DAYPO 36-41 SOCIALE
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l paradigma del gruppo minimale è stato messo a punto da: Tajfel e collaboratori (1971). Klandermans e collaboratori (2002). Campbell e colalboratori (1976). Sidanius e collaboratori (1985). La teoria dell'identità sociale è stata descritta da: Klandermans (2002). Tajfel (1981). Sherif (1966). Sidanius (1985). La/Il................................. è quella parte dell'immagine di sé dell'individuo che deriva dalla sua consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale (o a più gruppi), unita al valore e al significato emotivo attribuito a tale appartenenza. discriminazione sociale. identità sociale. partecipazione sociale. categorizzazione sociale. La categorizzazione è definita come: il processo associato alla teoria della frustrazione-aggressività. il processo di classificazione delle persone in quanto membri di gruppi sociali differenti. il processo di modifica delle proprie cognizioni sociali al fine di ridurre la dissonanza cognitiva causata da cognizioni contrastanti tra loro. il comportamento che prevede la discriminazione. Quale affermazione descrive la situazione integruppi minima: Situazione sperimentale secondo cui atteggiamenti e norme sociali si combinano producendo le intenzioni comportamentali, che a loro volta influenzano i comportamenti. Situazione sperimentale secondo cui tutto ciò che ricorda a una persona il suo essere mortale la porta a riaffermare le proprie visioni del mondo più fondamentali, cosa che può avere effetti sia positivi che negativi. Situazione sperimentale secondo cui la convinzione che altre persone, o altri gruppi, stiano meglio di noi dà origine a un senso di insoddisfazione. Situazione sperimentale in cui le persone sono categorizzate, su una base arbitraria e non significante, in gruppi che non hanno alle spalle nessuna storia, né conflitti sul piano degli interessi, né stereotipi già formati. Attraverso ............................., gli autori hanno constatato come il semplice fatto di assegnare gli individui a categorie sociali arbitrarie, sulla base di criteri di definizione dei gruppi puramente formali, sia sufficiente a produrre il favoritismo per il proprio gruppo e la discriminazione nei confronti del gruppo esterno. il paradigma del gruppo minimale. la presenza di norme sociali ingiuntive. la presenza di norme sociali descrittive. la presenza del pensiero di gruppo. Nella sua "teoria del conflitto realistico", Sherif (1962) sostiene che: a uno o più membri del gruppo viene riconosciuta la possibilità di influenzare e motivare gli altri in modo da contribuire al conseguimento degli obiettivi del gruppo. certi tipi di contatto diretto fra appartenenti a gruppi ostili possono ridurre la stereotipizzazione e il pregiudizio. gli obiettivi condivisi tra i gruppi riducono il conflitto intergruppo. provare empatia motiva le persone ad aiutare un altro che ha bisogno, e a farlo unicamente per il suo bene. Secondo Sherif, l'armonia intergruppo può sfociare in un conflitto e poi anche in etnocentrismo quando: i gruppi iniziano a cooperare con l'altro gruppo per raggiungere un obiettivo comune. un gruppo si rende conto dell'esistenza dell'altro. in entrambi i gruppi sono presenti leader molto autoritari e dispotici. i gruppi competono per risorse scarse. La teoria.......................................... spiega il comportamento intergruppo nei termini della natura delle relazioni basate sull'obiettivo che si instaurano tra i gruppi. Gli individui che condividono obiettivi che richiedono interdipendenza tendono a cooperare e a formare un gruppo. del conflitto realistico. della deprivazione relativa. della frustrazione-aggressività. della personalità autoritari. La teoria del conflitto realistico è stata elaborata da: Adorno. Sherif. Pratto. Jost. Indica quale affermazione NON è corretta. Secondo Walker e Smith (2002), la deprivazione relativa: è una conseguenza della frustrazione. sostiene che sarebbe il confronto sociale, e non la realtà oggettiva, a determinare soddisfazione o insoddisfazione delle persone per quello che possiedono. si manifesta quando i risultati ottenuti improvvisamente appaiono non corrispondere alle aspettative. è un segnale che anticipa l'aggressività intergruppo. Le persone e i gruppi, infatti, continuano a competere anche quando sembrano possedere una quantità adeguata di risorse. Segna la risposta NON è corretta: Le persone possiedono più identità sociali, tante quanti sono i gruppi a cui appartengono. è possibile appartenere a un gruppo senza identificarsi con esso. le persone possiedono più identità sociali, ma una sola emerge ed è la più importante. è possibile identificarsi con un gruppo di cui oggettivamente non si fa parte. Secondo Klandermans (2002), la protesta collettiva implica: tutte le opzioni sono corrette. la convinzione che un problema può essere trattato tramite un'azione collettiva. un senso di ingiustizia nel modo in cui le autorità affrontano i problemi sociali. un'identità di gruppo definita. L’ipotesi del contatto: prevede che il pregiudizio