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Diritto Privato e dello Sport

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Diritto Privato e dello Sport

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Teoria e Metodologia dello Sport

Creation Date: 2022/08/02

Category: Others

Number of questions: 224

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01. Come si definiscono le norme giuridiche in base al tipo di comando?. norme precettive e suppletive. norme perfette e norme imperfette. norme permissive e proibitive. norme cogenti e norme relative.

02. Nell'ambito del diritto comunitario si definiscono decisioni: gli atti con i quali il Parlamento Europeo delega ai Governi degli stati membri l’emanazione dei decreti legislativi per l’attuazione delle direttive. gli atti che hanno efficacia obbligatoria, ma con portata indirizzata a specifici destinatari. gli atti che si rivolgono agli organi legislativi degli Stati membri con lo scopo di armonizzare le legislazioni interne dei singoli Stati. gli atti con portata generale e carattere obbligatorio che hanno immediata e diretta applicazione in tutti gli stati membri.

03. Sono decreti legge: gli atti aventi forza di legge adottati dal Governo su delega del Parlamento per un tempo limitato e per oggetti definiti. gli atti normativi di carattere provvisorio aventi forza di legge, adottati dal Governo in casi straordinari di necessità ed urgenza. gli atti aventi forza di legge emanati da autorità amministrative su delega del Governo. gli atti aventi forza di legge emanati dalle regioni.

04. Il Codice Civile è composto da quanti articoli?. 2669. 2969. 2789. 2569.

01. Nell'ambito delle situazioni giuridiche attive, come viene definito il diritto potestativo?. la posizione giuridica di cui è titolare un soggetto nei confronti della pubblica amministrazione. il potere riconosciuto ad un soggetto di ottenere, attuando un determinato comportamento, un vantaggio producendo una modificazione nella sfera giuridica di altri soggetti. il potere attribuito ad un soggetto per la realizzazione di un proprio interesse tutelato e garantito dall'ordinamento giuridico in quanto ritenuto meritevole di tutela. il potere di agire attribuito al singolo non nel suo interesse, ma per realizzare un interesse altrui.

02. Nell'ambito delle situazioni giuridiche passive, come viene definito l’obbligo?. la situazione giuridica soggettiva che impone a determinati soggetti di tenere un certo comportamento che soddisfi l’interesse altrui sacrificando il proprio. la situazione giuridica soggettiva in cui si trova colui che deve limitarsi a rispettare una situazione di supremazia altrui. la situazione giuridica in cui si trova un soggetto titolare di un potere il cui esercizio è condizionato all'osservanza di un certo comportamento. la situazione giuridica in cui si trova un soggetto che subisce le conseguenze dell’esercizio di un potere altrui.

03. Come si definisce la prescrizione?. la preclusione dell’esercizio di un diritto in virtù del fatto che il titolare dello stesso non ha posto in essere una determinata attività. la perdita del diritto per il possesso della cosa protratto per un certo periodo di tempo da parte di un soggetto diverso dal titolare del diritto medesimo. l’estinzione del diritto soggettivo per inerzia del titolare protratta per un certo periodo di tempo. la perdita del diritto per rinuncia espressa del titolare.

04. I termini di prescrizione possono essere interrotti: nei casi in cui risulti particolarmente gravoso esercitare il diritto per la particolare tipologia dei rapporti intercorrenti tra chi subisce la prescrizione e chi se ne avvantaggia. quando l’inerzia del titolare del diritto viene a mancare o perché egli compie un atto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto. esclusivamente quando il titolare del diritto compie un atto nel quale la legge riconosce la volontà di esercitare il suo diritto. esclusivamente quando il soggetto passivo, cioè colui contro il quale il diritto può essere fatto valere, effettua il riconoscimento dell’altrui diritto.

05. I casi e i termini della decadenza trovano la loro fonte: sia nella legge che nella volontà delle parti. esclusivamente nella legge a tutela di un interesse generale. esclusivamente nella legge a tutela di un interesse particolare. esclusivamente nella volontà delle parti nell'interesse di uno dei soggetti.

01. La capacità di agire è: l’attitudine di un soggetto ad essere titolari di posizioni giuridiche soggettive. la capacità di agire in giudizio. l’idoneità del soggetto a porre in essere atti negoziali destinati a produrre effetti nella sua sfera giuridica. la capacità di essere titolari di diritti e di doveri.

02. Quando il minore è di diritto emancipato?. al compimento del sedicesimo anno di età. in seguito al matrimonio e previa autorizzazione di entrambi i genitori. quando il minore che ha compiuto 16 anni, viene ammesso al matrimonio su autorizzazione del giudice. al compimento del diciottesimo anno di età.

03. Quando si acquista la capacità giuridica?. al momento del concepimento. al momento della nascita. al compimento della maggiore età. non si acquista in quanto è un diritto innato.

04. L’incapacità assoluta consegue ad un provvedimento di: inabilitazione. nomina dell’amministratore di sostegno. emancipazione del minore. interdizione.

05. Si definisce la capacità giuridica come: la capacità di agire in giudizio. l’idoneità del soggetto a porre in essere atti negoziali destinati a produrre effetti nella sua sfera giuridica. la capacità di un soggetto di compiere atti giuridici. l’attitudine di un soggetto ad essere titolare di situazioni giuridiche attive e passive.

06. Quali atti può compiere il minore emancipato?. atti eccedenti l’ordinaria amministrazione con il consenso del curatore e previa autorizzazione del giudice tutelare. atti di ordinaria amministrazione soltanto con l’assistenza del curatore. qualsiasi atto purché con l’assistenza del curatore. atti di straordinaria amministrazione da solo se autorizzato dal Tribunale.

07. Chi, abusando abitualmente di sostanze alcoliche o stupefacenti, espone sé o la propria famiglia a gravi pregiudizi economici, che conseguenze può subire?. la dichiarazione di interdizione legale. la nomina di un amministrazione di sostegno. la dichiarazione di inabilitazione. la dichiarazione di interdizione giudiziale.

08. Il domicilio è il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi; il domicilio può essere stabilito: per legge o per volontà dell'interessato. esclusivamente dalla legge. dalle autorità amministrative. esclusivamente dall’interessato.

esclusivamente dall’interessato. la trasmissione ai successori di tutti i diritti patrimoniali. l’estinzione di tutti i debiti del de cuis. l’estinzione anche di alcuni diritti di natura patrimoniale. l’estinzione soltanto dei diritti inerenti alla persona cd. diritti intrasmissibili.

10. Come si definisce la residenza: il luogo in cui la persona svolge in prevalenza le sue relazioni sociali. il luogo in cui la persona stabilisce la sede principale dei propri affari e interessi. il luogo in cui la persona ha la sua volontaria e abituale dimora. il luogo in cui la persona si trova attualmente.

11. L’assenza dichiarata con sentenza del Tribunale quando la persona si è allontanata dal luogo del suo ultimo domicilio o residenza e sono trascorsi almeno 2 anni dal giorno in cui risale l’ultima notizia dello scomparso, produce i seguenti effetti: i soggetti obbligati nei confronti del soggetto scomparso sono definitivamente liberati. l’immissione nel possesso temporaneo dei beni con potere di disposizione. l’immissione nel possesso temporaneo dei beni con potere di godimento. lo scioglimento del matrimonio.

12. Quale condizione soggettiva causa l'interdizione legale?. una condanna definitiva all’ergastolo ovvero alla reclusione per reati non colposi, per un tempo non inferiore a 5 anni. una condizione di abituale infermità mentale tale da rendere la persona incapace di provvedere ai propri interessi sia patrimoniali che extra-patrimoniali. l'abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti tale da esporre la persona o la famiglia a gravi pregiudizi economici. sordomutismo e cecità dalla nascita.

13. Il tutore, nominato dal giudice tutelare, ha la rappresentanza legale dell’incapace e può: compiere anche gli atti di straordinaria amministrazione indicati dall’art. 374 c.c. purché con l’autorizzazione del Giudice Tutelare. compiere esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione volti a salvaguardare il patrimonio dell’incapace. compiere esclusivamente gli atti necessari al mantenimento dell’incapace. compiere qualsiasi atto purché dimostri di aver agito per necessità o per utilità evidente dell’incapace.

14. Gli atti compiuti dal minore: sono sempre nulli. sono sempre annullabili. sono annullabili purché il minore non abbia occultato con raggiri la sua minore età. sono annullabili soltanto nel caso in cui siano pregiudizievoli per il minore.

15. Ai nascituri non concepiti, subordinatamente all'evento della nascita, viene riconosciuto dal nostro ordinamento: il diritto di succedere mortis causa esclusivamente per legge. esclusivamente il diritto di ricevere per donazione. il diritto di succedere per testamento senza alcuna condizione. il diritto di succedere per testamento purché figli di persona vivente al momento dell’apertura della successione.

01. I diritti della personalità non sono: diritti imprescrittibili. diritti trasmissibili. diritti assoluti. diritti personalissimi.

02. Quali sono i presupposti necessari per ottenere dal giudice la tutela del diritto all'immagine?. che l'immagine della persona sia esposta o pubblicata fuori dei casi consentititi dalla legge o con pregiudizio della reputazione e del decoro della persona o dei suoi congiunti. che la riproduzione dell’immagine sia giustificata dalla necessità di giustizia o di polizia. che l'immagine ritragga un personaggio notorio. che la pubblicazione sia collegata ad eventi di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.

03. In caso di violazione dei diritti della personalità l’ordinamento prevede la possibilità di esperire vari rimedi; non rientra in tali rimedi: la pubblicazione della sentenza sui giornali. l'azione petitoria. l'azione inibitoria. l'azione risarcitoria.

01. Nei comitati si definiscono promotori: coloro che gestiscono i fondi raccolti. coloro che contribuiscono o si impegnano a contribuire alla raccolta fondi. coloro che organizzano la raccolta fondi. coloro che promuovono le attività del comitato.

02. Le associazioni non riconosciute si distinguono da quelle riconosciute: per il perseguimento di uno scopo di natura diversa. solo per non aver chiesto o ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica. per essere dotate di un fondo comune. per essere dotate di una organizzazione interna regolata da uno statuto.

03. La persona giuridica si estingue: per le cause previste nella Costituzione. per le cause previste nell'atto costitutivo e nello statuto. per decisione del rappresentante legale dell’ente. per inattività.

04. Elemento caratteristico dell’associazione non riconosciuta è l’autonomia patrimoniale imperfetta, pertanto delle obbligazioni assunte rispondono: solo l’associazione con il fondo comune. solo i fondatori dell’associazione. tutti gli associati con i loro patrimoni. oltre che l’associazione con il fondo comune, anche personalmente e solidalmente coloro che hanno agito in nome e per conto della stessa.

05. Delle obbligazioni assunte dalla persona giuridica rispondono: soltanto i soggetti fondatori. soltanto l’ente con il proprio patrimonio. l’ente con il suo patrimonio, ma anche personalmente e solidalmente coloro che hanno agito in nome e per conto dello stesso. anche gli associati con i loro patrimoni personali.

06. Si definiscono enti a struttura istituzionale: le società. i comitati. le fondazioni. le associazioni.

01. Si definiscono astratti: quei negozi caratterizzati dalla causa quale elemento essenziale e costitutivo. quei negozi i cui effetti si producono prescindendo dalla causa che resta per così dire svincolata. quei negozi che non corrispondono ai tipi previsti e disciplinati dalla legge. quei negozi per la cui validità non è richiesta una forma determinata.

02. Si definiscono atti giuridici in senso stretto o meri atti giuridici: i comportamenti consapevoli e volontari le cui conseguenze non dipendono dalla volontà di chi li compie, ma da una espressa disposizione di legge. quei comportamenti le cui conseguenze dipendono esclusivamente dalla volontà di chi li compie. l’operazione materiale che si traduce in modificazioni del mondo esterno. l’operazione materiale che si traduce in modificazioni del mondo esterno.

01. Si ha riserva mentale quando: il soggetto intenzionalmente dichiara una cosa diversa da quella che vuole effettivamente, senza che l’altra parte possa accorgersi della divergenza. la dichiarazione di volontà è emessa solo per non risultare sgraditi o per non ricevere rimproveri. la dichiarazione del soggetto ha apparente contenuto giuridico, ma in realtà è resa per scherzo. la dichiarazione del soggetto ha apparente contenuto giuridico, ma in realtà è resa a scopo didattico.

