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ECONOMIA AZIENDALE

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ECONOMIA AZIENDALE

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TEST ECONOMIA AZIENDALE

Creation Date: 2024/10/11

Category: Others

Number of questions: 215

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01. Il soggetto economico è: Colui al quale fanno capo gli interessi interni d’azienda e in forza di ciò amministra e governa l’impresa. Sempre presente nelle società di capitali ma mai nelle società di persone. Colui il quale è chiamato a rispondere con il proprio patrimonio personale delle obbligazioni della società. Colui al quale fanno capo gli obblighi e i diritti che sorgono nello svolgimento dell’attività d’impresa.

01. Nelle imprese pubbliche: Nessuna delle alternative proposte è corretta. Il soggetto economico è sempre di tipo privatistico. Non vi è né il soggetto economico né il soggetto giuridico. La forma giuridica dell’impresa può essere anche quella della società commerciale -SpA oppure Srl-.

02. Nella società in accomandita semplice, chi risponde delle obbligazioni sociali: I soci accomandanti rispondono limitatamente alla quota sottoscritta, mentre i soci accomandatari rispondono illimitatamente e solidalmente. Solo la società con il proprio patrimonio. I soci accomandantari rispondono limitatamente alla quota sottoscritta, mentre i soci accomandanti rispondono illimitatamente e solidalmente. Tutti i soci in maniera illimitata.

03. In una società per azioni il soggetto giuridico è rappresentato: Dai soci. Dal consiglio di amministrazione. Dalla società stessa. Dai soci di maggioranza.

Quando all’interno di un gruppo aziendale è possibile risalire ad una società holding, a cui è attribuito il controllo di tutte le attività del gruppo, il gruppo aziendale stesso si dirà: Diretto. Gerarchico. Indiretto. Associativo.

02. La società A possiede il 50%+1 delle azioni della società B, pertanto: A esercita il controllo di diritto di B. A esercita il controllo di fatto di B. A esercita il controllo esterno di B per vincoli contrattuali. Nessuna delle precedenti è esatta.

03. . La società A possiede il 45% delle azioni della società B, pertanto. Si può affermare che A esercita il controllo di diritto di B. nessuna delle affermazioni è esatta. Si può affermare che A non esercita il controllo di diritto di B. Si può affermare che è una società di persone.

04. In quale modello di corporate governance (tra i seguenti) si ha la più bassa stabilità della proprietà: Quello dell'insider system. Quello della società di persone. Quello della Public company. Quello della impresa a proprietà ristretta.

Nel sistema competitivo della concorrenza allargata, le barriera all’entrata diventano più alte: nessuna delle affermazioni è esatta. Quando sono poco numerosi i clienti. Quando per entrare nel settore c’è bisogno di competenze altamente specialistiche. Quando per entrare nel settore non c’è bisogno di competenze altamente specialistiche.

1. L’ambiente specifico: È il settore di attività economica in cui l’impresa opera e, più in particolare, sono i mercati di acquisto e di sbocco a cui essa si rivolge. Non è nessuna delle precedenti alternative. Fa riferimento alle condizioni naturali del contesto in cui l’impresa vive: clima, idrografia, ecc…. È il luogo in cui è stata fissata la sede legale dell’impresa.

01. Nel sistema competitivo della concorrenza allargata, le barriera all’entrata diventano più alte: nessuna delle affermazioni è esatta. Quando sono poco numerosi i clienti. Quando per entrare nel settore c’è bisogno di competenze altamente specialistiche. Quando per entrare nel settore non c’è bisogno di competenze altamente specialistiche.

02. L’aggregato delle imprese, assimilabili nei processi di produzione di beni o servizi, che si rivolgono agli stessi mercati di acquisto dei fattori produttivi e agli stessi mercati di sbocco forma: Una Holding. Un settore. Un gruppo aziendale finanziario. Nessuna delle precedenti alternative.

01. Nel sistema competitivo della concorrenza allargata, la frammentazione e la piccola dimensione delle imprese acquirenti: Fa aumentare i prodotti sostitutivi. Fa aumentare le barriere all'entrata. Fa diminuire il potere contrattuale dei fornitori. Fa aumentare il potere contrattuale dei fornitori.

02. Le economie di scala consistono: Nella diminuzione dei costi medi unitari di prodotto all’aumentare dei volumi (scala) di produzione. Nel fatto che i costi medi unitari di prodotto si mantengono costanti all’aumentare dei volumi (scala) di produzione. Nell’aumento dei costi medi unitari di prodotto all’aumentare dei volumi (scala) di produzione. Nessuna delle precedenti è esatta.

03. Le economie di scala possono avere origine: Solo all’interno dell’azienda. Solo per via della riduzione nell’intensità della concorrenza (diretta). Sia all’interno, sia all’esterno dell’azienda. Solo all’esterno dell’azienda.

04. Nel sistema competitivo della concorrenza allargata, la frammentazione e la piccola dimensione dei fornitori: Fa aumentare le barriere all'entrata nel settore. Fa diminuire il potere contrattuale dei fornitori. Fa aumentare i prodotti sostitutivi. Fa aumentare il potere contrattuale dei fornitori.

05. Nel sistema competitivo della concorrenza allargata, risulta favorevole al potere contrattuale dei fornitori: La presenza numerosa dei fornitori stessi. La concentrazione e la grande dimensione delle imprese acquirenti. Nessuna delle alternative precedenti è esatta. La presenza di numerosissime imprese acquirenti.

06. Nel sistema competitivo della concorrenza allargata, le barriera all’entrata diventano più alte: Quando per entrare nel settore c’è bisogno di ingenti capitali finanziari. nessuna delle affermazioni è esatta. Quando molti sono i fornitori delle aziende che stanno nel settore. Quando per entrare nel settore non c’è bisogno di ingenti capitali finanziari.

07. Nel sistema competitivo della concorrenza allargata, le barriera all’entrata sono basse: Quando per entrare nel settore c’è bisogno di elevati capitali finanziari. Quando la domanda è elastica. Quando per entrare nel settore non c’è bisogno di elevati capitali finanziari. quando la domanda è anelastica.

01. In quale modello di corporate governance (tra i seguenti) si ha la più alta stabilità della proprietà: Quello della Public company. Quello della impresa a proprietà ristretta. quello del modello outsider system. nessuna delle affermazioni è esatta.

02. In quale modello di corporate governance (tra i seguenti) si ha una struttura proprietaria unitaria: Impresa a proprietà ristretta. Tutte le alternative che si propongono si equivalgono tra loro. Impresa padronale. Public company.

03. In quale modello di corporate governance (tra i seguenti) si ha una struttura proprietaria pluralista: Public company. Impresa a proprietà chiusa. quello dell'insider system. nessuna delle affermazioni è esatta.

04. Tra i seguenti, qual è uno dei vantaggi prospettati dal modello di impresa detto “padronale” (anche detto a proprietà chiusa) rispetto agli altri modelli di governance conosciuti ?. La compagine azionaria poco stabile. Orientamento delle decisioni tipicamente al lungo periodo. Basso livello dell’indebitamento. La compagine azionaria pluralista.

05. L’impresa a proprietà diffusa public company si distingue per: La sua presenza esclusiva in Italia. La costante presenza di enti pubblici e banche dalla compagine azionaria. Un’alta stabilità della compagine azionaria. Una bassa stabilità della compagine azionaria.

06. L’impresa a proprietà ristretta e l’impresa a proprietà chiusa sono accomunate: Dal fatto che ambedue presentano un’alta stabilità della compagine azionaria. Nessuna delle alternative è esatta. Dal fatto che ambedue presentano una struttura proprietaria pluralista. Dal fatto che ambedue presentano una struttura proprietaria unitaria.

01. In quale modello di corporate governance (tra i seguenti) si ha la più bassa stabilità della proprietà: Quello della concorrenza allargata. Quello della impresa a proprietà ristretta. Quello della concorrenza ristretta. Quello della Public company.

02. In quale modello di corporate governance (tra i seguenti) si ha una struttura proprietaria unitaria: Public company. Impresa padronale. Outsider system. Impresa a proprietà ristretta.

03. A quale modello di governance ci si riferisce quando si parla di una proprietà concentrata e stabile nelle mani di uno o pochi individui o nel gruppo familiare. Quello della società di persone. Quello della public company. Quello della proprietà chiusa. Quello della proprietà ristretta.

04. L’impresa a proprietà chiusa (o padronale), rispetto alla public company: È caratterizzata da una struttura proprietaria “pluralista” e presenta il vantaggio di bassi livelli di indebitamento. È caratterizzata da una struttura proprietaria “unitaria” e presenta lo svantaggio di alti livelli di indebitamento. È caratterizzata da una struttura proprietaria “unitaria” e presenta il vantaggio di bassi livelli di indebitamento. È caratterizzata da una struttura proprietaria “pluralista” e presenta lo svantaggio di alti livelli di indebitamento.

