option
Questions
ayuda
daypo
search.php

Didattica e Pedagogia Speciale Prof. Spezzi pt.1

COMMENTS STATISTICS RECORDS
TAKE THE TEST
Title of test:
Didattica e Pedagogia Speciale Prof. Spezzi pt.1

Description:
Domande fino alla lezione 24 compresa !!

Creation Date: 2024/06/06

Category: Others

Number of questions: 112

Rating:(1)
Share the Test:
Nuevo ComentarioNuevo Comentario
New Comment
NO RECORDS
Content:

La Prassia: Può essere definita “la capacità di agire in modo intenzionale e coordinato mediante un insieme di associazioni neuromotorie”. È un processo psichico che riduce l’efficacia del pensiero. Indica un disordine esecutivo. Riguarda la messa in atto di una prestazione sportiva elevatamente efficace.

Dall’organizzazione neurologica, inizialmente emerge. L’intelligenza. La prevalenza motoria. L’empatia. Il linguaggio.

L’organizzazione neurologica. È costituita da una serie di vie orizzontali e trasversali. Rallenta il processo di mielinizzazione degli assoni. Si concretizza nella costruzione di automatismi e funzioni esecutive. Non consente di far emergere la prevalenza motoria.

Ha studiato “La natura centrale del movimento per la formazione della mente”. J.S. Bruner. A. Oliverio. E. Damiano. T. G. Decarié.

La rete associativa motorio – spaziale è costituita da: Aree frontali e temporali. Aree parietali e occipitali. Aree parietali posteriori e strutture sottocorticali. Aree temporali e occipitali.

Il livello alto del sistema motorio è costituito: Corteccia motoria e tronco encefalico. Tronco encefalico e midollo spinale. Corteccia associativa e gangli della base. Corteccia motoria e cervelletto.

Le condotte motorie di base. Sviluppano la relazione efficace. Coordinano l’esecuzione laterale del movimento. Organizzano il comportamento sinestetico. Favoriscono le impressioni tattili.

Il cervelletto: Non è un elemento integrante dei Sistema Nervoso Centrale. È escluso dalle procedure di sincronizzazione delle azioni, demandate ad altre strutture nervose. È responsabile della successione ordinata del tempo. Non è responsabile del coordinamento motorio.

Nella lateralità crociata naturale: Le azioni vengono avviate, spesso con dominanza a destra. Il soggetto tende a usare indifferentemente i due arti. Gli arti superiori sono controlaterali agli arti inferiori. L’esecuzione delle azioni avviene con dominanza destra o sinistra a seconda del compito da svolgere.

La Dislateralità: È una condizione di mancata, ritardata o anomale dominanza laterale. Si presenta solo nelle forme definite “lateralità in ritardo fisiologico”. Non incide sull’organizzazione spazio – temporale dell’allievo. Si profila parzialmente attorno ai cinque anni.

Il sistema crociato umano: Dà luogo a condizioni funzionali che si manifestano con molte diversità. È un fenomeno umano da tenere in considerazione nell’organizzazione del sistema motorio, ma non di quello cognitivo. Appartiene, come caratteristica, solo all’essere umano. Favorisce l’esecuzione ordinata, sfruttando al massimo le identiche simmetrie dei due emisferi.

La rilevazione della dominanza emisferica degli allievi: Favorisce gli apprendimenti stimolo – risposta. Orienta la progettazione degli interventi compensativi e dispensativi. Consente di conoscere le peculiarità di attivazione degli apprendimenti di ogni singolo allievo. Consente di definire le zone prossimali di sviluppo.

L’emisfero destro ha il compito di: Processare situazioni note. Strutturare l’azione a livello temporale. Analizzare i particolari di una determinata situazione. Favorire l’acquisizione degli aspetti globali dell’ambiente.

L’emisfero sinistro si potenzia. Su sollecitazione dei processi visuo – spaziali. Ogni volta che viene riprodotto un comportamento. Nell’analisi di situazione nuove e ignote. Con la creatività.

Gli stili di apprendimento si riferiscono. Alle personali procedure di trasferimento delle informazioni nella memoria a lungo termine. All’elaborazione della conoscenza. Alla prima registrazione dell’informazione. Alla personale capacità di risoluzione dei problemi.

Il lato Gestalt. Non analizza le relazioni spaziali dell’informazione. Favorisce l’acquisizione dei dettagli dell’informazione. Non provoca eccitazione emotiva, nel momento dell’acquisizione dell’informazione. È il primo emisfero a svilupparsi.

