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Didattica e pedagogia speciale

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Didattica e pedagogia speciale

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did e ped speciale

Creation Date: 2025/01/09

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La prassia. Può essere definita “la capacità di agire in modo intenzionale e coordinato mediante un insieme di associazioni neuromotorie”. È un processo psichico che riduce l’efficacia del pensiero. Indica un disordine esecutivo. Riguarda la messa in atto di una prestazione sportiva elevatamente efficace.

Dall’organizzazione neurologica, inizialmente emerge. L’intelligenza. La prevalenza motoria. L’empatia. Il linguaggio.

L’organizzazione neurologica. È costituita da una serie di vie orizzontali e trasversali. Rallenta il processo di mielinizzazione degli assoni. Si concretizza nella costruzione di automatismi e funzioni esecutive. Non consente di far emergere la prevalenza motoria.

Ha studiato “La natura centrale del movimento per la formazione della mente”. J.S. Bruner. A. Oliverio. E. Damiano. T. G. Decarié.

La rete associativa motorio – spaziale è costituita da: Aree frontali e temporali. Aree parietali e occipitali. Aree parietali posteriori e strutture sottocorticali. Aree temporali e occipitali.

Il livello alto del sistema motorio è costituito: Corteccia motoria e tronco encefalico. Tronco encefalico e midollo spinale. Corteccia associativa e gangli della base. Corteccia motoria e cervelletto.

Le condotte motorie di base. Sviluppano la relazione efficace. Coordinano l’esecuzione laterale del movimento. Organizzano il comportamento sinestetico. Favoriscono le impressioni tattili.

Il cervelletto: Non è un elemento integrante dei Sistema Nervoso Centrale. È escluso dalle procedure di sincronizzazione delle azioni, demandate ad altre strutture nervose. È responsabile della successione ordinata del tempo. Non è responsabile del coordinamento motorio.

Nella lateralità crociata naturale: Le azioni vengono avviate, spesso con dominanza a destra. Il soggetto tende a usare indifferentemente i due arti. Gli arti superiori sono controlaterali agli arti inferiori. L’esecuzione delle azioni avviene con dominanza destra o sinistra a seconda del compito da svolgere.

La Dislateralità. È una condizione di mancata, ritardata o anomale dominanza laterale. Si presenta solo nelle forme definite “lateralità in ritardo fisiologico”. Non incide sull’organizzazione spazio – temporale dell’allievo. Si profila parzialmente attorno ai cinque anni.

Il sistema crociato umano. Dà luogo a condizioni funzionali che si manifestano con molte diversità. È un fenomeno umano da tenere in considerazione nell’organizzazione del sistema motorio, ma non di quello cognitivo. Appartiene, come caratteristica, solo all’essere umano. Favorisce l’esecuzione ordinata, sfruttando al massimo le identiche simmetrie dei due emisferi.

La rilevazione della dominanza emisferica degli allievi. Favorisce gli apprendimenti stimolo – risposta. Orienta la progettazione degli interventi compensativi e dispensativi. Consente di conoscere le peculiarità di attivazione degli apprendimenti di ogni singolo allievo. Consente di definire le zone prossimali di sviluppo.

L’emisfero destro ha il compito di. Processare situazioni note. Strutturare l’azione a livello temporale. Analizzare i particolari di una determinata situazione. Favorire l’acquisizione degli aspetti globali dell’ambiente.

L’emisfero sinistro si potenzia. Su sollecitazione dei processi visuo – spaziali. Ogni volta che viene riprodotto un comportamento. Nell’analisi di situazione nuove e ignote. Con la creatività.

Gli stili di apprendimento si riferiscono. Alle personali procedure di trasferimento delle informazioni nella memoria a lungo termine. All’elaborazione della conoscenza. Alla prima registrazione dell’informazione. Alla personale capacità di risoluzione dei problemi.

Il lato Gestalt. Non analizza le relazioni spaziali dell’informazione. Favorisce l’acquisizione dei dettagli dell’informazione. Non provoca eccitazione emotiva, nel momento dell’acquisizione dell’informazione. È il primo emisfero a svilupparsi.

Per creare significati, il cervello, inizialmente, ricorre. Al linguaggio. All’intelligenza. Alla memoria. Ai recettori sensoriali.

Secondo il principio dell’Unità Bio – Psico – Operante. Una piattaforma corporea costruisce le dimensioni biologiche e psicologiche. Una piattaforma operativa costruisce lo sviluppo della dimensione psicologica. Una piattaforma biologico – corporea costruisce la dimensione psicologica. Una piattaforma psicologica costruisce la dimensione corporea.

La mente incorporata fa riferimento. A una visione sistemica dell’organismo. Alla costruzione della conoscenza, separata dall’azione. All’idea di una mente costituita da una sola base psicologica. A una personalità caratterizzata da funzioni che non interagiscono fra di loro.

La neuropsicologia prende corpo dagli studi di. L. Vygotskij. J. Bruner. J. Piaget. P. Broca.

Autore che ha integrato la ricerca neuropsicologica mediante la valorizzazione dell’approccio clinico. A. Oliverio. T.G. Decarié. E. Damiano. J.S. Bruner.

Il neo – cognitivismo favorisce la nascita di una piattaforma della mente. Medica. Sociologica. Psicoanalitica. Biologica.

La lettura. Non avviene per predizione. È supportata dal solo lavoro mentale. Non è legata al possesso del lessico. Avvia un duplice processo percettivo – motorio.

