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antropogia 25 35

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antropogia 25 35

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piombo mattia

Creation Date: 2025/05/05

Category: Others

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01. Secondo il pensiero antropologico di Darwin: Nessuna delle due è corretta. L’uomo condivideva antenati comuni con gli altri esseri. Sono entrambe corrette. La sua diversità rispetto ad altri esseri viventi non era frutto del volere divino.

02. Lo sviluppo del concetto di evoluzione e l’implicazione “razziale” del pensiero di Wallace e Darwin si colloca in un periodo storico caratterizzato dal: Illuminismo. Guerre civili. Colonialismo. Nessuna è corretta.

03. In cosa consiste il “razzismo” di Wallace: Le varie razze originano da progenitori diversi. Esistono uomini diversi in funzione del loro patrimonio genico. Nel pensiero di Wallace non c’è traccia di razziamo. Le varie razze non potevano, né dovevano, essere messe sullo stesso piano, ma si dovevano differenziare razze superiori ed inferiori.

04. La teoria secondo cui l’uomo derivasse da un unico ceppo ancestrale prende il nome di: Monogamia. Poligenismo. Isolamento genetico. Monogenismo.

01. Quale tra le opzioni elencate non è una caratteristica del pensiero del neodarwinismo: Le specie sono aggregati di popolazioni isolati dal punto di vista riproduttivo isolamento che porta alla nascita di una nuova specie. L’evoluzione non è un processo graduale. Le variazioni nelle popolazioni sono prodotte da piccole mutazioni che si verificano casualmente senza rapporto con i bisogni adattativi degli organismi e non alterano in modo improvviso il fenotipo. Le popolazioni evolvono attraverso cambiamenti nelle frequenze relative dei geni presenti in esse, cambiamento è dovuto soprattutto alla selezione naturale.

02. L’opera Genetics and the Origin of Species venne pubblicata nel 1937 da: Dobzhansky. De Vries. Goud. Eldredge.

03. Il punto debole della teoria sviluppata da Darwin che porta alla nascita di nuove correnti di pensiero è: Solo una è vera. Mancava una spiegazione dell’insorgenza di variazioni all’interno di una popolazione e di come venissero trasmesse e quindi ereditate. I ritrovamenti fossili non dimostravano segni di avvicendamento graduale nelle specie. Sono entrambe vere.

04. Lo studioso che si occupò de problemi dell'evoluzione, considerati dal punto di vista della genetica è: Goud. De Vries. Eldredge. Dobzhansky.

05. Il neodarwinismo viene definito anche: Saltazionismo. Teoria sintetica dell’evoluzione. Sintesi moderna. Neomendelismo.

06. Secondo la teoria degli equilibri punteggiati la diffusione della nuova specie si basa su: Speciazione allopatrica. Effetto del fondatore. Speciazione simpatrica. Macromutazioni sommate tra loro.

07. La teoria formulata dai Goud e Eldredge prende il nome di: Neodarwinismo. Saltazionismo. Teoria degli equilibri punteggiati. Teoria sintetica.

08. De Vries nella sua teoria puntò l'attenzione su: Geni mutati. Micromutazioni. Macromutazioni. Anelli mancanti.

09. Secondo quale teoria un’unica mutazione sarebbe alla base dell’evoluzione della specie: Neocreazionismo. Saltazionismo. Neodarwinismo. Gradualismo.

10. Su quale principio si fonda il saltazionismo: Le mutazioni. Le opzioni sono tutte corrette. La selezione naturale avrebbe il compito di eliminare le mutazioni dannose. Si contrappone al gradualismo.

11. Il problema degli anelli mancanti viene risolto nella teoria: Teoria degli equilibri punteggiati. Darwinismo. Saltazionista. Teoria sintetica.

12. Secondo il neodarwinismo la selezione naturale agisce: Sulle differenze indifferenti. Sulla normale variabilità delle popolazioni. Sulla cucciolata. La selezione naturale non è un meccanismo evolutivo.

13. Il neodarwinismo è una teoria dell'evoluzione che si fonda: Evoluzione delle specie per selezione naturale formulata da Darwin e sulla teoria dell'ereditarietà di Gregor Mendel. Il concetto di mutazioni genetiche casuali come fonte di variazione. Analisi matematica della genetica delle popolazioni e l'analisi dei dati della paleontologia dell'evoluzione. Tutte le opzioni sono corrette.

14. Il neodarwinismo viene definito anche: Uniformismo. Neomendelismo. Teoria sintetica dell’evoluzione. Saltazionismo.

5. La teoria evoluzionistica che si afferma del XX sec. da una integrazione della sintesi della teoria darwiniana della selezione naturale con quella mendeliana dell'ereditarietà prende il nome di: Teoria sintetica dell'evoluzione. Teoria del riassortimento indipendente. Neocreazionsmo. Nessuna delle precedenti.

