Antropologia Piombo 7
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Title of test:![]() Antropologia Piombo 7 Description: capitolo 33-36 |




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Le forme robuste del genere Australopitecus sono definite tali per. Sono tutte corrette. Il loro massiccio apparato masticatorio. Per la loro altezza. Per le dimensioni del cranio. Un importante reperto di A. Africanus è rappresentato: Impronte di Laetoli. Bambino di Taung. Non si hanno ritrovamenti fossili conosciuti. Lucy. Gli Australopitechi: Rappresentano l'anello mancante di un'evoluzione umana graduale e lineare. Sono stati studiati grazie ai molti ritrovamenti fossili. Appartengono ad un gruppo diversificato dove solo alcune forme sono ritenute ancestrali. Si sono evoluti e diversificati in Europa. La famiglia Hominidae comprende due sottofamiglie, di cui quella delle Australopithecinae che comprende: Le forme estinte non incluse nel genere Homo. Tutte le precedenti. Tutte le forme umane, estinte e attuali. Le scimmie del Nuovo Mondo (Nord America). Gli Australopiteci vengono distinti in funzione delle differenze di costituzione ossea nelle due forme gracile e robuste; quali tra le specie elencate non appartengono alla forma gracile: A.afarensis. Paranthropus. A. africanus. A. anamensis. Gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie antropomorfe; quali tra quelle elencate non appartengono al genere: Hanno perso completamente la capacità di arrampicamento sugli alberi. Sono bipedi. Presentano mandibole molto robuste con denti grandi e con smalto spesso. Hanno il cervello piccolo. Il ritrovamento forse più famoso che viene ricordato è Lucy, un reperto fossile appartenente a: A. afarensis. A. anamensis. A. africanus. A. Garhi. Quale affermazione è errata: La base cranica delle forme robuste di Australopitecus è molto larga e flessa rispetto alle forme gracili ed alle scimmie antropomorfe. La faccia nelle specie robuste di Australopitecus presenta un profilo concavo, con la parte superiore maggiormente prognata. Nelle forme robuste di Australopitecus il forame occipitale è più spostato anteriormente rispetto sia ai gracili che ad Homo, trovandosi molto più in avanti rispetto alla linea bi-timpanica. Nelle forme robuste di Australopitecus la volta cranica risulta meno piatta rispetto a quella delle forme gracili. Lo scheletro fossile di Lucy dimostra che la stazione eretta era acquisita, nonostante: Manca delle estremità? inferiori. Non si può fare nessuna ipotesi visto lo scheletro frammentato. Mancano gli arti superiori. Manca delle ossa del bacino. Australopiteco è una parola inventata da Raymond Dart per: Il ritrovamento di arti superiori evoluti. Il ritrovamento di evidenze fossili dell'origine del linguaggio. Il ritrovamento di una mandibola. Il ritrovamento di un cranio infantile. Quale è il nome del genere che deriva dal greco e vuol dire «accanto all'uomo», con riferimento al fatto che tutte le specie inserite in questo genere sono vissute in zone dove ai tempi stavano affermandosi le prime specie del genere Homo: A.afarensis. A. Garhi. A. anamensis. Paranthropus. Il genere Australopithecus vissuto in Africa presenta delle specie che possono essere distinte geograficamente; in particolare quale tra quelli elencati appartiene al gruppo meridionale: Australopithecus anamensis. Australopithecus africanus. Australopithecus afarensis. Australopithecus ghari. In merito al genere quali resti sono stati rinvenuti in Africa centrale. Australopithecus afarensis. Australopithecus bahrelghazali. Australopithecus anamensis. Australopithecus africanus. Il genere Australopithecus vissuto in Africa presenta delle specie che possono essere distinte geograficamente; in particolare quale tra quelli elencati appartiene al gruppo orientale: Australopithecus anamensis. Due opzioni sono corrette. Australopithecus africanus. Australopithecus ghari. Resti riferibili al genere Australopithecus, datati tra 2 e 3 milioni di anni, sono stati rinvenuti a Makapansgat e Sterkfontein; si tratta