L’esercizio della scrittura. Non coinvolge la corteccia prefrontale. Avviene grazie alle condotte motorie di base. È governato da condotte neuro-percettivo- motorie. È accelerato dall’utilizzo del carattere stampato maiuscolo.

L’apprendimento delle abilità scolastiche. È direttamente dipendente dalla costruzione del comportamento funzionale. È un processo automatico e programmato nell’essere umano. Non è legato allo sviluppo della percezione. Coinvolge alcune parti del cervello.

Il “Terzo pedagogico”. È costituito da spazi, tempi, mezzi e strumenti della didattica. Rappresenta l’aiuto della teoria pedagogica alla didattica. Detta i tempi della lezione. Riguarda l’organizzazione della programmazione didattica.

La didattica come esercizio del pensiero. Utilizza pratiche comportamentiste. Allontana l’allievo dalle pratiche costruttiviste. Genera un apprendimento funzionale allo sviluppo. Si sviluppa attraverso una serie di istruzioni programmate.

Un insegnamento formativo richiede. Una focalizzazione esclusiva sugli interessi dei singoli. A monte una programmazione didattica. La non considerazione dei bisogni dei singoli, per consentire alla didattica di sviluppare un programma di insegnamento. Un approccio didattico con lavori diversi e alternati.

L’oggetto culturale. Riguarda i processi di apprendimento comportamentisti. Deve trasformarsi in “oggetto significativo”. Rappresenta lo studio dei contenuti umanistici. Emerge dalle attività di verifica.

Secondo il paradigma cognitivista. La costruzione della conoscenza è opera esclusiva del docente. Tutti gli allievi hanno un unico profilo cognitivo. Non è importante considerare i legami affetti nella costruzione della conoscenza. La Teoria dello sviluppo affianca la Teoria dell’educazione.

La didattica, inserita in una prospettiva pedagogica, nel ‘900 si orienta verso. L’Apprendimento per stimolo e risposta. Il Connettivismo. La ricezione della conoscenza data dal docente. La partecipazione passiva alla lezione.

La didattica. Rappresenta l’arte dell’insegnamento, ma non i problemi connessi ad esso. Non riguarda l’organizzazione scolastica. Organizza il processo di apprendimento, ma non quello della valutazione. Crea un’interazione fra il soggetto e l’oggetto dell’apprendimento.

Affinché possano svilupparsi le competenze funzionali, è necessario. Applicare una valutazione oggettiva. Sollecitare la metacognizione. Allontanare gli allievi dal lavoro cooperativo. Rendere oggettivo il processo di apprendimento.

Secondo Elio Damiano. Il Terzo pedagogico non richiede una progettazione inziale. L’azione dell’educando è necessaria, non accessoria. L’agire educativo è un processo che riguarda il docente. Il Terzo pedagogico non rientra nell’azione educativa.

Le discipline. Non devono sviluppare la transdisciplinarietà. Non prevedono riferimenti comuni. Non sono connesse ai contesti. Devono operare in parziale sovrapposizione.

L’insegnamento. Può essere definito un’azione sul sapere. È sempre rivolto ai prodotti della mente. È una pratica educativa oggettiva. È un processo statico.

L’insegnamento cognitivista. Non focalizza sulle conoscenze pregresse. È metacognitivo. Ritiene il lavoro con i concetti dannoso, in quanto caratterizzato dall’attuazione di processi di apprendimento lenti e frammentati. Non riguarda le procedure di apprendimento significativo.

Per “ottimismo educativo” si intende. Una visione della scuola come “ambiente misurativo degli apprendimenti”. Grande fiducia nella forza formativa dell’istruzione. Un invito ad organizzare rigidi stili didattici. Una visione positiva dell’istruzione programmata.

La pedagogia culturale. Non riguarda l’interpretazione dei significati degli eventi. Allontana l’apprendimento dalla pratiche costruttiviste. Separa il processo educativo dai contesti in cui si esercita. Focalizza sull’apprendimento di codici simbolici.

Autore che ha legato la didattica cognitivista al contesto spazio – temporale. Bandura. Skinner. Watson. Shweder.

La spirale apprenditiva. Non è interattiva. Sollecita le conoscenze pregresse attraverso la verbalizzazione. Ritiene l’apprendimento un processo meccanico. È espressione di una logica della quantità.

La didattica cognitivista. Non fa riferimento agli stili di elaborazione della conoscenza. Non fa riferimento agli stili di apprendimento. Non separa l’apprendimento dalla conoscenza. Ha una visione manipolatoria degli schemi mentali.

Il Cognitivismo. Ritiene non insegnabile le pratiche di autoregolazione del comportamento. Favorisce la nascita di una didattica basata su meccanismi di rinforzi. Ritiene necessarie, per l’apprendimento, le tecniche basate su stimolo – risposta. Attribuisce alla mente la capacità di ideazione.

L’indagine cognitivista. Riserva progressiva attenzione ai processi mentali. Non lega la costruzione della conoscenza ai processi culturali. Riserva progressiva attenzione ai prodotti mentali. Allontana il processo di apprendimento dalle pratiche costruttiviste.

Il Conceptual Change”. Una procedura educativa di consolidamento delle idee. Un format per il potenziamento delle memorizzazioni pregresse. Rappresenta un processo di perturbazione dei concetti. Una tecnica per annullare le dissonanze cognitive.

L’aiuto come atteggiamento educativo fa riferimento a. Hull. Titchener. Rousseau. Tolman.