16. Il pensiero mutazionista formulato da De Vries afferma che: La variabilità delle specie avesse origine dal particolare fenomeno delle mutazioni. sono tutte corrette. L’evoluzione avverrebbe per l'apparire brusco di mutazioni di notevoli entità. L'evoluzione biologica non avverrebbe gradualmente per il sommarsi di piccole variazioni.

17. Il concetto secondo cui La selezione naturale agisce sulla normale variabilità delle popolazioni secondo le leggi dell’ereditarietà è alla base del: Neocrezionismo. Saltazionismo. Uniformismo. Neodarwinismo.

18. Secondo quale teoria evoluzionistica le varie specie si sviluppano in archi temporali differenti, brevi quelli in cui si verificano i cambiamenti e lunghi i tempi lunghi di «inattività evolutiva». Teoria sintetica dell'evoluzione. Teoria degli equilibri puntiformi. Nessuna delle precedenti. Saltazionismo.

19. Il punto cardine della teoria evoluzionistica neodarwiniana può essere sintetizzato come: Le leggi di ereditarietà non possono essere applicate al processo evolutivo. I caratteri acquisiti vengono trasmessi alla progenie. La selezione naturale agisce sulla normale variabilità delle popolazioni, che seguono le leggi di ereditarietà mendeliane. I caratteri vengono trasmessi secondo la legge della dominanza, caratteri selezionati dall'ambiente.

20. La principale scuola di pensiero evolutivo attuale, che va ampliandosi con il procedere delle scoperte in ambito genetico e molecolare è: Neodarwinismo. Neodegenerazionismo. Sistematica tassonomica. Neocreazionsmo.

21. Secondo la teoria saltazionista la formazione di una nuova specie non avverrebbe attraverso un accumulo graduale di variazioni piccole, piuttosto attraverso: Un'unica marcomutazione. Un processo degenerativo. Una mutazione che va incontro a sommazione con altre. Un' unica micromutazione.

22. La teoria antropologica secondo cui l’uomo deriva da un unico ceppo ancestrale prende il nome di. Monofiletismo. Monogenismo. Poligenismo. Pangenismo.

23. Una teoria che tenta di colmare le lacune lasciate dal pensiero neordarwiniano è rappresentata da: Neocreazionismo. Teoria sintetica dell'evoluzione. Paleoantropologia. Saltazionismo.

La sintesi moderna o neodarwinismo è una teoria che spiega l'evoluzione della specie e si fonda su punti essenziali; quale tra quelli elencati non è una argomentazione di tale teoria: Tutte le specie esistenti sono derivate da un unico antenato comune attraverso ramificazioni successive. Il cambiamento in una popolazione è dovuto soprattutto alla selezione naturale. Le variazioni nelle popolazioni sono prodotte da piccole mutazioni che si verificano casualmente. L'evoluzione è un processo repentino.

25. Una alternativa antievoluzionesta alle teorie moderne è rappresentata da: Saltazionismo. Neocreazionismo. Teoria sintetica dell'evoluzione. Degenerazionismo.

26. Chi è il maggiore esponente della teoria saltazionista: De Vries. Dobzhansky. Goud. Eldredge.

27. La teoria che si basa sulle mutazioni e dove la selezione naturale avrebbe il compito di eliminare le mutazioni dannose prende il nome di: Saltazionismo. Gradualismo. Neocreazionismo. Attualismo.

28. Quale teoria evoluzionista si basa sul concetto di macroevoluzione: Uniformismo. Gradualismo. Nessuna delle opzioni è corretta. Saltazionismo.

29. Quale teoria evoluzionistica si basa sull’idea che solo piccoli e saltuari cambiamenti nei geni potevano produrre un adattamento migliore all’ambiente e, quindi, un vantaggio per il portatore: Gradualismo. Neocreazionismo. Saltazionismo. Teoria sintetica.

01. Per cladogenesi s'intende: Piccoli cambiamenti graduali accumulati dalla popolazione. Rapidi e drastici cambiamenti evolutivi. Scissione di piccole popolazioni da una grossa popolazione originale. Perdita casuale di un gene nelle piccole popolazioni.

02. Il processo di speciazione è un processo che, alla luce delle scoperte in campo genetico deriverebbe da: Piccoli cambiamenti graduali accumulati dalla popolazione. Perdita di un carattere dominante. Rapidi e drastici cambiamenti evolutivi. Accumulo di mutazioni in una popolazione.

