41-48 Psicologia Sociale
![]() |
![]() |
![]() |
Title of test:![]() 41-48 Psicologia Sociale Description: Domande Chiuse 41-48 Psicologia Sociale |




New Comment |
---|
NO RECORDS |
Il modello neoassociazionista di Berkowitz (1989) rappresenta un importante avanzamento dell'ipotesi della frustrazione-aggressività in quanto sostiene che: la presenza di stimoli associati alla violenza diminuisce l'aggressività. lo stato di frustrazione non è associato all'aggressività. la sola presenza di stimoli associati alla violenza genera un aumento di aggressività. la frustrazione si traduce in comportamento aggressivo in presenza di specifiche condizioni. Aggredire una persona al fine di rubarle il portafoglio è un esempio di: aggressività strumentale. aggressività ostile. comportamento guidato dalla collera. violenza estrema. La violenza: è una forma di aggressività. comprende tutte le forme di aggressività strumentale. comprende tutte le forme di aggressività ostile. è sinonimo di aggressività. Secondo le teorie evoluzionistiche-biologiche: l'aggressività è innata nell'essere umano. i comportamenti aggressivi aiutano la sopravvivenza individuale. tutte le altre risposte sono corrette. i comportamenti aggressivi permettono la trasmissione dei propri geni. Gli studi che hanno preso in esame il rapporto tra aggressività e genere dimostrano che: tutte le altre risposte sono corrette. la condotta aggressiva varia rispetto al genere soprattutto in termini di espressione. le donne ricorrono più degli uomini a forme di aggressività diretta. gli uomini ricorrono più delle donne a forme di aggressività diretta. Secondo l'ipotesi della frustrazione-aggressività. l'aggressività viene sempre rivolta alla causa della frustrazione. dopo la messa in atto del comportamento aggressivo, l'individuo vive uno stato di frustrazione. un comportamento aggressivo presuppone uno stato di frustrazione. la frustrazione si traduce in comportamento aggressivo soltanto in presenza di specifiche condizioni. In psicologia sociale un'azione si definisce aggressiva se: è intenzionale. reca dolore fisico e psicologico alla vittima. è ricolta verso un essere umano. è premeditata. Tra gli antecedenti individuali dell'aggressività vi sono: ambiente fisico, differenze di genere. fattori biologici, differenze individuali, differenze di genere. differenze di genere, ambiente fisico, tratti di personalità. tratti di personalità, differenze di genere, assunzione di alcool e droghe. Quale, secondo il Big Five personality model, è il predittore più efficace del comportamento aggressivo?. nessuna delle altre risposte è corretta. l'apertura alle esperienze. l'estroversione. l'amicalità. Nel corso dei secoli, l'aggressività violenta è: aumentata sensibilmente. aumentata leggermente. rimasta immutata. diminuita sensibilmente. La seconda fase del General Aggression Model (GAM, 2002): riguarda i processi che definiscono lo stato interno dell'individuo, cioè le emozioni, le valutazioni cognitive e l'attivazione psicologica. si riferisce alla valutazione e ai processi decisionali che possno essere messi in atto a seguito di uno stato di attivazione psicologica. si riferisce alle decisioni comportamentali prese sulla base delle informazioni disponibili. comprende i fattori prossimali, alcuni derivanti dalla situaizone, altri dipendenti dalle persone. Secondo Bandura (1973), la violenza veicolata attraverso la televisione: tende a falsare la percezione delle persone circa gli effetti del comportamento aggressivo. tende a falsare la percezione che le persone hanno del comportamenti aggressivo tramite il meccanismo della desensibilizzazione. aumenta la consapevolezza delle persone circa gli effetti del comportamento aggressivo. agisce unicamente sulla percezione che le persone hanno delle conseguenze di un gesto aggressivo. La teoria del trasferimento dell'eccitazione (Zillman, 1979) sostiene che: se due eventi particolarmente rilevanti sono separati da un breve lasso di tempo, l'eccitazione psicologica derivante dal secondo evento può essere trasferita al primo. se due eventi particolarmente rilevanti sono separati da un breve lasso di tempo, l'eccitazione psicologica derivante dal primo evento può essere trasferita al secondo. l'eccitazione psicologica derivante da un evento viene dissipata dalle persone molto