Per creare significati, il cervello, inizialmente, ricorre. Al linguaggio. All’intelligenza. Alla memoria. Ai recettori sensoriali.

Secondo il principio dell’Unità Bio – Psico – Operante: Una piattaforma corporea costruisce le dimensioni biologiche e psicologiche. Una piattaforma operativa costruisce lo sviluppo della dimensione psicologica. Una piattaforma biologico – corporea costruisce la dimensione psicologica. Una piattaforma psicologica costruisce la dimensione corporea.

La mente incorporata fa riferimento: A una visione sistemica dell’organismo. Alla costruzione della conoscenza, separata dall’azione. All’idea di una mente costituita da una sola base psicologica. A una personalità caratterizzata da funzioni che non interagiscono fra di loro.

La neuropsicologia prende corpo dagli studi di: L. Vygotskij. J. Bruner. J. Piaget. P. Broca.

Autore che ha integrato la ricerca neuropsicologica mediante la valorizzazione dell’approccio clinico: A. Oliverio. T.G. Decarié. E. Damiano. J.S. Bruner.

Il neo – cognitivismo favorisce la nascita di una piattaforma della mente: Medica. Sociologica. Psicoanalitica. Biologica.

La lettura: Non avviene per predizione. È supportata dal solo lavoro mentale. Non è legata al possesso del lessico. Avvia un duplice processo percettivo – motorio.

L’esercizio della scrittura: Non coinvolge la corteccia prefrontale. Avviene grazie alle condotte motorie di base. È governato da condotte neuro-percettivo- motorie. È accelerato dall’utilizzo del carattere stampato maiuscolo.

L’apprendimento delle abilità scolastiche: È direttamente dipendente dalla costruzione del comportamento funzionale. È un processo automatico e programmato nell’essere umano. Non è legato allo sviluppo della percezione. Coinvolge alcune parti del cervello.

Il “Terzo pedagogico”: È costituito da spazi, tempi, mezzi e strumenti della didattica. Rappresenta l’aiuto della teoria pedagogica alla didattica. Detta i tempi della lezione. Riguarda l’organizzazione della programmazione didattica.

La didattica come esercizio del pensiero: Utilizza pratiche comportamentiste. Allontana l’allievo dalle pratiche costruttiviste. Genera un apprendimento funzionale allo sviluppo. Si sviluppa attraverso una serie di istruzioni programmate.

Un insegnamento formativo richiede: Una focalizzazione esclusiva sugli interessi dei singoli. A monte una programmazione didattica. La non considerazione dei bisogni dei singoli, per consentire alla didattica di sviluppare un programma di insegnamento. Un approccio didattico con lavori diversi e alternati.

L’oggetto culturale: Riguarda i processi di apprendimento comportamentisti. Deve trasformarsi in “oggetto significativo”. Rappresenta lo studio dei contenuti umanistici. Emerge dalle attività di verifica.

Secondo il paradigma cognitivista: La costruzione della conoscenza è opera esclusiva del docente. Tutti gli allievi hanno un unico profilo cognitivo. Non è importante considerare i legami affetti nella costruzione della conoscenza. La Teoria dello sviluppo affianca la Teoria dell’educazione.

La didattica, inserita in una prospettiva pedagogica, nel ‘900 si orienta verso: L’Apprendimento per stimolo e risposta. Il Connettivismo. La ricezione della conoscenza data dal docente. La partecipazione passiva alla lezione.

La didattica: Rappresenta l’arte dell’insegnamento, ma non i problemi connessi ad esso. Non riguarda l’organizzazione scolastica. Organizza il processo di apprendimento, ma non quello della valutazione. Crea un’interazione fra il soggetto e l’oggetto dell’apprendimento.

Affinché possano svilupparsi le competenze funzionali, è necessario: Applicare una valutazione oggettiva. Sollecitare la metacognizione. Allontanare gli allievi dal lavoro cooperativo. Rendere oggettivo il processo di apprendimento.

Secondo Elio Damiano: Il Terzo pedagogico non richiede una progettazione inziale. L’azione dell’educando è necessaria, non accessoria. L’agire educativo è un processo che riguarda il docente. Il Terzo pedagogico non rientra nell’azione educativa.

Le discipline: Non devono sviluppare la transdisciplinarietà. Non prevedono riferimenti comuni. Non sono connesse ai contesti. Devono operare in parziale sovrapposizione.

L’insegnamento: Può essere definito un’azione sul sapere. È sempre rivolto ai prodotti della mente. È una pratica educativa oggettiva. È un processo statico.

