Psicologia clinica prof Moretta 40-44
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01. Qual è una delle principali componenti dello stigma sociale secondo Goffman?. La difficoltà nel comprendere i trattamenti psicoterapeutici. La discrepanza tra identità sociale reale e identità sociale virtuale attribuita. La mancanza di diagnosi clinica del soggetto. La dipendenza economica dell’individuo stigmatizzato. 02. Quale approccio risulta più efficace per ridurre lo stigma a livello sociale?. Campagne pubblicitarie occasionali. Evitamento del problema. Isolamento dei soggetti affetti da disturbi mentali. Interventi di contatto diretto e programmi educativi continuativi. 03. Quale effetto psicologico può avere lo stigma sulle persone con disturbi mentali?. In ogni caso prevede un necessario incremento della resilienza. Riduzione dell’autostima e aumento della tendenza all’isolamento sociale. Diminuzione dell’ansia e rafforzamento dell’autoefficacia. Maggiore motivazione al trattamento e senso di appartenenza. 04. Quale ruolo hanno i mass media nella diffusione dello stigma?. Tendono a promuovere rappresentazioni neutre. Sono vincolati a linee guida che impediscono la diffusione di pregiudizi. Possono rinforzare stereotipi negativi associando la malattia mentale a pericolosità o devianza. Hanno un’influenza minima sulla percezione pubblica. 05. Cosa si intende per “auto-stigma” nei disturbi mentali?. Il rifiuto di riconoscere la propria diagnosi. L’interiorizzazione dei pregiudizi sociali da parte della persona stessa che li subisce. L’isolamento imposto dalle istituzioni sanitarie. La discriminazione subita dal proprio nucleo familiare. 01. Cosa distingue un delirio bizzarro da uno non bizzarro?. La presenza di una base razionale nelle convinzioni. La durata più breve del delirio. La sua origine in esperienze traumatiche reali. Il contenuto totalmente implausibile rispetto all’esperienza comune. 02. Quale tra i seguenti è un esempio di sintomo negativo?. Allucinazioni uditive. Eloquio disorganizzato. Appiattimento dell’affettività. Deliri di persecuzione. 03. Qual è la principale differenza tra sintomi positivi e negativi nei disturbi psicotici?. I sintomi positivi sono un’esagerazione di funzioni normali, mentre i negativi indicano una perdita o riduzione di tali funzioni. I sintomi positivi riguardano l’affettività, i negativi solo la motricità. Entrambi si riferiscono alla stessa categoria diagnostica. I sintomi negativi sono più gravi ma più facili da trattare. 04. Quale tra le seguenti opzioni rappresenta un delirio di controllo?. L'individuo crede che i propri pensieri o azioni siano guidati da una volontà esterna. L'individuo ritiene che i propri pensieri possano essere letti da altri. L'individuo è convinto di possedere doti eccezionali. L'individuo interpreta eventi neutri come riferiti a sé. 05. Cosa caratterizza un’allucinazione secondo la definizione clinica?. Un’esperienza percettiva vissuta come reale in assenza di stimoli esterni. Una falsa interpretazione di uno stimolo reale. Una distorsione cognitiva legata all’affettività. Una credenza infondata ma plausibile. 01. Quale sottotipo di schizofrenia è caratterizzato da deliri significativi, allucinazioni uditive e funzioni cognitive in gran parte preservate?. Tipo paranoide. Tipo residuo. Tipo catatonico. Tipo disorganizzato. 02. In quale fase del decorso schizofrenico i sintomi psicotici si attenuano ma apatia e scarsa motivazione permangono?. Fase residuale. Fase attiva. Fase iniziale. Fase prodromica. 03. Quale teoria neurobiologica associa l’eccessiva attività dopaminergica ai sintomi positivi della schizofrenia?. La teoria serotoninergica. La teoria dopaminergica. La teoria noradrenergica. La teoria gabaergica. 