delle specie: Africanus. Anamensis. Ghari. Bahrelghazali. Gli australopitechi sembrano aver avuto un notevole successo adattativo testimoniato da: La postura bipede. La mancanza di pollice opponibile. Un numero di specie molto elevato. Una scatola cranica di dimensioni ridotte. La causa che hanno portato tutti gli australopitechi ad estinguersi circa 3 milioni di anni dopo la loro comparsa sono: Cambiamento climatico globale che andava verso un generale raffreddamento. Cambiamento climatico globale che andava verso un generale riscaldamento. Riduzione delle terre emerse. La formazione di una faglia tettonica. Generalmente gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie antropomorfe. Quali tra quelle elencate non è una loro peculiari: bipedi, ma non conservano residue capacità di arrampicamento sugli alberi. notevole prognatismo sotto-nasale. mandibole molto robuste che contengono denti grandi con smalto spesso cervello piccolo. cervello piccolo. Quale tra quelle elencate non è una caratteristica della mano del genere Homo: Gli artigli sostituiscono le unghie. Le falangi presentano una curvatura che non permette la completa estensione delle dita. Il pollice si sposta fino ad arrivare a completa opponibilità. E' presente la pentadattilia. Il processo di encefalizzazione che si osserva nel genere Homo rappresenta: Lo sviluppo del linguaggio parlato. Un aumento del volume cerebrale in senso assoluto. Lo sviluppo embionale del SNC. Un alto rapporto ponderale fra massa celebrale e massa corporea. Nel corso dell'evoluzione il genere Homo è andato incontro a modificazioni anatomiche, preannunciatesi al momento della divergenza dalle antropomorfe; quali, tra quelli elencati, non rappresenta un carattere che ha portato alla sua evoluzione: L'acquisizione della piena opponibilità dell'alluce. Allineamento del foro occipitale. Un femore più lungo e robusto. La verticalizzazione del tronco. Secondo le teorie evoluzionistiche l’acquisizione della postura bipede è stata: Ha consentito loro di mantenere il loro stile di vita in un ambiente in cambiamento. Abbia posto quegli animali in condizioni più favorevoli rispetto agli altri. Sono tutte vere. Sia avvenuta per caso. La teoria più accreditata per ipotizzare l’origine del genere Homo è: La scoperta di nuovi fossili molto particolari, ha recentemente portato alcuni paleoantropologi ad escludere il genere Australopithecus dalla nostra ascendenza. Quella sostenuta da Ronald Clarke, Philip Tobias e Lee Berger che la attribuiscono a Australopithecus africanus. Quella sostenuta da Donald Johanson e Tim White che attribuiscono l’origine da Australopithecus afarensis. Solo due di quelle elencate sono le teorie accreditate. La verticalizzazione del tronco ha portato in primo luogo a: Sono tutte corrette. L’espansione della squama dell’occipitale. Il perfetto bilanciamento del cranio sulla colonna vertebrale. Lo scivolamento in avanti della base cranica. L’apparato masticatorio nel genere Homo presenta delle peculiarità, quale tra le opzioni elencate non è corretta: Il canino è di grandi dimensioni e senza diastema. Lo smalto dei denti è spesso. Risulta ridotto con denti inuguali (molari e premolari). I denti non sono specializzati dal momento che la dieta è onnivora. Nel piede umano una delle conseguenze del bipedismo è stata: Sono tutte vere. L'alluce si allinea parallelamente alle altre dita. Lo sviluppo dell'arco longitudinale del piede. La mancanza dell'opponibilità dell'alluce. Il genere Homo: Si distingue in rudolfensis, erectus, afarensis, africanus. È caratterizzato dal susseguirsi di habilis, erectus, neanderthal e sapiens. Nessuna delle precedenti. Racchiude più specie diverse tra loro in modo meno lineare di quanto si pensasse. Qual è stata la prima specie di Homo: Neanderthal. Sapiens. Ergaster. Habilis. Il genere umano ha avuto le sue origini in: America del Nord. America del Sud. Africa. Europa. Il genere Homo fece la sua comparsa nel: Pleistocene. Pliocene. Olocene. Miocene. L'organo primario dell'adattamento è ritenuto: Sistema