03. Quando si verifica una condizione in cui poche decine di individui colonizzano ad esempio un'isola disabitata perdendo il contatto con la popolazione originaria si parla di: Estinzione. Deriva genetica. Effetto del fondatore. Effetto a collo di bottiglia.

04. Nei suoi esperimenti Mendel osservò che incrociando piante di linee pure tra loro si manifestava uno solo dei caratteri della generazione parenterale, carattere che chiamò: Allele. Dominante. Recessivo. Allotropico.

05. Mendel formulò una legge secondo cui in una coppia di caratteri alternativi uno era dominante e l'altro recessivo, legge che viene definita: Legge della segregazione. Legge dell'assortimento indipendente. Legge di predominanza. Legge della dominanza.

06. Secondo quanto ipotizzato da Mendel , mediante i suoi studi di ibridazione di linee pure, ogni individuo possedeva una coppia di geni che codificano per un carattere. I componenti di una coppia vengono definiti: Mutageni. Fenotipi. Alleli. Geni.

07. La manifestazion osservabile di un carattere presente nel patrimonio genico prende il nome di: Cromosoma. Fenotipo. Genoma. Genotipo.

08. Secondo le teorie evoluzionistiche moderne, il processo di speciazione è legato a: Microevoluzione. Riassortimento indipendente. Ibridazione. Macroevoluzione.

09. Secondo le teorie evoluzionistiche moderene, la variabilità all'interno della specie è strettamente correlata al concetto di: Ibridazione. Speciazione allotropica. Microevoluzione. Macroevoluzione.

10. La perdita casuale di un gene nelle piccole popolazioni, legato al numero di individui che compongono la popolazione stessa prende il nome di: Selezione naturale. Deriva genetica. Speciazione. Allotropismo.

11. Secondo la teoria punteggiata, il fattore evolutivo che stimola la divergenza sarebbe rappresentato: Un processo degenerativo. Rottura della condizione di equilibrio. Selezione naturale. Secondo la teoria punteggiata non è previsto nessun processo evolutivo.

Secondo la teoria punteggiata non è previsto nessun processo evolutivo. Non devono esserci. Devono predominare rispetto all’immigrazione. Non è una condizione importante. Siano bilanciati perfettamente dai flussi immigratori.

02. Nel pensiero neodarwinista la fitness può essere definita come: Il rapporto assume valore unitario. Sono entrambe vere. Solo una è corretta. Numero medio di discendenti di un genotipo rispetto a quello di un altro genotipo.

03. In una popolazione ideale ad ogni generazione si può verificare una cambiamento del pool genetico; tale processo può avvenire: In assenza di una deriva genetica. Qunado le mutazioni sono indotte da un evento ben identificato. Se si verifica un flusso genico. Se si verifica un flusso genico.

04. Nella genetica di popolazione quale è la condizione tra quelle citate che non deve verificarsi in una ipotetica popolazione: assenza di mutazioni. tutti gli alleli devono avere le stesse possibilità di sopravvivere. la popolazione deve essere grande;. l’immigrazione deve predominare sull’emigrazione.

05. Il pool genico di una popolazione è caratterizzata da: Somma dei geni X-linked. Insieme di geni ancestrali. Somma di tutti gli alleli di tutti i geni presenti negli individui che la compongono. Insieme dei geni vantaggiosi per la specie.

06. I processi di emigrazione o immigrazione di individui da una popolazione all’altra vengono definiti: effetto del fondatore. macroevoluzione. flusso genico. mutazione puntiforme.

07. I fattori che possono modificare l’equilibrio della composizione globale del pool genico sono: il flusso genico. sono tutte corrette. la deriva genetica. la mutazione.

Nella genetica di popolazione, in una ipotetica popolazione, non si devono verificare le seguenti condizioni (INDICARE L’OPZIONE ERRATA): tutti gli alleli devono avere le stesse possibilità di sopravvivere. assenza di mutazioni. l’accoppiamento deve essere casuale. la popolazione deve essere piccola.

09. Il tipo di processo che opera continuamente in una popolazione, eliminando gli individui che presentano caratteristiche estreme viene definito: Selezione sessuale. Selezione stabilizzante. Selezione divergente. Selezione convergente.

10. Il flusso genico rappresenta (SCEGLIERE L’OPZIONE CORRETTA): Le barriere geografiche non impediscono questo flusso. Aumenta le differenze tra le popolazioni. Un mescolamento di geni tra popolazioni della stessa specie che vivono in luoghi contigui. Non è strettamente collegato ai flussi migratori.

