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Estetica e Teoria della Percezione (da lezione 26 a 30)

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Estetica e Teoria della Percezione (da lezione 26 a 30)

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esercitazioni esame

Creation Date: 2025/05/31

Category: Others

Number of questions: 39

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Per Derrida il crimine raccontato in "Mimica". è un evento reale, ma passato. è un evento che si situa tra le veglia e il sogno. è un evento che non è mai accaduto, perché si tratta di un sogno. è un evento che si situa tra il sonno e il sogno.

Per Derrida. il tempo in cui si svolge l'azione raccontata da "Mallarmé" è quello di "un'apparenza falsa di presente". il tempo in cui si svolge l'azione raccontata da "Mallarmé" è quello di "ricordo ormai lontano". il tempo in cui si svolge l'azione raccontata da "Mallarmé" è quello di "un passato che non può tornare". nessuna delle risposte indicate è corretta.

"Mimique" ("Mimica"). è un testo di Mallarmé, in cui egli commenta un testo di P. Margueritte, che è la trascrizione di una pantomima intitolata "Pierrot assassino di sua moglie. è il testo di una pantomima scritta da Mallarmé per il suo amico P. Margueritte. è un testo di P. Margueritte, in cui egli commenta un testo di Mallarmé, che è la trascrizione di una pantomima intitolata "Pierrot assassino di sua moglie. è un testo di Derrida, in cui egli commenta un testo di Mallarmé, che è la trascrizione di una pantomima intitolata "Pierrot assassino di sua moglie.

Dal punto di vista derridiano. la mimica del mimo non può essere considerata come una forma di scrittura, perché non si tratta di una espressione verbale. la mimica del mimo non è una scrittura gestuale e può essere efficacemente tradotta in termini verbali. la mimica del mimo può essere considerata come una forma di scrittura, anche se non si tratta di una scrittura verbale. la mimica del mimo non è una scrittura verbale ma può essere efficacemente tradotta in termini verbali.

Per Derrida. il fatto che Mallarmé legga il libretto in cui è trascritta la pantomima messa in scena da P. Margueritte non implica che vi sia nel suo testo una priorità della parola o del verbale. il fatto che Mallarmé legga il libretto in cui è trascritta la pantomima messa in scena da P. Margueritte implica che rimanga nel suo testo una priorità della parola o del verbale. la pantomima di Mallarmé implica "una cancellazione dell'iniziativa gestuale davanti all'anteriorità del libretto". la pantomima di P. Margueritte implica "una cancellazione dell'iniziativa gestuale davanti all'anteriorità del libretto".

"Il Mimo non segue alcun libretto prestabilito, alcun programma venuto da altrove. Non che improvvisi e si abbandoni alla spontaneità: semplicemente non ubbidisce ad alcun ordine verbale; i suoi gesti, la sua scrittura gestuale […] non gli sono dettati da alcun discorso verbale". In questo passaggio Mallarmé nega che vi sia un libretto in cui la pantomima che sta analizzando è stata trascritta. In questo passaggio Derrida si riferisce a "Mimica" di Mallarmé ed evidenzia una concezione logocentrica dell'imitazione. In questo passaggio Derrida si riferisce a "Mimica" di Mallarmé ed evidenzia una concezione non logocentrica dell'imitazione. In questo passaggio Derrida nega che vi sia un libretto in cui la pantomima che sta analizzando è stata trascritta.

"Non c'è imitazione. Il Mimo non imita nulla. E soprattutto non imita. Non vi è nulla prima della scrittura dei suoi gesti. Nulla gli è prescritto. Nessun presente avrà preceduto o sorvegliato il tracciarsi della sua scrittura". In questo passaggio, Derrida si riferisce ad Artaud ed evidenzia una concezione dell'imitazione che si sottrae alla metafisica della presenza. In questo passaggio, Derrida si riferisce a Mallarmé ed evidenzia una concezione dell'imitazione che si sottrae alla metafisica della presenza. In questo passaggio, Derrida si riferisce a Platone ed evidenzia una concezione dell'imitazione che rimane prigioniera della metafisica della presenza. In questo passaggio, Derrida si riferisce ad Aristotele ed evidenzia una concezione dell'imitazione che rimane prigioniera della metafisica della presenza.

Per Derrida. la scrittura di Mallarmé "si sottrae alla pertinenza o all'autorità della verità: senza rovesciarla, ma iscrivendola nel suo gioco come una parte o una funzione". la scrittura di Platone "si sottrae alla pertinenza o all'autorità della verità: senza rovesciarla, ma iscrivendola nel suo gioco come una parte o una funzione". la scrittura di Platone "si sottrae alla pertinenza o all'autorità della verità, affermando che l'immagine è la vera realtà". la scrittura di Mallarmé "si sottrae alla pertinenza o all'autorità della verità, affermando che l'immagine è la vera realtà".

