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FORMATORE ANTINCENDIO TEST 02

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FORMATORE ANTINCENDIO TEST 02

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FORMATORE ANTINCENDIO

Creation Date: 2024/07/16

Category: Others

Number of questions: 161

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I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di ritardare o prevenire il flashover e quindi la generalizzazione dell’incendio. Si, poiché creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio. No, hanno solo lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio. No, hanno solo lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza.

Per conduzione termica si intende. la trasmissione di calore all'interno di un fluido tramite il trasporto di materia. il trasferimento di calore da un corpo più caldo a uno più freddo, anche nel vuoto. la trasmissione di calore che avviene in un mezzo solido, liquido o aeriforme dalle zone a temperatura maggiore verso quelle con temperatura minore, all'interno di un corpo solo o tra due corpi tra loro in contatto.

La gestione della sicurezza antincendio (GSA) in esercizio deve comprendere. Tutte le azioni previste negli altre due punti. L’adozione e verifica periodica delle misure antincendio preventive, l’apposizione della segnaletica di sicurezza (divieti, avvertimenti, evacuazione,…), la verifica dell’osservanza dei divieti, delle limitazioni e delle condizioni di esercizio ed il controllo e la manutenzione di impianti e attrezzature antincendio e la compilazione registro dei controlli. La preparazione alla gestione dell’emergenza, tramite piano di emergenza, formazione e addestramento degli addetti alla gestione dell’emergenza, esercitazioni antincendio e prove d’evacuazione periodiche e la gestione delle condizioni di maggior rischio (lavori di manutenzione, rischi di interferenza, disattivazione di impianti o sistemi di sicurezza, impiego temporaneo di sostanze o lavorazioni pericolose…..).

Le reti di idranti (RI) sono composte dai seguenti componenti principali. alimentazione idrica e rete di tubazioni fisse. alimentazione idrica; rete di tubazioni fisse, preferibilmente chiuse ad anello, ad uso esclusivo; attacchi di mandata per autopompa; valvole; apparecchi erogatori. alimentazione idrica, attacchi di mandata per autopompa e valvole.

Gli estintori devono essere sempre disponibili per l’uso immediato e la loro posizione deve essere sempre segnalata con opportuni segnali di sicurezza. Si, in particolare la segnaletica dovrà indicare la tipologia di estintore (portatile o carrellato). No, poiché sono utilizzati dagli addetti antincendio non è necessario segnalarli. No, è sufficiente che siano indicati nella planimetria affissa nei locali del luogo di lavoro.

In presenza di liquidi infiammabili (combustibili), la probabilità che si formino vapori in quantità tali da essere incendiati. aumenta con il diminuire della temperatura di infiammabilità. aumenta con l’aumentare della temperatura di infiammabilità. Non varia al variare della temperature di infiammabilità.

Le schiume sono agenti estinguenti. costituito da una miscela di acqua, liquido schiumogeno e aria (o altro gas inerte). costituite da sostanze liquide che vengono sversate direttamente sul materiale in combustione. Costituite da sostanze liquidi che quando vengono utilizzate si trasformano in gas inerti.

Per i combustibili liquidi, la reazione di combustione, in presenza di innesco, si genera quando: il liquido emette una quantità di vapori sufficienti, opportunamente miscelati con l’aria. Il liquido a una bassa temperatura di combustione o accensione. Il liquido non è chiuso in un contenitore metallico.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che segnala la presenza di sostanze infiammabili. E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’uso di sostanze infiammabili. E’ un cartello di divieto, che segnala un vieta l’uso di sostanze infiammabili.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che segnala un pericolo generico. E’ un cartello di prescrizione, che prescrive un pericolo generico. E’ un cartello di divieto, che segnala un divieto generico.

Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “corridoio cieco” intendiamo. Una porzione di via d’esodo nella quale non sono realizzate aperture di aerazione e illuminazione naturale. Una porzione di via d’esodo da cui è possibile l’esodo in un’unica direzione. Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano.

Il campo di esplosività rappresenta: l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine ad una reazione di combustione. l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela “aria-combustibile” se innescata da origine ad una esplosione. l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine solo ad una detonazione.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che avvisa dove è il punto di raccolta. E’ un cartello di salvataggio, che indica il punto di raccolta. E’ un cartello di salvataggio, che indica che al centro dell’ambiente in cui è collocato siamo al sicuro.

Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere. solo al raffreddamento. all’esaurimento del combustibile o al soffocamento. all’esaurimento del combustibile o al soffocamento o al raffreddamento o all’inibizione chimica.

Il sistema di esodo deve essere facilmente riconosciuto e identificabile dagli occupanti. Si, sempre mediante apposita segnaletica di sicurezza. No, è sufficiente che le vie di esodo siano indicate nelle planimetrie semplificate affisse ai piani. No, solo nei luoghi con elevata densità di affollamento.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di divieto, che segnala il divieto di utilizzare acqua per spegnere le fiamme. E’ un cartello di prescrizione, che prescrive di non usare acqua per spegnere un fuoco. E’ un cartello di avvertimento, che avverte che è pericoloso utilizzare acqua per spegnere un fuoco.

In un luogo di lavoro, per mantenere nel tempo il livello di sicurezza antincendio realizzato, è necessario organizzare un adeguato controllo degli ambienti (verificare che i percorsi di esodo siano sempre fruibili e liberi da ostacoli, verificare il funzionamento dei dispositivi di apertura di apertura ddeellllee ppoorrttee,, eecccc)). No, il datore di lavoro ha solo l’obbligo di fare manutenzione agli impianti e alle attrezzature antincendio. No, il controllo degli ambienti di lavoro non influisce sulla sicurezza antincendio dell’attività. Si, la verifica delle condizioni di esercizio stabilite nella progettazione della sicurezza è fondamentale ai fini della mitigazione del rischio incendio.

Gli estintori carrellati sono mezzi di estinzione da usare per pronto intervento sui principi d’incendio. Si, sono quelli che hanno una massa fino a 150 kg. No, sono mezzi di protezione da utilizzate per l’estinzione completa di un incendio generalizzato. Si, solo quelli che hanno una massa minore o uguale a 20 kg,.

Nell’ambito della sicurezza antincendio, il rischio per la salvaguardia dell’incolumità delle persone è caratterizzato. dalla caratteristica prevalente degli occupanti (δocc) e dalla velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio (δα),. Solo dalla velocità di crescita dell’incendio (δα). Solo dalle caratteristiche degli occupanti (δocc).

