappresentando un inutile immobilizzo di capitale. Dipende dalla tipologia di prodotto. Sì, in quanto il prodotto si stagiona meglio, quindi assume valore commerciale più alto. Dipende dalla stagione, conveniente in inverno, sconveniente in estate. Un lenzuolo lavato in lavatrice viene steso su un filo in un ambiente esterno . In quali condizioni non perderà sicuramente acqua?. la temperatura del lenzuolo è superiore a quella dell'ambiente esterno. l'ambiente esterno ha una umidità relativa molto bassa. la temperatura del lenzuolo è uguale a quella dell'ambiente esterno e l'ambiente esterno ha una umidità relativa inferiore al 100%. la temperatura del lenzuolo è uguale a quella dell'ambiente esterno e l'ambiente esterno ha una umidità relativa pari al 100%. Con riferimento alla umidità riferita alla sostanza secca (us), qual è l'intervallo di valori che può assumere?. 1 ≤ us ≤ ∞. 0 ≤ us ≤ 10. 0 ≤ us ≤ ∞. 0 ≤ us ≤ 1. In una sostanza solida umida (ad esempio il legno) durante il processo di essiccamento si manifestano contrazioni di volume dovute alla fuori uscita di acqua. La presenza di vuoti nella struttura risulta un fatto: Negativo in quanto si creano tensioni interne con possibili fessurazioni. Positivo in quanto il legno assume una densità più bassa quindi è più leggero. Non assume nessuna importanza. Positivo perché i vuoti interrompono il cammino dei tarli, rappresentando un ottimo deterrente. L'essicamento artificiale per riscaldamento indiretto. Avviene lasciando il prodotto esposto a temperatura ambiente. Avviene grazie all'utilizzo di aria fredda. Avviene tramite interposizione di una superficie di scambio. Avviene in condizioni di sottovuoto. Affinché il processo di essiccamento si sviluppi correttamente. Deve valere l'uguaglianza ga*gev=1. Deve valere l'uguaglianza ga=gev. Deve valere l'uguaglianza gev/ga=0.5. Deve valere l'uguaglianza ga/gev=0.5. L'essicamento naturale. Avviene in condizioni di sottovuoto. Avviene solo in condizioni di umidità relativa maggiore di 1. Avviene tramite interposizione di una superficie di scambio. Avviene lasciando il prodotto esposto a temperatura ambiente. In un essiccatore continuo a nastro. Lavora in condizioni di sottovuoto. Non è garantita l'asportazione dell'umidità evaporata. Si colloca tra gli essiccatori discontinui. L'energia termica può essere fornita per irraggiamento da lampade a raggi infrarossi. L'essiccatore statico ad armadio. È costituito da un ambiente aperto. Si colloca tra gli essiccatori discontinui. Non permette l'utilizzo di carrelli. È adatto per grandi produzioni. Il diagramma t-x di mollier mette in relazione la temperatura t di un sistema con. L'entalpia del sistema. La pressione del sistema. Il titolo di vapore (rapporto tra grammi di vapore e kg di aria secca) del sistema. L'entropia del sistema. Il diagramma h-x di mollier mette in relazione l'entalpia h di un sistema con. La pressione del sistema. La temperatura del sistema. Il titolo di vapore (rapporto tra grammi di vapore e kg di aria secca) del sistema. L'entropia del sistema. L'essiccamento ad aria fredda. Avviene utilizzando aria di ricircolo. Viene utilizzato quando il prodotto da essiccare non sopporta temperatura elevate. Viene utilizzato a temperature elevate. Viene utilizzato per mantenere inalterati il valore complessivo della portata di aria attraverso il tunnel. L'essicamento ad aria di ricircolo. Viene utilizzato a temperature elevate. Viene utilizzato per mantenere inalterato il valore complessivo della portata di aria attraverso il tunnel. Viene utilizzato quando il prodotto da essiccare non sopporta temperatura elevate. Avviene lasciando il prodotto esposto a temperatura ambiente. Nell'essicamento a letto fluido, il letto fluido. È caratterizzato da disomogeneità di temperature. Ha le caratteristiche macroscopiche di un gas. Ha le caratteristiche macroscopiche di un liquido. Ha le caratteristiche macroscopiche di un solido. Nell'essicamento a