"La scena non illustra che l'idea, non una azione effettiva": commentando questa affermazione presente in "Mimica". Derrida esclude che si possa interpretare la posizione di Mallarmé come un idealismo. Derrida rileva una somiglianza strutturale tra l'idealismo platonico e l'idealismo di Mallarmé. Derrida rileva una somiglianza strutturale tra l'idealismo hegeliano e l'idealismo di Mallarmé. Derrida suggerisce che la posizione Mallarmé può essere interpretata come un idealismo.

Per designare la concezione della testualità propria di Mallarmé,. Derrida utilizza l'espressione "mallarmismo", espressione che contiene un rimando ironico alla nozione di idealismo. Derrida utilizza l'espressione "mimetologismo", espressione che contiene un rimando ironico alla nozione platonica di "mimesis". Derrida utilizza l'espressione "mimetologismo", espressione che contiene un rimando ironico alla nozione aristotelica di "mimesis". Derrida utilizza l'espressione "mallarmismo", espressione che contiene un rimando ironico all'allarmismo generato dalla decostruzione delle nozioni di verità, realtà e presenza.

Secondo il prof. Feyles. Derrida sostiene la coincidenza di mallarmismo e idealismo. distinguendo il mallarmismo dall'idealismo, Derrida suo malgrado, autorizza una interpretazione idealistica della decostruzione. Derrida non distingue chiaramente mallarmismo e idealismo. distinguendo il mallarmismo dall'idealismo, Derrida prende le distanze da una interpretazione idealistica della decostruzione.

Per Derrida. il mallarmismo è "un simulacro di platonismo o di hegelismo, separato da ciò che simula solo da un velo appena percettibile". il mallarmismo "non ha alcun somiglianza con l'idealismo platonico o hegeliano". nessuna delle risposte indicate è corretta. il mallarmismo è "un simulacro di logocentrismo, separato da ciò che simula solo da un velo appena percettibile".

Per Derrida. "è semplicemente falso dire che Mallarmé è platonico o hegeliano. Ma soprattutto non è vero". "è semplicemente vero dire che Mallarmé è platonico o hegeliano. Ma soprattutto non è falso". nessuna delle risposte indicate è corretta. "non è semplicemente falso dire che Mallarmé è platonico o hegeliano. Ma soprattutto non è vero".

Il paradigma classico dell'imitazione per Derrida deve essere decostruito. perché l'imitazione deve avere un termine ultimo, che possa essere considerato come l'originale da imitare, anche se il rapporto tra imitante e imitato si rovescia continuamente. nessuna delle risposte indicate è corretta. perché l'imitazione non ha un termine ultimo, che possa essere considerato come l'originale da imitare e perché il rapporto tra imitante e imitato si rovescia continuamente. perché l'imitazione è in realtà il vero originale.

Dal punto di vista derridiano il rapporto tra imitante e imitato. è analogo al rapporto tra significante e significato ma è diverso dal rapporto tra immagine e modello. è analogo al rapporto tra immagine e modello, ma è diverso dal rapporto tra significante e significato. è analogo al rapporto tra significante e significato e al rapporto tra l'immagine e il modello. è diverso dal rapporto tra significante e significato ed è diverso anche dal rapporto tra immagine e modello.

In "La doppia seduta" la nozione derridiana di indecidibilità. viene messa in connessione, dallo stesso Derrida, con il teorema di incompletezza di Gödel. viene messa in connessione, dallo stesso Derrida con la teoria della relatività di Einstein. viene messa in connessione, dallo stesso Derrida con il principio di indeterminazione di Heisenberg. viene messa in connessione, dallo stesso Derrida, con i teoremi di incompletezza di Frege.

Dal punto di vista derridiano la questione della mimesis. è un problema "specificamente estetico", perché solo nell'orizzonte dell'estetica moderna l'arte può essere compresa come imitazione. "è una questione senza limiti", perché l'imitazione implica sempre un oltrepassamento dei margini, delle cornici, dei bordi della rappresentazione. è una "questione senza limiti" perché quasi tutte le relazioni duali che la filosofia ha tematizzato (realtà e apparenza, realtà ed essenza, linguaggio e pensiero, ecc.) possono essere ricondotte allo schema dell’imitazione. è un problema "specificamente estetico", perché solo nell'orizzonte dell'estetica antica l'arte può essere compresa come imitazione.

Per Derrida. non è sbagliato affermare che il significante rimanda sempre ad un significato ideale. non è sbagliato affermare che il significante rimanda ad un significato che è a sua volta un significante. il sistema dei significati non può determinare il sistema dei significanti. il sistema dei significanti non può determinare il sistema dei significati.

