alge prova 13
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1. E' intento della docimologia: Dotare gli insegnanti di nuovi strumenti di valutazione 'superiori' a quelli tradizionali. Defenestrare dalle aule scolastiche l'interrogazione. Dotare gli insegnanti di nuovi strumenti in grado di rilevare efficacemente le competenze degli allievi. Rendere sempre più complessa l'attività valutativa degli insegnanti. 2. E' intento della docimologia: Mettere in discussione la facoltà individuale di ogni insegnante di valutare la formazione. Dare agli insegnanti strumenti idonei per svolgere al meglio la loro funzione valutativa. Sollevare l'insegnante dal gravoso compito delle interrogazioni, compiti in classe... Offrire agli insegnanti un'adeguata preparazione alla formulazione di quiz per la classe. 3. A differenza di ciò che sostiene Mario Pirani, la ricerca scientifica nell'ambito del sapere docimologico ha messo in rilievo che: E' ormai obsoleta la cosiddetta 'interrogazione' poiché non sono oggettivamente valutabili le conoscenze acquisite ed espresse oralmente dagli allievi. L'insegnante non può più fare affidamento sul suo giudizio, ma deve fornire all'alunno una serie di parametri pre-stabiliti utili per auto-valutarsi. L'insegnante viene deprivato della sua facoltà individuale di valutare equamente ed in modo oggettivo. Quanto più l'approccio finalizzato alla valutazione dell'alunno è di tipo oggettivo, tanto meno esso verrà influenzato dalla soggettività individuale dell'insegnante. 4. Indicare qual è, per la ricerca docimologica, la giusta relazione tra le prove oggettive di profitto e i sistemi tradizionali di valutazione: Le prove oggettive, ovvero i test strutturati, sono 'uno' dei tanti strumenti validi che il docente ha a disposizione. Il loro utilizzo è quindi facoltativo e non necessario ai fini della valutazione in itinere. Le prove oggettive sono da privilegiare poiché, seguendo regole scientificamente rigorose, risultano scevre dai condizionamenti insiti in colui che valuta. Le prove oggettive di profitto, utili al docente in fase di valutazione finale, non possono e non debbono sostituirsi ai sistemi più tradizionali (come ad es. l'interrogazione). Le prove oggettive di profitto e i sistemi tradizionali di valutazione possono svolgere efficacemente la loro funzione, purché utilizzati con consapevolezza. 5. Secondo la docimologia ricorrere a valutazioni oggettive: Significa ridurre la qualità del rapporto insegnante-alunno in quanto le prove oggettive sono 'meccaniche' e 'aride'. Significa aumentare la possibilità di valutare in maniera efficace e consentire una maggior interazione tra il docente e l'alunno. Presuppone l' abbandono delle prove tradizionali quali l'interrogazione, il compito in classe '¦. Vuol dire aumentare la possibilità di gestire in maniera efficace la relazione tra il docente e l'allievo. 6. E' piuttosto diffusa la 'concezione'/'pregiudizio' che per insegnare sia necessario: Possedere una conoscenza adeguata della materia da insegnare. Possedere la conoscenza della materia da insegnare e le competenze didattiche. Avere doti psicologiche non comuni. Essere competenti nell'ambito della pedagogia e della didattica. 7. Indicare quale, tra questi, non si può definire propriamente uno studioso di docimologia: M. Pirani. M. Gattullo. A. Visalberghi. F. Frabboni. 8. Secondo M. Pirani il 'voto' è: Strumento atto a rappresentare in maniera ristretta e non oggettiva le abilità raggiunte dall'allievo. Giudizio insindacabile dato dall'insegnante in quanto garante della trasmissione dei contenuti didattici. Strumento obsoleto che non ha più ragion d'essere. Valido strumento di valutazione solo se dato, previa discussione, in sede collegiale. 9. Gli articoli di M. Pirani sul sistema valutativo introdotto nella scuola contemporanea, evidenziano: Che le riforme e le competenze docimologiche determinano nuove forme di analfabetismo. Che le riforme nella scuola producono autocritica e tendono sempre a migliorare la popolazione scolastica. Che le innovazioni in campo scolastico producono "rivoluzioni culturali". Che il sistema valutativo introdotto con la riforma sia in grado di apportare modifiche sostanziali al dibattito psicopedagogico dell'ultimo ventennio. 10. Gli articoli di Mario Pirani sono un esempio di: Come il sapere didattico subisca i contributi scientifici di altre discipline. Come la didattica subisca da parte dei non addetti ai lavori incursioni ideologiche. Come l'opinione pubblica più consapevole consideri la legislazione scolastica. Consapevolezza di come la ricerca sia necessaria per ottimizzare la qualità dell'istruzione. 1. Secondo la docimologia una efficace strategia didattica dipende da: La capacità di reperire informazioni sistematiche sui processi di insegnamento-apprendimento. Conoscenza approfondita della programmazione didattica e degli obiettivi cognitivi. Condivisione tra i docenti dei processi cognitivi. Capacità espositiva dell'insegnante. 2. In ambito docimologico per operare una valutazione oggettiva: Occorre tener conto, nel valutare una performance, anche di altre variabili, quali l'emotività. Non bisogna tener conto di altro se non della performance dell'alunno per non lasciarsi fuorviare da fattori esterni. Bisogna operare in modo da eliminare in anticipo tutte le variabili esterne che possano influenzare il giudizio. Occorre stabilire un criterio in base al quale rilevare le informazioni. 