Il calore. È la causa principale della propagazione degli incendi. esprime la quantità massima di energia che si può ricavare dalla combustione completa di 1 kg di sostanza combustibile (o da 1 m3 di gas) a 0 °C e 1 atm. Esprime la massima temperatura che potrebbe essere raggiunta teoricamente nel corso di una combustione se tutto il calore sviluppato fosse speso unicamente per riscaldare i prodotti della combustione stessa.

La prevenzione di un incendio in un luogo di lavoro può essere ottenuta. solo riducendo gli inneschi efficaci. solo riducendo il quantitativo di materiale combustibile presente negli ambienti. anche riducendo gli inneschi efficaci e il quantitativo di materiale combustibile presente negli ambienti.

Il Watt è. è l'unità di misura della forza nel Sistema Internazionale. Per definizione 1 watt è il rapporto tra joule e secondo. è l'unità di misura della potenza nel Sistema Internazionale. Per definizione 1 watt è il rapporto tra joule e secondo. è l'unità di misura della potenza nel Sistema Internazionale. Per definizione 1 watt è il rapporto tra velocità e tempo.

L’adozione di istruzioni e segnaletiche contenenti i divieti e le precauzioni da osservare. è una misura di prevenzione incendi. è una misura di protezione incendi. Non è una misura che contribuisce alla mitigazione del rischio incendio.

La misura antincendio “Rilevazione ed allarme” ha come obiettivo la sorveglianza degli ambiti di un’attività, rilevare precocemente un incendio e diffondere l’allarme al fine di. attivare le misure protettive (es. impianti automatici estinzione, ripristino della compartimentazione, evacuazione di fumi e calore, …);. attivare le misure gestionali (es. piano e procedure di emergenza e di esodo, …) progettate e programmate in relazione all’incendio rivelato ed all’ambito ove tale principio di incendio si è sviluppato rispetto all’intera attività sorvegliata. Attivare sia le misure protettive sia le misure gestionali indicate negli altri due punti.

Nell’evoluzione di un incendio si possono individuare le seguenti fasi caratteristiche. Fase iniziale o di ignizione, fase di propagazione, incendio generalizzato (flash over) e estinzione e raffreddamento. Fase iniziale o di ignizione, fase di propagazione e incendio generalizzato (flash over). Fase iniziale o di ignizione, fase di propagazione e estinzione e raffreddamento.

Il calore radiante emesso da caminetti e stufe può innescare un incendio?. Si, se il materiale investito dalla radiazione termica raggiunge la temperatura di accensione. No, i materiali combustibili non possono ma essere innescati per irraggiamento del calore. No, i materiali combustibili si innescano solo se a contatto diretto con fonti di calore.

Quale tra le seguenti sostanze ha un valore di calore specifico (J/kgx°C) più elevato?. Acqua. Aria. Alluminio.

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), possono essere di tipo naturale (SENFC) o forzato (SEFFC). Si. No, solo di tipo naturale (SEFNC). No, solo di tipo forzato (SEFFC).

A quale metodo di conservazione dei gas ci si riferisce quando si parla di "grado di riempimento"?. gas liquefatti. gas refrigerati. gas disciolti.

Tra le misure di “Operatività Antincendio” rientra l’accessibilità protetta per i vigili del fuoco a tutti i piani dell’attività. Si, e si attua, ad esempio, tramite accostabilità a tutti i piani dell’autoscala o di mezzo equivalente dei vigili del fuoco. No, i Vigili del Fuoco che intervengono hanno i dispositivi di protezione individuale grazie ai quali possono raggiungere ogni area dell’attività e operare contro l’incendio. No, l’accessibilità protetta per i vigili del fuoco a tutti i piani dell’attività non influisce sulla mitigazione del rischio di incendio dell’attività.

In base alla tipologia di inquinante i respiratori a filtro si dividono in. antipolvere, antigas, antiaerosol, combinati. antipolvere, antigas, combinati. antipolvere e antigas.

Un impianto automatico a pioggia sprinkler. Serve ad estinguere definitivamente l’incendio, anche se si è diffuso all’intero locale servito. serve ad assicurare una pronta risposta all’incendio rivelandone la presenza e controllandolo in modo che l'estinzione possa essere completata con altri mezzi, oppure estinguendolo nello stadio iniziale. serve ad assicurare una pronta risposta all’incendio rivelandone la presenza.

Gli incendi di Classe D, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….). incendi di metalli combustibili e sostanze chimiche contenenti ossigeno comburente (magnesio, potassio, fosforo, sodio, titanio, alluminio, carburi, nitrati, clorati, perclorati, perossidi ….). incendi che interessano sostanze usate nella cottura (oli e grassi vegetali o animali).

Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “via di esodo” intendiamo. Un qualunque percorso, a prescindere dalla geometria, che adduce dall’interno dell’edificio all’esterno. Un percorso a prova di fumo rispetto al compartimento servito, che adduce dall’interno all’esterno. Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano.

La tubazione flessibile degli “idranti a muro DN 45 (φ = 45 mm)” è in genere lunga. 50 metri. 20 metri. 10 metri.

Con il simbolo I, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco. La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo. La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate. L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo.

Gli incendi, in relazione allo stato chimico-fisico dei materiali combustibili, si distinguono in classi: Si, in cinque classi: A, B, C, D ed F. Si, in tre classi: A, B e C. No, si distinguono in categorie: 1, 2, 3, 4 e 5.

I punti di segnalazione manuale a servizio di un impianto IRAI (rilevazione e allarme incendio), per consentire a tutti gli occupanti, anche a quelli che impiegano ausili di movimento, di inviare l’allarme d’incendio. dovrebbero essere collocati ad una quota pari a circa 110 cm dal piano di calpestio. dovrebbero essere collocati negli eventuali spazi calmi, se previsti. dovrebbero essere collocati ad una quota non superiore di 50 cm dal piano di calpestio.

Con limiti di infiammabilità di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme) si intende: la percentuale in volume di combustibile nella miscela aria – combustibile. la percentuale in volume del comburente nella miscela aria-combustibile. la temperatura in corrispondenza della quale un liquido combustibile è in grado di emettere vapori in quantità sufficiente da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende.