Interpretando Mallarmé, Derrida afferma che. l'imitazione ha un referente ultimo, che è la realtà. l'imitazione è senza referente ultimo, ma rimanda comunque ad una "esteriorità assoluta". l'imitazione è senza referente ultimo, nel senso che è imitazione di imitazione. l'imitazione ha un referente ultimo, che è l'idea.

Per Derrida non è vero che. non c'è esteriorità assoluta rispetto all'imitazione. nessune delle risposte indicate è corretta. l'imitazione imita l'imitazione. l'imitazione è senza referente ultimo.

"La parola “tra” che si tratti di confusione o di intervallo tra, sorregge dunque tutta la forza dell'operazione". A quale testo fa riferimento Derrida in questo passaggio?. "Mimica" di Mallarmé. "Il libro delle interrogazioni" di Ponge. "Mimica" di Ponge. "Il libro delle interrogazioni" di Mallarmé.

Per Derrida. la decostruzione implica il superamento delle opposizioni concettuali, ma questo superamento non conduce mai ad una sintesi degli opposti di tipo hegeliano. Nessuna delle risposte indicate è corretta. la decostruzione implica il superamento delle opposizioni concettuali e superamento conduce ad una sintesi degli opposti di tipo hegeliano. la decostruzione non implica il superamento delle opposizioni concettuali, ma un approfondimento delle contrapposizioni fondamentali su cui si regge la filosofia occidentale.

Affermando in "La doppia seduta" che "Tertium datur, senza sintesi". Derrida prende le distanze tanto dalla logica classica fondata sul principio del terzo escluso, quanto dalla dialettica hegeliana fondata sulla sintesi degli opposti. rifiuta la logica classica e recupera l'idea hegeliana della dialettica senza sintesi degli opposti. Derrida prende le distanze dalla dialettica hegeliana, fondata sulla sintesi degli opposti e recupera il principio logico classico del terzo escluso. Derrida prende le distanze dalla logica classica fondata sul principio del terzo escluso e recupera la dialettica hegeliana.

Nell'interpretazione proposta dal prof. Feyles. Nessuna delle risposte indicate è corretta. mentre la dialettica hegeliana si basa sulla retorica del "A, e non A", l'indecidibilità derridiana si basa sulla retorica del "o A, oppure non A". mentre la logica classica si basa sulla retorica del "o A, oppure non A", l'indecidibilità derridiana si basa sulla retorica del "né A, né non A". mentre la logica classica si basa sulla retorica del "o A, oppure non A", l'indecidibilità derridiana si basa sulla retorica del "A, e non A".

La sillessi per Derrida. è una figura retorica che consiste nel prendere in senso figurato una parola che non ha senso proprio. nessuna delle risposte indicate & corretta. è una figura retorica che consiste nel prendere una stessa parola contemporancamente in due sensi diversi, nel senso proprio e nel senso figurato. è una figura retorica che consiste nel prendere in senso proprio una parola che ha invece un senso figurato.

Dal punto di vista derridiano. tutti i segni linguistici sono potenzialmente delle sillessi. un segno linguistico non può mai essere una sillessi. Nessuna delle risposte indicate è corretta. i significanti non sono mai sillessi, a differenza dei significati.

Per Derrida termini come "'pharmakon, "differenza" e "supplemento’. sono sillessi, perché non hanno un valore doppio, contraddittorio, indecidibile. non sono sillessi, perché hanno un valore doppio, contraddittorio, indecidibile. sono sillessi, nel senso che hanno un valore doppio, contraddittorio, indecidibile. sono metafore e non sillessi, perché hanno un valore doppio, contraddittorio e indecidibile.

Dal punto di vista derridiano. mentre nel caso della metafora, rimane una chiara subordinazione tra il senso proprio e il senso figurato, nel caso della sillessi i due significati coesistono senza subordinazione. mentre nel caso della sillessi, rimane una chiara subordinazione tra il senso proprio e il senso figurato, nel caso della metafora i due significati coesistono senza subordinazione. mentre nel caso della metonimia, rimane una chiara subordinazione tra il senso proprio e il senso figurato, nel caso della metafora i due significati coesistono senza subordinazione. mentre nel caso della metafora, rimane una chiara subordinazione tra il senso proprio e il senso figurato, nel caso della metonimia i due significati coesistano senza subordinazione.

L'indecidibilita derridiana. è incompatibile con la teoria freudiana del sogno, perché si applica alla vita cosciente, mentre il sogno & un'attivita inconscia. è un fenomeno che si applica solo alla scrittura onirica che & propria dei sogni. è legata alla teoria del sogno freudiana, perché i simboli onirici sono sempre ambigui e polisemici e non obbediscono al principio di non contraddizione. implica una presa di distanze rispetto alla teoria freudiana del sogno, perché i simboli onirici sono sempre ambigui e polisemici e non obbediscono al principio di non contraddizione.

