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Title of test:
Test controtest pedaspec

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Secondo anno

Author:
AVATAR

Creation Date:
31/03/2023

Category:
University

Number of questions: 90
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Content:
Nei percorsi di formazione il soggetto in condizione di marginalità sociale spesso avverte uno scollamento tra gli argomenti proposti e: la loro utilità nella pratica quotidiana il loro significato la loro utilità a livello cognitivo la scuola.
Nel sistema educativo italiano, la possibilità per gli studenti portatori di disabilità di usufruire di tirocini e stage è: ampia limitata ricca illimitata.
Anche per il piccolo ospite della comunità, come per la sua mamma, va predisposto e perseguito un: progetto educativo individualizzato piano di verifica progetto educativo di comunità piano di lavoro.
L’èquipe dei professionisti operanti in struttura predispone, per ciascun ospite un progetto educativo: individualizzato unico standardizzato globale.
La compromissione, sempre presente nei disturbi dello spettro autistico, è quella relativa: alla competenza motoria all’interazione sociale alla competenza logico-matematica all’intelligenza spaziale.
Secondo il principio “fornire molteplici mezzi per manifestare impegno”, l’apprendimento in classe è un processo di: costruzione di significato costruzione di gruppi di lavoro implementazione valutazione.
La complessità che caratterizza il disagio sociale richiede una condivisione ampia della responsabilità: familiare personale educativa giuridica.
domini nell’ICF sono descritti in due elenchi principali: Funzioni e Strutture Comunicative; Attività e Partecipazione Funzioni e Strutture Corporee; Attività e Relazione Funzioni e Strutture Mentali; Attività e Socializzazione Funzioni e Strutture Corporee; Attività e Partecipazione.
La legge n. 517 del 1977 parla dello svantaggio socioculturale: soltanto all’inizio in nessuna sua parte in molte sue parti in alcune sue parti.
La mancata accettazione dell’esperienza della gravidanza nelle giovani madri disagiate compromette: la frequenza scolastica la situazione economica il rapporto con la famiglia di origine il rapporto madre-figlio.
La sfera cognitiva, nella disabilità sensoriale, in genere: è sempre parzialmente compromessa è irrilevante è compromessa non è compromessa.
Si insiste sulla parola “integrazione” a partire dalla legge: n. 1859 del 1962 n. 118 del 1971 n. 517 del 1977 n. 104 del 1992.
Lo stereotipo, di per sé, NON: è un elemento negativo esiste è un elemento positivo è un elemento importante.
La scuola frequentata dal bambino in condizione di marginalità sociale può essere il luogo in cui intercettare i suoi primi segnali: di comunicazione di disagio di insofferenza di apprendimento.
Nell’intervento formativo rivolto al soggetto marginale occorre ridurre la diffidenza verso la situazione: economica familiare di apprendimento personale.
Circa gli interventi, per la scuola dell’infanzia bisogna precisare che i campi di esperienza si sviluppano ed intrecciano in: percorsi didattici e non in percorsi educativi percorsi propedeutici e non in percorsi didattici percorsi educativi e non in percorsi didattici percorsi educativi e non in percorsi ludici.
Nella componente delle “Funzioni mentali” di ICF troviamo due domini: funzioni mentali centrali e funzioni mentali periferiche funzioni mentali normali e funzioni mentali speciali funzioni mentali globali e funzioni mentali specifiche funzioni mentali semplici e funzioni mentali complesse.
Dainese sottolinea che, nel nostro Paese, le pratiche rivolte a garantire una funzionale collaborazione con le famiglie di origine immigrata, con figli portatori di disabilità: non risultano ancora del tutto consolidate risultano consistenti risultato attualmente bloccate risultano del tutto consolidate.
Il ruolo dei fattori contestuali nell’influenzare il funzionamento e la partecipazione dello studente: non è stato ancora approfondito è irrilevante è ambiguo è innegabile.
La necessità di individualizzare gli interventi sottende, al suo interno, una logica: individualistica comune personalistica efficientistica.
Le occasioni di interazione tra soggetto ed ambiente devono risultare sempre ricche: di persone di guadagno economico di fantasia di stimolazioni.
Progettare, in ambito educativo, significa riuscire ad anticipare: la risposta dell’utenza un indicatore di valutazione un risultato atteso la domanda dell’utenza.
