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Title of test:![]() E1 Description: Economia |




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Una diminuzione della dotazione di lavoro provoca: Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso destra maggiormente orientato al bene ad alta intensità di lavoro. Uno spostamento parallelo della frontiera delle possibilità produttive verso destra. Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso sinistra maggiormente orientato al bene ad alta intensità di lavoro. Uno spostamento parallelo della frontiera delle possibilità produttive verso sinistra. L'efficienza è evidenziata in un punto: Sulla frontiera delle possibilità produttive. Interno o esterno alla frontiera delle possibilità produttive. Esterno alla frontiera delle possibilità produttive. Interno alla frontiera delle possibilità produttive. Una diminuzione della dotazione di capitale provoca: Uno spostamento parallelo della frontiera delle possibilità produttive verso destra. Uno spostamento parallelo della frontiera delle possibilità produttive verso sinistra. Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso sinistra maggiormente orientato al bene ad alta intensità di capitale. Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso destra maggiormente orientato al bene ad alta intensità di capitale. Un incremento della dotazione fattoriale determina: Un movimento lungo la frontiera delle possibilità produttive. Uno spostamento verso destra della frontiera delle possibilità produttive. Uno spostamento verso sinistra della frontiera delle possibilità produttive. Nessun effetto. Un punto interno alla frontiera delle possibilità produttive è: Raggiungibile ed efficiente. Non raggiungibile ed inefficiente. Non raggiungibile ed efficiente. Raggiungibile ed inefficiente. L'aumento della dotazione di lavoro determina: Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso destra maggiormente orientato al bene ad alta intensità di lavoro. Uno spostamento parallelo della frontiera delle possibilità produttive verso destra. Uno spostamento parallelo della frontiera delle possibilità produttive verso sinistra. Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso destra maggiormente orientato al bene a minore intensità di lavoro. L'inefficienza è evidenziata in un punto: Interno o esterno alla frontiera delle possibilità produttive. Sulla frontiera delle possibilità produttive. Interno alla frontiera delle possibilità produttive. Esterno alla frontiera delle possibilità produttive. La scarsità è evidenziata in un punto: Sulla frontiera delle possibilità produttive. Interno alla frontiera delle possibilità produttive. Esterno alla frontiera delle possibilità produttive. Interno o esterno alla frontiera delle possibilità produttive. Il saggio marginale di trasformazione tra il bene a e il bene B esprime: La quantità del bene B a cui si è disposti a rinunciare per produrre un’unità aggiuntiva del bene A. Ambedue le risposte precedenti. Il costo opportunità del bene A. Nessuna delle risposte precedenti. Il saggio marginale di trasformazione tra il bene a e il bene B è pari a: ΔQ(A) / ΔQ(B). ΔQ(B) / ΔQ(A). Q(A) / Q(B). Q(B) / Q(A). Il saggio marginale di trasformazione tra il bene A e il bene B esprime: Il costo opportunità del bene A. Il costo opportunità del bene B. Nessuna delle risposte precedenti. La quantità del bene A a cui si è disposti a rinunciare per produrre un’unità aggiuntiva del bene B. Il saggio marginale di trasformazione tra il bene B e il bene A esprime: Il costo opportunità del bene A. Nessuna delle risposte precedenti. La quantità del bene B a cui si è disposti a rinunciare per produrre un’unità aggiuntiva del bene A. La quantità del bene A a cui si è disposti a rinunciare per produrre un’unità aggiuntiva del bene B. Il saggio marginale di trasformazione tra il bene B e il bene A esprime: Il costo opportunità del bene B. La quantità del bene A a cui si è disposti a rinunciare per produrre un’unità aggiuntiva del bene B. Nessuna delle risposte precedenti. Ambedue le risposte precedenti. Un decremento della dotazione fattoriale determina: Un movimento sulla frontiera delle possibilità produttive. Uno spostamento verso sinistra della frontiera delle possibilità produttive. Uno spostamento verso destra della frontiera delle possibilità produttive. Nessun effetto. Un aumento della dotazione di capitale determina: Nessun spostamento. Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso destra maggiormente orientato al bene a bassa intensità di capitale. Uno spostamento parallelo della frontiera delle possibilità produttive verso destra. Uno spostamento della frontiera delle possibilità produttive verso destra maggiormente orientato al bene ad alta intensità di capitale. Un punto esterno alla frontiera delle possibilità produttive è: Raggiungibile ed inefficiente. Non raggiungibile ed inefficiente. Raggiungibile ed efficiente. Non raggiungibile. Una contrazione della produttività: Non sposta la frontiera delle possibilità produttive. Sposta la frontiera delle possibilità produttive verso sinistra. Sposta la frontiera delle possibilità produttive verso destra. Modifica l'inclinazione della frontiera delle possibilità produttive. Un punto sulla frontiera delle possibilità produttive è: Non raggiungibile ed inefficiente. Raggiungibile ed inefficiente. Non raggiungibile. Raggiungibile ed efficiente. Un aumento della produttività: Modifica l'inclinazione della frontiera delle possibilità produttive. Non sposta la frontiera delle possibilità produttive. Sposta la frontiera delle possibilità produttive verso sinistra. Sposta la frontiera delle possibilità produttive verso destra. La diminuzione del prezzo del bene: Sposta la curva di offerta verso destra. Sposta la curva di offerta verso sinistra. Riduce la quantità offerta. Aumenta la quantità offerta. Le economie regolamentate sono tipiche dei: Sistemi pianificati. Sistemi ibridi. Sistemi capitalistici. Sistemi misti. Le economie di libero scambio sono tipiche dei: Sistemi capitalistici. Sistemi misti. Sistemi ibridi. Sistemi pianificati. L'introduzione di una norma anti-monopolistica: Sposta la curva di offerta verso sinistra. Aumenta la quantità offerta. Sposta la curva di offerta verso destra. Riduce la quantità offerta. La diminuzione del prezzo del bene: Aumenta la quantità domandata. Sposta la domanda verso sinistra. Riduce la quantità domandata. Sposta la domanda verso destra. Un aumento del prezzo di un bene sostituito: Sposta la domanda verso sinistra. Sposta l'offerta verso sinistra. Sposta l'offerta verso destra. Sposta la domanda verso destra. La funzione di domanda inversa è: P = F(Qd). Qd = F(P). Qd = P. Tutte le risposte precedenti. La diminuzione del prezzo di un bene sostituto: Sposta la domanda verso sinistra. Sposta la domanda verso destra. Sposta l'offerta verso destra. Sposta l'offerta verso sinistra. L'aumento del prezzo di un bene complementare: Sposta la domanda verso sinistra. Sposta la domanda verso destra. Sposta l'offerta verso destra. Sposta l'offerta verso sinistra. L'aumento del prezzo del bene: Aumenta la quantità domandata. Riduce la quantità domandata. Sposta la domanda verso destra. Sposta la domanda verso sinistra. La diminuzione del prezzo di un bene complementare: Sposta l'offerta verso sinistra. Sposta la domanda verso destra. Sposta la domanda verso sinistra. Sposta l'offerta verso destra. Un aumento del prezzo del bene: Sposta la curva di offerta verso sinistra. Riduce la quantità offerta. Aumenta la quantità offerta. Sposta la curva di offerta verso destra. La curva di domanda esprime una relazione tra prezzo e quantità: Negativa. Maggiore di 1. Positiva. Nulla. La curva di offerta è espressa dai: Lavoratori. Produttori. Consumatori. Capitalisti. La curva di offerta esprime una relazione tra prezzo e quantità: Minore di 1. Positiva. Negativa. Nulla. Un incremento della tecnologia sposta: La curva di domanda verso destra. La curva di domanda verso sinistra. La curva di offerta verso sinistra. La curva di offerta verso destra. Una diminuzione del prezzo dei fattori produttivi sposta: La curva di domanda verso sinistra. La curva di offerta verso destra. La curva di offerta verso sinistra. La curva di domanda verso destra. Un aumento del prezzo dei fattori produttivi sposta: La curva di offerta verso destra. La curva di domanda verso sinistra. La curva di offerta verso sinistra. La curva di domanda verso destra. Una contrazione della tecnologia sposta: La curva di domanda verso sinistra. La curva di domanda verso destra. La curva di offerta verso sinistra. La curva di offerta verso destra. La funzione di domanda diretta è: Qd = F(P). P = F(Qd). P = Qd). Nessuna delle risposte precedenti. Un aumento del reddito del consumatore sposta: La curva di domanda verso sinistra. La curva di domanda verso destra. La curva di offerta verso sinistra. La curva di offerta verso destra. La curva di domanda è espressa dai: Consumatori. Imprese. Lavoratori. Produttori. La curva di domanda dipende: Dal reddito del consumatore, dalla tecnologia e dal prezzo dei beni correlati. Dal reddito del consumatore, dalle sue preferenze e dalla tecnologia. Dal reddito del consumatore, dal prezzo dei beni correlati e dalla tecnologia. Dal reddito del consumatore, dalle sue preferenze e dal prezzo dei beni correlati. Una diminuzione del reddito del consumatore sposta: La curva di domanda verso sinistra. La curva di offerta verso sinistra. La curva di domanda verso destra. La curva di offerta verso destra. Un bene si definisce complementare se: Soddisfa un bisogno alternativo al bene principale. Nessuna delle risposte precedenti. Soddisfa il medesimo bisogno del bene principale. Deve essere utilizzato insieme al bene principale per soddisfare un bisogno. Un bene si definisce sostituto se: Nessuna delle risposte precedenti. Soddisfa il medesimo bisogno del bene principale. E’ indipendente dal bene principale. Soddisfa un bisogno alternativo al bene principale. Un aumento dell'offerta determina: Un aumento della quantità e una diminuzione del prezzo. Un aumento del prezzo e una diminuzione della quantità. Un aumento della quantità e del prezzo. Una diminuzione della quantità e del prezzo. Il surplus del produttore è pari: Al triangolo AEP. Al triangolo PEB. Al triangolo EBQ. Al triangolo AEB. Il surplus totale è pari: Al triangolo AEB. Al triangolo AEP. Al triangolo PEB. Al triangolo EBQ. Sia data una domanda pari a Q=10-2p ed un'offerta pari a Q=-2+p. Il prezzo di equilibrio è pari a: 1. 8/3. 4. 12. Il surplus del consumatore corrisponde: Al triangolo DEB. Al triangolo PEB. Al triangolo AEP. Al triangolo EBQ. n presenza di un eccesso di offerta, il prezzo di mercato: Diventa negativo. Aumenta. Diminuisce. Rimane costante. Si ha un eccesso di domanda quando: Il prezzo di mercato è inferiore al prezzo di equilibrio. Non dipende dal prezzo di equilibrio. Il prezzo di mercato è superiore al prezzo di equilibrio. Il prezzo di mercato coincide con il prezzo di equilibrio. Si ha un eccesso di offerta quando: Non dipende dal prezzo di equilibrio. Il prezzo di mercato è superiore al prezzo di equilibrio. Il prezzo di mercato è inferiore al prezzo di equilibrio. Il prezzo di mercato coincide con il prezzo di equilibrio. In presenza di un eccesso di domanda, il prezzo di mercato: Diminuisce. Diventa negativo. Aumenta. Rimane costante. Sia data una domanda pari a Q=10-2p ed un'offerta pari a Q=-2+p. La quantità di equilibrio è pari a: 4. 2. 1. 6. Il surplus del consumatore è pari a: 30. 50. 20. 80. Una diminuzione dell'offerta determina: Un aumento della quantità e una diminuzione del prezzo. Un aumento del prezzo e una diminuzione della quantità. Un aumento della quantità e del prezzo. Una diminuzione della quantità e del prezzo. Una diminuzione della domanda ed una diminuzione dell'offerta determina. Un aumento del prezzo ed un effetto incerto sulla quantità. Una diminuzione della quantità ed un effetto incerto sul prezzo. Un aumento della quantità ed un effetto incerto sul prezzo. Una diminuzione del prezzo ed un effetto incerto sulla quantità. Una diminuzione della domanda determina: Una diminuzione della quantità e del prezzo. Un aumento del prezzo e una diminuzione della quantità. Un aumento della quantità e del prezzo. Un aumento della quantità e una diminuzione del prezzo. Un aumento della domanda e un aumento dell'offerta determina: Un aumento della quantità e del prezzo. Un aumento del prezzo ed un effetto incerto sulla quantità. Una diminuzione della quantità e del prezzo. Un aumento della quantità ed un effetto incerto sul prezzo. Un aumento della domanda ed una diminuzione dell'offerta determina: Una diminuzione della quantità ed un effetto incerto sul prezzo. Un aumento del prezzo ed un effetto incerto sulla quantità. Un aumento della quantità ed un effetto incerto sul prezzo. Una diminuzione del prezzo ed un effetto incerto sulla quantità. Il surplus del produttore è pari a: 80. 50. 20. 30. Un aumento della domanda determina: Un aumento della quantità e una diminuzione del prezzo. Una diminuzione della quantità e del prezzo. Un aumento del prezzo e una diminuzione della quantità. Un aumento della quantità e del prezzo. Il surplus totale è pari a: 30. 50. 80. 