IL controllo e la manutenzione di impianti e attrezzature antincendio è parte integrante e fondamentale della gestione della sicurezza antincendio (GSA) organizzata dal datore di lavoro. No, il mantenimento nel tempo del funzionamento e dell’efficacia degli impianti e attrezzature antincendio è garantito da una buona progettazione e una corretta installazione. Si, è fondamentale per garantire nel tempo il funzionamento e l’efficacia degli impianti e attrezzature antincendio. No, IL controllo e la manutenzione di impianti e attrezzature antincendio non rientrano fra le attività di gestione della sicurezza antincendio.

Le sostanze in grado di produrre esplosioni sono. Solo le miscele infiammabili di gas o vapori. Tutte le sostanze indicate negli altri due punti. Solo le polveri combustibili sospese in aria.

L’ossido di carbonio (CO), che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti chiusi a causa della carenza di ossigeno: È una sostanza tossica che, combinandosi con l’emoglobina dei globuli rossi del sangue, impedisce all’ossigeno di raggiungere le cellule dell’organismo. E’ un gas asfissiante. E’ un gas che non comporta rischi per le persone.

Lo smaltimento di fumo e calore d’emergenza ha la sola funzione di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori. Si,. No, anche di garantire che le vie di esodo siano libere dai prodotti della combustione durante l’evacuazione. No, hanno lo scopo di impedire la realizzazione delle condizioni di flash over (incendio generalizzato).

Le classi di reazione al fuoco 1 IM, 2 IM e 3 IM. Esprimono la classificazione alla reazione al fuoco dei mobili imbottiti. Esprimono la classificazione alla reazione al fuoco dei prodotti da costruzione. Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale.

L’interposizione di un’adeguata distanza di separazione “d” in spazio a cielo libero fra edifici adiacenti ovvero fra edifici e depositi esterni di materiale combustibile, opportunamente valutata sulla base delle indicazioni fornite dalle regole di prevenzioni incendi, consente di limitare la propagazione dell’incendio. Si, un’adeguata distanza di separazione consente di limitare l’irraggiamento, al di sotto di valori critici, fra il compartimento interessato dall’incendio e altri compartimenti o materiali combustibili in deposito. No, non è necessario valutare tali distanze, qualunque spazio a cielo libero consente di garantire la limitazione della propagazione dell’incendio. No, solo strutture o elementi tagliafuoco (REI, EI …) consente di limitare la propagazione dell’incendio.

Il tecnico manutentore qualificato è. Una qualunque persona che ha esperienza nel campo della manutenzione. È un tecnico abilitato (ingegnere, architetto, ecc). Una persona fisica in possesso dei requisiti tecnico professionali previsti dal D.M 1 settembre 2021 (conoscenza, competenza, abilità).

I sistemi automatici di inibizione, controllo o estinzione dell’incendio adottati nella misura “controllo dell’incendio” possono erogare diversa tipologia di agenti estinguenti (acqua, gas, polvere …). No, i sistemi utilizzati per il “controllo dell’incendio” possono erogare solo acqua (impianti sprinkler o diluvio). Si, in relazione alla classe dell’incendio e al rischio di incendio presente nell’attività. No, i sistemi utilizzati per il “controllo dell’incendio” possono erogare solo agenti estinguenti di tipo gassoso.

I combustibili gassosi possono essere conservati: in due modalità diverse (compressi o liquefatti) a seconda delle loro caratteristiche fisiche ed in particolare della temperatura critica. in quattro modalità diverse (compressi, liquefatti, refrigerati o criogenici, disciolti) a seconda delle loro caratteristiche chimico-fisiche ed in particolare della temperatura critica. Solo i liquefatti.

Gli apparecchi erogatori utilizzati nelle reti idranti ordinarie, destinate alla protezione di attività ubicate all’interno di opere da costruzione, si dividono in: idranti a muro di DN 50 (φ = 50 mm) o naspi DN 30 (φ = 30 mm). idranti a muro di DN 45 (φ = 45 mm) o naspi di DN 25 (φ = 25 mm). Nelle reti idranti ordinarie si utilizzano esclusivamente idranti a muro DN 45(φ = 45 mm).

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo per le vie respiratorie. E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’obbligo di protezione delle vie respiratorie. E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

Per “aree a rischio specifico” si intende: ambito dell’attività caratterizzato da rischio di incendio sostanzialmente differente rispetto a quello tipico dell’attività. I locali dove sono installati gli impianti tecnologici e di servizio. I luoghi dove possono formarsi atmosfere esplosive.

Il Limite superiore di esplosività è: la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione. l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine ad una esplosione. la massima concentrazione di combustibile nella miscela aria-combustibile che consente a quest’ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione.

Gli incendi di Classe B, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….). incendi di liquidi infiammabili e solidi che possono liquefare (petrolio, vernici, nafta, benzina ….). incendi di gas infiammabili (metano, propano, g.p.l., cloro, idrogeno ….).

Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo. Luogo sicuro, punto di ritrovo. Spazio calmo, attesa di soccorsi. Via di esodo.

Gli impianti di processo che comportano un rischio di incendio, impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio, devono essere oggetto di manutenzione eseguita secondo le disposizioni vigenti, le norme volontarie applicate e i manuali d’uso e manutenzione forniti dal costruttore/installatore. Si, la manutenzione di tali impianti, unitamente alla realizzazione a regola d’arte, garantisce il corretto funzionamento degli stessi e la riduzione del rischio ad un livello accettabile, corrispondente al corretto funzionamento. No, non sono impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio e pertanto non è necessaria la loro manutenzione ai fini della sicurezza antincendio. No, il mantenimento nel tempo del funzionamento e dell’efficacia degli impianti è garantito dalla progettazione e realizzazione a regola d’arte.

I combustibili gassosi, in relazione alla densità relativa all’aria, sono classificati gas leggeri: se la densità relativa all’aria è minore di 0.8 (es. metano,ecc.). se la densità relativa all’aria è maggiore di 0.8 (es. GPL, acetilene,ecc.). se la densità relativa all’aria è maggiore di 1.0.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di prescrizione intendiamo. un segnale che avverte di un rischio o pericolo. una segnaletica che prescrive un determinato comportamento. un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, le forme e i colori utilizzati per i cartelli di sicurezza da impiegare nei luoghi di lavoro. Sono puntualmente definiti nel DLgs 81/2008 in funzione del loro oggetto specifico e delle indicazioni fornite (cartelli di divieto, di avvertimento, di prescrizione, di salvataggio e per le attrezzature antincendio). Sono scelti dal Datore di Lavoro. Sono scelti dal professionista incaricato della valutazione del rischio.

