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ecologia

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Creation Date: 2023/11/29

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Number of questions: 253

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Che cosa si intende per ambiente?. La componente non vivente di un sistema. La componente vivente di un sistema. Il non self, non sé dell'osservatore, cioè tutti gli elementi del sistema, escluso l'osservatore. Tutti gli elementi di un sistema, incluso l'osservatore.

Cosa sono i fattori biotici?. Sono importanti medicinali. Componenti di un ecosistema che non hanno vita. Componenti viventi di un ecosistema. Sono solo le piante.

Perché è importante l'approccio olistico?. Permette di valutare le proprietà emergenti. Permette lo studio dettagliato di unità sempre più piccole. Permette di valutare le caratteristiche del livello di organizzazione inferiore. Permette lo studio dei fenomeni nel loro complesso.

Cosa sono le proprietà emergenti?. Sono la somma delle caratteristiche di ciascuno degli elementi del livello inferiore. Le caratteristiche nuove e peculiari di un livello di organizzazione della materia vivente. Le caratteristiche espresse da ciascun livello gerarchico al passaggio da un livello di complessità inferiore a uno superiore. Le caratteristiche espresse da ciascun livello gerarchico al passaggio da un livello di complessità superiore a uno inferiore.

Come vengono valutate le proprietà emergenti?. Tramite un approccio olistico. Non possono essere valutate. Tramite interpretazione delle leggi che governano le singole componenti di un sistema complesso. Studiando solo le interazioni lineari tra le varie componenti di un sistema.

07. Che cos'è l'Ecologia?. L'analisi dell'ambiente, cioè di tutti gli elementi di un sistema, incluso l'osservatore. Lo sudio dei soli fattori biotici. Lo studio delle interazioni tra fattori abiotici e fattori biotici che determinano l'abbondanza e la distribuzione degli organismi sulla Terra. La metodologia di protezione della componente vivente di un sistema.

08. Come viene utilizzata l'energia nell'ambiente abiotico?. Nell'ambiente abiotico le reazioni non avvengono nella direzione di annullamento dell'energia. Nell'ambiente abiotico l'energia è usata per contrastare le leggi fisiche. Nell'ambiente abiotico le reazioni non vengono generate. Nell'ambiente abiotico le reazioni avvengono nella direzione di annullamento dell'energia.

09. Come viene utilizzata l'energia nell'ambiente biotico?. Nell'ambiente biotico l'energia non è usata per contrastare le leggi fisiche. Nell'ambiente biotico l'energia è usata per contrastare le leggi fisiche. Nell'ambiente biotico non viene usata energia. Nell'ambiente biotico le reazioni avvengono nella direzione di annullamento dell'energia.

10. Che cosa si intende per ambiente?. Il non self, non sé dell'osservatore, cioè tutti gli elementi del sistema, escluso l'osservatore. La componente vivente di un sistema. La componente non vivente di un sistema. Tutti gli elementi di un sistema, incluso l'osservatore.

11. Cosa sono i fattori biotici?. Le componenti viventi di un ecosistema. Sono solo le piante. Componenti di un ecosistema che non hanno vita. Sono importanti medicinali.

01. Quale caratteristica dello spettro elettromagnetico è vera?. Lo spettro del visibile comprende radiazioni elettromagnetiche con lunghezza d'onda compresa tra 10 cm e 1 mm. È simmetrico; l'energia radiante sulla superficie della terra in un giorno sereno è costituita da eguali % di UV, Visibile, Infrarosso. Rilevante per la fisiologia degli organismi va dai raggi X/gamma fino alle onde radio. I raggi gamma possiedono le lunghezze d'onda maggiori.

02. Quale caratteristica della luce è vera?. Si estingue selettivamente in acqua determinando una distribuzione differenziata degli organismi. Arriva in quantità costante in ogni periodo dell'anno. Arriva in quantità omogenea nei vari punti del globo. Arriva sulla superficie della Terra in un giorno sereno in eguali percentuali di UV, Visibile, Infrarosso.

03. Fototropismo e fototassi: quale affermazione è corretta?. Rappresentano una risposta irreversibile degli organismi. Hanno ampiezza costante indipendentemente dall'intensità della luce. Sono sinonimi. Sono mediati da pigmenti recettori e possono essere sia positivi sia negativi.

01. Che cosa è la temperatura?. E' lo "stato termico di un corpo inteso come capacità di trasmettere calore ad altri corpi". E' il fattore termico. E' sinonimo di calore di un corpo. E' un modo di trasferire energia.

02. Cosa è la pecilotermia?. Un tipo di termoregolazione degli animali endotermi. Un problema di calvizie. Un tipo di termoregolazione degli animali ectotermi. Un sinonimo di omeotermia.

03. Organismi pecilotermi: quale affermazione è corretta?. Variano la temperatura corporea al variare della temperatura ambientale. Non variano la temperatura corporea nonostante le variazioni ambientali. Come gli organismi endotermi non dipendono da fonti esterne di calore. Come gli organismi endotermi dipendono da fonti esterne di calore.

L'ossigeno. è fattore limitante nella maggioranza degli ambienti terrestri. è il combustibile delle reazioni di ossidazione delle sostanze organiche. è presente in atmosfera in concentrazione di tra il 5 e il 10%. è in minore concentrazione nella zona trofolitica che in quella trofogenica ?.

05. Cosa è l'ectotermia?. Un sinonimo di eterotermia. Una caratteristica delle piante. Un sinonimo di endotermia. La condizione degli organismi viventi la cui temperatura corporea dipende dall'ambiente esterno.

01. Cosa si indica con "organismo mesofilo"?. Un organismo estremofilo. Un organismo con un fabbisogno idrico medio. Un organismo che vive nell'acqua. Un organismo che vive in siccità.

02. Dove vivono gli organismi xerofili?. Ovunque. In acqua. In ambiente in cui domina la siccità. In ambienti fortemente umidi.

03. Dove vivono gli organismi idrofili?. In ambienti molto umidi. In ambienti aridi. Ovunque. Nell'acqua.

04. L'acqua: quale affermazione è corretta?. Si dicono Igrofili gli organismi che vivono nell'acqua, mesofili quelli di ambienti molto umidi, xerofili gli organismi a bisogno intermedio d'acqua e mesofili gli organismi che tollerano deficit d'acqua molto accentuati. Nessun organismo sopravvive senza bere acqua. Si dicono Idrofili gli organismi che vivono nell'acqua, Igrofili quelli di ambienti molto umidi, Mesofili gli organismi a bisogno intermedio d'acqua e xerofili gli organismi che tollerano deficit d'acqua molto accentuati. Le acque marine hanno una concentrazione salina media del 35 per mille; che diventa più alta nelle regioni circumpolari e più bassa nel Mar Rosso.

05. Quale di questa affermazione sulle acque dolci è vera?. Le acque dolci hanno concentrazione salina variabile: le acque molli di 0,300 g/lt., le acque dure 0,065 g/lt. Le acque dolci hanno concentrazione salina variabile: le acque molli di 0,065 g/lt, le acque dure 0,300 g/lt. Le acque dolci non hanno un contenuto di sale. Le acque dolci hanno una concentrazione salina media del 35 per mille (35 g/lt) con un minimo nelle regioni circumpolari (31 per mille) e un massimo nel Mar Rosso (39-40 per mille).

01. Cosa caratterizza gli organismi anaerobi?. Gli anaerobi obbligati vivono solo in presenza di ossigeno. Possono essere facoltativi o obbligati. Un metabolismo energetico dipendente dall'ossigeno. Gli aerobi facoltativi non tollerano l'ossigeno.

02. Quale di queste affermazioni sulle acque marine è vera?. Le acque marine hanno concentrazione salina variabile: le acque molli di 0,065 g/lt, le acque dure 0,300 g/lt. Le acque marine hanno un contenuto di sale costante. Le acque marine hanno una concentrazione salina media del 35 per mille (35 g/lt) con un minimo nel Mar Rosso (31 per mille) e un massimo nelle regioni circumpolari (39-40 per mille). Le acque marine hanno una concentrazione salina media del 35 per mille (35 g/lt) con un minimo nelle regioni circumpolari (31 per mille) e un massimo nel Mar Rosso (39-40 per mille).

01. Anidride carbonica in atmosfera: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. Non è presente in atmosfera. In atmosfera è presente in concentrazioni maggiori dell'azoto. In atmosfera è in concentrazioni di 1/700 dell'ossigeno. È presente in atmosfera in concentrazioni più elevate dell'O2.

02. Anidride carbonica: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. Rappresenta un fattore limitante negli ambienti acquatici. Non è presente in mare. Non è solubile in acqua. É la principale fonte di carbonio per gli organismi.

01. Cosa sono le relazioni interspecifiche?. Relazioni tra organismi di specie diverse, come predazione, parassitismo e mutualismo. Sono le relazioni positive che si stabiliscono tra gli organismi. Sono le relazioni negative che si stabiliscono tra gli organismi. Le relazioni che si stabiliscono tra gli organismi della stessa specie.

02. Competizione interspecifica: quale affermazione è corretta?. Provoca sempre esclusione competitiva. E' definita imperfetta se c'è esclusione competitiva. Ha risultato prevedibile e condiziona ugualmente i due competitori. Viene definita imperfetta se non c'è esclusione, perfetta se c'è esclusione competitiva secondo il modello di Gause, iperperfetta se esclude a priori i possibili competitori (produzione di antibiotici, metabolici secondari tossici, ...).

01. Che cos'è la competizione?. Una forma di antagonismo tra individui di livelli trofici diversi. Una forma di antagonismo tra individui dello stesso livello trofico che utilizzano la stessa risorsa limitata e rinnovabile. E' una forma di simbiosi. E' un tipo di interazione in cui un organismo usa come fonte di cibo un altro organismo di specie differente.

02. Che cosa è il parassitismo?. Una forma di antagonismo tra individui dello stesso livello trofico. Un'ssociazione di specie dalla quale entrambi i partner traggono beneficio. Una forma di simbiosi mutualistica. Un tipo di interazione in cui un organismo usa come fonte di cibo porzioni di un altro organismo appartenente a un'altra specie.

03. Che si intende per mutualismo?. Un tipo di interazione in cui un organismo usa come fonte di cibo un altro organismo di specie differente. Una forma di antagonismo tra individui dello stesso livello trofico. Una forma di antagonismo tra individui di livelli trofici diversi. Associazione di specie dalla quale entrambi i partner traggono beneficio.

01. Cosa si intende quando si parla di competizione per exploitation?. Un organismo consuma una risorsa che serve a un altro, con interferenza diretta tra gli organismi. Non esiste la competizione per exploitation. Il caso delle cavallette, che competono per il cibo ma non sono influenzate dalla diminuzione della risorsa e dall'aumentata difficoltà nel trovarla. L'utilizzo della risorsa da parte di un organismo che ne comporta la sua riduzione, sottraendola ad altri organismi.

02. Qual è l'effetto principale della competizione?. L'utilizzo più efficiente delle risorse. L'equilibrio dell'ecosistema. La competizione riduce il tasso di risorsa acquisito per individuo, che, a sua volta, determina la riduzione di sopravvivenza e/o di fecondità degli individui in competizione. Il miglioramento delle condizioni di vita di entrambi i competitori.

01. Quali sono i tipi di competizione interspecifica identificate da Philips (1955)?. I tipi sono 2: per exploitation, con utilizzo della risorsa e sua riduzione e per interferenza come nel caso dell'uso del territorio, un organismo esclude l'altro direttamente, fisicamente. I tipi sono 3: imperfetta se non c'è esclusione competitiva; perfetta se c'è esclusione secondo il modello di Gause e iperperfetta se effettuata tramite la produzione di antibiotici e di metaboliti secondari tossici. I tipi sono 2: interferenza e ESCLUSIONE. I tipi sono 2: per exploitation, con utilizzo della risorsa e sua riduzione e iperperfetta se effettuata tramite la produzione di antibiotici e di metaboliti secondari tossici.

02. Qual è l'effetto della competizione interspecifica sulla variabilità delle popolazioni in competizione?. La variabilità non varia per effetto della competizione. La competizione interspecifica non riduce la capacità portante di ciascuna popolazione ma seleziona organismi che usano un range limitato di risorse, cioè tendono a specializzarsi. La competizione interspecifica riduce la capacità portante di ciascuna popolazione e favorisce gli organismi che usano un range limitato di risorse, cioè quelli che tendono a specializzarsi. Non c'è nessun effetto specifico sulla variabilità.

03. Nelle relazioni intraspecifiche qual è la relazione tra il numero di morti e quello dei sopravvissuti?. La relazione tra numero di morti e numero di sopravvissuti è una relazione inversa sia alle basse sia alle alte densità. La relazione tra numero di morti e numero di sopravvissuti è sempre costante, sia alle basse sia alle alte densità. Non c'è nessuna regolarità nelle relazioni tra numero di morti e numero di sopravvissuti. Il numero dei morti è in proporzione costante a quello dei sopravvissuti in assenza di competizione, aumenta con l'aumentare della densità della popolazione e in questo caso si parla di competizione densità-dipendente, mentre al di sopra di una certa (elevata) densità il numero di morti è così elevato che determina la progressiva riduzione dei sopravvissuti.

04. La competizione regola l'accrescimento degli individui di una popolazione?. Si, e in particolare la competizione è in grado di determinare la distribuzione degli organismi in classi di dimensioni perché regola esattamente la biomassa della popolazione. Si, la competizione abbassa il tasso di accrescimento individuale. No, la taglia finale degli organismi non è regolata. No, la competizione non interviene nella determinazione dell'accrescimento degli individui.

05. La competizione intraspecifica tende a differenziare gli organismi tra loro?. Si, la competizione intraspecifica incrementa la variabilità degli organismi perché favorisce quegli individui che allargano lo spettro di utilizzo della risorsa, riducendo così la competizione. Non ci sono trend identificabili tra competizione intraspecifica e differenziamento degli organismi. La competizione incide sulla variabilità degli organismi perché favorisce quegli individui che utilizzano le risorse nella zona ottimale, restringendo lo spettro di utilizzo risorse utilizzate. No, la competizione non tende a differenziare gli individui.

06. Quali sono gli effetti della competizione interspecifica sui competitori?. La competizione interspecifica riduce la disponibilità delle risorse e, di conseguenza, riduce la capacità portante a entrambi i competitori. La competizione interspecifica produce effetti su una soltanto delle due specie in competizione. La competizione interspecifica produce sempre esclusione competitiva. La competizione interspecifica produce una modifica dell'efficienza di utilizzo delle risorse.

07. Il risultato della competizione interspecifica è sempre prevedibile?. No, dipende dal numero di partenza dei competitori; quelli più numerosi sono sempre vincenti. Si, la competizione esclude sempre una specie. No, quando nella competizione giocano fattori climatici il risultato non è prevedibile. Si, può essere previsto con appositi algoritmi.

08. Cosa si intende per allelopatia?. L'intolleranza a individui di altra specie. L'intolleranza a individui di altra specie che producono sostanze chimiche. L'intolleranza a specifici composti chimici. La competizione chimica o allelopatia è l'esclusione di altri individui per mezzo di sostanze tossiche che agiscono anche a distanza.

01. Che cos'è la predazione?. La predazione è il consumo di un organismo (predatore) ad opera di un altro (preda). L'appropriarsi di parti di un organismo. La predazione è il consumo di parte di un organismo ad opera di un altro. La predazione è il consumo di un organismo (preda) ad opera di un altro (predatore) in cui la preda è in vita quando il predatore l'attacca la prima volta.

02. Cos'è il parassitismo?. Il consumo di un intero organismo da parte di un altro. L'uccisione di un organismo da parte di un altro. Il consumo di parte di un organismo (parassita) da parte di un altro (ospite). Il consumo di parte di un organismo (ospite) da parte di un altro (parassita), l'ospite rimane in vita dopo il consumo.

03. Cosa è la predazione?. Un rapporto interspecifico di tipo positivo per entrambi i partner. Un esempio di relazione intraspecifica. Un tipo di relazione interspecifica in cui un organismo usa come fonte di cibo un organismo di un'altra specie. Un tipo di interazione in cui un organismo usa come fonte di cibo un altro organismo della stessa specie --.

04. La predazione ha effetti positivi sulla popolazione della preda?. No, la predazione non è in grado di aumentare la resa della popolazione della preda. No, la predazione aumenta solo la resa della popolazione del predatore. Non è chiaro se la predazione sia in grado di aumentare la resa della popolazione della preda. Si, la predazione è in grado di aumentare la resa della popolazione della preda.