20. Una diminuzione della domanda ed un aumento dell'offerta determina: Un aumento del prezzo ed un effetto incerto sulla quantità. Un aumento della quantità ed un effetto incerto sul prezzo. Una diminuzione del prezzo ed un effetto incerto sulla quantità. Una diminuzione della quantità ed un effetto incerto sul prezzo. L’elasticità della domanda è: Non dipende dal tempo. Maggiore nel lungo periodo. Maggiore nel breve periodo. Non cambia nel tempo. In presenza di domanda ad elasticità unitaria, se il prezzo diminuisce: La spesa del consumatore diventa negativa. La spesa del consumatore aumenta. La spesa del consumatore non varia. La spesa del consumatore diminuisce. Secondo il teorema di Barone: Le imposte dirette dovrebbero essere aumentate. Le imposte dirette sono più distorsive delle imposte indirette. Le imposte indirette sono più distorsive delle imposte diretta. Le imposte indirette dovrebbero essere diminuite. L'introduzione di una tassa su ogni unità venduta determina: Una diminuzione del prezzo e della quantità. Un aumento del prezzo e una diminuzione della quantità. Un aumento del prezzo e della quantità. Un aumento della quantità e una diminuzione del prezzo. Se il prezzo di equilibrio è inferiore al prezzo minimo si ha: Nessuna delle risposte precedenti. Equilibrio di mercato. Eccesso di domanda. Eccesso di offerta. In presenza di domanda ad elasticità unitaria, se il prezzo aumenta: Nessuna delle risposte precedenti. La spesa del consumatore non varia. La spesa del consumatore diminuisce. La spesa del consumatore aumenta. In presenza di domanda rigida, se il prezzo diminuisce: La spesa del consumatore diventa negativa. La spesa del consumatore non varia. La spesa del consumatore aumenta. La spesa del consumatore diminuisce. Se il prezzo di equilibrio è superiore al prezzo massimo si ha: Equilibrio di mercato. Nessuna delle risposte precedenti. Eccesso di offerta. Eccesso di domanda. Se il prezzo di equilibrio è superiore al prezzo minimo si ha: Eccesso di offerta. Eccesso di domanda. Equilibrio di mercato. Nessuna delle risposte precedenti. Se il prezzo di equilibrio è inferiore al prezzo massimo: Nessuna delle risposte precedenti. Un eccesso di offerta. Equilibrio di mercato. Un eccesso di domanda. In presenza di domanda elastica, se il prezzo diminuisce: La spesa del consumatore non varia. La spesa del consumatore diventa negativa. La spesa del consumatore aumenta. La spesa del consumatore diminuisce. In presenza di domanda rigida, se il prezzo aumenta: La spesa del consumatore aumenta. Nessuna delle risposte precedenti. La spesa del consumatore non varia. La spesa del consumatore diminuisce. In presenza di domanda elastica, se il prezzo aumenta: La spesa del consumatore non varia. La spesa del consumatore diminuisce. Nessuna delle risposte precedenti. La spesa del consumatore aumenta. L'introduzione di un sussidio per ogni unità venduta determina: Un aumento della quantità e una diminuzione del prezzo. Un aumento del prezzo e della quantità. Una diminuzione del prezzo e della quantità. Un aumento del prezzo e una diminuzione della quantità. La curva di domanda perfettamente rigida è: Decrescente. Verticale. Crescente. Orizzontale. La domanda si definisce elastica quando l’elasticità, in valore assoluto, assume un valore: Minore di uno. Maggiore di uno. Maggiore di zero. Minore di zero. L’elasticità della domanda assume valori: Sia positivi che negativi. Sempre uguale a zero. Sempre negativi. Sempre positivi. L’elasticità della domanda è pari al rapporto tra: La variazione percentuale della quantità e la variazione del prezzo. La variazione percentuale della quantità e la variazione percentuale del prezzo. La quantità e il prezzo. La variazione della quantità e la variazione del prezzo. La curva di domanda rigida è: Decrescente. Crescente. Orizzontale. Verticale. La domanda si definisce rigida quando l’elasticità, in valore assoluto, assume un valore: Minore di zero. Minore di uno. Maggiore di uno. Maggiore di zero. La curva di domanda perfettamente elastica è: Verticale. Crescente. Decrescente. Orizzontale. Si consideri la seguente funzione di domanda: P = 10 – Qd L'elasticità della domanda, in corrispondenza di un prezzo pari a 5, è pari a: 3. 1/2. 2. 1. Se un prodotto è facilmente sostituibile, la sua domanda è: Elastica. Molto elastica. Molto rigida. Poco elastica. In ogni suo punto, la domanda è: Perfettamente elastica. Elastica. Rigida. Perfettamente rigida. Si consideri la seguente funzione di domanda: P = 10 – 2Qd L'elasticità della domanda, in corrispondenza di un prezzo pari a 6, è pari a: 1/2. 3/5. 3/4. 3/2. Se un prodotto è poco sostituibile, la sua domanda è. Molto elastica. Molto rigida. Rigida. Elastica. In ogni suo punto, la domanda è: Rigida. Elastica. Perfettamente elastica. Perfettamente rigida. L'elasticità della domanda è: Maggiore nel lungo periodo. Indipendente dal tempo. Nessuna delle risposte precedenti. Maggiore nel breve periodo. Si consideri la seguente funzione di domanda: P = 10 – 2Qd L'elasticità della domanda, in corrispondenza di un prezzo pari a 4, è pari a: 8/3. 3/2. 2/3. 3/8. Se l’elasticità incrociata della domanda del bene x al prezzo del bene y è negativa: I beni sono sostituti. I beni sono indipendenti. I beni sono necessari. I beni sono complementari. Se l’elasticità incrociata della domanda del bene x al reddito è negativa: Il bene x è normale. Il bene x è complementare. Il bene x è inferiore. Il bene x è preferito. Se l’elasticità incrociata della domanda del bene x al reddito è maggiore di uno: Nessuna delle risposte precedenti. Il bene x è normale. Il bene x è di lusso. Il bene x è necessario. L’elasticità incrociata della domanda al prezzo è pari al rapporto tra: La variazione percentuale della quantità del bene x e la variazione del prezzo del bene y. La variazione della quantità del bene x e la variazione del prezzo del bene y. La variazione percentuale della quantità del bene x e la variazione percentuale del prezzo del bene y. La variazione percentuale della quantità del bene x e la variazione percentuale del prezzo del bene x. Se l’elasticità incrociata della domanda del bene x al reddito è positiva: Il bene x è normale. Il bene x è sostituto. Il bene x è preferito. Il bene x è inferiore. L’elasticità incrociata della domanda al reddito è pari al rapporto tra: La variazione percentuale della quantità del bene x e la variazione del reddito. La quantità del bene x e il reddito. La variazione della quantità del bene x e la variazione del reddito. La variazione percentuale della quantità del bene x e la variazione percentuale del reddito. Se l’elasticità incrociata della domanda del bene x al prezzo del bene y è positiva: I beni sono indipendenti. I beni sono sostituti. I beni sono complementari. I beni sono necessari. Si consideri la seguente funzione di domanda: P = 10 – Qd L'elasticità della domanda, in corrispondenza di un prezzo pari a 8, è pari a: 8. 2. 4. 1. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) + P(B) + 0,5Y Dati i seguenti valori: P(A) = 10 P(B) = 30 Y = 60 I beni A e B sono: Privilegiati. Complementari. Indipendenti. Sostituti. Il capitale di rischio: E’ fornito dai soci e ha l’obbligo della remunerazione. E’ fornito dai creditori e ha l’obbligo della remunerazione. E’ fornito dai creditori e non ha l’obbligo della remunerazione. E’ fornito dai soci e non ha l’obbligo della remunerazione. Il fabbisogno finanziario di un’impresa può essere coperto con: Capitale di rischio e capitale di credito. Tutte le risposte precedenti. Capitale circolante e capitale di credito. Capitale di rischio e capitale circolante. In questo modo si esprime: L'elasticità incrociata della domanda del bene A al prezzo del bene B. L'elasticità incrociata della domanda del bene B al prezzo del bene A. L'elasticità al prezzo della domanda del bene A. L'elasticità incrociata della domanda del bene A al reddito. In questo modo si esprime: L'elasticità incrociata della domanda del bene A al reddito. L'elasticità incrociata del bene A al prezzo del bene B. L'elasticità della domanda del bene A al prezzo. Nessuna delle risposte precedenti. Il capitale di terzi: E’ fornito dai creditori e non ha l’obbligo della remunerazione. E’ fornito dai soci e ha l’obbligo della remunerazione. E’ fornito dai soci e non ha l’obbligo della remunerazione. E’ fornito dai creditori e ha l’obbligo della remunerazione. In un’impresa il soggetto giuridico: Assume gli obblighi e i diritti verso terzi e orienta l’attività aziendale. Nessuna delle risposte precedenti. Orienta l’attività aziendale. Assume gli obblighi e i diritti verso terzi. Nelle società di capitali i soci sono: Responsabili non solidalmente e limitatamente. Responsabili solidalmente e limitatamente. Responsabili solidalmente e illimitatamente. Responsabili non solidalmente e illimitatamente. Nelle società di persona i soci sono: Responsabili solidalmente e limitatamente. Responsabili non solidalmente e illimitatamente. Responsabili solidalmente e illimitatamente. Responsabili non solidalmente e limitatamente. Le forme giuridiche di società previste dal nostro ordinamento sono: La società di persone e la società di capitale. La società di persone, la società di capitale e la società no-profit. La società di persone, la società di capitale e la società cooperativa. La società di persone, la società no-profit e la società cooperativa. In un’impresa il soggetto economico: Orienta l’attività aziendale. Assume gli obblighi e i diritti verso terzi. Nessuna delle risposte. Assume gli obblighi e i diritti verso terzi e orienta l’attività aziendale. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) + 4P(B) + 0,1Y Dati i seguenti valori: P(A) = 40 P(B) = 5 Y = 200 L'elasticità incrociata della domanda del bene A al reddito è pari a: 0,2. 0,1. 2. 1. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) + 0,5Y Dati i seguenti valori: P(A) = 10 Y = 60 I beni A e B sono: Sostituti. Indipendenti. Normali. Complementari. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 200 – P(A) + 2P(B) - 0,1Y Dati i seguenti valori: P(A) = 20 P(B) = 10 Y = 2000 Il bene A è: Un bene necessario. Un bene inferiore. Un bene di lusso. Un bene normale. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 200 – P(A) + 2P(B) + 0,1Y Dati i seguenti valori: P(A) = 20 P(B) = 10 Y = 2000 L'elasticità incrociata della domanda del bene A rispetto al reddito è pari a: 0,2. 0,5. 0,4. 0,1. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 200 – P(A) + 2P(B) + 0,1Y Dati i seguenti valori: P(A) = 20 P(B) = 10 Y = 2000 Il bene A è: Un bene normale. Nessuna delle risposte precedenti. Un bene inferiore. Un bene di lusso. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 200 – P(A) + 4P(B) + 0,2Y Dati i seguenti valori: P(A) = 40 P(B) = 10 Y = 100 0 L'elasticità incrociata della domanda del bene A al reddito è pari a: 0,2. 5. 1. 0,5. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) + 0,5Y Dati i seguenti valori: P(A) = 10 Y = 60 L'elasticità incrociata della domanda del bene A al prezzo del bene B è pari a: 0. 2. -1. 1. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) - 2P(B) + 0,1Y Dati i seguenti valori: P(A) = 200 P(B) = 900 Y = 199000 L'elasticità incrociata rispetto al reddito del bene A è pari a: 11. 1. 1,1. 0,1. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) + P(B) + 0,5Y Dati i seguenti valori: P(A) = 10 P(B) = 30 Y = 60 L'elasticità incrociata della domanda del bene A al prezzo del bene B è pari a: nessuna (1/2). 2. 1. 5. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) - 2P(B) + 0,1Y Dati i seguenti valori: P(A) = 200 P(B) = 900 Y = 199000 Il bene A è: Un bene inferiore. Un bene necessario. Nessuna delle risposte precedenti. Un bene di lusso. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) - P(B) + 0,5Y Dati i seguenti valori: P(A) = 10 P(B) = 20 Y = 60 I beni A e B sono: Sostituti. Indipendenti. Complementari. Simili. Si consideri la seguente funzione di domanda: Q(A) = 100 – P(A) - P(B) + 0,5Y Dati i seguenti valori: P(A) = 10 P(B) = 20 Y = 60 L'elasticità incrociata della domanda del bene A al prezzo del bene B è pari a: 0,2. -1. 1. -0,2. la struttura organizzativa divisionale è caratterizzata da: Nessuna delle risposte precedenti. Una precisa definizione dei compiti e delle responsabilità. Un'elevata efficienza dovuta alla specializzazione. Una scarsa flessibilità al cambiamento dell'ambiente esterno. La struttura organizzativa funzionale è caratterizzata da: Una maggiore snellezza operativa. Elevati costi organizzativi. Tutte le risposte precedenti. Nessuna delle riposte precedenti. La struttura organizzativa divisionale è caratterizzata da: Un efficace processo di formulazione delle strategie. Elevati costi organizzativi. Un'elevata snellezza operativa. Tutte le risposte precedenti. La struttura organizzativa funzionale è caratterizzata da: Una precisa definizione dei compiti e delle responsabilità. Una scarsa flessibilità al cambiamento dell'ambiente esterno. Tutte le risposte precedenti. Un'elevata efficienza dovuta alla specializzazione. Il capitale di comando è: Posseduto dagli azionisti di maggioranza interessati alla gestione dell’azienda. Posseduto dagli azionisti di minoranza. Posseduto dagli azionisti di maggioranza. Posseduto dagli azionisti di minoranza interessati alla gestione dell’azienda. L'economia aziendale riconosce i seguenti istituti: Famiglia e impresa. Famiglia, impresa, Stato e istituti no-profit. Famiglia, azienda di produzione e azienda pubblica. Famiglia, azienda, Stato e istituti no-profit. L’approvazione del bilancio è compito del: Assemblea degli azionisti. Società di revisione. Collegio sindacale. Consiglio di amministrazione. In un’impresa manageriale: Soggetto giuridico e soggetto economico coincidono nella figura degli azionisti. Soggetto giuridico e soggetto economico coincidono nella figura del manager. Soggetto giuridico coincide nella figura del manager mentre il soggetto economico coincide con gli azionisti. Soggetto giuridico coincide con gli azionisti mentre il soggetto economico coincide nella figura del manager. Il capitale controllato è: Posseduto dagli azionisti di minoranza. Posseduto dagli azionisti di maggioranza. Posseduto dagli azionisti di maggioranza interessati alla gestione dell’azienda. Posseduto dagli azionisti di minoranza interessati alla gestione dell’azienda. Una struttura organizzativa funzionale è caratterizzata da: Un efficace processo di formulazione delle strategie. Una precisa definizione dei compiti e delle responsabilità. Elevati costi organizzativi. Possibili conflitti fra i responsabili delle singole unità organizzative. Una struttura organizzativa divisionale è caratterizzata da: Una scarsa flessibilità al cambiamento dell'ambiente esterno. La possibilità di conflitti fra gli obiettivi perseguiti dalle unità funzionali e gli obiettivi generali dell’impresa. Una precisa definizione dei compiti e delle responsabilità. Una maggiore snellezza operativa. Una struttura organizzativa funzionale è caratterizzata da: Una scarsa flessibilità al cambiamento dell'ambiente esterno. Elevati costi organizzativi. Un efficace processo di formulazione delle strategie. Un'elevata snellezza operativa. Le gestioni che caratterizzano un'azienda sono: Caratteristica , straordinaria, patrimoniale, finanziaria e tributaria. Caratteristica , straordinaria, patrimoniale, finanziaria e operativa. Caratteristica , accessoria, patrimoniale, finanziaria e tributaria. Caratteristica , accessoria, straordinaria, finanziaria e immobiliare. L’ordine strettamente economico di ogni istituto si definisce: Obiettivo. Impresa. Strategia. Azienda. Le caratteristiche di un istituto sono: Dinamicità, durabilità e autonomia. Dinamicità, convergenza e dipendenza. Staticità, durabilità e autonomia. Dinamicità, durabilità e dipendenza. La struttura organizzativa di un'azienda: Rappresenta l’insieme dei processi che permettono il funzionamento ottimale dell'azienda. Rappresenta l’insieme dei processi che permettono il funzionamento ottimale del sistema organizzativo. Esprime i criteri con cui si attua la divisione tecnica e professionale del lavoro fra i soggetti che operano nell'impresa. Esprime i criteri con cui si attribuiscono le mansioni fra i soggetti che operano nell'impresa. I meccanismi operativi definiscono: L’insieme dei processi che permettono il funzionamento ottimale del sistema produttivo. I criteri con cui si distribuiscono le mansioni fra i soggetti che operano nell'impresa. L’insieme dei processi che permettono il funzionamento ottimale del sistema organizzativo. I criteri