5. In quale modello di governance si verifica la polverizzazione della proprietà tra un numero molto elevato di azionisti ?. Il modello della proprietà chiusa. Il modello della proprietà ristretta. Il modello della public company. Il modello del gruppo gerarchico.

01. Gli organi di staff sono: Organi direttivi. Organi esecutivi. Organi volitivi. Organi di consulenza e supporto.

02. Gli organi di line sono: Nessuna delle affermazioni è esatta. Organi direttivi. organi di staff. organi consultivi.

03. Gli organi che assolvono funzioni di supporto, assistenza e consulenza sia nei confronti dell’organo volitivo, sia nei confronti degli organi di direzione, pur se non assumono decisioni vincolanti per altri, ma solo pareri, vengono chiamati: Organi di staff. Organi volitivi. Organi di line. Organi esecutivi.

1. A parità di altre condizioni, qual è il maggior svantaggio della struttura plurifunzionale rispetto a quella multidivisionale: L’efficacia. Le economie di scala. Nessuna delle affermazioni è esatta. L’efficienza.

02. L’insufficiente motivazione dei dipendenti è il principale svantaggio della: Struttura organizzativa semplice. Struttura organizzativa plurifunzionale. Struttura organizzativa multidivisionale. Struttura organizzativa a matrice.

04. Quale struttura organizzativa prevede una divisione verticale del lavoro in Direzione generale, Direzioni di funzioni ed Unità operative nonché la presenza eventuale di organi di staff: La Struttura semplice. La Struttura multi divisionale. La Struttura a matrice. La Struttura plurifunzionale.

05. Qual è il maggior svantaggio della struttura multidivisionale rispetto alla plurifunzionale ?. Lo scarso sovraccarico decisionale della direzione generale. La scarsa efficienza. Nessuna delle suddette alternative è corretta. La scarsa efficacia.

06. In quale struttura organizzativa si realizza il minore decentramento decisionale: Struttura plurifunzionale. Struttura della società per azioni. Struttura a matrice. Struttura multi divisionale.

01. A parità di altre condizioni, qual è il maggior svantaggio della struttura plurifunzionale rispetto a quella multidivisionale: L’efficacia. Nessuna delle affermazioni è esatta. L’efficienza. Le economie di scala.

02. Nella struttura organizzativa multidivisionale il lavoro è suddiviso, in senso verticale, per: input, ovvero si segue il criterio della specializzazione per risorse. Nessuna delle affermazioni è esatta. Direzione generale, direzione di divisione e direzione di funzione. Direzione generale e direzione di funzione.

03. Tra le seguenti qual è la struttura organizzativa che prevede il maggior numero di livelli gerarchici (più accentuata divisione verticale del lavoro). La Struttura plurifunzionale. La Struttura di settore. La Struttura semplice. La Struttura multi divisionale.

01. Nella struttura organizzativa a matrice, la divisione orizzontale del lavoro avviene: Nessuna delle affermazioni è esatta. Solo per input;. Solo per output;. Per input ed output;.

02. La divisione orizzontale del lavoro nella struttura organizzativa a matrice avviene: Nessuna delle affermazioni è esatta. Sulla base dei criteri di divisione per input (per tecnica/funzione) e per output (per prodotto/mercato/clientela). Sulla base del solo criterio di divisione per input (per tecnica/funzione). Sulla base del solo criterio di divisione per output (per prodotto/mercato/clientela).

01. Le strategie che per l’impresa rispondono alla domanda "dove operare" (ovvero in quali mercati/settori operare) e sono relative alla scelta delle aree d'affari in cui svolgere la propria attività, sono le: Strategie competitive. Strategie di impresa. Le strategie di capitalizzazione. Strategie funzionali.

1. In una data area strategica di affari (ASA), il vantaggio competitivo può essere conseguito dall’impresa solo in due modi o come vantaggio di costo o come vantaggio di differenziazione: È vero. è vero per la public company. è vero per l'impresa padronale. È falso.

01. Il documento che espone il programma della gestione aziendale (nel quale si definiscono in maniera dettagliata le azioni da svolgere nel corso di un dato periodo futuro) in termini di quantità economico-finanziarie, si chiama: Bilancio di fine esercizio. Budget. Stato Patrimoniale. Bilancio civilistico.

01. Lo stile di comando per cui “il superiore concorda con i subordinati le modalità di svolgimento del lavoro. I subordinati, a loro volta, sono giudicati in base ai risultati. …” viene definito come: Nessuna delle affermazioni è esatta. Stile democratico. Stile permissivo. Stile autoritario.

02. La valutazione delle prestazioni del personale subordinato è basata sull’autovalutazione, quando lo stile di comando è di tipo: Democratico. Accentrato. Autoritario. Permissivo.

01. Il periodo di tempo compreso tra l'acquisizione dei fattori produttivi (momento del sorgere di costi) e la vendita dei beni e/o servizi ottenuti (momento del sorgere di ricavi) costituisce: Il “ciclo monetario”. Il “ciclo finanziario”. Il “ciclo tecnico”. Il “ciclo economico”.

01. i valori assegnati ai prodotti finiti venduti. vanno sotto il nome di "valori di ricavo pluriennale". vanno sotto il nome di "valori di ricavo". nessuna delle alternative esposte è esatta. vanno sotto il nome di "valori di ricavo anticipato".

02. Un aumento del denaro in cassa dà luogo ad una variazione: aumentativa dei crediti di finanziamento. numeraria certa positiva. numeraria assimilata positiva. diminutiva dei crediti di finanziamento.

03. Sono variazioni economiche positive. i prelievi di capitale da parte dei soci. nessuna delle alternative proposte è corretta. i costi. i ricavi.

04. Una diminuzione dei debiti di funzionamento dà luogo ad una variazione: numeraria assimilata negativa. diminutiva dei crediti di finanziamento. numeraria assimilata positiva. aumentativa dei crediti di finanziamento.

05. Un aumento dei debiti di funzionamento dà luogo ad una variazione: numeraria assimilata negativa. diminutiva dei crediti di finanziamento. aumentativa dei crediti di finanziamento. numeraria assimilata positiva.

06. Una diminuzione dei crediti di finanziamento dà luogo ad una variazione: numeraria presunta positiva. nessuna delle alternative proposte è esatta. numeraria assimilata negativa. numeraria assimilata positiva.

07. Un aumento dei crediti di finanziamento dà luogo ad una variazione: nessuna delle alternative proposte è esatta. numeraria assimilata positiva. numeraria assimilata negativa. numeraria presunta negativa.

08. Una diminuzione dei debiti di finanziamento dà luogo ad una variazione: nessuna delle alternative proposte è esatta. numeraria assimilata negativa. numeraria assimilata positiva. numeraria presunta negativa.

09. Un aumento dei debiti di finanziamento dà luogo ad una variazione. nessuna delle alternative proposte è esatta. numeraria assimilata positiva. numeraria assimilata negativa. numeraria presunta positiva.

10. Una diminuzione del denaro in cassa dà luogo ad una variazione: numeraria assimilata negativa. diminutiva dei crediti di finanziamento. aumentativa dei crediti di finanziamento. numeraria certa negativa.

11. le operazioni della "fase di scambio". generano variazioni nei debiti e crediti di finanziamento positive. generano variazioni numerarie negative. generano variazioni numerarie positive. nessuna delle alternative proposte è corretta.

12. Considerare le operazioni di gestione in termini del loro contributo alla formazione del capitale proprio (conferimenti e prelievi di capitale da parte del titolare o dei soci) equivale ad osservare la gestione sotto l'aspetto. numerario assimilato. economico. finanziario. numerario presunto.

13. Considerare le operazioni di gestione in termini del loro contributo alle modificazioni che subisce il capitale proprio per effetto del processo di formazione del reddito d'impresa equivale ad osservare la gestione sotto l'aspetto. economico. numerario assimilato. finanziario. numerario presunto.

14. i valori assegnati ai fattori produttivi acquisti. vanno sotto il nome di "valori di costo d'esercizio". vanno sotto il nome di "valori di costo pluriennale". vanno sotto il nome di "valori di costo sospeso". vanno sotto il nome di "valori di costo".

15. le operazioni della "fase di scambio". generano variazioni finanziarie negative. nessuna delle alternative proposte è corretta. generano variazioni finanziarie positive. generano variazioni economiche negative.

16. La sommatoria algebrica dei "valori di costo" e dei "valori di ricavo" esprime il: l capitale. il reddito d'esercizio. il reddito. il capitale d'esercizio.

17. Sono variazioni economiche negative. i costi. nessuna delle alternative proposte è corretta. i ricavi. i conferimenti di capitale.

18. Le variazioni finanziarie positive possono essere costituite: Da aumento dei crediti, aumento dei debiti, aumento della cassa. Da aumento dei crediti, diminuzione dei debiti, aumento della cassa. Da diminuzione dei crediti, aumento dei debiti, aumento della cassa. Da diminuzione dei crediti, diminuzione dei debiti, aumento della cassa.

