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Formatore antincendio 03

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Formatore antincendio 03

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Formatore antincendio 03

Creation Date: 2024/07/17

Category: Others

Number of questions: 78

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Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’ “esodo simultaneo” da un’opera di costruzione è. modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco. modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro.

Gli estintori. Sono un presidio antincendio base e il loro impiego è riferibile solo ad un principio d’incendio. Sono un presidio antincendio e il loro impiego è riferibile all’estinzione completa di incendi anche generalizzati. Sono un presidio antincendio e il loro impiego è riferibile all’inibizione di un incendio.

Con il simbolo R, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco. La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo. La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate. L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo.

Le vie di esodo previste in un luogo di lavoro devono essere di lunghezza limitata, in funzione del rischio di incendio dell’attività. Si, a seconda del profilo di rischio dell’attività, le lunghezze possono avere valori massimi fra 20 e 70 metri. No, solo i corridoi ciechi devono rispettare dei limiti di lunghezza massima in funzione del rischio di incendio. No, le lunghezze delle vie di esodo, compresi i corridoi ciechi, possono essere di qualunque valore a prescindere dal rischio dell’attività.

Con il simbolo RE 60 si identifica un elemento costruttivo che. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta. deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante.

Negli ambiti ove l’attività sia svolta con assente o ridotta illuminazione ordinaria (es. sale cinematografiche, sale teatrali, …) eventuali gradini lungo le vie d’esodo devono essere provvisti di illuminazione. Si, sempre con idonea illuminazione “segnapasso” dei gradini. No, mai. No, solo nei luoghi con affollamento superiore a 1000 persone.

Nell’attuazione delle procedure di evacuazione, le azioni e le attività che devono svolgere gli addetti antincendio sono. Accertarsi che le uscite di sicurezza siano fruibili nonché tutte le altre azioni indicate negli altri due punti. sorvegliare la corretta evacuazione delle persone, accertarsi che nessun occupante abbia problemi a raggiungere l'uscita, assistere le persone con specifiche necessità (disabili, …) fino al raggiungimento del punto di raccolta. riunire gli occupanti presso il punto di raccolta; verificare, tramite appello dei presenti, che tutti gli occupanti abbiano raggiunto il luogo sicuro; verificare che tutte le persone presso il luogo di raccolta rimangano nelle aree prestabilite fino al termine dell'emergenza.

Ai fini della mitigazione del rischio incendio, è sempre necessario, in relazione al rischio valutato, progettare soluzioni tecniche che agevolino l’efficace conduzione di interventi di soccorso dei Vigili del fuoco. No, l’agevolazione dell’attività di soccorso dei Vigili del Fuoco non rientra fra i requisiti da garantire al fine di minimizzare il rischio incendio e raggiungere gli obiettivi di sicurezza primaria della prevenzione incendi. Si, l’agevolazione dell’attività di soccorso dei Vigili del Fuoco rientra fra i requisiti da garantire al fine di minimizzare il rischio incendio e raggiungere gli obiettivi di sicurezza primaria della prevenzione incendi. No, le misure finalizzate all’agevolazione dell’attività di soccorso dei Vigili del Fuoco non si progettano con l’applicazione del “Codice” ma concordandole con il locale Comando VVF.

La gestione della sicurezza antincendio (GSA) in emergenza riguarda. l’attivazione e l’attuazione del piano di emergenza. L’adozione e verifica periodica delle misure antincendio preventive, l’apposizione della segnaletica di sicurezza (divieti, avvertimenti, evacuazione,), la verifica dell’osservanza dei divieti, delle limitazioni e delle condizioni di esercizio ed il controllo e la manutenzione di impianti e attrezzature antincendio e la compilazione registro dei controlli. La preparazione alla gestione dell’emergenza, tramite piano di emergenza, formazione e addestramento degli addetti alla gestione dell’emergenza, esercitazioni antincendio e prove d’evacuazione periodiche e la gestione delle condizioni di maggior rischio (lavori di manutenzione, rischi di interferenza, disattivazione di impianti o sistemi di sicurezza, impiego temporaneo di sostanze o lavorazioni pericolose….).

La Gestione della Sicurezza Antincendio è la misura di sicurezza antincendio. finalizzata alla gestione di un’attività in condizioni di sicurezza, sia in fase di esercizio che in fase di emergenza, attraverso l’adozione di una organizzazione che prevede ruoli, compiti, responsabilità e procedure. finalizzata alla gestione di un’attività in condizioni di sicurezza in fase di esercizio, attraverso l’adozione di una organizzazione che prevede ruoli, compiti, responsabilità e procedure. non è una misura di sicurezza antincendio ma una strategia.

I punti di segnalazione manuale a servizio di un impianto IRAI (rilevazione e allarme incendio). devono essere installati in posizione ben visibile e segnalata ed essere facilmente accessibili. devono essere posti in corrispondenza dell’uscita di esodo principale. devono essere posti nella zona dove lavora il coordinatore degli addetti antincendio.

Le schiume hanno le stesse limitazioni di impiego dell’acqua. Si, essendo l’acqua un componente essenziale della schiuma estinguente. No, essendo un aggregato di bolle di gas non ha limitazioni di impiego. Si, ma solo per le attività che non possono essere classificate a basso rischio di incendio.