02. L’errore ostativo, causa di annullabilità del contratto, si ha quando l’errore cade: sul processo di formazione della volontà. sulla natura o sull'oggetto del contratto. sulla dichiarazione o sulla trasmissione della volontà. sulle qualità essenziali dei contraenti.

03. Quando si ha simulazione relativa?. quando i soggetti, per raggiungere l’effetto perseguibile attraverso un determinato negozio, si servono di un altro negozio che invece di regola è destinato ad uno scopo diverso. quando le parti fingono di porre in essere un negozio giuridico mentre in realtà il negozio produce i suoi effetti nella sfera giuridica di un altro soggetto. quando le parti, d’accordo tra loro, dichiarano di porre in essere un negozio giuridico mentre in realtà vogliono un negozio diverso da quello che appare. quando le parti, d’accordo tra loro, dichiarano di porre in essere un negozio giuridico mentre in realtà non vogliono alcun negozio.

04. In materia di negozio giuridico, qualora si rilevi una divergenza tra volontà e dichiarazione di volontà: il negozio giuridico è sempre nullo in quanto frutto di una volontà manifestata dal dichiarante non conforme alla sua reale volontà. il negozio giuridico è sempre annullabile. il negozio è valido in quanto si ritiene sufficiente a dar vita al negozio la dichiarazione di volontà. il negozio è valido se colui al quale la dichiarazione è destinata non era in grado di conoscere la non corrispondenza della dichiarazione al volere del dichiarante.

01. Secondo il disposto dell’art. 1429 c.c. l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto, quando cade: anche su un errore di calcolo. su un errore di diritto purché non sia stata la ragione unica o principale che ha indotto il soggetto a compiere il negozio. sull’identità o sulle qualità della persona dell’altro contraente purché l’una e l’altra siano state determinanti per il consenso. quando cade sulla forma del contratto.

02. Ai sensi dell’art. 1427 c.c. un negozio affetto dai vizi relativi alla volontà sarà: nullo, perché manca la volontà. inefficace, perché la volontà è viziata pertanto non idonea a produrre effetti. annullabile, perché la volontà seppur conforme alla dichiarazione, risulta viziata nel suo procedimento di formazione. comunque valido, perché la volontà è conforme alla dichiarazione.

03. A norma del l’art. 1429 del Codice Civile in quali casi l’errore di diritto è essenziale ai fini dell’annullabilità del contratto?. quando cade sulla natura o sull'oggetto del contratto. quando cade su una qualità dell'oggetto della prestazione che, secondo il comune apprezzamento in relazione alle circostanze, deve ritenersi determinante del consenso. quando verte su un elemento o circostanza che è stata la ragione unica o principale che ha indotto il soggetto a stipulare il contratto. quando cade sull'identità della persona dell'altro contraente, ancorché non sia stata determinante del consenso.

04. La violenza psichica o morale per determinare l’annullabilità del contratto deve: consistere nella minaccia di un male ingiusto e notevole rivolta esclusivamente ai beni della persona allo scopo di spingerla a concludere un negozio giuridico. consistere nella minaccia di un male ingiusto e notevole rivolta alla persona e ai suoi beni allo scopo di spingerla a concludere un negozio giuridico. consistere nella necessità, nota alla controparte, di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. consistere nella minaccia di un male ingiusto e notevole rivolta soltanto alla persona allo scopo di spingerla a concludere un negozio giuridico.

05. Il dolo consiste in artifici e raggiri in forza dei quali un soggetto è indotto a concludere un contratto che altrimenti non avrebbe concluso o che avrebbe concluso a condizioni diverse; il dolo proveniente da un soggetto terzo: rende il contratto sempre annullabile. rende il contratto nullo. rende il contratto annullabile soltanto se il raggiro era noto al contraente che ne ha tratto vantaggio. non incide sulla validità del contratto.

06. Il dolo incidente comporta: nessuna conseguenza trattandosi di raggiri che hanno soltanto indotto una parte a concludere un negozio giuridico a condizioni meno gravose. l'annullabilità del contratto in quanto senza i raggiri la parte avrebbe concluso il contratto a condizioni diverse. la nullità del contratto. l'obbligo per il contraente in mala fede di risarcire i danni conseguenti al raggiro.

01. Il negozio giuridico posto in essere da un rappresentante incapace naturale: è inefficace. è sempre annullabile. è annullabile salvo che il contenuto del negozio sia predeterminato dal rappresentato. è nullo.

02. Si ha rappresentanza indiretta quando: un soggetto compie un’attività giuridica per conto, ma non in nome di un altro soggetto. quando un soggetto, formalmente estraneo al contratto concluso da terzi, ne diviene tuttavia parte sostanziale. un soggetto agisce non solo per conto, ma anche in nome di un altro soggetto. un soggetto svolge una mera attività di trasmissione del volere altrui senza manifestare una volontà negoziale propria.

03. Qual è la condizione giuridica del contratto che il rappresentante conclude con se stesso svolgendo contemporaneamente il ruolo delle due parti contraenti?. il contratto è nullo. il contratto è, di regola, annullabile tranne quando il rappresentato abbia autorizzato specificatamente il rappresentante a contrarre. il contratto è valido nel solo caso in cui il contenuto sia stato predeterminato dal rappresentante. il contratto è inefficace.

04. Il negozio compiuto dal cd. falsus procurator cioè da colui che ha agito come rappresentante senza averne il potere o eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli è inefficace; il difetto o l’eccesso di potere rappresentativo: è insanabile. può essere sanato dal rappresentato tramite ratifica. può essere sanato dal rappresentato tramite convalida. è sanabile soltanto nei casi espressamente previsti dal Codice Civile.

01. Il diritto di proprietà NON è un diritto: pieno. esclusivo. perpetuo. prescrittibile.

02. Tra i modi di acquisto della proprietà a titolo originario si definisce invenzione: l’acquisto della proprietà, mediante incorporazione per opera dell’uomo o per evento naturale, di beni appartenenti a proprietari diversi. l’acquisto della proprietà per effetto del possesso protratto per un certo tempo. l’acquisto della proprietà tramite il ritrovamento di un bene mobile smarrito ossia perduto involontariamente dal proprietario o dal possessore. l’acquisto della proprietà tramite la presa di possesso di cose mobili che non appartengono ad alcuno.

03. In materia di diritti reali, quale di questa affermazione risulta non corretta?. i diritti reali sono diritti che hanno ad oggetto un bene valutabile economicamente. i privati hanno la facoltà di costituire anche diritti reali diversi da quelli espressamente previsti dalla legge. il diritto reale può essere opposto dal suo titolare nei confronti di chiunque possieda la cosa o vanti un diritto sulla stessa. il titolare di un diritto reale esercita direttamente il suo potere sulla cosa, soddisfacendo il proprio interesse senza il tramite dell’altrui cooperazione.

04. I beni demaniali possono essere alienati?. si, ma solo a determinati soggetti. no, ma possono essere usucapiti. si, ma solo con le modalità stabilite dalle leggi di diritto pubblico. no, in nessun caso.

05. Per essere considerate beni, le cose devono essere entità: non suscettibili di appropriazione cioè cose di cui tutti possono fruire senza impedirne la fruizione agli altri soggetti. disponibili in natura in quantità illimitata rispetto ai bisogni dell'uomo. da cui è possibile trarre utilità e quindi idonee a soddisfare un bisogno umano. alle quali non necessariamente è attribuibile un valore.

06. Tra le azioni petitorie a difesa del diritto di proprietà, qual è l’azione negatoria?. l’azione con cui i proprietari dei fondi confinanti agiscono in giudizio per ottenere l’apposizione dei termini. l’azione esercitata dal proprietario del bene per far dichiarare l’inesistenza di diritti vantati da terzi sul bene stesso. l’azione concessa a chi si afferma proprietario di un bene, ma non ne ha il possesso al fine di ottenere l’accertamento del suo diritto e la conseguente condanna di chi lo possiede alla sua restituzione. l’azione a cui si ricorre per rivendicare il confine tra due fondi che risulta incerto.

07. Il proprietario di un fondo può impedire le immissioni di fumo o di calore derivanti dal fondo del vicino?. no, in nessun caso. sì, in ogni caso. sì, se superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. nei casi espressamente previsti dalla legge.

01. Secondo il disposto dell’art. 1102 c.c. che disciplina l’uso della cosa comune, quale di queste affermazioni non è corretta?. ciascun partecipante alla comunione ha il diritto di usare la cosa comune purché non impedisca agli altri partecipanti di usarla. ciascun partecipante alla comunione ha il diritto di usare la cosa comune purché non ne alteri la destinazione economica. ciascun partecipante alla comunione può disporre del proprio diritto anche oltre i limiti della sua quota. ciascun partecipante può cedere ad altri il godimento della cosa nei limiti della sua quota.

02. Il diritto di servitù si caratterizza per: essere stabilito a vantaggio di un fondo e non a vantaggio personale del proprietario del fondo stesso. poter essere trasferito separatamente dalla proprietà dello stesso fondo dominante. il fatto che i fondi devono appartenere allo stesso proprietario. il fatto che i fondi necessariamente devono essere distanti.

03. Qual è il limite massimo di durata dell'usufrutto costituito dal proprietario in favore di una persona fisica?. 30 anni. la vita dell'usufruttuario. non ci sono limiti, in quanto il diritto di usufrutto può essere trasmesso agli eredi dell’usufruttuario. la vita del nudo proprietario.

04. Quale di queste caratteristiche si riferisce al diritto reale di enfiteusi?. la gratuità. l'obbligo di migliorare i fondi. la durata necessariamente temporanea. la vicinanza dei fondi.

05. Il diritto concesso dal proprietario del suolo di fare costruire e mantenere al di sopra di esso una costruzione a favore di un terzo che acquista la proprietà della costruzione separata da quella del suolo che rimane al concedente è: un diritto di superficie. una servitù. un diritto di enfiteusi. un diritto di uso.

01. Si definisce usucapione?. un modo di acquisto della proprietà tramite il possesso protratto per un certo periodo di tempo e la corrispondente inerzia del precedente titolare. l'istituto in cui l’inerzia del titolare protratta per un certo periodo di tempo determina l’estinzione del diritto stesso. la perdita del diritto per rinuncia espressa del titolare. la preclusione dell’esercizio di un diritto in virtù del fatto che il titolare dello stesso non ha posto in essere una determinata attività.

02. Il possesso non può essere acquistato: a titolo originario mediante apprensione fisica della cosa accompagnata dall'animus possidenti. mediante atti di apprensione fisica della cosa compiuti per mera tolleranza altrui. per successione mortis causa a titolo universale o particolare. mediante consegna di un bene da parte del precedente possessore al nuovo.

03. Ai sensi dell’art. 1140 c.c., il possesso viene definito: uno stato di diritto riconosciuto e protetto dall'ordinamento giuridico. una situazione caratterizzata dalla sola intenzione del soggetto di comportarsi, in riferimento al bene, come il proprietario o il titolare di un altro diritto reale, senza la disponibilità del bene che spetta ad altro soggetto. un potere sulla cosa che si manifesta in un’attività corrispondente all'esercizio del diritto di proprietà o di un altro diritto reale. un mero potere di fatto sulla cosa non accompagnato dalla volontà del soggetto di compiere un’attività corrispondente all'esercizio del diritto di proprietà o di un altro diritto reale.

04. Il principio "possesso vale titolo" si applica: solo ai beni immobili. anche alle universalità di mobili. anche ai beni mobili registrati. solo ai beni mobili.

01. Si definiscono obbligazioni solidali attive: le obbligazioni con pluralità di debitori caratterizzate dal fatto che ciascuno dei debitori è tenuto ad adempiere l’intera prestazione a favore dell’unico creditore. le obbligazioni con pluralità di creditori nel caso in cui ciascuno creditore può pretendere dall'unico debitore soltanto la propria parte. le obbligazioni con pluralità di debitori caratterizzate dal fatto che ciascuno dei debitori è obbligato ad effettuare una parte soltanto della prestazione unitaria. le obbligazioni con pluralità di creditori caratterizzate dal fatto che ciascuno creditore può pretendere dall'unico debitore l’intero adempimento.