aumenti se il contatto avviene fra persone dello stesso gruppo. prevede che il pregiudizio si riduca se il contatto avviene fra persone dello stesso status. prevede che il pregiudizio si riduca se il contatto avviene fra persone dello stesso gruppo. prevede che il pregiudizio si riduca se il contatto avviene fra persone dello stesso sesso. Il processo in cui la risoluzione di un conflitto intergruppo è trasferita a una terza parte, che ha anche il compito di imporre alla parti in causa un accordo reciprocamente vincolante, è definito: conciliazione. arbitrato. mediazione. contrattazione. Allport, a proposito della teoria del contatto, individuò alcune condizioni necessarie affinchè il contatto possa ridurre stereotipi, pregiudizi e discriminazione. Quale, tra le seguenti affermazioni, NON è una di queste condizioni. deve essere presente uno scopo sovra-ordinato. deve esserci uguaglianza di genere. deve esserci reciproca interdipendenza. deve esserci uguaglianza di status. L’ipotesi del contatto: si riferisce ad una strategia di riduzione del pregiudizio intergruppi. si riferisce ad una strategia per ridurre l’aggressività. si riferisce ad un processo di euristica. si riferisce ad un processo di ricognizione sociale. . Le spiegazioni fornite dalle diverse teorie che hanno cercato di spiegare il comportamento aggressivo cadono sempre all'interno di due grandi classi,. biologica e sociale. Tutte le risposte sono corrette. biologica e individuale (caratteristiche di personalità. sociale e culturale. Secondo la teoria............................... l'aggressività umana nasce da un innato istinto di morte, contrapposto all'istinto della vita. della frustrazione-aggressività. psicodinamica. etologica. dell'evoluzione. Bandura e Walters (1963) hanno studiato il modo in cui i bambini imparano a essere aggressivi semplicemente guardando l'aggressività altrui. In quale condizione sperimentale hanno rilevato il più alto tasso di aggressività?. Nessuna delle risposte è corretta. Tra i bambini che osservarono un modello dal vivo. Tra i bambini che osservarono alcune immagini aggressive stampate su cartoncino. Tra i bambini che osservarono un modello dal vivo vestito come un personaggio di un cartone animato. Secondo la teoria dell’apprendimento sociale: l’aggressività è un aspetto innato negli esseri umani. l’aggressività è l’esito di esposizione a modelli violenti. l’aggressività si verifica solo in contesti sociali. l'aggressività può essere causata dalla deprivazione relativa. L'approccio.............. sottolinea aspetti positivi e funzionali della aggressività, ma individua anche che, mentre l'istinto aggressivo è innato, il comportamento aggressivo reale è suscitato da stimoli specifici dell'ambiente, conosciuti come catalizzatori. etologico. psicodinamico. dell'evoluzione. della frustrazione-aggressività. Nei livelli di aggressività sono stati chiamati in causa anche due fattori dell'ambiente fisico: il caldo e l'affollamento. nessuna delle risposte è corretta. l'umidità e le zanzare. l'interno e il maltempo. "Sottocategoria del comportamento prosociale. Si riferisce a un'azione finalizzata al vantaggio altrui più che al proprio". La seguente definizione fa riferimento a: comportamento prosociale. comportamento di aiuto. comportamento altruistico. comportamento proattivo. Il .......................................... è un comportamento con conseguenze sociali positive che contribuisce agli altri benessere fisico e psicologico. comportamento prosociale. comportamento proattivo. comportamento di aiuto. comportamento altruistico. Il modello dei costi-benefici riguarda il modo in cui gli osservatori reagiscono di fronte a qualcuno che ha bisogno. Cosa sostiene il modello?. il modello sostiene che siamo fisiologicamente attivati dalla sofferenza di un'altra persona. tutte le risposte sono corrette. il modello sostiene che prima di prestare aiuto a una vittima vengono valutate le conseguenze delle proprie azioni in modo tale di scegliere di agire in modo da ridurre la propria angoscia personale. il modello sostiene che etichettiamo l'attivazione come emozione anche se non è un processo automatico e specifico. L'empatia è una risposta più probabile quando vediamo una persona sofferente che: è molto calma e ci chiede aiuto gentilmente. si trova in una situazione simile a quella che abbiamo sperimentato noi. ci ricorda che aiutare gli altri è un dovere di tutti. non ci chiede aiuto apertamente. Secondo James Davis (1969), il classico grafico che rappresenta la deprivazione relativa in diversi periodi di tempo si presenta come: una curva a Y. una curva a U sdraiata a destra. una curva a forma di U rovesciata. una curva j. Un'implicazione della ricerca che utilizza il paradigma del gruppo minimale è la seguente: il comportamento intergruppo dovrebbe essere etichettato nel minor numero possibile di modi. per formare un gruppo sono richiesti solo due individui. essere categorizzato come membro di un gruppo è necessario per produrre comportamento intergruppo. l'etnocentrismo dipende dalla presenza del minor numero possibile di gruppi. |