letto fluido, per il fluido essiccatore si stabilisce una velocità. Uguale alla minima velocità di fluidizzazione. Doppia rispetto alla minima velocità di fluidizzazione. Pari alla metà della minima velocità di fluidizzazione. Arbitraria. L'essiccamento a letto fluido. È caratterizzato da basse velocità di essiccamento. Si presta particolarmente bene per l'essiccamento di materiali solidi di grandi dimensioni. Si presta particolarmente bene per l'essiccamento di materiali sotto forma di fanghi, paste, polveri o granuli. È caratterizzato da disomogeneità di temperature. L'altezza effettiva del reattore per l'essicamento a letto fluido. È scelta arbitrariamente. Viene posta circa il doppio di quella teorica. Viene scelta per permettere il trascinamento di particelle fuori dall'apparecchio. Non influenza il funzionamento dell'impianto. Nel dimensionamento di un reattore per l'essiccamento a letto fluido, si definiscono. Il suo diametro interno e la sua altezza utile. Lo spazio di ingombro. Le temperature da considerare al suo interno. Le pressioni da considerare al suo interno. La pressione massima per l'ammissione in turbina, per dispositivi di potenza fino a 5MW è pari a: 80bar. Nessuna delle precedenti. 110bar. 40bar. Se la potenza termica Qu richiesta nell'impianto è elevata e la potenza elettrica richiesta Pe bassa, ai fini della autosufficienza energetica, il salto entalpico del vapore necessario in turbina deve essere: Non assume nessuna rilevanza. Basso. Molto elevato. Lo decide a priori il progettista, senza tener conto dei dati di richiesta delle potenze. Il coefficiente K= Qu/Pe rappresenta il rapporto tra la potenza termica e la potenza elettrica richieste nell'impianto di cogenerazione. Ai fini della cogenerazione è meglio un Qu elevato o un Pe elevato?. Qu elevato. Non assume alcuna rilevanza il loro rapporto. Sarebbe condizione ideale che Qu fosse pari a zero. Pe elevato. Un impianto a recupero parziale per la cogenerazione in derivazione. È utilizzato quando il fabbisogno di energia elettrica è ridotto rispetto a quello termico. È utilizzato quando il fabbisogno termico è molto elevato rispetto a quello di energia elettrica. È scarsamente flessibile. È utilizzato quando il fabbisogno di energia elettrica è molto elevato rispetto a quello termico. La seconda turbina di un impianto di cogenerazione in derivazione a recupero parziale. È collegata a un condensatore a pressione di condensazione uguale a quella atmosferica. È collegata a un compressore. È collegata a un condensatore a pressione di condensazione superiore a quella atmosferica. È collegata a un condensatore a pressione di condensazione inferiore a quella atmosferica. Secondo la direttiva 2009/28/ce, la produzione di energia da biomasse. È caratterizzata da scarsa flessibilità. È un fattore di incremento dei gas serra. È caratterizzata da maggior rendimento con minor costo. È caratterizzata da maggior rendimento anche se con massimo costo. La flash pirolisi per la conversione di biomasse. Consente di trasformare la biomassa in un prodotto liquido a basso contenuto energetico. Consente di trasformare la biomassa in un prodotto liquido difficilmente trasportabile. Consente di trasformare la biomassa in un prodotto liquido altamente degradabile. Consente di trasformare la biomassa in un prodotto liquido ad elevato contenuto energetico. Il processo di conversione delle biomasse tramite processo di fermentazione è una delle modalità di. Conversione fisica. Conversione termochimica. Conversione biologica. Nessuna delle precedenti. L'efficienza di un impianto di conversione biomasse tramite processi termochimici. Varia tra il 20% e 25%. È maggiore del 70%. È minore del 20%. Varia tra il 30% ed il 50%. Nella gassificazione delle biomasse, l'obiettivo è quello di ottenere. Combustibile gassoso. Non è utilizzata per la produzione di combustibile. Combustibile liquido. Combustibile solido. Un gassificatore a letto fisso. È