02. L’adempimento di una obbligazione naturale cioè di una obbligazione che nasce in virtù di un dovere morale e sociale: comporta sempre la non ripetibilità della prestazione purché sia stata eseguita spontaneamente. comporta la ripetibilità della prestazione soltanto nel caso in cui sia stata effettuata a favore di un soggetto incapace. comporta la non ripetibilità della prestazione eseguita spontaneamente e da un soggetto capace. non è obbligatorio dal momento che il debitore non è giuridicamente obbligato ad eseguire la prestazione.

03. Gli interessi convenzionali stabiliti ad un tasso superiore a quello legale: sono vietati dalla legge. devono essere determinati con scrittura privata autenticata. possono essere determinati dalle parti senza alcuna formalità. richiedono la forma scritta ad substantiam.

04. Si dicono interessi compensativi: gli interessi stabiliti dalle parti a compensazione di reciproche posizione di credito. gli interessi dovuti quale corrispettivo per il godimento del denaro del creditore da parte del debitore. gli interessi dovuti dal debitore come risarcimento del danno derivante al creditore dal ritardo nel pagamento di una somma di denaro. gli interessi previsti nel caso di obbligazioni di valore aventi cioè originariamente per oggetto una prestazione diversa dal pagamento.

05. Quando l’obbligazione ha per oggetto due o più prestazioni e il debitore si libera eseguendone interamente una sola, siamo in presenza di un’obbligazione: facoltativa. cumulativa. divisibile. alternativa.

01. Sono parti del contratto di accollo: il creditore e il debitore, ma non il terzo. il debitore e il soggetto terzo estraneo al rapporto obbligatorio originario. il creditore e un soggetto terzo estraneo al rapporto obbligatorio originario. il creditore, il debitore e il terzo estraneo.

02. Per aversi surrogazione per volontà del creditore: è sufficiente che il creditore ricevendo il pagamento dal terzo dichiari di farlo subentrare nei suoi diritti nei confronti del debitore. è sufficiente che il creditore che riceve il pagamento dal terzo mostri la sua volontà di farlo subentrare nella sua posizione anche attraverso un comportamento concludente. non si richiede nessuna formalità così colui che paga il debito altrui subentra nei diritti spettanti al creditore indipendentemente dalla volontà di quest’ultimo e del debitore. è necessario che il creditore ricevendo il pagamento dal terzo dichiari di farlo subentrare nei suoi diritti nei confronti del debitore in modo espresso e contemporaneamente pagamento.

03. Nella cessione del credito, il creditore cedente è tenuto a garantire la solvibilità del debitore ceduto cioè la realizzabilità del credito?. no, il rischio di insolvenza grava sempre sul cessionario. no, salvo che le parti con apposito patto stabiliscano che il cedente debba prestare tale garanzia. si, il creditore cedente in caso di inadempimento del debitore ceduto risponderà sempre nei confronti del cessionario restituendo quanto aveva eventualmente ricevuto come corrispettivo della cessione. si, salvo che tale garanzia sia esclusa con apposito patto tra le parti.

04. Quando la cessione del credito ha efficacia nei riguardi del debitore ceduto?. soltanto se il debitore ceduto ha dato il proprio consenso partecipando alla stipulazione del contratto. quando il debitore ceduto l’ha accettata o gli è stata notificata dal cedente o dal cessionario. soltanto nel caso in cui il debitore ceduto l’abbia accettata. soltanto nel caso in cui sia stata notificata al debitore dal cedente o dal cessionario.

01. Quando l’impossibilità di adempiere l’obbligazione libera il debitore?. quando è imprevedibile, soggettiva, imputabile al debitore. quando è soggettiva, preesistente ed evitabile. quando è oggettiva, sopravvenuta e non imputabile al debitore. quando è oggettiva, temporanea ed inevitabile.

02. Quando si ha estinzione dell’obbligazione per remissione del debito?. quando due persone sono obbligate reciprocamente l’una verso l’altra. quando la prestazione viene adempiuta da un soggetto diverso dal debitore originario che viene liberato. quando le parti sostituiscono all’obbligazione originaria una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso. quando il creditore con atto unilaterale dichiara di rinunciare al suo credito.

03. Non rientra nei modi di estinzione dell’obbligazione a carattere non satisfattorio: la remissione del debito. l’impossibilità sopravvenuta della prestazione. la novazione. la compensazione.

04. Al fine della messa in mora del creditore, se l'obbligazione ha per oggetto denaro, titoli o titoli di credito ovvero cose mobili da consegnare al domicilio del creditore, l'offerta della prestazione deve essere: reale o per intimazione a scelta del debitore. reale. effettuata mediante deposito. per intimazione.

05. Quando si ha mora del creditore?. quando, ricevuto il pagamento, il creditore rifiuta di rilasciare idonea documentazione attestante l’avvenuto adempimento. quando il creditore, senza motivo legittimo, rifiuti di ricevere l'esatto adempimento o non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione. quando il creditore contesta il corretto adempimento al debitore, non accettando la sua prestazione. quando il creditore, scaduto il termine per l'adempimento, non intima per iscritto al debitore di adempiere l'obbligazione.

06. Il debitore può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella dedotta in obbligazione?. no, perché il debitore è tenuto all'esatto adempimento. si, purché la prestazione eseguita dal debitore in luogo di quella dedotta in origine nell'obbligazione sia di uguale valore. si, purché il creditore acconsenta. si, purché il debitore esegua una prestazione di valore maggiore di quella dedotta in origine nell'obbligazione.

07. Ai sensi dell’art. 1175 c.c., il creditore e il debitore, nell'esercizio dei propri diritti e nell'adempimento dei propri doveri, devono comportarsi: secondo quanto previsto nel titolo costitutivo dell’obbligazione. secondo le regole della correttezza. con la diligenza del buon padre di famiglia. secondo gli usi.

01. Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno?. sì, se il creditore prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa imputabile al debitore. sì, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. si, sempre. sì, ma solo se si tratta di grave inadempimento.

02. Si ha inadempimento relativo del debitore: quando la prestazione è mancata totalmente. quando la prestazione non può essere più adempiuta. quando il debitore non ha ancora eseguito la prestazione dovuta, ma l’adempimento, sebbene in ritardo, può ancora attuarsi. quando la prestazione è stata effettuata in modo inesatto.

03. La costituzione in mora del debitore si verifica automaticamente senza alcuna attività da parte del creditore (mora ex re) quando: l’obbligazione è sorta in virtù della conclusione di un contratto. l’obbligazione è sorta in virtù di una disposizione di legge. l’obbligazione deriva da fatto illecito. l’obbligazione ha per oggetto una somma di denaro.

04. In riferimento alle conseguenze che si producono in seguito alla costituzione in mora del debitore, quale di queste affermazioni non è corretta: la costituzione in mora determina a carico del debitore l’obbligo del pagamento degli interessi moratori per le obbligazioni pecuniarie. la costituzione in mora determina l’obbligo per il debitore di risarcire i danni derivanti dal ritardo dell’adempimento. la costituzione in mora determina il passaggio in capo al debitore moroso del rischio per l’impossibilità sopravvenuta della prestazione solo se l’impossibilità è dovuto a causa a lui imputabile. la costituzione in mora determina l’interruzione della prescrizione del diritto del creditore.

01. La costituzione del pegno, non riconosce al creditore: il diritto di trattenere la cosa oggetto del pegno. il diritto di chiedere al giudice l’assegnazione in pagamento del bene pignorato fino alla concorrenza del suo credito. il diritto di usare e di compiere atti di disposizione sulla la cosa oggetto del pegno. il diritto di preferenza rispetto agli altri creditori in ordine alla distribuzione del ricavato dall'esecuzione forzata.

02. Ai sensi dell'art. 2740 c.c., il debitore risponde dell'adempimento delle proprie obbligazioni: soltanto con i beni presenti nel suo patrimonio al momento in cui l'obbligazione è sorta. soltanto con i beni che costituiscono oggetto di pegno o ipoteca. soltanto con i beni che sono entrati nel suo patrimonio dopo che l'obbligazione è sorta. con tutti i suoi beni presenti e futuri.

03. Il privilegio generale si caratterizza per il fatto che: si esercita solo su determinati beni mobili o su beni immobili ai quali è collegato il diritto di credito. richiede un titolo costitutivo che trova esclusivamente la sua fonte nella volontà delle parti. riconosce il diritto di sequela che può esercitarsi anche in pregiudizio dei diritti acquistati dai terzi posteriormente al sorgere del privilegio. non riconosce il diritto di sequela con la conseguenza che può essere esercitato fintanto che i beni mobili fanno parte del patrimonio del debitore.

04. Quali tra questi beni non possono costituire oggetto di ipoteca: beni immobili. beni mobili registrati. diritti reali immobiliari. beni mobili.

01. Tra i mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale, l’azione revocatoria riconosce al creditore: il diritto di ottenere dal giudice la dichiarazione di inefficacia nei suoi confronti degli atti di disposizione lesivi delle sue ragioni posti in essere dal debitore. il diritto di sostituirsi al debitore inattivo nell'esercizio dei singoli diritti o azioni che gli spettano verso terzi a diretto vantaggio del suo patrimonio. il diritto di chiedere al giudice l’assegnazione in pagamento del bene fino alla concorrenza del suo credito. il diritto di far sequestrare uno o più beni del debitore quando abbia fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito.

02. Tra i mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale, come si definisce l’istituto che, in attesa di una sentenza che accerti il diritto del creditore, ha lo scopo di sottrarre materialmente e giuridicamente un bene alla libera disponibilità del debitore per tutta la durata del processo?. azione revocatoria. azione surrogatoria. pignoramento. sequestro conservativo.

01. Nel nostro ordinamento vige il principio della libertà della forma, esistono però una serie di contratti che richiedono, a pena di nullità, una particolare forma; così secondo il disposto dell’art. 1350 c.c. richiedono la forma scritta: i contratti di locazione di beni immobili per una durata superiore a 3 anni. qualsiasi contratto che trasferisce un diritto di proprietà. i contratti che costituiscono, modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto su beni mobili. i contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili.

02. Salvo diverse disposizione di legge, le norme che regolano i contratti in generale previste nel Titolo II del Libro IV del Codice Civile sono applicabili agli atti unilaterali?. no, tali disposizioni sono applicabili esclusivamente ai contratti. solo agli atti unilaterali mortis causa e solo in quanto tali norme siano compatibili. soltanto agli atti unilaterali tra vivi aventi contenuto patrimoniale e purché tali norme siano compatibili. si, sempre.

03. Si definiscono contratti collegati: i contratti di per sé leciti che vengono manipolati per conseguire un risultato vietato da una norma imperativa. i contratti che ricorrono quando i soggetti per raggiungere un effetto perseguibile attraverso un determinato contratto seguono una via indiretta. i contratti nei quali concorrono gli elementi di più contratti tipici che si fondono in un unico contratto. i contratti con i quali le parti perseguono un risultato economico comune attraverso il ricorso ad una pluralità di contratti tra loro interdipendenti.

04. Si definiscono contratti ad efficacia reale: i contratti che richiedono per il loro perfezionamento, oltre al consenso delle parti, anche la consegna materiale della cosa. i contratti produttivi di soli effetti obbligatori. i contratti che determinano il trasferimento da un soggetto ad un altro della proprietà su un bene oppure la costituzione o trasferimento di un altro diritto reale. i contratti che hanno ad oggetto un diritto reale.

05. Secondo il disposto dell'art. 1344 del Codice Civile, quando il contratto, di per sé lecito, costituisce il mezzo per eludere l’applicazione di una norma imperativa ottenendo così un risultato equivalente a quello vietato dalla legge, si reputa: illecito il motivo e quindi il contratto è nullo se il motivo risulta comune a tutti i contraenti. illecita la causa e quindi il contratto è annullabile. illecita la causa e quindi il contratto è nullo. illecito il motivo anche se non comune a tutti i contraenti.