rapidamente. nessuna delle altre risposte è corretta. Quali tra le seguenti rappresenta una strategia di riduzione dell'aggressività basata sulla consapevolezza e sulla concentrazione?. la limitazione dell'esposizione. la rivalutazione cognitiva. la mindfulness. il consumo critico. L'esperimento del pupazzo Bobo condotto da Bandura (1961) ha mostrato come: i comportamenti aggressivi sono appresi direttamente, osservando il comportamento degli altri. i bambini che avevano osservato lo sperimentatore picchiare il pupazzo non riproducevano i comportamenti osservati. nessuna delle altre risposte è corretta. i comportamenti aggressivi possono essere appresi per imitazione. Il Social Identity Model of Deindividuation Effects (SIDE model) sostiene che la deindividuazione ha origine: dalla perdita del senso di appartenenza dell'individuo al proprio gruppo. dal rafforzamento della percezione di sé come individuo. dal rafforzamento della percezione di sé come elemento integrante del proprio gruppo. dalla perdita di controllo di Sé. I risultati ottenuti dall'esperimento del carcere di Stanford sostengono: l'ipotesi situazione del comportamento aggressivo. l'ipotesi disposizionale del comportamento aggressivo. l'importanza del comportamento dei prigionieri nel determinare il comportamento aggressivo delle guardie. l'importanza di fattori di personalità nel determinare il comportamento aggressivo. I partecipanti all'esperimento di Zimbardo ritenevano... di dover prestare aiuto in una situazione ambigua. di doversi adeguare all'opinione del gruppo. di dover simulare una condizione di detenzione. di dover infliggere punizioni fisiche a (presunti) allievi. Secondo la teoria del comportamento sociale di Le Bon, gli individui di un gruppo coeso tendono a: rafforzare il loro senso di identità. rafforzare la loro identità personale. perdere l'interesse per il gruppo di appartenenza. perdere la loro identità personale. I comportamenti di altruismo puro: sono comportamenti prosociali a base empatica. sono comportamenti prosociali a base egoistica. sono comportamenti prosociali motivati a non ottenere compensi per sé. non devono mai comportare un beneficio per chi mette in atto il comportamento prosociale. La credenza a vivere in un mondo giusto (Lerner, 1980. porta le persone a credere che tutti prima o poi riceveranno aiuto. può limitare la messa in atto di comportamenti prosociali. porta le persone ad aspettarsi che gli altri mettano in atto comportamenti prosociali a loro vantaggio. spinge le persone a mettere in atti comportamenti prosociali. Secondo la teoria dello scambio sociale, le persone: effettuano un calcolo costo-benficio quando si trovano nella condizione di poter mettere in atto un comportamento prosociale. porta le persone a credere che tutti prima o poi riceveranno aiuto. spinge le persone a mettere in atto comportamenti prosociali. indipendentemente dalla tipologia dello scambio sociale, tendono a mettere in atto comportamenti prosociali. L'effetto spettatore: fa riferimento al mancato intervento di aiuto nei confronti di una persona in una situazione di emergenza dovuto all'assenza di altre persone. avviene solo nel caso in cui la vittima e una persona consociuta al soggetto. fa riferimento al mancato intervento di aiuto nei confronti di una persona in una situazione di emergenza dovuto alla presenza di altre persone. avviene solo nel caso in cui la vittima e una persona sconsociuta al soggetto. Secondo la definizione di Batson (1991), il comportamento prosociale indica: un insieme di attività che un individuo mette in atto per scopi personali ma che portano un beneficio a un'altra persona o gruppo. una gamma di attività che hanno l'obiettivo di portare un beneficio all'individuo che la mette in atto. una gamma di attività che portano un beneficio a un'altra persona e anche a se stessi. una gamma di attività che hanno l'obiettivo di portare un beneficio a un'altra persona o gruppo. L'ipotesi empatia-altruismo (Batson et al., 1981) sostiene che: provare empatia per qualcuno che versa in uno stato di bisogno evoca una motivazione di evitamento. provare empatia per qualcuno che versa in uno stato di bisogno evoca una motivazione altruistica all'aiuto. il raggiungimento dell'obiettivo altruistico non deve portare alcun vantaggio alla persona che aiuta. la