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Title of test:
Test Didaspec7

Description:
Secondo anno

Author:
AVATAR

Creation Date:
19/03/2023

Category:
University

Number of questions: 23
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Content:
La disuguaglianza è conseguenza tragica della incapacità di accogliere la diversità come: valore principio opzione criterio.
Nell’ambito della stessa disabilità visiva, molto differente può essere la percezione della realtà a seconda se si sia: non vedente o ipovedente non vedente o disabile intellettivo ipovedente o disabile intellettivo vedente o ipovedente.
L’educazione costituisce l’insieme degli strumenti necessari per garantire la trasmissione della: scuola cultura formazione società.
La marginalità sociale è una forza che inibisce, tra gli altri aspetti, anche la: comunicazione stereotipia diagnosi scolarizzazione.
La finalità dell’intervento formativo, destinato a soggetti adulti marginali è di: incrementare il loro bagaglio lessicale incrementare il loro bagaglio esperienziale renderli conformi alla convivenza civile renderli conformi alla normalità.
Il problema della diversità in pedagogia si affronta: valorizzando le potenzialità presenti mettendo in dubbio le potenzialità presenti ignorando il deficit definendo il deficit.
Occorre aiutare l’identità personale dell’adulto marginale a divenire disponibile ad accogliere: la realtà il passato la novità il presente.
La specificità del discorso didattico deriva dalla sua imprescindibile esigenza di assumere l’apprendimento in correlazione: all’indottrinamento alla scienza alla pedagogia all’insegnamento.
Nella scuola, gli allievi che presentano disturbi specifici dell’apprendimento: sono in continua crescita sono in diminuzione sono rimasti numericamente invariati negli anni sono la maggioranza.
La progettazione dell'insegnamento è l'analisi della situazione da cui prende avvio l’azione: didattica scolastica di sostegno valutativa.
problemi del vantaggio e dello svantaggio socio economico: sono soltanto in parte di pertinenza della pedagogia speciale potrebbero divenire in futuro di pertinenza della pedagogia speciale non sono di pertinenza della pedagogia speciale sono di pertinenza della pedagogia speciale.
Una importante risorsa per la vita della madre sola disagiata è rappresentata: dalla parentela più prossima dai figli maggiorenni dalla rete amicale da alcuni sussidi economici.
S. Pinnelli (2015) suddivide gli strumenti compensativi a seconda che siano: a tecnologia multimediale o ipertestuale a tecnologia analogica o digitale a tecnologia personale o sociale a bassa o alta tecnologia.
La legge n. 118 del 30 marzo 1971, all’art.28, riconobbe agli allievi in situazione di disabilità il diritto all’educazione: in classe comune negli istituti per portatori di disabilità in ambito familiare in classe differenziale.
Fino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, la convinzione generale era che l'allievo in situazione di disabilità dovesse essere inserito in gruppi di coetanei: normodotati con deficit intellettivi con deficit sensoriali con deficit simili.
Parlare di integralità significa porre l’accento sulla totalità delle esigenze: di sviluppo della persona individualizzanti della persona contingenti della persona socializzanti della persona.
La sfera cognitiva, nella disabilità sensoriale, in genere: è sempre parzialmente compromessa è irrilevante è compromessa non è compromessa.
L'esposizione ad una lingua dei segni, per il soggetto sordo, produce vantaggi: improbabili probabili irrilevanti indubbi.
Il più delle volte la diversità viene vista come: una risorsa un ostacolo un fattore di contesto un bene comune.
In alcune situazioni, la modalità di lavoro individualizzata può escludere l’allievo di altra origine culturale, portatore di disabilità: dall’autovalutazione delle sue competenze dalla considerazione dei docenti dalla vita della classe dalla sua cultura di origine.
La scuola frequentata dal bambino in condizione di marginalità sociale può essere il luogo in cui intercettare i suoi primi segnali: di comunicazione di disagio di insofferenza di apprendimento.
La costruzione di un progetto educativo individualizzato in comunità educativa di accoglienza non può prescindere da un coinvolgimento: dell’assistente sociale dell’ambiente comunitario ospitante del soggetto per il quale viene realizzato del consulente legale dell’utente.
Dainese sottolinea che, nel nostro Paese, le pratiche rivolte a garantire una funzionale collaborazione con le famiglie di origine immigrata, con figli portatori di disabilità: non risultano ancora del tutto consolidate risultano consistenti risultato attualmente bloccate risultano del tutto consolidate.
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