L’insegnamento cognitivista: Non focalizza sulle conoscenze pregresse. È metacognitivo. Ritiene il lavoro con i concetti dannoso, in quanto caratterizzato dall’attuazione di processi di apprendimento lenti e frammentati. Non riguarda le procedure di apprendimento significativo.

Per “ottimismo educativo” si intende: Una visione della scuola come “ambiente misurativo degli apprendimenti”. Grande fiducia nella forza formativa dell’istruzione. Un invito ad organizzare rigidi stili didattici. Una visione positiva dell’istruzione programmata.

La pedagogia culturale: Non riguarda l’interpretazione dei significati degli eventi. Allontana l’apprendimento dalla pratiche costruttiviste. Separa il processo educativo dai contesti in cui si esercita. Focalizza sull’apprendimento di codici simbolici.

Autore che ha legato la didattica cognitivista al contesto spazio – temporale: Bandura. Skinner. Watson. Shweder.

La spirale apprenditiva: Non è interattiva. Sollecita le conoscenze pregresse attraverso la verbalizzazione. Ritiene l’apprendimento un processo meccanico. È espressione di una logica della quantità.

La didattica cognitivista: Non fa riferimento agli stili di elaborazione della conoscenza. Non fa riferimento agli stili di apprendimento. Non separa l’apprendimento dalla conoscenza. Ha una visione manipolatoria degli schemi mentali.

Il Cognitivismo: Ritiene non insegnabile le pratiche di autoregolazione del comportamento. Favorisce la nascita di una didattica basata su meccanismi di rinforzi. Ritiene necessarie, per l’apprendimento, le tecniche basate su stimolo – risposta. Attribuisce alla mente la capacità di ideazione.

L’indagine cognitivista: Riserva progressiva attenzione ai processi mentali. Non lega la costruzione della conoscenza ai processi culturali. Riserva progressiva attenzione ai prodotti mentali. Allontana il processo di apprendimento dalle pratiche costruttiviste.

Il Conceptual Change”: Una procedura educativa di consolidamento delle idee. Un format per il potenziamento delle memorizzazioni pregresse. Rappresenta un processo di perturbazione dei concetti. Una tecnica per annullare le dissonanze cognitive.

L’aiuto come atteggiamento educativo fa riferimento a: Hull. Titchener. Rousseau. Tolman.

Secondo il concetto di “apprendimento significativo”: Il docente deve posizionarsi sempre a livello asimmetrico rispetto all’allievo. La didattica per concetti rallenta gli apprendimenti. Le conoscenze pregresse devono essere integrate attraverso una rielaborazione attiva dell’allievo. È necessario non utilizzare la didattica metacognitiva.

Si definiscono “competenze funzionali” Le capacità corporee, ma non quelle psichiche Le capacità linguistiche Le sole capacità intellettive Tutte le funzioni della personalità. Le capacità corporee, ma non quelle psichiche. Le capacità linguistiche. Le sole capacità intellettive. Tutte le funzioni della personalità.

L’educazione allo sviluppo: Si concretizza in azioni statiche di insegnamento. Aiuta a modificare le proprie conoscenze. Prevede una partecipazione passiva del discente. Non si iscrive nella categoria della relazione di aiuto.

Nell’ottica di un aiuto alla persona funzionale: L’azione educativa deve interessare tutte le dimensioni della personalità. È necessario focalizzare le azioni educative sulla cultura. Gli apprendimenti vanno costantemente misurati. Deve essere potenziata la competenza affettivo – emotiva.

Nella relazione educativa si richiede al docente: Di misurare costantemente gli apprendimenti. Di non focalizzare sui bisogni dell’individuo per consentire alla didattica di procedere verso l’apprendimento disciplinare. La trasmissione di conoscenze ai singoli. La capacità di progettare l’azione educativa.

Secondo un’ottica pedagogica: L’inziale incontro fra docente e discente si presenta all’interno di una relazione asimmetrica. È necessario cogliere, attraverso l’osservazione, le peculiarità del soggetto in apprendimento prima di avviare la relazione di aiuto. L’inziale incontro fra docente e discente si presenta all’interno di una relazione simmetrica. È sufficiente, per avviare una relazione di aiuto, analizzare solo i processi mentali dei singolo.

Secondo i principi della relazione di aiuto: Il sostegno al singolo può avvenire senza una preventiva osservazione della sua condizione. L’agire mentale è un processo oggettivo e lineare. Per aiutare i singoli in difficoltà, è necessario dispensarli dal fare. Ogni allievo è dotato di un proprio agire mentale.