06. Secondo il disposto dell’art. 1346 c.c. l’oggetto del contratto, pena la sua nullità, deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile; la determinazione dell’oggetto del contratto può essere rimessa ad un soggetto terzo?. si, ma il soggetto terzo potrà procedere soltanto con equo apprezzamento e quindi la sua sentenza potrà essere impugnata dinanzi ad un giudice perché manifestatamente iniqua o erronea. si, ma il soggetto terzo potrà procedere soltanto con mero arbitrio quindi la sua sentenza non sarà impugnabile. no, l’oggetto può essere determinabile soltanto mediante il rinvio a criteri fissati dalla legge. si, il soggetto terzo cd. arbitratore potrà procedere nella determinazione dell'oggetto sia con equo apprezzamento che con mero arbitrio.

01. Quando il verificarsi dell’evento dedotto in condizione dipende dalla volontà di terzi, la condizione si definisce: mista. meramente potestativa. potestativa. casuale.

02. Le parti possono incidere sull'efficacia di un contratto mediante l’apposizione di una condizione; si definisce condizione risolutiva: un avvenimento futuro e certo al verificarsi del quale cessano gli effetti del contratto. un avvenimento futuro, ma incerto al cui verificarsi le parti subordinano la cessazione degli effetti del negozio. un avvenimento futuro, ma certo al verificarsi del quale si producono gli effetti del contratto. un avvenimento futuro ed incerto al cui verificarsi le parti subordinano la produzione degli effetti del contratto.

03. Quali effetti produce l’apposizione ad un contratto di una condizione illecita cioè contraria a norme imperative, all'ordine pubblico e al buon costume?. il contratto è annullabile se la condizione è sospensiva, mentre è valido e definitivamente efficace se la condizione è risolutiva. il contratto è valido ed efficace se la condizione è sospensiva, mentre è nullo se la condizione è risolutiva. il contratto è nullo se la condizione è sospensiva, mentre è valido se la condizione è risolutiva. il contratto è nullo sia nel caso di condizione sospensiva sia nel caso di condizione risolutiva.

04. Quali effetti produce l’apposizione ad un contratto di una condizione risolutiva impossibile?. rende sempre nullo il contratto. rende annullabile il contratto. nessun effetto, si da per non apposta. rende nullo il contratto soltanto se è potestativa.

05. Nella pendenza della condizione cioè nel periodo di tempo in cui è incerto il verificarsi dell’evento che costituisce la condizione medesima, la legge disciplina tale fase stabilendo che: chi ha acquistato il diritto sotto condizione sospensiva può compiere atti conservativi. chi ha acquistato il diritto sotto condizione sospensiva non può compiere alcun atto fino all'avverarsi della condizione. i diritti sottoposti sia a condizione sospensiva che risolutiva non possono essere oggetto di atti di disposizione. chi ha acquistato il diritto sotto condizione risolutiva può esercitare il diritto stesso impedendo all'altro contraente la possibilità di compiere qualsiasi atto.

06. Si ha avveramento della condizione quando la situazione di incertezza che caratterizza il contratto condizionato, cessa perché l’evento dedotto in condizione si è verificato; ai sensi dell’art. 1360 c.c.: gli effetti dell’avveramento della condizione si verificano dal momento concordato dalle parti nel contratto. gli effetti dell’avveramento sono stabiliti di volta in volta dal giudice. gli effetti dell’avveramento della condizione si verificano dal momento in cui si è verificato l’evento dedotto in giudizio. gli effetti dell’avveramento della condizione retroagiscono al tempo in cui è stato concluso il contratto.

07. Le parti possono incidere sull'efficacia di un contratto mediante l’apposizione del termine; si definisce termine finale: un avvenimento futuro ed incerto al cui verificarsi le parti subordinano la produzione degli effetti del contratto. un avvenimento futuro e certo al verificarsi del quale cessano gli effetti del contratto. un avvenimento futuro, ma certo al verificarsi del quale si producono gli effetti del contratto. un avvenimento futuro, ma incerto al cui verificarsi le parti subordinano la cessazione degli effetti del negozio.

08. L’onere è un elemento accidentale del negozio giuridico che si può apporre: soltanto ai negozi inter vivos. soltanto ai negozi mortis causa. a tutti i negozi giuridici. solo ai negozi a titolo gratuito.

01. L’accettazione della proposta può essere revocata?. l’accettazione una volta emessa dal destinatario della proposta non può essere revocata. l’accettazione è irrevocabile se proviene da un imprenditore purché non piccolo e fatta nell'esercizio dell’impresa. l’accettazione una volta trasmessa al proponente dal destinatario della proposta non può essere revocata. l’accettazione può essere revocata purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima che vi giunga l’accettazione.

02. Nel caso di morte o sopravvenuta incapacità del proponente, l’altra parte può ancora comunicare la sua accettazione perfezionando il contratto?. sì, nel caso di proposta ferma o irrevocabile ed entro il termine di validità della proposta. sì, purché il proponente sia un piccolo imprenditore. sì, la proposta rimane efficace entro i termini previsti dalla natura dell’affare e dagli usi. no, la proposta diventa inefficace.

03. Ai sensi dell’art. 1341 c.c., le condizioni generali di contratto predisposte da uno dei contraenti hanno efficacia nei confronti dell'altro: no, mai. no, salvo siano state predisposte per iscritto. solo, se al momento della conclusione del contratto l’altro contraente le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. solo se al momento della conclusione del contratto il proponente ha espressamente informato l’aderente del contenuto delle stesse.

04. Ai fini della validità della proposta contrattuale, si richiedono i seguenti requisiti: la proposta deve essere completa. la proposta deve essere effettuata in forma scritta. la proposta deve essere sottoscritta dal proponente o effettuata alla presenza di testimoni. la proposta deve essere tempestiva cioè deve essere inviata al destinatario in un congruo termine normalmente reso necessario dalla natura dell’affare o dagli usi.

05. La proposta contrattuale può essere revocata?. no, la proposta contrattuale è sempre irrevocabile. dagli aventi diritto in caso di morte o incapacità del proponente. si, purché la revoca sia emessa prima che il proponente abbia avuto conoscenza dell’accettazione. si, solo in presenza di una giusta causa.

06. Quando, di regola, un contratto si considera concluso?. nel momento in cui la proposta è pervenuta a conoscenza del destinatario. quando l’accordo viene sottoscritto dalle parti. nel momento in cui la proposta è stata accettata. nel momento in cui chi ha fatto la proposta viene a conoscenza dell'accettazione dell'altra parte.

01. Nel nostro ordinamento è previsto un tipo di responsabilità a carico dei soggetti coinvolti nel processo di formazione del contratto?. no, perché in tale momento non è ancora sorto un vincolo tra le parti e non può configurarsi alcun tipo di responsabilità. sì, nel caso in cui una delle parti non adempia le obbligazioni dedotte in contratto. no, al di fuori della responsabilità contrattuale, l'ordinamento riconosce soltanto una responsabilità extracontrattuale o aquiliana. sì, tale responsabilità si configura a carico della parte che ha violato l’obbligo di agire secondo buona fede.

02. Si definisce contratto preliminare il contratto che ha per oggetto l’obbligo per le parti di concludere un successivo contratto detto definitivo; in riferimento al contratto preliminare quali delle seguenti affermazioni risulta corretta?. il contratto preliminare può essere redatto con qualsiasi forma. il contratto preliminare non necessariamente deve contenere tutti gli elementi essenziali del contratto che le parti si obbligano a concludere dal momento che tali elementi potranno essere integrati al momento della conclusione del contratto definitivo. il contratto preliminare deve contenere tutti gli elementi essenziali del contratto che le parti si obbligano a concludere. il contratto preliminare produce sia effetti reali che effetti obbligatori.

03. Il contratto mediante il quale le parti convengono che una di esse si vincoli a mantenere ferma la sua dichiarazione per un determinato periodo di tempo, attribuendo all'altra parte la facoltà di accettare o meno la proposta si definisce: proposta ferma. prelazione. opzione. contratto preliminare.

04. Con il patto di prelazione: le parti restano libere di decidere se stipulare o meno il contratto, vincolando il proponente soltanto, a parità di condizioni, nella scelta del contraente. le parti convengono che una di esse si vincoli a mantenere ferma la sua dichiarazione per un determinato periodo di tempo, attribuendo all’altra parte la facoltà di accettare o meno la proposta. il proponente riconosce al destinatario della proposta contrattuale il diritto di decidere, entro un lasso di tempo determinato, se concludere o meno il contratto con la certezza di non vedersi modificati i termini della proposta ricevuta. le parti si impegnano a stipulare un successivo contratto il cui contenuto essenziale deve essere già determinato.

01. La facoltà di esercitare il recesso può essere concessa a fronte di un corrispettivo costituito di solito da una somma di denaro; tale corrispettivo si definisce caparra penitenziale quando: le parti stabiliscono che la somma di denaro dovrà essere versata dal recedente solo se e quando sarà esercitato il diritto di recesso. le parti stabiliscono che la somma di denaro deve essere consegnata fin dal momento della conclusione del contratto. la somma di denaro viene versata da un soggetto terzo a garanzia dell’impegno sottoscritto da un contraente qualora quest’ultimo eserciti la facoltà di recesso senza giustificato motivo. una parte consegna all'altra una somma di denaro o cose fungibili al solo fine di dimostrare la serietà con la quale si è stipulato il contratto.

02. Il principio della relatività egli effetti del contratto stabilendo l’impossibilità per il contratto di produrre effetti sulla sfera giuridica dei soggetti terzi si riferisce: sia agli effetti diretti che indiretti. solamente ai cd. effetti indiretti o riflessi cioè quelli riconducibili al contratto indirettamente. solamente ai cd. effetti diretti del contratto cioè quelli che trovano la loro causa produttiva direttamente nel contratto. soltanto agli effetti vantaggiosi per i terzi.

03. Ai sensi dell’art. 1370 c.c., le clausole predisposte da uno dei contraenti nelle condizioni generali di contratto o in moduli o formulari, nel dubbio: si interpretano secondo buona fede. si interpretano contro colui che ha predisposto la clausola e a favore dell'altro contraente. non si applicano in quanto inefficaci. si interpretano a favore di colui che le ha predisposte.

04. Ai sensi dell’art. 1367 c.c., nel dubbio, il contratto o le singole clausole devono interpretarsi: nel senso più favorevole allo stipulante. nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti. nel senso meno gravoso per l'obbligato. nel senso in cui possono avere qualche effetto, anziché in quello secondo cui non ne avrebbero alcuno.

05. Quando nonostante l’applicazione delle regole previste nel Codice Civile (artt. 1362-1370 c.c.), il contratto a titolo oneroso rimanga oscuro, esso deve essere interpretato: nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti. secondo equità. nel senso meno conveniente agli interessi comuni dei contraenti. nel senso meno gravoso per l'obbligato.

06. Si ha cessione del contratto quando una parte di un contratto originario sostituisce a sé stessa un terzo; la cessione si caratterizza per il fatto che: oggetto della cessione può essere anche un solo un diritto di credito e non l'intera posizione. non necessariamente si cede una posizione contrattuale, ma si può anche reimpiegare la posizione giuridica derivante da un contratto in corso di esecuzione attribuendola ad un terzo. non è indispensabile il consenso del ceduto. oggetto della cessione sono tutti i rapporti attivi e passivi determinati dal contratto ceduto purché si tratti di un contratto a prestazioni corrispettive non ancora eseguite.

07. Nel contratto per persona da nominare, la persona nominata, che ha espressamente accettato la nomina, diviene parte sostanziale del contratto: dal momento in cui è stata effettuata la nomina. dal momento della sua accettazione. dal momento della stipulazione del contratto. dal momento in cui la nomina viene comunicata alla controparte.

01. Si definiscono cause di nullità virtuali del contratto: le nullità specificatamente comminate dalla legge. le nullità che derivano da difetti strutturali del contratto. le nullità che derivano dalla violazione di norme imperative. le nullità comminate dai giudici sulla base di una valutazione meramente discrezionale.

02. In quale caso il contratto è nullo: quando è concluso da un soggetto incapace di intendere e di volere. quando è concluso da un soggetto incapace di intendere e di volere. quando è concluso da un soggetto incapace di intendere e di volere. in caso di violenza morale posta in essere da un soggetto terzo.