Secondo il concetto di “apprendimento significativo”. Il docente deve posizionarsi sempre a livello asimmetrico rispetto all’allievo. La didattica per concetti rallenta gli apprendimenti. Le conoscenze pregresse devono essere integrate attraverso una rielaborazione attiva dell’allievo. È necessario non utilizzare la didattica metacognitiva.

Si definiscono “competenze funzionali”. Le capacità corporee, ma non quelle psichiche. Le capacità linguistiche. Le sole capacità intellettive. Tutte le funzioni della personalità.

L’educazione allo sviluppo. Si concretizza in azioni statiche di insegnamento. Aiuta a modificare le proprie conoscenze. Prevede una partecipazione passiva del discente. Non si iscrive nella categoria della relazione di aiuto.

Nell’ottica di un aiuto alla persona funzionale. L’azione educativa deve interessare tutte le dimensioni della personalità. È necessario focalizzare le azioni educative sulla cultura. Gli apprendimenti vanno costantemente misurati. Deve essere potenziata la competenza affettivo – emotiva.

Nella relazione educativa si richiede al docente. Di misurare costantemente gli apprendimenti. Di non focalizzare sui bisogni dell’individuo per consentire alla didattica di procedere verso l’apprendimento disciplinare. La trasmissione di conoscenze ai singoli. La capacità di progettare l’azione educativa.

Secondo un’ottica pedagogica. L’inziale incontro fra docente e discente si presenta all’interno di una relazione asimmetrica. È necessario cogliere, attraverso l’osservazione, le peculiarità del soggetto in apprendimento prima di avviare la relazione di aiuto. L’inziale incontro fra docente e discente si presenta all’interno di una relazione simmetrica. È sufficiente, per avviare una relazione di aiuto, analizzare solo i processi mentali dei singolo.

Secondo i principi della relazione di aiuto. Il sostegno al singolo può avvenire senza una preventiva osservazione della sua condizione. L’agire mentale è un processo oggettivo e lineare. Per aiutare i singoli in difficoltà, è necessario dispensarli dal fare. Ogni allievo è dotato di un proprio agire mentale.

La relazione di aiuto. Non è un concetto di astrazione psicologica. Nasce in ambito sociologico. Include il senso delle pratiche educative. Non è un concetto che deriva dalla pedagogia clinica.

L’agire didattico. Deve semplificare il funzionamento della mente umana. Non riguarda l’organizzazione scolastica. È sempre legato alla progettazione dell’insegnamento. È orientato dalle teorie dell’apprendimento.

La maestria dell’insegnamento. Fa riferimento alla metafora del “navigare a vela”. Non è necessario che venga applicata con il coinvolgimento emotivo del docente. Non ritiene utile ragionare quotidianamente sulle azioni educative. Risiede nel programmare all’inizio dell’anno scolastico le lezioni disciplinari.

La didattica come dialogo e mediazione. Focalizza sulla quantità del lavoro da proporre ai discenti. Richiede al docente di inseguire lo stato mentale dell’allievo. Sottolinea come l’apprendimento non sia sensibile agli stati dell’Io. Ritiene l’insegnamento non mutevole, ma rigido.

In base al principio epigenetico dello sviluppo umano, la didattica è orientata. Alla quantità del lavoro assegnato ai discenti. Alla riduzione del lavoro da assegnare ai singoli e al ricorso alle misure dispensative. Alle caratteristiche funzionali prevalenti del gruppo classe. Alla singolarità dei processi mentali.

Secondo E. Erikson, lo sviluppo psichico. Non risente delle interazioni significative. Obbedisce a leggi interne di sviluppo. Non è legato all’epigenetica. Dipende da una cultura generale e non differenziata.

L’agire didattico professionale. Si basa sulle richieste quantitative dello studio. Deve garantire lo sviluppo cognitivo. Prevede una successione di stimoli e risposte. È legato alla programmazione degli obiettivi.

La didattica narrativa. È stata molto criticata da Freud. È una pratica che si è concretizzata a partire dal Novecento. Si basa esclusivamente sul racconto scritto. Si basa sul racconto dell’agire umano.

Per Elio Damiano, la “logica dell’azione”. È tipica del periodo infantile. Non consente di costruire “concetti pratici”. Appartiene al periodo adolescenziale. È sinonimo di “logica astratta”.

Sempre all’interno di una visione cognitivista, il concetto costituisce. Una mera accumulazione del sapere. Una “capacità cognitiva”. Una capacità meccanica di apprendimento. Un ostacolo alla generalizzazione della conoscenza.

Secondo l’approccio cognitivista, il concetto può essere definito uno “schema mentale”, ovvero. Abilità in grado di utilizzare le informazioni pregresse, ma non di assimilare quelle nuove. Abilità ripetibile automaticamente. Abilità legata al solo contesto scolastico. Abilità non attivabile in più situazioni.

Storicamente l’assunzione del concetto risale. Alla cultura greca. Al periodo dell’Illuminismo. All’Umanesimo. Al Medioevo.

Secondo Dewey i concetti rappresentano. Rappresentazione mentale di una categoria. Prima sistemazione della conoscenza. Significati tipo, modelli di riferimento. Forme di organizzazione dei dati dell’esperienza.

Si definisce concettualizzazione. Il momento di approfondimento dei concetti. La fase di associazione dei concetti. Il percorso cognitivo mediante il quale l’individuo acquisisce concetti. La procedura di articolazione dei concetti.

Nella condizione di Bisogno Educativo Speciale. Il riferimento all’informazione come concetto, limita il ricorso all’esperienza. La didattica per concetti rallenta il ragionamento. Non deve essere applicata la didattica per concetti. L’acquisizione della competenza concettuale, consente di semplificare il reale.

