DIDATTICA DELLA LINGUA MADRE, SECONDA E STRANIERA [A-K]
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Title of test:![]() DIDATTICA DELLA LINGUA MADRE, SECONDA E STRANIERA [A-K] Description: Daypo di Calandrino |




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L'approccio deduttivo. Predilige la pura teoria. Va dal teorico al pratico. Va dal pratico al teorico. Predilige la pura prassi. I modelli cognitivi. si concentrano sulle potenzialità linguistiche degli esseri umani e sulle componenti innate. Si riferiscono al ruolo esercitato dall'ambiente e dalla cultura in relazione alle pratiche di adeguamento degli apprendenti. considerano l'acquisizione di una lingua come qualsiasi altra forma di apprendimento, basata su abilità cognitive complesse. descrivono l'acquisizione di una lingua attraverso l'intersezione di fattori differenti, di natura cognitiva, biologica e socio-cultura. Secondo Selinker, una interlingua. Si apprende nel contesto del docente mediatore. E' innata. Si fonda su alcuni meccanismi cognitivi. Non è decisiva nelle strutture di apprendimento della lingua seconda. Le interlingue prebasiche. Vedono i primi meccanismi di subordinazione dei periodi. presentano generalmente una sintassi articolata e corretta. Riguardano la prima sopravvivenza linguistica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Le interlingue postbasiche. Nessuna delle tre risposte è corretta. Vedono i primi meccanismi di subordinazione dei periodi. presentano generalmente una sintassi articolata e corretta. Riguardano la prima sopravvivenza linguistica. La fonetica. si concentra sui tratti distintivi dei suoni all'interno di un sistema linguistico e sulle regole che ne governano l'uso e la combinazione. Nessuna delle tre risposte è corretta. si concentra sul ritmo cadenzato di sillabe e parole. è una disciplina linguistica che studia i suoni in quanto prodotti del nostro apparato fonatorio umano. La fonologia. si concentra sui tratti distintivi dei suoni all'interno di un sistema linguistico e sulle regole che ne governano l'uso e la combinazione. È una disciplina linguistica che studia i suoni come prodotti del nostro apparato fonatorio umano. si concentra sul ritmo cadenzato di sillabe e parole. Nessuna delle tre risposte è corretta. Le interlingue basiche. Vedono i primi meccanismi di subordinazione dei periodi. Riguardano la prima sopravvivenza linguistica. Nessuna delle tre risposte è corretta. presentano generalmente una sintassi articolata e corretta. Ai fini dell'acquisizione della competenza linguistica. È buona prassi l'uso del vocabolario di frequenza aggiornato. Tutte e tre le risposte sono corrette. È utile la conoscenza della frequenza delle strutture della lingua. Va tenuto conto della dimensione della marcatezza. Per LS si intende. La Lingua Materna, che ciascuno impara alla nascita. La Lingua standard. La Lingua del contesto culturale straniero di origine. La Lingua Straniera, che ciascuno può apprendere a scuola. Per L1 si intende. La Lingua standard. La Lingua Straniera, che ciascuno può apprendere a scuola. La Lingua non nativa. La Lingua Materna, che ognuno impara alla nascita. I modelli integrati. descrivono l'acquisizione di una lingua attraverso l'intersezione di fattori differenti, di natura cognitiva, biologica e socio-culturale. considerano l'acquisizione di una lingua come qualsiasi altra forma di apprendimento, basata su abilità cognitive complesse. si riferiscono al ruolo esercitato dall'ambiente e dalla cultura in relazione alle pratiche di adeguamento degli apprendenti. Si concentrano sulle potenzialità linguistiche degli esseri umani e sui componenti innate. La linguistica acquisizionale. E' innata. È il campo della linguistica che si occupa dello studio dei processi attraverso i quali gli individui acquisiscono una lingua, sia essa la lingua madre o una seconda lingua. Nessuna delle tre risposte è corretta. È il campo della neurolinguistica che si occupa dello studio dei processi attraverso i quali gli individui acquisiscono una lingua, sia essa la lingua madre o una seconda lingua. Fa parte della glottodidattica. Antropologia linguistica. Sociologia dell'educazione. Pedagogia linguistica. Tutte e tre le risposte sono corrette. I modelli ambientali. si concentrano sulle potenzialità linguistiche degli esseri umani e sulle componenti innate. si riferiscono al ruolo esercitato dall'ambiente e dalla cultura in relazione alle pratiche di adeguamento degli apprendenti. considerano l'acquisizione di una lingua come qualsiasi altra forma di apprendimento, basata su abilità cognitive complesse. descrivono l'acquisizione di una lingua attraverso l'intersezione di fattori differenti, di natura cognitiva, biologica e socio-culturale. I modelli innatisti. descrivono l'acquisizione di una lingua attraverso l'intersezione di fattori differenti, di natura cognitiva, biologica e socio-culturale. si riferiscono al ruolo esercitato dall'ambiente e dalla cultura in relazione alle pratiche di adeguamento degli apprendenti. si concentrano sulle potenzialità linguistiche degli esseri umani e sulle componenti innate. considerano l'acquisizione di una lingua come qualsiasi altra forma di apprendimento, basata su abilità cognitive complesse. Nel corso dello sviluppo iniziale delle interlingue degli studenti di L2. occorre concentrarsi sulle scelte espressive praticate da una comunità di riferimento. Nessuna delle tre risposte è corretta. occorre tenere una linea ibrida. occorre concentrarsi sui principi della lingua standard. Fra deduttivismo ed induttivismo, la didattica contemporanea. Predilige l'induttivismo. Predilige un rapporto non ibrido. Predilige un rapporto ibrido. Predilige il deduttivismo. L'insegnante, nell'apprendimento del discente. Ha un ruolo fondamentale, in quanto mediatore del percorso di apprendimento. Ha un ruolo ibrido. Ha un ruolo marginale, in quanto