Psicologia clinica Prof Moretti 50-54
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01. Quale tra i seguenti sintomi non è tipico dell’episodio maniacale?. Loquacità eccessiva. Rallentamento psicomotorio. Autostima grandiosa. Ridotto bisogno di sonno. 02. Quale affermazione descrive correttamente il disturbo ciclotimico?. Si manifesta solo in adolescenza e regredisce spontaneamente. Comprende almeno un episodio maniacale e uno depressivo maggiore. È caratterizzato da fluttuazioni croniche dell’umore per almeno due anni, con episodi ipomaniacali e sintomi depressivi subclinici. È una forma di disturbo bipolare psicotico. 03. In cosa differisce l’ipomania dalla mania?. Ha durata più breve e non compromette in modo marcato il funzionamento sociale o lavorativo. Si manifesta solo come forma secondaria a disturbi organici. Richiede sempre ricovero ospedaliero. È sempre accompagnata da sintomi psicotici. 04. Qual è il farmaco di elezione nel trattamento del disturbo bipolare?. Diazepam. Fluoxetina. Clozapina. Litio. 05. Quale rischio clinico è più frequentemente associato alla fase maniacale del disturbo bipolare?. Grave rallentamento psicomotorio e ritiro sociale marcato. Ipercontrollo delle emozioni e tendenza all’isolamento. Diminuzione dell’autostima e sentimenti di colpa persistenti. Comportamenti impulsivi e decisioni rischiose dovute al ridotto senso di giudizio. 01. Quale tra i seguenti trattamenti è raccomandato come prima scelta per il disturbo d’ansia generalizzato (GAD)?. Solo tecniche di rilassamento non supervisionate. Psicoterapia psicodinamica. Terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Uso prolungato di benzodiazepine. 02. Qual è la funzione adattiva primaria dell’ansia?. Indurre il sonno per ridurre l’attivazione fisiologica. Segnalare la presenza di una minaccia e attivare l'organismo di conseguenza. Favorire la memoria episodica durante situazioni stressanti. Aumentare il tono dell’umore in contesti pericolosi. 03. Quando l’ansia diventa patologica?. Quando si manifesta esclusivamente durante il sonno. Quando si accompagna solo a sintomi fisici. Quando è sproporzionata rispetto al contesto o si manifesta senza un pericolo reale. Quando è leggera e transitoria. 04. Quale struttura cerebrale è maggiormente coinvolta nella risposta di paura e ansia?. Corteccia motoria. Corpo calloso. Amigdala. Cervelletto. 05. Cosa afferma il modello diatesi-stress rispetto ai disturbi d’ansia?. Che la sola genetica determina la comparsa dell’ansia. Che l’interazione tra vulnerabilità individuale e fattori stressanti può scatenare il disturbo. Che gli eventi di vita non hanno un ruolo significativo in questo disturbo. Che la predisposizione genetica non influisce sul rischio. 01. Quale differenza distingue gli attacchi di panico provocati da quelli inaspettati?. I primi durano più a lungo dei secondi. I primi si accompagnano sempre a sintomi depressivi. I primi sono legati a stimoli specifici, i secondi insorgono senza causa apparente. I primi si verificano solo durante il sonno, i secondi durante la veglia. 02. Qual è la principale caratteristica dell’attacco di panico?. Episodio improvviso e intenso di paura o terrore accompagnato da sintomi fisici e cognitivi. Episodio di tristezza e perdita di interesse per le attività quotidiane. Sensazione persistente di stanchezza senza causa apparente. Stato prolungato di ansia generalizzata e diffusa. 03. Qual è il trattamento di prima scelta raccomandato dalle linee guida NICE per il disturbo di panico?. Terapia cognitivo-comportamentale e antidepressivi SSRI. Psicoterapia psicodinamica. Trattamento farmacologico con benzodiazepine a lungo termine. Ipnosi e tecniche di rilassamento progressivo. 