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PURISMO, CALCHI E PRESTITI

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PURISMO, CALCHI E PRESTITI

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INTRODUZIONE DELLA FONETICA ARTICOLATORIA DELL’ITALIANO

Creation Date: 2023/11/24

Category: Literature

Number of questions: 35

Rating:(3)
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Possiamo trovare in alcuni dialetti lo schwa (vocali atone indistinte, o affievolite): /Ə/. /c/. /ɔ/. /ù/.

vocali atone indistinte, o affievolite. /Ə/. /à/. /ç/. /ù/.

La fonetica descrittiva: studia la produzione dei suoni e li classifica in base al luogo modo e grado di articolazione. studia la riproduzione dei suoni e non li classifica in base al luogo modo e grado di articolazione. non studia la produzione dei suoni e li classifica in base al luogo modo e grado di articolazione. nessuna è corretta.

Principali ambiti di studio della Linguistica: morfologia, sintassi, lessico, fonetica. letteratura, filosofia, scienze umanistiche. informatica, algebra, matematica. nessuna è corretta.

Morfologia studia. i morfemi, si occupa della forma delle parole e della relazione grammaticale tra gli elementi. i rapporti paradigmatici, si occupa della forma delle parole e della relazione grammaticale tra gli elementi. i fattori diafasici, si occupa della forma delle parole e della relazione grammaticale tra gli elementi. i fonemi, si occupa della forma delle parole e della relazione grammaticale tra gli elementi.

Sintassi studia. la relazione che le parole hanno all’interno di una frase e le relazioni tra frasi in un periodo e le loro regole. la combinazione che le parole hanno all’interno di una frase e le relazioni tra frasi senza le loro regole. la relazione che le parole non hanno all’interno di una frase. la simbiosi che le parole hanno all’interno di una frase e le relazioni tra frasi in un periodo e le loro regole.

il lessico è lo studio. dei vocaboli e delle locuzioni che costituiscono una determinata lingua. delle frasi che costituiscono una determinata lingua. dei periodi che costituiscono una determinata lingua. dei rapporti paradigmatici che costituiscono una determinata lingua.

La fonetica è lo studio. dei suoni, i foni, del linguaggio che ci permettono anche di capire il passaggio dal latino alla lingua italiana. dei rapporti lessicali tra le parole. della materia di cui sono costituiti i segni linguistici. dei costituenti di una frase.

La fonetica descrittiva può essere divisa in: articolatoria e acustica. motoria e acustica. articolatoria e delle articolazioni. descrittiva e acustica.

Da un punto di vista temporale la fonetica può essere. diacronica e sincronica. temporale e atemporale. descrittiva e acustica. valutativa e temporale.

La fonetica diacronica studia. l’evoluzione dei suoni nel tempo. l’involuzione dei morfemi nel tempo. l’evoluzione delle sillabe nel tempo. l’evoluzione delle regole grammaticali nel tempo.

La fonetica sincronica studia. i suoni in un dato stadio dell’evoluzione della lingua. la sintassi in un dato stadio dell’evoluzione della lingua. i morfemi in un dato stadio dell’evoluzione della lingua. il lessico in un dato stadio dell’evoluzione della lingua.

Per rappresentare i suoni di una lingua si utilizza: l’AFI (o IPA). l'ATI (o IPA). l'ARI (o IPO). l'ATE (o EPA).

Nell’alfabeto fonetico internazionale(AFI). ad ogni simbolo equivale un suono. ad ogni lettera equivale un accento. ad ogni sillaba equivale un suono. ad ogni morfema equivale un suono.

In italiano abbiamo 30 fonemi: 7 vocali; 2 semivocali, 21 consonanti. 5 vocali; 2 semivocali, 23 consonanti. 7 vocali; 21 semivocali, 2 consonanti. 5 vocali; 4 semivocali, 21 consonanti.

Quante sono le generazioni dei vocabolari 3. 3. 2. 4. 5.

Le generazioni di vocabolari dialettali sono: 3. 2. 1. 4.

Quanti tipi di dizionari dialettali abbiamo: 3. 1. 4. 5.

modi di dire di Dante. Non mi tange canto XXII Inferno verso 117. Stanne certo canto XII Inferno verso 11. bel bello canto XII Paradiso verso 15. E si viaggia canto II Inferno verso 11.

modi di dire di Dante. Senza infamia e senza lode canto III Inferno verso 36. Stanne certo canto XII Inferno verso 11. brucerai all'inferno canto XII Inferno verso 22. sempre caro mi fu canto II Inferno verso 22.

Modi di dire di Dante. Stanne certo canto XII Inferno verso 11. Galeotto fu, dedicato a Paolo e Francesca canto V Inferno verso 137. Suvvia corri canto X Inferno verso 11. tagliente come le lame canto II Inferno verso 111.