Le aperture di smaltimento individuate nella progettazione dello smaltimento di fumo e calore d’emergenza devono essere uniformemente distribuite nel compartimento servito e preferibilmente poste nella porzione superiore dei locali. Si, al fine di facilitare lo smaltimento dei fumi e gas caldi. No, è sufficiente che ci siano aperture di superficie adeguata, a prescindere dalla posizione. No, è preferibile che le aperture siano nella porzione inferiore dei locali.

La finalità della Resistenza al fuoco è. quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, per un tempo minimo necessario al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza di prevenzione incendi. quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, per tutta la durata dell’incendio. quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, il tempo sufficiente a garantire l’esodo delle persone.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo di incendio. E’ un cartello per le attrezzature antincendio, che segnala l’ubicazione di una lancia antincendio “naspo”. E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di acqua sull’incendio.

Gli addetti al servizio antincendio. attuano le misure antincendio in esercizio e in emergenza, con le modalità stabilite dal datore di lavoro nei documenti della GSA e nel piano di emergenza. Attuano solo le misure antincendio in emergenza, con le modalità stabilite dal datore di lavoro nel piano di emergenza. Attuano solo le misure antincendio in esercizio, con le modalità stabilite dal datore di lavoro nei documenti della GSA.

Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo orizzontale progressivo” da un’opera di costruzione è. modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco. modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro.

Nello spegnimento di un incendio, i gas inerti, come Azoto e Argon, agiscono per: raffreddamento. soffocamento. inibizione chimica.

Le vie di esodo devono avere un’altezza minima di 2 metri. Si, ad eccezione di brevi tratti segnalati di vie di esodo utilizzabili esclusivamente da personale specificamente formato ovvero utilizzate occasionalmente da un numero limitato di occupanti. No, l’altezza la stabilisce il progettista sulla base della valutazione del rischio. Si, solo se in presenza di elevati affollamenti.

Le principali sorgenti di attivazione dell’incendio sono. Tutte quelle indicate negli altri punti. Attrito, radiazioni termiche, reazioni chimiche esotermiche e autocombustione. Fiamme, Superfici calde e scintille e archi elettrici.

Gli incendi di Classe F, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….). incendi di metalli combustibili e sostanze chimiche contenenti ossigeno comburente (magnesio, potassio, fosforo, sodio, titanio, alluminio, carburi, nitrati, clorati, perclorati, perossidi ….). incendi che interessano sostanze usate nella cottura (oli e grassi vegetali o animali).

I meccanismi con cui una sorgente d’ignizione può scambiare calore con un combustibile sono. conduzione, convezione e irraggiamento. solo irraggiamento. solo convezione.

L’incendio è. qualunque reazione chimica che avviene in un luogo di lavoro nella quale un combustibile, sostanza ossidabile, reagisce con un comburente, sostanza ossidante, liberando energia, in genere sotto forma di calore. una combustione in atmosfera di ossigeno (quello contenuto nell’aria), che avviene in un luogo non predisposto ad accoglierla e che per tale motivo spesso sfugge al controllo dell’uomo. qualunque reazione chimica nella quale un combustibile, sostanza ossidabile, reagisce con un comburente, sostanza ossidante, liberando energia, in genere sotto forma di calore.

La segnaletica di sicurezza contribuisce alla prevenzione e protezione dai rischi di incendio. una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad un’attività o ad una situazione determinata, fornisce un’indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza, e che utilizza, a seconda dei casi,un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale. una segnaletica che prescrive un determinato comportamento. un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo.

Nello spegnimento di un incendio, l’acqua, agisce per: raffreddamento e soffocamento. Solo soffocamento. inibizione chimica.

Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere al raffreddamento, che consiste. Nell’allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio;. Nella separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria;. Nella sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione;.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di divieto, che segnala il divieto di usare fiamme libere. E’ un cartello di prescrizione, che prescrive di non usare fiamme libere. E’ un cartello di avvertimento, che avverte che è pericoloso utilizzare fiamme libere.

Il sistema di esodo (vie di esodo verticali, orizzontali, …) sono. Misure di protezione passiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva non necessitano di alcuna azione (impiantistica o umana). Misure di protezione attiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione (impiantistica o umana). Sono misure di prevenzione in quanto, la loro realizzazione consente di ridurre la frequenza di accadimento degli incendi.

Le schiume sono molto efficaci. Su incendio che coinvolgono combustibili solidi e liquidi infiammabili. Su incendi che coinvolgono sostanze gassose. Su incendi di classe D.

L’impiego dell’acqua come agente estinguente può essere sconsigliato in caso di ambienti con presenza di apparecchiature delicate e documenti a causa del danno che potrebbe derivarne per gli stessi. No, l’importante è provare a spegnere sempre e comunque il principio di incendio. Si, però solo nei luoghi di lavoro classificati a basso rischio di incendio. Si.

La pulizia dei luoghi ed il mantenimento dell’ordine sono. Misure preventive, in quanto concorrono alla riduzione della probabilità di innesco di incendi e alla velocità di crescita dei focolari. Misure protettive, in quanto concorrono alla riduzione dei possibili danni conseguenti l’incendio. Misure gestionali che non concorrono alla riduzione dei rischi di incendio.

Gli estintori devono essere sempre presenti nei luoghi di lavoro. Si, sono un presidio di base complementare alle altre misure di protezione attiva e di sicurezza in caso d’incendio. No, se nell’attività è presente la rete idranti non è necessario installare anche gli estintori. No, se nell’attività è presente un sistema sprinkler non è necessario installare anche gli estintori.

I sistemi di controllo dell’incendio (estintori, idranti, naspi, …) sono. Misure di protezione passiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva non necessitano di alcuna azione (impiantistica o umana). Misure di protezione attiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione (impiantistica o umana. Sono misure di prevenzione in quanto, la loro installazione consente di ridurre la frequenza di accadimento degli incendi.

In un luogo con affollamento dell’ambito servito maggiore di 1000 occupanti, la larghezza della via di esodo orizzontale deve essere maggiore o uguale a 1200 mm (1,2 m). Si, a prescindere dal numero di vie di esodo disponibili. No, la larghezza è definita dal progettista sulla base dell’affollamento e del numero di uscite. Si, solo se in presenza di percorso di esodo unidirezionale (corridoio cieco).