19. Una diminuzione dei crediti di funzionamento dà luogo ad una variazione: diminutiva dei crediti di finanziamento. numeraria assimilata positiva. numeraria assimilata negativa. aumentativa dei crediti di finanziamento.

20. Le variazioni finanziarie negative possono essere costituite: Da aumento dei crediti, diminuzione dei debiti, aumento della cassa. Da diminuzione dei crediti, aumento dei debiti, diminuzione della cassa. Da diminuzione dei crediti, diminuzione dei debiti, aumento della cassa. Da aumento dei crediti, aumento dei debiti, aumento della cassa.

21. considerare le operazioni di gestione in termini di modificazioni o di movimenti di moneta che esse determinano equivale a osservare la gestione sotto il profilo: economico. patrimoniale. finanziario. nessuna delle alternative proposte è corretta.

22. considerare le operazioni di gestione in termini di modificazioni e di variazioni nelle disponibilità liquide e nei crediti e debiti di funzionamento equivale ad osservare la gestione sotto l'aspetto: nessuna delle alternative proposte è corretta. numerario. dei debiti e crediti di finanziamento. economico.

23. considerare le operazioni di gestione in termini di modificazioni e di variazioni nelle disponibilità liquide equivale ad osservare la gestione sotto l'aspetto: nessuna delle alternative proposte è corretta. numerario presunto. numerario assimilato. numerario certo.

24. considerare le operazioni di gestione in termini di modificazioni e di variazioni nei crediti e debiti commerciali equivale ad osservare la gestione sotto l'aspetto: nessuna delle alternative proposte è corretta. numerario certo. numerario assimilato. numerario presunto.

27. le operazioni della "fase di provvista. nessuna delle alternative proposte è corretta. generano variazioni economiche positive. generano variazioni finanziarie negative. generano variazioni finanziarie positive.

28. le operazioni della "fase di provvista". nessuna delle alternative proposte è corretta. generano variazioni numerarie positive. generano variazioni nei debiti e crediti di finanziamento negative. generano variazioni numerarie negative.

29. L'aspetto economico della gestione comprende entrate ed uscite. nessuna delle alternative proposte è esatta. È falso. è vero per le entrate, ma è falso per le uscite. È vero.

30. La vendita del prodotto finito dà luogo: Al conseguimento di ricavi. al conseguimento di un utile. nessuna delle alternative proposte è esatta. Al sostenimento di costi.

31. Le variazioni economiche negative possono essere costituite: da costi e conferimenti di capitale da parte die soci. da ricavi e conferimenti di capitale da parte dei soci. da ricavi e prelievi di capitale da parte dei soci. da costi e prelievi di capitale da parte dei soci.

32. Le variazioni economiche positive possono essere costituite: da ricavi e conferimenti di capitale da parte dei soci. da costi e conferimenti di capitale da parte die soci. da ricavi e prelievi di capitale da parte dei soci. da costi e prelievi di capitale da parte dei soci.

33. Un aumento dei crediti di funzionamento dà luogo ad una variazione: numeraria assimilata positiva. aumentativa dei crediti di finanziamento. diminutiva dei crediti di finanziamento. numeraria assimilata negativa.

01. Ottenuto da terzi un finanziamento di 10.000 Euro. la variazione numeraria positiva certa (entrata) di 10.000 misura la variazione finanziaria positiva generata dall'aumento dei debiti di finanziamento per lo stesso importo di 10.000 euro. la variazione numeraria positiva certa (entrata) di 10.000 misura la variazione economica positiva generata dall'aumento dei debiti di finanziamento per lo stesso importo di 10.000 euro. la variazione numeraria positiva certa (entrata) di 10.000 misura la variazione finanziaria negativa generata dall'aumento dei debiti di finanziamento per lo stesso importo di 10.000 euro. la variazione numeraria positiva certa (entrata) di 10.000 misura la variazione economica negativa generata dall'aumento dei debiti di finanziamento per lo stesso importo di 10.000 euro.

02. ogni operazioni di provvista e scambio dà luogo a: nessuna delle alternative proposte è esatta. variazione nei soli valori originari "finanziari". variazione nei valori sia originari "finanziari" sia derivati "economici". variazione nei soli valori derivati "economici".

determinano uscite che misurano l'entità dei costi: nessuna delle alternative proposte è esatta. Le "operazioni di finanziamento". Le "operazioni di provvista". Le "operazioni di scambio".

04. determinano entrate che misurano l'entità di ricavi. Le "operazioni di scambio". Le "operazioni di finanziamento". nessuna delle alternative proposte è esatta. Le "operazioni di provvista".

05. Un costo di dice "sostenuto" (numerariamente sostenuto) nel momento in cui si verifica: l'uscita numeraria che ne misura la consistenza. è stipulato il contratto di acquisto del relativo fattore produttivo. entrata numeraria che ne misura la consistenza. nessuna delle alternative proposte è esatta.

06. Un ricavo si dice "conseguito" (numerariamente conseguito) nel momento in cui si verifica: l'uscita numeraria che ne misura la consistenza. nessuna delle alternative proposte è esatta. entrata numeraria che ne misura la consistenza. è stipulato il contratto di acquisto del relativo fattore produttivo.

07. Acquistate attrezzature per 2.700 Euro con pagamento a 90 giorni. si ha una variazione numeraria negativa assimilata di 2.700 Euro che misura un costo dello stesso importo per l'acquisizione di un fattore produttivo. si ha una variazione numeraria positiva assimilata di 2.700 Euro che misura un costo dello stesso importo per l'acquisizione di un fattore produttivo. nessuna delle alternative proposte è esatta. si ha una variazione numeraria negativa certa di 2.700 Euro che misura un costo dello stesso importo per l'acquisizione di un fattore produttivo.

08. Pagato con assegno bancario un debito di fornitura pregresso che era pari a 500 Euro. l'operazione fa sorgere una variazione finanziaria positiva (estinzione debito di fornitura) che misura una variazione economica negativa. l'operazione fa sorgere una variazione finanziaria positiva (estinzione debito di fornitura) che misura una variazione economica positiva. l'operazione non ha risvolti economici ma si esaurisce in una duplice variazione finanziaria, una positiva e l'altra negativa del medesimo importo. nessuna delle alternative proposte è esatta.

09. Vendute merci per 450 Euro con regolamento in contanti. si ha una variazione numeraria positiva certa di 450 Euro che misura una variazione economica positiva di ricavi per la vendita di merci il cui importo ammonta anch'esso a 450 Euro. si ha una variazione numeraria positiva certa di 450 Euro che misura una variazione finanziaria positiva di ricavi per la vendita di merci il cui importo ammonta anch'esso a450 Euro. si ha una variazione numeraria positiva certa di 450 Euro che misura una variazione economica negativa di ricavi per la vendita di merci il cui importo ammonta anch'essoa 450 Euro. nessuna delle alternative proposte è esatta.

10. Vendute merci per 1.450 Euro con regolamento metà in contanti e concordando la riscossione del resto a 30 giorni. Aspetto finanziario: - si ha una variazione numeraria positiva assimilata di 725 Euro per l'aumento della cassa; - si ha una variazione numeraria positiva presunta di 725 Euro per l'aumento dei crediti v/clienti (+ crediti v/clienti); Aspetto economico: - si ha un costo (variazione economica negativa per la vendita di merci il cui importo ammonta a 1.450 Euro. Aspetto finanziario: - si ha una variazione numeraria positiva certa di 725 Euro per l'aumento della cassa; - si ha una variazione numeraria positiva assimilata di 725 Euro per l'aumento dei crediti v/clienti (+ crediti v/clienti); Aspetto economico: - si ha un ricavo (variazione economica positiva) per la vendita di merci il cui importo ammonta a 1.450 Euro. Aspetto finanziario: - si ha una variazione numeraria positiva certa di 725 Euro per l'aumento della cassa; - si ha una variazione numeraria positiva assimilata di 725 Euro per l'aumento dei crediti v/clienti (+ crediti v/clienti); Aspetto economico: - si ha un costo (variazione economica negativa) per la vendita di merci il cui importo ammonta a 1.450 Euro. Aspetto finanziario: - si ha una variazione numeraria positiva assimilata di 725 Euro per l'aumento della cassa; - si ha una variazione numeraria positiva presunta di 725 Euro per l'aumento dei crediti v/clienti (+ crediti v/clienti); Aspetto economico: - si ha un ricavo (variazione economica positiva) per la vendita di merci il cui importo ammonta a 1.450 Euro.