Tra le quattro dimensioni fondamentali del nuovo PEI non è presente: la dimensione della relazione, dell’interazione e della socializzazione la dimensione della valutazione scolastica la dimensione dell’autonomia e dell’orientamento la dimensione della comunicazione e del linguaggio.
Nell’intervento didattico a favore dello studente con disabilità visiva, occorre anche ponderare il ruolo dei meccanismi: di vicarianza espliciti impliciti di difesa.
Lo schermo della LIM diviene per gli alunni spazio condiviso: di calcolo e concettualizzazione automoma di concettualizzazione e azione indiretta di elaborazione e azione pregressa di elaborazione e azione diretta.
La trasmissione di madre in figlia della condizione di giovane madre sola disagiata è: difendibile non dimostrata dal punto di vista scientifico è vera dimostrata dal punto di vista scientifico.
La pedagogia interculturale si sforza di riconoscere il valore delle: identità somiglianze disuguaglianze differenze.
Il progetto individuale è redatto: dalla famiglia dalla scuola dalla ASL dall’ente locale.
Come ha affermato M. Zappa, “chiudere davvero gli istituti” significa soprattutto lavorare sul territorio per costruire, a favore delle famiglie, una politica: di responsabilità condivisa di animazione sociale di partecipazione globale di negoziazione.
Nella pratica didattica e osservativa, l’insegnante può essere soggetto a: stereotipi nervosismo vari tipi di problematiche incomprensioni.
Da una comunità educativa di accoglienza occorre essere dimessi: nei primi due mesi immutati rispetto alla fase di ingresso mutati rispetto alla fase di ingresso nel più breve tempo possibile.
Secondo R. Caldin, se oggi dovessimo indicare che cosa è manchevole nell’integrazione/ inclusione in Italia, essa sarebbe relativa all’area: dell’inclusione della socializzazione della medicalizzazione della garanzia dell’apprendimento.
Per garantire, ai soggetti portatori di disabilità, una vantaggiosa vita scolastica: si deve ignorare la loro diversità è possibile ignorare la loro diversità è obbligatorio ignorare la loro diversità non si deve ignorare la loro diversità.
I principi dell’Universal Design for Learning sono in tutto: quattro tre sei due.
La presenza ed il ruolo dei compagni, per l’allievo con disturbi dello spettro autistico, rappresentano: una risorsa un elemento ininfluente un fattore di criticità un elemento di disturbo.
Per quanto riguarda l'integrazione scolastica, la legge n. 194/1992 ha fissato le basi, per l’allievo portatore di disabilità, di un progetto al tempo stesso: contestualizzati e individualizzato globale e individualizzato individualizzato e circoscritto comprensivo e contestualizzato.
Un fronte sul quale lavorare, per assicurare empowerment al soggetto in condizione di marginalità, è il sostegno: alla motivazione al reddito al linguaggio al suo sistema familiare.
Paradossalmente, più si è svantaggiati e più ci si allontana dalla disponibilità ad affrontare: nuovi cammini ed orizzonti i problemi personali nuovi cammini e persone nuovi percorsi familiari.
Il problema, da parte dell’utenza, della mancata accettazione del percorso comunitario, specie in fase iniziale, è piuttosto: raro saltuario normale frequente.
La prospettiva bio-psico-sociale alla base di ICF identifica, nei fattori contestuali, due grandi ambiti, che interagiscono tra di loro: fattori personali e fattori sociali fattori intrinseci e fattori estrinseci fattori ambientali e fattori personali fattori statici e fattori dinamici.
Una difficoltà di funzionamento della persona genera: una disabilità sensoriale un disturbo specifico dell’apprendimento un bisogno educativo speciale una disabilità intellettiva.
Le disabilità sensoriali implicano una serie di difficoltà nella sfera: cognitiva e sociale motoria e linguistica intellettiva e dell’autonomia personale sociale e dell’autonomia personale.
La specificità del discorso didattico deriva dalla sua imprescindibile esigenza di assumere l’apprendimento in correlazione: all’indottrinamento alla scienza alla pedagogia all’insegnamento.
Il processo formativo verte soprattutto su scelte: relazionali interiori sociali economiche.
Tra i tratti essenziali dell’apprendimento, NON rientra: accrescimento della esperienza personale acquisizione delle informazioni valutazione delle proprie competenze funzionali fruizione personale del dato conoscitivo.
Le misure dispensative sono interventi che consentono all’alunno con DSA di: non svolgere alcune prestazioni rimandare alcune prestazioni riflettere su alcune prestazioni svolgere alcune prestazioni.