03. E' un carattere tipico della nullità del contratto: la natura costitutiva della sentenza di nullità. la sanabilità per effetto della convalida. la legittimazione relativa dell’azione di nullità. l’efficacia retroattiva della dichiarazione di nullità.

04. E’ un carattere tipico dell’annullabilità del contratto: l’imprescrittibilità dell’azione di annullamento. la sanabilità. la legittimazione assoluta dell’azione di annullamento. la natura dichiarativa della sentenza di annullamento.

05. Le cause di annullabilità del contratto possono essere: solo testuali cioè l’annullabilità sussiste solo nei casi previsti espressamente dal legislatore. anche virtuali in quanto l’annullabilità può derivare dalla violazione di una qualsiasi norma imperativa che l’ordinamento ha stabilito come inderogabile per le parti. solo strutturali in quanto l’annullabilità deriva sempre da difetti strutturali del contratto. solo virtuali.

06. Non è causa di annullabilità del contratto: l'incapacità legale. la mancanza della volontà. l’incapacità naturale. la violenza psichica.

07. La rescissione per lesione è possibile: purché la sproporzione tra prestazione e controprestazione ecceda la metà del valore che la prestazione eseguita o promessa dalla parte danneggiata aveva al momento della conclusione del contratto. purché vi sia una qualsiasi sproporzione di valore fra prestazione e controprestazione. purché vi sia una sproporzione di valore fra prestazione e controprestazione valutata dal giudice di notevole rilevanza. purché la sproporzione di valore fra prestazione e controprestazione ecceda un terzo del valore che la prestazione eseguita o promessa dalla parte danneggiata aveva al momento della conclusione del contratto.

08. La sentenza che accerta l’annullabilità del contratto ha: natura esecutiva perché costituisce titolo per far valere un diritto. natura risolutiva in quanto elimina gli effetti del contratto. natura dichiarativa in quanto non modifica la situazione giuridica preesistente, ma si limita ad accertarla. natura costitutiva in quanto non si limita ad accertare la situazione giuridica preesistente, ma la modifica.

09. Non rientra nei presupposti per la rescissione del contratto concluso in stato di pericolo. la conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio. l’iniquità delle condizioni a cui il contraente ha dovuto soggiacere per salvare sé o altri dal pericolo. una situazione, anche temporanea, di grave difficoltà economica tale da mettere in pericolo il contraente o i suoi beni. un pericolo attuale di un grave danno alla persona che può essere lo stesso contraente o altra persona.

10. L’annullabilità del contratto può essere sanata: sia con la convalida che con la prescrizione dell’azione di annullamento. con la ratifica. solo con la convalida. solo in seguito a prescrizione dell’azione di annullamento.

01. La risoluzione del contratto, ossia lo scioglimento del vincolo contrattuale e la cessazione degli effetti da esso derivanti, è un istituto che opera con. ai soli contratti sinallagmatici o a prestazioni corrispettive. ad ogni tipologia di contratto. ai soli contratti a titolo oneroso. anche ai contratti con obbligazioni a carico di una sola parte.

02. La risoluzione contrattuale per inadempimento ha effetto retroattivo: sia nei confronti delle parti che dei terzi non distinguendo tra buona fede e mala fede. solo nei confronti dei terzi. anche nei confronti dei terzi purché in buona fede. solo tra le parti lasciando impregiudicati i diritti acquistati dai terzi.

03. Nei contratti a prestazioni corrispettive, se la prestazione di una parte è divenuta solo parzialmente impossibile, l’altra parte può: richiedere lo scioglimento del contratto per sopravvenuta ed eccessiva onerosità della prestazione. ottenere una corrispondente riduzione della prestazione da lei dovuta o recedere dal contratto, qualora non abbia un interesse apprezzabile all’adempimento parziale. ottenere una corrispondente riduzione della prestazione da lei dovuta o recedere dal contratto, qualora non abbia un interesse apprezzabile all’adempimento parziale. chiedere soltanto una equa riduzione della prestazione dovuta.

04. Nei contratti a prestazioni corrispettive, cosa può fare una parte contrattuale di fronte all'inadempimento dell’altra?. deve chiedere dapprima l'adempimento, e, solo nel caso in cui l'inadempimento persista, può chiedere la risoluzione. può chiedere soltanto la cd. manutenzione del contratto. può chiedere solo la risoluzione. può scegliere se chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto.

05. La clausola risolutiva espressa è una clausola con la quale: le parti stabiliscono ex post quanto la parte inadempiente dovrà pagare in caso di inadempimento. le parti stabiliscono ex ante quanto la parte inadempiente dovrà pagare in caso di inadempimento. i contraenti prevedono espressamente che il contratto dovrà considerarsi risolto qualora una determinata obbligazione non venga adempiuta o sia adempiuta con modalità diverse da quelle pattuite. le parti stabiliscono che il contratto si risolverà nel caso in cui una qualsiasi obbligazione non venga adempiuta.

01. Nel contratto di compravendita, di regola, quando si verifica il trasferimento del diritto di proprietà del bene?. con il pagamento del prezzo del bene. con lo scambio del consenso dal momento che la compravendita è un contratto consensuale. con la consegna del bene dal momento che la compravendita è un contratto reale. con la trascrizione dell’atto se si tratta di beni immobili.

02. Con il perfezionarsi del contratto di compravendita, sorge in capo al venditore l’obbligo di prestare garanzia al compratore per i vizi della cosa venduta cioè il venditore deve garantire: all’acquirente che nessuno lo potrà privare del diritto oggetto del contratto né limitarlo nel suo godimento. l'acquirente per difetto delle qualità promesse che ricorre nell'ipotesi in cui la cosa venduta non ha le qualità promesse oppure le qualità essenziali per l’uso cui è destinata. che la cosa consegnata sia la stessa di quella pattuita nella vendita. al compratore che la cosa venduta sia immune da imperfezioni o da alterazioni tali da rendere il bene inidoneo all’uso a cui è destinato.

03. La permuta è un contratto: reale. a titolo gratuito. a prestazioni corrispettive. ad effetti obbligatori.

04. Il contratto di locazione è: un contratto reale. un contratto a titolo gratuito. un contratto ad effetti reali. un contratto, di regola, a forma libera.

01. Nel caso del mandato senza rappresentanza qualora il mandatario non adempia l’obbligo di trasferire con successivo negozio giuridico al mandante gli effetti degli atti compiuti per conto di quest’ultimo, il mandante: nel caso di acquisto di beni mobili (non registrati), può rivendicare i beni che sono stati acquistati dal mandatario in nome proprio, ma nell'interesse del mandante stesso. può chiedere al giudice che attui il trasferimento mediante sentenza costitutiva a condizione che si tratti di acquisto di beni mobili non registrati. può sempre rivendicare i beni acquistati dal mandatario in nome proprio anche nei confronti di terzi in malafede. può chiedere che il giudice attui il trasferimento mediante sentenza costitutiva purché non si tratti di acquisto di beni immobili o mobili registrati.

02. Il contratto di comodato è: un contratto oneroso. un contratto a forma vincolata. un contratto reale. un contratto ad effetti reali.

03. Il deposito è: il contratto con il quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità. il contratto col quale una parte riceve dall’altra una cosa mobile con l’obbligo di custodirla e restituirla in natura. il contratto con il quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo ed un uso determinato, con l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta, ma senza essere tenuta a pagare alcun corrispettivo. il contratto con il quale una parte si obbliga a far godere all’altra una cosa mobile o immobile per un dato tempo verso un determinato corrispettivo.

04. Il contratto con il quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo ed un uso determinato, con l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta, ma senza essere tenuta a pagare alcun corrispettivo è: deposito. locazione. leasing. comodato.

05. Il mutuo NON è: un contratto oneroso. un contratto ad effetti reali. un contratto a forma libera. un contratto consensuale.

01. I contratti del consumatore sono quelli conclusi tra il consumatore e il professionista; può godere delle tutele specificatamente previste per il consumatore: la persona fisica che acquista un bene o un servizio necessario per l’esercizio della propria attività professionale. un ente senza scopo di lucro purché acquisti un bene o un servizio al di fuori della sua attività istituzionale. qualsiasi soggetto, persona fisica o ente, purché agisca per scopi estranei all'attività imprenditoriale. la persona fisica che compra un bene o un servizio al di fuori di una attività professionale eventualmente svolta,ma al solo fine di soddisfare un proprio bisogno personale.

02. La disciplina a tutela del consumatore vieta le pratiche commerciali scorrette cioè quelle pratiche contrarie alla diligenza professionale e idonee a falsare in modo apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio; si definiscono aggressive le pratiche commerciali scorrette: quando si concretizzano in azioni presentate in modo tale da indurre in errore un consumatore medio. quando mirano a condizionare il consumatore limitando la sua libertà di scelta e inducendolo ad assumere una decisione di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso. quando si traducono nella mancata comunicazione al consumatore di informazioni necessarie per assumere una decisione commerciale consapevole. quando si concretizzano in azioni che trasmettono al consumatore informazioni non veritiere.

03. Una clausola contrattuale può definirsi vessatoria quando: determina a carico di terzi un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. determina a carico del professionista un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. determina a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. determina uno squilibrio del valore delle prestazioni oggetto del contratto superiore al 50%.

04. Al fine di determinare l'ambito di applicazione delle norme dettate dal Codice al Consumo, si definiscono contratti del consumatore quelli conclusi: esclusivamente tra consumatori. anche tra soli consumatori. anche tra soli professionisti. tra il consumatore e il professionista.

01. Nella ipotesi di responsabilità aggravata l’onere della prova grava: sul danneggiato soltanto nel caso di colpa lieve del danneggiante. sul danneggiante che potrà dimostrare con ogni mezzo la propria non colpevolezza. sul danneggiante che dovrà liberarsi dalla responsabilità fornendo la cd. prova liberatoria. sul danneggiato che dovrà dimostrare la colpa o il dolo del danneggiante.

02. Nelle ipotesi in cui l’autore risponde del danno cagionato sulla base del solo nesso di causalità tra fatto ed evento dannoso, indipendentemente dall'aver agito con dolo o con colpa, si individua: una responsabilità soggettiva. una responsabilità diretta. una responsabilità oggettiva. una responsabilità aggravata.

03. La legge prevede alcune fattispecie in cui posizione del danneggiante risulta comunque “aggravata” dal momento che, per liberarsi dalla responsabilità per fatto illecito, dovrà fornire la cd. prova liberatoria; rientra nell'ipotesi di responsabilità aggravata: la responsabilità dei padroni e dei committenti per i danni arrecati da fatto illecito dei loro domestici o commessi nell'esercizio delle loro incombenze. la responsabilità del proprietario di un edificio o altra costruzione per i danni provocati dalla loro rovina dovuta a difetto di costruzione. la responsabilità del proprietario di un animale o di chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso per i danni cagionati dall'animale sia che fosse sotto la sua custodia sia che fosse smarrito o fuggito. la responsabilità del conducente e del proprietario di un veicolo senza guida di rotaie per i danni derivanti da vizi di costruzione o da difetto di manutenzione del veicolo.

04. Nel caso della responsabilità extracontrattuale, il diritto al risarcimento del danno si prescrive: nel termine di dieci anni. nel termine di cinque anni. è imprescrittibile. nel termine di tre anni.

05. Nella responsabilità extracontrattuale, di regola, il danneggiato: deve solo dimostrare di non aver potuto impedire la condotta del danneggiante. deve provare solo l’esistenza del suo danno. ha l’onere di provare non solo l’esistenza del danno, ma anche il dolo o la colpa del danneggiante. non deve provare alcunché, l’onere della prova grava sul danneggiante.

06. Secondo il disposto dell’art. 2043 è illecito il fatto che provoca un danno ingiusto: per l’orientamento giurisprudenziale prevalente e ormai consolidato si qualifica ingiusto il danno: quando la condotta del danneggiante determina la lesione di un interesse legittimo. quando si traduce nella lesione di un interesse, che seppur non protetto come diritto soggettivo, risulta comunque tutelato dall'ordinamento giuridico. quando la condotta del danneggiante determina la lesione di un diritto soggettivo assoluto. quando la condotta del danneggiante determina la lesione di un qualsiasi diritto soggettivo.