11. Eseguito un apporto di denaro da parte dei proprietari per 5.000 Euro. si i ha una variazione numeraria positiva certa di 5.000 Euro che misura un ricavo (variazione economica positiva) per l'apporto di denaro da parte dei proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 5.000 Euro. si ha una variazione numeraria positiva certa di 5.000 Euro che misura un aumento del capitale proprio (variazione economica positiva) per l'apporto di denaro da parte dei proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 5.000 Euro. si ha una variazione numeraria positiva certa di 5.000 Euro che misura una diminuzione del capitale proprio (variazione economica negativa) per l'apporto di denaro da parte dei proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 5.000 Euro. si ha una variazione numeraria positiva presunta di 5.000 Euro che misura un aumento del capitale proprio (variazione economica positiva) per l'apporto di denaro da parte dei proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 5.000 Euro.

12. Rimborsate ai proprietari quote di capitale pari a 1.000 Euro. si ha una variazione numeraria positiva certa di 1.000 Euro che misura una diminuzione del capitale proprio (variazione economica negativa) per l'apporto di denaro da parte dei proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 1.000 Euro. si ha una variazione numeraria positiva certa di 1.000 Euro che misura un ricavo (variazione economica positiva) per l'apporto di denaro da parte dei proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 1.000 Euro. si ha una variazione numeraria negativa presunta di 1.000 Euro che misura un aumento del capitale proprio (variazione economica positiva) per l'apporto di denaro da parte dei proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 1.000 Euro. si ha una variazione numeraria negativa certa di 1.000 Euro che misura una diminuzione del capitale proprio (variazione economica negativa) per il rimborso di denaro ai proprietari il cui importo ammonta anch'esso a 1.000 Euro.

01. I debiti di funzionamento: nessuna delle alternative proposte è esatta. sono le rate in scadenza dei mutui. sorgono in relazione a prestiti bancari e/o altri Istituti di credito. sorgono in relazione a dilazioni di pagamento che l'azienda ottiene dai fornitori.

02. L'insieme dei mezzi a disposizione, in un dato momento, di diritto e di fatto, del soggetto aziendale per il perseguimento delle finalità aziendali, prende il nome di: reddito d'impresa. capitale d'impresa. nessuna delle alternative proposte è esatta. di immobilizzazioni.

03. sostituiscono temporaneamente una uscita monetaria e sono espressione del credito mercantile di cui l'azienda gode. I crediti di funzionamento. I crediti di finanziamento. I debiti di funzionamento. I debiti di finanziamento.

04. Si accompagnano ad una entrata monetaria: I debiti finanziamento. I crediti di funzionamento. I debiti di funzionamento. I crediti di finanziamento.

01. Secondo il criterio della liquidità gli investimenti sono classificati in disponibilità “attivo circolante” quando: Gli investimenti non sono destinati a rimanere durevolmente legati all’impresa, ad esempio un magazzino di prodotti fuori moda. Gli investimenti sono destinati a rimanere durevolmente legati all’impresa. Possono essere convertiti in moneta in tempi brevi e senza rilevanti perdite. Non sono facilmente liquidabili.

02. Secondo il criterio della destinazione gli investimenti sono classificati in “disponibilità” quando: Possono essere convertiti in moneta in tempi brevi e senza rilevanti perdite. non sono destinati a rimanere durevolmente legati all’impresa. Non possono essere convertiti in moneta in tempi brevi e senza rilevanti perdite. Sono facilmente liquidabili.

03. Gli investimenti sono classificati in attivo immobilizzato e attivo circolante sulla base della “facilità” con cui possono essere convertiti in moneta: Nel criterio della liquidità. Nel criterio della destinazione. Nel criterio del ciclo economico. Nel criterio del ciclo finanziario.

01. Nell'equazione fondamentale del capitale in cui (A) + (-P) = Fondo netto di valori. Qualora A <P il fondo netto di valori: ha segno negativo e assume la denominazione di capitale netto (CN). ha segno negativo e assume la denominazione di deficit patrimoniale (DP). ha segno positivo e assume la denominazione di deficit patrimoniale (DP). ha segno positivo e assume la denominazione di capitale netto (CN).

02. Nell'equazione fondamentale del capitale (A) + (-P), cioè la somma algebrica tra le attività e le passività è pari: all'eventuale perdita/utile di esercizio. al reddito conseguito. al cosiddetto Fondo netto di valori. nessuna delle alternative proposte è esatta.

03. Le attività sono pari alla consistenza del capitale netto aumentato delle passività: A=P+CN. è l'equazione fondamentale del capitale sotto l'aspetto quantitativo. è l'equazione fondamentale del reddito sotto l'aspetto quantitativo. è l'equazione fondamentale del reddito sotto l'aspetto qualitativo. è l'equazione fondamentale del capitale sotto l'aspetto qualitativo.

04. In un'impresa che crea ricchezza, ci aspettiamo di trovare la seguente equazione del capitale: A + DP = P (Attività + Deficit Patrimoniale = Passività). A = P (Attività = Passività). A = P + CN (Attività= Passività + Capitale Netto. nessuna delle alternative proposte è esatta.

05. In un'impresa che distrugge ricchezza, potremmo trovare quale tra le seguenti equazioni del capitale: nessuna delle alternative proposte è esatta. Utile=Ricavi-Costi. A = P + CN (Attività= Passività + Capitale Netto. A = P (Attività = Passività).

06. In un'impresa che distrugge ricchezza, potremmo trovare quale tra le seguenti equazioni del capitale: A = P + CN (Attività= Passività + Capitale Netto. nessuna delle alternative proposte è esatta. A + DP = P (Attività + Deficit Patrimoniale = Passività). Utile=Ricavi-Costi.

07. Quale tra le seguenti voci non è una delle parti ideali del capitale netto: Utile d'esercizio. Risconti attivi. Perdita d'esercizio. Capitale sociale.

La configurazione di capitale che si rileva nel bilancio di esercizio di un'impresa in funzionamento è: il capitale di costituzione. il capitale di liquidazione. il capitale di funzionamento. il capitale economico.

Nella fase iniziale della costituzione di un'impresa, l'equazione del capitale è: A + DP = P (Attività + Deficit Patrimoniale = Passività). A = P (Attività = Passività). A = CN (Attività = Capitale Netto). A = P + CN (Attività= Passività + Capitale Netto.

10. Nell'equazione fondamentale del capitale in cui (A) + (-P) = Fondo netto di valori. Qualora A > P il fondo netto di valori: ha segno negativo e assume la denominazione di capitale netto (CN). ha segno positivo e assume la denominazione di deficit patrimoniale (DP). ha segno negativo e assume la denominazione di deficit patrimoniale (DP). ha segno positivo e assume la denominazione di capitale netto (CN).

1. Qual è la configurazione del capitale che tiene conto del valore di cessione determinato tenendo conto del valore attribuibile all'impresa intesa come complesso economico funzionante. il capitale economico. il capitale di liquidazione. il capitale di costituzione. il capitale economico.

12. Il valore delle attività aziendali è 190.000 € mentre il valore delle passività aziendali è 120.000€, pertanto si può dire certamente che: Il capitale proprio è 70.000 €. Il capitale investito è 70.000 €. In cassa c’è denaro contante per 70.000 €. Il reddito netto è 70.000 €.

13. Il valore delle attività aziendali è 150.000 € mentre il valore delle passività aziendali è 130.000€, pertanto si può dire certamente che: Il capitale investito è 20.000 €. Il reddito netto è 20.000 €. In cassa c’è denaro contante per 20.000 €. Il capitale proprio è 20.000 €.

14. Qual è la configurazione di capitale determinata nell'ipotesi che i processi produttivi siano destinati a cessare con la trasformazione in denaro liquido delle attività, l'estinzione delle passività ed il riparto dell'eventuale residuo tra gli aventi diritto. il capitale di liquidazione. il capitale di funzionamento. il capitale di costituzione. il capitale economico.

01. L’affermazione che il reddito annuo (prodotto durante un solo anno) coincide comunque con la “differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite che si sono verificate durante l’anno” risulta: Falsa, ma solo quando il regolamento degli scambi è per contanti e non esiste il regolamento differito. sempre vera. sempre falsa. vera, ma solo quando il regolamento degli scambi è per contanti e non esiste il regolamento differito.

03. In assenza di conferimenti e prelievi di capitale da parte dei soci, la perdita d'esercizio coincide con: Differenza tra tutte le entrate e le uscite verifacatesi durante l'anno. il minor ammontare di Capitale netto finale rispetto a quello iniziale. il maggiore ammontare di Capitale netto finale rispetto a quello iniziale. nessuna delle alternative proposte è esatta.

Il reddito totale di un'impresa si calcola come: nessuna delle alternative proposte è esatta. differenza tra il capitale finale (fine vita dell'impresa) ed il capitale iniziale (inizio attività dell'impresa). Differenza tra tutti i ricavi d'esercizio e tutti i costi d'esercizio. Differenza tra tutte le entrate e le uscite verifacatesi durante l'anno.