con cui si attua la divisione tecnica e professionale del lavoro fra i soggetti che operano nell'impresa. La struttura organizzativa funzionale è caratterizzata da: Una elevata snellezza operativa. Tutte le risposte precedenti. Una precisa definizione dei compiti e delle responsabilità. Un efficace processo di formulazione delle strategie. Nella struttura organizzativa funzionale: La direzione generale ha il compito di definire la strategia complessiva dell'impresa. La direzione generale delega tutte le funzioni a singole unità organizzative. La direzione generale delega alcune funzioni a singole unità organizzative. La direzione generale non ha il pieno controllo delle risorse aziendali. Nella struttura organizzativa divisionale: La direzione generale ha il compito di definire la strategia complessiva. La direzione generale non può raccogliere le risorse finanziarie da allocare alle divisioni. La direzione generale delega alcune funzioni a singole unità organizzative. La direzione generale non delega alcune funzione a singole unità organizzative. Le società cooperative sono caratterizzate da: Un numero massimo di soci. Un capitale minimo sottoscritto. Uno scopo reddituale. Uno scopo mutualistico. Il soggetto economico è: Tutte le risposte precedenti. Una persona fisica. Nessuna delle risposte precedenti. Una persona giuridica. Le imprese a proprietà diffusa sono caratterizzate da: Una struttura proprietaria articolata. Una sovrapposizione tra proprietà (azionisti) e controllo (manager). Una struttura proprietaria unitaria. Una netta separazione tra proprietà (azionisti) e controllo (manager). L'impresa a proprietà chiusa è caratterizzata da: Una struttura proprietaria unitaria. Una struttura proprietaria articolata. Una struttura proprietaria parcellizzata. Una netta separazione tra proprietà (azionisti) e controllo (manager). Il soggetto giuridico è: Nessuna delle risposte precedenti. Una persona fisica. Tutte le risposte precedenti. Una persona giuridica. In Italia il modello di governance più diffuso è: A proprietà diffusa. A proprietà articolata. A proprietà chiusa. A proprietà ristretta. La public company è un esempio di modello di governance: A proprietà chiusa. A proprietà articolata. A proprietà diffusa. A proprietà ristretta. La società a responsabilità limitata è: Una società di capitali. Una società per azioni. Una società di persone. Una società individuale. Le PMI adottano un modello di governance: A proprietà articolata. A proprietà ristretta. A proprietà chiusa. A proprietà diffusa. La società in nome collettivo è un esempio di. Società di persone. Società di capitali. Società per azioni. Società cooperativa. Le società cooperative sono caratterizzate da: Un numero minimo di soci. Una scopo reddituale. Un limite minimo di capitale sottoscritto. Un numero massimo di soci. La forma organizzativa a matrice: E’ decentrata. Non può essere né accentrata né decentrata. E’ accentrata. Può essere accentrata o decentrata. La forma organizzativa funzionale: Non può essere né accentrata né decentrata. E’ decentrata. Può essere accentrata o decentrata. E’ accentrata. La forma organizzativa divisionale: E’ decentrata. E’ accentrata. Non può essere né accentrata né decentrata. Può essere accentrata o decentrata. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=L²K La produttività marginale, con K=2 è: 2. L. 2L. 4L. La legge dei rendimenti marginali decrescenti è valida: Se tutti i fattori produttivi sono variabili. Solo nel breve periodo. Solo nel lungo periodo. Sia nel breve che nel lungo periodo. Il prodotto marginale eguaglia il prodotto medio: Nel punto di minimo del prodotto medio. Mai. Sempre. Nel punto di massimo del prodotto medio. Gli input di un'impresa sono: I beni e i servizi intermedi, il lavoro diretto ed indiretto, il capitale fisico e il capitale finanziario. I beni e i servizi intermedi, il lavoro indiretto, il capitale fisico e il capitale tecnico. I beni e i servizi finali, il lavoro diretto ed indiretto, il capitale tecnico e il capitale finanziario. I beni e i servizi finali, il lavoro diretto, il capitale fisico e il capitale finanziario. Il prodotto medio del fattore produttivo lavoro è pari a: Q/L. Q/ΔL. ΔQ/ΔL. ΔQ/L. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=LK² La produttività media con K=4.è: L. 4L. 16L. 16. La funzione di produzione di lungo periodo. La funzione di costo totale. La funzione di costo variabile. La funzione di produzione di breve periodo. Nel lungo periodo gli input possono essere: Disponibili in quantità fissa e variabile. Disponibili esclusivamente in quantità variabile. Disponibili in quantità fissa o variabile. Disponibili esclusivamente in quantità fissa. Nel breve periodo gli input possono essere: Disponibili in quantità fissa e variabile. Disponibili esclusivamente in quantità fissa. Disponibili esclusivamente in quantità variabile. Disponibili in quantità fissa o variabile. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=LK² La produttività marginale con K=4.è: 16L. L. 2L. 16. Si consideri la seguente funzione di produzione. Q=L²K La produttività media del fattore lavoro con K=2 è: 2L. 4L. L. 4. La funzione di costo totale. La funzione di costo marginale. La funzione di produzione di lungo periodo. La funzione di produzione di breve periodo. Il prodotto marginale del fattore produttivo lavoro è pari a: ΔQ/ΔL. Q/L. Q/ΔL. ΔQ/L. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=LK La produttività marginale del fattore lavoro con K=2 è: K. L. 1/2. 2. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=LK La produttività media del fattore lavoro con K=2 è: K. 3. L. 2. Si consideri la seguente funzione di costo totale di breve periodo: CT=10+2Q Il costo medio totale è: 2. 10 + 2/Q. 2. 10/Q + 2. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=LK Sapendo che w=20 e r=10 con un K=5, la funzione di costo totale è: 2Q+50. 4Q+50. 4Q+5. 2Q+5. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=2LK Sapendo che w=20 e r=10 con un K=10, la funzione di costo medio fisso è: 10/Q. 10. 100. 100/Q. Il costo medio totale di breve periodo è pari a: CT/Q. CMEV+CMEF. Tutte le risposte precedenti. Nessuna delle risposte precedenti. Il costo fisso: Non parte dall’origine degli assi e si rappresenta con una linea parallela all’asse delle ascisse. Parte dall’origine degli assi e cresce, inizialmente, in modo più che proporzionale e, successivamente, in modo meno che proporzionale. Non parte dall’origine degli assi e si rappresenta con una linea parallela all’asse delle ordinate. Parte dall’origine degli assi e cresce, inizialmente, in modo meno che proporzionale e, successivamente, in modo più che proporzionale. Le funzioni rappresentate sono: Le funzioni di costo totale di breve periodo. Le funzioni di costo di lungo periodo. Le funzioni di costo medio di breve periodo. Le funzioni di costo medio di lungo periodo. Il costo medio variabile è: Decrescente. Crescente. Inizialmente decrescente e poi crescente. Sempre costante. Il costo medio fisso è: Inizialmente decrescente e poi crescente. Sempre costante. Crescente. Decrescente. Il costo marginale di breve periodo: Ha una relazione negativa con la produttività media del lavoro. Ha una relazione positiva con la produttività marginale del lavoro. Ha una relazione negativa con la produttività marginale del lavoro. Ha una relazione positiva con la produttività media del lavoro. Il costo medio variabile: Ha una relazione positiva con la produttività marginale del lavoro. Ha una relazione negativa con la produttività marginale del lavoro. Ha una relazione negativa con la produttività media del lavoro. Ha una relazione positiva con la produttività media del lavoro. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=2LK Sapendo che w=20 e r=10 con un K=10, la funzione di costo totale è: CT=2Q+100. CT=2Q+10. CT=Q+10. CT=Q+100. Si consideri la seguente funzione di produzione: Q=LK Sapendo che w=20 e r=10 con un K=5, la funzione di costo medio fisso è: 5. 50. 50/Q. 5/Q. Il costo variabile: Parte dall’origine degli assi e cresce, inizialmente, in modo più che proporzionale e, successivamente, in modo meno che proporzionale. Parte dall’origine degli assi e cresce, inizialmente, in modo meno che proporzionale e, successivamente, in modo più che proporzionale. Non parte dall’origine degli assi e si rappresenta con una linea parallela all’asse delle ascisse. Non parte dall’origine degli assi e cresce, inizialmente, in modo più che proporzionale e, successivamente, in modo meno che proporzionale. Un esempio di costo fisso di produzione è: Il costo del lavoro manuale. Il costo delle materie prime. L'energia elettrica. L’affitto di un impianto. Un esempio di costo variabile di produzione è: L’affitto di un impianto. Il costo delle materie prime. Le spese amministrative. La pubblicità. Si consideri la seguente funzione di costo totale di breve periodo: CT=10+2Q Il costo marginale è: Q. 1. 10. 2. Una funzione di produzione presenta rendimenti di scala crescenti se: La produzione aumenta in modo proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. La produzione aumenta in modo meno che proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. La produzione aumenta in modo proporzionale, in seguito all'aumento di alcuni fattori produttivi. La produzione aumenta in modo più che proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. In questo modo si rappresenta: La funzione di costo medio totale di breve periodo. La funzione di costo totale di breve periodo. La funzione di costo totale di lungo periodo. La funzione di costo medio totale di lungo periodo. Una funzione di produzione presenta rendimenti di scala costanti se: La produzione aumenta in modo più che proporzionale, in seguito all'aumento di alcuni fattori produttivi. La produzione aumenta in modo proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. La produzione aumenta in modo meno che proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. La produzione aumenta in modo più che proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. Ipotizzando di moltiplicatore tutti i fattori produttivi per un parametro A>1, la funzione di produzione Q presenta rendimenti di scala crescenti se: Q'=AQ. Q'<AQ. Q'>AQ. Q'=Q. Ipotizzando di moltiplicatore tutti i fattori produttivi per un parametro A>1, la funzione di produzione Q presenta rendimenti di scala costanti se: Q'<AQ. Q'<Q. Q'=AQ. Q'>AQ. Una funzione di produzione presenta rendimenti di scala decrescenti se: La produzione aumenta in modo più che proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. La produzione aumenta in modo proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. La produzione aumenta in modo meno che proporzionale, in seguito all'aumento di tutti i fattori produttivi. La produzione aumenta in modo meno che proporzionale, in seguito all'aumento di alcuni fattori produttivi. Ipotizzando di moltiplicatore tutti i fattori produttivi per un parametro A>1, la funzione di produzione Q presenta rendimenti di scala decrescenti se: Q'<AQ. Q'=AQ. Q'>AQ. Q'<Q. Il costo marginale eguaglia il costo medio totale: Mai. Nel punto di minimo del costo medio. Nel punto di minimo del costo marginale. Sempre. Il costo marginale eguaglia il costo medio totale: Nel punto di minimo del costo medio totale. In ogni punto del costo medio. Nel punto di massimo del costo medio totale. Mai. Il costo marginale è pari a: CT/Q. CT/ΔQ. ΔCT/Q. ΔCT/ΔQ. Le diseconomie di scala si hanno nel tratto: CD. BD. AB. BC. Il costo medio è pari a: CT/Q. ΔCT/ΔQ. ΔCT/Q. CT/ΔQ. Si raggiunge la dimensione ottima nel tratto: AD. BC. AB. CD. Le economie di scala si hanno nel tratto: AB. BC. CD. AC. Il ricavo marginale è pari a: RT/ΔQ. ΔRT/Q. ΔRT/ΔQ. RT/Q. Il massimo profitto economico si ottiene uguagliando: Ricavi unitari e costi unitari. Ricavi marginali e costi marginali. Ricavi totali e costi totali. Ricavi medi e costi medi. Il ricavo marginale è il ricavo ottenuto: Dalla vendita totale del prodotto. Dalla vendita di un’unità di prodotto. Dalla vendita della prima unità di prodotto. Dalla vendita dell’ultima unità di prodotto. La scala di produzione esprime: La quantità prodotta al massimo dei costi da una determinata combinazione produttiva. La quantità prodotta per ogni combinazione produttiva. La quantità prodotta alla massima efficienza da una determinata combinazione produttiva. La quantità prodotta al minimo dei costi da una determinata combinazione produttiva. La dimensione ottima o scala efficiente si ha: Nel punto di minimo dei costi medi di breve periodo. Nel punto di minimo dei costi medi di lungo periodo. Nel punto di incontro tra costo medio e costo marginale nel breve periodo. Nel punto di minimo dei costi marginali di breve periodo. La dimensione ottima o scala efficiente si ha: Ambedue le risposte precedenti. Nel punto di minimo dei costi medi di lungo periodo. Nessuna delle risposte precedenti. Nel punto di incontro tra costo medio e costo marginale nel lungo periodo. Si hanno economie di scala quando: Il costo medio di produzione di un determinato bene o servizio si mantiene costante. Il costo marginale di produzione di un determinato bene o servizio aumenta. Il costo medio di produzione di un determinato bene o servizio aumenta. Il costo medio di produzione di un determinato bene o servizio diminuisce. I costi espliciti sono pari a: Costo d’acquisto dei fattori produttivi. Costi delle materie prime. Remunerazione minima garantita all’imprenditore per lo svolgimento dell’attività d’impresa. Costi del lavoro. Il profitto normale è pari a: Ricavi di vendita. Ricavi di vendita - costi espliciti - costi impliciti. Ricavi di vendita - costi espliciti. Ricavi di vendita - costi impliciti. I costi impliciti sono pari a: Costi del lavoro diretto e indiretto. Costi delle materie prime. Costi d’acquisto dei fattori produttivi. Remunerazione minima garantita all’imprenditore per lo svolgimento dell’attività d’impresa. Si considerino i seguenti dati: P=20 CT=30+Q² Il profitto economico è pari a: 100. 130. 0 (70). 200. Il massimo profitto viene raggiunto: In un punto intermedio tra A e B. In un punto intermedio tra A e B, in corrispondenza della massima distanza tra RT e CT. Nel punto A. Nel punto B. L'obiettivo dell'impresa è la massimizzazione: Dei ricavi totali. Del profitto economico. Del profitto normale. Del valore dell'impresa. Si hanno diseconomie di scala quando: Il costo marginale di produzione di un determinato bene o servizio aumenta. Il costo medio di produzione di un determinato bene o servizio si mantiene costante. Il costo medio di produzione di un determinato bene o servizio aumenta. Il costo medio di produzione di un determinato bene o servizio diminuisce. Il profitto economico è pari a: Ricavi totali. Ricavi totali - costi impliciti. Ricavi totali - costi espliciti -costi impliciti. Ricavi totali - costi espliciti. Siano dati i seguenti dati: P=40 CT=50+2Q² Il profitto economico è pari a: 150. 