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Didattica Generale L-13 / L-24

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Didattica Generale L-13 / L-24

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2 daypo

Creation Date: 2025/03/03

Category: Others

Number of questions: 63

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Per didattica extra scolastica si intende l'ampio panorama di proposte che si rivolgono a soggetti: in età scolastica. adulti. in attesa di occupazione. in condizione di disabilità.

Le esperienze di didattica extrascolastica si sviluppano a partire dalle risorse culturali: del territorio. del gruppo sociale. economiche del singolo individuo. del sistema scolastico.

Le fasi della vita sono ormai viste come una successione ininterrotta di momenti di: apprendimento. studio. discussione. crisi.

La formazione degli adulti trae origine dal bisogno di: riconoscimento sociale. conseguire un titolo di studio. realizzazione personale. raggiungere ulteriori obiettivi professionali.

Nella formazione degli adulti perde centralità l'insegnamento: diretto. on line. delle lingue. autonomo.

Nell'educazione degli adulti è centrale il concetto di: apprendimento tra pari. autonomia. indipendenza economica. autostima.

L’Educational Technology guarda alle tecnologie come dei dispositivi: fisici e simbolici. diretti e indiretti. fisici e concettuali. concettuali e simbolici.

Le "tecnologie per l'istruzione" e le "tecnologie per apprendere" sono due orientamenti presenti all'interno: dell'educational technology. dell'on line learning. della media education. del blended learning.

La competenza digitale è una delle otto competenze di base indicate: dal Parlamento Europeo. dall'Invalsi. dal Parlamento italiano. dall'Ocse.

"Contribuiscono alla trasformazione degli spazi, dei tempi e dei modi dell'apprendimento". Si sta facendo riferimento a: le università. le metodologie didattiche. le pratiche professionali. le tecnologie.

La presenza della tecnologia negli spazi dell’istituzione della formazione significa riconcettualizzare la didattica in forma maggiormente: frontale. incidentale. pratica. interattiva.

Flipped classroom significa letteralmente classe: differenziale. digitale. tecnologica. capovolta.

Nel modello della flipped classroom lo studio individuale, rispetto alla lezione in aula, avviene: prima. durante. dopo. on line.

La prospettiva inclusiva richiede che i soggetti con disabilità, deficit e difficoltà vivano in contesti formativi: differenziali. distinti. speciali. comuni.

I principi sono delle proposizioni da porre a fondamento dell’intero processo: penale. logico. causale. argomentativo.

Uno tra i seguenti NON è un obiettivo della didattica interculturale: categorizzazione delle differenze. decentramento dei punti di vista. educazione all'ascolto. transitività cognitiva.

Nei fatti educativi e in quelli formativi vi è sempre la compresenza di: più famiglie. tutta la scuola. tutto l'uomo. più docenti.

"Vuol dire tenere sempre uniti e compresenti il piano della natura e quello della cultura, l’arte e la scienza, la prospettiva naturale e quella soprannaturale, la libertà e la virtù, i condizionamenti e le scelte ecc". Ci si sta riferendo alla integralità: dei processi. degli atti. dei contenuti. delle prospettive.

I livelli della integralità sono in tutto: quattro. sei. cinque. tre.

Il processo didattico che, per esplicarsi pienamente, deve poter raggiungere anche l'interiorità: della persona che apprende. della classe. del corpo docente. del gruppo sociale.

Tra i principi su cui fondare la riflessione sui processi didattici NON è presente il principio della: pregnanza contestuale. differenziazione. integralità. incommutabilità.

Si può intendere in senso debole e in senso forte. Si sta facendo riferimento alla istanza della: continuità. integralità. pregnanza contestuale. incommutabilità.

I principi su cui fondare la riflessione sui processi didattici sono in tutto: sei. otto. tre. cinque.

A fondamento del complessivo argomentare a proposito della didattica si collocano alcuni: testi di riferimento. casi di studio. principi. casi di simulazione.

È "esito dell’azione dell’uomo sul mondo e del significato che egli stesso conferisce alla sua azione". Si sta facendo riferimento al concetto di: educazione. integrazione. esperienza. integralità.

È utile distinguere tra il fare e: l'agire. il capire. il destrutturare. il costruire.

Il principio della incommutabilità fa presente che nessuno può agire per conto: della scuola. di se stesso. di un altro. della società.

La nozione di continuità, circa il rapporto tra condizioni soggettive e oggettive, NON porta con sé l'idea: del confronto. del dialogo. della interazione. della sfida.

"Ogni esperienza riceve qualcosa da quelle che l’hanno preceduta e modifica in qualche modo la qualità di quelle che seguiranno”. Lo ha affermato: J. Merizow. D. Kolb. R. Agazzi. J. Dewey.

L’azione didattica perde significato se viene considerata in modo avulso: dalla pedagogia. dall'educazione. dal contesto. da se stessa.

Il contesto può fecondare: tanto la teoria quanto la prassi. la teoria. né la teoria né la prassi. la prassi.