05. Le relazioni preda/predatore e ospite/parassita sono regolate?. No, un parassita/predatore molto aggressivo è più efficiente. No, non sono regolati. Nessuna delle precedenti. Si, parassiti e predatori sono selezionati per mantenere 'in buone condizioni' la popolazione dell'ospite e della preda.

06. La predazione mantiene il controllo numerico della popolazione della preda?. No, la predazione non è in grado di tenere sotto controllo la dimensione della popolazione della preda. No, la predazione permette il controllo numerico della popolazione del predatore. No, la predazione non permette il controllo numerico né della popolazione della preda né di quella del predatore. Si, uno degli effetti positivi della predazione è quello di mantenere il controllo numerico della popolazione della preda.

07. Gli erbivori possono essere predatori?. Si, quando rimuovono l'intero individuo della pianta di cui si cibano, uccidendolo. Un esempio è la capra. No, gli erbivori non possono essere considerati predatori. Si, quando rimuovono l'intero individuo della pianta di cui si cibano, uccidendolo. Un esempio è la pecora. Nessuna delle precedenti.

01. Il microbiota intestinale rappresenta un buon mutualismo per gli animali e per l'uomo?. No, è una sorta di parassita dell'organismo che lo ospita. Forse. Si, i microrganismi che colonizzano l'intestino svolgono molte funzioni importanti per l'ospite, dalla digestione della cellulosa - ad es. nelle termiti - alla sintesi di vitamine e un corretto microbiota sembra associato alla salute dell'ospite. Non è ancora chiaro il ruolo svolto dal microbiota intestinale.

02. La chemioluminescenza batterica è utilizzata nelle relazioni mutualistiche?. No, a cosa può servire la luce di un microbo?. La luce dei microbi non è utilizzata dagli animali. La chemioluminescenza batterica non è importante nei legami tra gli organismi. La chemioluminescenza batterica gioca un ruolo importante nei legami tra gli organismi e molti microbi vengono 'allevati' dagli animali per la loro capacità di produrre luce.

03. Come può essere una relazione mutualistica?. E' sempre obbligata. Può essere: Facoltativa i due partner traggono beneficio dall'associazione ma non dipendono l'uno dall'altro; Obbligata x 1 partner ma facoltativo per l'altro; Obbligata x entrambi i partner. E' sempre facoltativa. E' così rara che non è noto.

04. Cos'è il mutualismo?. Non è una relazione efficiente. E' una relazione amichevole, i partner non si comportano in maniera egoista (selfish). E' una relazione competitiva. E' un'associazione di coppie di specie dalla quale entrambi i partner traggono beneficio: gli individui di ciascuna popolazione crescono e sopravvivono ad un tasso maggiore in presenza degli individui dell'altra popolazione, il mutualismo evolve e si afferma perché il beneficio reciproco supera consistentemente i costi dell'associazione.

01. Quali sono le caratteristiche di una popolazione?. Curve di accrescimento e sopravvivenza. Distribuzione nello spazio e in classi d'età. Densità, Natalità e mortalità, Curve di accrescimento e sopravvivenza, Distribuzione nello spazio e in classi d'età. Distribuzione nello spazio e in classi d'età.

Come si definisce una popolazione?. È un'associazione temporanea di organismi che si scambiano servizi. È un insieme di individui della stessa specie. È un'associazione temporanea di organismi che condividono caratteristiche genetiche e caratteristiche statistiche. È un insieme di individui della stessa specie che ha possibilità reale di essere interfecondi perché abitano una stessa area nello stesso tempo.

Cos'è una popolazione?. l'insieme di tutti gli individui di una stessa specie. l'insieme degli individui di una stessa specie che vivono nella stessa area e quindi sono tra loro effettivamente interfecondi. il gruppo dei primi colonizzatori di un'area. l'insieme degli individui di specie simili che vivono nella stessa area.

Cos'è la densità di una popolazione?. È la dimensione della popolazione riferita ad un'unità di spazio. Si può misurare come numero, biomassa o energia. E' la distanza tra due individui in rapporto all'ampiezza dell'areale. E' il numero di individui di una poplazione.

Cos'è la densità di una popolazione?. La biomassa degli individui della popolazione. Il numero o la biomassa degli individui della popolazione. La dimensione della popolazione riferita all'unità di spazio. Il numero degli individui della popolazione.

Come si misura la densità di una popolazione?. come numero di individui o biomassa per unità di spazio generico (densità specifica o ecologica). come numero di individui o biomassa per unità di spazio generico (densità aspecifica) oppure come numero di individui o biomassa per unità di spazio realmente utilizzabile (densità specifica o ecolologica). come numero di individui o biomassa per unità di spazio realmente utilizzato (densità aspecifica). La densità non si misura.

Ci sono limiti alla densità di una popolazione?. la densità di una popolazione ha un limite superiore (determinato da flusso di energia, livello trofico, dimensione degli individui, velocità del metabolismo). la densità di una popolazione non ha limiti definiti. la densità di una popolazione ha un limite inferiore (non facilmente determinabile per il principio di Allee). Si, la densità ha un limite superiore e uno inferiore.

Il limite superiore della densità dipende. dal livello trofico, con differenze a seconda del tipo di alimentazione. dalle dimensioni degli organismi, perché gli organismi più piccoli consumano più energia per unità di massa corporea di quelli grandi. Nessuna delle precedenti. dal livello trofico, con differenze a seconda del tipo di alimentazione e dalle dimensioni degli organismi.

Cos'è la mortalità?. la misura dell'incremento della popolazione. La compensazione della natalità. E' la rimozione di individui dalla popolazione e si riferisce al numero degli individui che si sottraggono in un determinato intervallo di tempo. la quota di individui sottratti alla popolazione nel tempo, esclusa quella dovuta all'emigrazione.

Cosa si intende per natalità. Si calcola come l'opposto della mortalità. Il numero di individui che vengono sottratti alla popolazione. La natalità massima di una popolazione è variabile, e rappresenta la produzione di nuovi individui in condizioni reali. La natalità ecologica, cioè l'aggiunta di nuovi individui in condizioni reali.

L'accrescimento di una popolazione dipende. dal numero degli individui presenti. dall'integrazione del tasso di natalità e di mortalità. L'accrescimento ha una dinamica casuale. dalla durata di vita degli organismi.

Cos'è la natalità?. La compensazione della mortalità. la quota di individui che si aggiungono alla popolazione nel tempo, esclusa quella dovuta all'immigrazione. E' la capacità intrinseca di una popolazione di accrescersi e si riferisce al numero degli individui aggiunti alla popolazione in un determinato intervallo di tempo. la misura del decremento della popolazione.

Le curve di accrescimento di una popolazione. Sono determinate dal tasso di natalità e non da quello di mortalità. hanno due modelli, uno esponenziale e uno sigmoide; modello di accrescimento sigmoide tiene conto della "resistenza ambientale". Sono spesso correlate alla distribuzione in classi d'età della popolazione. hanno due modelli, uno esponenziale e uno sigmoide; il modello di accresimento esponenziale non è realistico.

Il tasso di accrescimento di una popolazione è. correlato a: dimensione della popolazione. correlato a: dimensione della popolazione, rapporto sessi e distribuzione in classi d'età. correlato a: rapporto sessi e distribuzione in classi d'età. correlato a: distribuzione in classi d'età.

Cosa si intende per K nell'ecologia di popolazione?. la quantificazione delle risorse presenti in un ambiente. la capacità portante di un ecosistema, cioè il numero massimo di organismi supportato dal sistema oltre il quale avviene un crollo drastico. la peculiare caratteristica di accrescimento della popolazione in esame. il limite massimo di densità di una popolazione determinato dal tasso di natalità e non da quello di di mortalità.

Il potenziale biotico, r. quantifica la capacità riproduttiva di una specie e dipende dalla distribuzione in classi d'età della popolazione e dalla velocità riproduttiva delle singole classi d'età. dipende dalla distribuzione in classi d'età della specie. è minimo nel caso di distribuzione in classi d'età "stabile" e non quantifica la capacità riproduttiva di una specie. dipende dalla velocità riproduttiva delle singole classi d'età di una popolazione.

Le curve di sopravvivenza di una specie. rappresentano la probabilità di morire degli individui alle diverse classi d'età. sono convesse se la mortalità è massima durante le prime fasi della vita. sono concave se la mortalità è massima alla massima longevità. sono poco importanti perché la mortalità èsempre la stessa a tutte le età.

La curva di accrescimento a S (sigmoide) di una popolazione. non tiene conto della disponibilità delle risorse. è descritta dall'equazione dN/dt = rN. è indipendente dai fattori limitanti. è descritta dall'equazione dN/dt = rN(k-N)/K.

La curva di accrescimento a J (esponenziale) di una popolazione. è descritta dall'equazione dN/dt = rN. dipende dai fattori limitanti. tiene conto della disponibilità delle risorse. è descritta dall'equazione dN/dt = rN(k-N)/K.

Modello di accrescimento delle popolazioni è. irregolare, non ci sono modelli di accrescimento. esponenziale (curva a J) o sigmoide (curva a S). esponenziale (curva a J). sigmoide (curva a S).

La distribuzione in classi d'età. influenza natalità/mortalità ma non dà indicazioni sulla capacità riproduttiva futura. è un importante dato demografico. non influenza natalità/mortalità ma dà indicazioni sulla capacità riproduttiva futura. influenza natalità/mortalità e dà indicazioni sulla capacità riproduttiva futura.

Causa del tipo di distribuzione degli organismi nello spazio sono. i modelli di dispersione o di comportamento sociale nella distribuzione aggregata, la presenza di interazioni competitive forti in quella uniforme. l'assenza di interazioni tra gli individui e i fattori ambientali abiotici. i modelli di dispersione o di comportamento sociale nella distribuzione uniforme, la presenza di interazioni competitive forti in quella aggregata. i fattori ambientali abiotici.

La distribuzione nello spazio. può essere aggregata quando gli organismi si trovano in gruppi, casuale quando gli organismi non hanno un modello di spaziatura o uniforme quando gli organismi sono distanziati regolarmente. è quasi sempre casuale. può essere casuale quando gli organismi si trovano in gruppi, aggregata quando gli organismi non hanno un modello di spaziatura o uniforme quando gli organismi sono distanziati regolarmente. può essere aggregata quando gli organismi sono distanziati regolarmente, uniforme quando gli organismi si trovano in gruppi, casuale quando gli organismi non hanno un modello di spaziatura o.

Le ipotesi classiche di regolazione delle popolazioni. ipotizzano meccanismi endogeni che riducono o aumentano la natalità e la mortalità. sostengono che le popolazioni sono regolate da fattori ambientali e che sono indipendenti dalla densità di popolazione. includono tra i fattori di regolazione i fattori densità-dipendenti, quelli densità indipendenti e i meccanismi endogeni di regolazione. sostengono che le popolazioni sono regolate da fattori densità-dipendenti.

I meccanismi di regolazione di una popolazione sono. densità-indipendenti se l'effetto è funzione della dimensione della popolazione, densità-dipendenti se l'effetto è indipendente della densità. densità-dipendenti perché l'effetto è funzione della densità. densità-indipendenti perché l'effetto è indipendente dalle dimensioni della popolazione. densità-indipendenti se l'effetto è indipendente dalle dimensioni della popolazione, densità-dipendenti se l'effetto è funzione della densità.

La regolazione di una popolazione è. la tendenza della popolazione a diminuire la sua dimensione. è impossibile, le popolazioni non sono in grado di regolare la propria dimensione. la tendenza della popolazione a diminuire la sua dimensione se è al di sopra di un certo livello, oppure di aumentarla se è al di sotto. la tendenza della popolazione a aumentare la sua dimensione.

Quali sono le caratteristiche di una comunità?. La Struttura temporale, che dipende dai cicli giornalieri, stagionali, di marea, ... dei fattori ambientali. La Fisiognomia, cioè la forma e la struttura di una comunità che determina il modo in cui essa appare ed è riconoscibile. Struttura verticale, la sua stratificazione, e struttura orizzontale, che dipende dalla disposizione degli individui di ciascuna popolazione. La fisiognomia, e la struttura verticale, orizzontale e temporale.

Cosa si intende per diversità di specie?. E' definita come la presenza di specie dominanti e rare nell'ambiente in esame ??. Nessuna delle precedenti. E' la Gamma-diversità, cioè è la diversità regionale, la ricchezza in specie di un'area in cui si trovano più comunità. È il rapporto tra la diversità alfa e beta.

Come si identifica una comunità?. con la lista di specie che definisce la comunità da un punto di vista qualitativo. con la lista di specie che definisce la comunità sia da un punto di vista qualitativo sia da uno quantitativo. con la lista di specie che definisce la comunità da un punto di vista quantitativo. Con la lista di specie.

Quali sono le specie dominanti di una comunità. quelle presenti comunemente. quelle che determinano la diversità nel sistema. quelle attraverso cui passa la gran parte dell'energia del sistema. non ci sono specie dominanti nei sistemi ecologici.

Cos'è la diversità di specie?. E' una caratteristica naturale di difficile valutazione. È il numero di specie diverse presenti in una data comunità e si misura con la componente evenness (uniformità). È il numero di specie diverse presenti in una data comunità e si misura su due componenti: ricchezza in specie e evenness (uniformità). È il numero di specie diverse presenti in una data comunità e si misura con la componente ricchezza in specie.

Quali sono i tipi di diversità che si misurano. Sono tanti e diversificati. sono due: diversità alfa - locale e diversità gamma - regionale. sono tre: diversità alfa - locale, diversità beta - delle aree di transizione, e diversità gamma - regionale. sono due: diversità alfa - locale e diversità beta - delle aree di transizione.

Da cosa è prodotta la diversità di specie?. Dal rapporto tra la diversità alfa e beta. Dalla Gamma-diversità, cioè è la diversità regionale, la ricchezza in specie di un'area in cui si trovano più comunità. Nessuna delle precedenti. Dalla presenza di specie dominanti e rare nell'ambiente in esame??.

Come si definisce la comunità. E' definita dalla lista di specie, che definisce quantitativamente la comunità. La comunità è costituita da tutte le popolazioni che si susseguono in un intervallo di tempo. Insieme delle popolazioni di specie diverse che vivono nella stessa area/volume, persistono per un tempo compatibile e sono tra loro interconnessi tramite trasferimenti di energia e materiali. La comunità è l'insieme degli individui in un habitat.

Quali sono i tipi fisiognomici più importanti?. sono Tundra, Taiga, Steppa, Deserto, Savana, Foresta pluviale. sono Tundra, Taiga, Foresta temperata a latifoglie, Foresta e macchia a sclerofille, Steppa, Deserto, Savana, Foresta pluviale. sono quelli delle aree temperate e meridionali: Foresta e macchia a sclerofille, Steppa, Deserto, Savana, Foresta pluviale. sono quelli delle aree settentrionali: Tundra, Taiga, Foresta temperata a latifoglie.

Cosa sono i biomi?. Sono ambienti con variazioni stagionali. L'insieme dei fattori biotici che insistono su un sistema. Sono gli habitat che variano latitudinalmente condizionati sia nel numero di individui sia nel numero di specie presenti dal complesso delle condizioni ambientali locali. Tipi di comunità, detti anche formazioni, riconoscibili per la loro fisiognomia.

Cos'è un bioma?. La 'formazione' costituita da organismi animali. La 'formazione' costituita da organismi animali e vegetali. E' un definito tipo di comunità, riconoscibile dalla sua componente vegetale; è detto formazione se ci si riferisce alla sola fisiognomia. E' un definito tipo di comunità, riconoscibile dalla sua fisiognomia; è detto formazione se ci si riferisce alla sola componente vegetale.

Cosa caratterizza la taiga?. la presenza di boschi di latifoglie; è il bioma terrestre più diffuso sulla Terra. la presenza di boschi di conifere, soprattutto pini, abeti e larici; è il bioma terrestre meno diffuso sulla Terra. la presenza di boschi di conifere, soprattutto pini, abeti e larici; è il bioma terrestre più diffuso sulla Terra. la presenza di specie stenoecie.

Cosa caratterizza la tundra?. la distribuzione geografica. la fiorente crescita delle piante nelle brevi stagioni di crescita. la limitata crescita delle piante, determinata da basse temperature e brevi stagioni di crescita. la presenza di specie euriecie.

Quali sono le Foreste e macchie a sclerofille. il Chaparral, il Matorral e il Fynbos. la Macchia mediterranea, il Chaparral, il Matorral e il Fynbos. la Macchia mediterranea e il Chaparral. la Macchia mediterranea e il Fynbos.

