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DIDATTICA DELL'INCLUSIONE (3di7)

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DIDATTICA DELL'INCLUSIONE (3di7)

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Capitoli 13-18

Creation Date: 2025/03/13

Category: Others

Number of questions: 60

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Gli errori più frequenti commessi dai genitori nella gestione del comportamento dei loro figli con DDAI sono: Tendenza ad urlare e sbraitare per i comportamenti positivi del bambino. Concordanza tra i modelli educativi della madre e del padre. Tendenza a lasciar passare troppo tempo prima di intervenire sul comportamento inadeguato. Mancanza di strategie educative di gestione dei comportamenti inadeguati.

Un intervento efficace sui bambini affetti da DDAI prevede un inserimento immediato in un tempo compreso tra i 5 e i 10 secondi dalla manifestazione del comportamento e deve rispettare le seguenti fasi: Dire al bambino di smettere di comportarsi in un certo modo; comunicare in modo chiaro e semplice le conseguenze di quel comportamento; punire il comportamento. Punire il comportamento; dire al bambino di smettere di comportarsi in un certo modo; comunicare in modo chiaro e semplice le conseguenze di quel comportamento. Comunicare in modo chiaro e semplice le conseguenze di quel comportamento; punire il comportamento; dire al bambino di smettere di comportarsi in un certo modo. Punire il comportamento; comunicare in modo chiaro e semplice le conseguenze di quel comportamento; dire al bambino di smettere di comportarsi in un certo modo.

Attualmente esistono diversi gruppi di sostegno per i genitori, il loro obbiettivo è: Far evitare perdite di tempo e inutili preoccupazioni ai genitori dei bambini che hanno appena ricevuto una diagnosi o quelli che non riescono ad ottenere un aiuto efficace. Assistere i genitori nella richiesta degli indennizzi economici che gli spettano ma che sono stati loro rifiutati dal servizio sanitario nazionale per ragioni contro le quali è possibile presentare ricorso. Organizzare conferenze ed incontri aperti ai professionisti del settore e ai genitori. Accrescere la consapevolezza sul DDAI e sulle informazioni correlate, oltre che migliorare la qualità degli interventi offerti ai giovani pazienti con DDAI e alle loro famiglie.

I progetti di Parent-Education e Parent-Training sono stati introdotti intorno agli anni: Ottanta del '900. Sessanta del '900. Novanta del '900. Cinquanta del '900.

Lo strumento del Parent Training aiuta i genitori a: Riflettere su come è strutturato il loro ambiente familiare in modo da poterlo riorganizzare per favorire l'autoregolazione e la riflessività del bambino. Riflettere sul ruolo di genitore in modo da far comprendere al bambino chi è in grado di prendere decisioni all'interno della famiglia. Imparare ad essere genitori perfetti e quindi a possedere le abilità necessarie a risolvere le loro situazioni problematiche. Imparare ad essere più riflessivi, ad adottare metodi educativi coerenti, a possedere le abilità necessarie a risolvere le loro situazioni problematiche.

La figura del terapeuta ha un ruolo di primo piano nella conduzione del parent training. Il suo compito consiste nel: Sostituirsi ai genitori. Fornire soluzioni. Rendere i genitori i veri protagonisti di un processo di formazione e di cambiamento. Aiutare il genitore attraverso una serie di imput al fine di agevolare il processo di accetazione della diagnosi del figlio.