Le superfici dei percorsi individuati come vie di esodo (corridoi, scale, androni, …) devono garantire specifici requisiti. Si, non devono essere sdrucciolevoli, né presentare avvallamenti o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito degli occupanti. No, è sufficiente che i percorsi di esodo adducono all’esterno, a prescindere dalle caratteristiche delle superfici. No, è sufficiente che siano in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito degli occupanti.

Gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie sono classificati come DPI di. I categoria. II categoria. III categoria.

In funzione della temperatura di infiammabilità i liquidi combustibili. Vengono raggruppati in cinque classi: 1, 2, 3, 4 e 5. Vengono raggruppati in cinque classi: A, B, C, D ed F. Vengono raggruppati in tre categorie: A, B e C.

Le aperture di smaltimento realizzate per lo smaltimento dei fumi e calore di emergenza devono essere gestite e in particolare protette dall’ostruzione accidentale durante l’esercizio dell’attività. Si, sempre in quanto sono parte integrante di una misura antincendio progettata per mitigare il rischio incendio dell’attività. No, perché in caso di emergenza l’ostruzione può essere sempre eliminata. No, perché la realizzazione delle aperture di smaltimento dei fumi e calore di emergenza sono una misura consigliata ma non necessaria ai fini della sicurezza antincendio di un’attività.

La Capacità di Compartimentazione rappresenta. attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, un sufficiente isolamento termico (I). attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, un sufficiente isolamento termico (I) ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione (E), nonché tutte le altre eventuali prestazioni se richieste. attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione (E).

Le porte ad apertura manuale installate lungo le vie di esodo, in condizioni di elevata densità di affollamento, devono garantire specifici requisiti. Si, al fine di consentire l’affidabile, immediata e semplice apertura delle porte, devono essere dotate di dispositivi di apertura a semplice spinta, disciplinati da specifiche normative. No, è sufficiente che siano solo identificabili con specifica segnaletica. No, è sufficiente che siano dotate di una maniglia funzionante.

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore di tipo naturale (SENFC). prevedono la realizzazione di evacuatori ad apertura automatica in grado di mantenere uno strato libero da fumo fino ad una altezza stabilita in fase di progettazione e comunque superiore all’altezza di una persona. prevedono l’attivazione di estrattori meccanici in grado di mantenere uno strato libero da fumo fino ad una altezza stabilita in fase di progettazione e comunque superiore all’altezza di una persona. prevedono l’apertura automatica delle aperutre ordinariamente disponibili per la funzionalità dell’attività (es. finestre, lucernari, porte, …).

In un ambiente con presenza di gas o vapori più pesanti dell'aria le aperture di ventilazione devono essere disposte. sul tetto. a filo del pavimento. s filo soffitto.

Un’esplosione è chiamata detonazione quando: L’esplosione è prodotta da sostanze esplosive. la reazione di combustione si propaga alla miscela infiammabile non ancora bruciata con una velocità minore di quella del suono. la reazione procede nella miscela non ancora bruciata con una velocità superiore a quella del suono (velocità di propagazione supersoniche dell’ordine del chilometro al secondo).

Affinché la combustione abbia luogo è necessaria la presenza di una fonte di innesco, cioè: di una adeguata fiamma libera che, lambendo il materiale combustibile, dia la necessaria energia per l’avvio dell’“incendio non per forza superiore all’energia di attivazione. di una adeguata sorgente di calore che dia la necessaria energia per l’avvio dell’“incendio”, che deve essere superiore all’energia di attivazione. Di un adeguata percentuale di ossigeno nell’aria.

La temperatura di accensione. rappresenta la minima temperatura alla quale un combustibile liquido sviluppa vapori in quantità tale da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, brucia spontaneamente. Rappresenta la temperatura in corrispondenza della quale un liquido va in ebollizione. rappresenta la minima temperatura alla quale una sostanza combustibile (solida, liquida o gassosa), in presenza di aria inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza necessità di innesco o di energia dall’esterno.

Le atmosfere esplosive sono. miscele di sostanze infiammabili allo stato di gas con l’aria, a condizioni atmosferiche, in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta. miscele di sostanze infiammabili allo stato di di polveri con l’aria, a condizioni atmosferiche, in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta. miscele di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o di polveri con l’aria, a condizioni atmosferiche, in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta.

Cosa sono i sistemi ad acqua nebulizzata "water mist"?. è un particolare sistema di spegnimento ad acqua refrigerata. è un particolare sistema di spegnimento, estremamente efficace per le elevate quantità di acqua che viene utilizzata. è un particolare sistema ad acqua ad alto potere di spegnimento, operante a pressioni comprese tra gli 80 e 140 bar, in grado di produrre una nebbia composta da particelle finissime.

I liquidi di categoria “B” sono. liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C. liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C. liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C.

Gli autorespiratori a ciclo aperto dispongono di bombole contenenti: Ossigeno puro. Aria compressa. Aria ed ossigeno.

I valori del carico di incendio specifico di progetto adottati nel progetto della prevenzione incendi costituiscono un vincolo d’esercizio per le attività da svolgere all’interno della costruzione. No, la progettazione della resistenza al fuoco non è influenzata dai valori assunti dal carico di incendio specifico di progetto. No, in generale, la gestione delle condizioni previste in fase di progetto non influisce sulla sicurezza antincendio. Si, il mantenimento delle condizioni che hanno determinato il valore del carico di incendio specifico di progetto è un obbligo di esercizio per le attività che vengono svolte nella costruzione.

Con il termine “campo di infiammabilità” intendiamo: L’intervallo di concentrazione “miscela aria – combustibile” compreso fra il limite inferiore di infiammabilità ed il limite superiore, caratteristici per ciascuna sostanza. L’intervallo di temperature in corrispondenza della quale un liquido combustibile è in grado di emettere vapori in quantità sufficiente da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende. L’intervallo di temperature in corrispondenza della quale un liquido combustibile o un gas si innescano.

La compartimentazione è realizzata mediante. Elementi strutturali e non aventi la capacità di conservare, sotto l’azione del fuoco, i requisiti di resistenza, tenuta ai fumi e isolamento termico per un determinato intervallo di tempo. interposizione di distanze di separazione, tra opere da costruzione o altri bersagli combustibili, anche ubicati in spazio a cielo libero. Entrambe le modalità indicate negli altri due punti.

