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Storia d'impresa 251-300 e-campus

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Storia d'impresa 251-300 e-campus

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lezioni 34-41 Marcelli Angelina

Creation Date: 2025/08/29

Category: University

Number of questions: 50

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251. Le free standing company: Hanno sede legale in una nazione, ma soltanto filiazioni estere. Sono transnazionali. Nessuna risposta è corretta. Sono multinazionali.

252. Quando si è notevolmente accentuato il processo di internazionalizzazione?. Dopo il 1989. Durante la Grande Depressione. Durante la Rivoluzione Industriale. Durante la Guerra Fredda.

253. In epoca contemporanea, quando nasce il processo di internazionalizzazione?. Durante la Belle Epoque. Durante la Guerra Fredda. Nessuna delle risposte è corretta. Durante la prima rivoluzione industriale.

254. Cosa sono gli zaibatsu?. Gruppi di imprese. Transnazionali. Free standing company. Multinazionali.

255. Cosa sono i gruppi di imprese?. Imprese collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico. Imprese che hanno sede legale in uno stato ma di fatto in quello stato non esistono, e per convenienze fiscali, politiche, di contesto sociale operano in un altro Stato. Imprese che controllano e gestiscono stabilimenti ed impianti situati in almeno due paesi diversi. Imprese che controllano operazioni e attività che generano reddito in più di un paese ed effettuano investimenti diretti.

256. Cosa sono le multinazionali?. Imprese che controllano operazioni e attività che generano reddito in più di un paese ed effettuano investimenti diretti. Imprese che hanno sede legale in uno stato ma di fatto in quello stato non esistono, e per convenienze fiscali, politiche, di contesto sociale operano in un altro Stato. Imprese collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico. Imprese che controllano e gestiscono stabilimenti ed impianti situati in almeno due paesi diversi.

257. Cosa sono le free standing company?. Imprese che hanno sede legale in uno stato ma di fatto in quello stato non esistono, e per convenienze fiscali, politiche, di contesto sociale operano in un altro Stato. Imprese che controllano e gestiscono stabilimenti ed impianti situati in almeno due paesi diversi. Imprese che controllano operazioni e attività che generano reddito in più di un paese ed effettuano investimenti diretti. Imprese collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico.

258. Cosa sono le imprese transnazionali?. Imprese che controllano e gestiscono stabilimenti ed impianti situati in almeno due paesi diversi. Imprese collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico. Imprese che controllano operazioni e attività che generano reddito in più di un paese ed effettuano investimenti diretti. Imprese che hanno sede legale in uno stato ma di fatto in quello stato non esistono, e per convenienze fiscali, politiche, di contesto sociale operano in un altro Stato.

259. Cosa sono i Keiretsu?. Conglomerate. Transnazionali. Multinazionali. Nessuna risposta è corretta.

260. L'esperienza storica ha messo in evidenza alcune caratteristiche dei distretti industriali. Individuare la risposta ERRATA. Prevalenza delle risorse tecnologiche su quelle umane. Vischiosità. Prevalenza di imprese di medie dimensioni, fortemente dinamiche, aggressive sui mercati interni e internazionali. Sistema di finanziamento basato sull'intervento di una banca locale, organismo nato e cresciuto nel distretto.

261. Il modello di cooperazione scandinavo: E' caratterizzato dall'ampia diffusione di cooperative agricole, specie latterie e caseifici sociali. E' caratterizzato da: cooperazione di consumo, ovvero spaccio cooperativo di prodotti alimentari e altro, attivato da operai dell'industria manifatturiera. E' caratterizzato soprattutto dallo sviluppo di cooperative di produzione. E' particolarmente intenso nel settore del credito, con le prime casse rurali.

262. Il modello di cooperazione tedesco: E' particolarmente intenso nel settore del credito, con le prime casse rurali. E' caratterizzato da: cooperazione di consumo, ovvero spaccio cooperativo di prodotti alimentari e altro, attivato da operai dell'industria manifatturiera. E' caratterizzato soprattutto dallo sviluppo di cooperative di produzione. E' caratterizzato dall'ampia diffusione di cooperative agricole, specie latterie e caseifici sociali.

263. Il modello di cooperazione francese: E' caratterizzato soprattutto dallo sviluppo di cooperative di produzione. E' particolarmente intenso nel settore del credito, con le prime casse rurali. E' caratterizzato dall'ampia diffusione di cooperative agricole, specie latterie e caseifici sociali. E' caratterizzato da: cooperazione di consumo, ovvero spaccio cooperativo di prodotti alimentari e altro, attivato da operai dell'industria manifatturiera.