La relazione di aiuto: Non è un concetto di astrazione psicologica Nasce in ambito sociologico. Nasce in ambito sociologico. Include il senso delle pratiche educative. Non è un concetto che deriva dalla pedagogia clinica.

L’agire didattico. Deve semplificare il funzionamento della mente umana. Non riguarda l’organizzazione scolastica. È sempre legato alla progettazione dell’insegnamento. È orientato dalle teorie dell’apprendimento.

La maestria dell’insegnamento: Fa riferimento alla metafora del “navigare a vela”. Non è necessario che venga applicata con il coinvolgimento emotivo del docente. Non ritiene utile ragionare quotidianamente sulle azioni educative. Risiede nel programmare all’inizio dell’anno scolastico le lezioni disciplinari.

La didattica come dialogo e mediazione: Focalizza sulla quantità del lavoro da proporre ai discenti. Richiede al docente di inseguire lo stato mentale dell’allievo. Sottolinea come l’apprendimento non sia sensibile agli stati dell’Io. Ritiene l’insegnamento non mutevole, ma rigido.

In base al principio epigenetico dello sviluppo umano, la didattica è orientata: Alla quantità del lavoro assegnato ai discenti. Alla riduzione del lavoro da assegnare ai singoli e al ricorso alle misure dispensative. Alle caratteristiche funzionali prevalenti del gruppo classe. Alla singolarità dei processi mentali.

Secondo E. Erikson, lo sviluppo psichico. Non risente delle interazioni significative. Obbedisce a leggi interne di sviluppo. Non è legato all’epigenetica. Dipende da una cultura generale e non differenziata.

L’agire didattico professionale: Si basa sulle richieste quantitative dello studio. Deve garantire lo sviluppo cognitivo. Prevede una successione di stimoli e risposte. È legato alla programmazione degli obiettivi.

La didattica narrativa. È stata molto criticata da Freud. È una pratica che si è concretizzata a partire dal Novecento. Si basa esclusivamente sul racconto scritto. Si basa sul racconto dell’agire umano.

Per Elio Damiano, la “logica dell’azione”. È tipica del periodo infantile. Non consente di costruire “concetti pratici”. Appartiene al periodo adolescenziale. È sinonimo di “logica astratta”.

Sempre all’interno di una visione cognitivista, il concetto costituisce. Una mera accumulazione del sapere. Una “capacità cognitiva”. Una capacità meccanica di apprendimento. Un ostacolo alla generalizzazione della conoscenza.

Secondo l’approccio cognitivista, il concetto può essere definito uno “schema mentale”, ovvero. Abilità in grado di utilizzare le informazioni pregresse, ma non di assimilare quelle nuove. Abilità ripetibile automaticamente. Abilità legata al solo contesto scolastico. Abilità non attivabile in più situazioni.

Storicamente l’assunzione del concetto risale: Alla cultura greca. Al periodo dell’Illuminismo. All’Umanesimo. Al Medioevo.

Secondo Dewey i concetti rappresentano: Rappresentazione mentale di una categoria. Prima sistemazione della conoscenza. Significati tipo, modelli di riferimento. Forme di organizzazione dei dati dell’esperienza.

Si definisce concettualizzazione: Il momento di approfondimento dei concetti. La fase di associazione dei concetti. La procedura di articolazione dei concetti. Il percorso cognitivo mediante il quale l’individuo acquisisce concetti.

Nella condizione di Bisogno Educativo Speciale: Il riferimento all’informazione come concetto, limita il ricorso all’esperienza. La didattica per concetti rallenta il ragionamento. Non deve essere applicata la didattica per concetti. L’acquisizione della competenza concettuale, consente di semplificare il reale.

I concetti possono essere posti Solo in gerarchie illineari Solo in gerarchie lineari In gerarchie lineari e illineari In assenza di gerarchie tassonomiche. Solo in gerarchie illineari. Solo in gerarchie lineari. In gerarchie lineari e illineari. In assenza di gerarchie tassonomiche.

Per Piaget e Bruner, il concetto: Non si lega a ipotesi concettuali pre -esistenti. È una forma di conoscenza statica. Non è orientato da un’idea iniziale. È l’esito di un processo di classificazione.

La consapevolezza del proprio operato. Non va potenziata in condizione di bisogno educativo speciale. Si sviluppa nel periodo infantile. Riguarda un principio cardine delle pratiche comportamentiste. Appartiene alla fase adolescenziale.