Le aperture di smaltimento individuate nella progettazione dello smaltimento di fumo e calore d’emergenza possono essere solo di tipo “permanentemente aperte”. No, fatte salve particolari condizioni di elevati carichi di incendio, possono essere anche di altra tipologia: aperture dotate di sistema automatico di apertura (attivazione da impianto di rivelazione e allarme incendio), con infissi comandati da posizione protetta e segnalata, con infissi comandanti da posizione non protetta, con chiusura bassofondente (policarbonato, PMMA,…) o con possibilità di immediata demolizione da parte delle squadre di soccorso. Si, in alternativa si deve realizzare un impianto automatico di estrazione fumi e calore. No, in alternativa possono essere istallate solo aperture dotate di sistema automatico di apertura (attivazione da impianto di rivelazione e allarme incendio).

Le fiamme. sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati) disperse nei gas prodotti durante la combustione. sono costituite dall'emissione di luce come reazione conseguente alla combustione di gas sviluppatosi in un incendio. sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono, raffreddandosi, la temperatura ambiente di riferimento (15°C).

I punti di segnalazione manuale a servizio di un impianto IRAI (rilevazione e allarme incendio). devono essere raggiungibili mediante percorsi compresi tra i 15 e i 30 m, individuati in relazione al rischio incendio. devono essere posti in corrispondenza dell’uscita di esodo principale. devono essere posti nella zona dove lavora il coordinatore degli addetti antincendio.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che segnala l’esposizione ad un rischio elettrico. E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’uso di apparecchiature alimentate elettricamente. E’ un cartello di divieto, che segnala un vieta l’uso di apparecchiature alimentate elettricamente.

Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro. deve essere basato su chiare istruzioni scritte relative alle modalità di risposta all’incendio e includere anche una o più planimetrie descrittive dei luoghi e riportanti l’ubicazione dei presidi antincendio. deve essere basato solo su chiare istruzioni scritte relative alle modalità di risposta all’incendio. È composto solo da planimetrie descrittive dei luoghi e riportanti l’ubicazione dei presidi antincendio.

La lunghezza d'esodo deve essere valutata. sulla base della valutazione del rischio e del profilo di rischio vita. sulla base del carico di incendio. in base alla temperatura di accensione dei combustibili presenti.

La manutenzione sui presidi antincendio, al fine di garantirne la costante efficienza e il regolare funzionamento, deve essere effettuata da personale qualificato. No, la manutenzione dei presidi antincendio può essere effettuata da qualunque operatore che si dichiara idoneo ed esperto. Si, il DM 1/09/2021 introduce la qualificazione dei manutentori dei presidi antincendio al fine di avere garanzie riguardo all’effettiva efficacia di manutenzione e controlli. No, l’attività di manutenzione dei presidi antincendio non è necessaria per mantenere in efficienza i presidi antincendio.

Quante sono le zone che distinguono le aree a rischio esplosione (ATEX) per gas, vapori e nebbie?. 3 (zona 0, zona 1, zona 2). 2 (zona 1, zona 2). 3 (zona 20, zona 21, zona 22).

Dire che una sostanza ha un'alta capacità termica significa. che assorbe molta energia nei passaggi di stato. che assorbe poca energia nei passaggi di stato. che riesce ad assorbire tanto calore innalzando di poco la propria temperatura.

I Sistemi di ventilazione forzata orizzontale del fumo e del calore (SVOF), svolgono la funzione di smaltimento di fumo e calore d’emergenza. Si, come le aperture di smaltimento, possono facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio. No, hanno lo scopo di garantire, per un determinato intervallo di tempo, un’adeguata altezza libera dai fumi in caso di incendio nel compartimento di innesco. No, hanno lo scopo di impedire, per un determinato intervallo di tempo, la formazione delle condizioni di “flash over” (incendio generalizzato) nel compartimento di innesco.

Gli estintori di classe A devono essere installati in modo da non superare le massime distanza di raggiungimento indicate nelle norme di prevenzione incendi. Si, le massime distanze di installazione variano fra i 20 e 40 metri in funzione del rischio di incendio al quale sono esposte le persone (Rvita). No, poiché sono utilizzati dagli addetti antincendio devono essere posti in prossimità dei locali dove sono presenti gli addetti. No, è sufficiente che siano collocati in un qualunque locale del luogo di lavoro.

Il datore di lavoro, oltre alla predisposizione del sistema d’esodo, nel piano di emergenza deve predisporre le procedure per consentire l’evacuazione dell’attività. Si. No, e sufficiente che il datore di lavoro identifichi le vie di esodo con idonea segnaletica di sicurezza. No, è sufficiente che il datore di lavoro indichi le vie di esodo nelle planimetrie apposte nell’attività.

La sorveglianza dei presidi antincendio. Può essere effettuato anche dai lavoratori normalmente presenti, dopo aver ricevuto adeguate istruzioni. Può essere effettuato anche dai lavoratori normalmente presenti, anche senza specifiche istruzioni. Può essere effettuato solo da un tecnico manutentore qualificato, in quanto presuppone un livello adeguato di competenze, conoscenze ed abilità.

Una pubblica via può essere qualificata come “luogo sicuro” ai fini dell’esodo. Non sempre, dipende dalla larghezza della via. No, mai. Si, sempre.

Nella progettazione della sicurezza antincendio è consentito che si realizzino opere prive di resistenza al fuoco (Livello di prestazione I ai sensi del DM 03/08/2015). No, mai. Si, a condizione che l’attività non preveda la presenza di occupanti, ad esclusione di quella occasionale e di breve durata di personale addetto. Si, sempre.

Le classi di reazione al fuoco A1, A2, B, C, D, E ed F. Esprimono le classi italiane di reazione al fuoco dei materiali. Esprimono le classi europee di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione. Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale.

I lavoratori, in caso di emergenza incendio. Devono seguire le indicazioni del piano di emergenza redatte dal Datore di Lavoro. Intervenire nel luogo interessato cercando di spegnere in ogni modo l’incendio. Devono allontanarsi dal luogo di lavoro, il più velocemente possibile e con qualunque modalità.

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di limitare i danni agli impianti di servizio o di processo ed al contenuto dell’ambito protetto. Si, poiché creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio. No, hanno solo lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio. No, hanno solo lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza.

Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere al soffocamento, che consiste. Nell’allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio;. Nella separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria;. Nella sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione;.