04. Quale evidenza genetica supporta la componente ereditaria della schizofrenia?. Concordanza del 17% tra gemelli monozigoti. Concordanza del 48% tra gemelli monozigoti. Assenza di familiarità significativa. Concordanza del 48% tra fratelli. 05. Quale aspetto può rendere complessa la diagnosi di schizofrenia. La costanza dei sintomi in tutti i pazienti. La mancanza di diagnosi clinica del soggetto. La sua età di esordio. L’elevata eterogeneità dei sintomi e la sovrapposizione con altri disturbi psicotici. 01. Quale tipo di intervento è raccomandato per la bulimia nervosa secondo le linee guida NICE?. Counseling motivazionale. Interventi farmacologici. Terapia familiare a lungo termine. Terapia cognitivo-comportamentale mirata e trattamento delle comorbidità ansioso-depressive. 02. Secondo Hilde Bruch e Mara Selvini Palazzoli, quale ruolo può avere la famiglia nell’anoressia nervosa?. Famiglia disorganizzata e conflittuale con rifiuto del controllo genitoriale. Assenza di coinvolgimento emotivo dei genitori. Contesto apparentemente perfetto che limita l’autonomia della persona con anoressia e favorisce il perfezionismo. Presenza di fattori esclusivamente genetici senza influenza familiare. 03. Quale tra le seguenti caratteristiche è tipica della distorsione dell’immagine corporea nell’anoressia nervosa?. Accettazione della propria immagine corporea associata alla paura costante di assumere cibo. Percezione alterata delle dimensioni corporee e paura patologica di prendere peso. Consapevolezza oggettiva del proprio peso. Relazione con il peso corporeo nella norma. 04. Qual è la differenza principale tra anoressia nervosa e bulimia nervosa?. L’anoressia compare solo in età adulta. La bulimia non implica alterazioni dell’immagine corporea. L’anoressia è caratterizzata da abbuffate, la bulimia da digiuno intermittente. Nell’anoressia prevale la restrizione alimentare e il sottopeso, nella bulimia le abbuffate e le condotte compensatorie. 05. Quale tra le seguenti affermazioni descrive correttamente una crisi bulimica?. Episodio di fame momentanea dovuto a restrizione calorica. Ingestione in un periodo di tempo definito di una quantità di cibo eccessiva con relativa perdita di controllo. Desiderio di cibo in condizioni di stress. Comportamento alimentare consapevole e pianificato. 01. Quale delle seguenti affermazioni descrive il sintomo della tolleranza?. Assenza di risposta fisiologica alla sospensione della sostanza. Sensibilità crescente alla sostanza dopo brevi periodi di uso. Necessità di dosi progressivamente maggiori per ottenere lo stesso effetto. Diminuzione spontanea dell’effetto della sostanza senza ripetute assunzioni. 02. Quale tra le seguenti definizioni descrive l'abuso di sostanze?. Assunzione occasionale di sostanze per scopi ricreativi. Uso controllato di sostanze con effetti limitati e temporanei. Uso patologico e ripetitivo che comporta conseguenze dannose e persistenti in ambito sociale, lavorativo o familiare. Dipendenza esclusivamente fisica senza compromissione psicologica. 03. Cosa caratterizza il disturbo da uso di sostanze (rispetto al semplice abuso)?. L’assenza di craving. L’uso in contesti sociali. La presenza di tolleranza, astinenza e perdita di controllo sull’uso. Il consumo circoscritto. 04. Qual è l’obiettivo principale delle comunità terapeutiche per persone con disturbo da uso di sostanze?. Offrire un trattamento medico di breve durata. Fornire un ambiente protetto e riabilitativo che favorisca astinenza e reinserimento sociale. Garantire l’isolamento permanente del paziente. Somministrare una terapia farmacologica sostitutiva. 05. Quale sostanza non provoca una vera e propria sindrome di astinenza fisica ma sintomi psicologici rilevanti?. Nicotina. Oppiacei. Cannabinoidi. Alcol. |