Secondo l’approccio metacognitivo, il docente è invitato: All’utilizzo di strumenti compensativi. Al potenziamento dell’autoregolazione degli allievi. Alla trasmissione quantitativa dei contenuti disciplinari. Alla sollecitazione meccanica delle conoscenze pregresse.

Il campo della metacognizione consente di connettere le componenti: Affettive, motivazionali e sociali. Intellettive e percettive. Linguistiche e motorie. Relazionali e apprenditive.

Lo studio sulla metacognizione si deve principalmente a: K. Lashley. M. Meyer. E. Miller. H. Flavell.

Con lo studio della metacognizione, si delinea: La diffusione dell’istruzione programmata. L’approfondimento delle pratiche di Mastery Learning. L’apertura verso la Teoria della mente. La focalizzazione sulle competenze non cognitive.

È possibile trovare sinergie fra l’approccio metacognitivo e. La mediazione cognitiva di R. Feuerstein. La teoria del Mastery Learning. La teoria dell’apprendimento sociale di Bandura. Il condizionamento operante di B. Skinner.

L’attività cooperativa: È sinonimo di lavoro collettivo. È organizzata in modo spontaneo. Favorisce l’agire cognitivo. È utilizzata, principalmente, per il potenziamento della socializzazione.

Ha scritto: “… il Cooperative Learning è un metodo di conduzione della classe che mette in gioco nell’apprendimento le risorse degli studenti”. E. Damiano. M. Comoglio. J. Piaget. A. Bandura.

L'Istruzione Studented Centred fa riferimento a: Al lavoro cooperativo. Alle tecniche di Mastery Learning. Una didattica centrata sull'allievo. Una programmazione a obiettivi minimi.

L’attuale assetto della Pedagogia Speciale è caratterizzato dal “prendersi cura”, ovvero: Dall’organizzazione di una presa in carico che fa riferimento alla classificazione ICIDH. Dall’adozione di un modello bio – psico – sociale. Dall’adesione ai principi del Comportamentismo. Dal riferimento a un modello bio – medico.

La Legge 180, del 13 maggio 1978: Chiude i servizi socio – sanitari territoriali. Inserisce l’assegno di sostegno sociale. Chiude i manicomi. Rende obbligatorio il trattamento farmacologico.

Nell’antica Roma, il pater familias aveva la facoltà: Di sopprimere i figli nati sordi. Di sopprimere i figli nati e rientranti nella categoria dei deminitus (inferiori). Di sopprimere i figli nati non vedenti. Di sopprimere i figli nati con deformazioni fisiche.

Secondo gli studi di Tamara Zappaterra, il disabile nell’antichità: È stato incluso nella società. Non era emarginato, solo se dimostrava forza fisica. Per essere ammesso alla vita sociale, doveva possedere una perfezione estetica. Ha vissuto una situazione di “apparente non esistenza”.

Agli esordi della storia dell’uomo, l’attenzione alla disabilità si riferisce: Agli idioti. Ai minorati della vista e dell’udito. Ai pazzi. Ai soggetti con disabilità motoria.

Il pensiero pedagogico speciale si configura: In riferimento alla partecipazione dei singoli nei contesti di vita. Con scarsa focalizzazione sull’istruzione scolastica. Senza la dovuta attenzione agli inserimenti lavorativi dei disabili. Attraverso uno sbilanciamento verso forme di assistenza.

La Pedagogia Speciale dalla fine dell’800: Orienta il proprio impegno verso la sola scienza medica. Lascia alla pedagogia generale il compito di porre rimedio ad alcuni tipi di deficienze. Delimita i temi propri della pedagogia generale. Si allontana dalle altre scienze umane.

Lascia alla pedagogia generale il compito di porre rimedio ad alcuni tipi di deficienze: Alle disabilità sensoriali. Agli idioti. Alle disabilità motorie. Alla follia.

La Pedagogia Speciale Professionale può essere definita: Scienza del comportamento umano. Scienza umana. Scienza psicologica. Scienza dell’istruzione.

Il passaggio dalle pratiche assistenziali e quelle del “prendersi cura”, è dovuto alla messa in campo del modello: Bio – psico – sociale. Psicoanalitico. Bio – medico. Gestaltico.

Menomazione e disabilità nella storia dell’umanità si delineano passando: Dalla soppressione di ogni forma di disabilità. Dall’assistenza. Dall’emarginazione. Dall’accoglienza.