caratterizzato da temperature di esercizio comprese tra gli 100 ed i 900°c. È caratterizzato da taglie superiori ai 10MW. È caratterizzato da alte velocità di reazione. È caratterizzato da temperature di esercizio comprese tra gli 800 ed i 1400°c. Nei gassificatori downdraft per la conversione delle biomasse. La corrente del gas di sintesi è concorde con quella del combustibile solido. La corrente del gas di sintesi è discorde con quella del combustibile solido. È caratterizzato da taglie superiori ai ai 10MW. Ha basse probabilità di intasamento. Nei gassificatori a letto fluido, con il termine letto fluido si intende. Una sospensione di particelle solide in una corrente ascendente di gas. Una sospensione di particelle liquide in una corrente ascendente di gas. Non esistono i gassificatori a letto fluido. Una sospensione di particelle gassose in una corrente discendente di gas. Nei gassificatori a letto fisso. L'aria viene introdotta parallelamente rispetto alla direzione assunta dalla biomassa. L'aria viene introdotta trasversalmente rispetto alla direzione assunta dalla biomassa. Viene tipicamente prodotto carbone. Ha temperature di uscita minori di 300°c. Nei gassificatori a letto trascinato per la conversione di biomasse. È caratterizzato da elevati valori di efficienza. Il combustibile solido viene miscelato con anidride carbonica. Le temperature di esercizio sono superiori ai 1200°C. Le temperature di esercizio sono inferiori ai 1200°C. Nella conversione di biomasse, il calore convertito in energia termica, calt. È pari a ptnorm*860, con ptnorm la potenza termica prodotta. È pari a ptnorm/860, con ptnorm la potenza termica prodotta. È tale che calt/ptnorm=1, con ptnorm la potenza termica prodotta. È tale che ptnorm/calt=1, con ptnorm la potenza termica prodotta. Il gassificatore ankur scientific è della tipologia. Non viene utilizzato per la conversione delle biomasse. Ammette valori di umidità massima nulli. A letto fisso. Letto fluido. Negli impianti di conversione biomasse di tipo stirling. È utilizzato per produrre aria compressa. Il raffreddamento è fornito da un impianto ad aria compressa. Il sistema di alimentazione del combustibile muove automaticamente la biomassa dal deposito di stoccaggio al sistema di gassificazione. Il combustibile brucia all'interno del motore. La velocità superficiale totale della miscela [m/sec] è espressa come: Prodotto tra velocità superficiale del gas e velocità superficiale del liquido. Differenza tra velocità superficiale del gas e velocità superficiale del liquido. Non esiste il parametro velocità superficiale della miscela bifase. Somma tra velocità superficiale del gas e velocità superficiale del liquido. All'interno di una condotta in cui scorre una miscela bifase liquido - gas, chi ha valore maggiore la velocità superficiale del gas o quella reale del gas?. Dipende dalla pendenza della condotta. Quella superficiale del gas. Assumono sempre lo stesso valore. Quella reale del gas. All'interno di una condotta in cui scorre una miscela bifase liquido - gas, chi ha valore maggiore la velocità superficiale del liquido o quella reale del liquido?. Quella reale del liquido. Assumono sempre lo stesso valore. Possono alternarsi al variare della pendenza della condotta. Quella superficiale del liquido. Nel trasporto in condotta di una miscela bifase liquido - gas, che cosa rappresenta la velocità superficiale del gas?. La velocità media del gas contenuto nella miscela nella sezione di ingresso del tubo. La velocità del gas all'interno della condotta quando occupa da solo l'intera sezione. La velocita media delle particelle di gas a contatto con la parete del tubo. La velocità media del gas lungo il tubo. Nel trasporto in condotta di una miscela bifase liquido gas, che cosa rappresenta la velocità superficiale del liquido?. La velocità media assunta dalle particelle liquide a contatto con la parete del tubo. La velocità del liquido lungo l'asse del