05. ricavi già conseguiti che non sono per intero di competenza dell'esercizio, ma vanno in parte rinviati al futuro danno luogo alla fattispecie: dei ratei passivi. dei ratei attivi. dei ricavi sospesi. dei costi sospesi.

Il reddito operativo: si ottiene aggiungendo al reddito ordinario i costi ed i ricavi di natura straordinaria e togliendo le imposte. esprime il livello di performance raggiunto dall'impresa producendo quei beni e quei servizi che si è preposta di realizzare. nessuna delle alternative proposte è esatta. è pari al reddito operativo debitamente integrato e corretto da proventi e oneri finanziari.

Il reddito ordinario. esprime il livello di performance raggiunto dall'impresa producendo quei beni e quei servizi che si è preposta di realizzare. nessuna delle alternative proposte è esatta. si ottiene aggiungendo al reddito ordinario i costi ed i ricavi di natura straordinaria e togliendo le imposte. è pari al reddito operativo debitamente integrato e corretto da proventi e oneri finanziari.

08. Il reddito totale di un'impresa si calcola come: nessuna delle alternative proposte è esatta. Differenza tra tutti i ricavi d'esercizio e tutti i costi d'esercizio. Differenza tra tutte le entrate e le uscite verifacatesi durante l'anno. differenza tra tutti i ricavi conseguiti e tutti i costi sostenuti dall'impresa dalla sua nascita sino al momento della sua liquidazione (procedimento analitico).

09. l'entità del reddito prodotta dall'impresa in un certo periodo di tempo: non corrisponde (se non per puro caso) ad un determinato ammontare di moneta. nessuna delle alternative proposte è esatta. corrisponde all'ammantare del capitale proprio. corrisponde necessariamente ad un determinato ammontare di moneta.

10. Caratteristiche del reddito di esercizio inteso come "quantità" sono che il reddito è: nessuna delle alternative proposte è esatta. una quantità economica astratta la cui determinanzione non è mai certa. una quantità economica concreta la cui determinazione è oggettiva. una quantità economica concreta la cui determinazione è influenzata da stime e congetture.

11. I valori che compongono il passivo ed il netto del capitale sono: solo valori finanziari passivi. nessuna delle alternative proposte è esatta. valori finanziari passivi, valori anticipati di costo e capitale netto. valori finanziari passivi, valori anticipati di ricavo e capitale netto.

12. I valori che formano l'attivo del capitale sono: valori finanziari attivi e valori anticipati di ricavo. solo valori finanziari attivi. valori finanziari attivi e valori anticipati di costo. nessuna delle alternative proposte è esatta.

13. Un ricavo è di competenza economica del periodo amministrativo nel quale si verifica: la correlativa entrata, certa o assimilata. che i servizi relativi al ricavo sono stati effettivamente creati e ceduti. la correlativa uscita, certa o assimilata. nessuna delle alternative proposte è esatta.

15. Un costo è di competenza finanziaria del periodo amministrativo nel quale si verifica: nessuna delle alternative proposte è esatta. lo sfruttamento dei servizi relativi al costo, cosicché tali servizi esauriscono dal punto di vista economico la loro utilità. la correlativa uscita, certa o assimilata. la correlativa entrata, certa o assimilata.

16. Un ricavo è di competenza finanziaria del periodo amministrativo nel quale si verifica: nessuna delle alternative proposte è esatta. la correlativa uscita, certa o assimilata. la creazione e cessione dei servizi relativi al ricavo stesso. la correlativa entrata, certa o assimilata.

17. Le quote di ricavi che, pur avendo la loro manifestazione finanziaria in futuro, sono già in parte di competenza dell'esercizio perché relative a flussi di servizi già ceduti sono all'origine della problematica: dei ratei attivi. dei ratei passivi. dei ricavi sospesi. dei costi sospesi.

18. Le quote di costi che, pur avendo la loro manifestazione finanziaria in futuro, sono già in parte di competenza dell'esercizio perché relative a flussi di servizi già consumati sono all'origine della problematica: dei ricavi sospesi. dei costi sospesi. dei ratei attivi. dei ratei passivi.

19. Il reddito netto: si ottiene aggiungendo al reddito ordinario i costi ed i ricavi di natura straordinaria e togliendo le imposte. nessuna delle alternative proposte è esatta. è pari al reddito operativo debitamente integrato e corretto da proventi e oneri finanziari. esprime il livello di performance raggiunto dall'impresa producendo quei beni e quei servizi che si è preposta di realizzare.

20. costi già sostenuti che non sono per intero di competenza dell'esercizio, ma vanno in parte rinviati al futuro danno luogo alla fattispecie: dei ratei passivi. dei costi sospesi. dei ricavi sospesi. dei ratei attivi.

21. Il reddito di esercizio si determina contrapponendo. il valore dei servizi/utilità effettivamente consumati nel periodo al valore dei servizi/utilità effettivamente ceduti nello stesso. nessuna delle alternative proposte è esatta. il valore dei servizi/utilità acquistati nel periodo al valore dei servizi/utilità ceduti nello stesso periodo. dai cicli finanziari della gestione conclusi nell'esercizio.

Le rettifiche di integrazione, che si compiono nella contabilità a fine esercizio, hanno lo scopo di: aggiungere dei fondi mai ricevuti nella contabilità. individuare, nell'ambito dei costi e dei ricavi che hanno già avuto manifestazione finanziaria, le quote da rinviare al futuro, e come valore residuale, la quota di pertinenza del periodo amministrativo. nessuna delle alternative proposte è esatta. di aggiungere al reddito quote di costi e ricavi che, pur avendo la loro manifestazione finanziaria in futuro, sono già in parte di competenza dell'esercizio perché relative a flussi di servizi già consumati o ceduti.

23. Il reddito totale di un'impresa si calcola come: differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite che si sono verificate durante la vita dell'impresa. Differenza tra tutti i ricavi d'esercizio e tutti i costi d'esercizio. nessuna delle alternative proposte è esatta. Differenza tra tutte le entrate e le uscite verifacatesi durante l'anno.

Il reddito di esercizio si calcola come: nessuna delle alternative proposte è esatta. differenza tra il capitale finale (fine vita dell'impresa) ed il capitale iniziale (inizio attività dell'impresa). differenza tra il valore del capitale netto alla fine dell'esercizio ed il valore del capitale netto all'inizio. Differenza tra tutte le entrate e le uscite verificatesi durante l'anno.

25. In assenza di conferimenti e prelievi di capitale da parte dei soci, l'utile d'esercizio coincide con. il maggiore ammontare di Capitale netto finale rispetto a quello iniziale. Differenza tra tutte le entrate e le uscite verifacatesi durante l'anno. il minore ammontare di Capitale netto finale rispetto a quello iniziale. nessuna delle alternative proposte è esatta.

26. Il reddito di esercizio si ottiene dalla differenza tra ricavi e costi derivanti: dai cicli tecnici della gestione conclusi nell'esercizio. nessuna delle alternative proposte è esatta. dai cicli economici della gestione conclusi nell'esercizio. dai cicli finanziari della gestione conclusi nell'esercizio.

Il reddito di esercizio si calcola come: Differenza tra tutte le entrate e le uscite verifacatesi durante l'anno. differenza tra il capitale finale (fine vita dell'impresa) ed il capitale iniziale (inizio attività dell'impresa). come somma algebrica di componenti positivi (ricavi) e negativi (costi) di competenza economica dell'esercizio. nessuna delle alternative proposte è esatta.

28. I costi sospesi sono: le utilità ancora da cedere negli esercizi futuri essi altro non sono che passività del capitale. le utilità ancora da sfruttare (dei fattori produttivi) essi altro non sono che passività del capitale. le utilità ancora da cedere negli esercizi futuri essi altro non sono che attività del capitale. le utilità ancora da sfruttare (dei fattori produttivi) essi altro non sono che attività del capitale.

29. I ricavi sospesi sono: le utilità ancora da cedere negli esercizi futuri essi altro non sono che attività del capitale. le utilità ancora da sfruttare (dei fattori produttivi) essi altro non sono che attività del capitale. le utilità ancora da cedere negli esercizi futuri essi altro non sono che passività del capitale. le utilità ancora da sfruttare (dei fattori produttivi) essi altro non sono che passività del capitale.

30. La natura dei ricavi sospesi è: di servizi acquistati, ma che l'impresa non ha ancora sfruttato alla fine dell'esercizio, quindi la natura è quella delle passività. di servizi venduti, ma che l'impresa si è obbligata a erogare per il futuro, quindi la natura è quella delle attività. nessuna delle alternative proposte è esatta. di servizi venduti, ma che l'impresa si è obbligata a erogare per il futuro, quindi la natura è quella delle passività.