11. Il neodarwinismo rinnova il concetto di selezione naturale che viene intesa come: Può essere solo stabilizzante. Agisce direttamente sul genotipo, ma sul fenotipo che questo esprime. Non è mai di tipo divergente. Una differenza nel tasso di riproduzione degli organismi di una popolazione in un determinato ambiente.

12. Il «collo di bottiglia» è un tipo di: Selezione sessuale. Deriva genetica. Speciazione. Deriva naturale.

13. L’evento che si verifica quando un piccolo numero di individui rimane isolato dalla popolazione principale a causa di un isolamento geografico prende il nome di: Collo di bottiglia. Macromutazione. Effetto del fondatore. Effetto di isolamento.

14. La nascita di una nuova specie può avvenire mediante un processo veloce di diversificazione che si realizza quandouna nuova specie sorge nello stesso luogo di residenza di quella genitrice; si può parlare di: Speciazione simpatrica. Speciazione allotropica. Speciazione divergente. Nessuna delle precedenti.

15. Quando entrambi i sessi agiscono nella scelta del compagno si parla di: Selezione intrasessuale. Selezione convergente. Selezione intersessuale. Selezione direzionale.

16. In quale condizione si verifica che un allele viene sostituito da un altro: Selezione divergente. Selezione stabilizzante. Selezione convergente. Selezione direzionale.

17. Nel caso della selezione direzionale si verifica che: Un allele viene sostituito da un altro. Sono tutte corrette. Aumenta la proporzione di individui che portano una caratteristica estrema. Si ha un cambiamento adattativo.

18. Secondo la moderna prospettiva evoluzionistica sono destinate all’estinzione le specie che: Presentano macromutazioni evidenti. Sono soggette ad una selezione stabilizzante. Non vanno incontro a cambiamenti. Sono tutte corrette.

19. Nello studio dell’ evoluzione delle paleocomunità la teoria più accreditata è che: I cambiamenti climatici indurrebbero la frammentazione dell’habitat. Il motore principale dei cambiamenti sarebbero i cambiamenti climatici. Tutte le opzioni sono corrette. Le migrazioni e le speciazioni sarebbero i fattori direttamente responsabili dell’evoluzione.

20. L’occupazione della stessa nicchia da parte di organismi risultanti da radiazioni adattative diverse prende il nome di: Confluenza evolutiva. Divergenza evolutiva. Speciazione evolutiva. Convergenza evolutiva.

21. I tipi di adattamento all’ambiente, rispetto ad un dato carattere, per un individuo possono essere: Genetico e culturale. Fenotipico e genetico. Genetico, fisiologico, culturale. Fisiologico, fenotipico e intellettuale.

22. La diffusione in nicchie diverse da parte di specie che possedevano antenati comuni è un processo che prende il nome di: Deriva genetica. Radiazione adattativa. Effetto del fondatore. Speciazione divergente.

23. Quando incidentalmente un esiguo numero di individui di una data popolazione viene a trovarsi isolato a causa di una qualche barriera, si parla di: Speciazione divergente. Speciazione allopatrica. Speciazione simpatrica. Speciazione poliploide.

24. Secondo le teorie moderne, esistono diversi tipi di selezione naturale, che possono agire su una popolazione; in particolare il un processo che opera continuamente in una popolazione, eliminando gli individui che presentano caratteristiche estreme prende il nome di: Selezione divergente. Selezione dipendente dalla frequenza. Selettività di speciazione. Selezione stabilizzante.

25. Quando una popolazione si isola dal resto della specie e segue un proprio percorso evolutivo, con la nascita di una nuova specie, si può parlare di: Evoluzione convergente. Coevoluzione. Nessuna delle precedenti. Evoluzione divergente.

26. L'emigrazione o immigrazione di individui da una popolazione all'altra, con un mescolamento di geni tra popolazioni della stessa specie che vivono in luoghi contigui, prende il nome di: Macromutazione. Flusso genico. Speciazione. Deriva genetica.

27. Quale tra quelle elencate , secondo la genetica di popolazione, non è una caratteristica di una popolazione: Gruppo di organismi che possono scambiare il loro pool genetico con altre specie appartententi allo stesso genere. Gruppo di organismi isolati riproduttivamente dalle altre popolazioni, di specie diversa. Gruppo di organismi della stessa specie che si riproducono tra loro in un determinato luogo. E' caratterizzata dal proprio pool genico.

01. La prima versione del genoma di Neanderthal fu completata dal Max Planck Institute e annunciata nel. 2009. 2001. 2022. 1993.

02. Nel 2008 Pääbo e il suo team riuscì a dimostrare: dimostrò che il nostro DNA mitocondriale si è separato da quello dei Neanderthal circa 660.000 anni fa. è riuscito a sequenziare il genoma mitocondriale completo dei Neanderthal da un osso di un individuo di 38.000 anni. Le opzioni sono tutte corrette. ha dimostrato che i Neanderthal hanno una proporzione significativamente maggiore di mutazioni nelle loro sequenze dei geni mitocondriali che codificano le proteine.

