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alge prova 15

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alge prova 15

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alge prova 15

Creation Date: 2025/11/15

Category: Others

Number of questions: 30

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1. In relazione alla pedagogia per obiettivi, la pedagogia delle competenze può essere considerata: come superamento dei limiti intrinseci della pedagogia per obiettivi. come portatrice di esigenze e caratterizzazioni complementari alla pedagogia per obiettivi. come realizzazione della professionalizzazione dell'istruzione. come ridefinizione aggiornata ed innovativa delle istanze della pedagogia per obiettivi.

2. Con il termine intenzionalità riferito alla pedagogia per obiettivi si intende: la definizione dell'oggetto (obiettivo) cui l'azione pedagogica tende come riferimento principale. l'attenzione al soggetto e alle sue esigenze (intenzioni) di apprendimento. l'esplicitazione chiara e precisa delle intenzioni pedagogiche soggettive del docente. la predisposizione di obiettivi tra i quali il discente sceglie intenzionalmente il percorso soggettivo più efficace.

3. La razionalità delle procedure di insegnamento/apprendimento: riguarda le capacità soggettive del docente. fa riferimento al reperimento dei mezzi necessari al successo dell'azione pedagogica. sancisce il primato dell´ aspetto cognitivo su quello emotivo nel rapporto docente/discente. interpreta le esigenze di pianificazione e controllo dell'azione pedagogica.

4. La valutazione nella pedagogia per obiettivi mira a controllare: l'efficacia della progettazione. il processo di apprendimento. il raggiungimento dei traguardi di apprendimento. l'acquisizione delle competenze attese.

5. Progettare per obiettivi significa riferirsi principalmente: all'affettività dell'alunno. ai valori fondamentali condivisi dai docenti. all'intersoggettività del gruppo dei discenti. all'ambito cognitivo.

6. Per evitare una modalità di apprendimento di tipo lineare e ripetitivo, una buona programmazione per obiettivi dovrebbe: rimanere fedele ai propri principi e implementarli nella progettazione. integrarsi con altre metodologie, per fissarsi sulla linearità propria della metodologia che persegue. relativizzare l'importanza attribuita alle tassonomie. prevedere margini di soggettività in fase di valutazione degli obiettivi da parte degli insegnanti.

7. Nella pedagogia per obiettivi il raggiungimento degli apprendimenti complessi: non è previsto, il loro raggiungimento è delegato ad altre metodologie. viene raggiunto solo mediante l'operazionalizzazione degli stessi. può essere raggiunto senza operazionalizzazione degli stessi. viene impedito a causa dell'esigenza di operazionalizzazione degli obiettivi insita in questo tipo di pedagogia.

8. Per capitalizzare le esperienze pedagogiche dei docenti, è necessario primariamente: favorire occasioni di scambio e confronto tra i docenti. curare la redazione di casi di studio soggettivi. creare archivi di materiali accessibili a tutti i colleghi. adottare preventivamente strumenti, metodologie e linguaggi condivisi.

9. Le esperienze didattiche di individualizzazione possono diventare patrimonio pedagogico condiviso e ripetibile: in parte se contengono elementi paradigmatici da poter riproporre in situazioni analoghe. sempre, in quanto ogni setting didattico soggettivo è segnato dall'unicità irripetibile. mai, per via delle difficoltà di replicare il contesto in cui vengono attivate. in determinate occasioni, se il discente dimostra di aver raggiunto pienamente gli obiettivi prefissati dall'azione didattica.

10. se una scuola si attiva in procedure che favoriscono la capitalizzazione delle esperienze pedagogiche dei docenti, un possibile ruolo dell'Università potrebbe interessare principalmente: l'area della formazione dei docenti. l'area della valutazione come agenzia esterna. l'area del coordinamento degli attori esterni. l'area dell'orchestrazione e verifica dei fondamenti scientifici delle azioni pedagogiche.

1. In campo scolastico come nell'uso corrente : la formazione precede l'aggiornamento. la formazione dovrebbe precedere l'aggiornamento. formazione e aggiornamento sono sinonimi. si parla solo di formazione.

2. L'aggiornamento nella scuola è un'attività: condivisa su tutto il territorio. per nulla condivisa. accettata solo dalle scuole delle città. accettata solo dai docenti di scuola superiore.

3. L'aggiornamento è una pratica che nella scuola ha un significato: non privo di oscillazioni semantiche. privo di oscillazioni semantiche. analogo a quello di altre professioni. da definire.

4. L'aggiornamento nella scuola, il più delle volte, si concentra: sulla psicopedagogia in generale. sulla sociologia dell'educazione. sul dover essere della scuola. sui problemi quotidiani della scuola.

5. Per troppo tempo nella scuola italiana ai docenti è mancata: una cultura di tipo antrolologico. una cultura di tipo sociologico. una formazione disciplinare adeguata. una formazione professionale adeguata.

6. Nel caso degli insegnanti sovente occorrerebbe parlare invece che di aggiornamento: di formazione continua. di life long learning. di prima qualificazione. di aggiornamento professionalizzante.