L'intervento terapeutico proposto dallo studioso che lo ha ideato (Hanf) è articolato in due stadi: Nel primo stadio si insegna ai genitori a prestare adeguate attenzioni al figlio quando manifesta comportamenti lievemente disturbanti. Nel secondo stadio si introduce l'uso del timeout, una tecnica punitiva per ridurre i comportamenti inadeguati. Nel primo si insegna ai genitori a prestare attenzioni al figlio quando manifesta comportamenti positivi, e ad ignorare i comportamenti lievemente disturbanti. Nel secondo stadio si introduce l'uso del timeout, una tecnica punitiva per ridurre i comportamenti inadeguati. Nel primo si insegna ai genitori l'uso del timeout, una tecnica punitiva per ridurre i comportamenti inadeguati. Nel secondo stadio si introduce a prestare attenzioni al figlio quando manifesta comportamenti positivi, e ad ignorare i comportamenti lievemente disturbanti. Nel primo si insegna ai bambini a manifestare comportamenti positivi ed evitare i quelli inadeguati. Nel secondo stadio si introduce l'uso del timeout, una tecnica che va a premiare i bambini ogni volta che manifestano i comportamenti positivi.

C. Vio, G. Marzocchi e F. Offredi, autori del Parent Training, hanno individuato sei momenti per la costruzione di un percorso di intervento cognitivo comportamentale per genitori e bambino con disturbo da deficit d'attenzione/iperattività. Individua i primi tre momenti: Durante il primo stadio è necessario determinare nel bambino la presenza o meno del disturbo e il suo livello di gravità. In un secondo momento bisogna individuare le caratteristiche cognitive e comportamentali del bambino, della famiglia e della scuola. Il terzo stadio riguarda l'insegnamento ai genitori di strategie e modalità di interventi utili alla riduzione e/o alla scomparsa dei comportamenti problematici. Nel primo stadio si coinvolge la scuola perché essa rappresenta un contesto della vita del bambino nel quale i comportamenti sono particolarmente frequenti. Nel secondo stadio bisogna individuare le caratteristiche cognitive e comportamentali del bambino e della famiglia. Nel terzo stadio bisogna insegnare ai genitori strategie e modalità di interventi utili alla riduzione e/o alla scomparsa dei comportamenti problematici. Durante il primo stadio è necessario preparare il bambino e i genitori agli eventuali cambiamenti che potranno verificarsi attraverso l'intervento con i genitori. Nel secondo stadio bisogna insegnare ai genitori strategie e modalità di interventi utili alla riduzione e/o alla scomparsa dei comportamenti problematici. Nel terzo stadio si rimandano i genitori a dei colloqui di controllo e verifica del lavoro svolto. Nel primo stadio è necessario determinare nel bambino la presenza o meno del disturbo e il suo livello di gravità. In un secondo momento bisogna individuare le caratteristiche cognitive e comportamentali del bambino, della famiglia e della scuola.Nel terzo stadio si rimandano i genitori a dei colloqui di controllo e verifica del lavoro svolto.

Il trainer familiare deve tener conto di due aspetti, quali: L'aspetto cognitivo e quello di formazione. L'aspetto formativo e comportamentale. L'aspetto educativo e quello comportamentale. L'aspetto educativo e quello di formazione.

Il prof. Russel Barkley, noto studioso di DDAI, suggerisce 10 principi guida che i genitori di un bambino con deficit di attenzione/iperattività dovrebbero osservare nella gestione quotidiana del proprio figlio. Individua il primo e l'ultimo tra: Fornire al bambino feedback e ricompense immediate-Usare incentivi prima della punizione. Usare incentivi prima della punizione-Prevedere le situazioni problematiche. Fornire al bambino feedback e ricompense immediate-Applicare il perdono. Applicare il perdono-Dare al bambino feedback più frequenti.

I movimenti del bambino nel primo anno di vita consistono prevalentemente: Reazioni pensate. Reazioni innate. Riflessi condizionati. Riflessi innati.

Il riflesso di Moro persiste da: 0 a 4 mesi. 4 a 6 mesi. 0 a 1 mese. 2 a 3 mesi.

Verso i tre mesi il neonato è capace di: Strisciare per terra. Rimanere seduto. Esprimersi con il movimento. Orientare il capo.

A sei mesi il bambino: Cammina con precipitazione. Rimane seduto. Striscia per terra. Orienta il capo.