03. La storia dell’evoluzione umana è stata rivista in seguito alle scoperte compiute da Pääbo perché si è potuto verificare come nel momento in cui l’Homo sapiens è migrato dall’Africa: I Neanderthal che vivevano nella parte orientale dell’Eurasia insieme ai Denisoviani. I Denisoviani vivevano nella parte occidentale del continente europeo. I Neanderthal che vivevano nella parte occidentale dell’Eurasia e i Denisoviani che invece occupavano la parte orientale del continente. I Neanderthal si erano già estinti e avevano lasciato il posto ai Denisoviani.

04. Prima della nascita della paleogenomica, l’evoluzione del genere umano si basava sullo studio di manufatti antichi e fossili, oggetto di studio: della epigenetica. nessuna è corretta. dell’ecologia. della paleontologia.

05. Una importante scoperta è avvenuta nel 2008 in Siberia. Il ritrovamento di Otzi. La scoperta nella grotta di Denisova di un frammento di un osso appartenente a un dito. Il ritrovamento di un cranio appartenuto ad Australopithecus. La scoperta di uno scheletro di Neanderthal perfettamente conservato.

06. Quali tra le seguenti affermazioni è errata: Pääbo, con il suo team ha migliorato i metodi per isolare e analizzare il DNA. Pääbo e i suoi colleghi dopo accurate analisi sono giunti alla conclusione che le sequenze di DNA dei Neanderthal sono molto più simili a quelle degli uomini originari dell’Europa piuttosto che ai contemporanei originari dell’Africa. L’analisi del DNA è iniziata con i mitocondri di Neanderthal. Nessuna, sono tutte corrette.

07. Una delle problematica nel lavoro di sequenziamento del DNA fossile è dovuta: le tracce di DNA dopo migliaia di anni sono contaminati dal DNA di batteri. con il tempo il DNA si deteriora e si frammenta. le opzioni sono tutte corrette. le tracce di DNA dopo migliaia di anni sono contaminate dal DNA di uomini contemporanei.

08. Il lavoro di Svante Pääbo ha dato vita a: l’eugeneetica. l’epigenetica. la paleogenomica. la paleontologia.

09. Il lavoro di ricerca condotto da Svante Pääbo è pioneristico poiché è riuscito in un’impresa quasi impossibile: Ha sequenziato il genoma del Neanderthal. Ha scoperto il trasferimento genetico da Neanderthal a Homo sapiens. Ha portato alla luce un ominide non ancora conosciuto, Denisova. Sono tutte corrette.

10. In quale anno Svante Pääbo ha ricevuto il premio Nobel per la medicina: 2012. 2020. 2024. 2022.

11. Lo svedese Svante Pääbo ha ricevuto il premio Nobel: entrambe sono corrette. nessuna opzione è corretta. per i suoi pionieristici studi sull’evoluzione umana. per le scoperte riguardanti i genomi di ominidi estinti.

01. Il termine Simiiformes indica un infraordine di Primati conosciuto nella classificazione tradizionale come: Homo. Hominoidea. Orrorin. Anthropoidea.

02. La famiglia degli Ominidi, dell'ordine dei Primati, comprende: La specie umana attuale, le specie umane estinte e le grandi scimmie. Tutte le specie umane estinte. Tutte le specie umane estinte. La specie umana attuale e le grandi scimmie.

03. I mammiferi si differenziano in tre linee principali; inparticolari i Primati appartengono ai: Monotremi. Marsupiali. Placentati. Onnivori.

04. Il genere umano ha avuto le sue origini in: America del Nord. Europa. Africa. America del Sud.

05. La specie più antica nella famiglia dell'uomo è: Ardipithecus kadabba. Ardipithecus ramidus. Sahelantropus tchadensis. Orrorin tugenensis.

06. Il primo ominide i cui reperti fossili lasciano ipotizzare una postura bipede è: Sahelantropus tchadensis. Orrorin tugenensis. Australopithecus afarensis. Ardipithecus ramidus.

07. Le Platirrine sono: Le scimmie del Nuovo Mondo (Nord America). Nessuna delle precedenti. Le scimmie del Vecchio Mondo (Africa-Europa-Sud America). Le scimmie antropomorfe.

08. L’evento determinante per l’avvio della paleoantropologia come scienza ben definita può essere considerato: L’inizio dei viaggi coloniali. Il ritrovamento dello scheletro di Lucy. La pubblicazione della prima opera di Cuvier. Il ritrovamento presso Düsseldorf di una calotta cranica e di resti dello scheletro postcraniale.