200. 50. 400. Il profitto economico è nullo: Tutte le risposte precedenti. Nel punto B. Nessuna delle risposte precedenti. Nel punto A. Le caratteristiche dell’oligopolio sono: Molte imprese, prodotto differenziato, presenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. Poche imprese, prodotto omogeneo o differenziato, presenza di barriere all’entrata e possibilità delle imprese di determinare il prezzo. Molte imprese, prodotto differenziato, presenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. Poche imprese, prodotto omogeneo, presenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. Le caratteristiche della concorrenza perfetta sono: Molte imprese, prodotto omogeneo, assenza di barriere all’entrata e impossibilità delle imprese di determinare il prezzo. Poche imprese, prodotto omogeneo, presenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. Poche imprese, prodotto omogeneo, assenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. Molte imprese, prodotto omogeneo, presenza di barriere all’entrata e impossibilità delle imprese di determinare il prezzo. Le caratteristiche del monopolio sono: Unica impresa, prodotto unico, presenza di barriere all’entrata e incapacità delle impresa di determinare il prezzo. Unica impresa, prodotto unico, presenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. Unica impresa, prodotto omogeneo, assenza di barriere all’entrata e impossibilità delle imprese di determinare il prezzo. Poche imprese, prodotto omogeneo, assenza di barriere all’entrata e impossibilità delle impresa di determinare il prezzo. Le barriere finanziarie sono un esempio di: Barriera all'entrata naturale. Barriera all'entrata istituzionale. Barriera all'entrata competitiva. Barriera all'entrata economica. Le caratteristiche della concorrenza monopolistica sono: Molte imprese, prodotto differenziato, assenza di barriere all’entrata e parziale capacità delle imprese di determinare il prezzo. Poche imprese, prodotto differenziato, assenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. Molte imprese, prodotto differenziato, presenza di barriere all’entrata e parziale capacità delle imprese di determinare il prezzo. Poche imprese, prodotto differenziato, presenza di barriere all’entrata e capacità delle imprese di determinare il prezzo. I brevetti sono un esempio di: Barriera all'entrata economica. Barriera all'entrata competitiva. Barriera all'entrata istutuzionale. Barriera all'entrata naturale. Le licenze sono un esempio di: Barriera all'entrata naturale. Barriera all'entrata economica. Barriera all'entrata competitiva. Barriera all'entrata istituzionale. Le barriere tecnologiche sono un esempio di: Barriera all'entrata competitiva. Barriera all'entrata economica. Barriera all'entrata naturale. Barriera all'entrata istituzionale. Le barriere di scala sono un esempio di: Barriera all'entrata economica. Barriera all'entrata competitiva. Barriera all'entrata istituzionale. Barriera all'entrata naturale. Le barriere commerciali sono un esempio di: Barriera all'entrata economica. Barriera all'entrata competitiva. Barriera all'entrata istituzionale. Barriera all'entrata naturale. Le barriere di differenziazione sono un esempio di: Barriera all'entrata naturale. Barriera all'entrata competitiva. Barriera all'entrata istituzionale. Barriera all'entrata economica. In concorrenza perfetta il ricavo marginale: E’ superiore al prezzo di mercato. Coincide con il prezzo di mercato. E’ inferiore al prezzo di mercato. Coincide con il costo medio. In concorrenza perfetta la curva di domanda dell’impresa: E’ inclinata positivamente. E’ inclinata negativamente. È verticale. E’ orizzontale. In concorrenza perfetta nel breve periodo: Il profitto economico può essere positivo o negativo. Il profitto economico è nullo. Il profitto economico è sempre negativo. Il profitto economico è sempre positivo. In concorrenza perfetta la curva di domanda dell’impresa: E’ infinitamente elastica. E’ elastica. E’ rigida. È anelastica. In concorrenza perfetta il prezzo di chiusura corrisponde al: Punto di minimo del costo medio totale. Punto di minimo dei costi medi variabili. Punto di minimo del ricavo marginale. Punto di minimo del costo marginale. Nel breve periodo, se il prezzo di mercato è superiore al costo medio totale: Per l’impresa è indifferente produrre o non produrre. Non esiste mercato. L’impresa non ha convenienza a produrre. L’impresa ha convenienza a produrre. La curva di offerta dell’impresa in concorrenza perfetta (nel breve periodo): Coincide con il costo marginale sopra al prezzo di chiusura. Coincide con il costo medio totale. Coincide con il costo marginale. Coincide con il costo medio sopra al prezzo di chiusura. Nel breve periodo se il prezzo di mercato è inferiore al costo medio totale: Per l’impresa è indifferente produrre o non produrre. L’impresa potrebbe continuare a produrre. L’impresa non ha convenienza a produrre. Non esiste mercato. Se il prezzo di mercato è inferiore al costo medio variabile: Per l’impresa è indifferente produrre o non produrre. Non esiste mercato. L’impresa continua a produrre. L’impresa non ha convenienza a produrre. L'impresa sta realizzando: Un profitto economico negativo. Un profitto economico nullo. Nessuna delle risposte precedenti. Un profitto economico positivo. In concorrenza perfetta, il prezzo di mercato rappresenta: Il ricavo marginale dell'impresa. La curva di domanda dell'impresa. Il ricavo medio dell'impresa. Tutte le risposte precedenti. Un'impresa, in concorrenza perfetta, non produce nel breve periodo se: P<CMeT. P>CMeV. P=CMeT. P<CMeV. In esso si rappresenta: L'equilibrio in concorrenza perfetta nel lungo periodo. L'equilibrio in concorrenza perfetta nel breve periodo. L'equilibrio di monopolio. La curva di offerta dell'impresa in concorrenza perfetta. Si può affermare che l'impresa: Ha un profitto economico positivo. Ha un profitto economico negativo. Nessuna delle risposte precedenti. Ha un profitto economico nullo. Si tratta di un mercato di: Concorrenza perfetta. Oligopolio. Concorrenza monopolistica. Monopolio. Si ha efficienza allocativa quando: Il prezzo di mercato coincide con il costo medio totale. Gli extraprofitti sono positivi. Gli extraprofitti sono nulli. Il prezzo di mercato coincide con il costo marginale. Nel lungo periodo in concorrenza perfetta, il numero delle imprese: Aumenta. Può aumentare o diminuire. Diminuisce. Rimane costante. Si ha efficienza produttiva quando: Il prezzo di mercato coincide con il costo marginale. Il prezzo di mercato coincide con il costo medio totale. Il prezzo di mercato coincide con il minimo dei costi medi totali. Il prezzo di mercato coincide con il costo medio variabile. In un mercato di concorrenza perfetta se il profitto nel breve periodo è nullo, nel lungo periodo il numero delle imprese: Può aumentare o diminuire. Aumenta. Rimane costante. Diminuisce. In un mercato di concorrenza perfetta se il profitto nel breve periodo è negativo, nel lungo periodo il numero delle imprese: Aumenta. Rimane costante. Diminuisce. Può aumentare o diminuire. Nel lungo periodo il mercato di concorrenza perfetta è in equilibrio quando: Il prezzo di mercato coincide con il minimo dei costi medi totali. Il prezzo di mercato coincide con il costo marginale. Ambedue le risposte precedenti. Nessuna delle risposte precedenti. In questo modo si rappresenta: L'equilibrio di oligopolio. L'equilibrio di monopolio. L'equilibrio in concorrenza perfetta nel breve periodo. L'equilibrio in concorrenza perfetta nel lungo periodo. In un mercato di concorrenza perfetta se il profitto nel breve periodo è positivo, nel lungo periodo il numero delle imprese: Rimane costante. Diminuisce. Può aumentare o diminuire. Aumenta. Nel lungo periodo il prezzo di mercato in monopolio: È variabile. Rimane costante. Diminuisce. Aumenta. L’equilibrio in monopolio si trova: Nel tratto rigido della curva di domanda di mercato. Nel tratto elastico della curva di domanda di mercato. Tutte le risposte precedenti. Nel tratto ad elasticità unitaria della curva di domanda di mercato. In monopolio il prezzo di mercato: E’ superiore al ricavo marginale. Nessuna delle risposte precedenti. E’ inferiore al ricavo marginale. Coincide con il ricavo marginale. La curva di domanda per un’impresa in monopolio corrisponde: Alla curva del costo medio. Alla curva di ricavo marginale. Alla curva di domanda di mercato. Alla curva del costo marginale. Si consideri un mercato di concorrenza perfetta, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale di lungo periodo: CT=Q³-2Q²+20Q La quantità prodotta dall'impresa nel lungo periodo è pari a: 1/2. 2. 3. 1. Si consideri un mercato di concorrenza perfetta, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale: CT=5+2Q+2Q² Sapendo che il prezzo di mercato è pari a 18, la quantità prodotta dall’impresa è: 2. 10. 8. 4. Si consideri un mercato di concorrenza perfetta, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale: CT=5+3Q+Q² Sapendo che il prezzo di mercato è pari a 7, la quantità prodotta dall’impresa è: 1. 4. 2. 3. In un mercato di concorrenza perfetta, la domanda e l'offerta di mercato sono rispettivamente: Qd=100-P Qs=-20+P Sapendo che il costo marginale della singola impresa è: CMa=3Q la quantità prodotta dall'impresa nel breve periodo è: 6. 10. 20. 3. In un mercato di concorrenza perfetta, la domanda e l'offerta di mercato sono rispettivamente: Qd=10-2P Qs=-50+2P Sapendo che il costo marginale della singola impresa è: CMa=5Q la quantità prodotta dall'impresa nel breve periodo è: 3. 2. 5. 1. Si consideri un mercato di concorrenza perfetta, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale di lungo periodo: CT=2Q³-Q²+10Q La quantità prodotta dall'impresa nel lungo periodo è pari a: 1. 1/4. 1/2. 2. Lo sconto sulle quantità è un esempio di: Discriminazione di prezzo di primo ordine. Interdipendenza strategica. Discriminazione di prezzo di secondo ordine. Discriminazione di prezzo di terzo ordine. La perdita netta di monopolio è minima: Con la discriminazione di prezzo di primo ordine. Con il monopolio puro. Con la discriminazione di prezzo di terzo ordine. Con la discriminazione di prezzo di secondo ordine. Gli sconti under 16 sui biglietti dello stadio sono un esempio di: Discriminazione di prezzo di primo ordine. Discriminazione di prezzo di terzo ordine. Interdipendenza strategica. Discriminazione di prezzo di secondo ordine. In monopolio si ha: Tutte le risposte precedenti. Efficienza produttiva. Efficienza allocativa. Nessuna delle risposte precedenti. In monopolio, il ricavo marginale ha un'inclinazione: Minore alla curva di domanda di mercato. Pari alla curva di domanda di mercato. Pari al doppio della curva di domanda di mercato. Pari alla metà della curva di domanda di mercato. In questo modo si rappresenta un equilibrio nel mercato di: Monopolio. Concorrenza monopolistica nel lungo perido. Concorrenza perfetta nel breve periodo. Oligopolio. In monopolio il prezzo è: Superiore al ricavo marginale. Superiore al costo marginale. Tutte le risposte precedenti. Superiore al costo medio minimo. L'equilibrio di monopolio: Può cambiare solo nel lungo periodo. Può cambiare in seguito al cambiamento dei gusti del consumatore. Non può mai cambiare. Può cambiare in seguito all'ingresso di nuove imprese. L'equilibrio di monopolio: Può cambiare solo nel lungo perido. Può cambiare in seguito al cambiamento dei costi del produttore. Può cambiare in seguito al cambiamento dei gusti del produttore. Non può mai cambiare. In monopolio il prezzo è: Nessuna delle risposte precedenti. Superiore al costo medio minimo. Pari al costo medio minimo. Inferiore al costo medio minimo. Data la curva di domanda di mercato P=a-bQ, il ricavo marginale di un'impresa in monopolio è pari a: RMa=a. RMa=a-4b. RMa=a-2b. RMa=P. Nel lungo periodo, in concorrenza monopolistica, l’equilibrio si trova: Nel punto di massimo dei costi medi totali. Nel punto di minimo dei costi medi totali. Nel tratto crescente del costo medio totale. Nel tratto decrescente dei costi medi totali. La discriminazione di prezzo non è possibile nel caso in cui: Non è possibile riconoscere il prezzo di riserva dei consumatori. Non c'è possibilità di arbitraggio. Tutte le risposte precedenti. La curva di domanda è inclinata negativamente. La discriminazione di prezzo è possibile nel caso in cui: Si conosce il prezzo di riserva dei consumatori. La curva di domanda è inclinata negativamente. Tutte le risposte precedenti. Non c'è arbitraggio. In concorrenza monopolistica il ricavo marginale: E’ inferiore al prezzo di mercato. E’ superiore al prezzo di mercato. Coincide con il prezzo di mercato. Coincide con il costo medio. In concorrenza monopolistica si ha: Efficienza economica. Nessuna delle risposte precedenti. Tutte le risposte precedenti. Efficienza distributiva. In questo modo si rappresenta: Il monopolio naturale. Un mercato di monopolio. Un mercato di concorrenza monopolistica. La discriminazione di prezzo perfetta. L'area evidenziata rappresenta: Il profitto del monopolista con discriminazione perfetta. Nessuna delle risposte precedenti. La perdita netta di monopolio. Il surplus del consumatore in monopolio. La discriminazione di prezzo non è possibile nel caso in cui: C'è possibilità di arbitraggio. Nessuna delle risposte precedenti. E' possibile conoscere i prezzi di riserva dei consumatori. La curva di domanda è inclinata negativamente. Nella concorrenza monopolistica la curva di domanda dell’impresa: E’ inclinata positivamente. E’ orizzontale. È verticale. E’ inclinata negativamente. Nella concorrenza monopolistica la curva di domanda dell’impresa: E’ meno inclinata della curva di domanda di mercato. E’ più inclinata della curva di domanda di mercato. Coincide con il ricavo marginale. E’ inclinata come la curva di domanda di mercato. In caso di discriminazione perfetta (o del primo ordine), il surplus del consumatore è: Nullo. Minimo. Massimo. Positivo. In monopolio, rispetto alla concorrenza perfetta, il surplus del produttore è: Non determinabile. Superiore. Inferiore. Minore. L'area evidenziata rappresenta: Il surplus del consumatore. Il profitto del monopolista. La perdita netta di monopolio. La perdita del monopolista. In monopolio, rispetto alla concorrenza perfetta, il surplus del consumatore è: Non è determinabile. Superiore. Inferiore. Uguale. Nel lungo periodo, in concorrenza monopolistica, il profitto economico è: Positivo. Negativo. Nullo. Tutte le risposte precedenti. L’interdipendenza strategica è una caratteristica del: Monopolio. Concorrenza monopolistica. Concorrenza perfetta. Oligopolio. La leadership di prezzo è un esempio di: Collusione tacita. Nessuna delle due risposte precedenti. Monopolio. Collusione esplicita. Si consideri un mercato monopolistico, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale: CT=3Q² Sapendo che la domanda di mercato è pari a P=140-2Q, la quantità prodotta dall’impresa è: 3. 