A nove mesi il bambino riesce a: Rimanere seduto senza sostegno. Camminare con precipitazione. Orientare il capo. Esprimersi mediante il movimento.

A diciotto mesi il bambino riesce: A mantenere l'equilibrio con un solo piede. Ad esprimersi mediante il movimento. A comminare con precipitazione. A scendere e salire le scale.

A due anni e mezzo il bambino: Riesce ad esprimersi mediante il movimento. Mantiene facilmente l'equilibrio con un solo piede. Cammina con precipitazione. Riesce a camminare.

L'azione del rotolare consiste nel far ruotare il corpo introno all'asse longitudinale, ciò favorisce la scoperta di sensazioni: Tattili. Visive. Percettive. Motorie.

Nelle fasi dello sviluppo posturale il bambino vero l'ottavo mese riesce: A tenersi in piedi. A mantenere l'equilibrio nella posizione eretta. A mantenere la testa dritta sul collo. Ad acquistare la posizione seduta.

La lateralizzazione è: Lo sviluppo della parte destra del corpo. Il progressivo sviluppo di una parte dominate del corpo rispetto all'altra. La dominanza netta della destra che coinvolge la mano. La dominanza della sinistra che coinvolge il piede.

La Monoplegia è: La forma più comune di paralisi interessante il braccio, la gamba e la faccia di un lato del corpo. La perdita della forza o paralisi di tutti i muscoli di un solo arto. La perdita della forza o paralisi di entrambe le gambe. La paralisi isolate di uno o più gruppi muscolari.

La Parapelgia è: La perdita della forza o paralisi di entrambe le gambe. La perdita della forza o paralisi di tutti muscoli di un solo arto. La forma più comune di paralisi interessante il braccio, la gamba e la faccia di un lato del corpo. Paralisi muscolari senza alterazioni documentabili nel nervo o nel muscolo.

La Quadriplegia è: La perdita di forza di tutti e quattro gli arti. La perdita della forza o paralisi di tutti i muscoli di un solo arto. La paralisi isolate di uno o più gruppi muscolari. La paralisi isterica.

L'Emiplegia è: La paralisi isterica. La perdita della forza o paralisi di tutti i muscoli di un solo arto. La paralisi isterica. Interessa la sola metà del corpo.

L'emisfero sinistro ha il compito di: Vagliare il materiale non verbale. Analizzare i dati in entrata nel cervello. Vagliare il materiale verbale. Analizzare i dati nella memoria breve.

L'emisfero destro ha il compito di: Vagliare il materiale verbale. Vagliare il materiale non verbale. Analizzare i dati in entrata nel cervello. Analizzare i dati nella memoria a lungo termine.

Il danno cerebrale può essere: Congenito. Acquisito. Momentaneo e congenito. Congenito che acquisito.

Il disturbo Tay-Sach è uno dei principali esempi di: Lipoidosi cerebrale. Disturbo recessivo. Disturbo degenerativo. Paralisi Spastica.

Il Disturbo di Alper è un esempio di disturbo caratterizzato: Dalla degenerazione del cervelletto. Da Lipoidosi cerebrale. Dalla presenza della paralisi spastica. Dalla degenerazione della materia grigia.

L'atassia di Friedreich è un disturbo recessivo con sintomi che si manifestano tra i: Sette ed i quindici anni. Due ed i cinque mesi. Due ed i sei anni. Uno ed i tre anni.

Le Sincinesie sono movimenti: Volontari e si verificano da soli. Involontarie si verificano da soli. Volontari che si verificano assieme a quelli involontari disturbandoli. Involontari che si verificano assieme a quelli volontari disturbandoli.

La sindrome del torpore si delinea come opposta all'instabilità poiché: La quantità del movimento appare ridotta. La qualità del movimento appare ridotta. L'alternanza dei movimenti sono disconnessi. L'esecuzione dei movimenti sono in sequenza e regolari.