264. Il modello di cooperazione britannico: E' caratterizzato da: cooperazione di consumo, ovvero spaccio cooperativo di prodotti alimentari e altro, attivato da operai dell'industria manifatturiera. E' caratterizzato soprattutto dallo sviluppo di cooperative di produzione. E' caratterizzato dall'ampia diffusione di cooperative agricole, specie latterie e caseifici sociali. E' particolarmente intenso nel settore del credito, con le prime casse rurali.

265. Le imprese cooperative NON: Rientrano comunque nella tipologia delle imprese capitalistiche. Sono associazioni autogestite. Si fondano su precisi valori. Sono imprese non profit.

266. Secondo Becattini, gli elementi che distinguono un distretto industriale sono 4. Quale fra questi NON caratterizza il distretto industriale?: Standard tecnologici. Popolazione di imprese. Comunità locale. Risorse umane.

267. Chi ha definito il distretto industriale come "un'entità socio territoriale caratterizzata dalla compresenza attiva, in un'area territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali che tendono a compenetrarsi". Giacomo Becattini. Alfred Marshall. Werner Sombart. Vilfredo Pareto.

268. Chi ha compiutamente teorizzato i "distretti industriali"?. Giacomo Becattini. Gianni Toniolo. Werner Sombart. Vilfredo Pareto.

269. Il distretto industriale è: Un reticolo territoriale di piccole imprese, alternativa alla grande impresa, caratterizzato da specializzazione flessibile. Un reticolo territoriale di piccole imprese, alternativa alla grande impresa, caratterizzato da una rigida divisione del lavoro. Un reticolo territoriale di piccole imprese, facenti capo a una holding, caratterizzato da specializzazione flessibile. Nessuna delle risposte è corretta.

270. L'organizzazione all'interno dei distretti industriali è caratterizzato da. Specializzazione flessibile. Putting out System. Divisione del lavoro. Diversificazione.

271. Chi ha definito i distretti industriali come un "ambiente sociale" caratterizzato da una "atmosfera industriale"?. Alfred Marshall. Vilfredo Pareto. Werner Sombart. Giacomo Becattini.

272. Secondo Alfred Marshall, un distretto industriale è quello in cui: Economie esterne permettono ai sistemi di piccole imprese di essere competitivi sul mercato. Le imprese sono collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico. Le imprese controllano e gestiscono stabilimenti ed impianti situati in almeno due paesi diversi. Nessuna delle risposte è corretta.

273. Secondo Becattini quali sono le caratteristiche del mercato di riferimento di un distretto industriale? (Individuare la risposta ERRATA). Vasto. Flessibile. Omogeneo. Specializzato.

274. Cosa si intende per "quarto capitalismo"?. Imprese di medie dimensioni, in forma di distretti industriali, fortemente dinamiche, aggressive sui mercati interni e internazionali. Nessuna risposta è corretta. Imprese che controllano operazioni e attività che generano reddito in più di un paese ed effettuano investimenti diretti. Imprese collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico.

275. Chi ha definito per primo il concetto di "distretto industriale"?. Alfred Marshall. Giacomo Becattini. Gianni Toniolo. Vilfredo Pareto.

276. L'organizzazione M-form è: Multidivisionale. Monofunzionale. Nessuna delle risposte è corretta. Plurifunzionale.

277. L'impresa socialmente responsabile è: Quella che sceglie volontariamente di rispettare determinati parametri relativi a ciascuno degli stakeholders. Nessuna delle risposte è corretta. Quella che è collegata ad altre sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico. Quella che controlla e gestisce stabilimenti ed impianti situati in almeno due paesi diversi.

278. L'organizzazione d'impresa monofunzionale è: Gestita direttamente dal proprietario, affiancato da qualche collaboratore tecnico o contabile. Una struttura organizzativa suddivisa in divisioni, ovvero centri di profitto autonomi, che a loro volta sono organizzate per linee di prodotto o per aree geografiche. Nessuna delle risposte è corretta. Una struttura organizzativa dipartimentale basata sulla distinzione tra responsabilità gerarchica e di stato maggiore.

279. L'organizzazione d'impresa per line e staff è: Una struttura organizzativa dipartimentale basata sulla distinzione tra responsabilità gerarchica e di stato maggiore. Una struttura organizzativa suddivisa in divisioni, ovvero centri di profitto autonomi, che a loro volta sono organizzate per linee di prodotto o per aree geografiche. Gestita direttamente dal proprietario, affiancato da qualche collaboratore tecnico o contabile. Nessuna delle risposte è corretta.

280. Quando, storicamente, fu necessario passare da una struttura plurifunzionale ad una multidivizionale?. Quando iniziarono le prime strategie di diversificazione. Quando nacquero le prime grandi compagnie ferroviarie. Durante l'imperialismo. Con la seconda rivoluzione industriale.

281. La forma d'impresa U-form è: Quella plurifunzionale. Quella multidivisionale. Quella monofunzionale. Nessuna delle risposte è corretta.