7. 14. 10. Si consideri un mercato monopolistico, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale: CT=10+2Q² Sapendo che la domanda di mercato è pari a P=60-Q, la quantità prodotta dall’impresa è: 60. 5. 20. 10. Il cartello è un esempio di: Nessuna delle due risposte precedenti. Collusione esplicita. Collusione tacita. Monopolio. Si consideri un mercato monopolistico, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale: CT=5Q² Sapendo che la domanda di mercato è pari a P=50-5Q, la quantità prodotta dall’impresa è: 2,5. 10. 5. 4. Si consideri un mercato monopolistico, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale: CT=2+3Q² Sapendo che la domanda di mercato è pari a P=70-Q, la quantità prodotta dall’impresa nell’ipotesi di discriminazione perfetta è: 70. 4. 1. 10. Si consideri un mercato monopolistico, in cui un’impresa ha la seguente funzione di costo totale: CT=2+3Q² Sapendo che la domanda di mercato è pari a P=70-4Q, la quantità prodotta dall’impresa nell’ipotesi di discriminazione perfetta è: 70. 2. 7. 10. In questo modo si rappresenta un equilibrio nel mercato di: Monopolio. Oligopolio. Concorrenza monopolistica nel breve periodo. Concorrenza perfetta nel breve periodo. In questo modo si rappresenta l'equilibrio in un mercato di: Concorrenza perfetta nel breve periodo. Concorrenza monopolistica nel breve periodo. Concorrenza perfetta nel lungo periodo. Concorrenza monopolistica nel lungo periodo. I giochi sequenziali si rappresentano: In forma estesa. In forma matriciale. In forma algebrica. In forma normale. I giochi simultanei si rappresentano: In forma matriciale. In forma estesa. In forma normale. In forma algebrica. Nell'oligopolio di Cournot le imprese decidono: Simultaneamente il prezzo. Sequenzialmente il prezzo. Simultaneamente la quantità. Sequenzialmente la quantità. L'oligopolio di Bertrand è una forma di oligopolio: Naturale. Strategico. Competitivo. Collusivo. Nel mercato di oligopolio, i prodotti sono: Differenziati. Tutte le risposte precedenti. Omogenei. Nessuna delle risposte precedenti. Nell'oligopolio di Bertrand le imprese: Simultaneamente il prezzo. Simultaneamente la quantità. Sequenzialmente il prezzo. Sequenzialmente la quantità. L'oligopolio di Cournot è una forma di oligopolio: Strategico. Competitivo. Collusivo. Naturale. La curva di reazione esprime: La relazione tra la quantità di mercato rispetto alla scelta di prezzo dell’impresa. La relazione tra la quantità ottimale prodotta da un’impresa rispetto alla scelta produttiva dell’impresa concorrente. La relazione tra il prezzo fatto da un’impresa rispetto alla scelta di prezzo dell’impresa concorrente. La relazione tra la quantità ottimale prodotta da un’impresa rispetto al prezzo di mercato. I costi irrecuperabili sono un esempio di: Barriera all’uscita. Costo opportunità. Costo opportunità. Costo fisso. Un prezzo si definisce predatorio se è: Inferiore al costo medio totale. Inferiore al prezzo di mercato. Inferiore al costo medio variabile. Inferiore al costo marginale. In corrispondenza di un prezzo inferiore al punto E, la curva di domanda è: Perfettamente rigida. Rigida. Elastica. Perfettamente elastica. I mercati contendibili sono caratterizzati da: Nessuna barriera. Barriere all’uscita. Barriere all’entrata. Barriere all’entrata e barriere all’uscita. In corrispondenza di un prezzo superiore al punto E, la curva di domanda è: Perfettamente rigida. Rigida. Elastica. Perfettamente elastica. In questo modo si rappresenta: L'equilibrio di mercato. Il monopolio naturale. L'equilibrio nell'oligopolio di Cournot. L'equilibrio nell'oligopolio di Bertrand. I giochi in cui c’è un giocatore che effettua la propria scelta per primo e l’altro giocatore che effettua la propria scelta successivamente si definiscono: Giochi dinamici. Giochi cooperativi. Giochi non cooperativ. Giochi simultanei. Un equilibrio di Nash è inefficiente dal punto di vista pareteiano se: Un giocatore può migliorare la propria utilità senza ridurre l'utilità degli altri giocatori. Nessun giocatore può migliorare la propria utilità senza ridurre l'utilità degli altri giocatori. Nessun giocatore può migliorare la propria utilità. Ogni giocatore può migliorare la propria utilità. I giochi in cui i giocatori possono non possono stipulare accordi vincolanti prima di effettuare le proprie scelte si definiscono: Giochi non cooperativi. Giochi simultanei. Giochi strategici. Giochi dinamici. I giochi in cui i giocatori possono stipulare accordi vincolanti prima di effettuare le proprie scelte si definiscono: Giochi simultanei. Giochi dinamici. Giochi cooperativi. Giochi strategici. Gli elementi determinanti di un gioco sono: Azioni, strategie e payoff. Giocatori e payoff. Giocatori, azioni e payoff. Giocatori, azioni e strategie. Un equilibrio di Nash si definisce efficiente in senso paretiano se: Nessun giocatore può migliorare la propria utilità senza ridurre l'utilità degli altri giocatori. Ogni giocatore può migliorare la propria utilità senza ridurre l'utilità degli altri giocatori. Ogni giocatore può migliorare la propria utilità. Nessun giocatore può migliorare la propria utilità. Si definisce equilibrio di Nash una situazione in cui: Tutti i giocatori hanno scelto la propria strategia, date le scelte effettuate dagli altri giocatori. Tutti i giocatori hanno scelto la migliore strategia, date le scelte effettuate dagli altri giocatori. Ogni giocatore sceglie la propria strategia, indipendentemente dalle scelte effettuate dagli altri giocatori. Ogni giocatore sceglie la propria strategia, dipendentemente dalle scelte effettuate dagli altri giocatori. Nell'ipotesi in cui un'impresa B decide di entrare nel mercato, l'impresa A già consolidata nel mercato applica un prezzo limite se: E' inferiore al costo medio variabile di A. E' inferiore al costo medio di B. E' inferiore al costo medio variabile di B. E' inferiore al costo medio di A. Un esempio di immobilizzazione immateriale è: Brevetti. Attrezzature. Tutte le risposte precedenti. Automezzi. I principi contabili internazionali sono obbligatori per: Società quotate , Società con strumenti finanziari , Banche e compagnie di assicurazione. Società quotate e non quotate , Società con strumenti finanziari diffusi presso il pubblico, Banche e intermediari finanziari e compagnie di assicurazione. Società quotate e non quotate , Società con strumenti finanziari , Banche e intermediari finanziari. Società quotate , Società con strumenti finanziari diffusi presso il pubblico, Banche e intermediari finanziari e compagnie di assicurazione. Un esempio di immobilizzazione materiale è: Brevetti. Impianti. Marchi. Tutte le risposte precedenti. Un esempio di immobilizzazione immateriale è: Tutte le risposte precedenti. Brevetti. Marchi. Avviamento. Le immobilizzazioni sono beni: Esclusivamente materiali. Sia materiali che immateriali. Esclusivamente immateriali. Esclusivamente finanziarie. Il conto economico contiene: Valori normali. Valori flusso. Valori stock. Valori stock, valori normali e valori flusso. Un esempio di immobilizzazione materiale è: Impianti. Automezzi. Tutte le risposte precedenti. Immobili. Gli impieghi di capitale possono essere finanziati con: Debiti e autofinanziamento. Capitale di rischio, debiti e autofinanziamento. Capitale di rischio. Capitale di rischio e debiti. Secondo l'articolo 2423 del Codice Civile, il bilancio d'esercizio è composto da: Stato patrimoniale , Conto economico e Nota integrativa. Stato patrimoniale , Conto economico, Nota integrativa e Rendiconto finanziario. Stato patrimoniale , Conto economico, Nota integrativa e Conto della gestione. Stato patrimoniale , Conto economico, Nota integrativa e Relazione del collegio sindacale. Il bilancio d'esercizio è: Un documento in cui viene individuato il reddito imponibile. Un documento con cui comprendere in che modo si è formato il risultato economico dell’azienda. Un documento con cui fornire una conoscenza periodica ed attendibile del risultato economico e della consistenza patrimoniale dell’azienda. Tutte le risposte precedenti. I principi contabili nazionali sono stati introdotti: Dall'OIC nel 1991. Dall'OIC nel 2001. Dallo IASB nel 2001. Dallo IASB nel 1991. I principi contabili internazionali sono stati introdotti: Dall'OIC nel 2011. Dallo IASB nel 2001. Dall'OIC nel 2001. Dallo IASB nel 2011. Le informazioni utili a comprendere quanto esposto nello Stato patrimoniale e nel Conto economico sono riportate: Nella Nota integrativa. Nel Conto della gestione. Nel Rendiconto finanziario. Nella Relazione del collegio sindacale. Il bilancio gestionale è: Un documento con cui fornire una conoscenza periodica ed attendibile del risultato economico e della consistenza patrimoniale dell’azienda. Un documento con cui comprendere in che modo si è formato il risultato economico. Un documento in cui viene individuato il reddito imponibile. Un documento con cui individuare il risultato economico. L'ammontare e la composizione delle disponibilità liquide all'inizio e alla fine dell'esercizio sono riportate: Nella nota integrativa. Nella relazione del collegio sindacale. Nel Conto della gestione. Nel Rendiconto finanziario. La situazione della società e l'andamento della gestione, nel suo complesso viene riportata: Nella Nota integrativa. Nella Relazione del collegio sindacale. Nel Rendiconto finanziario. Nel Conto della gestione. Le funzioni del bilancio d'esercizio sono: Conoscitiva, Controllo e Strategica. finanziaria, Economica e Informativa. Finanziaria, Controllo e Strategica. Conoscitiva, Controllo e Informativa. Lo stato patrimoniale contiene: Valori stock. Valori flusso. Valori stock e valori flusso. Valori normali. Nel conto economico si indicano: Attività e passività. Attività e costi. Ricavi e costi. Ricavi e passività. Nello stato patrimoniale si indicano: Attività e passività. Attività e costi. Ricavi e costi. Ricavi e passività. Il principio contabile n. 11 stabilisce i criteri di: Utilità, neutralità, periodicità, verificabilità e significatività. Utilità, neutralità, costanza, verificabilità e rilevanza. Relatività, neutralità, periodicità, verificabilità e significatività. Relatività, neutralità, costanza, verificabilità e rilevanza. I principi applicativi: Sono criteri di valutazione che permettono l’individuazione del valore degli elementi patrimoniali e reddituali e sono inderogabili. Hanno un contenuto operativo e sono derogabili. Sono criteri di valutazione che permettono l’individuazione del valore degli elementi patrimoniali e reddituali e sono derogabili. Hanno un contenuto operativo e sono inderogabili. La clausola generale del bilancio è disposta nel Codice Civile dall'articolo: 2424. 2423. 2426. 2425. La clausola generale del bilancio stabilisce: In modo inderogabile gli indirizzi ai quali gli amministratori di una società devono ispirarsi nella redazione del bilancio. In modo derogabile gli indirizzi ai quali gli azionisti di una società devono ispirarsi nella redazione del bilancio. In modo inderogabile gli indirizzi ai quali gli azionisti di una società devono ispirarsi nella redazione del bilancio. In modo derogabile gli indirizzi ai quali gli amministratori di una società devono ispirarsi nella redazione del bilancio. La clausola generale del bilancio stabilisce che il bilancio d'esercizio deve rispettare gli elementi di: Chiarezza , Comprensibilità e Correttezza. Imparzialità , Comprensibilità e Trasparenza. Chiarezza , Veridicità e Correttezza. Imparzialità , Veridicità e Trasparenza. Il principio della prudenza stabilisce che: Le voci dell’attivo e del passivo devono essere valutate separatamente. Gli utili attesi, ma non ancora definitivamente realizzati, non devono essere iscritti mentre tutte le perdite, comprese quelle presunte o probabili, devono essere iscritte in bilancio. Le valutazioni devono essere fatte con criteri di funzionamento, tenendo conto che l’impresa continui la propria attività. Nella valutazione delle poste di bilancio è condizione necessaria la continuità nei criteri di valutazione. I principi di redazione del bilancio: Sono criteri di valutazione che permettono l’individuazione del valore degli elementi patrimoniali e reddituali e sono inderogabili. Hanno un contenuto operativo e sono inderogabili. Sono criteri di valutazione che permettono l’individuazione del valore degli elementi patrimoniali e reddituali e sono derogabili. Hanno un contenuto operativo e sono derogabili. Il capitale netto è pari a: Apporti di capitale + Utile - Dividendi - Perdite. Apporti di capitale + Utile - Dividendi. Utile - Dividendi - Perdite. Apporti di capitale + Utile - Perdite. Il principio della continuità stabilisce che: Nella valutazione delle poste di bilancio è condizione necessaria la continuità nei criteri di valutazione. Gli utili attesi, ma non ancora definitivamente realizzati, non devono essere iscritti, mentre tutte le perdite, comprese quelle presunte o probabili, devono essere iscritte in bilancio. Le voci dell’attivo e del passivo devono essere valutate separatamente. Le valutazioni devono essere fatte con criteri di funzionamento, tenendo conto che l’impresa continui la propria attività. Nel definire i principi contabili internazionali, gli organismi europei si sono orientati al principio di: Armonizzazione. Standardizzazione. Globalizzazione. Finalizzazione. Secondo l’articolo 2423 del codice civile il bilancio d’esercizio è costituito da: Stato patrimoniale e Conto economico. Stato patrimoniale, Conto economico, Nota integrativa e Relazione degli amministratori. Stato patrimoniale, Conto economico e Relazione degli amministratori. Stato patrimoniale, Conto economico e Nota integrativa. I conti finanziari registrano: Fenomeni patrimoniali. Fenomeni economici e finanziari. Fenomeni finanziari. Fenomeni economici. Secondo i principi contabili nazionali, le poste di bilancio devono essere valutate: Al costo. Tutte le risposte precedenti. Al valore di recupero. Al fair value. Secondo i principi contabili internazionali, le poste di bilancio devono essere valutate: Nessuna delle risposte precedenti. Al valore di recupero. Al fair value. Al costo. Le società controllate da società quotate, banche e enti finanziari vigilati: Sono obbligate ad adottare i principi contabili internazionali. Non sono obbligate ad adottare i principi contabili nazionali. Nessuna delle risposte precedenti. Non sono obbligate ad adottare i principi contabili internazionali. Il metodo della partita doppia prevede che ad una transazione finanziaria corrisponde: Una transazione finanziaria. Una transazione economica. Una transazione economica o finanziaria. Una transazione economica e finanziaria. il valore recuperabile è pari a: Minore valore tra il valore d’uso e fair value. Maggiore valore tra il valore di mercato e fair value. Minore valore tra il valore di mercato e fair value. Maggiore valore tra il valore d’uso e fair value. Secondo l'impairment test: Le passività in bilancio siano iscritte ad un valore superiore a quello effettivamente recuperabile. Le attività in bilancio siano iscritte ad un valore superiore a quello effettivamente recuperabile. Le passività in bilancio siano iscritte ad un valore non superiore a quello effettivamente recuperabile. Le attività in bilancio siano iscritte ad un valore non superiore a quello effettivamente recuperabile. Secondo i principi contabili internazionali, il principio contabile prevalente è: La competenza. La chiarezza. La veridicità. La prudenza. Secondo i principi contabili internazionali, il bilancio d'esercizio è composto da: Stato patrimoniale , Conto economico, Nota integrativa, Rendiconto finanziario e Conto della gestione. Stato patrimoniale , Conto economico, Nota integrativa e Conto delle variazioni del patrimonio netto. Stato patrimoniale , Conto economico, Nota integrativa, Relazione del collegio sindacale e Conto della gestione. Stato patrimoniale , Conto economico, Nota integrativa, Rendiconto finanziario e Conto delle variazioni del patrimonio netto. I conti economici sono conti: Transitori. Patrimoniali. Finanziari. Permanenti. I conti economici registrano: Ambedue le risposte precedenti. Fenomeni economici. Fenomeni finanziari. Nessuna delle risposte precedenti. Le transazioni vengono registrate: Nel libro giornale. Nel bilancio d'esercizio. Nel libro giornale e nel libro mastro. Nel libro mastro. Gli oneri pluriennali sono: Beni intangibili tutelati giuridicamente. Beni tangibili tutelati giuridicamente. Costi sostenuti ed in grado di generare dei benefici futuri in un esercizio. Costi sostenuti ed in grado di generare dei benefici futuri su più esercizi. L'avviamento può essere iscritto a bilancio se è: Naturale. Derivativo. Obbligatorio. Originario. I beni pluriennali prodotti internamente si definiscono: Immobilizzazioni immateriali. Immobilizzazioni in corso. Costruzioni interne. Costruzioni in economia. Secondo l'articolo 2424 del Codice civile, le attività sono suddivise in: Sei categorie. Quattro categorie. Cinque categorie. Tre categorie. Le passività dello Stato patrimoniale sono suddivise in: Cinque categorie. Tre categorie. Sei categorie. Quattro categorie. Secondo l'articolo 2424 del Codice civile, le immobilizzazioni immateriali si distinguono in: Oneri pluriennali, beni immateriali, avviamento. Oneri annuali, beni materiali, avviamento. Oneri annuali, beni immateriali, spese di gestione. Oneri pluriennali, beni materiali, spese di gestione. Le azioni proprie si iscrivono: Nelle immobilizzazioni finanziarie. Nelle immobilizzazioni immateriali. Nelle immobilizzazioni materiali. Nell'attivo circolante. Le partecipazioni in società ne controllate ne collegate sono iscritte: Nell'attivo circolante. Nell'attivo immobilizzato. Nessuna delle risposte precedenti. Tutte le risposte precedenti. Le partecipazioni sono iscritte: Nell'attivo immobilizzato. Nessuna delle risposte precedenti. Tutte le risposte precedenti. Nell'attivo circolante. Le partecipazioni in società controllate e collegate sono iscritte: Tutte le risposte precedenti. Nell'attivo immobilizzato. Nessuna delle risposte precedenti. Nell'attivo circolante. Secondo il principio della competenza, un ricavo è effettivamente realizzato se : E’ avvenuta la consegna dei prodotti (o l’erogazione del servizio) al cliente. In nessuno dei casi precedenti. E’ avvenuto l’incasso della vendita dei prodotti. In ambedue i casi precedenti. Secondo il principio di competenza, un costo è effettivamente sostenuto se: E’ avvenuta l’uscita di cassa per l’acquisto del bene o del servizio. In nessuno dei casi precedenti. Ambedue le risposte precedenti. E’ avvenuta la consegna dei beni correlati ai ricavi realizzati nel periodo. Secondo il principio della competenza, un ricavo è effettivamente realizzato se : E’ avvenuta la consegna dei prodotti (o l’erogazione del servizio) al cliente. E’ avvenuto il passaggio di proprietà dei prodotti. In nessuno dei casi precedenti. In ambedue i casi precedenti. Secondo il principio di competenza, un costo è effettivamente sostenuto se: In nessuno dei casi precedenti. E’ avvenuta la consegna dei beni correlati ai ricavi realizzati nel periodo. Ambedue le risposte precedenti. Associato ad operazioni di gestione svolte nel periodo. Secondo il principio di competenza, un costo è effettivamente sostenuto se: Associato all’uscita di cassa per l’acquisto del bene o del servizio. Ambedue le risposte precedenti. Associato ad operazioni di gestione svolte nel periodo. In nessuno dei casi precedenti. Secondo il principio di competenza, un costo è effettivamente sostenuto se: In nessuno dei casi precedenti. Ambedue le risposte precedenti. Associato all’uscita di cassa per l’acquisto del bene o del servizio. Associato a decrementi di valore delle attività accertati nel periodo. Secondo il principio di competenza, un costo è effettivamente sostenuto se: E’ avvenuta la consegna dei beni correlati ai ricavi realizzati nel periodo. Associato a decrementi di valore delle attività accertati nel periodo. Associato ad operazioni di gestione svolte nel periodo. Tutte le risposte precedenti. I fondi per rischi: Natura determinata , esistenza probabile, ammontare e data di sopravvenienza indeterminata. Natura determinata , esistenza certa, ammontare e data di sopravvenienza determinata. Natura determinata , esistenza probabile, ammontare e data di sopravvenienza determinata. Natura determinata , esistenza certa, ammontare e data di sopravvenienza indeterminata. La riserva sovrapprezzo azioni è: Il capitale sociale. Un credito. Una riserva da capitale. Una riserva da utile. La riserva azioni proprie in portafoglio è: Un credito. Un debito. Una riserva da utile. Una riserva da capitale. La riserva da rivalutazione è: Una riserva da utile. Un debito. Un immobilizzazione. Una riserva da capitale. La riserva statutaria è: Una riserva di capitale. Un credito. Un debito. Una riserva da utile. La riserva straordinaria è: Un debito. Una riserva da utile. Una riserva da capitale. Un credito. La riserva legale è: Un debito. Una riserva da utile. Un credito. Una riserva da capitale. I debiti sono iscritti: Al fair value. Al costo. Al prezzo di mercato. Al valore nominale. I fondi per oneri: Natura determinata , esistenza probabile, ammontare e data di sopravvenienza determinata. Natura determinata , esistenza certa, ammontare e data di sopravvenienza indeterminata. Natura determinata , esistenza probabile, ammontare e data di sopravvenienza indeterminata. Natura determinata , esistenza certa, ammontare e data di sopravvenienza determinata. Il fondo imposte differite è: Un credito. Un fondo per oneri. Un debito. Un fondo per rischi. Il fondo per imposte è: Un fondo per rischi. Un costo. Un debito. Un fondo per oneri. Il fondo di quiescenza è: Un fondo per rischi. Una riserva da capitale. Un debito. Un fondo per oneri. Il fondo manutenzione ciclica è: Una riserva disponibile. Un fondo per rischi. Un debito. Un fondo per oneri. i debiti: Natura determinata , esistenza probabile, ammontare e data di sopravvenienza determinata. Natura determinata , esistenza certa, ammontare e data di sopravvenienza determinata. Natura determinata , esistenza certa, ammontare e data di sopravvenienza indeterminata. Natura determinata , esistenza probabile, ammontare e data di sopravvenienza indeterminata. il fondo garanzia prodotti è: Un fondo per rischi. Un fondo per oneri. Una riserva da utile. Una riserva da capitale. Il fondo per contenzioso civile è: Un fondo per rischi. Un debito. Un credito. Un fondo per oneri. Gli ammortamenti e svalutazioni sono inserite: Nei proventi e oneri finanziari. Nei proventi e oneri straordinari. Nel costo della produzione. Nel valore della produzione. Gli accantonamenti per rischi sono inseriti: Nei proventi e oneri finanziari. Nel costo della produzione. Nei proventi e oneri straordinari. Nel valore della produzione. Il costo per godimento di beni di terzi è inserito: Nei proventi e oneri finanziari. Nel costo della produzione. Nel valore della produzione. Nei proventi e oneri straordinari. I ricavi delle vendite e delle prestazioni sono inserite: Nel costo della produzione. Nei proventi e oneri finanziari. Nel valore della produzione. Nelle rettifiche di valore delle attività finanziarie. Il Conto Economico. come previsto dall'articolo 2425 del Codice civile, è compilato secondo lo schema: Al costo del venduto. A costi fissi e costi variabili. A costi e ricavi della produzione del periodo. Al valore aggiunto. Le variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti sono inserite: Nel valore della produzione. Nelle rettifiche di valore delle attività finanziarie. Nei proventi e oneri finanziari. Nel cost0 della produzione. Le variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci sono inserite: Nei proventi e oneri finanziari. Nel valore della produzione. Nel costo della produzione. Nelle rettifiche di valore delle attività finanziarie. Le minusvalenze da alienazioni sono inserite: Nei proventi e oneri straordinari. Nei proventi e oneri finanziari. Nel costo della produzione. Nelle rettifiche di valore delle attività finanziarie. Un esempio di valore stimato è: Tutte le risposte precedenti. I debiti. Le scorte di magazzino. La liquidità. Un esempio di valore stimato è: Le scorte di magazzino. Le immobilizzazioni. Tutte le risposte precedenti. I crediti. Un esempio di valore stimato è: Nessuna delle risposte precedenti. La liquidità. I debiti. Tutte le risposte precedenti. Un esempio di valore certo è: I crediti. Nessuna le risposte precedenti. Le immobilizzazioni. Le scorte di magazzino. Le plusvalenze da alienazioni sono inserite: Nel costo della produzione. Nei proventi e oneri straordinari. Nei proventi e oneri finanziari. Nelle rettifiche di valore delle attività finanziarie. Un esempio di valore certo è: I crediti. I debiti. Tutte le risposte precedenti. Le rimanenze. Un esempio di valore certo è: Tutte le risposte precedenti. Nessuna delle risposte precedenti. La liquidità. I debiti. In generale, nello Stato patrimoniale si inseriscono: Valori stimati. Nessuna delle risposte precedenti. Valori certi. Ambedue le due risposte precedenti. Le insussistenze attive e passive sono inserite: Nei proventi e oneri straordinari. Nel costo della produzione. Nei proventi e oneri finanziari. Nelle rettifiche di valore delle attività finanziarie. I proventi da partecipazioni sono inseriti: Nel valore della produzione. Nei proventi e oneri straordinari. Nei proventi e oneri finanziari. Nel costo della produzione. Un esempio di valore certo è: Tutte le risposte precedenti. Le rimanenze. La liquidità. I crediti. La rivalutazione delle poste di bilancio, in seguito all’inflazione: È libera scelta delle imprese. È possibile solo dopo l’emanazione di leggi speciali. Non è mai possibile. È sempre possibile. Una passività rappresenta un diritto vantato su: Alcune attività. Tutte le attività. Una specifica passività. Patrimonio netto. L’ammortamento è causato: Dal degrado tecnologico. Ambedue le risposte precedenti. Dal logoramento fisico. Nessuna delle risposte precedenti. Si ha una plusvalenza quando: Il prezzo di vendita è superiore al prezzo di mercato. Il prezzo di vendita è inferiore al prezzo di mercato. Il valore di vendita eccede il valore contabile. Il valore contabile eccede il valore di vendita. L’ammortamento si applica a: Tutte le immobilizzazioni materiali e immateriali. Tutte le immobilizzazioni. Tutte le immobilizzazioni materiali e immateriali a vita definita. Tutte le immobilizzazioni materiali e immateriali a vita indefinita. L’ammortamento accelerato prevede quote di ammortamento: Costanti. Variabili. Crescenti. Decrescenti. Si ha una minusvalenza quando: Il prezzo di vendita eccede il valore contabile. Il valore di vendita eccede il valore contabile. Il prezzo di vendita è inferiore al prezzo di mercato. Il valore contabile eccede il valore di vendita. L’ammortamento accelerato è utilizzato per beni soggetti: Ad un rapido degrado tecnologico. Ad un lento degrado fisico. Ad un rapido degrado fisico. Ad un lento degrado tecnologico. Nel determinare la vita utile si considera: La maggiore durata tra logoramento fisico e degrado tecnologico. La durata del bene in funzione del logoramento fisico. La durata del bene in funzione del degrado tecnologico. La minore durata tra logoramento fisico e degrado tecnologico. Il documento della contabilità che raccoglie e registra in ordine cronologico si chiama: Il registro dei beni ammortizzabili. Il libro inventario. Il libro giornale. Il libro mastro. I beni strumentali necessari per svolgere la tua attività d’impresa sono indicati: Nel libro giornale. Nel libro inventario. Nei registri IVA. Nel registro dei beni ammortizzabili. Il documento che comprende una serie di conti relativi alle voci patrimoniali e reddituali si chiama: Il registro dei beni ammortizzabili. Il libro mastro. Il libro inventario. il libro giornale. Nell'avere dei conti economici si registrano: I costi e le rettifiche di costi. I costi e le rettifiche di ricavi. I ricavi e le rettifiche di costi. I ricavi e le rettifiche di ricavi. Nel dare dei conti economici si registrano: I ricavi e le rettifiche di ricavi. I ricavi e le rettifiche di costi. I costi e le rettifiche di costi. I costi e le rettifiche di ricavi. Nell'avere dei conti finanziari si registrano: Gli incrementi delle passività patrimoniali, i decrementi delle attività patrimoniali e gli aumenti del Capitale netto. Gli incrementi delle passività patrimoniali, i decrementi delle attività patrimoniali e le diminuzioni del Capitale netto. I decrementi delle passività patrimoniali, gli incrementi delle attività patrimoniali e gli aumenti del Capitale netto. I decrementi delle passività patrimoniali, gli incrementi delle attività patrimoniali e le diminuzioni del Capitale netto. Nel dare dei conti finanziari si registrano: I decrementi delle attività patrimoniali, gli incrementi delle passività patrimoniali e gli aumenti del Capitale netto. Gli incrementi delle attività patrimoniali, i decrementi delle passività patrimoniali e le diminuzioni del Capitale netto. Gli incrementi delle attività patrimoniali, i decrementi delle passività patrimoniali e gli aumenti del Capitale netto. I decrementi delle attività patrimoniali, gli incrementi delle passività patrimoniali e le diminuzioni del Capitale netto. I registri IVA sono: Il registro dei corrispettivi, il registro delle vendite e il registro dei beni ammortizzabili. Il registro degli acquisti, il registro delle vendite e il registro dei beni ammortizzabili. Il registro dei corrispettivi, il registro degli acquisti e il registro dei beni ammortizzabili. Il registro degli acquisti, il registro delle vendite e il registro dei corrispettivi. Una volta approvato, il bilancio d’esercizio deve essere depositato: Presso l’Ufficio delle Imposte. Presso la sede amministrativa della