protagonista del percorso di apprendimento. Nessuna delle tre risposte è corretta. Un altro modo per dire Didattica delle Lingue è. Glottodidattica. Ludodidattica. Sociolinguistica. Neurolinguistica. Nell'insegnamento della L2, la dimensione sociolinguistica. Risulta obbligatoria in ogni circostanza. Risulta obbligatoria in alcuni casi, come da programmazione didattica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Non è richiesta per facilitare l'apprendimento dei discenti non nativi. Lo spanglish. Risulta la fusione fra spagnolo ed inglese in Europa. Risulta la fusione fra spagnolo ed inglese in America. Nessuna delle tre risposte è corretta. Risulta la lingua standard delle comunità latino – americane. Le più recenti teorie neurolinguistiche. L'emisfero sinistro è più utilizzato nell'apprendimento della L2, motivo per cui bisogna dedicare più tempo al contesto. Le connessioni fra i due emisferi del cervello sono frequenti fin dal primo momento di percezione della lingua. Tutte e tre le risposte sono corrette. L'emisfero destro è più utilizzato nell'apprendimento della L2, motivo per cui bisogna dedicare più tempo al contesto. La sfera diatopica. Ha a che fare con l'età del parlante. Ha a che fare con la preparazione del parlante (B1-B2). Ha a che fare con il contesto del parlante. Ha a che fare con il registro. Le lingue standard. Sono quelle quotidiane. Esistono solo su un piano informale. Sono quelle più difficili da insegnare in L2. Esistono solo su un piano formale. Il linguaggio. Si apprende a scuola. Si apprende nel contesto di riferimento. È innato. Dipende dalla dimensione diatopica. Il transfer of training. concerne Il piano dell'output a cui l'apprendente è sottoposto nel corso di un insegnamento linguistico. Nessuna delle tre risposte è corretta. è stato scoperto da Selinker. concerne Il piano dell'input a cui l'apprendente è sottoposto nel corso di un insegnamento linguistico. La variabilità delle interlingue. dipende totalmente dal transfer of training. giustifica l'assenza di una teoria comune dell'apprendimento delle lingue seconde e straniere che sia globalmente condivisa. Deriva dagli studi di Selinker. giustifica la presenza di una teoria comune dell'apprendimento delle lingue seconde e straniere che sia globalmente condivisa. La Lingua. È la dimensione concreta del linguaggio. È la dimensione teorica del linguaggio. È innata. Nessuna delle tre risposte è corretta. L'approccio induttivo. Predilige la pura prassi. Va dal teorico al pratico. Va dal pratico al teorico. Predilige la pura teoria. La grammatica può essere definita. Astrazione di un sistema di norme che ipotizzano i meccanismi di funzionamento della lingua. Un insieme di norme e strutture fisse della lingua. Un insieme di norme e strutture fisse del linguaggio. Rappresentazione di un sistema di norme che descrivono i meccanismi di funzionamento della lingua. La grammatica pedagogica. Rappresenta il concetto più comune che in generale si attribuisce al concetto di grammatica. Rappresenta delle selezioni parziali di tematiche ed elementi grammaticali a uso didattico. Fornisce un quadro di interpretazione dei fenomeni linguistici. Nessuna delle tre risposte è corretta. La tripletta docente-testo-studenti. È stata superata dalla didattica italiana. È ancora alla base della didattica italiana. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha origini molto recenti, frutto della pedagogia del Novecento. La glottodidattica e la linguistica acquisizionale. Hanno rifiutato il modello tradizionale di lezione. Hanno creato un nuovo modello di lezione, in linea con la tradizione. Hanno confermato il modello tradizionale di lezione. Hanno rifiutato ogni nuovo modello di lezione. Il progresso tecnologico, rispetto alla lezione tradizionale. Ha reso possibile una esclusività delle forme di sapere. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha reso possibile una democratizzazione delle forme di sapere. Non ha reso possibile una democratizzazione delle forme di sapere. La lezione-lettura tradizionale. Ritiene il testo unica via ed ogni sua comprensione Verità. Pone al centro di tutto l'inconfutabilità dell'Assemblea. Pone al centro di tutto l'inconfutabilità del Docente. Tutte e tre le risposte sono corrette. La lezione-lettura è stata ed è tipica. Tutte e tre le risposte sono corrette. Dell'istruzione filosofica greco-romana. Dell'istruzione religiosa cattolica. Dell'istruzione rabbinica. La parola “lezione”. Deriva dal latino Laectio. Deriva dal latino Lezio. Deriva dal latino Lectio. Deriva dal latino Letio. L'impiego della grammatica valenziale. Si presta bene per sviluppare la competenza morfo-sintattica. Si presta bene per sviluppare la competenza metatestuale. Si presta bene per sviluppare la competenza orale. Si presta bene per sviluppare la competenza testuale. Il modello valenziale viene anche definito. Sulfureo. Innato. Tomistico. Atomico. La monografia di Andreose “Grammatiche dell'italiano”. Rifiuta la questione grammaticale. Tratta dell'innatismo della lingua. Contestualizza le diverse grammatiche dell'italiano rispetto alla Scuola. Contestualizza le diverse grammatiche dell'italiano rispetto all'Università. La letteratura scientifica di carattere glottodidattico. Vanta numerosi contributi di ricerca per quanto riguarda la dimensione della grammatica. Non è in grado di prevedere la disciplina grammaticale. Predilige l'aspetto pragmatico della disciplina. Non tratta la grammatica. La suddivisione delle grammatiche. È tripartita in motivazionale, pedagogica e descrittiva. È tripartita in normativa, pedagogica e motivazionale. È tripartita in normativa, pedagogica e descrittiva. È tripartita in normativa, motivazionale e descrittiva. L'analisi logica. Si occupa di definire la frase sulla base dell'enunciato in esame. Tutte e tre le risposte sono corrette. Si occupa di definire la frase sulla base del soggetto