tubo nella sezione di ingresso della miscela. La velocità che assume il liquido quando occupa da solo l'intera sezione della condotta percorsa dalla miscela. La velocità media del liquido all'interno della miscela che percorre la condotta. Che cosa rappresenta l'holdup del gas (EG) nel trasporto di miscele liquido - gas in condotta?. Il rapporto tra i volumi specifici del liquido e del gas in una generica sezione della condotta. Il coefficiente di attrito tra le pareti della condotta e il gas che vi scorre dentro. Il rapporto tra la sezione occupata dal gas e la sezione totale della condotta. Il rapporto tra la sezione totale della condotta e la sezione occupata dal gas. Che cosa rappresenta l'holdup del liquido (EL) nel trasporto di miscele liquido - gas in condotta?. il rapporto tra la sezione totale della condotta e la sezione occupata dal liquido. il coefficiente di attrito tra le pareti del tubo e la miscela bifase durante il defluire in condotta. il rapporto tra il volume specifico del gas e il volume specifico del liquido. il rapporto tra la sezione occupata dal liquido e la sezione intera della condotta. In un impianto bifase gas-liquido, note le portate volumetriche del liquido (ql) e del gas (qg), la concentrazione di trasporto del liquido (cl) è pari a. Cl=ql/(ql-qg). Cl=ql*(ql+qg). Cl=ql/(ql+qg). Cl=ql/qg. Al variare della inclinazione di una tubazione in cui scorre una miscela liquido - gas la mappa di Taitel and Dunkler relativa ai regimi di flusso, subisce modificazioni?. Dipende dalle dimensioni della condotta. Assolutamente no. Dipende dalla tipologia e composizione chimica della miscela. Assolutamente sì. Su quali parametri si è costruita la mappa di Taitel - Dunkler. Densità del liquido - densità del gas. Velocità superficiale del liquido - velocità superficiale del gas. Velocità media del liquido - Velocità media del gas. Velocità media del liquido - velocità superficiale del liquido. Su quali parametri si è costruita la mappa di Mandhane, Gregory e Aziz?. Velocità superficiale del liquido - densità del gas. Velocità superficiale del liquido - velocità superficiale del gas. Velocità superficiale del liquido - densità del liquido. Holdup del liquido - Holdup del gas. Il diagramma di Beggs & Bill. Vale per condotte verticali. Riporta la relazione tra velocità superficiale del gas e velocità superficiale del liquido. Rappresenta l'andamento dello holdup del gas in relazione al numero di froude. Rappresenta l'andamento dello holdup del liquido in relazione al numero di froude. Nell'analisi dei fenomeni di holdup, la formula di Eaton. Si utilizza per condotte verticali. Si riferisce a condotte di lunghezza superiore ai 2000 ft. Si riferisce a condotte orizzontali con diametro pari a 2 e 4 pollici. È dipendente dal tipo di flusso in condotta. Il coefficiente correttivo di Beggs & Bill permette di calcolare lo holdup in. Condotte orizzontali. Condotte verticali. Condotte inclinate. Non esiste. Il diagramma di Mukerjee-Brill. Mette in relazione la frazione di vuoto in una condotta verticale con la variazione di velocità superficiale del liquido. Mette in relazione la frazione di vuoto in una condotta orizzontale con la variazione di velocità superficiale del liquido. Mette in relazione la frazione di vuoto in una condotta verticale con la variazione di velocità superficiale del gas. Mette in relazione la frazione di vuoto in una condotta orizzontale con la variazione di velocità superficiale del gas. È importante conoscere l'holdup ai fini di: Individuare il regime di flusso all'interno di una condotta. Individuare il valore delle velocità superficiali. Individuare il volume di liquido che si deposita lungo la tubazione. Individuare la perdita di carico lungo la linea. In un sistema bifase gas-liquido. La velocità reale del gas dovrebbe essere superiore ai 20m/s. La velocità reale del liquido non dovrebbe eccedere i 4m/s. Le velocità reali del gas e del liquido devono essere uguali. La velocità reale del liquido non dovrebbe eccedere i 10m/s. Che cos’è il rapporto di miscela nel trasporto in condotta di miscele liquido – solido?. Rapporto tra portata in massa del solido e portata in massa del fluido portante. Rapporto tra portata in massa del fluido portante e portata totale della miscela. Rapporto tra portata in massa del fluido portante e portata in massa del solido. Rapporto tra portata in volume del fluido portante e portata in volume del solido. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele liquido-solido, il sistema di lavaggio. Non è presente. Entra in gioco ad ogni arresto del sistema di pompaggio. Non entra in gioco se il sistema di pompaggio è in blocco. Pulisce il materiale solido da eventuali impurità. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele liquido-solido, la velocità media della miscela liquido-solido. Dipende dalla velocità superficiale del solido. Dipende dalla velocità superficiale del liquido. È inversamente proporzionale alla somma delle portate volumetriche della fase liquida e di quella solida. È direttamente proporzionale alla somma delle portate volumetriche della fase liquida e di quella solida. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele liquido-solido, la velocità media della miscela liquido-solido. Non influenza il valore del rapporto di trascinamento. È il rapporto tra la velocità superficiale del solido e quella del liquido. È il rapporto tra la velocità superficiale del liquido e quella del solido. Influenza il valore del rapporto di trascinamento. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele liquido-solido, il coefficiente di resistenza cd secondo la formula di Stocks. È pari a 24*res. Considera un valore del numero res compreso tra 2 e 5. È pari a 24/(res). Considera un valore del numero res maggiore di 2. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele liquido-solido, il coefficiente di resistenza cd secondo la formula di Oseen è pari a. È pari a 24/(res). Considera un valore del numero res maggiore di 2. Considera un valore del numero res minore di 1. Considera un valore del numero res compreso tra 2 e 5. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele liquido-solido, la sfericità di un corpo rappresenta. Nessuna delle precedenti. Il rapporto tra la superficie del corpo in esame e la superficie di un cubo avente lo stesso volume. Il rapporto tra la superficie di una sfera avente lo stesso volume del corpo in esame e la superficie del corpo stesso. Il rapporto tra la superficie del corpo in esame e la superficie di una sfera avente lo stesso volume. Negli impianti in depressione quale il valore massimo della perdita di carico ammessa?. 0.5 bar. 1.00 bar. 2.00 bar. 0.8 bar. In un trasporto pneumatico di sostanze solide granulari la didtanza massima percorribile può assumere valori più alti in quali dei seguenti impianti: Impianti in aspirazione (depressione). Impianti in pressione. La distanza, qualunque essa sia, non condiziona assolutamente la tipologia di impianto. Impianti verticali. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele gas-solido, la velocità dell'aria. Deve essere tale da sostenere e trasportare il materiale nelle tubazioni dell'impianto. Può assumere qualsiasi valore. Non influenza il funzionamento dell'impianto. È un parametro trascurabile. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele gas-solido, la velocità dell'aria. Diminuisce all'aumentare della densità apparente del materiale. è funzione della densità apparente del materiale. Dipende dalla temperatura dell'impianto. Dipende dalla velicità superficiale del solido. Nel sistema di trasporto in condotta di miscele gas-solido, la densità apparente del cemento. Varia tra il 1050 e 1440 kg/mc. È pari a 1050 kg/m3. È pari a 240 kg/m3. È pari a 1280 kg/m3. Nei metodi di captazione delle particelle solide, il metodo ad absorbimento. Avviene tramite ionizzazione delle