Cosa caratterizza la macchia mediterranea?. la distribuzione geografica in aree a clima continentale mite. la capacità di vivere in aree a elevata disponibilità d'acqua. nessuna delle risposte è corretta. la vegetazione a sclerofille, dal greco a 'foglie dure'.

Cosa sono le Foreste Temperate a Latifoglie?. sono boschi di pini e abeti. sono biomi che non mostrano andamenti stagionali. sono i biomi caratteristici di aree a clima continentale più mite. sono biomi caratterizzati dalla presenza di sclerofille.

Cos'è la savana?. è un bioma povero. è un bioma a pascolo ininterrotto e ricco di erbe, senza copertura, nonostante l'elevata densità di alberi. non è un bioma. é uno strato erbaceo.

Cos'è la steppa?. è un bioma a prati e arbusti senza alberi e generalmente caratterizzata da clima desertico. è un bioma a prati e arbusti senza alberi e generalmente caratterizzata da clima semi-arido e continentale. è un bioma diversificato, caratteristico di aree continentali. non è un bioma.

Cos'è un deserto?. è una zona arida caratterizzata da basse precipitazioni e in cui le condizioni di vita sono ostili per piante ed animali. è una zona soggetta alla la cella tropicale (di Hadley). è una zona soggetta alla cella temperata (di Ferrel). è una zona arida completamente disabitata.

Perché il deserto è arido pur trovandosi a una latitudine relativamente bassa?. perché le precipitazioni dipendono dai moti convettivi atmosferici e le zone desertiche si producono laddove le circolazioni determinano la carenza d'acqua: tra la cella temperata (Ferrel) e quella tropicale (Hadley). perché le precipitazioni dipendono dai moti convettivi atmosferici e le zone desertiche si producono laddove le circolazioni determinano la carenza d'acqua: all'interno della cella temperata (Ferrel). perché le precipitazioni dipendono dai moti convettivi atmosferici e le zone desertiche si producono laddove le circolazioni determinano la carenza d'acqua: all'interno della cella tropicale (Hadley). La latitudine non determina la disponibilità d'acqua.

Cos'è la foresta pluviale?. dette anche i gioielli della Terra, sono gli ecosistemi più diversificati e ricchi, in cui milioni di specie di piante, insetti e microrganismi sono ancora da scoprire. la stragrande maggioranza delle specie delle foreste pluviali sono ancora da scoprire. Il 90-95% di tutte le specie sulla Terra sono indigene delle foreste pluviali. nessuna delle risposte è corretta.

Quali sono le funzionalità dell'ecosistema?. Struttura trofica, circuiti energetici, diversità nello spazio e nel tempo, cicli della materia. quelle relative al flusso di energia e materiale. Nessuna delle risposte è corretta. quelle relative al ricircolo di materia e energia.

Gli elementi caratterizzanti della struttura trofica degli ecosistemi sono. I batteri e i virus. la componente autotrofa, in cui prevale la fissazione dell'energia luminosa, e la componente eterotrofa, in cui prevale l'utilizzo, il riarrangiamento e la decomposizione di composti complessi (consumatori, decompositori). i produttori, la componente autotrofa in cui prevale la fissazione dell'energia luminosa, l'uso di sostanze inorganiche e la costruzione di composti complessi. consumatori e decompositori, la componente eterotrofa, in cui prevale l'utilizzo, il riarrangiamento e la decomposizione di composti complessi.

Come si compone la struttura trofica in un ecosistema?. È caratterizzata da una componente autotrofa (consumatori, decompositori) e una eterotrofa (produttori) interconnesse. La struttura trofica di un ecosistema è composta dalle prede e dai predatori. Si compone della materia inorganica disponibile nell'ecosistema. E' formato da una componente autotrofa, in cui prevale la fissazione dell'energia luminosa, l'uso di sostanze inorganiche e la costruzione di composti complessi, ed una componente eterotrofa, in cui prevale l'utilizzo, il riarrangiamento e la decomposizione di composti complessi.

Come si rappresenta la struttura trofica di un ecosistema?. Dipende dalle risorse limitanti. Si rappresenta come il rapporto tra la componente biotica e abiotica di un ecosistema. Può essere rappresentata come piramidi di Numero, Biomassa e Energia che possono essere diritte o capovolte. Si rappresenta con piramidi ecologiche, le reti trofiche, i comparti energetici.

Quali sono le proprietà emergenti di un ecosistema?. Comunità e ambiente fisico di una determinata area interagiscono in modo da determinare la ciclizzazione dei nutrienti tra comparto abiotico e biotico. Comunità e ambiente fisico di una determinata area interagiscono in modo da determinare una definita struttura trofica in cui i nutrienti transitano tra comparto abiotico e biotico e la ciclizzazione di materia ed energia. Comunità e ambiente fisico di una determinata area interagiscono in modo da determinare una definita struttura trofica. Comunità e ambiente fisico di una determinata area interagiscono in modo da determinare una definita struttura trofica in cui fluisce materia ed energia, e la ciclizzazione dei nutrienti tra comparto abiotico e biotico.

Come si studia un ecosistema?. Le funzionalità dell'ecosistema non possono essere studiate perché sono processi complessi e non facilmente identificabili. Le funzionalità dell'ecosistema devono essere studiate in relazione a: struttura trofica, circuiti energetici, diversità nello spazio e nel tempo, cicli della materia. Le funzionalità dell'ecosistema devono essere studiate in relazione alla diversità ecosistemica nello spazio e nel tempo. Le funzionalità dell'ecosistema devono essere studiate in relazione a: struttura trofica, circuiti energetici, cicli della materia.

Come si definisce un ecosistema?. È l'unità che include la comunità che vive in una data area e interagisce con l'ambiente fisico. E' un concetto astratto. E' definito dal flusso di energia. È caratterizzato dalla sola presenza di una componente eterotrofa.

Le strutture trofiche sono rappresentate. come piramidi di Numero, di Biomassa oppure di Energia, che possono essere dritte o capovolte. come piramidi di popolazioni. dalla misura in joule. come piramidi di Numero, Biomassa oppure di Energia, che non può essere mai capovolta.

Il flusso di energia in un ecosistema. è limitato dall'efficienza con cui l'energia solare che arriva nel sito viene trasformata e trasferita nel sistema, perché la quantità di luce che arriva sulla Terra è uguale dappertutto. dipende dal tempo e dallo spazio. dipende dagli organismi presenti. è limitato dalla quantità di energia solare che arriva in quel sito e dall'efficienza con cui viene trasformata e trasferita nel sistema, per questo la ricchezza degli ecosistemi naturali dipende dal tasso di irradiazione.

Cos'è la produttività produttività netta della comunità?. è la misura della respirazione della comunità. è la capacità di produrre sostanza organica dell'intera comunità. è la velocità di immagazzinamento dell'energia, dopo che tutta la comunità ha respirato. è la quantità di sostanza organica necessaria alla respirazione di tutta la comunità.

Cos'è la produttività secondaria?. è la quantità di energia chimica residua dopo la respirazione del consumatore. è la velocità di produzione della sostanza organica nei consumatori. è la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del consumatore. è la velocità di assimilazione dell'energia nei trasferimenti tra i consumatori.

Cos'è la produttività primaria netta?. è la capacità fotosintetica del consumatore. è la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore. è la velocità di fotosintesi, inclusa la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore. è la velocità di fotosintesi, al netto della quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore.

Cos'è la produttività primaria?. la somma di produttività primaria lorda e netta. è la velocità di trasformazione dell'energia radiante in sostanza organica. è la velocità di trasformazione dell'energia radiante in sostanza organica, esclusa la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore. è la velocità di trasformazione dell'energia radiante in sostanza organica, inclusa la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore.

Le strutture trofiche costituiscono. strutture aleatorie che cambiano nel tempo e nello spazio. catene trofiche o catene alimentari, che permettono il trasferimento di alimento tra gli elementi di una comunità. reti trofiche che permettono la serie di interconnessioni alimentari che si stabiliscono tra gli elementi di una comunità. interconnessioni alimentari che si stabiliscono tra gli elementi di una comunità.

Esiste un limite di produttività negli ecosistemi?. No, la limitazione alla produttività può essere risolta con la tecnologia. Si, e dipende dalla quantità di energia chimica trasformata e trasferita nel sistema. Si, e dipende dalla quantità di energia solare che arriva in quel sito e dall'efficienza con cui viene trasformata e trasferita nel sistema. No, non ci sono limitazioni alla produttività ecosistemica.

Qual è il fattore ambientale che permette la produzione biologica sulla Terra. La fonte di energia della Terra è la luce solare. La fonte di energia della Terra è la fotosintesi ?. Nessuna delle risposte è corretta. La fonte di energia della Terra sono i combustibili fossili.

Cosa si intende per produttivià?. Nessuna di queste ?. Si intende il ciclo dell'energia e della materia in una sistema. La produttività netta della comunità è la velocità di immagazzinamento dell'energia da parte dei produttori. Si intende la quantità di energia trasformata in biomassa nell'unità di tempo.

Cos'è la produttività primaria lorda?. è la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore. è la velocità di fotosintesi, esclusa la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore. è la capacità fotosintetica del produttore. è la velocità di fotosintesi, inclusa la quantità di energia chimica necessaria per la respirazione del produttore.

01. Come si definisce la successione ecologica?. Lo sviluppo di un ecosistema, processo ordinato di sviluppo delle comunità. Non dipende da modificazioni dell'ambiente fisico dovute alla comunità. Nel passaggio da comunità pioniere verso il clima le specie K-strategist vengono sostituite da r-strategist. È un processo ordinato e prevedibile che non implica variazioni nel tempo della struttura in specie e della funzionalità delle comunità.

02. Come si classificano le successioni ecologiche?. Con i metodi di analisi delle comunità. Possono essere primarie o secondarie, e culminano in un ecosistema stabile, detto climax; le comunità intermedie sono dette stadi serali o sere. Possono essere stabili, dette climax, o intermedie, dette sere. E' molto difficile classificare le successioni per via delle loro molteplici variazioni nello spazio e nel tempo.

03. Il concetto di successione ecologica si consolida nel XX secolo con le teorie di: Clemens e Gleason non si sono occupati di successioni ecologiche. Clemens e Gleason, il primo sosteneva che l'unità fosse un'entità organica, che come un organismo cresce, matura e muore; il secondo sosteneva che invece fosse un'associazione casuale, a malapena un'unità vegetazionale. Gleason e Clemens, il primo sosteneva che l'unità fosse un'entità organica, che come un organismo cresce, matura e muore; il secondo sosteneva che invece fosse un'associazione casuale, a malapena un'unità vegetazionale. Gleason e Clemens, che sostenevano entrambi come l'unità fosse un'entità organica che, come un organismo, cresce, matura e muore.

01. Il climax edafico è. Lo stadio finale a cui arriva la comunità localmente in relazione alle condizioni microclimatiche, topografiche, geologiche e pedologiche del sito. Lo stadio finale della comunità determinato da latitudine, altitudine e continentalità. Uno degli stadi intermedi della successione. Lo stadio finale raggiunto in accordo con l'ipotesi del monoclimax fatta da Clements.

01. La successione primaria. E' la sequenza che parte in uno spazio già colonizzato in precedenza che è stato sottoposto a perturbazione. E' la condizione primaria di un sito sottoposto a perturbazioni. E' quello che succede in un sito prima che si avvii una sucecssione. E' la serie di comunità che si susseguono in uno spazio mai colonizzato prima [substrato] da altri organismi, è caratterizzato da una lunga sequenza iniziale.

01. Nel corso della successione il processo di facilitazione. E' quello per cui le specie precoci escludono i colonizzatori successivi per predazione, competizione, ecc. E' quello per cui le specie tardive risultano più efficienti di quelle precoci a livelli più bassi di risorse, finendo per escluderle competitivamente. E' quello per cui le specie precoci modificano le condizioni ambientali favorendo la colonizzazione delle specie tardive. Non si verifica quasi mai, viene rilevato solo in alcune specifiche condizioni ambientali.

02. La successione autotrofa. E' quella successione che, in base agli aspetti produttivi, mostra una produzione maggiore della respirazione. Non esistono le successioni autotrofe, sono solo eterotrofe. E' quella in cui negli stadi iniziali la produttività netta della comunità è elevata. E' quella successione che, in base agli aspetti produttivi, mostra una respirazione maggiore della produzione.

01. Cosa sono i cicli bio-geo-chimici?. E' il tempo necessario per la decomposizione di un organismo. Sono l'insieme delle reazioni biochimiche che esegue un organismo. Sono il continuo trasferimento di elementi chimici tra la componente biotica e quella abiotica, e viceversa, nell'ecosistema. Sono le reazioni che modificano la chimica di una sostanza.

02. Nei cicli biogeochimici il pool di riserva. E' una componente di piccole dimensioni, responsabile degli scambi tra organismi e ambiente. E' un altro modo di chiamare il pool di scambio. E' la componente di maggiore dimensione, non biologica, con movimenti di materiale molto lenti. E' il sito dove si rilevano l'elemento di interesse in elevate quantità.

03. I cicli si classificano come. I cicli non si classificano. Gassosi o Sedimentari, nel primo caso se il pool di riserva è localizzato nelle rocce, nel secondo se il pool di riserva è localizzato in atmosfera o negli oceani. Gassosi se il pool di riserva è localizzato nell'atmosfera oppure negli oceani. Gassosi se il pool di riserva è localizzato nella litosfera.

04. La vita sulla Terra si è evoluta sulla base di. Una consistente disponibilità di energia e di elementi chimici. Una consistente disponibilità di elementi chimici e una quantità finita di energia. Una consistente disponibilità di energia e una quantità finita di elementi chimici. Una disponibilità limitata di energia e di elementi chimici.

01. Il pool di riserva del ciclo del Carbonio. E' l'oceano, come previsto per i cicli gassosi. E' l'atmosfera, infatti è il cico del C è classificato come ciclo gassoso. E' la litosfera, in quanto il Carbonato di calcio è il componente principale di rocce come la dolomia. E' la litosfera, in quanto grandi quantità di carbonio sono stoccate nella crosta terrestre sotto forma di combustibili fossili e sedimenti organici.

02. La fissazione del Carbonio nel ciclo biogeochimico. Il ciclo biogeochimico del Carbonio non include la fissazione. E' il processo di restituzione all'atmosfera della CO2 che si ottiene ossidando materia organica. Avviene attraverso il processo fotosintetico con cui gli autotrofi sono in grado di convertire l'energia luminosa proveniente dal Sole in energia chimica, utilizzando CO2 e acqua per fissarla in molecole di zucchero. E' generalmente chiamato respirazione e riguarda tutti gli organismi.

01. Il leaching dell'Azoto. E' il processo per cui i sali solubili dell'Azoto vengono dilavati con la pioggia dagli ecosistemi terrestri, entrando in quelli acquatici, fino al mare, rappresentando uno dei maggiori responsabili dell'eutrofizzazione. Non si verifica perché l'azoto non è solubile. E' il processo per cui i sali solubili dell'Azoto vengono concentrati negli ecosistemi terrestri. Non è coinvolto nel processo dell'eutrofizzazione.

02. La fissazione dell'Azoto nel ciclo biogeochimico. E' la produzione di nitrato dai composti 'biologicamente utili' che avviene nel suolo, in presenza di O2. E' un processo complesso perché l'azoto atmosferico è estremamente stabile, in cui N2 è ridotto ad ammoniaca, 'biologicamente utile' e incorporato in proteine, acidi nucleici, ecc. E' la transformazione effettuata dalle radici delle piante: è un processo efficiente, ma richiede molta energia (10 g glucose/g N). E' la trasformazione di nitrato in nitrito che avviene nel suolo, in presenza di O2.

03. Il ciclo biogeochimico dell'Azoto. E' un ciclo gassoso in cui l'intervento di gruppi di batteri specializzati è sporadico. E' un ciclo gassoso piuttosto complesso e molto costoso in termini energetici in cui gruppi di batteri specializzati intervengono nella modifica dell'atomo di azoto. E' un ciclo gassoso che non prevede la modifica dello stato di ossidazione dell'atomo di azoto. E' un ciclo sedimentario piuttosto complesso e molto costoso in termini energetici in cui gruppi di batteri specializzati intervengono nella modifica dell'atomo di azoto.