31. La natura dei costi sospesi è: di servizi venduti, ma che l'impresa si è obbligata a erogare per il futuro, quindi la natura è quella delle attività. di servizi venduti, ma che l'impresa si è obbligata a erogare per il futuro, quindi la natura è quella delle passività. di servizi acquistati, ma che l'impresa non ha ancora sfruttato alla fine dell'esercizio, quindi la natura è quella delle passività. nessuna delle alternative proposte è esatta.

32. Le rettifiche di storno, che si compiono nella contabilità a fine esercizio, hanno lo scopo di: individuare, nell'ambito dei costi e dei ricavi che hanno già avuto manifestazione finanziaria, le quote da rinviare al futuro, e come valore residuale, la quota di pertinenza del periodo amministrativo. nessuna delle alternative proposte è esatta. occultare dei fondi dalla contabilità. di aggiungere al reddito quote di costi e ricavi che, pur avendo la loro manifestazione finanziaria in futuro, sono già in parte di competenza dell'esercizio perché relative a flussi di servizi già consumati o ceduti.

Il reddito ordinario: Esprime il livello di performance raggiunto dall’impresa producendo quei beni e quei servizi che si è preposta di realizzare. Nessuna delle precedenti alternative è esatta. In esso si raccolgono fenomeni di tipo occasionale e casuale. Esprime l’interazione tra i risultati dell’attività operativa e gli effetti legati alle scelte di finanziamento che sono state operate per sostenere l’attività operativa.

I cicli economici della gestione che pur iniziati nell’esercizio, con l’acquisto di fattori produttivi, risultano ancora sospesi al termine dello stesso esercizio (e cioè al 31/12 non si sono ancora manifestati i ricavi di vendita dei prodotti ottenuti dai fattori produttivi in questione) danno luogo a: nessuna delle affermazioni è corretta. Costi sospesi poiché di competenza di esercizi futuri. Entrate nell’esercizio. Costi di competenza dell’esercizio in questione.

3. . Il reddito operativo: In esso si raccolgono fenomeni di tipo occasionale e casuale. Esprime il livello di performance raggiunto dall’impresa producendo quei beni e quei servizi che si è preposta di realizzare. Esprime l’interazione tra i risultati dell’attività operativa e gli effetti legati alle scelte di finanziamento che sono state operate per sostenere l’attività operativa. Nessuna delle affermazioni è esatta.

01. Parlando di condizioni di equilibrio economico, la situazione in cui Ricavi = Costi+Oneri figurativi è detta: Di disequilibrio economico assoluto. Di equilibrio economico oggettivo. Di disequilibrio economico relativo. Di equilibrio economico soggettivo.

02. Il disequilibrio economico assoluto è sintetizzabile nella seguente espressione algebrica: Ricavi = Costi + Oneri figurativi. nessuna delle alternative proposte è esatta. Ricavi <Costi. Ricavi = Costi.

03. Il disequilibrio economico relativo è sintetizzabile nella seguente espressione algebrica: i. nessuna delle alternative proposte è esatta. Ricavi = Costi. Ricavi = Costi + Oneri figurativi. Ricavi <Costi.

04. il principio di economicità della gestione si riferisce alla: nessuna delle alternative proposte è esatta. capacità di far fronte agli impegni in uscita con le entrate. capacità di coprire i costi contabilizzati con i ricavi conseguiti. capacità di remunerare congruamente tutti i fattori della produzione.

05. Parlando di condizioni di equilibrio economico, la situazione in cui Ricavi = Costi è detta: Di disequilibrio economico relativo. Di equilibrio economico oggettivo. Di equilibrio economico soggettivo. Di disequilibrio economico assoluto.

06. si consegue un reddito "almeno normale" per l'ottenimento dell'equilibrio economico quando: la differenza tra ricavi e costi è almeno positiva. nessuna delle alternative proposte è esatta. la differenza positiva tra ricavi e costi è in grado di coprire i seguenti oneri figurativi: l'interesse sul capitale proprio; il compenso per il rischio al quale il conseguimento del reddito stesso è sottoposto; il compenso per l'opera del soggetto aziendale. la differenza positiva tra ricavi e costi è in grado di coprire il compenso per il rischio al quale l'imprenditore è sottoposto.

07. L'equilibrio economico soggettivo è sintetizzabile nella seguente espressione algebrica: Ricavi = Costi + Oneri figurativi. nessuna delle alternative proposte è esatta. Ricavi = Costi + Oneri figurativi + Quota di extra-profitto. Ricavi = Costi.

08. L'equilibrio economico oggettivo è sintetizzabile nella seguente espressione algebrica: Ricavi = Costi + Oneri figurativi. Ricavi <Costi. nessuna delle alternative proposte è esatta. Ricavi = Costi.

1. La quantità di Break Even Point è 1.500 unità, invece l'azienda produce e vende 1.700 unità. In una tale circostanza si può affermare che: l'azienda certamente cesserà di produrre il prodotto. l'azienda subirà una perdita. nessuna tra le alternative proposte è esatta. l'azienda conseguirà un utile.

02. Si definiscono costi semifissi quei costi: nessuna tra le alternative proposte è esatta. la cui entità rimane costante solo in un dato intervallo del volume produttivo. la cui entità si modifica sempre in relazione al mutamento del volume produttivo. la cui entità rimane sempre insensibile a mutamenti nel volume produttivo.

3. La quantità di Break Even Point è 1.500 unità, invece l'azienda produce e vende 1.300 unità. In una tale circostanza si può affermare che: nessuna tra le alternative proposte è esatta. certamente sono errati i dati rilevati dalla contabilità. l'azienda conseguirà un utile. l'azienda subirà una perdita.

04. Il margine di sicurezza (MS) si può calcolare come: Il rapporto tra la differenza tra la quantità effettivamente prodotta e venduta e quella di pareggio tutto diviso per la stessa quantità effettivamente prodotta e venduta. Il prodotto tra la differenza tra la quantità effettivamente prodotta e venduta e quella di pareggio tutto diviso per la stessa quantità effettivamente prodotta e venduta. nessuna tra le alternative proposte è esatta. Il prodotto tra la quantità effettivamente prodotta e venduta e quella di pareggi.

05. il costo variabile totale (cioè il costo variabile di tutte le unità realizzate e vendute) è pari: nessuna tra le alternative proposte è esatta. al costo variabile unitario moltiplicato il numero delle unità realizzate e vendute. al costo fisso totale diviso il numero delle quantità prodotte. al costo variabile unitario diviso il numero delle unità realizzate e vendute.

6. il Costo Totale della produzione realizzata e venduta è pari: nessuna tra le alternative proposte è esatta. alla somma degli oneri figurativi. alla somma dei costi fissi e del livello dei costi comuni. alla somma dei costi variabili totali e del livello dei costi fissi.

07. il Costo medio unitario, ovvero mediamente quanto costa una singola unità del prodotto realizzato e venduto, si calcola come. il prodotto tra il costo totale sostenuto per le quantità realizzate e vendute del prodotto diviso le quantità medesime. coincidente con il costo primo. rapporto tra il costo totale sostenuto per le quantità realizzate e vendute del prodotto diviso le quantità medesime. nessuna tra le alternative proposte è esatta.

08. Viene chiamato margine lordo di contribuzione unitario: L'importo dato dalla differenza tra il prezzo unitario del prodotto e il costo variabile unitario. L'importo dato dal rapporto tra il prezzo unitario del prodotto e il costo variabile unitario. nessuna tra le alternative proposte è esatta. L'importo dato dalla somma tra il prezzo unitario del prodotto e il costo variabile unitario.

09. Il margine di sicurezza (MS) si può calcolare come: somma tra la quantità effettivamente prodotta e venduta e quella di pareggio. Il prodotto tra la quantità effettivamente prodotta e venduta e quella di pareggio. nessuna tra le alternative proposte è esatta. differenza tra la quantità effettivamente prodotta e venduta e quella di pareggio.

0. La quantità di Break Even Point si calcola: come prodotto tra i Costi Fissi e la differenza tra il prezzo unitario di vendita del prodotto meno i costi variabili sostenuti per realizzare la medesima unità di prodotto. come rapporto tra i Costi Fissi e la differenza tra il prezzo unitario di vendita del prodotto meno i costi variabili sostenuti per realizzare la medesima unità di prodotto. nessuna tra le alternative proposte è esatta. come differenza tra i Costi Fissi e il Margine di Contribuzione Unitario.

11. La quantità di Break Even Point si calcola: come differenza tra i Costi Fissi e il Margine di Contribuzione Unitario. come prodotto tra i Costi Fissi e il Margine di Contribuzione Unitario. come rapporto tra i Costi Fissi e il Margine di Contribuzione Unitario. nessuna tra le alternative proposte è esatta.

12. La Break Even Analysis (B.E.A.) richiede la distinzione: in costo primo, industriale, complessivo ed economico. dei costi in speciali e comuni. dei costi in relazione al loro grado di variabilità rispetto al volume produttivo. nessuna tra le alternative proposte è esatta.