e del predicato. Si occupa di definire la frase sulla base del soggetto, del complemento e del predicato. La verifica. Si configura come momento definitivo di controllo dell'operato. Si configura come momento di controllo dell'operato. È tradizionalmente posta all'inizio dell'operato. È tradizionalmente posta in corso d'operato. La prospettiva valenziale. Pone al centro il contesto. Pone al centro il verbo. Pone al centro il lessico. Pone al centro il testo. La grammatica descrittiva. Nessuna delle tre risposte è corretta. Rappresenta il concetto più comune che in generale si attribuisce al concetto di grammatica. Fornisce un quadro di interpretazione dei fenomeni linguistici. Rappresenta delle selezioni parziali di tematiche ed elementi grammaticali a uso didattico. L'analisi valenziale. Tutte e tre le risposte sono corrette. Permette un netto miglioramento del parlato in L2. Permette una democratizzazione dei programmi ministeriali. Permette di lavorare in maniera critica sui testi. La definizione della grammatica. Dipende strettamente dal concetto di deduzione. Dipende strettamente dal concetto di norma. Dipende strettamente dal concetto di induzione. Dipende strettamente dal concetto di lezione. Le fasi dell'unità didattica sono. Motivazione, analisi e sintesi. Analisi, sintesi e verifica. Globalità, analisi e sintesi. Globalità, motivazione e verifica. Il termine grammatiche, declinato al plurale. Viene usato in via preferibile dalla tradizione scolastico-religiosa. Viene usato in via preferibile dalla tradizione scolastica tradizionale. Nessuna delle tre risposte è corretta. Viene usato in via preferibile dalla tradizione accademica. La rigidità dei programmi e delle indicazioni ministeriali. È un falso mito, dal momento che riguarda gli obiettivi e non i percorsi formativi. Mette in difficoltà i docenti, in particolare quelli di lettere straniere. È la motivazione dei ritardi rispetto ai modelli esteri. È un falso mito, dal momento che riguarda i percorsi formativi e non gli obiettivi. Il termine “lezione” ha iniziato, all'interno delle indicazioni ministeriali. Ad essere sottolineato per mantenere la rigidità della programmazione. Ad essere sostituito da altri sintagmi con accezioni meno rigide. Ad essere sostituito da terminologia straniera, come learning object. Ad essere sottolineato per mantenere la centralità degli obiettivi. I modelli tematici, in glottodidattica. Tutte e tre le risposte sono corrette. Si focalizzano sulla matetica di un enunciato. Si focalizzano sull'analisi valenziale di un enunciato. Si focalizzano sulla pragmatica di un enunciato. Progettare un intervento didattico si traduce. Nessuna delle tre risposte è corretta. Nella rigida osservazione della programmazione. Nel coinvolgimento di un set di costanti da incardinare all'interno di uno specifico obiettivo. Nel coinvolgimento di un set di variabili da incardinare all'interno di uno specifico obiettivo. Per l'attuale glottodidattica, lo studente. È figura passiva di apprendimento per emanazione. È spettatore del docente e come tale ne imita gli usi. È protagonista del processo di apprendimento, come il docente. È protagonista assoluto del processo di apprendimento. Rispetto alla progettazione di un corso, la pianificazione di una lezione. È definita microprogettazione. È definita macroprogettazione. È definita esoprogettazione. È definita endoprogettazione. La grammatica delle costruzioni. Non vanta molti studi tematici in Italia. Vanta molti studi tematici in Italia. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha un nutrito seguito nella comunità scientifica locale. La grammatica normativa. Rappresenta delle selezioni parziali di tematiche ed elementi grammaticali a uso didattico. Fornisce un quadro di interpretazione dei fenomeni linguistici. Rappresenta il concetto più comune che in generale si attribuisce al concetto di grammatica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Un'unità didattica. Rappresenta una sequenza di fasi, generalmente sviluppate in 4-8 ore, e comprende anche il tempo dello studio individuale o delle attività di gruppo extrascolastiche sul tema oggetto di trattazione. Nessuna delle tre risposte è corretta. Rappresenta una sequenza di fasi, generalmente sviluppate in 4-8 ore, e comprende anche il tempo dello studio individuale. Rappresenta una sequenza di fasi, generalmente sviluppate in 4-8 ore, e non comprende anche il tempo dello studio individuale o delle attività di gruppo extrascolastiche sul tema oggetto di trattazione. L'istituzione della classe di concorso A23. Nessuna delle tre risposte è corretta. Presuppone l'alloglossia. Presuppone la deissi. Presuppone la glottodidattica. Si definisce etnica. La lingua della comunità d'origine di una persona quando questa lingua non sia la sua lingua materna, ma è comunque presente nell'ambiente degli immigrati. La lingua standard di una comunità straniera in un Paese altro. La lingua che le generazioni di apprendenti di comunità straniere apprendono a seconda del contesto col Paese di accoglienza. Nessuna delle tre risposte è corretta. Nell'ambito della trattazione della grammatica rispetto ai gruppi disomogenei. Si deve usare un approccio tradizionale conservativo, per non far venir meno il contesto di origine degli apprendenti. Nessuna delle tre risposte è corretta. Occorre non trascurare l'insegnamento dei meccanismi e dei fenomeni lessicali. Non si deve mai venir meno rispetto a quanto visto nei caratteri normativi della lingua. Con il passare del tempo, un uso linguistico molto diffuso. Tende a stabilizzarsi e a divenire eccezione esemplare. Tende a stabilizzarsi e a divenire norma. Tende a stabilizzarsi e a divenire arricchimento dell'Italiano Standard. Tende a stabilizzarsi e a divenire un'inflessione della L2. La Scuola italiana, rispetto alla questione delle minoranze linguistiche. Ha mantenuto un criterio tradizionale. Non ha mai cambiato posizione nel corso del tempo. Ha cambiato posizione nel corso del tempo. Nessuna delle tre risposte è corretta. La quantità di interventi per la salvaguardia e tutela delle lingue minoritarie, nelle scuole italiane. È piuttosto alta. È piuttosto bassa. È nulla. È totale. L'aggiornamento professionale dei docenti. È necessario al fine di rivedere ogni formula necessaria alla norma standard. È necessario per garantire il corretto proseguo della programmazione ministeriale aggiornata. È l'unico a garantire le giuste interconnessioni tra i modelli, al fine di promuovere un'educazione linguistica al passo con i tempi. Nessuna delle tre risposte è corretta. La Legge 482/99. Rende la tutela delle lingue minoritarie definitiva e consistente. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha mantenuto un criterio tradizionale nella tutela dei dialetti. Rende la tutela delle lingue minoritarie quasi folkloristica. La Legge 482/99. Riconosce 24 lingue minoritarie storiche. Riconosce 12 lingue minoritarie storiche. Riconosce tutte le lingue minoritarie come storiche. Riconosce 6 lingue minoritarie storiche. Una condizione di plurilinguismo. Implica l'esistenza di una lingua standard e altre lingue di minoranza. Implica l'esistenza di una lingua di maggioranza e altre lingue di minoranza. Implica l'esistenza di diverse lingue standard. Implica l'esistenza di una lingua di minoranza e altre lingue di maggioranza. Una lingua minoritaria presuppone. Elementi quali l'esistenza di comunità e la volontà di conservare i legami comunitari. Nessuna delle tre risposte è corretta. Elementi quali l'esistenza di comunità internazionali e la volontà di conservare i legami intercomunitari. Elementi quali l'esistenza di alloglossie e la volontà di conservare i legami interculturali. La Legge 482/99. Nessuna delle tre risposte è corretta. Rende esplicito il ruolo della comunità L1 in merito alla tutela. Rende esplicito il ruolo della comunità scientifica in merito alla tutela. Rende esplicito il ruolo della Scuola in merito alla tutela. La Legge 482/99. Tutela le minoranze Standard. Nessuna delle tre risposte è corretta. Tutela le minoranze linguistiche storiche. Tutela le minoranze. In Italia sono presenti diverse lingue. Di maggioranza. Di minoranza. Standard. Nessuna delle tre risposte è corretta. Verificare la comprensione delle catene anaforiche. Si direziona verso la decodifica delle informazioni e verso la comprensione delle caratteristiche strutturali della lingua scritta. Si direziona verso la sola comprensione delle caratteristiche strutturali della lingua scritta. Nessuna delle tre risposte è corretta. Si direziona verso la sola decodifica delle informazioni. La violazione della norma, in grammatica. Indica che la lingua è un sistema vivo. Indica che la Scuola è in crisi pedagogica. Indica che la Scuola sta cambiando approccio glottodidattico. Deve essere corretta per conseguire l'obiettivo dell'italiano standard. La prima considerazione sulla spendibilità didattica della grammatica del testo. È relativa alle competenze di lettura e di comprensione scritta. È relativa alle competenze di lettura e di comprensione. È relativa alle competenze di comprensione e di scrittura. È relativa alle competenze di lettura e di scrittura. Saper produrre catene anaforiche è significativo. Perché rappresenta un aspetto linguistico complesso legato alla coerenza e alla coesione di un testo. Perché rappresenta un aspetto linguistico semplicistico legato alla coerenza di un testo. Perché rappresenta un aspetto linguistico complesso legato alla sola coesione di un testo. Perché rappresenta un aspetto linguistico complesso legato alla sola coerenza di un testo. L'anafora. Nessuna delle tre risposte è corretta. È un dispositivo che le lingue utilizzano per collegare porzioni ampie di testo. È un dispositivo che le lingue utilizzano per dare visibilità alla grammatica delle costruzioni. È un dispositivo che le lingue utilizzano per dividere porzioni ampie di enunciato. La grammatica del testo. È un modello di descrizione glottodidattica. È un modello di descrizione audio-testuale. È un modello di descrizione linguistica. È un modello di descrizione standard. L'obiettivo principale della grammatica del testo. È la rappresentazione del funzionamento del modello audio-testuale. È la rappresentazione del funzionamento dei testi. È la rappresentazione del funzionamento del deduttivismo. È la rappresentazione del funzionamento della lingua standard. La grammatica del testo. è un modello di produzione testuale. è un modello imitativo. è un modello di produzione linguistica. è un modello di produzione audio-testuale. Con la grammatica del testo, i docenti. Sono destinati a confrontarsi con i testi. Sono destinati a fare a meno dei testi. Nessuna delle tre risposte è corretta. Prediligono l'oralità alla testualità. La grammatica del testo è una prospettiva di analisi. Risalente agli anni Settanta, nata in USA. Risalente agli anni Cinquanta, nata in USA. Risalente agli anni Cinquanta, nata in Germania. Risalente agli anni Settanta, nata in Germania. La visione della lingua italiana, nella Scuola nostrana del Novecento. Ha ignorato la realtà delle lingue minoritarie fino oltre al secondo dopoguerra. Ha ignorato la realtà delle lingue minoritarie fino oltre al secondo dopoguerra. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha avuto un lento ma graduale approccio conservativo verso le lingue minoritarie. L'insegnamento della grammatica. È previsto dalla normativa relativa ai cicli di istruzione dell'obbligo e rappresenta una costante dell'insegnamento delle lingue. È previsto dalla Legge 482 del 1999. È il residuo di un'antica tradizione scolastica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Per anni, la Scuola italiana, nei confronti della grammatica. Ha visto il mutare di questa, sostenendo un approccio flessibile. Non ha preso in considerazione i modelli della tradizione. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha svolto il ruolo di custode geloso delle norme prescrittive di questa. La glottodidattica, nella formazione del personale docente. Ha condotto a una consapevolezza della complessità del panorama linguistico e del crogiolo di lingue e dialetti standard parlati in Italia. Ha condotto a una consapevolezza della complessità del panorama linguistico e del crogiolo di lingue e dialetti parlati in Italia. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha condotto a una consapevolezza della semplicità del panorama linguistico e del crogiolo di lingue e dialetti parlati in Italia. Il dialetto. Arricchisce di elementi innovativi l'italiano standard. Rimane un residuo arcaico da correggere nel contesto linguistico coevo. Contribuisce alla disomogeneità nei contesti formativi. Nessuna delle tre risposte è corretta. La tradizione scolastica inizia ad analizzare la lingua. Con l'analisi grammaticale. Con l'analisi logica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Con l'analisi del periodo. Il Báihuà. È una variante del parlato nabateo. È una variante del parlato cinese. È una variante del parlato centroamericano. È una variante del parlato arabo. La lingua araba. Ha il neutro, come il latino. Ha i kanji, come il giapponese. Ha il duale, come il greco. Ha l'aoristo, come il sanscrito. La lingua araba. Ha caratteri solo lunari. Ha caratteri solo solari. Ha caratteri lunari e solari. Ha caratteri spaziali e temporali. La varietà più diffusa di cinese. È il cantonese. È il pechinese. È il mandarino. È il manciuriano. La proposta di Giacalone Ramat. È considerata uno dei punti di riferimento per la didattica della lingua straniera. È considerata uno dei punti di riferimento per la didattica dell'italiano. È considerata uno dei punti deboli per la didattica dell'italiano per stranieri. È considerata uno dei punti di riferimento per la didattica dell'italiano per stranieri. Nella lingua araba, sono femminili. I nomi di isola e delle parti anatomiche del corpo. I nomi di Stati bagnati dal mare e delle parti simmetriche del corpo. I nomi di Stati bagnati dal mare e delle parti anatomiche del corpo. I nomi di isola e delle parti simmetriche del corpo. La lingua araba. È identificabile con l'Islam. Tutte e tre le risposte sono corrette. È sacra all'Islam. È la lingua ufficiale degli islamici. Con il termine sinofono. Si intende lo studente di lingua araba. Si intende lo studente di lingua cinese. Si intende lo studente di lingua singalese. Si intende lo studente di lingua centramericana. La cultura scolastica cinese. È caratterizzata da un alto tasso di collaborazione rispetto al lavoro di gruppo e da un clima di competizione. È caratterizzata da un clima di terrore nei confronti dell'autorità precostituita, in questo caso il docente. È caratterizzata da un clima di competizione ossessiva, con riscontri efficaci nella performance di apprendimento. È caratterizzata da un basso tasso di collaborazione rispetto al lavoro di gruppo e da un clima di isolamento. L'insegnamento dell'applicazione degli articoli. Riguarda i livelli più alti di interlingua. Riguarda i livelli medio – bassi di interlingua. Riguarda i livelli medi di interlingua. Riguarda i livelli più bassi di interlingua. Per l'apprendente sinofono, è ostico. L'uso dell'articolo determinativo. L'uso delle coniugazioni verbali. La concordanza fra genere e numero. Tutte e tre le risposte sono corrette. Il cantonese. È una delle numerose varietà di lingua cinese a non utilizzare la notazione Báihuà e a servirsi di un sistema condiviso o ancora della scrittura classica. È simile al mandarino, per certi versi mutuabile. Nessuna delle tre risposte è corretta. È una delle poche varietà di lingua cinese a non utilizzare la notazione Báihuà e a servirsi di un sistema apposito o ancora della scrittura classica. Attraverso il sintagma lingua cinese. Si realizza un miscuglio linguistico fra diverse comunità etniche. Si identifica un'intersezione piuttosto complessa di varietà linguistiche. Si realizza un insieme di norme standard per la comprensione reciproca fra nativi. Si identifica la lingua parlata dalla comunità cinese in Italia. Le varietà di cinese appartenenti al tipo SVO. Sono definite atonali. Sono definite tonali. Sono definite flessivi. Sono definite riflessivi. L'articolo compare presto nelle interlingue. Come forma analizzata. Come forma non analizzata. Come forma analizzata e in divenire linguistico. Come forma non analizzata e in divenire linguistico. Nelle prime fasi di interlingua. Occorre lavorare molto sulla testualità. Occorre lavorare molto sul parlato. Occorre lavorare molto sulla normatività. Occorre lavorare molto sul lessico. Le dinamiche di classe scolastica. Costituiscono il risultato di convinzioni e di atteggiamenti culturali rispetto alla disciplina, al docente e alla classe stessa. Sono devianti dalla performance dell'apprendente straniero. Facilitano sempre e comunque la performance dell'apprendente. Sono una barriera culturale alla contestualizzazione della lingua. Lo spagnolo e l'italiano. Appartengono allo stesso ramo delle lingue romanze. Appartengono al sottogruppo italo-romanzo. Appartengono a differenti rami delle lingue romanze. Appartengono al sottogruppo ibero-romanzo. La tipologia linguistica. Dimostra, attraverso metodi storici e comparativi, la prossimità linguistica fra lo spagnolo e l'italiano, considerate come lingue sorelle. Nessuna delle tre risposte è corretta. Dimostra, attraverso metodi storici e comparativi, la eterogeneità linguistica fra lo spagnolo e l'italiano, considerate come lingue parenti. Dimostra, attraverso metodi storici e comparativi, la prossimità linguistica fra lo spagnolo e l'italiano, non considerabili tuttavia come lingue sorelle. Le attività di drammatizzazione. Sono