vegetativo. Encefalo. Midollo spinale. Tronco encefalico. Tronco encefalico. La comparsa della Rift Valley in Africa ebbe delle conseguenze sul processo evolutivo; in particolare determinò la. Estinzione dei grossi mammiferi. La separazione tra scimmie del Vecchio Mondo e del Nuovo Mondo. Speciazione dell'Australopithecus. Nessuna delle precedenti. Le conseguenze dell'evento tettonico che portò alla formazione della Rift Valley ebbe come consuenza sugli ominidi: Allo sviluppo delle industrie litiche per un aumento delle risorse minerarie. Un adattamento alle variazioni ambientali che porterà all'affermarsi della postura bipede. Una variazione delle abitudini sociali. La Rift Valley non ha avuto ripercussioni sulla nascita della specie Homo. La Rift Valley: E' una zona che non ha subito alcuna modificazione climatica. E' divisa in due blocchi, Laurasia e Gondwana. E' una grande fossa tettonica formatasi alla fine del Miocene. E' il risultato dell'emersione della terra nel Mesozoico. Verso la fine del Pleistocene ci fu un grande evento ovvero: Il ritiro delle terre emerse. L’estinzione dei grandi mammiferi. Migrazione verso nord di varie specie. Una riduzione dei ghiacciai nel continente europeo. Le glaciazioni produssero anche una serie di effetti correlati ovvero: La variazione del livello dei mari, aggiustamenti isostatici della crosta terrestre e anomalie nella circolazione dei venti. tutte le opzioni sono corrette. La modifica dei bacini fluviali e la creazione di migliaia di laghi. L'erosione e la deposizione di materiali su grandi aree dei continenti. Quale tra gli eventi elencati non sono avvenuti nel quaternario: L'Inghilterra si divise dall'Europa. Il Mar Nero entrò in contatto col Mar Egeo. Sono tutte errate. La Sicilia si avvicinò all'Africa e alla Calabria. Oltre alle cause astronomiche ad influire sullo sviluppo dei periodi glaciali e interglaciali nel quaternario sarebbero: La raccolta delle masse nevose. La distribuzione delle terre emerse. Sono tutte corrette. Un condizionamento delle grandi correnti oceaniche. Secondo l’ipotesi formulata da Milankovič negli anni 1920-30 i cambiamenti climatici del periodo quaternario sarebbero legati a: Fattori astronomici. Variazioni dell’eccentricità dell’orbita terrestre. Variazione dell’inclinazione e orientazione del suo asse di rotazione. Tutte le opzioni sono corrette. L'evento più rappresentativo del Quaternairo è rappresentato da: Modificazioni climatiche con avvicendamento di espansione e ritiro dei ghiacci. Modificazioni identiche in tutta la superficie terrestre. La formazione della Rift Valley. Pochi eventi che sovvertono il clima del globo. Le glaciazioni avvenute nel quaternario sono state: 6 glaciazioni. 8 di cui 4 principali. 4 glaciazioni. 7 di cui 4 principali. Il modello, proposto agli inizi del secolo scorso da Penck e Brückner prevedeva inizialmente nel periodo quaternario quattro glaciazioni denominate: Günz, Pre-Pastonian, Mindel e Riss. Donau II, Günz, Mindel e Riss. Wurm, Riss, Mindell e Gunz. Pre-Pastonian, Donau I, Donau II e Riss. Il quaternario ha inizio circa: 2 milioni di anni fa. 1 milioni di anni fa. 3,5 milioni di anni fa. 3 milioni di anni fa. La Commissione Internazionale di Stratigrafia riconosce per il Quaternario la suddivisione in due epoche che sono: Olocene e Pleistocene. Olocene e Cenozoico. Neocene e Pleistocene. Olocene e Plistocene. Il Quaternario rappresenta: Il terzo e ultimo dei tre periodi che compongono l'era geologica del Cenozoico. Caratterizzato da scarsa variabilità climatica. Il periodo geologico più antico. Precedente al Pilocene. Il termine Quaternario fu introdotto nella letteratura scientifica da: Arduino. Penck. Brückner. Desnoyers. L'ipotesi iniziale formulata da Milankovi? negli anni 1920-30, secondo cui fattori astronomici come le variazioni dell'eccentricità dell'orbita terrestre e dell'inclinazione e orientazione del suo asse di rotazione ha come obiettivo spiegare: I fenomeni tellurici. Le eruzioni vulcaniche. L'avvicendamento delle stagioni. L'origine delle glaciazioni. |