7. In Italia s'è iniziato a fare aggiornamento professionale, ad esempio, su argomenti didattici. a partire dalla legge sull'Autonomia:. a seguito della legge Moratti. a seguito della legge 517 del 1977. a partire dalla legge n. 1859 del 31 dicembre 1962.

8. Un limite dell'aggiornamento della scuola italiana consiste nel fatto che: coloro che partecipano ai corsi di aggiornamento non hanno una formazione di base. coloro che partecipano ai corsi di aggiornamento non hanno conseguito i 24 cfu. si insiste troppo sulla didattica e poco sulla docimologia. si insiste troppo sulla tecnologia della formazione e poco sulla psicologia dell'età evolutiva.

9. L'aggiornamento nella scuola sarebbe efficace se: i docenti avessero beneficiato di una formazione pregressa di tipo professionale. i docenti avessero beneficiato di una formazione pregressa di stampo psicologico. fosse tenuto da esperti della materia. fosse tenuto dai docenti più anziani.

10. Molti docenti lamentano che l'aggiornamento ricevuto: avesse una durata eccessiva. non fosse in sintonia con la loro quotidianità didattica. fosse troppo scarno di contenuti educativi. non fosse riconosciuto dal Ministero.

1. In questo periodo storico la lezione. non è più utile. è utile ma non deve essere l'unico modo di trasemettere le conoscenze. rimane essenziale e è il modo migliore di trasmettere le conoscenze. dovrebbe essere del tutto eliminaa dal fare scuola.

2. Quali sono le 3 modalità di far lezione più comuni: lezione monologo, lezione monologo più discussione, lezione con scambi e dibattiti. lezione monologo, lezione ex cathedra, lezione monologo più discussione. lezione monologo, lezione più role playing, lezione con scambi e dibattiti. lezione monologo, lezione monologo più simulazione, lezione con scambi e dibattiti.

3. Cosa risulta essenziale per la realizzazione di una buona lezione: avere uno schema mentale più o meno completo della lezione che si vuole tenere. avere una conoscenza dei prerequisiti specifici, posseduti dagli allievi, per l'apprendimento della materia che si vuole affrontare. avere una buona conoscenza dei prerequisiti generali, posseduti dagli allievi, per l'apprendimento della materia che si vuole affrontare. essere dei bravi narratori e sapere improvvisare all'occorrenza.

4. Le quattro parti in cui è diviso il "corpo" della lezione sono: introduzione, fase centrale, conclusioni, follow up. analisi degli obiettivi, introduzione, discussione, follow up. analisi degli obiettivi, fase centrale, braimstorming, valutazione. introduzione, comunicazione non verbale, fase centrale, follow up.

5. L'influenza dei precedenti apprendimenti: può migliorare gli apprendimenti successivi (transfert positivi) solo se il docente riesce a richiamare tutti i prerequisiti in possesso degli allievi. può eliminare totalmente la possibilità di apprendimento successivo (transfert negativo). può causare gravi difficoltà all'apprendimento successivo se i prerequisiti generali risultano scarsi e l'attenzione non è correttamente stimolata dal docente (transfert negativo). può migliorare gli apprendimenti successivi (transfert positivo), grazie alla discussione ed al ripasso.

6. Da cosa dipende, innanzitutto, la buona riuscita di una lezione: dal numero dei partecipanti. dal contesto scolastico. dall'obiettivo della lezione. dal livello di competenza del docente.

7. È importante pianificare la lezione: in modo approssimativo ma prestando molto interesse alle fonti per permettere agli allievi di approfondire gli aspetti salienti, sollecitando così la loro partecipazione attiva. in modo dettagliato, seguendo specifiche fasi, iniziando con lo stabilire le fonti per concludere con un ripasso finalizzato all'acquisizione di transfert positivi. in modo dettagliato, senza dare particolare importanza alle fonti ma puntando soprattutto sullo stile comunicativo e sul come stimolare la motivazione degli studenti. in modo dettagliato, fornendo sotto forma di monologo e senza lasciare molto spazio a commenti e discussioni, tutte le informazioni necessarie affinché un determinato argomento venga appreso.

8. A seguito della lezione, la valutazione degli obiettivi, si verifica: attraverso l'utilizzo delle strumentazioni valutative più idonee. attraverso un test attitudinale volto a valutare i prerequisiti. attraverso un test a risposta multipla elaborato grazie alle linee guida indicate dall'OCSE. dipende. Per ogni studente, che ha partecipato alla lezione si adotta una diversa strategia elaborata ad hoc per valutarne l'apprendimento.

9. È importante pianificare la lezione: solo per i docenti meno esperti. no. dipende dalle lezioni. si la lezione deve essere sempre pianificata.

10. Lo stile discorsico nella lezione è importante in quanto. serve per argomentare con chiarezza. serve per argomentare con più precisione. non è importante. una buona lezione è analoga ad una buona narrazione.

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