La lateralizzazione sinistra può essere una componente: Non ereditaria. Ereditaria. Invalidante. Temporanea.

Il termine psicomotricità indica l'interazione tra: Lo sviluppo delle competenze motorie e lo sviluppo psicologico generale. Il sistema nervoso centrale e quello periferico. Lo sviluppo delle competenze linguistiche e cognitive. Lo sviluppo delle competenze cognitive e verbali.

La paratonia consiste nella incapacità di: Sviluppare competenze in ambito tecnico. Rilasciamento involontario dei muscoli. Rilasciamento volontario prima dell'iniziativa. Organizzare l'ambiente di apprendimento.

La patologia può intervenire a livello neuromotorio quando sono presenti: Difficoltà delle reazioni automatiche, prassiche e relazionali. Difficoltà di abilità manipolatorie, prassiche e grafiche. Disturbi del movimento relazionali, grafologici e motori. Disturbi del tono muscolare, dei riflessi e delle reazioni automatiche.

L'infantilismo motorio è causato da: Un'immaturità del sistema nervoso. Un'immaturità morfo-funzionale dell'encefalo. Difficoltà relazionale. Inefficienza comunicativa.

La lateralità incrociata si verifica quando si ha: L'uso prevalente della mano destra e dell'occhio sinistro e viceversa. L'uso prevalente della mano sinistra e del piede destro. L'uso della destra e dell'occhio sinistro. L'uso dell'occhio sinistro e della mano sinistra.

Nei soggetti con lateralità incrociata sono frequenti i disturbi: Nell' organizzazione ambientale. Nella manipolazione. Nell'organizzazione lineare. Nell'organizzazione sequenziale.

Le patologie della percezione e del corpo si verificano in tutti quei casi in cui: Le afferenze visive risultano compromesse. Le afferenze sensoriali risultano compromesse. Si manifestano difficoltà motorie. Si manifestano difficoltà cognitive.

Il gioco è '…quell' attività d' espressione spontanea grazie alla quale il bambino attraverso il corpo, il movimento, compie azioni adeguate al raggiungimento di uno scopo, esprime i suoi stati d' animo, sviluppa comportamenti che favoriscono la comunicazione e la relazione con coetanei ed adulti, in definitiva arriva ad un' adeguata autodeterminazione della propria identità…', tale espressione è di : Jean Piaget. Sigmund Freud. Jean Le Boulch. Maria Montessori.

I materiali del setting psicomotorio sono scelti: Dai genitori. Dal bambino. Dall'esperto in psicometria. Dal medico neurologo.

Il primo ad esaltare l'attività del gioco nell'attività psicomotoria è stato: Maria Montessori. Jean Piaget. Sigmund Freud. Howard Gardner.

Una delle caratteristiche del setting psicomotorio è: L'ordine. Il disordine. La grandezza. La luminosità.

I cuscini e i materassi, come scelta dei materiali del setting psicomotorio favoriscono il passaggio: Dal gioco di gruppo a quello individuale. Dal gioco individuale a quello di gruppo. Dal gioco simbolico a quello senso motorio. Dal gioco senso motorio a quello simbolico.

Il gioco psicomotorio si sviluppa intorno ai: 2 anni. 1 anno. 9 anni. 10 anni.

La psicomotricità in Italia incominciò a delinearsi: Alla fine degli anni '60. Negli anni '80. Alla fine degli anni '70. Negli anni '90.

La prima associazione di psicomotricisti nacque in Lombardia nel: 1978. 1975. 1968. 1940.

Le Equipes create affinché collaborassero all' integrazione degli alunni handicappati furono create in alcune regioni italiane nel: 1978. 1958. 1972. 1963.

Aucouturier afferma che nella relazione tra lo psicomotricista e il bambino un ruolo importante viene svolto: Dalla relazione. Dal sentimento. Dalla simpatia. Dall'empatia.