01. Il ciclo biogeochimico del fosforo. E' un ciclo sedimentario piuttosto semplice e ben regolato. E' un ciclo in cui i comparti terrestre ed acquatico hanno dinamiche completamente separate. E' un ciclo sedimentario piuttosto semplice, poco regolato perché ci sono perdite consistenti nei sedimenti profondi; l'aumento del fosforo nei mari contribuisce all'eutrofizzazione. E' un ciclo gassoso piuttosto semplice, poco regolato perché ci sono perdite consistenti nei sedimenti profondi; l'aumento del fosforo nei mari contribuisceall'eutrofizzazione.

02. Il ciclo dell'acqua. E' diverso dai cicli biogeochimici degli elementi perchè l'acqua cambia solo solo il suo stato fisico. Nel ciclo dell'acqua solo l'ideogeno cambia stato di ossidazione. Nel ciclo dell'acqua sia l'ossigeno che l'ideogeno cambiano stato di ossidazione. Nel ciclo dell'acqua solo l'ossigeno cambia stato di ossidazione.

03. Il ciclo biogeochimico dello zolfo. E' un ciclo in cui i comparti terrestre ed acquatico hanno dinamiche completamente separate. E' un ciclo sedimentario complesso, in cui gruppi di batteri specializzati intervengono nella modifica dell'atomo di zolfo; le emissioni con i combustibili fossili determinano l'aumento dello zolfo in atmosfera che si trasforma in deposizioni acide. E' un ciclo gassoso complesso, in cui gruppi di batteri specializzati intervengono nella modifica dell'atomo di zolfo; le emissioni con i combustibili fossili determinano l'aumento dello zolfo in atmosfera che si trasforma in deposizioni acide. E' un ciclo sedimentario che non prevede la modifica dello stato di ossidazione dell'atomo di fosforo.

01. Che cos'è il Global warming o Riscaldamento globale?. L'incremento della temperatura della Terra, dovuto all'aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera degli ultimi anni, che ha prodotto profonde alterazioni del clima. È sinonimo di effetto serra. L'incremento della concentrazione dei gas serra in atmosfera. La riduzione delle temperatura sulla Terra.

02. Che cos'è l'effetto serra?. E' il fenomeno per cui solo la radiazione solare riflessa viene intrappolata da alcuni gas atmosferici. E' il fenomeno naturale per cui la radiazione solare - che arriva sulla Terra e viene in parte assorbita e in parte riflessa sotto forma di radiazione calda - viene intrappolata da alcuni gas atmosferici, rendendo il pianeta più caldo. E' il fenomeno per cui la radiazione solare riflessa viene espulsa fuori dalla stratosfera da alcuni gas atmosferici. È sinonimo di global warming.

01. L'ozono in atmosfera: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. Non è una forma particolarmente reattiva dell'O2 ed è uno dei costituenti naturali dell'atmosfera, importante perché filtra la radiazione UV proveniente dal Sole. E' un componente delle basse quote atmosferiche nelle aree industriali inquinate, non è presente in altri comparti dell'atmosfera. È una forma particolarmente reattiva dell'O2 ed uno dei costituenti naturali dell'atmosfera, presente come un sottile strato continuo nella porzione superiore della stratosfera, continuamente ricostituito a partire dall'ossigeno atmosferico; filtra (e assorbe) quantitativamente/qualitativamente la radiazione UV che arriva dal Sole. Nessuna delle risposte è corretta.

02. Vapore d'acqua in atmosfera: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. Non è presente in atmosfera. E' presente in atmosfera per via dell'evaporazione di mari e acque superficiali e della traspirazione degli organismi ma non ha capacità di accumulare calore. E' immesso in atmosfera con l'evaporazione di mari e acque superficiali e dalla traspirazione degli organismi ed ha specifiche capacità termiche che determinano la sua capacità di accumulare calore. Non rappresenta un rischio perché non ha effetto serra.

03. Metano in atmosfera: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. Non è un gas naturale dell'atmosfera, ed è presente a elevate concentrazioni per via delle attività umane. È uno dei gas naturali dell'atmosfera, presente a bassissima concentrazione (0,7 ppm), prodotto da numerosi processi anaerobi che avvengono in paludi/risaie e dai processi digestivi di ruminanti e termiti. E' un gas così raro che non sono note le sue dinamiche. È uno dei gas naturali dell'atmosfera e viene consumato in numerosi processi anaerobi che avvengono in paludi/risaie e nei processi digestivi di ruminanti e termiti.

04. Cos'è il GWP, Global Warming Potential?. è la misura di quanto calore intrappola un gas serra in atmosfera. Confronta il calore intrappolato da una massa di gas serra rispetto a quello intrappolato dalla stessa massa di CO2, il GWP della CO2 è 1. è la misura della concentrazione di gas serra in atmosfera. Nessuna delle risposte è corretta. è la misura di quanto calore intrappola la CO2 in atmosfera.

05. Qual è la causa dell'incremento della CO2?. La combustione dei combustibili fossili che immette in atmosfera quantità di CO2 maggiori di quelle assorbite dagli organismi fotosintetici, sbilanciando il ciclo del carbonio. Non è stata dimostrato l'incremento di CO2 in atmosfera. L'inquinamento marino che riduce la quantità di organismi fotosintetici. La riduzione della quantità di foreste sulla Terra.

06. Quali e quanti sono i gas serra?. Non è stata dimostrata la presenza di gas serra in atmosfera. I principali gas serra sono i clorofluorocaburi, una classe formata da numerosi composti. I principali gas serra sono cinque: Anidride carbonica, Metano, Vapor d'acqua, Ozono e Ossido nitrico. I principali gas serra sono sei: Anidride carbonica, Metano, Vapor d'acqua, Ozono, Ossido nitrico e Clorofluorocarburi.

07. Il metano in atmosfera. È incrementato da fonti antropogeniche come estrazione e combustione di combustibili fossili ma l'incremento è bilanciato dal consumo nei processi naturali anaerobi, inclusa la digestione dei ruminanti. È incrementato da fonti antropogeniche come estrazione e combustione di combustibili fossili ed è aumentato dai 700 ppm del periodo preindustriale a ben oltre 1700 ppm per via delle attività umane, una fonte importante è la zootecnia (allevamento ruminanti). Non è incrementato dalle attività umane. Non è presente in atmosfera.

01. Quali sono gli effetti già rilevati del Global warming?. Non ci sono effetti rilevati attualmente. Ha determinato un leggero incremento della temperatura terrestre, che ancora non ha alterato la copertura nevosa nè innalzato il livello dei mari. Globalmente ha determinato un progressivo incremento della temperatura terrestre, che ha ridotto la copertura nevosa e quella dei ghiacci Artici e innalzato il livello dei mari. Non ci sono effetti direttamente imputabili al Global warming.

02. Qual è il ciclo naturale alterato dal riscaldamento globale?. Gli effetti del Global Warming saranno principalmente dovuti all'alterazione del ciclo dell'acqua, ma saranno effetti differenziati a seconda dei siti: nelle zone umide, l'aumento della evaporazione e della traspirazione determinerà un aumento della piovosità che determineranno inondazioni e allagamenti; nelle zone aride invece, l'aumento dell'evaporazione ridurrà la già bassa disponibilità d'acqua che determinerà la riduzione della vegetazione con inaridimento e desertificazione delle aree. Gli effetti del Global Warming non saranno rilevati né sui cicli biogeochimici né sul ciclo dell'acqua. Il ciclo dell'azoto. Tutti i cicli biogeochimici dei nutrienti saranno modificati.

03. I clorofluorocarburi in atmosfera: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. Nonostante i protocolli di riduzione non si sono rilevati miglioramenti. nessuna delle risposte è corretta. Gruppo di idrocarburi alogenati, sono tutti gas persistenti e in grado di intrappolare la radiazione calda in atmosfera; sono tutti composti di origine industriale, altrimenti assenti dall'atmosfera; la loro concentrazione in atmosfera è particolarmente preoccupante per il loro elevato Global Warming Potential. Sono citati dal Protocollo di Montreal che auspica una parziale riduzione del loro uso per il 2030.

04. Quali potranno essere gli effetti futuri del Global warming?. Il Global warming non è ancora dimostrato. Sebbene non si sappia esattamente quali potranno essere gli effetti del riscaldamento globale, sicuramente si può ipotizzare che si verificheranno: problemi di salute da eccessivo calore, maggiore diffusione di patogeni e infestanti; ma anche estinzione di specie stenoterme (microterme) dovute alle modifiche degli ecosistemi come scioglimento dei ghiacciai. Inoltre, ci saranno i danni dovuti all'innalzamento del livello dei mari. Sebbene non si sappia esattamente quali potranno essere gli effetti del riscaldamento globale, si può ipotizzare che si verificheranno modifiche degli ecosistemi ma senza effetti sugli organismi, incluse le popolazioni umane. Poiché non ci sono effetti attualmente imputabili al Global warming, non ci saranno neanche effetti futuri.

05. L'ossido nitrico in atmosfera: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. E' un prodotto naturale dell'attività batterica nel suolo e nell'acqua, prodotto in grandi quantità dall'agricoltura intensiva, dalle attività industriali (es. produzione del nylon), e dalla combustione di combustibili fossili; la sua concentrazione atmosferica è aumentata del 13% negli ultimi 50 ann. E' un gas tossico. E' un gas non naturale, prodotto da attività industriali (es. produzione del nylon) e dalla combustione di combustibili fossili; per questo la sua concentrazione atmosferica è aumentata significativamente negli ultimi 50 anni. E' un gas tossico ma non rappresenta un rischio perché non ha effetto serra.

01. Cos'è lo strato di ozono?. E' uno strato discontinuo di O3, che si trova nella porzione più bassa della troposfera continuamente degradato e ricostituito dalla reazione dell'ossigeno atmosferico con gli inquinanti atmosferici. E' uno strato continuo di O3, che si trova nella porzione più bassa della stratosfera; esso viene continuamente degradato e ricostituito dalla reazione dell'ossigeno atmosferico con gli UV. Nessuna delle risposte è corretta. E' uno strato continuo di O3, che si trova nella porzione più bassa della troposfera continuamente degradato e ricostituito dalla reazione dell'ossigeno atmosferico con gli.

02. Come si produce l'ozono?. Nella stratosfera l'O3 viene prodotto per effetto della radiazione solare sull'ossigeno biatomico (fotolisi), che produce ossigeno atomico che si combina con altro O2 producendo O3. Nella troposfera l'O3 viene prodotto per effetto della radiazione solare sull'ossigeno biatomico (fotolisi), che produce ossigeno atomico che si combina con altro O2 producendo O3. Nella stratosfera l'O3 viene prodotto per reazione delle ODS con l'ossigeno biatomico, che produce ossigeno atomico che si combina con altro O2 producendo O3. Nella stratosfera l'O3 viene prodotto per l'effetto della presenza di smog fotochimico sull'ossigeno biatomico, che produce ossigeno atomico che si combina con altro O2 producendo O3.

03. L'ozono in atmosfera: quale delle seguenti affermazioni è corretta?. L'ozono viene mantenuto nella stratosfera perché la produzione è maggiore della degradazione. L'ozono quando arriva nella troposfera non si degrada. L'ozono viene mantenuto nella stratosfera da un processo dinamico in equilibrio tra produzione e degradazione. L'ozono quando arriva nella stratosfera raggiunge una forma chimicamente stabile.

04. Come si degrada l'ozono?. L'ozono si degrada tramite una serie di cicli catalitici dovuti allo smog fotochimico. L'ozono si degrada tramite una serie di cicli catalitici che coinvolgono ossigeno e azoto. L'ozono non si degrada. L'ozono si degrada tramite una serie di cicli catalitici che coinvolgono ossigeno, azoto, alogenuri e idrogeno.

05. Che cos'è l'ozono?. L'ozono è uno dei gas naturali dell'atmosfera, è una forma particolarmente reattiva di ossigeno caratterizzata da odore forte e colore bluastro. L'ozono non è un gas naturale, è presente in atmosfera perché prodotto delle attività antropiche; è una forma particolarmente reattiva di ossigeno caratterizzata da odore forte e colore bluastro. Nessuna delle risposte è corretta. L'ozono è un gas naturale presente nella crosta terrestre, che viene prodotto con le attività estrattive.

01. Chi sono gli alocarburi, composti responsabili della deplezione dello strato di ozono stratosferico?. Gli alocarburi sono idrocarburi che contengono atomi di alogeni (fluoro, cloro o bromo), con molti impieghi industriali: refrigeranti per impianti frigoriferi, propellenti per bombolette spray, agenti schiumogeni, ecc. nonostante siano relativamente stabili e inerti, e anche piuttosto tossici. Nessuna delle risposte è corretta. Gli alocarburi sono idrocarburi che non contengono atomi di alogeni (fluoro, cloro o bromo), molto utilizzati perché stabili, inerti, non tossici e con molti impieghi industriali: refrigeranti per impianti frigoriferi, propellenti per bombolette spray, agenti schiumogeni, ecc. Gli alocarburi sono composti che contengono atomi di alogeni (fluoro, cloro o bromo), molto utilizzati perché stabili, inerti, non tossici e con molti impieghi industriali: refrigeranti per impianti frigoriferi, propellenti per bombolette spray, agenti schiumogeni, ecc.

02. Com'è cambiato lo spessore dello strato di ozono stratosferico?. Lo strato di ozono attorno alla Terra non si è ridotto in atmosfera. Lo strato di ozono attorno alla Terra si è ridotto in maniera omogenea in tutta l'atmosfera. Alle medie latitudini (35-60 °N e 35-60 °S), nel periodo 1980-1996, è stata osservata la più marcata riduzione dello strato di ozono, ridotto al 6% dei valori pre-1980, che e poi aumentato del 2% dopo che sono entrati in vigore i regolamenti restrittivi (1996-2009). Nelle aree tropicali non sono stati registrati segni di variazione, anche perchè i composti alogenati sono assai rari nell'area. Alle latitudini maggiori dell'emisfero meridionale (Antartide) è stata osservata una diminuzione meno marcata dello spessore dello strato di ozono, rispetto alla mappatura dell'ozono dei primi anni 1970, minima in primavera (da settembre a inizio dicembre). Alle medie latitudini (35-60 °N e 35-60 °S), nel periodo 1980-1996, lo strato di ozono si è ridotto al 6% dei valori pre-1980 per poi è aumentatre del 2% dopo che sono entrati in vigore i regolamenti restrittivi (1996-2009). Nelle aree tropicali non sono stati registrati segni di variazione, anche perchè i composti alogenati sono assai rari nell'area. Alle latitudini maggiori dell'emisfero australe (Antartide) è stata osservata la più marcata diminuzione dello spessore dello strato di ozono a partire dai primi anni 1970 nel periodo primaverile (settembre-dicembre).

03. Quali sono le Ozone Depleting Substances (ODS)?. Sono i composti che causano la deplezione dello strato di Ozono, come clorofluorocarburi e i composti alogenati, sono composti di sintesi, persistenti, che contengono alogeni. Nessuna delle risposte è corretta. Sono i composti che causano la deplezione dello strato di Ozono, come clorofluorocarburi e i composti alogenati, sono composti per la gran parte naturali, persistenti, che contengono alogeni. Sono i composti che causano la deplezione dello strato di Ozono, come clorofluorocarburi e i composti alogenati, sono composti per la gran parte naturali, instabili, che contengono alogeni.

04. Com'è strutturato lo strato di ozono attorno alla Terra?. Lo strato di ozono attorno alla Terra e più spesso nell'emisfero boreale che in quello australe e varia nel corso dell'anno: nell'emisfero Sud alle latitudini più elevate ha il massimo spessore nel periodo agosto-ottobre e il minimo nel periodo febbraio-aprile ; la variazione è presente in tutto l'emisfero ma sempre con minore entità al diminuire della latitudine, nelle zone tropicali-equatoriali la variazione è praticamente assente. Lo strato di ozono attorno alla Terra e più spesso nell'emisfero australe che in quello boreale e varia nel corso dell'anno: nell'emisfero Sud alle latitudini più elevate ha il massimo spessore nel periodo febbraio-aprile e il minimo nel periodo agosto-ottobre; la variazione è presente in tutto l'emisfero ma sempre con minore entità al diminuire della latitudine, nelle zone tropicali-equatoriali la variazione è praticamente assente. Lo strato di ozono attorno alla Terra e più spesso nell'emisfero boreale che in quello australe e varia nel corso dell'anno: nell'emisfero Nord alle latitudini più elevate ha il massimo spessore nel periodo febbraio-aprile e il minimo nel periodo agosto-ottobre; la variazione è presente in tutto l'emisfero ma sempre con minore entità al diminuire della latitudine, nelle zone tropicali-equatoriali la variazione è praticamente assente. Lo strato di ozono attorno alla Terra e più spesso nell'emisfero australe che in quello boreale e varia nel corso dell'anno: alle latitudini più elevate ha il massimo spessore nel periodo febbraio-aprile e il minimo nel periodo agosto-ottobre; la variazione è presente in tutto l'emisfero ma sempre con minore entità all'aumentare della latitudine, nelle zone circumpolari la variazione è praticamente assente.

