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clinica 1-4 manzoni

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clinica 1-4 manzoni

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clinica 1-4 manzoni

Creation Date: 2023/10/14

Category: Others

Number of questions: 13

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1. La professione di Psicologo in Italia: Ha l'obiettivo di favorire il cambiamento, potenziare le risorse e accompagnare gli individui, le coppie, le famiglie, le organizzazioni in particolari momenti critici o di difficoltà. Per essere esercitata, non necessita di iscrizione all'Albo - Sez. A. Si occupa solo di psicopatologia. Non comprende attività di sperimentazione, ricerca, didattica.

Il Dottore in Scienze e Tecniche psicologiche: Applica protocolli per l'orientamento professionale, per l'analisi dei bisogni formativi, per la selezione e valorizzazione delle risorse umane. Coordina il lavoro degli Psicologi. È uno Psicologo con laurea specialistica in Psicologia (5 anni). Non si occupa di tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità.

Lo Psicologo Clinico: Si occupa di diagnosi delle caratteristiche di personalità e assessment delle caratteristiche personali, delle risorse psicosociali, dei bisogni e delle aspettative nelle diverse fasi d'età. Non può esercitare attività di libero professionista. Non può effettuare interventi di psicoterapia, di riabilitazione comportamentale, di rieducazione funzionale e integrazione sociale. Non necessita del diploma di una scuola di specializzazione dedicata allo sviluppo di competenze in psicologia clinica.

La psicologia clinica: È una disciplina applicata perché si occupa di ricerca sulle persone. Il suo ambito applicativo comprende ogni tipo di sofferenza e/o disadattamento e i mezzi sono esclusivamente psichici. Si occupa solo di sofferenza psicologica. Include solo la dimensione soggettiva del problema.

Il disturbo mentale: Non è sempre caratterizzato da disabilità. È sempre caratterizzato dalla sofferenza e dal malessere. È una reazione culturalmente attesa nei confronti di un evento. Include tutti i tipi di malessere.

Quale, tra le seguenti affermazioni relative al disturbo mentale, non è corretta: È una reazione culturalmente attesa nei confronti di un evento. Non è sempre caratterizzato da sofferenza e da malessere. Causa stress e disabilità. Non è primariamente il risultato di devianza sociale o conflitto con la società.

La psicologia clinica: Non si avvale del contributo conoscitivo di discipline non psicologiche, come l'epidemiologia, la fisiologia, la ricerca valutativa, la sociologia sanitaria. Non si occupa di prevenzione (primaria e secondaria) del disagio personale. Si contraddistingue per le teorie, i metodi, gli strumenti di intervento finalizzati alle attività di prevenzione, valutazione, abilitazione-riabilitazione e sostegno psicologico. È assimilabile e riconducibile alla psicopatologia.

A partire dagli anni Settanta, nell'ambito della psicologia clinica: Si sviluppano provvedimenti legislativi che consentono il riconoscimento del ruolo dello psicologo clinico. Ci si occupa di testologia. Vi è un declino di interesse per l'attività psicoterapeutica ed uno sviluppo di tecniche di assessment. Ci si interessa prima di valutazione di abilità intellettive, poi di personalità e di problemi affettivi ed emotivi.

Dal secondo conflitto mondiale fino agli anni Sessanta: Vi è un riconoscimento dello psicologo clinico. Gli psicologi non si interessano di attività di assessment. Gli psicologi non si occupano di psicologia applicata. Si sviluppano provvedimenti legislativi che consentono il riconoscimento del ruolo dello psicologo clinico.

La psicologia clinica da fine Ottocento agli anni Quaranta: Si interessa prima di valutazione di abilità intellettive, poi di personalità e di problemi affettivi ed emotivi. Riceve immediatamente spazio in qualità di disciplina autonoma. Non comprende la testologia. Non prevede la concezione organicistica.

. Il DSM-5: Rispetto alle precedenti edizioni del Manuale, include meno riferimenti ai dati oggettivi o strumentali su cui basare la diagnosi. Prevede che il ricorso formale al sistema multi-assiale non sia più necessario. Si basa su un preciso approccio teorico. Rispetto alle precedenti edizioni del Manuale, diminuisce il numero di patologie.

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali: Pone enfasi sulle esperienze del paziente e sul suo contesto interpersonale. È uno strumento che consente di fare diagnosi nosografico-descrittive molto valide. È basato su una diagnosi di tipo dinamico, che tende a sottolineare stati di transizione. Il suo costrutto teorico prevalente colloca il disturbo nell'individuo e attua un'operazione di etichettamento che potrebbe essere patologizzante.

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali: È una classificazione categoriale e suddivide i disturbi mentali sulla base di set di criteri con caratteristiche descrittive. Include l'Asse II, relativo a sindromi di interesse psichiatrico o disturbi clinici. È basato su teorie rispetto all'eziologia e al processo fisiopatologico dei disturbi mentali. Ad eccezione della sua ultima edizione, la 5, si articola in tre assi.

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