I concetti possono essere posti. Solo in gerarchie illineari. Solo in gerarchie lineari. In gerarchie lineari e illineari. In assenza di gerarchie tassonomiche.

Per Piaget e Bruner, il concetto. Non si lega a ipotesi concettuali pre -esistenti. È una forma di conoscenza statica. Non è orientato da un’idea iniziale. È l’esito di un processo di classificazione.

La consapevolezza del proprio operato. Non va potenziata in condizione di bisogno educativo speciale. Si sviluppa nel periodo infantile. Riguarda un principio cardine delle pratiche comportamentiste. Appartiene alla fase adolescenziale.

Secondo l’approccio metacognitivo, il docente è invitato. All’utilizzo di strumenti compensativi. Al potenziamento dell’autoregolazione degli allievi. Alla trasmissione quantitativa dei contenuti disciplinari. Alla sollecitazione meccanica delle conoscenze pregresse.

Il campo della metacognizione consente di connettere le componenti. Affettive, motivazionali e sociali. Intellettive e percettive. Linguistiche e motorie. Relazionali e apprenditive.

Lo studio sulla metacognizione si deve principalmente a. K. Lashley. M. Meyer. E. Miller. H. Flavell.

Con lo studio della metacognizione, si delinea. La diffusione dell’istruzione programmata. L’approfondimento delle pratiche di Mastery Learning. L’apertura verso la Teoria della mente. La focalizzazione sulle competenze non cognitive.

È possibile trovare sinergie fra l’approccio metacognitivo e. La mediazione cognitiva di R. Feuerstein. La teoria del Mastery Learning. La teoria dell’apprendimento sociale di Bandura. Il condizionamento operante di B. Skinner.

L’attività cooperativa. È sinonimo di lavoro collettivo. È organizzata in modo spontaneo. Favorisce l’agire cognitivo. È utilizzata, principalmente, per il potenziamento della socializzazione.

Ha scritto: “… il Cooperative Learning è un metodo di conduzione della classe che mette in gioco nell’apprendimento le risorse degli studenti”. E. Damiano. M. Comoglio. J. Piaget. A. Bandura.

L'Istruzione Studented Centred fa riferimento a. Al lavoro coopertivo. Alle tecniche di Mastery Learning. Una didattica centrata sull'allievo. Una programmazione a obiettivi minimi.

L’attuale assetto della Pedagogia Speciale è caratterizzato dal “prendersi cura”, ovvero. Dall’organizzazione di una presa in carico che fa riferimento alla classificazione ICIDH. Dall’adozione di un modello bio – psico – sociale. Dall’adesione ai principi del Comportamentismo. Dal riferimento a un modello bio – medico.

La Legge 180, del 13 maggio 1978. Chiude i servizi socio – sanitari territoriali. Inserisce l’assegno di sostegno sociale. Chiude i manicomi. Rende obbligatorio il trattamento farmacologico.

Nell’antica Roma, il pater familias aveva la facoltà. Di sopprimere i figli nati sordi. Di sopprimere i figli nati e rientranti nella categoria dei deminitus (inferiori). Di sopprimere i figli nati non vedenti. Di sopprimere i figli nati con deformazioni fisiche.

Secondo gli studi di Tamara Zappaterra, il disabile nell’antichità. È stato incluso nella società. Non era emarginato, solo se dimostrava forza fisica. Per essere ammesso alla vita sociale, doveva possedere una perfezione estetica. Ha vissuto una situazione di “apparente non esistenza”.

Agli esordi della storia dell’uomo, l’attenzione alla disabilità si riferisce. Agli idioti. Ai minorati della vista e dell’udito. Ai pazzi. Ai soggetti con disabilità motoria.

Il pensiero pedagogico speciale si configura. In riferimento alla partecipazione dei singoli nei contesti di vita. Con scarsa focalizzazione sull’istruzione scolastica. Senza la dovuta attenzione agli inserimenti lavorativi dei disabili. Attraverso uno sbilanciamento verso forme di assistenza.

La Pedagogia Speciale dalla fine dell’800. Orienta il proprio impegno verso la sola scienza medica. Lascia alla pedagogia generale il compito di porre rimedio ad alcuni tipi di deficienze. Delimita i temi propri della pedagogia generale. Si allontana dalle altre scienze umane.

Lascia alla pedagogia generale il compito di porre rimedio ad alcuni tipi di deficienze. Alle disabilità sensoriali. Agli idioti. Alle disabilità motorie. Alla follia.

La Pedagogia Speciale Professionale può essere definita. Scienza del comportamento umano. Scienza umana. Scienza psicologica. Scienza dell’istruzione.

Il passaggio dalle pratiche assistenziali e quelle del “prendersi cura”, è dovuto alla messa in campo del modello. Bio – psico – sociale. Psicoanalitico. Bio – medico. Gestaltico.

Menomazione e disabilità nella storia dell’umanità si delineano passando. Dalla soppressione di ogni forma di disabilità. Dall’assistenza. Dall’emarginazione. Dall’accoglienza.

In Italia le politiche di recupero dei soggetti hanno come protagonista. Maria Montessori. Franco Basaglia. Dario Janes. Andrea Canevaro.

Le pratiche educative della presa in carico si affermano nel. ‘600. ‘700. ‘900. ‘800.

Con Itard si avvia un approccio alla persona disabile. Esclusivamente medico. Religioso. Globale. Settoriale.