3. Da indagini ed esperimenti sugli strumenti tradizionali della valutazione emerge che: La valutazione espressa è influenzata da fattori esterni. La valutazione può essere solo sommativa. Essi sono interscambiabili tra insegnanti. Essi sono costruiti meglio da esperti esterni alla scuola. 4. Gli atteggiamenti di seguito elencati possono manifestarsi in un alunno dopo il pronunciamento di un giudizio negativo sulla propria performance. Quale delle seguenti alternative non è coerente con quanto appena affermato?. Si teme il giudizio della famiglia. Diminuisce la qualità della performance in ragione dello stato di ansia presente nell'allievo. Subisce alterazioni l'autostima o il senso di autoefficacia in relazione al significato che il ragazzo attribuisce al giudizio valutativo. Si allenta la motivazione scolastica. 5. Nell'interrogazione entrano in gioco diversi fattori che influenzano la performance dell'alunno. Quale, tra quelli elencati qui di di seguito, risulta estraneo?. La capacità di far fronte ad un colloquio. La ricerca del consenso affettivo nei confronti del docente. Il timore di far brutta figura nei confronti dei compagni. Il timore di essere sgridati dalla famiglia. 6. Quali di questi comportamenti è nella direzione di gestire al meglio problemi che derivano dallo stato ansiogeno dell'allievo?. Sostituire al criterio migliore-peggiore il criterio corretto-non corretto. Isolare l'alunno al momento dell'interrogazione. Coinvolgere i compagni nell'interrogazione. Sostituire al criterio migliore-peggiore il criterio del confronto con il gruppo. 7. Pensando alle competenze docimologiche, è auspicabile che gli insegnanti acquisiscano: Competenze relazionali. Competenze espositive. Conoscenza della didatica inclusiva. Competenze diagnostiche. 8. Quando si consolida nel docente l'idea che un allievo abbia un rendimento pressoché simile si parla di : Relazione. Ideologia delle doti. Stereotipia. Didattica inclusiva. 9. Luigi Calonghi pubblicò una ricerca nel 1983 su temi svolti da bambini di quinta elementare e corretti da 6 insegnanti. Emerse che: Errori segnalati da alcuni insegnanti non lo furono da altri. Gli errori segnalati dagli insegnanti erano - sostanzialmente - gli stessi. Gli insegnanti segnalarono rigorosamente gli stessi errori. Pochi errori furono segnalati solo da un paio di insegnanti. 10. Mario Gattullo nel 1970 coordinò una ricerca dalla quale emerse che: Dei 100 temi presi in analisi quasi tutti ottennero la sufficienza dai docenti coinvolti. Dei temi presi in analisi tutti ottennero la sufficienza. Dei 10 temi presi in analisi nessuno ottenne la sufficienza dai 77 docenti coinvolti. Dei temi presi in analisi quasi nessuno ottenne la sufficienza. 1. Indicare quale di queste affermazioni rientra nel 'determinismo biologico': Tutti gli alunni possono arrivare allo stesso risultato finale. Il 'fare didattico' può influire sull'intelligenza dell'allievo. E' impossibile conoscere le doti o valutare l'intelligenza dell'allievo. La scuola deve premiare i capaci e i meritevoli e fermare coloro che non possiedono le doti per andare avanti. 2. Indicare a chi appartiene la frase seguente: 'L'insegnante ha alla sua base inevitabilmente delle idee sulla natura della mente del discente.': J. Piaget. J. Bruner. A. Binet. C. Spearman. 3. La scala metrica per la valutazione dell'intelligenza è di: J. Gall. A. Binet. J. Bruner. J. Piaget. 4. Con la parola 'moron' Goddard indicava: Adulti con un Q.I. elevato. Coloro ai quali applicare il test del Q.I. Adulti che in base alle misurazioni effettuate dimostravano di avere una età mentale che oscillava fra gli otto e i dodici anni. Adulti con un quoziente intellettivo nella norma. 5. Secondo il pensiero di Spearman: L'intelligenza ha una struttura gerarchica di tipo bifattoriale, composta cioè dal fattore g (intelligenza generale) e da altri fattori, i fattori s, di tipo ausiliare. L'intelligenza ha una struttura orizzontale e tutte le intelligenze hanno egual valore. L'intelligenza ha una struttura gerarchica di tipo bifattoriale composta dal fattore s (intelligenza generale) e da un fattore g (intelligenza ausiliare). L'intelligenza è guida dai meccanismi dell'assimilazione e dell'accomodamento. 6. Secondo il pensiero di Burt: L'intelligenza è ereditaria e misurabile. L'intelligenza è ereditaria, ma non misurabile. L'intelligenza di un individuo dipende dall'ambiente in cui vive. L'intelligenza non esiste: è solo una convenzione. 7. Indicare quale di queste triadi è composta da psicologi che ritengono che l'intelligenza sia innata: Kamin, Eysenck, Spearman. Spearman, Kamin, Piaget. Spearman, Burt, Jensen. Kamin, Piaget, Burt. 8. Nella teoria multifattoriale dell'intelligenza di Thurstone'¦: Si individuano 7 abilità primarie che interrelandosi producono il pensiero. Si individuano 5 abilità primarie che interrelandosi producono il pensiero. Si individuano 7 abilità tra le quali la comprensione verbale e l'abilità numerica vantano un primato sulle altre. Tutte le abilità dipendono comunque dal fattore g. 9. Nel pensiero di Piaget sull'intelligenza si parla di: Fattore g. Scala metrica per la valutazione dell'intelligenza. Assimilazione e adattamento. Moron. 10. La scala metrica di Binet mirava a: Cogliere l'essenza dell'intelligenza. Fare una graduatoria degli alunni: dal meno al più intelligente. Selezionare. Individuare le difficoltà degli allievi per poi attivare interventi di recupero. |