09. Le scimmie antropomorfe (Hominoidea) si sono differenziate a partire da: Platirrine. Lemuri. Gorilla. Catarrine.

10. Le forme estinte non incluse nel genere Homo sono: Australopithecinae. Entrambe. Homininae. Nessuna delle due.

11. Quale tra quelle elencate non è una caratteristica delle proscimmie: Sono diffusi solo nel Vecchio Mondo (Africa – Asia sudorientale e insulare). Muso appuntito e umido e vibrisse facciali. Grandi dimensioni. Presentano due strutture specializzate per la pulizia della pelliccia.

12. L’infraordine Simiiformes comprendente: Tutte e tre le opzioni sono corrette. Le scimmie del Nuovo Mondo. Anche l'uomo. Le scimmie del Vecchio Mondo.

13. I motivi per cui la classificazione degli Hominoidea risulta complessa è perché: Sono tutte corrette. In parte per un diffuso senso ancestrale di non appartenenza all'ordine dei Primati. In parte per l'introduzione dell'analisi del DNA, che ha permesso ulteriori chiarimenti. In parte per una parziale o incompleta presenza di fossili.

14. Quale tra quelle elencate non è una caratteristica delle Platirrine: Arboricole. Dimensioni piccole. Timpano visibile, assente il condotto uditivo. Naso stretto con narici vicine orientate avanti verso il basso e separate da un piccolo setto.

15. I generi attualmente riconosciuti di hominoidea sono: due. dodici. quattro. otto.

16. Le Cercopithecinae sono: Una superfamiglia di Cercopithecinae. Una sottofamiglia di Colobinae. Una sottofamiglia di Cercopithecidae. Una sottofamiglia di Cercopithecoidea.

17. La famiglia Hominoidae comprende: Solo la sottofamiglia Homoninae. Sottofamiglia Homoninae,Ponginae e Hylobatidae. Sottofamiglia Homoninae e Ponginae. Solo la sottofamiglia Ponginae.

18. Chi era Millenium man: Sahelantropus tchadensis. Australopithecus africanus. Orrorin tugenensis. Pitecanthropus erectus.

19. La famiglia Hominidae comprende: Nessuna opzione è corretta. Homo sapiens, scimmie antropomorfe africane. Homo sapiens, scimmie antropomorfe africane, Gorilla gorilla e Pan. Gorilla gorilla e Pan.

20. Il ritrovamento nella grotta di una valle presso Düsseldorf (Germania) di una calotta cranica e di resti dello scheletro postcraniale del cosiddetto uomo di Neandertal risale al: 1856. 1865. 1756. 1866.

21. Quello che Dubois definì ‘anello mancante’ ovvero una forma di raccordo tra l’uomo e le scimmie era un ritrovamento fossile attribuito alla specie: Pitecanthropus erectus. Sahelantropus tchadensis. Australopithecus afarensis. Australopithecus africanus.

01. Nel genere Austrapitecus, Garhi è un termine che significa: Similitudine. Magia. Nessuna risposta è corretta. Sorpresa.

02. Quali delle seguenti specie non appartengono al genere Paranthropus: Paranthropus Robustus. Paranthropus Boisei. Paranthropus Aethiopicus. Paranthropus Gracilis.

03. La specie di Australopitecus il cui nome significa «uomo del fiume delle gazzelle» è: Afarensis. Bahrelghazali. Garhi. Amamensis.

04. Il reperto fossile «Mrs. Pleas» venne inizialmente definito come: Austrapolithecus garhi. Paranthropus. Austrapolithecus afarensis. Plesianthropus transvaalensis.

05. Lo scheletro completo ritrovato nel sistema di grotte di Sterkfontein di Austrapolithecus africanus è conosciuto come: Taung. STW 573. Lucy. Afar.

06. Il primo Australopiteco mai scoperto e classificato è stato: Austrapolithecus amamensis. Austrapolithecus garhi. Austrapolithecus africanus. Austrapolithecus afarensis.

07. I resti ritrovati di Lucy comprendevano il 40% dello scheletro, ovvero: Il femore. La tibia. L'osso pelvico. Sono tutte corrette.

08. L’australopiteco Lucy è un fossile che è stato scoperto nel: 1976. 1974. 1978. 1874.

09. Le impronte di Laetoli sono attribuite a: Austrapolithecus africanus. Austrapolithecus garhi. Austrapolithecus amamensis. Austrapolithecus afarensis.