05. Quali sono i composti responsabili della deplezione dello strato di ozono stratosferico?. L'ozono non si degrada. I gas serra sono ritenuti la causa principale della degradazione dell'ozono perché tutti questi composti, per reazione con la radiazione UV, liberano alogeni sotto forma di radicali che degradano l'ozono. I clorofluorocarburi e i composti alogenati sono ritenuti la causa principale della degradazione dell'ozono perché questi composti, per reazione con la radiazione UV, liberano alogeni sotto forma di radicali che innescano una reazione di degradazione ciclica dell'ozono. I gas serra sono ritenuti la causa principale della degradazione dell'ozono perché tutti questi composti, interagiscono chimicamente e degradano l'ozono.

06. Qual è l'effetto delle Ozone Depleting Substances (ODS)?. Le ODS non hanno effetti significativi sul passaggio degli UV. Bloccare l'assottigliamento dello strato di ozono nei punti dove avviene reiteratamente la reazione ozono/alogeni, rendendo stabile e omogeneo lo strato di ozono attraverso cui passa la radiazione UV (inclusa la radiazione UV-C, dannosa). L'assottigliamento dello strato di ozono nei punti dove avviene reiteratamente la reazione ozono/alogeni, che rendono disomogeneo lo strato e producono una serie di soluzioni di continuità attraverso cui passa integralmente la radiazione UV (inclusa la radiazione UV-A, dannosa). L'assottigliamento dello strato di ozono nei punti dove avviene reiteratamente la reazione ozono/alogeni, che rendono disomogeneo lo strato e producono una serie di soluzioni di continuità attraverso cui passa integralmente la radiazione UV (inclusa la radiazione UV-C, dannosa).

01. La radiazione UV eritemica sulla Terra. E' notevolmente aumentata dal 1970 nell'emisfero australe alle medie latitudini, mentre in Antartide, l'irradianza media è rimasta pressocchè costante. E' notevolmente aumentata dal 1970 nell'emisfero settentrionale ai tropici, mentre nessun cambiamento significativo è stato rilevato alle medie latitudini. In Europa e in Giappone è progressivamente diminuita a causa degli effetti protettivi di nubi e aerosol. E' notevolmente aumentata a partire dal 1970 nell'emisfero settentrionale alle medie latitudini, mentre nessun cambiamento significativo è stato rilevato ai tropici; nell'emisfero australe, alle medie latitudini è rimasta costante, mentre in Antartide, l'irradianza media è significativamente aumentata.

02. Cosa si intende per spettro d'azione eritemale?. L'insieme delle lunghezze d'onda della banda dell'UV responsabili della carcinogenesi, varie prove sulla pelle umana hanno confermato l'efficacia degli UV-A sulla carcinogenesi, più elevata rispetto alle altre lunghezze d'onda UV. L'insieme delle lunghezze d'onda della banda dell'UV che, sulla base delle varie prove effettuate sulla pelle umana, non hanno mostrato efficacia sulla carcinogenesi. L'insieme delle lunghezze d'onda della banda dell'UV che, sulla base delle varie prove effettuate sulla pelle umana, non hanno mostrato efficacia sulla carcinogenesi masolo un effetto irritante. L'insieme delle lunghezze d'onda della banda dell'UV responsabili della carcinogenesi, varie prove sulla pelle umana hanno confermato l'efficacia degli UV-B sulla carcinogenesi, più elevata rispetto alle altre lunghezze d'onda UV.

03. Qual'è l'effetto della deplezione di ozono sui viventi?. Non ci sono effetti rilevanti di questo processo. Si rilevano danni sia sugli ecosistemi terrestri e acquatici, sia sull'uomo. Si rilevano danni sia sugli ecosistemi terrestri sia sull'uomo, gli ecosistemi acquatici sono intrinsecamente schermati dagli UV. Si rilevano danni sull'uomo, non sugli ecosistemi naturali terrestri e acquatici.

04. Qual'è l'effetto della deplezione di ozono sull'Uomo?. Non ci sono effetti rilevanti di questo processo. Gli effetti sull'uomo sono molteplici: invecchiamento precoce della pelle, cataratte e disturbi oculari, disturbi e problemi cardiaci e respiratori, raramente è stato oservato il cancro della pelle. Gli effetti sull'uomo sono molteplici: invecchiamento precoce della pelle, cataratte e disturbi oculari, disturbi e problemi cardiaci e respiratori ma soprattutto cancro della pelle, distribuito in maniera inversamente proporzionale alla riduzione locale dello strato di ozono. Gli effetti sull'uomo sono molteplici: invecchiamento precoce della pelle, cataratte e disturbi oculari, disturbi e problemi cardiaci e respiratori ma soprattutto cancro della pelle, distribuito in maniera direttamente proporzionale alla riduzione locale dello strato di ozono.

01. La popolazione umana si accresce secondo un modello logistico o esponenziale?. Si, infatti la curva logistica adattata da Pearl & Reed (1920) alla popolazione umana è risultata totalmente differente dai dati rilevati dai censimenti del periodo 1910-2010. No, la curva logistica adattata da Pearl & Reed (1920) alla popolazione umana è abbastanza rappresentativa dei dati rilevati dai censimenti del periodo 1910-1970. Si, infatti la curva logistica adattata da Pearl & Reed (1920) alla popolazione umana è risultata totalmente differente dai dati rilevati dai censimenti del periodo 1910-1970. In parte, la curva logistica adattata da Pearl & Reed (1920) alla popolazione umana è abbastanza rappresentativa dei dati rilevati dai censimenti del periodo 1910-1970, ma si discosta dai dati rilevati nel periodo 1970-2010.

02. La popolazione umana è cresciuta in maniera esponenziale?. In parte, la popolazione umana ha raggiunto 1 miliardo di individui secondo una crescita logistica ma adesso che siamo intorno ai 7.3 miliardi cresce in maniera esponenziale. No, la popolazione umana cresce secondo una crescita logistica anche adesso che siamo intorno ai 7.3 miliardi. Si, ci sono volute centinaia di migliaia di anni perché la popolazione umana raggiungesse 1 miliardo di individui ma poi, in poco più di 200 anni, è cresciuta di 7 volte raggiungendo, nel 2011, i 9 miliardi di individui. Si, ci sono volute centinaia di migliaia di anni perché la popolazione umana raggiungesse 1 miliardo di individui ma poi, in poco più di 200 anni, è cresciuta di 7 volte raggiungendo, nel 2011, i 7 miliardi di individui, e oggi siamo intorno ai 7.3 miliardi.

03. Perché le popolazioni umane si stanno accrescendo più di prima?. Perchè un crescente numero di persone sopravvive fino all'età riproduttiva per via del miglioramento delle condizioni di vita. Perchè è aumentato il tasso riproduttivo per via del miglioramento delle condizioni di vita. Nessuna delle risposte è corretta. Perchè un crescente numero di persone arriva alla massima longevità genetica per via del miglioramento delle condizioni di vita.

04. Qual è il numero totale di individui che si prevede occuperà l'intera Terra nel 2050?. 9 miliardi di persone. 12 miliardi di persone. 7 miliardi di persone. 5 miliardi di persone.

05. La specie umana cresce allo stesso modo in tutta la Terra?. No, c'è una differenza tra i paesi industrializzati, che crescono molto perché hanno una distribuzione in classi d'età a base larga e quelli di recente industrializzazione, che crescono poco perché hanno una distribuzione in classi d'età a base stretta,. Si, perché tutti crescono molto in quanto la popolazione umana ha una distribuzione in classi d'età a base larga. No, c'è una differenza tra i paesi industrializzati, che crescono poco perché hanno una distribuzione in classi d'età a base larga e quelli di recente industrializzazione, che crescono molto perché hanno una distribuzione in classi d'età a base stretta. No, c'è una differenza tra i paesi industrializzati, che crescono poco perché hanno una distribuzione in classi d'età a base stretta, e quelli di recente industrializzazione, che crescono molto perché hanno una distribuzione in classi d'età a base larga.

06. La specie umana cresce in modo esponenziale?. No, perché la crescita sta rallentando in maniera sostanziale. Si, ci sono volute centinaia di migliaia di anni perché la popolazione umana raggiungesse 1 miliardo di individui poi, in poco più di 200 anni, è cresciuta di 7 volte. No, la crescita sta rallentando in maniera sostanziale e ci aspettiamo una riduzione della richiesta di risorse. No, ma nel 2011, la popolazione globale ha raggiunto i 7 miliardi di individui.

07. Quali sono popolazioni che contribuiscono alla crescita della popolazione umana in maniera prevalente?. Le popolazioni dei paesi industrializzati. Le popolazioni americane. Le popolazioni asiatiche, come Cina e India. Le popolazioni africane.

08. Cosa sono le fanerogame marine?. Un gruppo tassonomico di organismi intermedio tra alghe e piante. Un gruppo di macroalghe che colonizzarono l'ambiente acquatico circa 100 milioni di anni fa. Un gruppo di piante (Angiosperme, Monocotiledoni) che colonizzarono l'ambiente acquatico circa 100 milioni di anni fa. Un gruppo di piante (Angiosperme, Monocotiledoni) che colonizzarono l'ambiente acquatico circa 100 mila anni fa.

09. Quale di queste affermazioni sulle popolazioni umane è corretta?. Le popolazioni africane sono molto più grandi di quelle di Cina e India. Cina e India hanno una popolazione più piccola di quella africana (dati 2012). L'intera popolazione umana del Nord, Centro e Sud America è più piccola di quella di China e India. Le popolazioni europee e americane (Nord, Sud e Centro) sono più grandi di quelle di Cina e India.

01. Quali sono gli effetti del sovrappopolamento umano?. Inquinamento dell'aria. Il sovrappopolamento produce: perdita e degradazione dei suoli, degradazione della qualità dell'acqua, alterazione dell'atmosfera e eutrofizzazione. Il sovrappopolamento produce la perdita e degradazione dei suoli e l'eutrofizzazione. Il sovrappopolamento produce degradazione della qualità dell'acqua e dell'aria.

02. Quali sono gli effetti delle alterazioni fisiche degli ecosistemi?. La pressione umana sul pianeta di una famiglia in termini di uso delle risorse ecologiche e impatto ambientale. Le grandi opere, come le dighe, cambiano le caratteristiche di un'area: il fiume diventa un lago, gli ecosistemi terrestri vengono sommersi, a valle i regimi idrologici e le comunità acquatiche vengono completamente alterati. Di solito gli effetti di questo tipo di interventi sono limitati. Gli ecosistemi naturali vengono rimpiazzati da cose completamente diverse.

03. Che si intende per frammentazione degli habitat?. La costruzione di corsi d'acqua che modificano i regimi del territorio. La costruzione di barriere in un territorio. La frammentazione del territorio in zone non connesse, dovuta alla costruzione di opere minori, che modificano la dinamica di popolazioni o comunità interrompendo gli scambi tra popolazioni limitrofe; producono alterazioni su un'estensione di territorio più ampia di quella occupata. Nessuna delle risposte è corretta.

01. Quali sono gli effetti del sovrappopolamento umano?. Il sovrappopolamento determina la sostituzione dei suoli naturali in antropizzati. Il sovrappopolamento determina danni agli ecosistemi acquatici per lo smaltimento dei rifiuti. Il sovrappopolamento determina la degradazione del comparto aereo in cui finiscono i prodotti delle attività industriali. Il sovrappopolamento produce perdita e degradazione dei suoli, degradazione della qualità dell'acqua, alterazione dell'atmosfera; eccesso di nutrienti.

02. Cosa si intende per effetti della perdita e della degradazione dei suoli?. La riduzione della disponibilità di suolo e acqua. La riduzione della produzione di alimenti per l'uomo. Un insieme di alterazioni che vanno da quelle fisiche, come la riduzione dei servizi ecosistemici e della della disponibilità di cibo, a quelle ecosistemiche, come la deforestazione e la riduzione della disponibilità d'acqua. Un insieme di alterazioni che vanno da quelle fisiche, come la deforestazione e la riduzione della disponibilità d'acqua, a quelle ecosistemiche, come la riduzione dei servizi ecosistemici e della della disponibilità di cibo.

03. Quali sono i punti rilevanti del deterioramento ambientale?. Alterazione degli ecosistemi, consumo di risorse e produzione di rifiuti. La produzione di rifiuti e la loro persistenza. Il consumo eccessivo di risorse che aumenta la produzione di rifiuti. Alterazione degli ecosistemi con conseguente perdita di risorse naturali.

04. Quali sono gli effetti dell'urbanizzazione?. Le alterazioni fisiche degli ecosistemi, come l'aumento della quantità d'acqua che non viene assorbita dal suolo e defluisce in superficie (il run off), il cambio di 'destinazione d'uso' per cui gli ecosistemi naturali vengono cancellati e rimpiazzati da campi agricoli o città, la costruzione grandi opere, come le dighe, o di opere 'minori', come le reti di comunicazione. Le alterazioni fisiche degli ecosistemi, come l'aumento della quantità d'acqua che non viene assorbita dal suolo e defluisce in superficie (il run off). I cambi di 'destinazione d'uso' per cui gli ecosistemi naturali vengono cancellati e rimpiazzati da altro, come campi agricoli o città. La costruzione grandi opere, come le dighe, o di opere 'minori', come le reti di comunicazione.

05. Cos'è il land clearing?. La riduzione sostanziale delle superfici terrestri naturali, ma è un problema che non si pone perché abbiamo ancora molta superficie terrestre da utilizzare. La riduzione sostanziale delle superfici terrestri naturali, perchè la gran parte della superficie della Terra è già stata trasformata per l'uso umano (il 33% è convertito in aree agricole, circa il 25% non è utilizzabile perchè rappresentato da deserti, città, strade) e solo il 12% è costituito da parchi nazionali e simili. La riduzione sostanziale delle superfici terrestri naturali, perchè la gran parte della superficie della Terra è già stata trasformata per l'uso umano (il 50% è convertito in aree agricole, circa il 25% non è utilizzabile perchè rappresentato da deserti, città, strade) e solo il 12% è costituito da parchi nazionali e simili. La riduzione sostanziale delle superfici terrestri naturali, perchè la gran parte della superficie della Terra è già stata trasformata per l'uso umano (il 50% è convertito in aree agricole, circa il 12% non è utilizzabile perchè rappresentato da deserti, città, strade) e il 25% è costituito da parchi nazionali e simili.

06. Quali sono le emissioni principali immesse in atmosfera?. Sono tutti i microinquinanti e i macro-inquinanti derivanti dalla combustione dei combustibili fossili tra cui CO2 e polveri sottili, cioè PM10 o PM2.5. Sono i microinquinanti derivanti dalla combustione dei combustibili fossili. Sono gli ossidi di zolfo e azoto. Sono macro-inquinanti derivanti dalla combustione dei combustibili fossili.

01. Quali sono le alterazioni fisiche degli ecosistemi acquatici?. Le modifiche dovute all'uso dei corpi idrici per la produzione di energia elettrica, irrigazione, ecc., che riduce la quantità d'acqua a disposizione per gli ecosistemi naturali. Le alterazioni della composizione chimica dei corpi idrici che ne riduce il loro ruolo multifunzionale. Le modifiche dovute all'uso dei corpi idrici per la produzione di energia elettrica, irrigazione, ecc., che riduce la quantità d'acqua a disposizione per gli ecosistemi naturali,e l'alterazione dei litorali che riduce gli ecosistemi naturali di interfaccia terra/acqua e il loro ruolo multifunzionale. Le modifiche degli ecosistemi naturali di interfaccia terra/acqua e il loro ruolo multifunzionale.