13. Si definiscono costi semivariabili quei costi: nessuna tra le alternative proposte è esatta. la cui entità rimane costante solo in un dato intervallo del volume produttivo. la cui entità rimane insensibile a mutamenti nel volume produttivo. la cui entità comprende una quota fissa e una variabile.

14. Si definiscono costi a scalino quei costi: la cui entità rimane sempre insensibile a mutamenti nel volume produttivo. nessuna tra le alternative proposte è esatta. la cui entità si modifica sempre in relazione al mutamento del volume produttivo. l. a cui entità rimane costante solo in un dato intervallo del volume produttivo.

15. Nel lungo termine tutti i costi di un'azienda sono da intenedersi come: variabili. fissi. nessuna tra le alternative proposte è esatta. dipendenti da fattori esterni.

16. Si definiscono fissi quei costi: la cui entità dipende da fattori che non sono contollabili dal management né nel breve periodo, né nel lungo periodo. nessuna tra le alternative proposte è esatta. la cui entità rimane insensibile a mutamenti nel volume produttivo. la cui entità si modifica in relazione al mutamento del volume produttivo.

17. Si definiscono variabili quei costi: la cui entità rimane insensibile a mutamenti nel volume produttivo. nessuna tra le alternative proposte è esatta. la cui entità dipende da fattori che non sono contollabili dal management né nel breve periodo, né nel lungo periodo. la cui entità si modifica in relazione al mutamento del volume produttivo.

01. L’affermazione seguente: La produzione del prodotto “A” fornisce un Margine Lordo di Contribuzione pari a 1000”, significa che: 1000 è l’importo che residua dopo che i ricavi delle vendite hanno coperto i Costi variabili sostenuti per realizzare i prodotti venduti; tale importo di 1000 si rende disponibile per la copertura dei costi fissi. 1000 è l’importo che residua dopo che i ricavi delle vendite hanno coperto i Costi Fissi aziendali; tale importo di 1000 si rende disponibile per la copertura dei costi variabili. Nessuna delle affermazioni è esatta. 1000 è anche il reddito operativo.

02. Il margine lordo di contribuzione unitario si può calcolare come: nessuna tra le alternative proposte è esatta. margine lordo di contribuzione totale meno unità di prodotto vendute. margine lordo di contribuzione totale moltiplicato unità di prodotto vendute. margine lordo di contribuzione totale diviso unità di prodotto vendute.

03. Il margine lordo di contribuzione può essere inteso come: l'importo che residua dopo che i ricavi delle vendite hanno coperto i costi fissi sostenuti per realizzare i prodotti venduti e che si rende disponibile per la copertura dei costi variabili. nessuna tra le alternative proposte è esatta. l'importo che residua dopo che i ricavi delle vendite hanno coperto i costi variabili sostenuti per realizzare i prodotti venduti e che si rende disponibile per la copertura dei costi fissi. l'importo che residua dopo che i ricavi delle vendite hanno coperto i costi comuni sostenuti per realizzare i prodotti venduti e che si rende disponibile per la copertura dei costi speciali.

01. Nel criterio di ripartizione dei costi comuni su base unica: si fa una misurazione obiettiva (tipo prezzo x quantità) delle utilità del fattore produttivo che sono incorporate nel prodotto venduto. nessuna tra le alternative proposte è esatta. i costi comuni dell'impresa vengono considerati complessivamente, senza operare alcuna distinzione che tenga conto della loro "natura". si distinguono in vari gruppi i diversi costi comuni e, per ogni gruppo, utilizza una base di ripartizione "ad hoc".

02. i costi che sono attribuibili ad un «oggetto» (prodotto ) mediante: misurazione obiettiva (ad es. prezzo x quantità) si dicono costi «speciali». nessuna tra le alternative proposte è esatta. stima soggetta ad arbitrio si dicono costi «speciali». un criterio di ripartizione dei costi comuni si dicono costi «speciali».

03. La ripartizione dei costi comuni è una problematica la cui soluzione richiede: di individuare un elemento in base al quale ripartire il costo relativo al consumo del fattore comune sui diversi specifici prodotti. nessuna tra le alternative proposte è esatta. di individuare un elemento in base al quale ribaltare il costo speciale di un prodotto ad altri prodotti dell'azienda. di individuare una misurazione obiettiva (tipo prezzo x quantità) per la quantificazione dei costi «speciali».

04. Assumendo come oggetto di riferimento il prodotto, se nell'impresa viene realizzato un solo tipo di prodotto, rispetto a questo, tutti i costi saranno: nessuna tra le alternative proposte è esatta. fissi. speciali. comuni.

5. Il criterio di ripartizione dei costi comuni su base multipla: distingue in vari gruppi i diversi costi comuni e, per ogni gruppo, utilizza una base di ripartizione "ad hoc". i costi comuni dell'impresa vengono considerati complessivamente, senza operare alcuna distinzione che tenga conto della loro "natura". nessuna tra le alternative proposte è esatta. opera una misurazione obiettiva (tipo prezzo x quantità) delle utilità del fattore produttivo che sono incorporate nel prodotto venduto.

01. Il costo primo comprende: Tutti i costi che hanno rilevanza contabile. Tutti i costi speciali dell’area industriale. Tutti i costi dell’area industriale. Tutti gli oneri figurativi.

02. Il costo economico-tecnico. si ottiene aggiungendo al costo complessivo gli «oneri figurativi». risulta dalla somma di tutti i costi speciali, rispetto al prodotto, di natura industriale, ossia afferenti al processo trasformativo. si ottiene sommando, al costo primo i costi comuni, sempre però relativi all'attività di trasformazione industriale. si ottiene sommando al costo industriale, tutti i restanti costi, speciali o comuni relativi allo svolgimento delle altre attività funzionali dell'impresa, diverse da quella propriamente produttiva (di trasformazione industriale).

03. i costi parziali: corrispondono a configurazioni ottenute considerando tutte le voci di costo. nessuna tra le alternative proposte è esatta. esprimono configurazioni di costo ottenute considerando solo alcune delle voci di costo relative al prodotto. corrispondono alla configurazione del costo sostenuto per produrre e vendere la quantità di break even point.

04. Il costo complessivo (o pieno) comprende: Gli interessi passivi e non i costi commerciali né gli oneri figurativi. Nessuna delle affermazioni è esatta. Gli interessi passivi, i costi commerciali e non gli oneri figurativi. Gli interessi passivi, i costi commerciali, gli oneri figurativi.

05. i costi pieni: corrispondono a configurazioni ottenute considerando tutte le voci di costo. nessuna tra le alternative proposte è esatta. corrispondono alla configurazione del costo sostenuto per produrre e vendere la quantità di break even point. esprimono configurazioni di costo ottenute considerando solo alcune delle voci di costo relative al prodotto.

06. Il costo industriale comprende: I costi commerciali. I costi amministrativi. I costi tributari. Il costo primo.

07. Il costo complessivo. risulta dalla somma di tutti i costi speciali, rispetto al prodotto, di natura industriale, ossia afferenti al processo trasformativo. si ottiene sommando al costo industriale, tutti i restanti costi, speciali o comuni relativi allo svolgimento delle altre attività funzionali dell'impresa, diverse da quella propriamente produttiva (di trasformazione industriale). si ottiene sommando, al costo primo i costi comuni, sempre però relativi all'attività di trasformazione industriale. risulta dalla somma di tutti i costi speciali, rispetto al prodotto, di natura industriale, ossia afferenti al processo trasformativo.

08. Il costo industriale. risulta dalla somma di tutti i costi speciali, rispetto al prodotto, di natura industriale, ossia afferenti al processo trasformativo. si ottiene sommando al costo industriale, tutti i restanti costi, speciali o comuni relativi allo svolgimento delle altre attività funzionali dell'impresa, diverse da quella propriamente produttiva (di trasformazione industriale). si ottiene sommando, al costo primo i costi comuni, sempre però relativi all'attività di trasformazione industriale. si ottiene sommando al costo industriale, tutti i restanti costi, speciali o comuni relativi allo svolgimento delle altre attività funzionali dell'impresa, diverse da quella propriamente produttiva (di trasformazione industriale).

09. Il costo primo. si ottiene sommando, al costo primo i costi comuni, sempre però relativi all'attività di trasformazione industriale. si ottiene sommando al costo industriale, tutti i restanti costi, speciali o comuni relativi allo svolgimento delle altre attività funzionali dell'impresa, diverse da quella propriamente produttiva (di trasformazione industriale). risulta dalla somma di tutti i costi speciali, rispetto al prodotto, di natura industriale, ossia afferenti al processo trasformativo. si ottiene sommando al costo industriale, tutti i restanti costi, speciali o comuni relativi allo svolgimento delle altre attività funzionali dell'impresa, diverse da quella propriamente produttiva (di trasformazione industriale).