01. La cambiale è un titolo di credito: all'ordine. al portatore. nominativo. causale.

02. La promessa al pubblico è revocabile?. no, una volta resa pubblica la promessa è irrevocabile. sì, sempre. sì, ma la revoca potrà avere effetto dopo l’avverarsi della situazione o il compimento dell’azione. sì, ma soltanto per giusta causa e purché la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa.

03. Non rientra nelle promesse unilaterali: la promessa al pubblico. la ricognizione del debito. l’offerta al pubblico. la promessa di pagamento.

04. Come si definisce la cambiale tratta?. un documento sul quale unilateralmente l’emittente sottoscrive un ordine incondizionato rivolto alla banca di pagare una determinata somma di danaro a favore del beneficiario indicato sul titolo. un titolo di credito che contiene l’ordine che una persona dà ad un’altra di pagare in maniera incondizionata ad un terzo una somma di danaro. un titolo di credito emesso soltanto da istituti di credito a ciò autorizzati che si impegnano a pagare a vista l’importo per cui il titolo è emesso o all’intestatario del titolo o ad un giratario. un titolo di credito che contiene la promessa fatta da una persona di pagare una somma di danaro direttamente nelle mani del promissario.

05. Si definiscono titoli di credito all'ordine: quei titoli emessi in serie con un’unica operazione diretta a portare in circolazione più titoli di un medesimo contenuto. quei documenti che incorporano il diritto alla consegna di merci in essi specificate. quei titoli nei quali è inserito il nome di una determinata persona-beneficiaria e che si trasferiscono mediante la consegna e la girata. quei titoli che si trasferiscono con la semplice consegna del titolo.

01. Affinché la gestione di affari altrui possa considerarsi legittima, sono necessari i seguenti presupposti: il gestore deve avere la capacità di intendere e di volere. deve sussistere a carico del gestore un obbligo giuridico all'adempimento. l’interessato non deve essere in condizioni di poter provvedere personalmente alla gestione dell’affare. la gestione deve essere vantaggiosa per l’interessato per tutta la sua durata.

02. Si ha indebito soggettivo quando: si paga un debito altrui, credendosi debitore per errore scusabile. si esegue un pagamento già effettuato da un altro soggetto. si esegue un pagamento, credendosi debitore in base ad un titolo nullo. si esegue un pagamento non dovuto.

01. Le ipotesi di responsabilità per danni all'incolumità delle persone provocati nello svolgimento e nell'organizzazione di attività sportive possono riguardare: solo coloro che svolgono attività di organizzazione delle attività sportive. solo coloro che partecipano direttamente all'attività sportiva. solo i soggetti terzi estranei alla competizione sportiva. anche coloro che svolgono compiti di organizzazione e promozione dell’attività sportiva.

02. Ai fini della determinazione della responsabilità dell’atleta per condotte lesive poste in essere durante lo svolgimento di un’attività sportiva, il discrimine tra condotte giustificate e condotte perseguibili sulla base del superamento del limite del “rischio consentito” viene determinato: dal giudice di merito caso per caso in relazione alle caratteristiche tecniche e alle finalità dell’attività sportiva praticata. dal giudice sportivo in relazione alla volontarietà o meno della condotta posta in essere dall'atleta. dai regolamenti sportivi. convenzionalmente dagli atleti che partecipano alla competizione sportiva.

03. In riferimento agli eventi dannosi causati dall'atleta all'avversario durante una competizione sportiva, quale di queste affermazioni è corretta?. nessuna responsabilità per danni subiti dall'avversario può essere addebitata all'atleta a prescindere dal rispetto delle regole tecniche se si tratta di uno sport violento. l’atleta è responsabile per i danni arrecati all’avversario anche quando la condotta posta in essere dallo stesso sia funzionale alle finalità agonistiche e/o alle dinamiche del gioco. nessuna responsabilità per i danni subiti dall'avversario può essere addebitata all'atleta se il comportamento tenuto risulta rispettoso delle "regole tecniche dello sport". nessuna responsabilità per i danni subiti dall'avversario può essere addebitata all'atleta se il comportamento tenuto risulta rispettoso delle "regole tecniche dello sport" automaticamente la responsabilità del danneggiante in sede civile.

04. Il rispetto delle regole tecniche dello sport quale criterio per la determinazione del confine di liceità della pratica sportiva e quindi dell’antigiuridicità della condotta dell’atleta, presuppone: il rispetto delle sole regole di gioco cioè delle regole emanate dalle singole federazioni sportive con lo scopo di regolare lo svolgimento della singola disciplina. il rispetto delle sole regole di gara cioè delle regole che hanno lo scopo di regolamentare la condotta dello sportivo durante lo svolgimento della gara. il rispetto delle regole di natura sportiva che trovano fondamento e tutela anche nelle leggi dello Stato. il rispetto sia delle regole di gioco che delle regole di gara.

05. Si considera illecito sportivo: qualsiasi comportamento tenuto durante lo svolgimento di un avvenimento sportivo non rispettoso dei principi fondamentali dell’ordinamento sportivo purché integri gli estremi di un reato. qualsiasi comportamento tenuto durante lo svolgimento di un avvenimento sportivo non rispettoso delle norme statali e accertato dal giudice ordinario. qualsiasi comportamento tenuto durante lo svolgimento di un avvenimento sportivo, posto in essere in violazione delle regole previste nei singoli statuti e nei regolamenti federali e dei principi fondamentali dell’ordinamento sportivo. qualsiasi condotta tenuta durante lo svolgimento di un avvenimento sportivo non rispettosa dei principi fondamentali dell’ordinamento sportivo purché tale da pregiudicare diritti riconosciuti dal’ordinamento statale.

01. A causa della atipicità delle attività sportive pericolose, spetterà sempre al giudice individuare, volta per volta, quale attività possa essere considerata pericolosa sia per gli atleti che per i soggetti terzi; secondo gli orientamenti giurisprudenziali dominanti sono considerate, di regola pericolose le seguenti pratiche sportive: il tennis. le competizioni motoristiche su strada. il rugby. il rugby.

02. Con riferimento all'art. 2050 c.c., per attività pericolose si intendono: quelle attività nelle quali la pericolosità sociale è dovuta ad un cattivo utilizzo dei mezzi da parte di coloro che le esercitano. soltanto quelle attività qualificate pericolose dalla legge sulla pubblica sicurezza e dalle varie leggi speciali. anche quelle attività che, pur non essendo specificatamente indicate dal legislatore, si caratterizzano per la potenzialità lesiva superiore al normale insita nella loro natura o nei mezzi adoperati. quelle attività nelle quali la pericolosità può derivare da un comportamento rimproverabile alla condotta del soggetto agente.

03. Nel caso delle attività cd. atipiche, al fine di determinare l'applicabilità o meno dell'art.2050 c.c., l’accertamento del grado di pericolosità insito nell'attività svolta viene valutato: sulla base dei criteri convenzionalmente fissati per quel tipo di attività. dal giudice sulla base di un giudizio ex post sulla gravità ed entità del danno in concreto verificatosi. da periti nominati convenzionalmente dalle parti. dal giudice sulla base di un giudizio ex ante sulla loro probabile potenzialità dannosa.

04. Nell'ipotesi di responsabilità civile ai sensi dell’art. 2050 c.c., l’onere della prova grava: sul danneggiante che potrà limitarsi a dimostrare di non aver commesso alcuna violazione di legge o di comune prudenza. sul danneggiante che dovrà dimostrare di aver adottato preventivamente ogni cautela o misura atta ad evitare l’evento dannoso. sul danneggiato che dovrà dimostrare la colpa o il dolo del danneggiante. sul danneggiato soltanto nel caso di colpa lieve del danneggiante.

01. Ai fini della determinazione dei limiti del rischio consentito e del grado di responsabilità dell’atleta, viene fatto riferimento al concetto di "violenza sportiva di base"; tale concetto individua: la violenza ammessa e tollerata in virtù di quanto previsto dal regolamento che disciplina una specifica pratica sportiva. la violenza ammessa e tollerata in virtù del livello base di esercizio previsto per quella specifica attività sportiva. la violenza individuata, sulla base di un giudizio discrezionale, dal giudice sportivo in riferimento a ciascun caso concreto. i comportamenti violenti convenzionalmente accettati dai partecipanti a quella determinata gara sportiva.

02. Secondo un’elaborazione dottrinale, basata su un’ampia casistica giurisprudenziale, è uno "sport a violenza eventuale": tennis. golf. pugilato. basket.

03. Secondo un’elaborazione dottrinale, basata su un’ampia casistica giurisprudenziale, non è uno sport “a violenza necessaria”: boxe. arti marziali. lotta libera. basket.

04. Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, per gli eventi dannosi causati all'avversario nell'esercizio di sport a violenza eventuale o necessaria, all'atleta autore della condotta lesiva: non può essere addebitata nessuna responsabilità soltanto se il comportamento tenuto risulta rispettoso delle regole tecniche imposte dal regolamento della disciplina pratica. viene sempre addebitata una responsabilità purché sussistano i presupposti previsti dall'art. 2043 c.c. non viene addebitata alcuna responsabilità in virtù dell’esimente sportiva del rischio consentito a prescindere dal caso concreto. non può essere addebitata nessuna responsabilità anche in caso di condotta non rispettosa delle regole sportive, purché tale condotta sia funzionale alla finalità agonistica e alle dinamiche del gioco.

05. Ai fini della determinazione della colpevolezza dell’atleta per eventi lesivi posti in essere nell'esercizio dell’attività sportiva, si definisce doloso un comportamento quando: la condotta dell’atleta-danneggiante è caratterizzata dal mancato rispetto delle regole. la condotta dell’atleta è finalizzata con raggiri e artifici ad alterare gli equilibri di gioco. la gara sia stata soltanto l’occasione in cui viene posta in essere l’azione volta a cagionare l’evento lesivo. la condotta dell’atleta-danneggiante è caratterizzata dall'inosservanza dei principi di prudenza, diligenza e perizia commisurati agli standard dell’atleta medio.

06. Ai fini della determinazione della colpevolezza dell’atleta per eventi lesivi posti in essere nell'esercizio dell’attività sportiva, si ha un comportamento colposo: 06. Ai fini della determinazione della colpevolezza dell’atleta per eventi lesivi posti in essere nell'esercizio dell’attività sportiva, si ha un comportamento colposo:. 06. Ai fini della determinazione della colpevolezza dell’atleta per eventi lesivi posti in essere nell'esercizio dell’attività sportiva, si ha un comportamento colposo:. 06. Ai fini della determinazione della colpevolezza dell’atleta per eventi lesivi posti in essere nell'esercizio dell’attività sportiva, si ha un comportamento colposo:. quando la condotta dell’atleta-danneggiante è caratterizzata dal mancato rispetto delle regole o dall'inosservanza dei principi di prudenza, diligenza e perizia commisurati agli standard dell’atleta medio.

07. Per gli eventi dannosi causati all'avversario durante una competizione sportiva non violenta, la condotta lesiva dell’atleta: non è riconducibile alla responsabilità ex art 2043 c.c. se sussiste l’esimente sportiva del rischio consentito. non è punibile dalla giustizia ordinaria. è sempre riconducibile ai criteri di imputabilità ex art. 2043 c.c. è riconducibile solo al mero illecito disciplinare.

01. E’ ormai pacifico che gli allenatori, gli istruttori e i maestri di sport possano essere equiparati ai precettori e a coloro che insegnano un mestiere o un’arte, pertanto risponderanno, ai sensi dell’art. 2048 c.c., del danno cagionato a soggetti terzi dal fatto illecito dei loro allievi nel periodo in cui erano sottoposti alla loro sorveglianza, se non dimostrano: la colpa del soggetto terzo che con la sua condotta ha concorso a determinare l'evento lesivo. di aver utilizzato la diligenza del buon padre di famiglia. il verificarsi di eventi imprevisti e imprevedibili estranei all'esercizio dell’attività sportiva. di non aver potuto impedire il fatto pur avendo adottato in via preventiva tutte le misure idonee ad evitarlo.