02. Cos'è l'eutrofizzazione culturale?. Il processo accelerato di eutrofizzazione dovuta alle attività umane che si innesca quando quantità elevate di sostanze nutritive entrano nei corpi d'acqua(reflui di agricoltua e zootecnia intensiva o di aree urbane) , determinando eccesso di nutrienti nella colonna d'acqua e nei sedimenti; questi nutrienti causano fioriture algali, crescita eccessiva di piante che riducono la qualità dell'acqua e nel giro di pochi decenni, il lago cambia il suo stato trofico. La modifica del tasso produttivo di un lago, che aumenta. Il processo accelerato di eutrofizzazione dovuta alle attività umane che si innesca quando quantità elevate di sostanze nutritive entrano nei corpi d'acqua (reflui di agricoltua e zootecnia intensiva o di aree urbane); questi nutrienti determinano la crescita rigogliosa di piante e alghe, che modificano la qualità dell'acqua e nel giro di pochi decenni, rendono il lago estremamente produttivo. Il processo naturale di eutrofizzazione, non dovuto alle attività umane ma a un eccesso di nutrienti nella colonna d'acqua e nei sedimenti; questi nutrienti causano fioriture algali, crescita eccessiva di piante che riducono la qualità dell'acqua e nel giro di pochi decenni, il lago cambia il suo stato trofico.

03. Quali sono i servizi ecosistemici delle praterie di fanerogame marine?. Stabilizzazione del ciclo biogeochimico del fosforo e dello zolfo, stabilizzazione del sedimento e protezione delle coste, fornitura di cibo per molti organismi, riparo/nursery per pesci e crostacei di anche di intersse commerciale. Nessuna delle risposte precedenti è corretta. Elevata produttività primaria (12% del carbonio globale), il cosiddetto 'blue carbon', stabilizzazione del sedimento e protezione delle coste, fornitura di cibo per molti organismi, riparo/nursery per pesci e crostacei di anche di intersse commerciale, sequestro della CO2 e assorbimento di nutrienti e abbattimento della carica microbica. Produzione di 'blue carbon' e sequestro della CO2, stabilizzazione del sedimento e protezione delle coste, fornitura di cibo per molti organismi, riparo/nursery per pesci e crostacei di anche di intersse commerciale, assorbimento di nutrienti e abbattimento della carica microbica, e stabilizzazione del ciclo biogeochimico del fosforo.

04. Che cos'è l'eutrofizzazione naturale?. E' un processo naturale di lungo periodo per cui i laghi si occludono, è indicato come invecchiamento del lago. E' sinonimo di eutrofizzazione culturale. E' un processo per cui in breve tempo i laghi si occludono, è indicato come invecchiamento del lago. Dipende da cause antropiche.

01. Come possono essere classificati i problemi ecologici che ci troviamo ad affrontare?. I problemi ecologici hanno un aspetto cruciale: quello relativo ai costi da sopportare per risolverli che sono spesso molto elevati e dunque di difficilissima attuazione (wickled problems. I problemi ecologici hanno un aspetto cruciale: quello relativo alla complessità dell'approccio che talvolta rende i problemi difficilissimi da risolvere (wickled problems). I problemi ecologici hanno due aspetti cruciali: quelli relativi alla complessità dell'approccio e quelli relativi ai costi da sopportare per risolverli. Quindi i problemi vanno da quelli di facile soluzione - bassa complessità bassi costi - a quelli di difficilissima soluzione (wickled problems) - alta complessità e alti costi. I problemi ecologici hanno due aspetti cruciali: quelli relativi alla complessità dell'approccio e quelli relativi ai costi da sopportare per risolverli. Quindi i problemi vanno da quelli di facile soluzione a quelli di difficilissima soluzione (wickled problems), in presenza di alta complessità/alti costi o bassa complessità/bassi costi, rispettivamente.

02. Cos'è il learning by doing?. La 'gestione adattativa' dei problemi che non hanno soluzioni giuste o sbagliate; partendo da ipotesi ben formulate sugli impatti ecologici, sociali e economici delle azioni da intraprendere, si interviene verificando la variazione delle condizioni ambientali (sia sugli oggetti destinatari dell'azione sia su quelli a contorno), e si modificano i piani sulla base delle risposte sperimentali ottenute, con acquisizione di conoscenza e generazione di soluzioni da riutilizzare. La 'gestione adattativa' dei problemi che non hanno soluzioni giuste o sbagliate; partendo da ipotesi ben formulate sugli impatti ecologici, sociali e economici delle azioni da intraprendere si decide di intervenire o meno sulla base di risposte sperimentali ottenute su sistemi modello. "La 'gestione adattativa' dei problemi è basata su ipotesi ben formulate sugli impatti ecologici, sociali e economici delle azioni da intraprendere e misura le condizioni ambientali dopo l'intervent. Un modello teorico di lavoro raramente utilizzato.

03. Perché usiamo l'ecologia applicata?. Perché solo i concetti, le teorie, i modelli e i metodi ecologici ci garantiscono la gestione e la conservazione delle risorse biologiche. L'ecologia applicata viene raramente utilizzata. Perché non si occupa di ecologia di base. Perché l'ecologia di base non ha strumenti di gestione e conservazione delle risorse naturali.

04. Cosa si intende per Wicked problems (problemi maligni)?. Non ci sono problemi complessi e costosi che non possano essere affrontati rapidamente. I problemi prevedono elevati costi economici (come il ripristino o la decontaminazione di un ecosistema) per i quali, sulla base delle informazioni disponibili, non si ha una soluzione oggettivamente giusta o sbagliata; per questi problemi persone diverse hanno soluzioni diverse che dipendono dalle scelte dei portatori di interessi. I problemi ad elevata complessità (come il ripristino o la decontaminazione di un ecosistema) per i quali, sulla base delle informazioni disponibili, non si ha una soluzione oggettivamente giusta o sbagliata; per questi problemi persone diverse hanno soluzioni diverse che dipendono dalle scelte dei portatori di interessi. I problemi ad elevata complessità e che prevedono elevati costi (come il ripristino o la decontaminazione di un ecosistema) per i quali, sulla base delle informazioni disponibili, non si ha una soluzione oggettivamente giusta o sbagliata; per questi problemi persone diverse hanno soluzioni diverse che dipendono dalle scelte dei portatori di interessi.

05. Quali sono i temi principali dell'ecologia applicata?. I problemi legati alla contaminazione ambientale (effetti di inquinanti, OGM, global change). Quelli legati alle risorse naturali (come la biologia della conservazione, la gestione del territorio e delle risorse acquatiche, le specie infestanti). Dai problemi delle risorse naturali (come la biologia della conservazione, la gestione del territorio e delle risorse acquatiche, le specie infestanti), a quelli legati alla contaminazione ambientale (effetti di inquinanti, OGM, global change), alle soluzioni per il ripristino ambientale. Quelli relativi alle soluzioni per il ripristino ambientale.

06. Approccio precauzionale. E' l'approccio per cui quando un'attività umana potrebbe danneggiare la salute umana o l'ambiente naturale si devono adottare provvedimenti precauzionali, specie se non sono ancora ben stabilite le relazioni di causa-effetto. E' l'approccio per cui, quando non sono ancora ben stabilite le relazioni di causa-effetto, non è possibile adottare provvedimenti precauzionali e si evitano gli interventi. E' l'approccio per cui, quando sono stabilite le relazioni di causa-effetto, è possibile adottare provvedimenti precauzionali e si evitano gli interventi. Nessuna delle risposte è corretta.

07. L'ecologia applicata. Ha bisogno di teorie, concetti, modelli e metodi ecologici propri per la gestione delle risorse biologiche, indipendenti dall'ecologia di base. E' l'applicazione dei principi ecologici di base alla gestione dell'ambiente, per tutti i tipi di organismi e tutti i tipi di ecosistemi. Nessuna delle risposte è corretta--- tutte sono vere in realtà. Si occupa di problemi che non hanno una soluzione possibile perchè a parità di informazioni, persone diverse hanno soluzioni diverse.

01. Che si intende per risorsa?. Ci sono tre diverse definizioni. Risorsa ecologica: ciò che è necessario a un organismo vivente per il mantenimento, l'accrescimento e la riproduzione (territorio, cibo, ecc.); Risorse naturali: l'insieme delle componenti abiotiche e della materia vivente presenti sulla Terra, che vengono utilizzate dall'uomo; Risorsa economica: ciò che viene utilizzato dall'uomo per le sue necessità essenziali e non, viene quantificato da un punto di vista economico. In generale, l'insieme delle componenti abiotiche e della materia vivente presenti sulla Terra utilizzate dall'uomo per le sue necessità essenziali e non. Ci sono tre diverse definizioni. Risorsa ecologica: l'insieme delle componenti abiotiche e della materia vivente presenti sulla Terra, che vengono utilizzate dall'uomo; Risorse naturali: ciò che è necessario a un organismo per il mantenimento, l'accrescimento e la riproduzione (territorio, cibo, ecc.); Risorsa economica: ciò che viene utilizzato dall'uomo per le sue necessità essenziali e non, viene quantificato da un punto di vista economico. in generale, l'insieme delle componenti abiotiche e della materia vivente presenti sulla Terra quantificate da un punto di vista economico.

02. Che cos'è la sostenibilità ambientale?. Lo sfruttamento intensivo del Capitale Naturale. Le rivendicazioni ecologiste di una parte della popolazione. Il soddisfare i bisogni delle persone. La capacità di un dato sistema di sopravvivere e funzionare nel tempo nonostante l'utilizzo delle risorse e senza esaurire il Capitale Naturale e pregiudicare la possibilità della generazione attuale e di quelle future di attingere ad esso per soddisfare le proprie necessità.

03. Cosa si intende per Sostenibilità forte e debole?. L'equivalenza tra capitale naturale e economico. La sostituibilità perfetta fra le diverse forme di capitale: meno ambiente naturale e più manufatti tecnologici per garantire alle generazioni future il trasferimento di uno stock di capitale aggregato non inferiore a quello presente. Sostenibilità Debole: considerazione del valore aggiunto del capitale naturale rispetto a quello economico; Sostenibilità Forte: equivalenza tra capitale naturale e economico;. Sostenibilità Debole: equivalenza tra capitale naturale e economico; Sostenibilità Forte: considerazione del valore aggiunto del capitale naturale rispetto a quello economico.

04. Che cosa s'intende per uso sostenibile di una risorsa?. L'uso di una risorsa limitata e rinnovabile che non ne depauperi lo stock. L'uso moderato di qualsiasi risorsa. L'uso di una risorsa secondo il proprio fabbisogno. L'uso moderato di una risorsa non limitata.

05. Cosa si intende per Sostenibilità debole?. Nessuna delle risposte è corretta. La tutela del capitale naturale critico, non sostituibile. L'assenza di sostituibilità perfetta tra le diverse forme di capitale: alcune funzioni ecosistemiche, come cicli biogeochimici, diversità di specie o variabilità genetica, sono essenziali e non possono essere sostituite. Il paesaggio o lo spazio, cosiddetto capitale naturale critico, non è sostituibile e deve essere tutelato. La sostituibilità perfetta fra le diverse forme di capitale: meno ambiente naturale e più strade/macchinari oppure più boschi/zone umide/tasso di istruzione e meno manufatti tecnologici. Questo garantisce alle generazioni future uno stock di capitale aggregato non inferiore a quello presente, secondo la regola del capitale costante a sostenibilità debole.

06. Cosa si intende per Sostenibilità forte?. L'assenza di sostituibilità perfetta tra le diverse forme di capitale: alcune funzioni ecosistemiche, come cicli biogeochimici, diversità di specie o variabilità genetica, sono essenziali e non possono essere sostituite. Il paesaggio o lo spazio, cosiddetto capitale naturale critico, non è sostituibile e deve essere tutelato. La teoria economica che discute se la tutela ambientale sia una difesa efficace. Nessuna delle risposte è corretta. La sostituibilità perfetta fra le diverse forme di capitale: meno ambiente naturale e più strade/macchinari oppure più boschi/zone umide/tasso di istruzione e meno manufatti tecnologici. Questo garantisce alle generazioni future uno stock di capitale aggregato non inferiore a quello presente, secondo la regola del capitale costante a sostenibilità debole.

01. Cosa si intende per Biodiversità?. Si intende per biodiversità l'insieme di tutte le diversità biologiche (genetica, di specie, ecosistemica), includendo anche il valore economico del loro utilizzo. La diversità ecosistemica, cioè la diversità dei biomi lungo i gradienti altitudinali e latitudinali. La diversità genetica (variabilità) in una popolazione di una determinata specie. La diversità di specie in uno specifico ecosistema.

02. Quali sono i benefici dovuti alla Biodiversità?. Dall'uso di nuovi organismi come fonte di alimenti, alla scoperta di nuovi composti ad attività farmacologica, ai servizi ecosistemici come pedogenesi, depurazione dell'acqua e dell'aria, fino ai benefici estetici e cultural. Non ci sono benefici rilevanti. I benefici estetici e culturali. I servizi ecosistemici come pedogenesi, depurazione dell'acqua e dell'aria,.

03. Cos'è l'Indice del pianeta vivente (LPI, Living Planet Index)?. E' una misura dello stato della biodiversità globale che dal 1998 registra l'abbondanza di migliaia di specie. Si calcola come media di tre diversi indici che misurano il trend delle popolazioni delle specie acquatiche. E' la misura della colonizzazione umana sulla Terra. E' una misura dello stato della biodiversità globale che dal 1998 registra l'abbondanza di migliaia di specie. Si calcola come media di tre diversi indici che misurano i trend delle popolazioni di specie terrestri, marine e di acqua dolce. E' una misura dello stato della biodiversità globale che dal 1998 registra l'abbondanza di migliaia di specie. Si calcola come media di tre diversi indici che misurano il trend delle popolazioni delle specie terrestri.

01. Cos'è la resilienza?. E' la capacità di un ecosistema di resistere ad una perturbazione mantenendo lo stato precedente. Le perturbazioni possono essere incendi, inondazioni, boom demografici o effetti delle attività umane (deforestazione, cambiamenti climatici, ecc.). E' l'incapacità di un ecosistema di rispondere ad una perturbazione (che ha provocato danni) e ritornare allo stato precedente. Le perturbazioni possono essere incendi, inondazioni, boom demografici o effetti delle attività umane (deforestazione, cambiamenti climatici, ecc.). E' la capacità di un ecosistema di rispondere ad una perturbazione (che ha provocato danni) ritornando allo stato precedente. Le perturbazioni possono essere incendi, inondazioni, boom demografici o effetti delle attività umane (deforestazione, cambiamenti climatici, ecc.). A seconda dell'ampiezza o della durata, il disturbo può cambiare il sistema e portarlo ad una soglia oltre la quale predominano processi e strutture diversi. I sistemi ecologici non sono resilienti.

02. Quali sono le perturbazioni che possono alterare i sistemi ecologici?. Le perturbazioni antropiche, come deforestazione, cambiamenti climatici, ecc. Le perturbazioni non alterano gli ecosistemi naturali. Le perturbazioni naturali, come incendi, inondazioni, ecc. Le perturbazioni naturali, come incendi, inondazioni, boom demografici e/o quelle dovute alle attività umane, come deforestazione, cambiamenti climatici, ecc.

03. Come varia la diversità di specie quando l'ecosistema è sottoposto a un disturbo naturale?. La diversità aumenta. La diversità non varia. A differenza della pressione antropica, i disturbi naturali sugli ecosistemi non riducono la diversità e non spostano gli ecosistemi a uno stato diverso, come dopo un incendio o nel caso dell'eutrofizzazione naturale. I disturbi naturali sugli ecosistemi possono ridurre la diversità spostando gli ecosistemi verso uno stato, un equilibrio diverso, come dopo un incendio o una colata lavica. Le modifiche indotte possono portare gravi conseguenze alle dinamiche naturali e ai servizi ecosistemici.

04. Cosa si intende per 'punto critico' o tipping point'?. Il punto di rovesciamento, che permette il recupero dell'ecosistema. E' il livello dal quale il sistema ritorna allo stato precedente, ripristinando la diversità e i servizi ecosistemici precedenti. E' il livello dal quale il sistema ritorna allo stato precedente, sebbene riducendo la diversità e i servizi ecosistemici. E' il livello di non ritorno oltre il quale il sistema si sposta ad un nuovo stato, diverso dallo stato precedente, di solito caratterizzato da una diversità più bassa e minori servizi ecosistemici.

05. Quali sono gli effetti delle perturbazioni antropiche sui sistemi ecologici?. La pressione antropica sui sistemi naturali può spostare gli ecosistemi verso uno stato diverso, come nel caso di incendi o eutrofizzazione. Spesso queste modifiche portano gravi conseguenze agli usi umani delle risorse. La pressione antropica sui sistemi naturali può spostare gli ecosistemi verso uno stato diverso, come nel caso di incendi o eutrofizzazione ma queste modifiche non comportano conseguenze agli usi umani delle risorse. La pressione antropica sui sistemi naturali non riesce a spostare gli ecosistemi verso uno stato diverso e le modifiche di solito non comportano conseguenze sugli usi umani delle risorse. Nessuna delle risposte è corretta.