01. Si calcoli la quantità di break-even point (quantità di pareggio), sapendo che i Costi Fissi ammontano a 150, il prezzo di vendita di una singola unità del prodotto è pari a 7 e che il costo variabile unitario (sostenuto mediamente per produrre una singola unità del prodotto) è pari a 2. La quantità di break even point è di 20. La quantità di break even point è di 50. La quantità di break even point è di 30. La quantità di break even point è di 100.

1. La quantità di break even point è di 5.000 unità, ma le vendite reali sono pari a 4.800 unità: Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri una perdita (costi > ricavi). Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri un utile (costi < ricavi). Nessuna delle affermazioni è esatta. Si può dire che il rischio operativo sia basso.

02. Si calcoli la quantità di break-even point (quantità di pareggio), sapendo che i Costi Fissi ammontano a 180, il prezzo di vendita di una singola unità del prodotto è pari a 5 e che il costo variabile unitario (sostenuto mediamente per produrre una singola unità del prodotto) è pari a 2. La quantità di break even point è di 40. La quantità di break even point è di 50. La quantità di break even point è di 60. La quantità di break even point è di 24.

03. Il management dell’impresa calcola per un certo prodotto che la quantità di break even point è di 1.800 unità. Nel caso che le vendite reali siano pari a 1.900: si può dire che la leva finanziaria sia positiva. Nessuna delle affermazioni è esatta. Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri certamente un utile (costi < ricavi). Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri certamente una perdita (costi > ricavi).

04. La quantità di break even point è di 19.000 unità, ma le vendite reali sono pari a 20.800 unità: Nessuna delle altre alternative può ritenersi corretta. Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri una perdita (costi > ricavi). Si può dire che il reddito ordinario sarà certamente negativo. Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri un utile (costi < ricavi).

05. La quantità di break even point è di 85.000 unità, ma le vendite reali sono pari a 91.000 unità: Si può dire che ci sarà una leva finanziaria certamente positiva. Si può dire che ci sarà sempre una leva finanziaria negativa. Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri una perdita (costi > ricavi). Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri un utile (costi < ricavi).

06. Il management dell’impresa calcola per un certo prodotto che la quantità di break even point è di 3.000 unità. Nel caso che le vendite reali siano pari a 2.700 unità: Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri una perdita (costi > ricavi). Si può dire che ci sarà certamente un effetto leva finanziario positvo. Nessuna delle affermazioni è esatta. Si può dire che la produzione e vendita del prodotto registri un utile (costi < ricavi) B.

01. Un R.O.I. (return on investment ) pari al 5 % ha il seguente significato: per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa, che è stato reperito a prestito oppure dai soci, la gestione complessiva aziendale genererà 5 € di reddito netto. per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa, che è stato reperito a prestito oppure dai soci, la gestione caratteristica aziendale genererà 5 € di reddito operativo. per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa dai soci (denaro reperito dai soli soci), la gestione complessiva aziendale genererà 5 € di reddito netto. per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa dai soci (denaro reperito dai soli soci), la gestione caratteristica aziendale genererà 5 € di reddito operativo.

02. Un R.O.E. (return on equity ) pari al 10 % ha il seguente significato: per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa dai soci (denaro reperito dai soli soci), la gestione complessiva aziendale genererà 10 € di reddito netto. per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa, che è stato reperito a prestito oppure dai soci, la gestione caratteristica aziendale genererà 10 € di reddito operativo. per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa dai soci (denaro reperito dai soli soci), la gestione caratteristica aziendale genererà 10 € di reddito operativo. per ogni 100 € di denaro investito nell’impresa, che è stato reperito a prestito oppure dai soci, la gestione complessiva aziendale genererà 10 € di reddito netto.

03. Quando il R.O.I. è minore del costo medio dell’indebitamento: Il R.O.I. tenderà ad aumentare nel tempo. L’effetto di leva finanziaria è positivo. L’effetto di leva finanziaria è negativo. Il R.O.I. tenderà a diminuire nel tempo.

04. Quando il R.O.I. è maggiore del costo medio dell’indebitamento: All’aumentare dell’indebitamento aumenta il reddito operativo. All’aumentare dell’indebitamento aumenta la redditività del capitale proprio (cioè il R.O.E.). All’aumentare dell’indebitamento diminuisce la redditività del capitale proprio (cioè il R.O.E.). All’aumentare dell’indebitamento diminuisce il reddito operativo.

05. Per l’impresa è conveniente ricorrere all’indebitamento se e fino a quando il R.O.I. (return on investment) è maggiore del: Del grado di indebitamento. costo medio dei finanziamenti. Del margine lordo di contribuzione unitario. Del prezzo di mercato delle azioni.

01. L’affermazione secondo cui l’ “aspetto economico della gestione considera le operazioni di gestione in termini del loro contributo alla creazione di ricchezza. In particolare, esamina la formazione del capitale proprio e le susseguenti modificazioni che esso subisce sia per effetto del processo di formazione del reddito d’impresa sia a causa dei conferimenti e dei prelievi da parte del titolare o dei soci” risulta: vera, ma solo se la società è a responsabilità limitata. falsa, quando il capitale proprio viene indagato come aspetto finanziario. sempre falsa. sempre vera.

01. Tra questi, quale conto è acceso a “costi anticipati”. Il conto ratei passivi. Il conto risconti attivi. Il conto risconti passivi. Il conto ratei attivi.

01. Tra questi, quale conto è acceso a “costi anticipati”. Il conto ratei passivi. Il conto risconti attivi. Il conto risconti passivi. Il conto ratei attivi.

02. Nei conti accesi ai ratei si rilevano. Variazioni finanziarie che servono per misurare ricavi o costi che, alla data di chiusura dell’esercizio, sono ancora in corso di maturazione. Nessuna delle affermazioni è esatta. Ricavi sospesi. Costi pluriennali.

03. Nel conto acceso a “MUTUI PASSIVI” si rilevano: Costi di esercizio. Valori finanziari. Ricavi di esercizio. Nessuna delle affermazioni è esatta.

04. Nel conto acceso ad “AMMORTAMENTO MACCHINE” si rilevano. Ricavi di esercizio. Valori finanziari. Nessuna delle affermazioni è esatta. Costi di esercizio.

05. Natura dei conti. Nel conto acceso ad “ammortamento macchine” si rilevano: Nessuna delle affermazioni è esatta. Costi di competenza dell’esercizio. Costi monetariamente sostenuti nell’esercizio. Costi sospesi.

6. Nel conto acceso a “Ratei Attivi” si rilevano: Costi che non sono stati ancora monetariamente sostenuti. Costi monetariamente sostenuti nell’esercizio. Nessuna delle precedenti alternative è esatta. Costi di competenza dell’esercizio.

01. I debiti di funzionamento: Il loro sorgere dà luogo a variazioni finanziarie attive. Sorgono nelle operazioni di acquisto per sostituire momentaneamente il denaro. Rappresentano una fonte di finanziamento interna all’impresa. Consistono nell’accantonamento di costi non monetari.

01. Parlando di categorie di valori che formano il capitale, si può affermare che i valori che compongono l’attivo sono i seguenti: Valori finanziari attivi e valori anticipati di ricavo. Costi e ricavi d’esercizio oltre ai conferimenti. Nessuna delle affermazioni è esatta. Valori finanziari attivi e valori anticipati di costo.

01. L’azienda estingue un debito pari a euro 3.000. Quali saranno le variazioni che si produrranno nel proprio sistema di valori aziendali ?. Solo variazioni finanziarie. Una variazione finanziaria positiva ed una variazione economica positiva. Una variazione finanziaria negativa ed una variazione economica negativa. Solo variazioni economiche.

02. Un’operazione di gestione appartenente alla fase della provvista può determinare: Una variazione finanziaria positiva che misura l’entità di un ricavo. Una variazione finanziaria positiva che misura l’entità di un costo. Una variazione finanziaria negativa che misura l’entità di un costo. Una variazione finanziaria negativa che misura l’entità di un ricavo.

01. La vendita, da parte dell’impresa, di prodotti: Determina dei valori finanziari negativi. Determina dei valori economici di reddito negativi. Nessuna delle affermazioni è esatta. Determina dei valori economici di reddito positivi.

L’affermazione che il reddito totale (prodotto durante tutta la vita dell’impresa) coincide comunque con la “differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite chesi sono verificate durante la vita dell’impresa” risulta: Sempre vera. Vera, ma solo in situazioni teoriche di mercati perfetti. sempre falsa. Vera, ma solo in un'economia basata sul regolamento in contanti senza cioè "dilazioni".

Un costo è di competenza economica del periodo amministrativo nel quale si verifica. nessuna delle alternative proposte è esatta. la correlativa uscita, certa o assimilata. la correlativa entrata, certa o assimilata. che i servizi relativi al costo hanno trovato effettivo impiego esaurendo dal punto di vista economico la loro utilità.

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