particelle. Sfrutta la forza di gravità. Avviene grazie all'utilizzo della forza centrifuga delle particelle. Si ha quando i contaminanti si disciolgono nel mezzo liquido che funge semplicemente da solvente. I rendimenti degli impianti di abbattimento polveri. Non dipendono dalla quantità di polveri filtrate. Sono legati al rapporto fra la quantità di polveri da filtrare e quella di polveri filtrate. Sono legati al rapporto fra la quantità di polveri filtrate e quella di polveri da filtrare. Non dipendono dalla quantità di polveri da filtrare. Il rendimento frazionario. Considera solo le polveri di granulometria superiore a un determinato valore. Non dipendono dalla quantià di polveri filtrate. Non dipende dalla glanulometria delle polveri. Non dipendono dalla quantià di polveri da filtrare. Le camere di sedimentazione a gravità. Avviene tramite ionizzazione delle particelle. Sfrutta la forza centrifuga delle particelle. Sfruttano la forza di gravità per rimuovere le particelle solide da un gas. Si ha quando i contaminanti si disciolgono nel mezzo liquido che funge semplicemente da solvente. Nelle camere di sedimentazione a gravità, la velocità trasversale del gas è. Direttamente proporzionale alla portata del gas. Direttamente proporzionale alla lunghezza della camera stessa. Direttamente proporzionale all'altezza della camera stessa. Direttamente proporzionale alla larghezza della camera stessa. La massima velocità orizzontale del gas considerata nel dimensionamento della camera a gravità. La velocità orizzontale del gas non è da considerare nel dimensionamento di una camera a gravità. È maggiore di 10m/s. È minore di 2m/s. È pari a 3m/s. Il grado di efficienza di un ciclone configurato è funzione. Non dipende dalla dimensione delle particelle trattate. Diminusce al crescere della dimensione delle particelle trattate. Non ammette un calore a regime. Della dimensione delle particelle trattate. I depolveratori centrifughi o cicloni realizzano la separazione delle particelle tramite. Il meccanismo della forza centrifuga. Sfruttando agenti chimici. La ionizzazione delle particelle. Il meccanismo della forza di gravità. I depolveratori centrifughi o cicloni realizzano la separazione delle particelle. Tramite ionizzazione delle particelle. Con diametro superiore ai 5 micrometri. Con diametro inferiore ai 5 micrometri. Per particelle di qualsiasi dimensione. Nelle torri a piatti per il filtraggio ad umido. Sfruttando la forza centrifuga delle particelle. Il liquido di lavaggio viene immesso dal basso e scende a cascata da un piatto all'altro. Le particelle sono filtrate tramite la forza di gravità. Il liquido di lavaggio viene immesso dall'alto e scende a cascata da un piatto all'altro. Nelle torri a nebulizzazione, il flusso gassoso contaminato viene ripulito. Mediante il contatto con liquido nebulizzato da appositi ugelli. Tramite l'utilizzo di carboni attivi. Sfruttando la forza centrifuga delle particelle. Tramite meccanismi a forza di gravità. Le torri a piatti per il filtraggio ad umido. Sfruttando la forza centrifuga delle particelle. Sono destinate per particolato con diametro superiore al micron. Le particelle sono filtrate tramite la forza di gravità. Sono destinati per particolato con diametro inferiore al micron. La precipitazione elettrostatica è caratterizzata da. Alte efficienze di filtrazione. Temperature di esercizio modeste. Alte perdite di depressione. Frequenti esigenze di manutenzione. La formula di Deutch-Anderson per i precipitatori elettrostatici. Vale in caso di concentrazione delle particelle variabile. Non è applicabile ai precipitatori elettrostatici. Vale solo per particelle con medesimo diametro. Vale per qualsiasi granulometria delle particelle. Nei precipitatori elettrostatici, la velocità di migrazione we nel caso di ceneri volanti di carbone. Varia tra 0.02 e 0.03 m/s. È sempre la stessa per qualsiasi tipo di prodotto. Superiore ad 1m/s. Varia tra 0.02 e 0.11 m/s. I