06. Come si determina 'punto critico' o 'tipping point'?. Nessuna delle risposte è corretta. Il livello del punto critico di non ritorno è difficile da determinare in anticipo: una volta che il sistema si è spostato al nuovo stato è molto difficile, spesso impossibile, riportarlo allo stato precedente. Si determina con studi approfonditi sulla struttura e la funzionalità degli ecosistemi. Il livello del punto critico di non ritorno si può determinare in anticipo: serve ad evitare che il sistema si è sposti ad un nuovo stato da cui è molto difficile, spesso impossibile, riportarlo allo stato precedente.

07. Come varia la diversità di specie quando l'ecosistema è sottoposto a un disturbo antropico?. La diversità non varia. La pressione antropica sui sistemi naturali può ridurre la diversità spostando gli ecosistemi verso uno stato, un equilibrio diverso, come dopo un incendio o nel caso dell'eutrofizzazione. Le modifiche indotte possono portare gravi conseguenze anche agli usi umani delle risorse. La pressione antropica sui sistemi naturali non riduce la diversità e non sposta gli ecosistemi a uno stato diverso, come dopo un incendio o nel caso dell'eutrofizzazione culturale. La diversità aumenta.

01. L'isola di Rapa Nui è un esempio di ... una società umana che ha recuperato nel tempo l'effetto di un eccessivo sfruttamento delle risorse presenti nel sistema e ha ripristinato le condizioni ecologiche precedenti. di resilienza dei sistemi sociali e naturali. di alterazioni naturali di un sistema ecologico. una società umana distrutta dall'eccessivo sfruttamento delle risorse presenti nel sistema e della difficoltà di ripristinare le condizioni ecologiche precedenti.

02. Perché il collasso sociale e naturalistico dell'isola di Rapa Nui deve essere una lezione per la nostra società?. Perché, a differenza della Terra, è un sistema isolato che non ha potuto recuperare gli effetti sfruttando la prossimità con sistemi ecologici ricchi e funzionali. Perché, come la Terra, è un sistema isolato che non ha potuto recuperare gli effetti sfruttando la prossimità con sistemi ecologici ricchi e funzionali. L'isola di Rapa Nui non ha subito collassi sociali. Perché, come avviene dappertutto sulla Terra, è un sistema isolato che ha potuto recuperare gli effetti sfruttando la prossimità con sistemi ecologici ricchi e funzionali.

Quali sono i possibili scenari che si prospettano dopo il picco di consumo di energia e risorse utilizzate, il degrado ambientale e l'inquinamento del nostro tempo?. risposte. Gli scenari possibili sono scenari creativi che permettono un significativo incremento delle quote di energia a disposizione. Gli scenari possibili sono 4 e molto diversi tra loro: uno scenario distruttivo, uno di 'discesa creativa', uno di stabilità green-tech e uno scenario supertecnologico. Gli scenari possibili sono scenari distruttivi, o di riduzione significativa delle quote di energia a disposizione.

Da cosa dipenderanno gli scenari che si prospettano dopo il picco di consumo di energia e risorse utilizzate, il degrado ambientale e l'inquinamento del nostro tempo?. Non ci sono prospettive. Gli scenari possibili dipenderanno dalle scelte sociali e politiche ma anche dai progressi scientifici e tecnologici. Gli scenari possibili dipenderanno dai progressi scientifici e tecnologici. Gli scenari possibili dipenderanno dalle scelte sociali e politiche.

03. Cosa si intende per stewardship scenario?. Per stewardship scenario si intende una riduzione della domanda di energia, per quanto 'creativa', e il ritorno a vivere nell'ambito delle regole naturali e delle disponibilità naturali di risorsa. Per stewardship scenario si intende un'incremento della domanda di energia, su base 'creativa', e il ritorno a vivere nell'ambito delle regole naturali e delle disponibilità naturali di risorsa. Un assetto sociale che mantenga l'attuale livello di consumo di energia ma attuando una riconversione tecnologica e il ricorso a fonti rinnovabili di energia. Uno scenario distruttivo, che include il collasso sociale.

04. Cosa si intende per stabilità green-tech?. Uno scenario distruttivo. Un assetto sociale che permetta una riduzione della domanda di energia, per quanto 'creativa', e il ritorno a vivere nell'ambito delle regole naturali e delle disponibilità naturali di risorsa. Un assetto sociale basato sull'incremento dell'attuale livello di consumo di energia a carico di una riconversione tecnologica e il ricorso a fonti rinnovabili di energia. Un assetto sociale che mantenga l'attuale livello di consumo di energia ma attuando una riconversione tecnologica e il ricorso a fonti rinnovabili di energia.

01. Le città possono essere considerate come "parassiti" delle aree non urbanizzate?. No, le aree rurali, semi-naturali o naturali vivono a carico dello scambio di energia e materiale con gli agglomerati urbani (tecno-ecosistemi). Si, perché gli agglomerati urbani (tecno-ecosistemi) vivono consumando l'energia prodotta nelle aree rurali, semi-naturali o naturali. No, perché c'è uno scambio reciproco di energia e materiale tra gli agglomerati urbani (tecno-ecosistemi) e le aree rurali, semi-naturali o naturali. No, perché gli agglomerati urbani (tecno-ecosistemi) non vivono consumando l'energia prodotta nelle aree rurali, semi-naturali o naturali.

02. Cosa misura l'impronta ecologica?. L'impronta degli ecosistemi naturali. La quantificazione dell'energia, delle risorse e dell'impatto di un ecosistema costruito ---. La misura della superficie della Terra 'utilizzata' da un'area urbana per il suo sostentamento, questo valore viene utilizzato come indicatore di sostenibilità. E' un concetto astratto.

03. Cosa si intende con tecno-ecosistemi?. Definiti dall'ecologo del paesaggio Zev Naveh (1982), con tecno-ecosistemi si indicano gli agglomerati urbano-industriali che basano la propria sopravvivenza sul consumodi beni e servizi generati da ecosistemi naturali. Definiti dall'ecologo del paesaggio Zev Naveh (1982), con tecno-ecosistemi si indicano gli agglomerati urbano-industriali che producono beni e servizi che vengono consumati altrove. I tecno-ecosistemi sono società urbano-industriali che generano sistemi ambientali. Definiti da Wackernagel e Rees (1996), con tecno-ecosistemi si indicano gli agglomerati urbano-industriali che basano la propria sopravvivenza sul consumo di beni e servizi generati da ecosistemi naturali.

04. Come si definisce l'impronta ecologica?. La misura della superficie della Terra occupata dalle aree urbane. La misura della superficie della Terra 'utilizzata' dalle aree urbane per il loro sostentamento (es. agro-ecosistemi, ecosistemi forestali, acquatici, sistemi naturali non antropizzati). La misura della superficie della Terra occupata da agro-ecosistemi, ecosistemi forestali, acquatici, sistemi naturali non antropizzati. La misura della superficie della Terra, per es. agro-ecosistemi, ecosistemi forestali, acquatici, sistemi naturali non antropizzati, che dipendono dalle aree urbane per il loro sostentamento.

05. Perché si parla di impronta ecologica?. Perché gli agglomerati urbani (tecno-ecosistemi) producono e consumano molta energia. Perché gli agro-ecosistemi vivono consumando l'energia prodotta nelle aree urbane. Perché gli agglomerati urbani (tecno-ecosistemi) vivono consumando l'energia prodotta da una notevole superficie di aree rurali, semi-naturali o naturali, a bassa densità di colonizzazione. Nessuna delle risposte è esatta.

06. Come si misura l'impronta ecologica?. L'impronta ecologica = superficie totale di area urbana necessaria al sostentamento degli ecosistemi naturali e semi-naturali. L'impronta ecologica = superficie totale di ecosistemi naturali e semi-naturali necessari per sostenereunaa città. L'impronta ecologica = superficie equivalente di ecosistemi naturali e costruiti che sono in connessione produttiva. Nessuna delle risposte è esatta.

07. Chi ha proposto per primo la definizione di 'impronta ecologica'?. l concetto di 'Impronta ecologica' è stato proposto da Zev Naveh (1982), per quantificare l'energia, le risorse e l'impatto di un ecosistema costruito sulle aree circostanti per sostenere la propria sopravvivenza. l concetto di 'Impronta ecologica' è un concetto base dell'ecologia classica, da sempre utilizzato per quantificare l'energia, le risorse e l'impatto di un ecosistema costruito sulle aree circostanti per sostenere la propria sopravvivenza. Il concetto di 'Impronta ecologica' è stato proposto da Wackernagel e Rees (1996), per quantificare l'energia, le risorse e l'impatto delle aree naturali sugli ecosistemi costruiti per sostenere la propria sopravvivenza. Il concetto di 'Impronta ecologica' è stato proposto da Wackernagel e Rees (1996), per quantificare l'energia, le risorse e l'impatto di un ecosistema costruito sulle aree circostanti per sostenere la propria sopravvivenza.

01. Cosa si intende per Footprint family?. Un insieme di indicatori selezionati in grado di valutare la pressione umana sul pianeta in termini di domanda aggregata di risorse naturali ed emissioni (impronta ecologica). L'impronta ecologica di una famiglia media, in termini di domanda aggregata di risorse naturali ed emissioni (impronta ecologica), di emissioni totali di gas serra e contributo al cambiamento climatico (impronta del carbonio) e di consumo di capitale naturale di acqua dolce (impronta dell'acqua). Un insieme di indicatori selezionati in grado di valutare la pressione umana sul pianeta in termini di emissioni totali di gas serra e contributo al cambiamento climatico (impronta del carbonio) e di consumo di capitale naturale di acqua dolce (impronta dell'acqua). Un insieme di indicatori selezionati in grado di valutare la pressione umana sul pianeta in termini di domanda aggregata di risorse naturali ed emissioni (impronta ecologica), di emissioni totali di gas serra e contributo al cambiamento climatico (impronta del carbonio) e di consumo di capitale naturale di acqua dolce (impronta dell'acqua).

02. Cosa si intende per impronta ecologica?. Per Impronta ecologica, secondo la definizione di Wackernagel & Rees (1996), si intende la pressione umana sul pianeta in termini di emissioni totali di gas serra (di un'attività o accumulate durante le fasi di vita di un prodotto) e il contributo umano al cambiamento climatico. Per Impronta ecologica, secondo la definizione di Wackernagel & Rees (1996) si intende il consumo umano del capitale naturale di acqua dolce (blu, verde, grigio). Per Impronta ecologica, secondo la definizione di Hoekstra (2002) si intende la pressione umana sul pianeta in termini di domanda aggregata ed emissioni e costo dell'uso di risorse ed emissioni sulle risorse ecologiche. Per Impronta ecologica, secondo la definizione di Wackernagel & Rees (1996) si intende la pressione umana sul pianeta in termini di domanda aggregata ed emissioni e costo dell'uso di risorse ed emissioni sulle risorse ecologiche.

03. Cosa si intende per impronta del carbonio?. Per Impronta del Carbonio (AA.VV., 2000/2008) si intende la pressione umana sul pianeta in termini di domanda aggregata ed emissioni, il costo dell'uso di risorse ed emissioni sulle risorse ecologiche. Per Impronta del Carbonio (AA.VV., 2000/2008) si intende la pressione umana sul pianeta in termini di emissioni totali di gas serra (di un'attività o accumulate durante le fasi di vita di un prodotto) e il contributo umano al cambiamento climatico. Per Impronta del Carbonio (Wackernagel & Rees, 1996) si intende la pressione umana sul pianeta in termini di emissioni totali di gas serra (di un'attività o accumulate durante le fasi di vita di un prodotto) e il contributo umano al cambiamento climatico. Per Impronta del Carbonio (AA.VV., 2000/2008) si intende la pressione umana sul pianeta in termini di consumo umano del capitale naturale di acqua dolce (blu, verde, grigio).

04. Cosa si intende per impronta dell'acqua?. Per Impronta dell'acqua (AA.VV., 2000/2008) si intende il consumo umano del capitale naturale di acqua dolce (blu, verde, grigio). Per Impronta dell'acqua (Hoekstra, 2002) si intende il consumo umano del capitale naturale di acqua dolce (blu, verde, grigio). Per Impronta dell'acqua (Hoekstra, 2002) si intende il consumo umano in termini di emissioni totali di gas serra e il contributo al cambiamento climatico. Per Impronta dell'acqua (Hoekstra, 2002) si intende I'mpronta ecologica umana sul pianeta in termini di domanda aggregata ed emissioni, il costo dell'uso di risorse ed emissioni sulle risorse ecologiche.

05. Cosa si intende per Water footprint?. L'impronta delle acque azzurre (volume d'acqua piovana evaporato o incorporato) di un prodotto. L'impronta delle acque verdi (volume d'acqua piovana evaporato o incorporato in un prodotto), blu (volume di acque superficiali e/o sotterranee evaporato o incorporato in un prodotto o restituito ad altri bacini idrografici o al mare) e grigie (volume di acqua inquinata prodotto). L'impronta delle acque nere (volume di acqua inquinata prodotto). L'impronta delle acque grigie (volume di acque superficiali e/o sotterranee) evaporato o incorporato in un prodotto o restituito ad altri bacini idrografici o al mare.

Qual è il messaggio principale dell'impronta ecologica?. Promuovere la conoscenza dei limiti ecologici (a cui non possiamo sottrarci), e divulgare la necessità di salvaguardare gli ecosistemi naturali per salvaguardare i servizi ecosistemici che ci permettono di vivere. Mettere in evidenza i limiti ecologici della Terra. Non c'è un messaggio specifico. Divulgare la necessità di salvaguardare gli ecosistemi naturali per salvaguardare i servizi ecosistemici che ci permettono di vivere.

07. La famiglia delle impronte è un indicatore accurato della sostenibilità?. La famiglia delle impronte è un insieme di indicatori nato di recente che non è ancora una misura accurata della sostenibilità, perché ancora molti problemi ambientali non sono stati inseriti e non vengono monitorati da questi indicatori, come la tossicità di composti o prodotti, la qualità del suolo e la sua degradazione,oppure la presenza di rifiuti che non possono essere smaltiti, come i rifiuti nucleari. La famiglia delle impronte nonostante sia un indicatore nato da poco, è già una misura accurata della sostenibilità, perché include molti problemi ambientali, come la tossicità di composti o prodotti, la qualità del suolo e la sua degradazione,oppure la presenza di rifiuti che non possono essere smaltiti, come i rifiuti nucleari. Nessuna delle risposte è esatta. La famiglia delle impronte è un indicatore nato da poco e non è ancora una misura accurata della sostenibilità, ma è utile per monitorare fattori come la tossicità di composti o prodotti, la qualità del suolo e la sua degradazione,oppure la presenza di rifiuti che non possono essere smaltiti, come i rifiuti nucleari.

08. A cosa servono gli indicatori della Footprint family?. Servono a monitorare la sostenibilità delle attività ed essere applicabili sia in attività di ricerca sia nella definizione di politiche ambientali per singoli prodotti, processi, settori di attività oppure nazioni e città, che possono essere studiati o valutati con questi indicatori. nessuna delle risposte è esatta. Servono a monitorare la sostenibilità delle attività ed essere applicabili sia in attività di ricerca sia nella definizione di politiche ambientali per nazioni o città, che possono essere studiate o valutate con questi indicatori. Servono a monitorare la sostenibilità delle attività, ed essere applicabili nella definizione di politiche ambientali per singoli prodotti, processi, settori di attività oppure nazioni e città, che possono essere studiati o valutati con questi indicatori, non sono utili nelle attività di ricerca.

01. Qual è stato il primo esperimento di genetic engineering?. Il primo esperimento di genetic engineering, è stata la creazione il un batterio ricombinante nel 1973: un ceppo di E. coli che esprimeva un gene di salmonella. Il primo esperimento di genetic engineering, è stata la creazione il un batterio ricombinante nel 1973: un ceppo di salmonella che esprimeva un gene di E. coli. Il primo organismo geneticamente modificato è stato prodotto da Dr. Zhiyuan Gong et al. nel 1999, un Danio rerio che conteneva il gene per la fluorescenza rossa di coralli marini e il gene per la fluorescenza gialla di medusa. Il primo organismo geneticamente modificato è stato prodotto da Dr. Zhiyuan Gong et al. nel 1999, un Danio rerio che conteneva il gene per la proteina fluorescente verde di medusa che produce luminescenza verde in luce bianca o UV.