10. Le impronte fossili di piedi di ominidi eccezionalmente conservate, impresse su cenere vulcanica, successivamente indurita sono state ritrovate a : Afar. Laetoli. Leackey. Dikika.

11. Il fossile A.L. 288 venne ritrovato a: Dikika. Hadar. Laetoli. Afar.

12. Il fossile di Australopithecus afarensis Lucy viene chiamato in aramaico: Afar. Dikika. Dinqinesh. Laetoli.

13. Australopithecus Garhi presenta (scegliere l’opzione corretta): I suoi denti anteriori sono poco sviluppati. Non presenta prognatismo della parte inferiore della faccia. Una morfologia dentaria intermedia tanto da essere catalogato in una nuova specie. I suoi denti posteriori presentano delle dimensioni tali da differenziarlo dai Parantropi.

14. Tutti gli australopitechi si sono estinti entro: 3 milione di anni fa. 5 milione di anni fa. 1 milione di anni fa. 2 milione di anni fa.

15. Le forme robuste del genere Australopitecus sono definite tali per. Sono tutte corrette. Il loro massiccio apparato masticatorio. Per la loro altezza. Per le dimensioni del cranio.

16. Un importante reperto di A. Africanus è rappresentato: Impronte di Laetoli. Bambino di Taung. Non si hanno ritrovamenti fossili conosciuti. Lucy.

17. Gli Australopitechi: Rappresentano l'anello mancante di un'evoluzione umana graduale e lineare. Sono stati studiati grazie ai molti ritrovamenti fossili. Appartengono ad un gruppo diversificato dove solo alcune forme sono ritenute ancestrali. Si sono evoluti e diversificati in Europa.

18. La famiglia Hominidae comprende due sottofamiglie, di cui quella delle Australopithecinae che comprende: Le forme estinte non incluse nel genere Homo. Tutte le precedenti. Tutte le forme umane, estinte e attuali. Le scimmie del Nuovo Mondo (Nord America).

19. Gli Australopiteci vengono distinti in funzione delle differenze di costituzione ossea nelle due forme gracile e robuste; quali tra le specie elencate non appartengono alla forma gracile: A.afarensis. Paranthropus. A. africanus. A. anamensis.

20. Gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie antropomorfe; quali tra quelle elencate non appartengono al genere: Hanno perso completamente la capacità di arrampicamento sugli alberi. Sono bipedi. Presentano mandibole molto robuste con denti grandi e con smalto spesso. Hanno il cervello piccolo.

21. Il ritrovamento forse più famoso che viene ricordato è Lucy, un reperto fossile appartenente a: A. afarensis. A. anamensis. A. africanus. A. Garhi.

22. Quale affermazione è errata: La base cranica delle forme robuste di Australopitecus è molto larga e flessa rispetto alle forme gracili ed alle scimmie antropomorfe. La faccia nelle specie robuste di Australopitecus presenta un profilo concavo, con la parte superiore maggiormente prognata. Nelle forme robuste di Australopitecus il forame occipitale è più spostato anteriormente rispetto sia ai gracili che ad Homo, trovandosi molto più in avanti rispetto alla linea bi-timpanica. Nelle forme robuste di Australopitecus la volta cranica risulta meno piatta rispetto a quella delle forme gracili.

23. Lo scheletro fossile di Lucy dimostra che la stazione eretta era acquisita, nonostante: Manca delle estremità? inferiori. Non si può fare nessuna ipotesi visto lo scheletro frammentato. Mancano glia rti superiori. Manca delle ossa del bacino.

24. Australopiteco è una parola inventata da Raymond Dart per: Il ritrovamento di arti superiori evoluti. Il ritrovamento di evidenze fossili dell'origine del linguaggio. Il ritrovamento di una mandibola. Il ritrovamento di un cranio infantile.

25. Quale è il nome del genere che deriva dal greco e vuol dire «accanto all'uomo», con riferimento al fatto che tutte le specie inserite in questo genere sono vissute in zone dove ai tempi stavano affermandosi le prime specie del genere Homo: A.afarensis. A. Garhi. A. anamensis. Paranthropus.

26. Il genere Australopithecus vissuto in Africa presenta delle specie che possono essere distinte geograficamente; in particolare quale tra quelli elencati appartiene al gruppo meridionale: Australopithecus anamensis. Australopithecus africanus. Australopithecus afarensis. Australopithecus ghari.

27. In merito al genere quali resti sono stati rinvenuti in Africa centrale. Australopithecus afarensis. Australopithecus bahrelghazali. Australopithecus anamensis. Australopithecus africanus.

28. Il genere Australopithecus vissuto in Africa presenta delle specie che possono essere distinte geograficamente; in particolare quale tra quelli elencati appartiene al gruppo orientale: Australopithecus anamensis. Due opzioni sono corrette. Australopithecus africanus. Australopithecus ghari.