società. Presso la Camera di Commercio. Presso la sede legale della società. Il bilancio d’esercizio deve essere redatto dagli amministratori: Entro cinque mesi dalla chiusura dell’esercizio. Entro tre mesi dalla chiusura dell’esercizio. Entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio. Entro due mesi dalla chiusura dell’esercizio. Il bilancio d’esercizio deve essere approvato dall’assemblea degli azionisti: Entro cinque mesi dalla chiusura dell’esercizio. Entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio. Entro tre mesi dalla chiusura dell’esercizio. Entro due mesi dalla chiusura dell’esercizio. I limiti dell’analisi di bilancio sono: L’esistenza di valutazioni oggettive. Nessuna delle risposte precedenti. Considerare la dinamica ambientale. L’esistenza di dati esclusivamente qualitativi. I limiti dell’analisi di bilancio sono: L’esistenza di dati esclusivamente quantitativi. La mancata considerazione della dinamica ambientale. Tutte le risposte precedenti. L’esistenza di valutazioni soggettive. I limiti dell’analisi di bilancio sono: L’esistenza di valutazioni oggettive. L’esistenza di dati esclusivamente qualitativi. La disponibilità di dati esclusivamente futuri. L’esistenza di dati esclusivamente quantitativi. I limiti dell’analisi di bilancio sono: La disponibilità di dati esclusivamente futuri. L’esistenza di valutazioni oggettive. L’esistenza di dati esclusivamente qualitativi. L’esistenza di valutazioni soggettive. L’analista esterno, rispetto all’analista interno dispone di: Le stesse informazioni. Nessuna informazione. Più informazioni. Meno informazioni. L’analisi della reddittività serve a verificare la capacità dell’impresa di: Remunerare il capitale proprio. Remunerare i fattori produttivi. Far fronte agli impegni di pagamento correnti. Far fronte agli impegni di pagamento futuri. Le fasi che caratterizzano l’analisi di bilancio sono: Cinque. Quattro. Tre. Sei. L’analisi dell’equilibrio finanziario di breve periodo serve a verificare la capacità dell’impresa di: Mantenersi solida. Far fronte agli impegni di pagamento futuri. Remunerare il capitale proprio. Far fronte agli impegni di pagamento correnti. La riclassificazione finanziaria dello Stato Patrimoniale riclassifica le voci del passivo secondo: L’area gestionale di afferenza. La liquidità. La remuneratività. Il vincolo di durata. La riclassificazione finanziaria dello Stato Patrimoniale riclassifica le voci dell’attivo secondo: La liquidità. Il vincolo di durata. La remuneratività. L’area gestionale di afferenza. Le immobilizzazioni fanno parte di: Passività consolidate. Attivo fisso. Attività correnti. Passività correnti. Le scorte fanno parte di: Attivo fisso. Attività correnti. Passività consolidate. Passività correnti. Il C/C bancario attivo fa parte di: Passività consolidate. Attività correnti. Attivo fisso. Passività correnti. I crediti verso clienti fanno parte di: Attivo fisso. Attività correnti. Passività consolidate. Passività correnti. Le riserve da utile fanno parte di: Passività consolidate. Attività correnti. Patrimonio netto. Passività correnti. I limiti dell'analisi di bilancio sono: La costanza dell'ambiente. Le valutazioni oggettive. Considerare solo i dati qualitativi. Tutte le risposte precedenti. Il fondo TFR fa parte di: Passività correnti. Attività correnti. Passività consolidate. Attivo fisso. I mutui fanno parte di: Attivo fisso. Passività consolidate. Attività correnti. Passività correnti. L'analisi dell'equilibrio finanziario di medio-lungo periodo serve a verificare: La capacità di mantenersi solvibile. La liquidità aziendale. La capacità di remunerare il capitale proprio. La solidità patrimoniale. I debiti con scadenza inferiore all’anno fanno parte di: Attivo fisso. Attività correnti. Passività correnti. Passività consolidate. I debiti con scadenza superiore all’anno fanno parte di: Passività correnti. Attività correnti. Attivo fisso. Passività consolidate. I debiti verso l’erario fanno parte di: Attivo fisso. Passività consolidate. Attività correnti. Passività correnti. Un rapporto corrente superiore a 1: Garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Non garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Garantisce l’equilibrio reddituale. Garantisce l’equilibrio finanziario nel lungo periodo. Il quick ratio è pari a: Attivo circolante + Disponibilità / Passivo a breve. Attivo circolante - Disponibilità / Passivo a medio-lungo. Attivo circolante – Disponibilità / Passivo a breve. Attivo circolante / Passivo a medio-lungo. Un rapporto corrente inferiore a 1: Garantisce l’equilibrio finanziario nel lungo periodo. Non garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Garantisce l’equilibrio reddituale. Gli indici di liquidità misurano: La congruenza tra durata dell’attivo e modalità di copertura. La solidità patrimoniale. La capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni nel breve periodo. La capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni nel lungo periodo. Un quick ratio superiore a 1: Garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Garantisce l’equilibrio finanziario nel lungo periodo. Garantisce l’equilibrio reddituale. Non garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Il quick ratio è pari a: Attivo circolante – Liquidità / Passivo a breve. Attivo circolante – Disponibilità / Passivo a breve. Attivo circolante + Liquidità / Passivo a breve. Attivo circolante / Passivo a breve. Il grado di copertura delle immobilizzazioni è ottimale se è: Pari a 1. Compreso tra 0 e 1. Superiore a 2. Compreso tra 1 e 2. Il rapporto corrente è pari a: Attivo circolante / Passivo a breve. Attivo fisso / Passività consolidate. Attivo fisso / passivo a breve. Attivo circolante / Passività consolidate. Gli indici di struttura misurano: La reddittività. La capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni nel lungo periodo. La capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni nel breve periodo. La capacità dell'impresa di utilizzare in modo corretto le fonti di finanziamento disponibili. Il grado di copertura delle immobilizzazioni è pari a: (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo) / Immobilizzazioni. Immobilizzazioni / (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo). (Capitale netto + Passivo a medio-lungo) / Immobilizzazioni. Immobilizzazioni / (Capitale netto + Passivo a medio-lungo). L'indice di indebitamento è normalmente: Superiore a 1. Pari a zero. Pari a 1. Inferiore a 1. L'indice di indebitamento è pari a: (Passivo a breve - Passivo a medio-lungo) / Capitale netto. (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo) / Capitale netto. Capitale netto / Passivo a medio-lungo. Passivo a medio-lungo / Capitale netto. Un quick ratio inferiore a 1: Non garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Garantisce l’equilibrio reddituale. Garantisce l’equilibrio finanziario nel lungo periodo. Garantisce l’equilibrio finanziario nel breve periodo. Il rapporto corrente è pari a: Attivo fisso / Passivo a breve. Attivo circolante - Disponibilità / Passivo a breve. Attivo circolante + Disponibilità / Passivo a breve. Attivo circolante / Passività a breve. I fondi rischi e oneri sono una componente del: Passività correnti. Attivo fisso. Patrimonio netto. Passività consolidate. Il C/C bancario negativo è una componente del: Attività correnti. Patrimonio netto. Passività correnti. Passività consolidate. Il prestito obbligazionario è una componente del: Patrimonio netto. Passività correnti. Attività fisse. Passività consolidate. Il Risultato operativo della gestione caratteristica (MON) esprime: Il potenziale di crescita dell’azienda. Il reddito generato dall’attività ordinaria dell’impresa. Il reddito generato dall’attività ordinaria e straordinaria dell’impresa. La sostenibilità degli oneri finanziari. Il Risultato Lordo di Competenza esprime: la sostenibilità degli oneri finanziari. Il reddito generato dall’attività ordinaria dell’impresa. Il reddito generato dall’attività ordinaria e straordinaria dell’impresa. Il potenziale di crescita dell'impresa. Il Risultato operativo della gestione caratteristica (MON) esprime: Nessuna delle risposte precedenti. Il risultato economico prodotto dall’attività che caratterizza l’impresa. Il potenziale di crescita dell’azienda. Tutte le risposte precedenti. Il Margine di Contribuzione (Mdc) esprime: La redditività generata dall'attività ordinaria dell'impresa. Il potenziale di crescita dell'impresa. La redditività generata dall'attività ordinaria e straordinaria dell'impresa. La capacità dell’impresa di sostenere i costi fissi. Il Risultato operativo, secondo la riclassificazione del Conto economico al costo del venduto, è pari a: MOL + Proventi finanziari + Proventi patrimoniali. MON + Proventi finanziari. MOL + Proventi finanziari. MON + Proventi finanziari + Proventi patrimoniali. La riclassificazione del Conto economico secondo il criterio del valore aggiunto classifica i costi: Per attività. Per origine. Per destinazione. Per natura. Il Risultato operativo della gestione caratteristica (MON), secondo la riclassificazione del Conto economico al costo del venduto, è pari a: Valore della produzione - Costo del venduto. Valore della produzione - Costi operativi. Ricavi di vendita - Costi operativi. Ricavi di vendita - Costo del venduto. Il Risultato lordo di competenza è pari a: MON - Oneri finanziari +/- Utili o perdite su attività di negoziazione. MON + Proventi finanziari +/- Utili su attività di negoziazione. Reddito operativo - Oneri finanziari +/- Utili o perdite su attività di negoziazione. Reddito operativo + Proventi finanziari +/- Utili su attività di negoziazione. La riclassificazione del Conto economico secondo il criterio del valore aggiunto classifica i costi: Per origine. Per natura. Per destinazione. Per attività. Il Reddito Operativo esprime: Il reddito generato dall’attività ordinaria e straordinaria dell’impresa. Il potenziale di crescita dell'impresa. La sostenibilità degli oneri finanziari. Il reddito generato dall’attività ordinaria dell’impresa. Il fondo TFR fa parte di: Attività extra-operative. Attività operative corrente. Passività correnti. Passività finanziarie. Un immobile concesso in affitto fa parte di: Attività operative correnti. Attività extra-operative. Attività operative non correnti. Patrimonio netto. Secondo la riclassificazione per pertinenza gestionale dello Stato Patrimoniale, i debiti si distinguono in: Passività finanziarie e passività consolidate. Passività correnti e passività finanziarie. Passività correnti e passività consolidate. Passività fisse e passività consolidate. La posizione finanziaria netta è data da: Liquidità + Crediti finanziari - Debiti correnti. Attivo fisso + Capitale circolante netto operativo. Attivo fisso + Crediti finanziari - Debiti correnti. Liquidità + Crediti finanziari - Debiti finanziari. Il capitale investito netto operativo (CINO) è dato da: Capitale circolante netto - Attivo operativo non corrente. Capitale circolante netto + Attivo operativo corrente. Capitale circolante netto + Attivo operativo non corrente. Capitale circolante netto - Attivo operativo corrente. Il capitale circolante netto è dato da: Attività correnti + Attività non correnti. Attività operative correnti - passività correnti. Attività correnti - passività correnti. Attività operative correnti + passività correnti. I debiti verso fornitori fanno parte di: Attività extra-operative. Passività finanziarie. Passività correnti. Attività operative correnti. Un impianto fa parte di: Attività operative non correnti. Attività extra-operative. Attività operative correnti. Patrimonio netto. Il C/C bancario negativo è un esempio di: Attività operative correnti. Passività correnti. Attività extra-operative. Passività finanziarie. Il C/C bancario attivo fa parte di: Passività finanziarie. Passività correnti. Attività extra-operative. Attività operative correnti. L’indice di rotazione del magazzino esprime: Il numero di volte in cui si reinvestono i ricavi nell'attività caratteristica. Il numero di volte in cui si rinnova il magazzino nel corso di un anno. Il numero di volte in cui si rinnova il magazzino. Il numero di volte in cui si reinvestono i ricavi nell'attività. Il grado di dipendenza finanziaria è pari a: (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo) / Capitale netto. Passivo a medio-lungo / Capitale netto. (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo) / Totale fonti. Passivo a medio-lungo / Totale fonti. L'indice di rotazione del magazzino è pari a: Ricavi di vendita / Totale attivo. Totale attivo /Ricavi di vendita. Disponibilità / Ricavi di vendita. Ricavi di vendita / Disponibilità. L’indice di rotazione degli impieghi esprime: Quante volte nel corso di un anno l’azienda reinveste la propria liquidità nella propria attività. Quante volte nel corso di un anno l’azienda reinveste i propri ricavi nella propria attività. Quante volte nel corso di un anno l’azienda reinveste i propri ricavi nella propria attività caratteristica. Quante volte nel corso di un anno l’azienda reinveste la propria liquidità nella propria attività caratteristica. L'indice di rotazione del capitale investito è pari a: Totale attivo / Ricavi di vendita. Ricavi di vendita / Totale attivo. Totale attivo / Valore della produzione. Valore della produzione / Totale attivo. Se il leverage (leva finanziaria) è superiore a 2: Tutti gli investimenti sono finanziati con capitale proprio. Nessuna delle risposte precedenti. L’azienda possiede un buon rapporto tra capitale proprio e di terzi. L’azienda ha un elevato indebitamento. L'azienda ha convenienza ad incrementare il leverage se: ROI>ROD. ROI<ROD. ROE=ROD. ROI=ROD. Se il leverage (leva finanziaria) è compreso tra 1 e 2: Nessuna delle risposte precedenti. L’azienda ha un elevato indebitamento. Tutti gli investimenti sono finanziati con capitale proprio. L’azienda possiede un buon rapporto tra capitale proprio e di terzi. Se il leverage (leva finanziaria) è pari a 1: L’azienda possiede un buon rapporto tra capitale proprio e di terzi. L’azienda ha un elevato indebitamento. Nessuna delle risposte precedenti. Tutti gli investimenti sono finanziati con capitale proprio. Il rendimento percepito sul capitale investito dai soci o dagli azionisti dell’impresa è espresso dal: ROS. ROE. ROD. ROI. Il rendimento dell’attività caratteristica, in rapporto a tutti gli investimenti effettuati nell’attività operativa, si esprime con il: ROD. ROE. ROI. ROS. L'azienda non ha convenienza ad incrementare il leverage se: ROI=ROD. ROE=ROD. ROI>ROD. ROI<ROD. Il guadagno lordo sulle vendite nette è espresso dal: ROI. ROD. ROS. ROE. Il Tasso di incidenza della gestione non caratteristica è pari a: Ricavi di vendita / Risultato d'esercizio. Risultato operativo / Risultato d'esercizio. Risultato d'esercizio / Risultato operativo. Risultato operativo / Ricavi di vendita. Il miglioramento del