Secondo Itard, la base funzionale dell’individuo è. Intellettiva. Corporea e sensoriale. Comunicativa. Affettivo – sociale.

Le riflessioni pedagogiche di Itard si collocano all’interno di una pedagogia che ha assunto un assetto. Religioso. Orientato a valori militari. Non scientifico. Laico.

Itard per “corredo tecnologico” intende. La predisposizione degli ambienti di apprendimento. La costruzione di materiali simili agli attuali strumenti compensativi. Le attuali misure dispensative. Il supporto all’educazione dato dall’area medica.

Secondo la Montessori, la mente del bambino. È una facoltà inconscia. Non costruisce spontaneamente le proprie esperienze. Non attraversa periodi sensibili di sviluppo. Si costruisce attraverso l’istruzione programmata.

Maria Montessori costruisce un teorema della “presa in carico” dei soggetti in età evolutiva, con esplicito riferimento a. J. Esquirol. B. A. Morel. P. Pinel. J. M. G. Itard.

Con l’aforisma “Il bambino padre dell’uomo”, la Montessori. Orienta il lavoro verso l’indagine psicoanalitica. Apre all’indagine neurologica dell’infanzia. Focalizza i propri studi sulle caratteristiche dell’uomo adulto. Anticipa i principi propri del Comportamentismo.

L’educazione montessoriana si profila come. Metodo. Sistema educativo. Aiuto a favore dell’uomo. Programma di apprendimento.

Le azioni educative montessoriane, si avviano. Dai sensi. Dal ragionamento. Dal linguaggio. Dalla stimolazione dell’intelligenza.

Il PCTO fonda il suo valore educativo. Sull’esperienza lavorativa. Sullo sviluppo di conoscenze, ma di tipo non collaborativo. Sull’assistenza dei soggetti in condizione di disabilità. Sull’acquisizione delle competenze lavorative in modalità virtuale.

Secondo il D. Lgs n.66/2017 il PEI individua strategie. Assistenziali. Misurative. Inclusive. Finalizzate al miglioramento del solo rendimento scolastico.

Per l’ICF il “funzionamento”. È un termine ombrello. Non dipende dai fattori contestuali (ambienti, strutture). Indica gli aspetti negativi dell’interazione tra individuo e ambiente. È definito dalla diagnosi medica.

L’ICF. Classifica in base alle malattie. Fornisce una diagnosi medica. Focalizza sulle conseguenze delle malattie. Classifica le componenti della salute.

Secondo l’ICF, uno stato “correlato” della salute è. La possibilità di ricevere assistenza. La possibilità di ricevere, al bisogno, un sostegno psicologico. L’accesso alle cure mediche. L’istruzione.

Rispetto alla Classificazione ICIDH (1980), l’ICF. Classifica la sola malattia organica. Avvia l’indagine eziologica. Non focalizza sulle malattie. Sposta la classificazione dal funzionamento.

Quale scopo non rientra fra quelli dell’ICF?. Fornire uno schema sistematico di codici per i sistemi informativi internazionali. Fornire una base scientifica alla comprensione ed allo studio della salute e degli stati ad essa correlati. Accettazione di linguaggi diversi per avviare le procedure. Consentire il confronto fra i dati raccolti, in diversi paesi, da discipline differenti.

Nell’ICF, all’interno della voce “attività e partecipazione”, rientrano. Le funzioni sensoriali. Apprendimento e applicazione della conoscenza. Gli atteggiamenti. Le funzioni mentali.

Quale intervento non converge sullo stato di normalizzazione?. L’accettazione del proprio stato. Il benessere psico – fisico individuale. La convivenza con la propria disabilità. L’assenza di un progetto di vita.

L’integrazione scolastica. Non sollecita la partecipazione degli allievi. Si caratterizza come relazione di aiuto. È sostituita dall’inclusione. È sinonimo di “inserimento”.

L’inclusive education. È un processo di accoglienza per i soggetti con disturbi specifici. Riguarda solo gli studenti disabili. Non interessa solo gli allievi con disabilità. È una procedura educativa per la presa in carico dello spettro autistico.

I lobi occipitali. Presiedono ai processi sensoriali e all’attenzione. Presiedono alla percezione acustica. Presiedono alla visione. Controllano il comportamento.

I lobi temporali. Controllano il comportamento. Presiedono alla visione. Presiedono alla percezione acustica. Presiedono ai processi sensoriali, all’attenzione e al linguaggio.

Le cellule della Glia. Non generano potenziali d’azione. Non proteggono il cervello dalle malattie. Non esercitano il controllo dell’attività elettrica. Non svolgono attività di difesa immunitaria.

Il cervelletto. È regolatore della successione nel tempo. Non controlla il movimento. È attivo nel linguaggio, ma non nella sua visualizzazione. Non è connesso con le aree motorie.

I lobi frontali. Presiedono ai processi sensoriali. Controllano il comportamento. Presiedono alla percezione acustica. Presiedono alla visione.

I lobi parietali. Presiedono ai processi sensoriali, all’attenzione e al linguaggio. Presiedono alla visione. Presiedono alla percezione acustica. Controllano il comportamento.

L’organizzazione neurologica segue un filone scientifico aperto da. C. H. Delacato. S. Freud. A. Bandura. C. Rogers.

Il Telencefalo. È formato da talamo, ipotalamo e ghiandola pineale. È costituito dagli emisferi cerebrali. Non contiene i gangli della base. Svolge le stesse funzioni del romboencefalo.