29. Resti riferibili al genere Australopithecus, datati tra 2 e 3 milioni di anni, sono stati rinvenuti a Makapansgat e Sterkfontein; si tratta delle specie: Africanus. Anamensis. Ghari. Bahrelghazali.

30. Gli australopitechi sembrano aver avuto un notevole successo adattativo testimoniato da: La postura bipede. La mancanza di pollice opponibile. Un numero di specie molto elevato. Una scatola cranica di dimensioni ridotte.

31. La causa che hanno portato tutti gli australopitechi ad estinguersi circa 3 milioni di anni dopo la loro comparsa sono: Cambiamento climatico globale che andava verso un generale raffreddamento. Cambiamento climatico globale che andava verso un generale riscaldamento. Riduzione delle terre emerse. La formazione di una faglia tettonica.

32. Generalmente gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie antropomorfe. Quali tra quelle elencate non è una loro peculiari: bipedi, ma non conservano residue capacità di arrampicamento sugli alberi. notevole prognatismo sotto-nasale. mandibole molto robuste che contengono denti grandi con smalto spesso. cervello piccolo.

01. Quale tra quelle elencate non è una caratteristica della mano del genere Homo: Gli artigli sostituiscono le unghie. Le falangi presentano una curvatura che non permette la completa estensione delle dita. Il pollice si sposta fino ad arrivare a completa opponibilità. E' presente la pentadattilia.

02. Il processo di encefalizzazione che si osserva nel genere Homo rappresenta: Lo sviluppo del linguaggio parlato. Un aumento del volume cerebrale in senso assoluto. Lo sviluppo embionale del SNC. Un alto rapporto ponderale fra massa celebrale e massa corporea.

03. Nel corso dell'evoluzione il genere Homo è andato incontro a modificazioni anatomiche, preannunciatesi al momento della divergenza dalle antropomorfe; quali, tra quelli elencati, non rappresenta un carattere che ha portato alla sua evoluzione: L'acquisizione della piena opponibilità dell'alluce. Allineamento del foro occipitale. Un femore più lungo e robusto. La verticalizzazione del tronco.

04. Secondo le teorie evoluzionistiche l’acquisizione della postura bipede è stata: Ha consentito loro di mantenere il loro stile di vita in un ambiente in cambiamento. Abbia posto quegli animali in condizioni più favorevoli rispetto agli altri. Sono tutte vere. Sia avvenuta per caso.

05. La teoria più accreditata per ipotizzare l’origine del genere Homo è: La scoperta di nuovi fossili molto particolari, ha recentemente portato alcuni paleoantropologi ad escludere il genere Australopithecus dalla nostra ascendenza. Quella sostenuta da Ronald Clarke, Philip Tobias e Lee Berger che la attribuiscono a Australopithecus africanus. Quella sostenuta da Donald Johanson e Tim White che attribuiscono l’origine da Australopithecus afarensis. Solo due di quelle elencate sono le teorie accreditate.

06. La verticalizzazione del tronco ha portato in primo luogo a: Sono tutte corrette. L’espansione della squama dell’occipitale. Il perfetto bilanciamento del cranio sulla colonna vertebrale. Lo scivolamento in avanti della base cranica.

07. L’apparato masticatorio nel genere Homo presenta delle peculiarità, quale tra le opzioni elencate non è corretta: Il canino è di grandi dimensioni e senza diastema. Lo smalto dei denti è spesso. Risulta ridotto con denti inuguali (molari e premolari). I denti non sono specializzati dal momento che la dieta è onnivora.

08. Nel piede umano una delle conseguenze del bipedismo è stata: Sono tutte vere. L'alluce si allinea parallelamente alle altre dita. Lo sviluppo dell'arco longitudinale del piede. La mancanza dell'opponibilità dell'alluce.

Il genere Homo: Si distingue in rudolfensis, erectus, afarensis, africanus. È caratterizzato dal susseguirsi di habilis, erectus, neanderthal e sapiens. Nessuna delle precedenti. Racchiude più specie diverse tra loro in modo meno lineare di quanto si pensasse.

10. Qual è stata la prima specie di Homo: Neanderthal. Sapiens. Ergaster. Habilis.

11. Il genere umano ha avuto le sue origini in: America del Nord. America del Sud. Africa. Europa.

12. Il genere Homo fece la sua comparsa nel: Pleistocene. Pliocene. Olocene. Miocene.

13. L'organo primario dell'adattamento è ritenuto: Sistema vegetativo. Encefalo. Midollo spinale. Tronco encefalico. Tronco encefalico.

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