04. Perché l’uso prolungato di benzodiazepine non è raccomandato nel trattamento del disturbo di panico?. Perché provoca solo sedazione senza influire sull’ansia. Perché migliora solamente i sintomi fisici e non l’umore. Perché non agisce sui sintomi fisiologici. Perché riduce l’efficacia della terapia psicologica e può generare dipendenza. 05. Quale condizione può svilupparsi secondariamente al disturbo di panico?. Agorafobia. Disturbo ossessivo-compulsivo. Disturbo depressivo maggiore. Fobia specifica. 01. Cosa distingue una fobia specifica da una semplice paura?. L’intensità della reazione emotiva durante l’esposizione allo stimolo temuto. La presenza di sintomi disforici associati. La natura dello stimolo temuto che deve essere un animale o una situazione ambientale specifica. Il livello di compromissione funzionale nella vita quotidiana e l’evitamento sistematico delle situazioni temute. 02. Quale reazione fisiologica caratterizza il sottotipo “sangue-iniezioni-ferite”?. Una riduzione dell’attività parasimpatica e aumento dell’adrenalina. Una risposta vasovagale con possibile svenimento. Una reazione di fuga mediata principalmente dall’attività dell'amigdala. Un aumento stabile del battito cardiaco e della tensione muscolare. 03. Quale trattamento è considerato d’elezione per le fobie specifiche?. Approccio psicodinamico centrato sull’interpretazione dei conflitti. Interventi basati sull’ipnosi. Trattamento farmacologico con benzodiazepine. Terapia cognitivo-comportamentale con tecniche di esposizione graduale. 04. Secondo il modello di Clark e Wells, quale meccanismo è alla base della fobia sociale?. L’incapacità di percepire stimoli di pericolo ambientali. L’assenza di consapevolezza dei propri stati emotivi. La mancanza di controllo motorio durante le situazioni sociali. L’attenzione auto-focalizzata sui sintomi fisici e la valutazione distorta delle proprie prestazioni sociali. 05. Qual è il contributo principale di Watson e Mary Cover Jones nella comprensione delle fobie?. Hanno identificato i significati simbolici inconsci alla base delle fobie. Hanno introdotto la distinzione tra fobia sociale e agorafobia. Hanno dimostrato sperimentalmente come la paura possa essere appresa e successivamente disimparata tramite esposizione graduale. Hanno proposto l’uso di benzodiazepine nella terapia comportamentale. 01. Perché è importante un intervento psicoterapeutico specialistico nei disturbi correlati a eventi traumatici?. Per evitare il coinvolgimento emotivo del paziente. Per elaborare il trauma e ridurre i sintomi attraverso tecniche mirate e strutturate. Per limitare il ricorso ai farmaci ansiolitici. Per rinforzare i comportamenti di evitamento. 02. Qual è il sintomo centrale dei disturbi correlati a eventi traumatici?. La tendenza a dimenticare completamente l’evento traumatico. Il rivivere ripetutamente l’evento traumatico sotto forma di ricordi intrusivi, sogni o flashback. L’aumento del desiderio di affrontare situazioni simili al trauma. L’assenza di qualsiasi reazione fisiologica. 03. Cosa caratterizza i sintomi dissociativi legati al trauma?. Ricordo dettagliato del trauma. Aumento del tono dell’umore e iperattività motoria. Alterazioni nella percezione e nella consapevolezza, come derealizzazione e depersonalizzazione. Reazioni esclusivamente motorie e automatiche. 04. Quali sono le esperienze più comuni che possono generare un disturbo correlato a eventi traumatici e stressanti?. Conflitti familiari o stress lavorativi lievi. Piccole delusioni interpersonali. Periodi di studio intensivo o ansia da esame. Violenze, aggressioni, incidenti gravi o catastrofi naturali. 05. Qual è la differenza principale tra disturbo acuto da stress e disturbo post-traumatico da stress (PTSD)?. Il tipo di evento traumatico che li provoca. La presenza di sintomi fisici nel PTSD e psicologici nel disturbo acuto. La durata dei sintomi: entro 4 settimane nel disturbo acuto, oltre un mese nel PTSD. La risposta farmacologica ai trattamenti. |