Si definisce sinapsi “inibitrice”. Un aumento della frequenza di scarica, da parte del neurone ricevente. Un blocco automatico dell’attività neuronale. Una riduzione della scarica, da parte del neurone ricevente. Il potenziale d’azione del neurone ricevente.

L’organizzazione neurologica. Non perfeziona la compensazione funzionale. Favorisce l’esecutività del linguaggio. Consente il trasferimento dei soli messaggi sensoriali visivi. Non migliora i fattori psicomotori.

Nelle disfunzioni dei circuiti cerebrali, a livello motorio si rileva. Un disordinato controllo della respirazione. Tendenza all’improvvisazione del ragionamento. Difficoltà percettive. Disprassia.

Secondo il concetto di “organizzazione neurologica”, gli automatismi. Regolano il comportamento umano. Non consentono l’organizzazione spazio – temporale delle azioni. Riguardano solo gli schemi motori. Sono definiti “processi di ordine superiore”.

Il concetto di “organizzazione neurologica” sottolinea. L’efficacia delle pratiche comportamentiste di stimolo – risposta. L’importanza dei circuiti neuronali. La funzione equilibratrice del comportamento ad opera dell’inconscio. Il ruolo dell’intelligenza nel funzionamento umano.

Le funzioni esecutive sono definite. Processi cognitivi consci di ordine superiore. Atti esclusivamente sequenziali. Schemi motori. Atti semplici segmentali.

La disprassia è. Un deficit motorio. Un deficit intellettivo. Un disordine riferibile alla funzioni esecutive. Un disturbo specifico di apprendimento.

La disprassia ideativa. È un disordine posturale. È un disordine nella produzione dei concetti. È un disordine che provoca difficoltà nella sintassi del linguaggio. È un disordine nella messa in atto delle azioni.

Nelle abilità sociali, il disprassico. È rapido nel recepire messaggi verbali prolungati. È lento nel prendere la parola, durante le conversazioni di gruppo. Assume con facilità il ruolo di leader. Manifesta sempre sicurezza comportamentale.

I soggetti disprassici presentano sempre. Rapidità nell’incipit. Disabilità motoria. Disabilità intellettiva. Disordini spazio – temporali.

Sintomo precoce di disprassia visibile a cinque anni. Lentezza motoria. Mutismo selettivo. Rapidità esecutiva. Deficit intellettivo.

Le sindromi quantitative hanno come indicatore. La qualità esecutiva. Il disordine. Il disturbo. Il deficit.

Le sindromi qualitative hanno come indicatore. La durata dell’azione di adattamento. Il livello di interessamento del disturbo di personalità. La diversità funzionale. Il deficit.

Quale elemento non rientra nella “strutturazione dell’intelligenza” secondo Piaget?. La seriazione. La numerazione. La classificazione. La risposta al rinforzo.

Quale capacità non rientra fra quelle che caratterizzano un disturbo qualitativo?. La velocità esecutiva. L’organizzazione spaziale. L’organizzazione temporale. L’intelligenza.

Nel disturbo d’ansia generalizzato. L’ansia è percepita come “disastro inevitabile”. L’ansia provoca l’incapacità a fronteggiare gli eventi futuri. L’ansia provoca una paura patologica. L’ansia investe la totalità delle esperienze quotidiane.

La Disabilità Intellettiva è un concetto introdotto. Dall’ICD – 10. Dal DSM IV. Dal DSM 5. Dall’ICF.

Il soggetto con Disabilità Intellettiva manifesta. Tendenza all’eccessiva valorizzazione personale. Buona capacità di giudizio, ma in presenza di lentezza esecutiva. Indipendente dagli altri, nei contesti di vita. Un comportamento rigido.

Convenzionalmente, si parla di Disabilità Intellettiva quando il valore dei Q.I. è inferiore a. 89. 96. 100. 70.

Nella Disabilità Intellettiva Moderata si rileva. Sufficiente tenuta sintattica della verbalizzazione. Inadeguate abilità comunicative. Un danno organico al Sistema Nervoso Centrale. Presenza di deficit motori.

Secondo E. Morin. Per lo sviluppo dell’intelligenza, è fondamentale sollecitare la riflessione. È necessario sviluppare l’interesse e non la consapevolezza del proprio operato. Il momento crociale, nello sviluppo dell’intelligenza, si realizza con la conquista della “permanenza dell’oggetto”. La metacognizione non rappresenta un guadagno formativo.

Secondo H. Gardner, in presenza di Disabilità Intellettiva, risultano inficiate. L’intelligenza intrapersonale e cinestesica. La sola intelligenza logico – matematica. L’intelligenza linguistica e logico – matematica. L’intelligenza interpersonale e spaziale.

La Sindrome da x Fragile appartiene all’area. Delle sindromi causate dall’epigenetica. Dei disturbi del neurosviluppo. Dei disturbi di personalità. Delle sindromi qualitative.

Nella Sindrome da X Fragile, sul piano della comunicazione, si rileva. Adeguata coordinazione della respirazione durante la produzione del linguaggio verbale. Normale capacità articolatoria delle parole. Ritardo del linguaggio. Regolare intonazione.

Nella Sindrome da X Fragile, sul piano delle relazioni sociali si rileva. Assenza di ansia. Adeguato controllo emozionale. Una competenza maggiore delle competenze spaziali, rispetto a quelle verbali. Una forma di linguaggio “tangenziale”.

Nell’X Fragile un tratto tipico sul piano somatico è rappresentato da. Orecchie corte. Viso allungato. Fronte bassa. Viso allargato.