particolarmente indicate per gli studenti sinofoni. Rischiano di essere fraintese da parte degli studenti sinofoni. Sono efficaci per tutti gli apprendenti. Vanno rifiutate per ragioni glottodidattiche. La cultura cinese è orientata. Al successo lavorativo e scolastico, come quella italiana. Alla competitività economica e professionale autarchica. Al successo lavorativo e scolastico, caso sui generis. Alla competitività economica ossessiva. La vicinanza fra italiano e spagnolo, per gli apprendenti ispanofoni. È un facilitatore continuo. È un'arma a doppio taglio. È utile alla comprensione della norma. È un problema per la glottodidattica. L'accento fonetico. Ha posizione sia variabile che fissa. Non deve mai essere confuso con l'accento grafico. Rappresenta l'intensità di pronuncia di una vocale che costituisce l'apice della sillaba. Tutte e tre le risposte sono corrette. La lingua araba. Appartiene al ceppo indoeuropeo. Appartiene al ceppo semitico. Appartiene al ceppo germanico. Appartiene al ceppo greco-fenicio. Lo spagnolo più comune. È il castigliano. È il centramericano. È il toledano. È l'iberico. La mancanza delle abilità di letto-scrittura. Rende una persona incapace di autogestirsi dal punto di vista sociale. Tutte e tre le risposte sono corrette. Rende una persona invalidata. Rende una persona vulnerabile e non le consente di stringere relazioni sociali. Fra le glottotecnologie. Entrano a pieno titolo quotidiani e libri di testo. Non sono riconosciute quelle a distanza. Si rilevano le tecniche di ipnosi. Entrano a pieno titolo media e social media. Con le glottotecnologie, l'input linguistico. Viene proposto nella sua totalità, configurandosi come uno scambio comunicativo verosimile e mediato. Non necessita di ulteriori interventi da parte del docente. Sostituisce la normale lezione didattica. Viene proposto nella sua totalità e nel suo vivo dinamismo, configurandosi come scambio comunicativo vero e proprio. Per preservare le lingue di minoranza. Si potrebbe erogare delle lezioni di lingua apposite. Tutte e tre le risposte sono corrette. Si potrebbero invitare esperti. Si potrebbero fare dei percorsi comparativi di carattere culturale e linguistico. La glottodidattica. È una disciplina distributiva. È una disciplina applicativa. È una disciplina associativa. È una disciplina dissociativa. La tecnologi. Di fatto sostituisce ogni sforzo dell'apprendente. Non può mai sostituirsi allo sforzo dell'apprendente. Nessuna delle tre risposte è corretta. È la didattica del futuro. La tecnologia. È la didattica che prenderà il posto del docente in futuro. Non può mai sostituirsi allo sforzo del docente. Nessuna delle tre risposte è corretta. Di fatto sostituisce ogni sforzo del docente. La propensione all'uso delle tecnologie, nel corso dei conflitti mondiali. Era data dalle necessità belliche e tecnologiche. Era data dalle necessità belliche e diplomatiche. Era data dalle necessità innovative e linguistiche. Era data dalle necessità diplomatiche e linguistiche. La selezione dei contenuti da parte dei docenti. È rilevante per incardinare l'attività all'interno dell'unità didattica. È rilevante per dare agli apprendenti uno stralcio di quotidiano. Non è necessaria, visto l'alto automatismo della tecnologia. È irrilevante, data la comune accessibilità al mezzo informatico. Il rapporto con i corsisti e con le loro famiglie. È essenziale per delineare dei percorsi efficaci di sviluppo della L1. È essenziale per delineare dei percorsi efficaci di sviluppo della L2. È essenziale per delineare dei percorsi efficaci di sviluppo tanto della L1 quanto della L2. Nessuna delle tre risposte è corretta. La didattica dell'italiano L2. È per sua natura esclusiva. È per sua natura inclusiva. Nessuna delle tre risposte è corretta. È per sua natura inclusiva, come la didattica dell'italiano L1. Le glottotecnologie. Consentono di riprodurre elementi invisibili e interattivi, facilitando l'esposizione all'input attraverso mediatori dinamici. Consentono di riprodurre elementi visivi e interattivi, facilitando l'esposizione all'input attraverso mediatori dinamici. Consentono di riprodurre elementi visivi e interattivi, facilitando l'esposizione all'output attraverso mediatori dinamici. Consentono di riprodurre elementi invisibili e interattivi, facilitando l'esposizione all'output attraverso mediatori dinamici. Una delle considerazioni più diffuse e scientificamente infondate da parte degli insegnanti. Riguarda la limitazione della L2 a favore dell'italiano. Riguarda la limitazione della L1 a favore dell'italiano. Riguarda la limitazione della LW a favore dell'italiano. Riguarda la limitazione della LS a favore dell'italiano. Le isole linguistiche. Nessuna delle tre risposte è corretta. Sono ambienti che pur facendo parte della realtà europea non utilizzano per la comunicazione l'italiano. Sono ambienti che pur facendo parte della realtà italiana non utilizzano per la comunicazione l'italiano. Sono ambienti che pur facendo parte della realtà europea non utilizzano per la comunicazione l'europeo. Le glottotecnologie. Nessuna delle tre risposte è corretta. Consentono di mettere in contatto parlanti nativi e studenti di varie parti del mondo. Consentono uno scambio culturale diretto con le famiglie. Sono un guadagno di tempo. Le ricerche in glottodidattica. Hanno dimostrato che l'acquisizione della lingua è favorita dall'attivazione di entrambi gli emisferi cerebrali. Hanno dimostrato che l'acquisizione della lingua è favorita dall'attivazione del sistema neurolinguistico applicato. Hanno dimostrato che l'acquisizione della lingua è favorita dall'attivazione dell'emisfero destro sul sinistro. Hanno dimostrato che l'acquisizione della lingua è favorita dall'attivazione dell'emisfero sinistro sul destro. Le glottotecnologie. Permettono di simulare l'evento comunicativo. Richiedono mezzi, persone e strutture performanti. Richiedono più tempo di quanto occorra alla normale lezione frontale. Permettono di immaginare l'evento comunicativo. Il progresso tecnologico. Ha consentito di stabilire maggiori fondi all'istruzione. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha consentito di connettere ambienti lontani, visto l'uniformità tecnologica globale. Ha consentito di stabilire nuove forme di interazione e di comunicazione. Con le glottotecnologie. L'apprendente annulla ogni sforzo comprensivo rispetto al passato. Il docente lavora meno rispetto al passato. Il processo di insegnamento e di apprendimento subisce una sorta di rivoluzione culturale. Nessuna delle tre risposte è corretta. La lista delle glottotecnologie. È completa dopo gli anni Novanta del secolo scorso. È completa dopo l'inserimento dei sistemi per la DAD. È completa con internet. Non può considerarsi definitiva. I programmi di insegnamento ASTP. Prevedevano l'uso di dispositivi innovativi per memorizzare pronunce e capacità letto-scrittorie. Prevedevano l'uso di dispositivi di registrazione di movimenti labiali. Prevedevano l'uso di dispositivi di imitazione del parlato. Prevedevano l'uso di dispositivi di registrazione e di riproduzione del parlato. Gli studenti bilingui e plurilingui. Sono avvantaggiati nell'apprendimento delle lingue. Non abbisognano di apprendere le lingue. Sono avvantaggiati nelle discipline scolastiche. Non sono avvantaggiati nell'apprendimento delle lingue. Il Cooperative Learning. È un modulo didattico. Costituisce un UDA necessaria. Costituisce una modalità di lavoro. È un'unità di apprendimento. Il termine altralfabeta. Indica chiunque parli una lingua altra rispetto al contesto in cui si trova. Indica lo studente straniero che ha un figlio non nativo. Indica l'apprendente con un sistema scrittorio diverso da quello della L2 da apprendere. Nessuna delle tre risposte è corretta. La dimensione dell'analfabetismo. È considerabile nella semplice sfera linguistica. È applicabile ad ogni contesto antico e moderno. Nessuna delle tre risposte è corretta. È applicabile anche alla realtà informatica. Il Cooperative Learning. Non può essere definito un vero e proprio approccio. È ideale per i BES. È un approccio definitivo alla didattica. È da consigliare sempre nella didattica. La parola analfabeta. Non è cosa da dirsi in ambito scientifico. Sembra apparentemente di semplice definizione. Nessuna delle tre risposte è corretta. È di semplice definizione. La parola analfabeta. Si riferisce normalmente ad un individuo che non sa scrivere. Nessuna delle tre risposte è corretta. Si riferisce normalmente ad un individuo che non sa leggere e scrivere. Si riferisce normalmente ad un individuo che non sa leggere. La dimensione dell'analfabetismo. È molto più vasta rispetto alla definizione proposta dalla tradizione. Tutte e tre le risposte sono corrette. È legata ai livelli differenti di alfabetizzazione. È legata alla complessità dei processi di codifica e di decodifica della lingua scritta. Il rifiuto tecnologico. È una variabile che interessa tanto i docenti, quanto gli studenti. È una variabile che interessa i docenti. Nessuna delle tre risposte è corretta. È una variabile che interessa gli studenti. Una persona alfabetizzata. È in grado di conversare, connesso con la propria quotidianità. È in grado di produrre un testo breve, semplice, connesso con la propria quotidianità. È in grado di parlare fluentemente almeno la lingua madre. È in grado di apporre la propria firma. Saper leggere e scrivere. È il minimo richiesto per un cittadino. Rappresenta un'operazione complessa. È il fondamento della società occidentale. Tutte e tre le risposte sono corrette. L'utenza degli apprendenti di L2 inseriti all'interno della Scuola italiana. Rappresenta un contesto maggioritario nel panorama scolastico italiano. Rappresenta un universo umano estremamente variegato. Rappresenta un universo umano estremamente omogeneo. Nessuna delle tre risposte è corretta. Imparare italiano L2. Significa seguire una programmazione ministeriale unica. Significa raggiungere il livello C2 della lingua. Significa saper leggere e scrivere fluentemente. Significa impadronirsi del repertorio comunicativo dei nativi e condividere con loro il bagno linguistico di riferimento. Le logografie. Presuppongono un'associazione simbolo-significante. Sono sistemi scrittori caratterizzati da una corrispondenza simbolo-significato. Tutte e tre le risposte sono corrette. È una tipicità delle culture occidentali. La motivazione. Nessuna delle tre risposte è corretta. È soggetta alle variabili di resilienza e di intrattenimento. È soggetta alle variabili di intensità e di resilienza. È soggetta alle variabili di resilienza e persistenza. La glottodidattica ludica ha potenzialità. Per disincentivare l'impegno cognitivo. Per far provare interesse nei confronti degli stimoli proposti dal docente. Nessuna delle tre risposte è corretta. Per eludere, negli allievi, tempi di attenzione più prolungati. L'insegnante che propone una glottodidattica ludica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Individua nella ludicità il principio fondante per promuovere lo sviluppo globale dell'allievo. Individua nella memorizzazione il principio fondante per promuovere lo sviluppo globale dell'allievo. Individua nella pedagogia il principio fondante per promuovere lo sviluppo globale dell'allievo. La competizione. Nessuna delle tre risposte è corretta. È un potenziale elemento stimolante per la lucidità. È l'unica cosa che conta. È obiettivo educativo da perseguire. La cooperazione. È un potenziale elemento stimolante per la lucidità. È obiettivo educativo da perseguire. Nessuna delle tre risposte è corretta. È l'unica cosa che conta. La ludodidattica. Prevede il gioco come fulcro della strategia di apprendimento. Ha come perno la competizione. Nessuna delle tre risposte è corretta. Trova