02. In materia di responsabilità civile, alle società e alle associazioni sportive: non è addebitabile alcuna responsabilità per i fatti posti in essere dai propri tesserati che ne rispondono a titolo personale. è addebitabile esclusivamente una responsabilità diretta di natura contrattuale ed extracontrattuale nei confronti dei propri tesserati. può essere addebitata una responsabilità indiretta verso i soggetti terzi per fatti posti in essere dai propri tesserati o incaricati. è addebitabile esclusivamente una responsabilità cd. presunta nel caso in cui gli autori dell’illecito siano persone estranee alla società stessa.

è addebitabile esclusivamente una responsabilità cd. presunta nel caso in cui gli autori dell’illecito siano persone estranee alla società stessa. solo a titolo di responsabilità extracontrattuale ai sensi dell’art. 2043 c.c. a titolo di responsabilità extracontrattuale ai sensi dell’art. 2047 c.c. anche a titolo di responsabilità contrattuale ex art. 1218 c.c. a titolo di responsabilità extracontrattuale ai sensi dell’art. 2048 c.c.

04. I maestri sportivi, gli istruttori e gli allenatori possono essere chiamati a rispondere del danno cagionato a soggetti terzi dall'allievo durante la pratica sportiva: ai sensi dell’art. 2048 c.c. anche se nell'illecito compiuto nel periodo di sorveglianza sia coinvolto un minore purché capace di intendere e di volere. ai sensi dell’art. 2047 c.c. se nell'illecito compiuto nel periodo di sorveglianza sia coinvolto un minore capace di intendere e di volere. esclusivamente a titolo di responsabilità contrattuale ex art. 1218 c.c. esclusivamente con riferimento ai generali principi del neminem laedere sanciti dall’art. 2043 c.c.

01. La responsabilità del gestore di impianti sportivi per i danni subiti da coloro che a vario titolo vi accedono, può configurarsi: esclusivamente come responsabilità extracontrattuale ai sensi dell’art. 2043 c.c. in virtù del principio secondo il quale chiunque svolga una determinata attività deve fare in modo che da questa non derivino danni a terzi. anche come responsabilità extracontrattuale speciale ex art. 2054 c.c. esclusivamente come responsabilità contrattuale. anche come responsabilità extracontrattuale speciale ex art. 2051 c.c. per i danni cagionati dalle cose che si hanno in custodia salvo che provi il caso fortuito.

02. Nel caso in cui titolarità della gestione dell’impianto sportivo non coincida con la proprietà: il proprietario dell’impianto sportivo sarà comunque responsabile dal momento che grava su di lui anche l’obbligo di provvedere alla manutenzione periodica dell’impianto. al proprietario non potrà essere imputata alcuna responsabilità per danni subiti dai fruitori degli impianti sportivi se la gestione dell’impianto è stata ceduta a titolo gratuito. il proprietario risponderà comunque dei danni cagionati da un cedimento strutturale dell’impianto ai sensi dell’art. 2053 c.c. al proprietario non potrà essere imputata alcuna responsabilità per danni subiti dai fruitori degli impianti sportivi.

03. La gestione dell’impianto sportivo deve essere effettuata secondo i canoni di efficienza e funzionalità, al fine di garantirne lo svolgimento dell’attività sportiva in condizioni di sicurezza per tutti gli utenti; la responsabilità del mantenimento delle condizioni di sicurezza dell’impianto sportivo: può anche essere affidata dal titolare dell’impianto anche ad un sostituto purché abbia le competenze necessarie a svolgere tale incarico. può essere affidato a chiunque abbia il mandato dal titolare dell’impianto sportivo. spetta esclusivamente al titolare della gestione. può anche affidata dal titolare dell’impianto anche ad un sostituto purché abbia le competenze necessarie a svolgere tale incarico e sia presente durante lo svolgimento delle attività sportive.

04. Si definisce gestore dell’impianto sportivo: la persona fisica o giuridica che mette a disposizione degli atleti e degli spettatori spazi, locali e impianti destinati allo svolgimento di attività sportive aventi carattere anche non agonistico. esclusivamente la persona giuridica alla quale è riconducibile la responsabilità della gestione di un impianto sportivo. colui che mette a disposizione degli atleti e degli spettatori spazi, locali e impianti destinati allo svolgimento di attività sportive aventi esclusivamente carattere agonistico. la persona fisica addetta alla cura e alla manutenzione degli impianti destinati allo svolgimento di attività sportive.

01. Ai sensi dell’art. 2049 c.c. l’organizzatore di eventi sportivi è responsabile anche per i fatti lesivi posti in essere dai suoi ausiliari a danno di soggetti terzi; in tal caso si configura: un’imputazione oggettiva della responsabilità in capo all’organizzatore della manifestazione sportiva purché la condotta lesiva sia stata posta in essere dagli ausiliari nell’espletamento delle loro mansioni. un’imputazione oggettiva della responsabilità in capo all’organizzatore della manifestazione sportiva anche nel caso in cui la condotta lesiva sia stata posta in essere dagli ausiliari al di fuori dell’espletamento delle loro mansioni. si configura una responsabilità oggettiva in capo all’organizzatore della manifestazione sportiva purché l’incarico non sia conferito a titolo gratuito. un’imputazione oggettiva della responsabilità in capo all’organizzatore della manifestazione sportiva soltanto nel caso in cui gli ausiliari siano dipendenti.

02. Secondo l’orientamento dottrinale fortemente maggioritario, l’organizzatore di manifestazioni sportive quale titolare di tutte responsabilità civili, penali, amministrative può essere: esclusivamente un ente giuridico. anche una persona fisica. esclusivamente una persona giuridica. esclusivamente una persona fisica.

03. L’organizzatore di eventi sportivi risponde dei danni subiti dagli spettatori: a titolo di responsabilità contrattuale senza distinzione tra spettatori paganti e non paganti. esclusivamente a titolo di responsabilità speciale ex art. 2050 c.c. anche a titolo di responsabilità extracontrattuale o aquiliana. esclusivamente a titolo di responsabilità contrattuale purché si tratti di spettatori paganti.

04. L’organizzatore della manifestazione sportiva è tenuto a tutelare l’atleta; quale di queste affermazioni non è corretta?. l’organizzatore è tenuto a controllare l’idoneità dei mezzi tecnici utilizzati dall'atleta per l’esercizio della pratica sportiva anche se tali mezzi sono di proprietà dell'atleta. l’organizzatore ha l’obbligo di predisporre gare tra atleti del medesimo tipo in modo da evitare che lo squilibrio tra competitori possa causare eventi lesivi. l’organizzatore è tenuto a controllare la sicurezza e l’idoneità dei luoghi e degli impianti dove viene svolta la manifestazione sportiva. l’organizzatore è tenuto a sottoporre l’atleta a specifici controlli sanitari prima della gara per accertarsi che l’atleta sia in condizioni psico-fisiche idonee ad affrontare l’impegno sportivo.

01. La posizione di coloro che riconoscono natura autonoma al rapporto di lavoro sportivo, trova fondamento: nella corresponsione all'atleta di somme di denaro versate periodicamente quale mezzo di sostentamento. nella considerazione dei diversi scopi cui tendono l’atleta e la società presso la quale lo sportivo presta la sua attività. nell'obbligo di collaborazione da parte dell’atleta in vista del perseguimento degli obiettivi sportivi comuni. nell'assoggettamento dell’atleta-lavoratore alle direttive, al controllo e alla vigilanza da parte della società-datore di lavoro.

02. Secondo il disposto dell’art. 2 della legge n. 91/1981, per riconoscere ad uno sportivo lo status di professionista in primo luogo è necessario che risulti tesserato presso società che svolgono attività sportive professionistiche rappresentate da Federazioni nazionali facenti parte del CONI; attualmente ha optato per tale riconoscimento: la Federazione Italiana Golf. la Federazione Italiana Nuoto. la Federazione Motociclistica Italiana. la Federazione Pugilistica Italiana.

03. Ai sensi del secondo comma dell’art. 3, si riconosce al rapporto di lavoro sportivo degli atleti professionisti, natura autonoma: esclusivamente nel caso in cui la prestazione oggetto del contratto abbia carattere continuativo. esclusivamente nel caso in cui l'atleta non sia contrattualmente vincolato in riferimento alla frequenza a sedute di preparazione od allenamento. qualora la prestazione che è oggetto del contratto non superi 10 ore settimanali oppure sette giorni ogni mese ovvero quaranta giorni ogni anno. qualora l'attività sia svolta nell'ambito di una singola manifestazione sportiva o di più manifestazioni tra loro collegate in un breve periodo di tempo.

04. La legge n. 91 del 23 marzo 1981, recante “Norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti”, qualifica il rapporto di lavoro intercorrente tra gli sportivi professionisti e le società: esclusivamente come rapporto di lavoro autonomo. esclusivamente come rapporto di lavoro subordinato. di regola come lavoro subordinato salvo considerarlo come lavoro autonomo in presenza di particolari circostanze. di regola come lavoro autonomo salvo considerarlo come lavoro subordinato in presenza di particolari circostanze.

05. In riferimento all'istituto del vincolo sportivo, quali di queste affermazioni non è corretta: il vincolo sportivo riconosce alla società sportiva il diritto di decidere se attuare o meno il trasferimento dell’atleta ad altra società. in virtù del vincolo sportivo l’atleta non avendo alcuna possibilità di “svincolarsi”, risulta di fatto privo di qualsiasi potere contrattuale. la legge 91/81 estende anche ai cd. professionisti di fatto la disposizione che ha introdotto l'abolizione del cd. vincolo sportivo ritenuto una limitazione della libertà contrattuale. la legge 91/81 ha introdotto l'abolizione del cd. vincolo sportivo limitatamente agli sportivi professionisti.

01. La sentenza Bosman ha prodotto un effetto dirompente nell'assetto organizzativo dello sport, così il legislatore interno è dovuto intervenire introducendo: l’abolizione dell’obbligo del pagamento dell'indennità di preparazione e promozione seppur limitatamente ai trasferimenti posti in essere tra società appartenenti ad uno stesso Stato membro. il riconoscimento alle società sportive della possibilità di perseguire anche il fine di lucro fino a quel momento precluso dagli statuti delle singole federazioni sportive. l’abolizione del "vincolo sportivo" sia in ambito professionistico che dilettantistico. l’introduzione del premio di addestramento e formazione tecnica nel caso di qualsiasi trasferimento dell’atleta da una società ad un’altra.

02. Con la sentenza Bosman, la Corte di Giustizia ha sancito: l’illegittimità delle “indennità di trasferimento, di formazione o di promozione” relative a qualsiasi trasferimento di giocatori professionisti. l'illegittimità delle “indennità di trasferimento, di formazione o di promozione” nel caso di trasferimento di un calciatore dalla squadra di un Paese comunitario a quello di un altro Paese comunitario. l’illegittimità delle “indennità di trasferimento, di formazione o di promozione” relative al trasferimento del giocatore professionista tra club dello stesso Stato. l’illegittimità delle “indennità di trasferimento, di formazione o di promozione” relative al trasferimento del giocatore professionista tra club di Stati facenti parte della Comunità europea e club di Paesi «extracomunitari».

03. La legge 586/1996, emanata per adeguare la normativa vigente in materia alle novità introdotte dalla sentenza Bosman, ha previsto l’introduzione a favore delle società sportive del cd. premio di addestramento e formazione tecnica; tale premio: è dovuto obbligatoriamente, ma soltanto nel caso del primo contratto di lavoro professionistico da parte dell’atleta "non professionista". può essere utilizzato dalle società anche per il perseguimento di fini diversi da quelli sportivi. può essere utilizzato dalle società anche per il perseguimento di fini diversi da quelli sportivi. può essere utilizzato dalle società anche per il perseguimento di fini diversi da quelli sportivi.

01. Ai sensi dell’art. 2 della legge 81 del 23 marzo del 1991, sono sportivi professionisti: anche i massaggiatori. anche i direttori tecnico sportivi. esclusivamente gli atleti. gli allenatori anche se svolgono la loro attività nell’ambito di discipline non regolamentate dal CONI.

02. Il contratto di lavoro sportivo professionistico non è un contratto: consensuale. formale. atipico. a prestazioni corrispettive.