I nuovi contesti di azione dischiudono, a loro volta, nuove possibilità di: acquisizione. apprendimento. istruzione. acculturazione.

Il principio della continuità postula un processo di accumulazione organica di tutto quanto transita nella: esperienza personale. mente. comunicazione interpersonale. scuola.

La nozione di criterio indica una ragione di: scelta. mediazione. riflessione. continuità.

Uno tra i seguenti NON è un criterio generale proposto da N. Paparella: criterio della valorizzazione. criterio dell'esercizio. criterio dell'intervento globale. criterio della dialogicità.

Il criterio attiva processi: decisionali. interattivi. continui. didattici.

La funzione simbolica fa sì che il soggetto "colori" l'oggetto di qualcosa che deriva: dall'interiorità funzionale. dal mondo oggettivo. dal mondo scolastico. dall'interiorità della persona.

Secondo E. Cassirer (1972), il linguaggio umano non esprime soltanto pensieri e idee ma anche: sentimenti ed affetti. ammonimenti e consigli. teorie e prassi. criteri e principi.

Il linguaggio umano è precipuamente: complesso. non verbale. verbale. simbolico.

I criteri generali proposti da N. Paparella da utilizzare nella ricerca e nella disciplina dell'esperienza sono in tutto: 9. 10. 3. 5.

Il criterio consente una mediazione tra: educazione e formazione. teoria e metacognizione. teoria e prassi. didattica e pedagogia.

Il criterio dell'intervento positivo richiede di saper flettere le esigenze dell’insegnamento alle esigenze: della famiglia. del contesto sociale. del docente. dell'allievo.

Il giusto momento per il primo fondamentale processo di alfabetizzazione è intorno: ai 3 anni. ai 5 anni. agli 8 anni. ai 6, 7 anni.

Il giusto momento per impegnare la persona nel confronto con la progettualità è: tra i 20 e i 22 anni. tra i 16 e i 18 anni. tra i 10 e i 12 anni. dopo la maggiore età.

"Il criterio … segnala quando si deve intervenire, e ci dice pure come lo si deve fare". Ci si riferisce al criterio: dell'intervento positivo. dell'integrazione. della continuità adattiva. del giusto momento.

Nell’età adulta la valorizzazione delle esperienze pregresse è la condizione fondamentale di aggancio per la proposta di: nuove identià personali. nuove prospettive di azione. strutturazione di una base di ricordi. rievocazione di eventi del passato.

Il criterio della continuità adattiva suggerisce di innestare il nuovo: nel simbolo. nella didattica. nel già noto. nell'esperienza.

Il criterio della continuità adattiva è strettamente connesso ai criteri: dell'intervento positivo e della elaborazione simbolica. della continuità adattiva e dell'integrazione. dell'intervento positivo e del giusto momento. della dialogicità e della valorizzazione.

Nell’età adulta il consolidamento delle esperienze induce a diffidare: di se stessi. della novità. degli altri. dei consigli altrui.

Un grande contributo alla continuità adattiva viene anche: dalla dimensione sociale. dal gruppo dei pari. dall'esercizio. dal gioco.

"Il criterio ... richiama la necessità di esercitare le diverse funzioni dell'allievo perché non accada che la proposta didattica ne escluda o ne ignori qualcuna". Ci si riferisce al criterio: della dialogicità. della integrazione. dell'integralità. dell'esercizio.

Il criterio della integralità rappresenta il giusto completamento del criterio: dell'esercizio. della continuità adattiva. della incommutabilità. della pregnanza contestuale.

Talvolta in sede didattica ci si fa trascinare troppo dalla ricognizione analitica dei cosiddetti: criteri. metodi. principi. obiettivi.

criterio della integralità sottolinea l’opportunità di valorizzare la valenza unificatrice: della scuola. della classe. del corpo docente. dell'esperienza.

Il criterio della dialogicità si può cogliere in due distinte: esperienze. ambientazioni. direzioni. lingue.

Il criterio della dialogicità sollecita a cogliere, nelle situazioni didattiche, la rilevanza: dell'Io. del Tu. del Voi. del Noi.

Dialogicità vuol dire anche sapiente ricorso alla esperienza: relazionale. sociale. della vita interiore. delle regole.

Il criterio della dialogicità vale anche come criterio organizzativo: della vita sociale. della valutazione. del setting didattico. del rapporto con i media.

L'attività non è disgiunta dall'esperienza e l'esperienza non è separabile: dall'attività. dalla didattica. dal Noi. dagli altri.

Per restituire alla scuola una chiara centalità educativa, è necessario non trascurare le prospettive: future. globali. locali. valoriali.

Collegato al criterio della valorizzazione c'è quello della: dialogicità. integrazione. elaborazione simbolica. integralità.

Si riferisce agli aspetti dinamici che consentono alla persona di realizzare il profilo della unità e della unicità. Ci si riferisce alla: integrazione. integralità. psicoanalisi. riflessione.

Il criterio della integrazione, nel lavoro didattico, vuole conferire unità e coerenza: alla scuola. alla disciplina. alla persona. alla programmazione.

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