in Italia un nutrito seguito di normative ministeriali. Il docente che propone una glottodidattica ludica. Propone attività ludiformi in un contesto ludico. Propone attività ludiche in un contesto ludico. Propone attività ludiformi in un contesto ludiforme. Propone attività ludiche in un contesto ludiforme. La glottodidattica ludica. Tiene conto dei mezzi formativi della scuola. Tiene conto della formazione del docente. Nessuna delle tre risposte è corretta. Tiene conto del livello di preparazione dello studente. Il Gioco. È tipico della natura umana. È tipico degli adulti. È tipico dei bambini. È tipico degli adolescenti. L'attività ludica. Agisce sul piano sincretico e su quello diamesico. Nessuna delle tre risposte è corretta. Agisce sulla sintesi e sul modus operandi sinaptico. Agisce sul piano sincronico e su quello diacronico. Il coinvolgimento con le istituzioni scolastiche. Nessuna delle tre risposte è corretta. Risulta fondamentale per la glottodidattica ludica. Risulta facoltativo per la glottodidattica ludica. È previsto dalla normativa liceale per la glottodidattica ludica. Una definizione univoca comunemente riconosciuta e accettata di glottodidattica ludica. Non esiste. È normata nella Legge 482/99. È stata coniata da Vygotskij. Non viene riconosciuta dagli ambienti scientifici. La normativa italiana. Nessuna delle tre risposte è corretta. Non parla di gioco, se non in modo implicito nella didattica. Parla di gioco esplicitamente per la sola scuola dell'infanzia. Parla di gioco esplicitamente per la scuola dell'infanzia e per la scuola primaria. Il Gioco. Ha valore solo nella glottodidattica. Favorisce le proprietà cognitive in particolare nei ragazzi. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha valore didattico solo nell'ambiente scolastico. La pubblicistica scientifica. Ha scritto di rado sulla ludodidattica, visto lo scarso riscontro nella Scuola italiana. Nessuna delle tre risposte è corretta. In Italia è di gran lunga in ritardo rispetto all'estero sulla glottodidattica. Ha scritto moltissimo sulla ludodidattica, nonostante lo scarso riscontro nella Scuola italiana. Il Gioco. Impegna e diverte allo stesso tempo. Necessita di spirito competitivo per essere motivante. Nessuna delle tre risposte è corretta. Ha pure e semplici ragioni motivazionali. La normativa italiana sulla ludodidattica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Fatica a scrollarsi di dosso gli stereotipi. Vieta l'approccio nei licei. È molto accentuata e specifica. Nella glottodidattica ludica. La motivazione alla decostruzione del quotidiano è profonda. La motivazione alla competizione è profonda. La motivazione alla memorizzazione è profonda. Nessuna delle tre risposte è corretta. Risulta un pregiudizio diffuso. La ludodidattica è per persone con disturbi dell'apprendimento. Solo ai bambini si addice un'esperienza ludodidattica. Uno stereotipo di genere nelle attività ludiche normate dalla Scuola. Nessuna delle tre risposte è corretta. La normativa italiana sulla ludodidattica. Fa di questa un minimo accenno, senza specificazioni di sorta. Nessuna delle tre risposte è corretta. Fa di questa un minimo accenno per i bambini al di sotto dei dieci anni. Fa di questa un minimo accenno per le scuole primarie e dell'infanzia. Secondo Vygotskij. Nessuna delle tre risposte è corretta. Il gioco è una caratteristica temporanea dell'infanzia, nonché un aspetto non sempre presente in tutto l'arco dell'esistenza umana. Il gioco non è una caratteristica temporanea dell'infanzia, bensì un aspetto presente in tutto l'arco dell'esistenza umana. Il gioco non è una caratteristica temporanea dell'infanzia, bensì un aspetto presente in tutto l'arco dello sviluppo fino al compimento dell'età adulta. L'attività ludica presenta quattro caratteristiche. Impegnativa, temporanea, dinamica, autotelica. Impegnativa, temporanea, progressiva, autotelica. Impegnativa, continuativa, statica, autotelica. Nessuna delle tre risposte è corretta. La motivazione. Nessuna delle tre risposte è corretta. Non va alimentata in continuazione. È un'emozione necessaria al benessere dello studente. Si attiva per raggiungere uno scopo. Gli stereotipi comuni conferiscono al gioco una funzione. Contributiva. Nessuna delle tre risposte è corretta. Sostitutiva. Riempitiva. Adottare la metodologia ludodidattica significa. Nessuna delle tre risposte è corretta. Far vivere all'allievo un'esperienza totalitaria. Far vivere all'allievo un'esperienza totale. Far vivere all'allievo un'esperienza totalizzante. Adottare la metodologia ludodidattica significa. Fare leva sulla competizione per raggiungere l'obiettivo immantinente. Creare un contesto in cui imparare la lingua sia un atto motivante, significativo, autentico. Creare un contesto interculturale a prescindere dalla classe. Nessuna delle tre risposte è corretta. Nella glottodidattica ludica. Occorre fissare dopo gli obiettivi glottodidattici. Occorre fissare in itinere gli obiettivi glottodidattici. Non sempre necessita di obiettivi glottodidattici. Occorre fissare prima gli obiettivi glottodidattici. La glottodidattica ludica. Coincide come solo gioco didattico. Non coincide con il gioco inteso come attività autotelica. Coincide con il gioco inteso come attività autotelica. Nessuna delle tre risposte è corretta. Il titolo della monografia di Giovanni Freddi. Azione ludica, gioco, linguistica. Azione, gioco, lingua. Azione, gioco, glottodidattica. Azione, gioco, linguistica. L'insegnante che propone una glottodidattica ludica. Utilizza il gioco come modalità strategica per il raggiungimento di mete educative e di abilità linguistiche. Utilizza il gioco come modalità applicativa per il raggiungimento di mete educative e di abilità linguistiche. Utilizza il gioco come modalità competitiva per il raggiungimento di mete educative e di abilità linguistiche. Nessuna delle tre risposte è corretta. |