risposta empatica verso un membro di un gruppo stigmatizzato è limitata a quel soggetto e non può estendersi ad altre categorie sociali. Tra le motivazioni egoistiche che portano le persone a mettere in atto comportamenti prosociali c'è: tutte le altre risposte sono corrette. l'evitamento di sanzioni. la ricerca di vantaggi di tipo materiale, personale o sociale. la riduzione dello stato di tensione interno. Atti di altruismo che hanno l'obiettivo di sostenere il legame di coloro che appartengono alla comunità rientrano nella forma di: altruismo partecipativo. altruismo fiduciario. altruismo comunitario. altruismo normativo. L'arousal cost-rewarded model (Piliavin, Dovidio, Gaertner e Clark, 1981) sostiene che: il processo cognitivo di valutazione dei costi-benefici associati al prestare o non prestare aiuto e indipendente dai fattori situazionali e dalla caratteristiche di personalità dell'individuo. il grado di arousal è inversamente correlato alla gravità e all'evidenza dell'emergenza. il processo cognitivo di valutazione dei costi-benefici è determinato dalla messa in atto del comportamento prosociale. la messa in atto di un comportamento prosociale è influenzata dall'arousal e dal processo cognitivo di valutazione dei costi-benefici associati al prestare o non prestare aiuto. Nell'esperimento di Latanè e Darley (1969) denominato la Smoke Situation: la variabile indipendente è il tempo che intercorre tra il momento in cui i partecipanti si accorgono del fumo e quello in cui lasciano la stanza per segnalare quanto sta accadendo. la variabile dipendente è il tempo che intercorre tra il momento in cui i partecipanti si accorgono del fumo e quello in cui lasciano la stanza per segnalare quanto sta accadendo. le condizioni sperimentali vengono create manipolando la quantità di fumo che entra nella stanza. nessuna delle risposte precedenti è corretta. L'ignoranza pluralistica: indica l'utilizzo di forma di aiuto non appropriate alla natura dell'emergenza. nasce da un mancato interesse a offrire aiuto agli altri. è innescata dal comportamento degli spettatori di fronte a una situazione di emergenza. è innescata dal comportamento della vittima di fronte a una situazione di emergenza. L'effetto spettatore indica un effetto in virtù del quale una persona: non fornisce aiuto nei contesti rurali o semi-rurali in cui la probabilità che vi siano molte persone nella stessa situazione è minore. non fornisce aiuto perché la vittima presenta delle caratteristiche che inibiscono la risposta di aiuto. non fornisce aiuto perché disinteressata a quanto sta accadendo. non fornisce aiuto perché la situazione in cui si trova presenta delle caratteristiche che inibiscono la risposta di aiuto. Nell'albero decisionale di aiuto di Latanè e Darley (1970): il primo passo da compiere per innescare il processo di aiuto è interpretare l'evento come un'emergenza. una volta che l'individuo riconosce l'evento come un'emergenza assume in maniera automatica la responsabilità di agire. il primo passo da compiere per innescare il processo di aiuto è notare che sta accadendo qualcosa. l'ignoranza pluralistica agisce nella scelta della forma di aiuto da fornire. Il volontariato organizzato. viene esplicitamente richiesto all'individuo al fine di contribuite al benessere sociale. non rientra tra le forme di comportamento prosociale in quanto comporta benefici per chi lo mette in atto. viene considerato un comportamento prosociale solo nel caso in cui i costi che comporta per l'individuo che lo mette in atto superano benefici. indica una ricerca individuale volontaria e libera di aiuto a persone in difficoltà. Al fine di favorire il comportamento prosociale è possibile. assumere la responsabillità dell'aiuto. promuovere la consapvolezza circa il fenomeno della del comportamento prosociale è possibile. promuovere nelle persone l'osservazione di ciò che sta accadendo attono a loro. tutte le risposte precedenti sono corrette. La norma della responsabilità impone: agli individui di prestare attenzione ai segnali ambigui presenti nell'ambiente. agli individui di basarsi sulle reazioni degli altri prima di intervenire. agli individui di aiutare le persone in difficoltà quando esplicitamente richiesto. di aiutare chi si trova in difficoltà per il semplice fatto che si trova in difficoltà. |