02. A quali organismi è possibile applicate le tecniche di produzione di OGM?. Le tecniche OGM sono applicabili a tutti i microorganismi. Le tecniche OGM sono applicabili a tutti i viventi: dagli organismi animali ai vegetali. Le tecniche OGM sono applicabili a tutti i viventi: dai microrganismi a tutti gli altri organismi animali e vegetali. Le tecniche OGM sono molto difficili da applicare.

03. Esiste una legislazione che regola gli OGM?. Si, certamente; tra i più importanti ricordiamo un testo complessivo (Regolamento CE 1892/2003), uno che riguarda l'emissione di OGM nell'ambiente (Direttiva 2001/18CE), e uno su tracciabilità ed etichettatura (Regolamento CE 830/2003). Si, certamente; c'è un testo che regola l'emissione di OGM nell'ambiente (Regolamento CE 1892/2003). No, non c'è una regolamentazione specifica. Si, certamente; c'è un testo dedicato a tracciabilità ed etichettatura (Direttiva 2001/18 CE).

04. Qual è il principio generale che accomuna tutti gli OGM?. Il principio generale della tecnica di produzione di un OGM è eliminare del materiale genetico nel genoma di un organismo. Nessuna delle risposte è corretta. Il principio generale della tecnica di produzione di un OGM è aggiungere nuovo materiale genetico nel genoma di un organismo. Il principio generale della tecnica di produzione di un OGM è sostituire del materiale genetico nel genoma di un organismo.

05. Qual è la definizione di OGM?. Per OGM si intende un organismo il cui materiale genetico è stato modificato, diversamente da quanto avviene in natura con l'incrocio e/o la ricombinazione genetica naturale, esclusi quegli organismi in cui la modificazione genetica sia stata ottenuta mediante mutagenesi e/o fusione cellulare. Per OGM si intende un organismo il cui materiale genetico è stato modificato, come avviene in natura, con l'incrocio e/o la ricombinazione genetica, escludendo quegli organismi in cui la modificazione genetica sia stata ottenuta mediante mutagenesi e/o fusione cellulare. Per OGM si intende un organismo il cui materiale genetico è stato modificato, diversamente da quanto avviene in natura con l'incrocio e/o la ricombinazione genetica naturale, inclusi quegli organismi in cui la modificazione genetica sia stata ottenuta mediante mutagenesi e/o fusione cellulare. Tutti gli orgamismi sottoposti a modifiche del genoma.

01. Cosa si intende per Sistema Biolistico o gene gun?. E' un metodo di trasferimento genico poco utilizzato; si basa sull'accelerazione ad alta velocità di microparticelle di oro o tungsteno rivestite del DNA che deve essere inserito nelle cellule bersaglio che, attraversando i tessuti vegetali, rilasciano il DNA nelle cellule. Inizialmente veniva utilizzato un dispositivo azionato con polvere da sparo, oggi si utilizza la pressione generata da gas inerti, come l'elio. E' il metodo di trasferimento genico più utilizzato; si basa sull'accelerazione ad alta velocità di microparticelle di oro o tungsteno rivestite del DNA che deve essere inserito nelle cellule bersaglio che, attraversando i tessuti animali rilasciano il DNA nelle cellule. Inizialmente veniva utilizzato un dispositivo azionato con polvere da sparo, oggi si utilizza la pressione generata da gas inerti, come l'elio. E' il metodo di trasferimento genico più utilizzato; si basa sull'accelerazione ad alta velocità di microparticelle di oro o tungsteno rivestite del DNA che deve essere inserito nelle cellule bersaglio che, attraversando i tessuti vegetali, rilasciano il DNA nelle cellule. Inizialmente veniva utilizzato un dispositivo azionato con polvere da sparo, oggi si utilizza la pressione generata da gas inerti, come l'elio. E' un metodo di trasferimento genico poco utilizzato; si basa sull'accelerazione ad alta velocità di microparticelle di oro o tungsteno rivestite del DNA che deve essere inserito nelle cellule bersaglio che, attraversando i tessuti vegetali, rilasciano il DNA nelle cellule. Inizialmente veniva utilizzato un dispositivo azionato da gas inerti, come l'elio, oggi si utilizza la pressione generata dalla polvere da sparo.

02. Che differenza c'è tra elettroporazione e microiniezione?. L'elettroporazione utilizza un intenso campo elettrico per alterare la permeabilità della membrana vegetale e permettere l'ingresso di DNA esogeno in singole cellule o tessuti mentre la microiniezione è la procedura di routine per le cellule animali e in medicina, anche se ha una bassa efficienza. L'elettroporazione è la procedura di routine per le cellule animali e in medicina, anche se ha una bassa efficienza, mentre la microiniezione utilizza un intenso campo elettrico per alterare la permeabilità della membrana vegetale e permettere l'ingresso di DNA esogeno in singole cellule o tessuti. L'elettroporazione è la procedura di routine per le cellule animali e in medicina, mentre la microiniezione, tecnica a bassa efficienza che utilizza un intenso campo elettrico per alterare la permeabilità della membrana e permettere l'ingresso di DNA esogeno in singole cellule o tessuti, si usa prevalentemente per i vegetali. Non c'è differenza tra le due tecniche.

03. Come viene utilizzato Agrobacterium tumefaciens nella produzione di OGM?. La tecnica di trasferimento del DNA basata sull'uso Agrobacterium tumefaciens, utilizza la capacità intrinseca di questo patogeno vegetale di effettuare uno scambio di materiale genetico tra generi di vegetali affini. La tecnica di trasferimento del DNA basata sull'uso Agrobacterium tumefaciens, utilizza la capacità intrinseca di questo patogeno vegetale di effettuare uno scambio dimateriale genetico inter-Regno (inter-Kindom). Agrobacterium tumefaciens non viene utilizzato nella produzione di OGM. La tecnica di trasferimento del DNA basata sull'uso Agrobacterium tumefaciens, utilizza la capacità intrinseca di vettori biologici dentificati di recente di effettuare uno scambi di materiale genetico inter-Regno (inter-Kindom).

Quali sono le tecniche di trasferimento (diretto o indiretto) del DNA?. Le tecniche di trasferimento (diretto o indiretto) del DNA si basano sull'uso di vettori biologici (Agrobacterium tumefaciens). nessuna delle risposte è corretta. Le tecniche di trasferimento (diretto o indiretto) del DNA sono: uso di vettori biologici (Agrobacterium tumefaciens); Elettroporazione; Microiniezione; Sistema biolistico. Le tecniche di trasferimento (diretto o indiretto) del DNA si basano sull'uso di tecnologie meccaniche come Elettroporazione; Microiniezione; Sistema biolistico.

05. Come vengono classificati gli organismi transgenici?. Vengono classificati come: Intragenici: il DNA è costituito da geni artificiali; Familigenici: il DNA proviene da specie affini; Lineagenici: il DNA proviene da specie della stessa linea filogenetica; Transgenici: il DNA proviene da specie filogeneticamente lontane; Xenogenici: il DNA proviene dalla stessa specie. Vengono classificati come: Intragenici: il DNA proviene dalla stessa specie; Familigenici: il DNA proviene da specie della stessa linea filogenetica; Lineagenici: il DNA proviene da specie affini; Transgenici: il DNA proviene da specie filogeneticamente lontane; Xenogenici: il DNA è costituito da geni artificiali. Vengono classificati come: Intragenici: il DNA proviene dalla stessa specie; Familigenici: il DNA proviene da specie affini; Lineagenici: il DNA proviene da specie della stessa linea filogenetica; Transgenici: il DNA è costituito da geni artificiali; Xenogenici: il DNA proviene da specie filogeneticamente lontan. Vengono classificati come: Intragenici: il DNA proviene dalla stessa specie; Familigenici: il DNA proviene da specie affini; Lineagenici: il DNA proviene da specie della stessa linea filogenetica; Transgenici: il DNA proviene da specie filogeneticamente lontane; Xenogenici: il DNA è costituito da geni artificiali.

Come possono essere utilizzati gli organismi transgenici?. Non sono utili in nessuna applicazione. Gli organismi transgenici rappresentano uno strumento estremamente utile per la comprensione della funzione di molti geni, per studiarne l'effetto dell'aumentata o ridotta espressione, sono molto meno efficienti nelle applicazioni in campo agroalimentare e farmaceutico. Gli organismi transgenici rappresentano uno strumento molto utile per la comprensione della funzione di molti geni, per studiarne l'effetto dell'aumentata o ridotta espressione o per applicazioni in campo agroalimentare e farmaceutico. Gli organismi transgenici rappresentano uno strumento molto utile per applicazioni in campo agroalimentare e farmaceutico, sono meno adatti a studiare le della funzione geniche e l'effetto della loro aumentata o ridotta espressione.

01. A quali scopi vengono usati gli OGM?. Gli OGM sono usati esclusivamente per scopi di tipo agricolo (es. golden rice). Gli OGM sono usati per sono usati per specifici scopi in applicazioni mediche (come la terapia genica). Gli OGM sono usati per scopi specifici di ricerca (per rispondere a questioni di biologia e medicina). Gli OGM sono usati per molti scopi: ricerca (per rispondere a questioni di biologia e medicina); Produzione di farmaci o composti attivi; Applicazioni mediche (come la terapia genica); Agricoltura (es. golden rice),.

Che cos'è il Golden rice?. Una varietà di riso nativa delle regioni asiatiche. E' responsabile della carenza di Vitamina A e determina la night bindness, responsabile di danni alla cornea e alla retina che rendono completamente ciechi. Un incrocio di varietà di riso di diversi ceppi. Una varietà di riso (Oryza sativa) ingegnerizzata per sintetizzare beta-carotene, il precursore della pro-vitamina A nella porzione edibile.

Quali sono le potenzialità dei microrganismi OGM?. I microrganismi OGM hanno molte potenzialità ma non vengono sfruttate. “Le potenzialità dei microrganismi OGM sono molteplici, dallo sviluppo di microrganismi in grado di far produrre principi attivi alle piante (insulina, ormone della crescita) a quello di microrganismi che eliminano i colonizzatori dei processi fermentativi (salumi, formaggi, bevande alcoliche, ecc.)”. “Le potenzialità dei microrganismi OGM sono molteplici: produzione vegetale endogena di sostanze in grado di uccidere i parassiti delle piante oppure di farmaci o vaccini; aumento della capacità delle piante di vivere e svilupparsi in ambienti estremi o di resistere durante la conservazione e il trasporto; modifica dei contenuti nutrizionali degli alimenti o eliminazione di componenti che determinano intolleranze alimentari o allergie”. “Le potenzialità dei microrganismi OGM sono molteplici, dallo sviluppo di microrganismi in grado di produrre principi attivi ad attività farmacologica (insulina, ormone della crescita) a quello di microrganismi più efficaci nei processi fermentativi (salumi, formaggi, bevande alcoliche, ecc.).

Quali sono le specie OGM maggiormente coltivate. Soia, mais, cotone e canola occupano analoghe superfici di coltivazione nel mondo. In ordine crescente le specie OGM maggiormente coltivate sono: soia, mais, cotone e canola. Cotone e canola sono molto più diffuse di soia e mais. In ordine crescente le specie OGM maggiormente coltivate sono: soia, mais, cotone e canola. Soia e mais sono molto più diffuse di cotone e canola. In ordine decrescente le specie OGM maggiormente coltivate sono: soia, mais, cotone e canola. Soia e mais sono molto più diffuse di cotone e canola.

Quali sono le caratteristiche per cui i raccolti vengono ingegnerizzati?. Nessuna delle risposte è corretta. “Le caratteristiche dei raccolti ingegnerizzati maggiormente utilizzate sono la tolleranza agli erbicidi e la resistenza agli insetti entrambe presenti nella stessa pianta (86,5 %), mentre la resistenza ai singoli caratteri (75,4 e 23,1 %) o quella a virus o altre caratteristiche (< 1 %) sono utilizzate di meno (dati 2016)”. “Le caratteristiche dei raccolti ingegnerizzati maggiormente utilizzate sono: tolleranza agli erbicidi (86,5 %), resistenza agli insetti (23,1 %) o entrambe (75,4 %), mentre la resistenza ai virus o altre caratteristiche sono rare (< 1 %; dati 2016)”. “Le caratteristiche dei raccolti ingegnerizzati maggiormente utilizzate sono: tolleranza agli erbicidi (75,4 %), resistenza agli insetti (23,1 %) o entrambe (86,5 %), mentre la resistenza ai virus o altre caratteristiche sono rare (< 1 %; dati 2016).

Sta aumentando la superficie terrestre coltivata con piante GM?. Nessuna delle risposte è corretta. No, la superficie terrestre globalmente coltivata a piante GM è rimasta relativamente stabile negli ultimi anni (valutata in 185,1 milioni di ettari nel 2016) perché l’incremento della superficie coltivata a OGM nei paesi in via di sviluppo compensa la riduzione nei paesi industrializzati. Si, la superficie terrestre globalmente coltivata a piante GM è aumentata progressivamente negli ultimi anni fino ad arrivare a 185,1 milioni di ettari nel 2016; dal 2012 i paesi in via di sviluppo hanno una superficie coltivata a OGM maggiore di quella dei paesi industrializzati. Si, la superficie terrestre globalmente coltivata a piante GM è aumentata progressivamente negli ultimi anni fino ad arrivare a 185,1 milioni di ettari nel 2016; i paesi industrializzati hanno una superficie coltivata a OGM maggiore di quella dei paesi in via di sviluppo.

. Cosa si intende per piante geneticamente modificate (GM)?. “Quelle che contengono almeno due geni endogeni (stessa specie) o esogeni (organismi diversi anche animali). La prima pianta modificata geneticamente è stata il tabacco che conteneva il gene batterico per la resistenza alla kanamicina.”. “Quelle che contengono uno o più geni endogeni (stessa specie) o esogeni (organismi diversi anche animali). La prima pianta modificata geneticamente è stata il tabacco che conteneva il gene vegetale per la resistenza alla kanamicina.”. Quelle che contengono uno o più geni endogeni (organismi diversi anche animali) o esogeni (stessa specie). La prima pianta modificata geneticamente è stata il tabacco che conteneva il gene batterico per la resistenza alla kanamicina.”. Quelle che contengono uno o più geni endogeni (stessa specie) o esogeni (organismi diversi anche animali). La prima pianta modificata geneticamente è stata il tabacco che conteneva il gene batterico per la resistenza alla kanamicina.”.

Quali sono le potenzialità degli OGM vegetali?. Gli OGM vegetali hanno molte potenzialità ma non possono essere sfruttate. “Le potenzialità degli OGM vegetali sono molteplici: produzione endogena di sostanze in grado di favorire i parassiti delle piante; aumento delle capacità di vivere e svilupparsi in ambienti estremi o di resistere durante la conservazione e il trasporto; eliminazione dei contenuti nutrizionali o aggiunta di componenti che determinano intolleranze alimentari o allergie”. “Le potenzialità degli OGM vegetali sono molteplici: produzione endogena di sostanze in grado di uccidere i parassiti delle piante oppure di farmaci o vaccini; aumento delle capacità di vivere e svilupparsi in ambienti estremi o di resistere durante la conservazione e il trasporto; modifica dei contenuti nutrizionali o eliminazione di componenti che determinano intolleranze alimentari o allergie”. Le potenzialità degli OGM vegetali sono molteplici: sviluppo di microrganismi produttori di alimenti oppure di principi attivi ad attività farmacologica (insulina, ormone della crescita); microrganismi maggiormente efficaci nei processi fermentativi (salumi, formaggi, bevande alcoliche, ecc.)”.

. In quali ambienti vengono prodotti e utilizzati gli OGM?. Gli OGM possono essere prodotti e utilizzati in ambienti confinati (agroalimentare) e non rappresentano un problema ambientale, oppure in ambienti non confinati (applicazioni bio-mediche) e possono determinare problemi ambientali. Gli OGM possono essere prodotti e utilizzati in ambienti confinati (agroalimentare) e non rappresentano un problema ambientale, oppure in ambienti non confinati (applicazioni bio-mediche) e possono determinare problemi ambientali”. Gli OGM possono essere prodotti e utilizzati in ambienti confinati (applicazioni bio-mediche) e non rappresentano un problema ambientale, oppure in ambienti non confinati (agroalimentare) e possono determinare problemi ambientali. Gli OGM possono essere prodotti e utilizzati in ambienti confinati (agroalimentare) e possono determinare problemi ambientali, oppure in ambienti non confinati (applicazioni bio-mediche) e non rappresentano un problema ambientale.

. Modello di accrescimento delle popolazioni è. Sigmoide (curva a S). Irregolare, non ci sono modelli di accrescimento. Esponenziale (curva a J) o sigmoide (curva a S). Esponenziale (curva a J).

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