Lungo le vie di esodo deve essere installato un impianto di illuminazione di sicurezza. Si, sempre qualora l’illuminazione possa risultare anche occasionalmente insufficiente a consentire l’esodo degli occupanti. No, solo nei luoghi con elevata densità di affollamento. No, mai.

La porta “taglia fuoco” (porta EI), elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra compartimenti adiacenti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio. deve essere adeguatamente segnalata su entrambi i lati e oggetto di specifica attività di sorveglianza, controllo e manutenzione. non deve essere segnalata né oggetto di specifica attività di sorveglianza, controllo e manutenzione. deve essere sempre colorata di “rosso”.

Il Sistema di Esodo è. L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini il crollo delle strutture. Il percorso senza ostacoli al deflusso che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano.

La tubazione semirigida dei “naspi DN 25 (φ = 25 mm)” ha una lunghezza massima di. 50 metri. 30 metri. 10 metri.

Per capacità termica di una sostanza si intende. la quantità di calore che occorre fornire al materiale per aumentarne la sua temperatura di un grado centigrado. la capacità del materiale di condurre calore. la capacità del materiale di resistere al calore.

Le misure di prevenzione, propriamente dette, sono. tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione della probabilità/frequenza di accadimento dell’evento (impianti a regola d’arte, …). tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione del danno conseguente all’evento (es: impianti antincendio, porte tagliafuoco, vie di esodo, …). Tutte le misure finalizzate al mantenimento del livello di sicurezza raggiunto nella progettazione della sicurezza antincendio del luogo di lavoro (manutenzione, controllo, sorveglianza, formazione, addestramento, pianificazione emergenza, e….

Il controllo e la manutenzione regolare dei sistemi, dispositivi, attrezzature e degli impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio (es: impianti elettrici, adduzione gas, impianti termici, ecc. rientrano fra le azioni necessarie per prevenire l’insorgere di incendi. sono misure gestionali che non incidono sulla probabilità di accadimento di un incendio. Il controllo e la manutenzione non rientrano fra le attività finalizzate alla sicurezza antincendio.

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC). creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio. No, hanno lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio. No, hanno lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza.

Gli impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendio (IRAI) sono. Impianti in grado di rivelare un incendio quanto prima possibile e di segnalare l’allarme al fine di attivare le misure antincendio tecniche (impianti automatici di controllo o estinzione dell’incendio, compartimentazione, evacuazione dei fumi e del calore, …) e procedurali (piano e procedure di emergenza e di esodo, …). Impianti in grado di rivelare un incendio quanto prima possibile e di segnalare l’allarme al fine di attivare le misure antincendio tecniche (impianti automatici di controllo o estinzione dell’incendio, compartimentazione, evacuazione dei fumi e del calore, …). Impianti in grado di rivelare un incendio quanto prima possibile e di segnalare l’allarme al fine di attivare le misure procedurali (piano e procedure di emergenza e di esodo, …).

Il combustibile, sostanza che si trasforma durante l’incendio, può trovarsi allo stato solido, liquido o gassoso: No, i combustibili sono sostanze solo allo stato solido. No, i combustibili sono sostanze che possono essere solo allo stato solido o liquido. Si, i combustibili possono trovarsi in uno dei tre stati (combustibile solido, liquido o gassoso).

La combustione delle sostanze solide è caratterizzata dai seguenti parametri: tipologia, pezzatura e forma del materiale. grado di porosità contenuto dell’umidità del materiale e ventilazione. da tutti i parametri indicati negli altri due punti.

Il “Controllo Fumo e Calore” si attua attraverso la realizzazione di: aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza, sistemi di ventilazione orizzontale forzata del fumo e del calore (SVOF) e sistemi per l’evacuazione di fumo e calore (SEFC). Solo attraverso smaltimento di fumo e calore d’emergenza, sistemi di ventilazione orizzontale forzata del fumo e del calore (SVOF). Solo attraverso sistemi per l’evacuazione di fumo e calore (SEFC).

Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo. Luogo sicuro, punto di ritrovo. Spazio calmo, per attendere i soccorritori. Via di esodo.

La più bassa temperatura alla quale un combustibile liquido sviluppa vapori in quantità sufficiente da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende è definita. Temperatura di infiammabilità. Temperatura di combustione o accensione. Temperatura di fusione.

Con il simbolo E, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco. La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo. La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate. L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo.

La finalità della misura Esodo (S.4) è quella di. assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro autonomamente prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. assicurare che gli occupanti dell’attività possano permanere al sicuro prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano.

Nei luoghi chiusi, fatte salve incompatibilità, nei confronti di principi di incendio di classe A o classe B. è opportuno l’utilizzo di estintori a base d’acqua (estintori idrici). è opportuno l’utilizzo di estintori a polvere. è opportuno l’utilizzo di estintori ad anidride carbonica.

La progettazione della misura antincendio “Operatività Antincendio” ha lo scopo di: agevolare l’efficace conduzione di interventi di soccorso dei Vigili del fuoco in tutte le attività. agevolare l’efficace azione delle “addetti alla gestione dell’emergenza” aziendali in tutte le attività. Agevolare l’efficace azione dei soccorsi sanitari in tutte le attività.

Le misure di protezione sono. tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione della probabilità/frequenza di accadimento dell’evento (impianti a regola d’arte, …). tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione del danno conseguente all’evento (es: impianti antincendio, porte tagliafuoco, vie di esodo, …). Tutte le misure finalizzate al mantenimento del livello di sicurezza raggiunto nella progettazione della sicurezza antincendio del luogo di lavoro (manutenzione, controllo, sorveglianza, formazione, addestramento, pianificazione emergenza, e….

Gli incendi di Classe C, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….). incendi di liquidi infiammabili e solidi che possono liquefare (petrolio, vernici, nafta, benzina ….). incendi di gas infiammabili (metano, propano, g.p.l., cloro, idrogeno ….).

Le sostanze estinguenti normalmente utilizzate sono. Solo l’acqua, la schiuma e le polveri. Solo i gas inerti (Ar, N, CO2). Tutte le sostanze elencate negli altri punti possono essere utilizzate come agenti estinguenti.

Un estintore è caratterizzato dall’agente estinguente che contiene. Si, e si dividono in: a polvere, ad anidride carbonica, ad acqua e agenti estinguenti a base d’acqua (schiuma) ed a “clean agent”). No, gli estintori nei luoghi di lavoro possono essere solo a polvere. No, gli estintori nei luoghi di lavoro possono essere solo ad anidride carbonica.