ROI può essere ottenuto: Vendendo una maggiore quantità dei propri prodotti. Tutte le risposte precedenti. Vendendo i propri prodotti con un maggiore margine di guadagno. Nessuna delle risposte precedenti. Il costo mediamente sostenuto dall’impresa sui finanziamenti ottenuti da terzi è espresso dal: ROD. ROS. ROI. ROI. Il ROI è pari al prodotto tra: ROE e ROT. ROS e ROT. ROS e ROD. ROS e ROE. Il valore aggiunto è dato da: Valore della produzione - consumo materie prime - spese per il personale - costi per godimento di beni di terzi. Valore della produzione - acquisto materie prime - spese per il personale - costi per godimento di beni di terzi. Valore della produzione - consumo materie prime - spese per servizi - costi per godimento di beni di terzi. Valore della produzione - acquisto materie prime - spese per servizi - costi per godimento di beni di terzi. Il margine di contribuzione è dato da: Valore della produzione - costi fissi. Valore della produzione - costi variabili. Ricavi di vendita - costi fissi. Ricavi di vendita - costi variabili. Il margine operativo netto è dato da: Margine operativo lordo - ammortamenti e accantonamenti. Margine operativo lordo – ammortamenti. Margine operativo lordo - costo per il personale. Margine operativo lordo – costo del personale - ammortamenti. Il margine operativo lordo è dato da: Valore della produzione - costo del personale - costi di funzionamento. Valore della produzione - costo del personale - costi per servizi. Valore aggiunto - costo del personale - costi di funzionamento. Valore aggiunto - costo del personale - costi per servizi. L’utile d’esercizio è destinato a remunerare: Tutte le risposte precedenti. Il capitale investito. Il capitale netto. I dipendenti. Il margine operativo lordo è destinato a remunerare: Tutte le risposte precedenti. I dipendenti. Il capitale netto. Il capitale investito. Il ROE è pari a: Risultato d’esercizio / Totale attivo. Risultato operativo / Totale attivo. Risultato d’esercizio / Capitale netto. Risultato operativo / Capitale netto. La leva finanziaria corrisponde a: Mezzi propri / Totale attivo. (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo) / Totale attivo. Totale attivo / Mezzi propri. (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo) / Mezzi propri. Il ROD è pari a: Oneri finanziari / (Passivo a breve + Passivo a medio-lungo). Oneri finanziari / Totale attivo. Oneri finanziari / Passivo a medio-lungo. Oneri finanziari / Passivo a breve. Il ROI è pari a: Risultato d’esercizio / Totale attivo. Risultato operativo / Totale attivo. Risultato d’esercizio / Capitale netto. Risultato operativo / Capitale netto. Il ROS è pari a: Risultato operativo / Ricavi di vendita. Risultato d’esercizio / Ricavi di vendita. Risultato d’esercizio / Risultato operativo. Risultato operativo / Risultato d'esercizio. Si considerino i seguenti dati: Attivo circolante=1000; Attivo fisso=2000; Passivo a breve=500; Passivo a medio-lungo=1000; Capitale netto=1500; Disponibilità=200 Il rapporto corrente è pari a: 0,5. 1. 4. 2. Si considerino i seguenti dati: Risultato d'esercizio=100; Risultato operativo=120; Oneri finanziari=10; Totale attivo=10000; Capitale netto=2000; Ricavi di vendita=500 Il tasso di incidenza della gestione non caratteristica è pari a: 5%. 24%. 80%. 83%. Si considerino i seguenti dati: Attivo circolante=1000; Attivo fisso=2000; Passivo a breve=500; Passivo a medio-lungo=1000; Capitale netto=1500; Disponibilità=200 Il quick ratio è pari a: 2. 1,6. 1. 0,5. Si considerino i seguenti dati: Risultato d'esercizio=100; Risultato operativo=120; Oneri finanziari=10; Totale attivo=10000; Capitale netto=2000; Ricavi di vendita=500 Il ROS è pari a: 1,2%. 5%. 6%. 24%. Si considerino i seguenti dati: Attivo circolante=1000; Attivo fisso=2000; Passivo a breve=500; Passivo a medio-lungo=1000; Capitale netto=1500; Disponibilità=200 Il grado di copertura delle immobilizzazioni è pari a: 1,25. 2. 0,5. 1. Si considerino i seguenti dati: Risultato d'esercizio=100; Risultato operativo=120; Oneri finanziari=10; Totale attivo=10000; Capitale netto=2000; Ricavi di vendita=500 Il ROI è pari a: 6%. 1,2%. 1%. 5%. Si considerino i seguenti dati: Attivo circolante=1000; Attivo fisso=2000; Passivo a breve=500; Passivo a medio-lungo=1000; Capitale netto=1500; Disponibilità=200 Il grado di dipendenza finanziaria è pari a: 2. 0,5. 4. 1. Si considerino i seguenti dati: Attivo circolante=1000; Attivo fisso=2000; Passivo a breve=500; Passivo a medio-lungo=1000; Capitale netto=1500; Disponibilità=200 L'indice di indebitamento è pari a: 0,5. 1. 4. 2. Si considerino i seguenti dati: Risultato d'esercizio=100; Risultato operativo=120; Oneri finanziari=10; Totale attivo=10000; Capitale netto=2000; Passività totali=500 Il ROD è pari a: 5%. 24%. 1,2%. 2%. Si considerino i seguenti dati: Risultato d'esercizio=100; Risultato operativo=120; Oneri finanziari=10; Totale attivo=10000; Capitale netto=2000; Ricavi di vendita=500 Il ROE è pari a: 1,2%. 1%. 5%. 6%. Il rendiconto finanziario ha per oggetto: L'attivo. La liquidità. Il capitale circolante netto. Le disponibilità liquide. Il rendiconto finanziario analizza i flussi di cassa generati nelle attività: Operative, straordinarie e patrimoniali. Operative, di investimento e finanziarie. Patrimoniali, di investimento e finanziarie. Patrimoniali, straordinarie e finanziarie. Il flusso di cassa relativo all'attività operativa determinata con il metodo indiretto è pari a: Ricavi operativi monetari - Costi operativi monetari. Risultato d'esercizio + Costi non monetari - ricavi non monetari. Risultato d'esercizio + Ricavi non monetari - Costi non monetari. Ricavi monetari - Costi monetari. Il flusso di cassa relativo all'attività operativa determinata con il metodo diretto è pari a: Ricavi operativi monetari - Costi operativi monetari. Risultato d'esercizio - Costi non monetari + Ricavi non monetari. Risultato d'esercizio + Costi non monetari - Ricavi non monetari. Ricavi monetari - Costi monetari. Un investimento CICO (continuous in-continuous output) prevede: Una serie di flussi in uscita iniziali e una serie di flussi in entrata successivi. Un unico flusso in uscita iniziale e una serie di flussi in entrata successivi. Un unico flusso in uscita iniziale e un unico flusso in entrata finale. Una serie di flussi in uscita iniziali e un unico flusso in entrata finale. Un investimento PIPO (point in-point out) prevede: Una serie di flussi in uscita iniziali e un unico flusso in entrata finale. Un unico flusso in uscita iniziale e una serie di flussi in entrata successivi. Una serie di flussi in uscita iniziali e una serie di flussi in entrata successivi. Un unico flusso in uscita iniziale e un unico flusso in entrata finale. Un investimento PICO (point in-continuous output) prevede: Un unico flusso in uscita iniziale e un unico flusso in entrata finale. Un unico flusso in uscita iniziale e una serie di flussi in entrata successivi. Una serie di flussi in uscita iniziali e un unico flusso in entrata finale. Una serie di flussi in uscita iniziali e una serie di flussi in entrata successivi. Un investimento finanziario ha per oggetto: Ambedue le risposte precedenti. Nessuna delle risposte precedenti. Obbligazioni e azioni. Beni reali. Un investimento produttivo è: Realizzato da un’impresa, su beni reali ed un elevato grado di negoziabilità. Realizzato da un’impresa, su beni reali ed un basso grado di negoziabilità. Realizzato da un’impresa, su titoli finanziari ed un alto grado di negoziabilità. Realizzato da un’impresa, su titoli finanziari ed un basso grado di negoziabilità. Un investimento produttivo ha per oggetto: Beni reali. Obbligazioni e azioni. Ambedue le risposte precedenti. Nessuna delle risposte precedenti. Un investimento finanziario è: Realizzato da un’impresa, su titoli finanziari ed un basso grado di negoziabilità. Realizzato da un’impresa, su beni reali ed un basso grado di negoziabilità. Realizzato da un investitore, su titoli finanziari ed un elevato grado di negoziabilità. Realizzato da un investitore, su beni reali ed un elevato grado di negoziabilità. I flussi di cassa netti, utili per la valutazione di un investimento sono costituiti da: Investimenti, Margine operativo netto e imposte in assenza di debito. Investimenti, Margine operativo lordo, variazioni del CCN e imposte in assenza di debito. Investimenti, Margine operativo netto, variazioni del CCN e imposte in assenza di debito. Investimenti, Margine operativo netto, variazioni del CCN e imposte in assenza di debito. I flussi di cassa relativi ad un investimento devono essere: Reali, straordinari, monetari e al netto dell’imposizione fiscale. Incrementali, operativi, reddituali e al netto degli oneri finanziari. Incrementali, operativi, monetari e al netto dell’imposizione fiscale. Reali, straordinari, reddituali e al netto degli oneri finanziari. Il VAN è: Il valore futuro dei flussi di cassa generati dall’investimento in un arco temporale predefinito. Il valore corrente dei flussi di cassa futuri generati dall’investimento in un arco temporale pari alla vita utile del progetto. Il valore corrente dei flussi di cassa futuri generati dall’investimento in un arco temporale predefinito. Il valore futuro dei flussi di cassa generati dall’investimento in un arco temporale pari alla vita utile del progetto. Il VAN è un metodo utile a valutare: La fattibilità patrimoniale di un investimento. La fattibilità finanziaria di un investimento. La fattibilità economica di un investimento. Tutte le risposte precedenti. Il costo del capitale: Dipende dalla struttura produttiva dell'impresa. Dipende dalla struttura finanziaria dell'impresa. Tutte le risposte precedenti. Dipende dalla struttura dell'attivo dell'impresa. Un investimento non è conveniente se: PI<1. PI>0. PI>1. PI<0. Se il periodo di recupero aumenta: Il rischio dell'investimento cresce. Il rischio dell'investimento diminuisce. Il rischio dell'investimento non cambia. Il rischio dell'investimento può aumentare e diminuire. Il TIR corrisponde al tasso che genera: Un VAN positivo. Un VAN negativo. Un VAN pari a zero. Un VAN maggiore di 1. Il periodo di recupero esprime: Nessuna delle risposte precedenti. Entrambe le risposte precedenti. Il numero di periodi necessari a recuperare l’investimento iniziale. Il numero di periodi necessari per recuperare le uscite attraverso le entrate. Un investimento è conveniente se: PI>0. PI<1. PI>1. PI<0. Se il TIR è minore di R, il VAN è: Pari a zero. Positivo. Negativo. Pari a 1. Il periodo di recupero permette di analizzare la redditività di un investimento: Mai. Talvolta. Sempre. Quasi sempre. Il periodo di recupero considera: Non considera i flussi di cassa. I flussi di cassa dopo del tempo di recupero. I flussi di cassa prima il tempo di recupero. Tutti i flussi di cassa. Se il TIR è maggiore di R, il VAN è: Pari a zero. Negativo. Pari a 1. Positivo. Il rendimento richiesto dagli azionisti, determinato con il Dividend discount model in ipotesi cash-cow, è pari a: Div0/VA0. Div1/VA0. (Div1/VA0) - g. (Div1/VA0) + g. Il rendimento richiesto dagli azionisti, determinato con il Dividend discount model, è pari a: (Div1/VA0) - g. (Div1/VA0) - g. (Div0/VA0) - g. (Div1/VA0) + g. La presenza della tassazione: Non è rilevante. Incrementa il costo medio ponderato del capitale. Non ha effetti sul costo medio ponderato del capitale. Decrmenta il costo medio ponderato del capitale. Secondo il Dividend discount model, il valore di un'azione in ipotesi cash-cow è pari a: Div1 / Re. Div0 / (Re-g). Div0 / Re. Div1 / (Re-g). Il costo medio ponderato del capitale rappresenta il costo del capitale: Tutte le risposte precedenti. In un'azienda finanziata solo da capitale di terzi. In un'azienda finanziata solo da capitale proprio. In un'azienda finanziata sia da capitale proprio che da capitale di terzi. Il valore corrente di un'azione corrisponde al: Valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi sul titolo, in termini di dividendi e valore atteso all'anno n. Valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi sul titolo, in termini di cedole e valore atteso all'anno n. Valore futuro dei flussi di cassa attesi sul titolo, in termini di dividendi e valore atteso all'anno n. Valore futuro dei flussi di cassa attesi sul titolo, in termini di cedole e valore atteso all'anno n. Un progetto di investimento è fattibile economicamente con: Van positivo. Van nullo. Tutte le risposte precedenti. Van negativo. Se il VAN è negativo: Il rendimento del progetto è superiore al costo del costo del capitale. Il rendimento del progetto è inferiore al TIR. Nessuna delle risposte precedenti. Il rendimento del progetto è negativo. Se il VAN è positivo: Il rendimento del progetto è superiore al costo del costo del capitale. Tutte le risposte precedenti. Il rendimento del progetto è inferiore al TIR. Il rendimento del progetto è positivo. Se il VAN è negativo: Il rendimento del progetto è superiore al costo del costo del capitale. Il rendimento del progetto è inferiore al costo del costo del capitale. Il rendimento del progetto è negativo. Il rendimento del progetto è inferiore al TIR. Un progetto di investimento non è fattibile economicamente con: Van positivo. Tutte le risposte precedenti. Van negativo. Van nullo. Secondo il Dividend discount model, il valore di un'azione è pari a: Div0 / Re. Div1 / Re. Div1 / (Re-g). Div0 / (Re-g). Il valore corrente di un'obbligazione corrisponde: Al valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi sul titolo, in termini di dividendi e prezzo di rimborso all'anno n. Al valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi sul titolo, in termini di cedole e prezzo di rimborso all'anno 0. Al valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi sul titolo, in termini di dividendi e prezzo di rimborso all'anno 0. Al valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi sul titolo, in termini di cedole e prezzo di rimborso all'anno n. Se il VAN è positivo: Il rendimento del progetto è inferiore al costo del costo del capitale. Il rendimento del progetto è superiore al costo del costo del capitale. Il rendimento del progetto è superiore al TIR. Il rendimento del progetto è negativo. Se il VAN è negativo: Il rendimento del progetto è positivo. Il rendimento del progetto è inferiore al costo del costo del capitale. Il rendimento del progetto è superiore al TIR. Tutte le risposte precedenti. Si considerino i seguenti dati: VAN=-10; Investimento=500; R=10% L'indice di redditività è pari a: 0,98. 0,8. 1,2. 1,02. Si considerino i seguenti dati: VAN=10; Investimento=100; R=10% L'indice di redditività è pari a: 1. 0,1. 1,1. 10. Si considerino i seguenti dati: VAN=10; Investimento=100; R=10% Il TIR è: Superiore al 10%. Non si può determinare. Inferiore al 10%. Pari al 10%. Si considerino i seguenti dati: VAN=-10; Investimento=500; R=10% Il TIR è: Non è determinabile. Pari al 10%. Superiore al 10%. Inferiore al 10%. |