Nella pratica professionale quotidiana dell’educatore, non è più ammissibile una assenza, seppur parziale, di: progettualità controllo imprenditorialità serenità.
La lettura ipertestuale rende l’apprendimento: attivo e dinamico sequenziale e lineare sociale e di gruppo divertente e ludico.
La presenza di differenze e di diversità nella scuola è problema a carico: della classe interessata dell’allievo che ne risulta portatore del docente di sostegno dell’intera comunità scolastica.
Le strategie ritenute efficaci per la comprensione del testo degli allievi con DSA si distinguono in: strategie singole e strategie multiple strategie singole e strategie multidisciplinari strategie statiche e strategie dinamiche strategie semplici e strategie complesse.
La LIM può essere parte del generale processo di semplificazione delle attività didattiche, specialmente per quanto riguarda la semplificazione: dell’espressione grafico-pittorica dell’espressione corporea della sostituzione della complessità concettuale.
In caso di disturbi di attenzione, concentrazione e iperattività, i materiali didattici vanno presentati con: rapidità e tempestività appositi strumenti semplicità e ordine complessità e disposizione.
Uno dei maggiori problemi del ritrovarsi incinte in età adolescenziale riguarda probabilmente: la situazione economica legata a questo stato l’elaborazione del progetto di vita l’elaborazione emotiva di questo stato le tensioni di coppia.
Il più importante prerequisito per intraprendere un intervento di CAA è la effettiva presenza di: remote opportunità di comunicazione concrete opportunità di comunicazione vicinanza empatica del pattern comunicativo disturbi della sfera comunicativa.
La marginalità sociale è una forza che inibisce, tra gli altri aspetti, anche la: comunicazione stereotipia diagnosi scolarizzazione.
Le aree privilegiate di intervento attraverso le TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) sugli alunni con ADHD riguardano compiti: strategici, organizzativi, di memoria e di autoregolazione attentivi, organizzativi, di memoria e di autoregolazione attentivi, rievocativi, di memoria e di autobiografia attentivi, organizzativi, di memoria e di autodeterminazione.
La legge che sancisce l’ingresso della parola integrazione all’interno del lessico, non soltanto scolastico, è la: n. 104 del 1992 n. 1859 del 1962 n. 517 del 1977 n. 118 del 1971.
Tra gli obiettivi dell’intervento didattico a favore dello studente con disabilità visiva, vi è anche l’acquisizione di una buona competenza: psicologica relazionale linguistica personale.
I professionisti operanti nelle comunità educative di accoglienza devono primariamente essere disposti: alla valutazione a raccontare alla conversazione all’ascolto.
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo: della sfera sensoriale della sfera motoria dell’autostima dell’autocontrollo.
Per favorire il destino di una giovane madre sola disagiata possono influire: condizioni soggettive e condizioni oggettive condizioni familiari e variabili contestuali condizioni etniche e variabili ambientali condizioni fisiche e variabili contestuali.
Nel caso dell’allievo di origine immigrata, portatore di disabilità, è consigliabile rivedere diagnosi, piano educativo individualizzato, profilo di funzionamento tenendo conto: del carattere dell’allievo delle indicazioni degli operatori socio sanitari della storia del percorso migratorio dell’allievo della capacità di risposta dell’allievo.
Introdurre la dizione “piano educativo individualizzato-progetto di vita” significa aver compreso che occorre: ricordare che l’esistenza del soggetto portatore di disabilità non va oltre l’età della scolarizzazione pensare l’esistenza del soggetto portatore di disabilità oltre l’età della scolarizzazione tenere a mente che il soggetto portatore di disabilità non può fare a meno dell’aiuto degli altri pianificare rigorosamente l’esistenza del soggetto portatore di disabilità.
Nei BES, l’interesse principale dei docenti va rivolto: alle difficoltà presenti alle difficoltà latenti alle potenzialità di ciascun studente alle criticità dell’ambiente.
Nel modello di funzionamento della persona dell’OMS agli estremi superiori e inferiori si trovano: i fattori contestuali e le condizioni scolastiche le condizioni fisiche e i fattori contestuali le condizioni fisiche e i fattori mentali le condizioni familiari e i fattori ereditari.
Le sezioni del PEI più significative per la valorizzazione della prospettiva bio-psico-sociale sono quelle dedicate: al contesto alle strutture mentali ai fattori personali alle strutture corporee.