Quale tra le seguenti sostanze ha un valore di calore specifico (J/kgx°C) più basso?. Benzina. Piombo. Petrolio.

Fra diverse attività o ambiti della stessa attività, separate da spazio a cielo libero, è possibile la propagazione di un incendio. No, mai; l’interposizione di uno spazio superiormente libero (cortile, strada, ecc) fra due edifici non consente la propagazione di un incendio in nessun caso. Si, pertanto, al fine di impedire la propagazione di un incendio all’esterno di un’attività è sempre necessario verificare che sia esistente una adeguata distanza di separazione fra ambiti della stessa attività o verso altre attività. Si, ma solo in caso di attività non classificabili a basso rischio di incendio.

L’ascensore di soccorso è. un ascensore installato principalmente per uso degli occupanti, munito però di ulteriori protezioni, comandi e segnalazioni che lo rendono in grado di essere impiegato, sotto il controllo delle squadre di soccorso, anche in caso di incendio. un ascensore utilizzabile in caso di incendio, installato esclusivamente per il trasporto delle attrezzature di servizio antincendio ed eventualmente, per l’evacuazione di emergenza degli occupanti. un ascensore protetto da impianti automatici di spegnimento.

Le sostanze estinguenti agiscono sugli incendi, spegnendoli. Per raffreddamento. Per sottrazione di combustibile e soffocamento. Per raffreddamento, sottrazione del combustibile, soffocamento e inibizione chimica.

Nella progettazione del sistema di esodo, in caso di piani nei quali vi può essere presenza non occasionale di occupanti che non abbiano sufficienti abilità per raggiungere autonomamente un luogo sicuro tramite vie di esodo verticali devono essere adottate specifiche modalità di gestione dell’esodo: Si, deve essere adottata almeno una delle seguenti modalità: spazi calmi, esodo orizzontale progressivo o esodo orizzontale verso luogo sicuro. No, il progettista può decidere di organizzare l’esodo mediante squadre appositamente dedicate alle persone che non abbiano sufficienti abilità per raggiungere autonomamente un luogo sicuro tramite vie di esodo verticali. No, solo se prescritte dai vigili del fuoco.

Lo smaltimento di fumo e calore di emergenza verso l’esterno di un edificio può essere realizzato per mezzo di aperture già ordinariamente disponibili per la funzionalità dell’attività (es. finestre, lucernari, porte, …). Si. No, solo attraverso sistemi di ventilazione orizzontale forzata del fumo e del calore (SVOF). No, solo attraverso specifici sistemi per l’evacuazione di fumo e calore (SEFC).

Nello spegnimento di un incendio, l’anidride carbonica (CO2), agisce per: soffocamento. soffocamento e raffreddamento. inibizione chimica.

La maschera a filtro si può usare in ambiente con presenza di ossigeno non inferiore. al 6%. al 12%. al 17%.

Si ha calore per attrito: quando si ha sfregamento tra due materiali. quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico. quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno.

Nell’attuazione delle procedure di evacuazione gli addetti antincendio. svolgono un ruolo fondamentale assicurando e sovraintendendo il corretto svolgimento delle procedure di evacuazione. Non sono chiamati a svolgere alcun ruolo poiché le procedure di evacuazione sono già a conoscenza di tutti i lavoratori. Non sono chiamati a svolgere alcun ruolo poiché il loro compito è solo chiamare i soccorsi esterni e tentare di spegnere l’incendio.

Con il termine “compartimento a prova di fumo” intendiamo. un compartimento separato dagli altri compartimenti adiacenti mediante strutture EI adeguate senza alcuna comunicazione. un compartimento realizzato in modo da limitare l’ingresso di fumo generato da un incendio che si sviluppa in compartimenti comunicanti. Un compartimento dove è vietato fumare.

L’ossido di carbonio (CO), gas tossico per il sangue, che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti chiusi a causa della carenza di ossigeno: È un gas che non viene rilevato dall’uomo facilmente poiché è inodore, incolore e non irritante. E’ un gas dal colore caratteristico ed è facilmente individuabile dall’uomo. E’ un gas dall’odore caratteristico ed è facilmente percepibile dall’uomo.

Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro deve essere portato a conoscenza di tutti i lavoratori, anche se non addetti antincendio. Si, in particolare nel piano di emergenza devono essere indicati anche i provvedimenti necessari per assicurare che tutto il personale sia informato sulle procedure da attuare. No, deve essere portato a conoscenza solo agli addetti antincendio che devono attuare gli incarichi e i compiti assegnati. No, deve essere portato a conoscenza dei VVF che devono intervenire in caso di incendio.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo di incendio. E’ un cartello per le attrezzature antincendio, che segnala l’ubicazione di un “estintore”. E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di estintori sull’incendio.

Tutti gli oggetti emettono radiazioni elettromagnetiche?. No. Si. Dipende.

Un impianto automatico di estinzione assolve alla funzione di. spegnimento dell'incendio. inertizzazione preventiva dell'ambiente. segnalazione acustica dell'incendio.

L’anidride carbonica, che si può sviluppare durante gli incendi in ambienti chiusi: È una sostanza tossica per il sangue che impedisce all’ossigeno di raggiungere le cellule dell’organismo. E’ un gas asfissiante che, pur non producendo effetti tossici sull’organismo, può essere pericolosa perché si sostituisce all’ossigeno nell’aria. E’ un gas che non comporta mai rischi per le persone.

Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo. Luogo sicuro, punto di ritrovo. Spazio calmo, attesa dei soccorritori. Via di esodo verso spazio calmo.

Con il simbolo REI 60 si identifica un elemento costruttivo che. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta. deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante.

L'acetilene è un tipo di gas che, in genere, viene conservato. Liquefatto. Compresso. Disciolto.

I combustibili gassosi sono: quelle sostanze che si trovano allo stato gassoso nelle condizioni alta pressione e di alta temperatura (almeno pressione di 10 bar e temperatura di circa 100°C). I combustibili che, a seguito della reazione di combustione, si trasformano in sostanze gassose. quelle sostanze che si trovano allo stato gassoso nelle condizioni normali di pressione e di temperatura (pressione atmosferica e temperatura di circa 15°C).

La temperatura in corrispondenza della quale si verifica la combustione è definita: Temperatura di infiammabilità. Temperatura di ebollizione. temperatura di accensione o temperatura di ignizione.

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