282. L'organizzazione d'impresa multidivisionale è: Una struttura organizzativa suddivisa in divisioni, ovvero centri di profitto autonomi, che a loro volta sono organizzate per linee di prodotto o per aree geografiche. Nessuna delle risposte è corretta. Gestita direttamente dal proprietario, affiancato da qualche collaboratore tecnico o contabile. Una struttura organizzativa dipartimentale basata sulla distinzione tra responsabilità gerarchica e di stato maggiore.

283. La struttura multidivisionale negli USA è storicamente da collegare a: Ai primi del Novecento. Alla Rivoluzione industriale. Nessuna delle risposte è corretta. All'affermazione delle grandi compagnie ferroviarie.

284. La struttura plurifunzionale negli USA è storicamente da collegare a: All'affermazione delle grandi compagnie ferroviarie. Ai primi del Novecento. Nessuna delle risposte è corretta. Alla Rivoluzione industriale.

285. La struttura monofunzionale negli USA è storicamente da collegare a: Alla rivoluzione industriale. Ai primi del Novecento. All'affermazione delle grandi imprese ferroviarie. Nessuna risposta è corretta.

286. Cos'è una holding?. Un gruppo di imprese controllate da una società capogruppo attraverso partecipazioni azionarie. E' costituita da imprese collegate tra loro sul piano finanziario ed organizzativo, ma non giuridico. Sono imprese che controllano operazioni e attività che generano reddito in più di un paese ed effettuano investimenti diretti. Nessuna risposta è corretta.

287. Quali fra queste caratteristiche NON rispecchia le holding?. Sono necessariamente organizzate in U-form. Vi è un forte decentramento strategico e operativo. Le imprese del gruppo sono collegate tra loro grazie a participazioni azionarie. Vi sono partecipazioni incrociate.

288. La fabbrica vittoriana è stata il simbolo: Della prima rivoluzione industriale inglese. Del taylorismo. Della seconda rivoluzione industriale inglese. Del fordismo.

289. Cos'è il fordismo?. L'introduzione in fabbrica della catena di montaggio e la standardizzazione del prodotto. Tutte le risposte sono corrette. L'evidenza empirica della divisione del lavoro. La teorizzazione dell'organizzazione scientifica del lavoro.

290. Nel 1925, grazie alla catena di montaggio e alle parti interscambiabili, che risultati aveva raggiunto la Ford?. Produceva un modello T ogni 15 secondi e aveva ridotto di tre volte dei costi di produzione. Produceva un modello T ogni 3 giorni e aveva ridotto di 1/5 i costi. Produceva 15 volte quello che produceva dieci anni prima. Aveva triplicato gli stabilimenti di produzione del modello T.

291. Quando è entrata in crisi l'organizzazione fordista del lavoro?. Negli anni 1970s. Dopo il 1989. Nessuna risposta è corretta. Negli anni 1930s.

292. In cosa consiste il taylorismo?. Nella teorizzazione dell'organizzazione scientifica del lavoro. Tutte le risposte sono corrette. Nell'evidenza empirica della divisione del lavoro. Nell'introduzione in fabbrica della catena di montaggio.

293. Storicamente, quando si concentra l'attenzione per l'innovazione tecnologica?. Terza rivoluzione industriale. Seconda rivoluzione induistriale. Prima rivoluzione industriale. Rivoluzione neolitica.

294. In base agli studi storici, quale fra queste NON è una caratteristica del progresso tecnico?. E' reversibile e casuale. E' un processo cumulativo ma discontinuo. E' un processo evolutivo e incerto. E' irreversibile.

295. Secondo la New Growth Theory, l'innovazione tecnologica è: Un fattore endogeno. Nessuna delle risposte è corretta. Il risultato dell'interazione tra fattori endogeni ed esogeni. Un fattore esogeno o residuo.

296. Secondo la concezione neoclassica, l'innovazione tecnologica era da considerare: Un fattore esogeno o residuo. Il risultato dell'interazione tra fattori endogeni ed esogeni. Un fattore endogeno. Un prerequisito per lo sviluppo.

297. Secondo la scuola classica, l'innovazione tecnologica era considerata: Un prerequisito per lo sviluppo. Il risultato dell'interazione tra fattori endogeni ed esogeni. La capacità dell'impresa di innovare. Un fattore esogeno.

298. L'innovazione tecnologica è il risultato di: Tutte le risposte sono corrette. Del processo di apprendimento specifico dell'impresa. Della creazione di una nuova conoscenza scientifica e tecnologica. Della crescita della domanda.

299. La tecnologia: E' la creazione di conoscenza. E' un processo informativo. Nessuna risposta è corretta. E' un brevetto.

300. Da cosa dipende l'innovazione tecnologica: Da fattori endogeni ed esogeni. Da fattori endogeni. Da fattori esogeni. Dalle capabilities.

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