La classe dell’allievo con disturbi dello spettro autistico può divenire un contesto inclusivo se si adatta facilmente: alle sue peculiari modalità di funzionamento alle sue peculiari crisi comportamentali alle sue difficoltà di apprendimento alle sue peculiari modalità aggressive.
Come avvertono E. Ruspini e F. Bimbi, la povertà femminile è sempre intrecciata ad un percorso di: incoerenza devianza attaccamento dipendenza.
Se si desidera rispondere ai bisogni educativi speciali è necessario attivarsi per sviluppare le risorse: della strumentazione disponibile dei docenti delle scuole degli studenti che ne sono portatori.
Una ricerca internazionale ha messo il luce come le giovani madri sole siano esposte a periodi di dipendenza dall’assistenza pubblica: alternativi brevi più lunghi della media sporadici.
La parola deficit identifica una mancanza: oggettiva e soggettiva soggettiva e congenita oggettiva e non verificabile oggettiva e verificabile.
La formazione è sviluppo del soggetto nella sua: umanità scuola fratellanza vita quotidiana.
A seguito dell’abolizione delle classi differenziali, l’inserimento dei portatori di disabilità nelle classi normali venne da alcuni definito come: selvaggio comune speciale integrato.
Nella comunità educativa di accoglienza, per gli assisti, il benessere diventa una prospettiva esistenziale: scontata già raggiunta in passato da raggiungere irrilevante.
Attualmente, i gruppi classe appaiono sempre meno disposti: dei presidi socio-sanitari soltanto degli allievi portatori di disabilità all’ascolto soltanto degli allievi senza problematiche.
“A questa legge si riconosce l’aver introdotto la parola “inserimento”, per sancire il processo di accoglienza, all’interno delle mura scolastiche, degli allievi con disabilità”. Si tratta della legge: n. 517 del 1977 n. 104 del 1992 n. 118 del 1971 n. 1859 del 1962.
La didattica speciale per una scuola inclusiva inizia necessariamente dal concetto di gestione: del corpo docenti della classe dei metodi degli allievi portatori di disabilità.
Secondo l’Universal Design for Learning, includere significa promuovere: tutti i portatori di disabilità tutti gli allievi la creatività tutte le intelligenze.
La finalità dell’intervento educativo, destinato ai portatori di disagio sociale, punta allo sviluppo in loro di: resilienza differenza resistenza emozione.
Fino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, la convinzione generale era che l'allievo in situazione di disabilità dovesse essere inserito in gruppi di coetanei: normodotati con deficit intellettivi con deficit sensoriali con deficit simili.
La differenza ha sul piano sociale toni e forme molto: opposti identici simili variegati.
Il clima organizzativo: è di ostacolo alla vita di una organizzazione non influenza nessun aspetto della vita di una organizzazione influenza tutti gli aspetti della vita di un’organizzazione influenza soltanto alcuni aspetti della vita di una organizzazione.
Come evidenzia Giullari, le condizioni per imbastire un processo di reciprocità nel sostegno, per la giovane madre sola disagiata, è alquanto: possibile immediato facile improbabile.
La sfida della pedagogia speciale, in materia di progettazione didattica, è di riuscire a coniugare la didattica curricolare alle esigenze dettate: dall’apprendimento dall’inclusione dall’istruzione dall’insegnamento.
Il bambino in condizione di disagio sociale vive l’esperienza scolastica con forte: distacco emotivo entusiasmo coinvolgimento emotivo trasporto.
bisogni educativi presenti in classe oggi sono tra di loro: eterogenei indefiniti simili contraddittori.
Gli strumenti compensativi e le misure dispensative, a favore degli studenti con DSA, trovano la loro ragion d’essere: nei principi di individualizzazione e personalizzazione didattica nella pratica della collegialità nel momento della verifica e della valutazione nel PEI (piano educativo individualizzato).
I soggetti (adulti e bambini) marginali sono in grado di manifestare, nonostante tutto, aree di competenza: inaspettate deficitarie incongruenti note.
La costituzione delle classi differenziali, parallele a quelle comuni, fu giustificata da un intervento, sul deficit, di tipo prettamente: tecnico-sanitario pedagogico educativo differenziale.
L'esposizione ad una lingua dei segni, per il soggetto sordo, produce vantaggi: improbabili probabili irrilevanti indubbi.
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