precipitatori elettrostatici. Sono alimentati a corrente alternata. Deve favorire il processo di scintillazione. Convenzionalmente sono alimentati a corrente continua. Sono alimentati a diesel. Nel meccanismo di intercettazione delle particelle solide, in un filtraggio tessile. Le particelle più piccole e leggere tendono a seguire le linee di flusso del gas che attraversa il filtro. Le particelle sono filtrate sfruttando la forza centrifuga delle stesse. Le particelle sono filtrate tramite la forza di gravità. Le particelle sono soggette a moti brawniani. Nella filtrazione tessile, il flusso d'aria contaminato passa attreverso filtri costituiti da. Generatori di flusso magnetico. Carboni attivi. Fibre tessili di varia natura. Camere di vapore. Nel meccanismo di diffusione delle particelle solide, in un filtraggio tessile. Le particelle sono filtrate tramite la forza di gravità. Le particelle più piccole e leggere tendono a seguire le linee di flusso del gas che attraversa il filtro. Le particelle sono filtrate sfruttando la forza centrifuga delle stesse. Le particelle sono soggette a moti brawniani. I sistemi a secco per l'abbattimento delle polveri inquinanti. Non sono utilizzati per l'abbattimento delle polveri inquinanti. Presenta un filtro a maniche ad alto rischio di otturazione. La depolverazione avviene in un unico stadio. Sono costituiti generalmente da un reattore di assorbimento dei gas acidi e da un sistema di depolverazione. Nel processo di ossidazione per l'abbattimento delle polveri inquinanti, la catalisi. Sfrutta catalizzatori che modificano il processo reattivo. È omogenea se avviene tramite stadi multipli. Diminuisce la velocità dell'intero processo. È omogenea se avviene in una sola fase. Per l'abbattimento delle polveri inquinanti, l'ossidazione. Avviene a temperature inferiori a 100°C. Non viene utilizzato per l'abbatimento delle polveri inquinanti. È una tecnica utilizzata per l'eliminazione di sostanze inquinanti ossidabili. È caratterizzato da alti consumi di combustibile. In un impianto cartario, la cassa d'afflusso. Rallenta il drenaggio iniziale. Non è un elemento dell'impianto. Genera una sorta di depressione, denominata impulso di basso vuoto. Raccoglie e distribuisce la sospensione in modo uniforme e regolare sulla tela formatrice. In un impianto cartario, il cilindro aspirante. Raccoglie e distribuisce la sospensione in modo uniforme e regolare sulla tela formatrice. Permette un rapido drenaggio ed una facile pulizia in continuo della pasta in ingresso. Genera una sorta di depressione, denominata impulso di basso vuoto. Aspira aria e acqua permettendo di raggiungere il grado di secco più indicato per l'ingresso nella sezione presse. In un impianto cartario, il forming board. Raccoglie e distribuisce la sospensione in modo uniforme e regolare sulla tela formatrice. Aspira aria e acqua permettendo di raggiungere il grado di secco più indicato per l'ingresso nella sezione presse. Permette un rapido drenaggio ed una facile pulizia in continuo della pasta in ingresso. Rallenta il drenaggio iniziale. Nella seconda fase del processo di asciugatura del nastro fibroso, nella sezione seccheria. È permessa grazie all'adesione della carta sulle superfici dei cilindri. La temperatura varia tra 40 e 50°C. Il processo di essiccatura avviene ad evaporazione crescente. La temperatura supera i 100°C. Nella sezione seccheria di un impianto cartaceo. Non esiste una sezione seccheria. Il processo di asciugatura è costituito da un'unica fase ad elevate pressioni. Il processo di asciugatura è costituito da un'unica fase ad elevate temperature. Avviene il processo di asciugatura nel nastro fibroso principalmente per evaporazione. Tra gli elementi di una seccheria, i cilindri essiccatori. Hanno diametri compresi tra 1.5 e 1.8 m. Hanno lo scopo di produrre le bobine madre per la fase di patinatura. Sono costituiti da materiale tessile. Hanno lo scopo di evacuare la condensa. |