La psicomotricità è: Una proposta da contestualizzare, presentare e realizzare in ambito scolastico sotto forma di attività ludica. Una proposta da contestualizzare, presentare e realizzare in ambito educativo sotto forma di didattica laboratoriale. Una proposta laboratoriale che viene proposta ai ragazzi che hanno deficit di attenzione/iperattività. Una proposta da contestualizzare, presentare e realizzare in ambito comportamentale.

Secondo Balduzzi il laboratorio didattico è inteso come un luogo: Dove non è possibile favorire la crescita cognitiva del bambino. Fisico con giochi. Dove i bambini interagiscono. Fisico e sociale attrezzato.

Il riconoscimento della relazione spaziale destra-sinistra avviene grazie alla conquista di: Capacità psicomotorie e di una adeguata consapevolezza del proprio corpo. Esperienze quotidiane del bambino. Contrassegni stimolanti per il bambino. Un pieno controllo del proprio corpo.

La didattica laboratoriale ha il merito di: Stimolare e mettere in moto motivazioni e necessità, nonché di originare nuovi bisogni e nuove motivazioni, che si qualificano come dei veri e propri interessi formativi. Originare nuovi bisogni sempre più importanti ma che possono diventare col tempo veri e propri problemi. Stimolare e mettere in moto motivazioni e necessità, nonché di conoscere nuove persone. Stimolare e mettere in moto motivazioni e necessità, usando i libri come canale di apprendimento.

Gardner sostiene che il corpo assume una valenza: Percettiva che non comprende potenzialità sensoriali,ma solo percettive e fisiche in un complesso sistema di processi e stili cognitivi. Concettuale che comprende una parte sensoriale ed una fisica, il tutto inserito in un complesso sistema di processi e stili cognitivi. Cognitiva che comprende potenzialità sensoriali, percettive e fisiche in un complesso sistema di processi e stili cognitivi. Cognitiva che comprende potenzialità sensoriali, percettive e fisiche in un sistema naturale.

I recettori sensoriali rappresentano: I canali attraverso i quali i soggetti entrano in contatto con la parte più sensibile di loro stessi. Gli strumenti per verificare le conoscenze e le competenze che ciascun soggetto acquisisce. Gli strumenti per verificare le capacità sensoriali di ciascun soggetto. I canali attraverso i quali i soggetti entrano in contatto con l'ambiente.

Individua le tre tipologie di laboratorio che, secondo Leonardo Trisciuzzi,possono essere adatte a contestualizzare l'esperienza motoria: I laboratori didattici, motori e scientifici. I laboratori didattici, relazionali ed espressivi. I laboratori espressivi, motori e scientifici. I laboratori relazionali, motori ed espressivi.

La progettazione di attività di laboratorio deve nascere dall'esigenza di favorire nei soggetti competenze più complesse, come: Orientarsi in modo confuso. Relazionarsi con culture diverse. Prendere decisioni in condizioni di piena sicurezza. Possedere un pensiero stereotipato.

Il laboratorio motorio deve comprendere: La sensorialità, la spazialità e l'attività motoria del laboratorio. L'oggettualità, la sensorialità e l'attività motoria. L'oggettualità, la spazialità e l'attività propria del laboratorio. L'attività motoria, la soggettività e l'attività propria del laboratorio.

La conoscenza globale ed analitica del corpo è il presupposto indispensabile perché il bambino possa interagire con l'ambiente e con gli altri e proseguire nel processo di apprendimento. In una prima fase è necessario: Comprendere pienamente il ruolo che i vari segmenti corporei svolgono nelle azioni quotidiane. Conoscere le caratteristiche e le potenzialità del proprio corpo. Sollecitare l'attenzione del bambino con azioni rivolte alla conoscenza di aspetti particolari del proprio corpo. Sollecitare l'attenzione del bambino verso il proprio corpo e le parti che lo compongono.

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