Per Derrida "Mimica" di Mallarmé. è una trattazione tipicamente estetica delle nozioni fondamentali legate alla letteratura. non implica una decostruzione delle nozioni fondamentali legate alla scrittura, alla testualità e alla letteratura. nessuna delle risposte indicate è corretta. non potrebbe in nessun modo essere letta come "una specie di corto trattato della letteratura".

Dal punto di vista derridiano. si può dire che tutto è letteramra, intendendo la parola "letteratura" nel senso tipicamente estetico. si può dire che da un certo punto di vista tutto è letteratura, ma è altrettanto vero che la nozione specificamente estetica di letteratura è una nozione che è nata "morta” in età modema. non si può dire in nessun modo sostenere che tutto & letteratura, perché la nozione specificamente estetica di letteratura è una nozione che è nata "morta” in età moderna. nessiuna delle risposte indicate è corretta.

Per Derrida l'essenza della letteratura. non esiste. è um'essenza scritturale. è m'essenza filosofica. è um'essenza estetica.

In "La doppia seduta" Derrida propone una ardita interpretazione di un passaggio di "Mimica". giocando sull'ambiguith del pronome francese "qui”, che può essere tradotto in italiano tanto con "chi” quanto con "qui”. giocando sull'ambiguità del pronome francese "qui”, che può indicare in un determinato contesto tanto un individuo quanto una cosa come soggetto dell'azione. giocando sull'ambiguità del pronome francese "qui”, che può essere tradotto in italiano tanto con "chi” quanto con "che". giocando sull'ambiguità del pronome francese "qui”, che può essere letto in un determinato contesto tanto come un pronome relativo quanto come un pronome interrogativo.

Per Derrida. leggere significa sempre anche scrivere, cioè contribuire alla produzione del significato, e scrivere significa sempre anche leggere, cioè obbedire all'imposizione di un Sistema testuale in cui siamo situati. nessuma delle risposte indicate è corretta. l'iniziativa del soggetto nel gioco della testualità non è quella dell'autore ma quella del lettore. l'iniziativa del soggetto nel gioco della testualità non è quella del lettore ma quella dell'autore.

Dal punto di vista derridiano. non ha senso affermare che lo scrittore & colui che scrive ma anche colui che è scritto. non ha senso affermare che il lettore è colui che legge ma anche colui che è letto. è necessario ripensare il rapporto tra autore e lettore, superando l'opposizione semplice tra attività e passività. è necessario ripensare il rapporto tra autore e lettore, stabilendo una chiara distinzione tra l'attività dell'autore e la passività del lettore.

“Mallarmé legge. Egli scrive leggendo." Con questa affermazione Derrida vuole dire che. non solo che Mallarmé ha scritto "Mimica" leggendo un libretto di Margueritte, ma anche che ogni atto di scrittura è sempre anche una lettura del sistema testuale nel quale sì è situati. nessuna delle risposte indicate è corretta. Mallarmé è riuscito ad essere originale, in "Mimica", anche se esisteva un testo di Margueritte che egli aveva letto in precedenza. Mallarmé è un grande scrittore perché si è nutrito di molte letture e per scrivere bene bisogna prima leggere molto.

Interpretando un passaggio centrale di "Mimica" di Mallarmé Derrida sostiene che. è impossibile che l "copione” legga il Mimo. è possibile che il "copione” legga il Mimo. è impossibile che il Mimo, prima di recitare, abbia letto il copione. è necessario che il Mimo, prima di recitare, abbia letto il copione.

L'interpretazione di "Mimica" proposta da Derrida. ha lo scopo di ricostruire ciò che Mallarmé ha effettivamente voluto dire e Derrida si preoccupa di mostrare che la sua interpretazione è la più plausibile anche dal punto di vista filologico. non ha lo scopo di ricostruire ciò che Mallarmé ha effettivamente voluto dire e per questo Derrida si disinteressa completamente di ogni indagine filologica sul testo che amlizza. non ha lo scopo di ricostruire ciò che Mallarmé ha effettivamente voluto dire, anche se Derrida mostra che, anche dal punto di vista filologico la sua interpretazione. benché forzata, non può essere esclusa. ha lo scopo di ricostruire ciò che Mallarmé ha voluto dire inconsciamente e per questo Derrida si disinteressa completamente di ogni indagine filologica sul testo che amlizza.

Lapantomima di cui Mallarmé racconta. rappresenta la vicenda tragica di un personaggio tipico della tragedia francese, Pierrot, che uccide sua moglie per gelosia. rappresenta la vicenda tragicomica di un personaggio tipico della Commedia dell'arte francese. Pierrot, che uccide sua moglie, facendola morire dalle risate. nessuma delle risposte indicate è corretta. rappresenta la vicenda di un personaggio comico inventato da P. Margueritte, Pierrot, che uccide per sbaglio sua moglie.

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