Nella Sindrome da X Fragile è possibile notare con una certa frequenza. Sufficiente organizzazione della dominanza emisferica. Instabilità nel movimento. Adeguata sensibilità uditiva. Equilibrio tattile.

Nell’X Fragile è possibile rilevare una comorbidità con. Disturbo bipolare. Schizofrenia. Psicosi. L’epilessia.

A livello eziologico, nella Sindrome da X Fragile si rileva. La presenza di un terzo cromosoma 21. Una riduzione progressiva di un tratto del DNA. Una rottura del braccio corto del cromosoma X. L’assenza della proteina FMRP.

A livello epidemiologico, la Sindrome da X Fragile. Interessa in percentuale maggiore le femmine. Si presenta con lo stesso rapporto di percentuale in entrambi i sessi. Interessa in percentuale maggiore i maschi. Interessa maggiormente il sesso maschile, senza la ripetitività familiare.

Il termine “X Fragile” deriva dalla osservazioni di. Leo Kanner. Herbert Lubs. John Langdon Down. Martin – Bell.

La comunicazione con il sordo richiede. Di muovere la testa, durante l’interazione. Di non posizionarsi, durante il dialogo, con gli occhi all’altezza del suo viso. Di parlare al soggetto, senza avere il proprio viso illuminato dalla luce. Una distanza ottimale durante la conversazione.

Per far acquisire abilità ai soggetti con disabilità sensoriale. È necessario abbandonare la sollecitazione funzionale e ricorrere agli strumenti compensativi. Deve essere avviato un progetto che intervenga sulla condizione attuale e non sui margini di miglioramento. È utile fare riferimento alla zona di sviluppo prossimale di Vygotskij. È sufficiente applicare procedure di stimolo – risposta.

Le distrofie muscolari. Possono condurre il soggetto alla paralisi. Non provocano atrofie. Non sono ad andamento cronico. Hanno sempre un decorso benigno.

La distrofia di Becker (DMB). Provoca debolezza muscolare, ma non atrofia. Colpisce prevalentemente il sesso femminile. È una forma più invalidante, rispetto al disturbo muscolare di Duchenne. È secondaria alla degenerazione dei muscoli scheletrici.

Le patologie motorie più frequenti dell’età evolutiva sono. Le lesioni cerebellari. Le dislalie. Le disartrie. Le distrofie.

I disturbi della funzione motoria possono essere divisi in. Patologie all’apparato periferico e al sistema nervoso centrale. Lesioni alle aree motorie e alle aree cerebrali deputate alla motricità. Disfunzioni dei gangli della base e dell’ippocampo. Disfunzioni della corteccia e del cervelletto.

Le disartrie. Fanno riferimento ai disordini del linguaggio non verbale. Rallentano l’eloquio. Non limitano la fonazione. Sono provocate dalla sola condizione spastica.

Il disturbo muscolare di Duchenne. Crea invalidità solo sul piano osseo. È una patologia muscolare, quasi esclusivamente maschile. Non compromette la tenuta posturale. È una patologia muscolare che colpisce prevalentemente il sesso femminile.

Secondo l’approccio pedagogico. Deve essere escluso, dal progetto educativo, il potenziamento dell’organizzazione delle prassie. L’intervento non deve essere rivolto alla sollecitazione psicomotoria. L’intervento deve essere rivolto esclusivamente alle componenti cognitive. Ogni azione motoria deve essere sollecitata, affinché generi adattamento.

Attenzioni educative finalizzate all'adattamento scolastico. Prestazione cognitiva, comunicazione e ambiente di apprendimento. Linguaggio, ambiente di apprendimento, memoria di sequenza. Intelligenza, sensorialità, ambiente di apprendimento. Percezione visiva, intelligenza, linguaggio.

Per Doppia Diplopia si intende. Un disturbo del controllo motorio a livello dei quattro arti, con un emilato più colpito. Disturbo del controllo motorio a livello dei quattro arti, ma prevalentemente agli arti inferiori. Disturbo del controllo motorio a livello del tronco e dei quattro arti. Disturbo del controllo motorio a livello di un emilato corporeo.

Il trattamento educativo delle PCI, è necessario focalizzare l’intervento. Sulla normalizzazione della motricità. Sul potenziamento dell’intelligenza. Sull’espressione individuale del movimento. Sulla fisioterapia passiva.

La PCI Atetosica è causata. Da un disturbo ai lobi frontali. Da un trauma cerebellare. Da un danno ai Gangli della Base. Da una lezione alla corteccia motoria.

Le PCI possono essere classificate in base. Ai disturbi del tono muscolare. All’età in cui si manifesta la disabilità. Al danno genetico. Al livello di disabilità intellettiva.

Costituisce una disfunzione extrapiramidale della PCI. La produzione frammentata del linguaggio verbale. La difficoltà di memorizzazione. La perdita dei movimenti automatici. Il rallentamento del ragionamento.

Gli allievi a obiettivi differenziati. Vengono valutativi solo in base a quanto progettato nel Piano Educativo Individualizzato (PEI). Non sono ammessi agli esami di stato. Hanno la possibilità di conseguire il diploma. Non sono ammessi agli esami conclusivi della scuola secondaria di primo grado.

Il neuroscienziato A. Galaburda ha individuato nei DSA. Anomalie nel flusso elettrico cerebrale. Difficoltà nel processamento cognitivo. L’interessamento dell’area di Broca. Un disturbo fonologico.

Autore della Teoria magnocellulare. J. Stein. A. Fawcett. F. Ramus. G. Stella.