In Italia le politiche di recupero dei soggetti hanno come protagonista: Maria Montessori. Franco Basaglia. Dario Janes. Andrea Canevaro.

Le pratiche educative della presa in carico si affermano nel: ‘600. '700. ‘900. ‘800.

Con Itard si avvia un approccio alla persona disabile: Esclusivamente medico. Religioso. Globale. Settoriale.

Secondo Itard, la base funzionale dell’individuo è: Intellettiva. Corporea e sensoriale. Comunicativa. Affettivo – sociale.

Le riflessioni pedagogiche di Itard si collocano all’interno di una pedagogia che ha assunto un assetto: Religioso. Orientato a valori militari. Non scientifico. Laico.

Itard per “corredo tecnologico” intende: La predisposizione degli ambienti di apprendimento. La costruzione di materiali simili agli attuali strumenti compensativi. Le attuali misure dispensative. Il supporto all’educazione dato dall’area medica.

Secondo la Montessori, la mente del bambino: È una facoltà inconscia. Non costruisce spontaneamente le proprie esperienze. Non attraversa periodi sensibili di sviluppo. Si costruisce attraverso l’istruzione programmata.

Maria Montessori costruisce un teorema della “presa in carico” dei soggetti in età evolutiva, con esplicito riferimento a: J. Esquirol. B. A. Morel. P. Pinel. J. M. G. Itard.

Con l’aforisma “Il bambino padre dell’uomo”, la Montessori: Orienta il lavoro verso l’indagine psicoanalitica. Apre all’indagine neurologica dell’infanzia. Focalizza i propri studi sulle caratteristiche dell’uomo adulto. Anticipa i principi propri del Comportamentismo.

L’educazione montessoriana si profila come: Metodo. Sistema educativo. Aiuto a favore dell’uomo. Programma di apprendimento.

Le azioni educative montessoriane, si avviano: Dai sensi. Dal ragionamento. Dal linguaggio. Dalla stimolazione dell’intelligenza.

Il PCTO fonda il suo valore educativo: Sull’esperienza lavorativa. Sullo sviluppo di conoscenze, ma di tipo non collaborativo. Sull’assistenza dei soggetti in condizione di disabilità. Sull’acquisizione delle competenze lavorative in modalità virtuale.

Secondo il D. Lgs n.66/2017 il PEI individua strategie: Assistenziali. Misurative. Inclusive. Finalizzate al miglioramento del solo rendimento scolastico.

Per l’ICF il “funzionamento”. È un termine ombrello. Non dipende dai fattori contestuali (ambienti, strutture. Indica gli aspetti negativi dell’interazione tra individuo e ambiente. È definito dalla diagnosi medica.

L’ICF: Classifica in base alle malattie. Fornisce una diagnosi medica. Focalizza sulle conseguenze delle malattie. Classifica le componenti della salute.

Secondo l’ICF, uno stato “correlato” della salute è: La possibilità di ricevere assistenza. La possibilità di ricevere, al bisogno, un sostegno psicologico. L’accesso alle cure mediche. L’istruzione.

Rispetto alla Classificazione ICIDH (1980), l’ICF: Classifica la sola malattia organica. Avvia l’indagine eziologica. Non focalizza sulle malattie. Sposta la classificazione dal funzionamento.

Quale scopo non rientra fra quelli dell’ICF?. Fornire uno schema sistematico di codici per i sistemi informativi internazionali. Fornire una base scientifica alla comprensione ed allo studio della salute e degli stati ad essa correlati. Accettazione di linguaggi diversi per avviare le procedure. Consentire il confronto fra i dati raccolti, in diversi paesi, da discipline differenti.

Nell’ICF, all’interno della voce “attività e partecipazione”, rientrano: Le funzioni sensoriali. Apprendimento e applicazione della conoscenza. Gli atteggiamenti. Le funzioni mentali.

Quale intervento non converge sullo stato di normalizzazione?. L’accettazione del proprio stato. Il benessere psico – fisico individuale. La convivenza con la propria disabilità. L’assenza di un progetto di vita.

L’integrazione scolastica: Non sollecita la partecipazione degli allievi. Si caratterizza come relazione di aiuto. È sostituita dall’inclusione. È sinonimo di “inserimento”.

L’inclusive education: È un processo di accoglienza per i soggetti con disturbi specifici. Riguarda solo gli studenti disabili. Non interessa solo gli allievi con disabilità. È una procedura educativa per la presa in carico dello spettro autistico.

Report abuse