03. L’art. 3 della legge 91/81 configura, tranne alcune ipotesi eccezionali, la prestazione dell’atleta nello schema del lavoro subordinato; sono caratteristiche della prestazione oggetto del contratto di lavoro sportivo: anche l'occasionalità purché la prestazione sia a titolo oneroso. l’onerosità e la continuità. esclusivamente la continuità in quanto l’atleta deve mettere a disposizione della società le sue energie fisiche e le sue capacità inserendosi all'interno dell’organizzazione societaria per il conseguimento degli scopi agonistici. esclusivamente l’onerosità in quanto la prestazione sportiva deve essere remunerata con un corrispettivo proporzionato alla sua quantità e qualità.

04. In forza delle modifiche introdotte dal legislatore con la legge 586/1996, le società sportive professionistiche: devono provvedere al totale reinvestimento degli utili per il perseguimento dei fini propri dell'attività svolta. hanno riconosciuta una finalità lucrativa con la conseguente applicabilità ad esse di tutte le norme previste in generale per le società lucrative. deve prevedere che una parte degli utili, seppur inferiore al 10%, sia destinata a scuole giovanili di addestramento e formazione tecnico-sportiva. possono svolgere anche attività diverse da quelle sportive o da quelle ad esse connesse o strumentali.

05. Possono stipulare contratti con atleti professionisti: anche le società di persone. anche le società per azioni. esclusivamente le società per azioni. solo le società a responsabilità limitata.

01. In considerazione del fatto che la legge 91/1981 esclude l'applicabilità al rapporto di lavoro sportivo delle norme limitative del potere di licenziamento del datore di lavoro, il contratto di lavoro sportivo a tempo indeterminato: può essere sciolto per recesso unilaterale ad nutum e cioè senza giusta causa o giustificato motivo con il solo obbligo di preavviso. può essere sciolto solo per mutuo consenso. non può essere sciolto unilateralmente prima della scadenza del termine. può essere sciolto per recesso unilaterale se ricorre una giusta causa purché sia rispettato l’obbligo del preavviso.

02. Ai sensi dell’art. 4 della legge 91/81, quale di queste clausole deve essere obbligatoriamente inserita nel contratto individuale di lavoro sportivo?. la clausola con la quale si pattuisce che tutte le eventuali controversie concernenti l’attuazione del contratto vengano deferite al giudizio di un collegio arbitrale. la clausola di non concorrenza. la clausola che impone limitazioni alla libertà professionale dello sportivo per il periodo successivo alla risoluzione del contratto. la clausola che contiene l’obbligo per lo sportivo di rispettare le istruzioni tecniche e le prescrizioni impartite dalla società per il conseguimento degli scopi agonistici.

03. Tra i requisiti previsti dall'art. 4 della legge 91/81 per la costituzione del rapporto di lavoro sportivo subordinato, non è previsto: la stipulazione del contratto in forma libera. l’assunzione diretta. il deposito del contratto presso la Federazione sportiva nazionale per l'approvazione. la conformità del contratto al contratto tipo.

04. La costituzione del rapporto di lavoro sportivo avviene con la stipulazione tra lo sportivo e la società destinataria delle prestazioni sportive di un contratto: in forma scritta a pena di nullità. in qualsiasi forma secondo il principio della libertà della forma contrattuale. in forma scritta a pena di annullabilità. in forma scritta a pena di inefficacia.

05. In riferimento al contenuto del contratto di lavoro sportivo, l’art 4 della legge 91/81 prevede l’inserimento nel contratto individuale della cd. clausola compromissoria; in riferimento a ciò quale di queste affermazioni non risulta corretta?. la clausola compromissoria stabilisce il deferimento al giudizio di un collegio arbitrale delle controversie di natura economica concernenti l’attuazione del contratto ed insorte tra la società sportiva e lo sportivo. il legislatore ha previsto l’inserimento nel contratto di lavoro sportivo di una clausola compromissoria in forma facoltativa. il legislatore ha previsto l’inserimento nel contratto di lavoro sportivo della clausola compromissoria in forma obbligatoria. la clausola compromissoria deve indicare la composizione del collegio o quanto meno il numero degli arbitri e la procedura di nomina degli stessi.

01. In riferimento alla durata, il contratto di lavoro sportivo: deve contenere l’apposizione di un termine risolutivo non inferiore a cinque anni dalla data di inizio del rapporto. può contenere l’apposizione di un termine risolutivo non superiore a cinque anni dalla data di inizio del rapporto. si configura esclusivamente come contratto a tempo determinato. si configura esclusivamente come contratto a tempo indeterminato.

02. Il contratto di lavoro sportivo, prima della scadenza, può essere ceduto da una società sportiva ad un’altra: sì, purché vi sia il consenso dello sportivo e siano osservate le modalità fissate dalle singole federazioni sportive nazionali. sì, purché siano osservate le modalità fissate dalle singole federazioni. no, salvo che la società acquirente paghi l’indennità di formazione e addestramento. sì, è sufficiente il consenso dello sportivo.

01. Il lavoratore-sportivo professionista è considerato a tutti gli effetti un vero e proprio lavoratore subordinato con relativi diritti e doveri; a tal proposito quale di queste affermazioni non risulta corretta: il lavoratore-sportivo ha l’obbligo di prestare la propria attività lavorativa usando la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta. il lavoratore-sportivo ha l’obbligo di prestare la propria attività lavorativa osservando le direttive del datore di lavoro e dei collaboratori. il lavoratore sportivo ha l’obbligo di non agire ponendosi in conflitto di interessi rispetto agli obiettivi che la società sportiva-datore di lavoro si propone di raggiungere. il lavoratore sportivo ha l’obbligo di osservare le prescrizioni attinenti ai propri comportamenti e stili di vita anche qualora non risultino rispettose della sua dignità.

02. A favore dello sportivo professionista si riconosce un diritto allo svolgimento dell’attività lavorativa, tale diritto. può essere limitato soltanto per esigenze tecnico-sportive della società. può essere limitato soltanto per motivi disciplinari. può essere limitato a discrezionalità della società. può essere limitato anche per cause relative alle condizioni fisiche dello sportivo.

01. Il trattamento fiscale agevolato previsto per i cd. redditi diversi, consiste: nell’assoggettamento a ritenuta a titolo di imposta definitiva in misura del 30% oltre l'addizionale regionale per le somme comprese tra € 10.000,00 ed € 30.658,28. nella previsione di un’area no tax con esclusione totale da tassazione a titolo di IRPEF per qualsiasi somma percepita nell'anno solare di riferimento dagli sportivi non professionisti. nella previsione di un’area no tax per le somme percepite nell'anno solare di riferimento sino all'importo di € 10.000,00. nella previsione di un’area no per tax le somme percepite nell'anno solare di riferimento sino all'importo di € 7.500,00.

02. Circa l’ambito di applicazione delle agevolazioni fiscali previste per i cd. redditi diversi ex art. 67 TUIR, quale di queste affermazioni non risulta corretta: sono da ritenersi escluse dal regime fiscale agevolato le prestazioni di lavoro dipendente. sono da ritenersi incluse nel regime fiscale agevolato le prestazioni a carattere amministrativo gestionale di natura occasionale. sono da ritenersi escluse dal regime fiscale agevolato le prestazioni di lavoro autonomo o d'impresa. sono da ritenersi escluse dal regime fiscale agevolato le prestazioni rese da sportivi dilettanti in una manifestazione sportiva professionistica e da sportivi professionisti in una manifestazione sportiva dilettantistica.

01. Accanto agli elementi essenziali, il contratto di sponsorizzazione può avere anche un contenuto accessorio attraverso l’apposizione di clausole facoltative; si definisce patto di esclusiva: il patto con il quale, per tutta la durata del contratto, si limita il potere di una o di entrambe le parti di concludere contratti di sponsorizzazione con soggetti terzi. la clausola che ha la funzione di determinare anticipatamente il risarcimento dovuto in caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento. la clausola con cui si vieta la stipulazione di contratti analoghi con sponsor dello stesso settore o con soggetti sportivi della stessa disciplina. la clausola con cui si pattuisce di deferire ad un soggetto terzo cd. arbitro la soluzione delle eventuali controversie insorte in esecuzione del contratto di sponsorizzazione.

02. Il contratto di sponsorizzazione non è un contratto: bilaterale. ad esecuzione istantanea. consensuale. tipico.

03. Nell'ambito della sponsorizzazione sportiva, si configura come “pool”: una forma di sponsorizzazione nella quale lo sponsor diventa fornitore ufficiale dello sponsee obbligandosi a fornirgli tutti i beni e/o servizi funzionali all’esercizio dell’attività sportiva. una sponsorizzazione attuata mediante un consorzio di imprese che finanziano a scopo promozionale un evento che di solito richiede un forte impegno economico. una forma di sponsorizzazione nella quale lo sponsor veicola il proprio messaggio pubblicitario attraverso un intero gruppo/squadra che diventa così strumento di diffusione del nome e del marchio dello sponsor. la divulgazione e la diffusione del segno distintivo dello sponsor tramite una diretta correlazione con il soggetto sponsorizzato.

01. Sono considerate sostanze dopanti: anche quelle somministrate dopo la gara per riacquistare più velocemente possibile le energie. solo quelle somministrate durante la gara per tentare di aumentare il trasporto di ossigeno e quindi la resistenza fisica alla fatica. solo quelle somministrate durante la gara per stimolare il sistema nervoso centrale o per ridurre il livello di ansia. solo quelle somministrate prima della competizione sportiva e durante la preparazione per aumentare la massa muscolare e la forza fisica.

02. Nell'ambito dei controlli antidoping, l’esame sulle urine: serve esclusivamente per cercare parametri riconducibili all'uso di EPO e/o analoghi. è utilizzabile quale unica tecnica per individuare l’uso delle sostanze dopanti. deve essere confermato con l’esame ematico. costituisce l’unico test valido al fine di una eventuale applicazione di sanzione.

03. Secondo il disposto degli articoli 2.1-2.10 del Codice Mondiale Antidoping, non sono comportamenti disciplinarmente perseguibili nella lotta contro il doping: l’adempimento all'obbligo di notifica dei luoghi di permanenza. il possesso di sostanze vietate e il ricorso a metodi proibiti da parte del personale di supporto dell’atleta. il rifiuto o l’omissione di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici. l'uso o il tentato uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito da parte dell’atleta.

01. L’Ufficio di procura antidoping (UPA) è un organismo indipendente di giustizia, nominato dal CONI con mandato quadriennale; L’UPA: elabora il gruppo registrato ai fini dei controlli nazionali (RTP ossia Registered Testing Pool) in cui si elencano i nominativi degli atleti soggetti a controlli antidoping e l’effettuazione di tali controlli. pianifica e organizza i controlli antidoping in competizione e fuori competizione ai sensi dell’art. 5 del Codice WADA. compie in via esclusiva gli atti necessari all'accertamento delle violazioni delle norme sportive antidoping (NSA) da parte di soggetti sui quali la NADO in Italia ha giurisdizione. attua il piano di distribuzione dei controlli antidoping che annualmente è elaborato dalla giunta nazionale del CONI tenuto conto del rischio doping correlato a ciascuna disciplina sportiva.

02. Ai sensi dell’art. 2 della legge 376/2000, l’elenco delle classi dei farmaci e delle sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche mediche il cui impiego è considerato doping: è approvato con decreto del Ministero della Sanità, d'intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali, su proposta della Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive. è approvato dalla Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive su proposta del Ministero della Sanità. è approvato dal Ministero per i beni e le attività culturali, d’intesa con il Ministero della Sanità e su proposta della Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive. è di competenza esclusiva del Ministero della Sanità.

03. Il rilascio dell’esenzione a fini terapeutici da parte del CEFT, è sottoposto a rigorose condizioni, così: deve essere dimostrato che la mancata somministrazione della sostanza vietata o del metodo proibito non produrrà un significativo danno alla salute dell’atleta. non deve esistere un'alternativa terapeutica ragionevole all'uso della sostanza o del metodo normalmente vietati. la domanda di esenzione a fini terapeutici, corredata della prescritta documentazione, dovrà essere presentata dall'atleta personalmente. la domanda di esenzione a fini terapeutici, corredata della prescritta documentazione, dovrà essere presentata dall'atleta, per il tramite della Commissione federale antidoping, almeno quindici giorni prima della partecipazione alla gara.

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