Modi di dire di Dante. Bel Paese canto XXXIII Inferno verso 80, riferito all'Italia in cui risuona la lingua del sì. iamm ia canto XII Inferno verso 11. bel bello canto XIII Inferno verso 114. Lucidi come il ghiaccio canto II Inferno verso 211.

Modi di dire di Dante. Il gran rifiuto canto III Inferno verso 60, ignavi, riferito a Celestino V (colui/ che fece per viltade il gran rifiuto). Gira gira canto XII Inferno verso 12. nessuna è corretta. non piangere sul latte versato canto XInferno verso 114.

Errori di Dante. che le lingue si siano confuse e abbiano iniziato a divergere dopo la Torre di Babele. il volgare debba nobilitarsi proprio attraverso la letteratura. aver intuito che la lingua del Sì (il volgare italiano), è certamente imparentata con il provenzale (lingua d'Oc) e il francese (lingua d'Oïl). rivolgersi a un pubblico colto.

Errori di Dante. crede che il latino, così perfetto (come il greco, che egli neanche conosce) non sia mai stato parlato davvero ma sia soltanto una lingua letteraria derivata dall'italiano. aver intuito che la lingua del Sì (il volgare italiano), è certamente imparentata con il provenzale (lingua d'Oc) e il francese (lingua d'Oïl). di rivolgersi a un pubblico colto. nessuna è corretta.

Errori di Dante. di rivolgersi a un pubblico colto. aver intuito che la lingua del Sì (il volgare italiano), è certamente imparentata con il provenzale (lingua d'Oc) e il francese (lingua d'Oïl. il volgare bolognese (bolognese aulico) e siciliano (della corte di Federico II) siano come li legge lui, riadattati in linguaggio parlato, invece, dai copisti toscani che lui non apprezzava. nessuna è corretta.

Dante aveva intuito. che la lingua del Sì (il volgare italiano), è certamente imparentata con il provenzale (lingua d'Oc) e il francese (lingua d'Oïl). che le opere in volgare bolognese (bolognese aulico) e siciliano (della corte di Federico II) siano state riadattate in linguaggio parlato, invece dai copisti toscani che lui non apprezzava. che l'italiano deriva dal latino parlato. che il latino classico sia esistito.

Dante aveva intuito. le poesie in volgare bolognese (bolognese aulico) e siciliano (della corte di Federico II) sono state riadattate in linguaggio parlato, dai copisti toscani. le concordanze lessicali tra lingua d'Oc, lingua d'Oïl, lingua del Sì, quindi che le tre lingue avessero la stessa matrice. nessuna è corretta. latino parlato esiste.

Dante aveva intuito. le poesie in volgare bolognese (bolognese aulico) e siciliano (della corte di Federico II) sono state riadattate in linguaggio parlato, dai copisti toscani. aver intuito che la lingua del Sì (il volgare italiano), è certamente imparentata con il provenzale (lingua d'Oc) e il francese (lingua d'Oïl) derivano dal latino. il volgare letterario deve essere più elevato del parlato. nessuna è corretta.

La lettera inviata ad un amico fiorentino di Boccaccio, Francesco de' Bardi. uno dei primi esempi di quella che Croce avrebbe definito LETTERATURA DIALETTALE RIFLESSA (Croce). è una lettera scritta in toscano. è una lettera scritta nel dialetto pugliese. nessuna è corretta.

La lettera a Francesco de' Bardi è scritta da Boccaccio. quando è a Napoli. quando è in esilio. a Firenze. durante il suo viaggio a Roma.

La lettera a Francesco de' Bardi è scritta. lingua napoletana marcata in senso comico e riportata così come arriva all'orecchio di un toscano. lingua provenzale ricca di latinismi. lingua d'oìl. nessuna è corretta.

La lettera di Boccaccio, a Francesco de' Bardi, si possono trovare. I cosiddetti "IPERCORRETTISMI", cioè l'utilizzo a sproposito dei dittonghi napoletani troppo accentuati da un orecchio abituato toscano. Boccaccio, sentendo pronunciare parole come "cuoncio", scrive poi "fratiello", "nuome", "nuostra. latinismi. parole in italiano aulico. doppi sensi.

La grande importanza della lettera di Boccaccio, a Francesco de' Bardi, è. l'uso volontario che l'autore fa non di un dialetto elevato, letterario, ma di un dialetto popolare e parlato all'interno della propria scrittura. l'uso di un toscano aulico. l'uso del siciliano parlato. nessuna è corretta.

Una novità assoluta della lettera di Boccaccio, a Francesco de' Bardi, è. l'uso del parlato napoletano vivo così come arriva alle orecchie di un forestiero, sperimentando la lingua in una lettera unica nel suo genere, la norma infatti prevedeva l'uso depurato del dialetto nella scrittura. l'uso della punteggiatura non più come abbreviazione. l'uso delle maiuscole ad inizio frase. nessuna è corretta.

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