La Teoria del Disturbo fonologico. Fa riferimento ai disordini del cervelletto. Ritiene responsabile dei DSA la difficoltà nella conversione grafema – fonema. Invita ad analizzare nei soggetti con DSA i disordini della dominanza laterale. Considera i DSA un problema prevalentemente motorio.

Attualmente, nello studio delle cause epigenetiche dei DSA. Vengono indagate le procedure didattiche. Prevale l’indagine sul microbiota. Si fa riferimento ai problemi di socializzazione. Si analizzano gli ambienti culturali di appartenenza.

La Classificazione ICF descrive i DSA. Con una focalizzazione esclusivamente sull’apprendimento delle abilità scolastiche. In base al funzionamento generale del soggetto. Attraverso una separazione fra l’apprendimento e l’esercizio delle abilità scolastiche. Con una focalizzazione esclusivamente sull’esercizio delle abilità scolastiche.

Nei DSA le eccellenze prestazionali rientrano in tre aree. Intuizione, memorie procedurali, creatività. Immaginazione, pianificazione, intuizione. Creatività, immaginazione, intuizione. Creatività, intuizione, pianificazione.

Nei DSA le difficoltà rientrano in tre aree. Disturbi intellettivi, sociali e motivazionali. Disturbi motori, psicologici e di personalità. Disordini esecutivi procedurali, di pianificazione e relazionali. Disturbi fonologici, motori e sociali.

Autori della Teoria del Deficit Cerebellare. Geschwind, Sartori. Tallal, Hynd. Nicolson, Fawcett. Hangman, Galaburda.

I DSA. Influiscono sulla capacità di apprendimento, in assenza di patologie neurologiche. Si generano a causa di un danno sensoriale. Sono causati dalla disabilità intellettiva. Scaturiscono da un deficit di memoria.

La mente dislessica. Può essere considerata un disturbo delle prassie. Presenta disabilità intellettiva. Non è caratterizzata da un disordine pervasivo, ma solo settoriale. Ha una spiccata capacità organizzativa.

Il disturbato lavoro delle funzioni esecutive. Blocca l’intelligenza. Non intacca la capacità di pianificazione delle azioni. Limita prevalentemente l’esecuzione motoria. Limita la cognitività.

Le funzioni esecutive. Svolgono compiti intellettivi. Durante il corso della vita, non sono soggette a rimodulazione. Si sviluppano dal 120° mese. Emergono nell’età della maturità.

Nell’osservazione dei possibili segnali DSA, nel 1974 Mucchielli e Burcier invitavano all’analisi. Del grado culturale del soggetto. Dell’intelligenza. Dello schema corporeo. Del linguaggio.

La disattenzione e l’iperattività possono manifestarsi come. Minorità. Diversità funzionale. Deficit. Malattia mentale.

La categoria dello Spettro Autistico si afferma nel. DSM IV. DSM 5. ICD 9. ICF.

Secondo la Teoria Prassico – Motoria le difficoltà nella comprensione del testo. Sono riferibili a deficit intellettivi. Interessano esclusivamente la memoria di lavoro. Rendono incerta l’attivazione dell’attenzione. Sono legate alle carenze culturali.

L’acronico D.D.D.D. indica la relazione fra. Disturbo, Disfluenza, Dislateralità, Disprassia. Disprassia, Dislessia, Dislateralità, Disordine. Deficit, Disprassia, Dislessia, DIslateralità. Disprassia, Disfluenza, Dislateralità, Disordine.

Secondo la Teoria Prassico – Motoria le difficoltà nell’area numerica. Rallentano la messa a disposizione degli automatismi. Coinvolgono esclusivamente la capacità strategica di risoluzione del problema. Possono essere riferite a una limitata capacità intellettiva. Non coinvolgono il richiamo delle regole.

Le strategie di potenziamento linguistico. Hanno carattere motivazione. Sono rivolte all’attivazione del pensiero verbale. Hanno una funzione di stabilizzazione della lateralità. Favoriscono le relazioni sociali.

La Teoria Cognitivo – Motoria si orienta. Sulle alterazioni cerebrali. Sull’organizzazione delle funzioni esecutive. Sulle disfunzioni causate dai mediatori chimici. Sulle disfunzioni metaboliche.

La Teoria Cognitivo – Motoria riconosce nello Spettro Autistico. Un deficit nelle abilità motorie. Un disordine nelle funzioni esecutive. Un disturbo esclusivamente percettivo. Una disabilità intellettiva.

Secondo la Teoria Prassico – Motoria le difficoltà nella scrittura. Non coinvolgono le coordinazioni grafo - motorie. Si manifestano durante l’utilizzo del carattere corsivo. Coinvolgono esclusivamente la motricità fine. Impediscono di mantenere il ritmo del dettato.

Secondo la Teoria Prassico – Motoria le difficoltà nella lettura. Non coinvolgono il processo di scorrimento verso destra. Sono riferibili al possesso di un’intelligenza non adeguata all’età. Consentono di mantenere la rapidità nel cambio di riga (andare a capo). Riducono la capacità di previsione del testo.

Il percorso prassico adattivo sequenziale fa riferimento. Alla logopedia. All’Unità Bio – Psico – Operante. Alla psicologia della forma. Alle pratiche psicoterapiche.

Un allievo gifted. è portatore di disabilità. Ha particolari abilità sociali. rientra nei soggetti con bisogni educativi complessi. è plusdotato.

Acronimo che rappresenta le difficoltà comunicative. DL. NAS. BSC. BCC.

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