L’eventuale presenza di “aree a rischio specifico”. deve essere individuata dal progettista della sicurezza antincendio sulla base delle regole tecniche di prevenzione incendi, della valutazione del rischio incendio e di alcuni criteri definiti dalle regole di progettazione generale della sicurezza antincendio. È individuata dal datore di lavoro, sulla base della sua esperienza. E’ individuata dal progettista della sicurezza antincendio solo sulla base della propria esperienza.

Con “carico di incendio specifico” intendiamo: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali, espresso in MJ. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano, espresso in MJ/m2. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano (MJ/m2), corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti.

Si ha autocombustione o riscaldamento spontaneo: quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile che si innesca senza sorgenti esterne di attivazione. quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico. quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno.

Le reti di idranti (RI) si distinguono in RI ordinarie e RI all’aperto. No, esistono solo le RI ordinarie, destinate alla protezione di attività ubicate all’interno di opere da costruzione. Si, ordinarie, destinate alla protezione di attività ubicate all’interno di opere da costruzione, e all’aperto, destinate alla protezione di attività ubicate all’aperto. No, esistono solo le RI all’aperto, destinate alla protezione di attività ubicate all’aperto.

Il controllo periodico dei presidi antincendio. Può essere effettuato anche dai lavoratori normalmente presenti, dopo aver ricevuto adeguate istruzioni. Può essere effettuato anche dai lavoratori normalmente presenti, anche senza specifiche istruzioni. Può essere effettuato solo da un tecnico manutentore qualificato, in quanto presuppone un livello adeguato di competenze, conoscenze ed abilità.

Il Limite inferiore di esplosività è: la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione. l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine ad una esplosione. la massima concentrazione di combustibile nella miscela aria-combustibile che consente a quest’ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione.

Gli addetti al servizio antincendio, in condizione ordinarie (gestione sicurezza antincendio – GSA - in esercizio). attuano le misure antincendio in esercizio, in particolare: attuano le misure antincendio preventive; garantiscono la fruibilità delle vie di esodo; svolgono le attività di sorveglianza dei presidi antincendio. Attuano le misure antincendio in emergenza, in particolare: mettono in atto le azioni previste dal piano di emergenza; attuano le misure per l’evacuazione degli occupanti; eseguono le comunicazioni previste in emergenza; supportano le squadre di soccorso; provvedono allo spegnimento di un principio di incendio. Non svolgono particolari mansioni finalizzati alla gestione della sicurezza antincendi (GSA).

Le classi di reazione al fuoco. Sono determinate sperimentalmente, con prove di laboratorio. Sono determinate dal progettista antincendio. Sono stabilite dal produttore del materiale sulla base di norme di buona progettazione.

La severità dell'incendio dipende. Dalla quantità e dalla tipologia dei materiali combustibili e dalla loro distribuzione. Dalle caratteristiche di ventilazione degli ambienti e dalla geometria del luogo nel quale si verifica l’incendio. Da tutti i fattori elencati negli altri due punti.

La Classe di Resistenza al fuoco (es: R 60, R 90, … ) è. intervallo di tempo espresso in minuti, definito in base al carico di incendio specifico di progetto, durante il quale il compartimento antincendio garantisce la resistenza al fuoco. intervallo di tempo espresso in secondi, definito in base al carico di incendio specifico di progetto, durante il quale il compartimento antincendio garantisce la resistenza al fuoco. intervallo di tempo espresso in ore, definito in base al carico di incendio specifico di progetto, durante il quale il compartimento antincendio garantisce la resistenza al fuoco.

Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “Luogo sicuro” intendiamo. Un luogo in cui è temporaneamente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano durante l’esodo. Un luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano;. Uno spazio a “cielo libero” (cortile, ….).

Con il termine “compartimento” intendiamo. parte dell’opera da costruzione delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco (EI, …). parte dell’opera da costruzione nella quale la probabilità di avvio e sviluppo dell’incendio sia resa trascurabile. spazio “cielo libero” avente caratteristiche tali da contrastare temporaneamente la propagazione dell’incendio tra le eventuali opere da costruzione o strutture che lo delimitano.

Che cosa si intende per fattore δocc nell’individuazione del profilo di rischio Rvita: si intendono le caratteristiche prevalenti degli occupanti che sono classificate in 5 categorie, in base allo stato di veglia e di conoscenza del luogo. si intendono le caratteristiche degli occupanti che per vulnerabilità sono più rappresentativi dell’attività svolta nell’ambito considerato (persone anziane, bambini, ecc). si intendono le caratteristiche degli occupanti che per numerosità e tipologia sono mediamente rappresentativi dell’attività svolta nell’ambito considerato.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di con segnale di salvataggio e soccorso intendiamo. un segnale che avverte di un rischio o pericolo. un segnale che fornisce indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio. un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo.

Le sostanze estinguenti gassose sono ugualmente efficaci per tutte le classi di incendio. Si,. No, sono generalmente molto efficaci su incendi di liquidi e gas infiammabili o, non essendo conduttrici, incendi che coinvolgono apparecchiature ed impianti elettrici sotto tensione. No, sono generalmente molto efficaci solo su incendi di materiali organici.

Gli estintori devono essere sempre disponibili per l’uso immediato. Si, pertanto devono essere collocati in posizione facilmente visibile e raggiungibile, lungo i percorsi d’esodo in prossimità delle uscite dei locali, di piano o finali, ed in prossimità delle aree a rischio specifico. No, poiché sono utilizzati dagli addetti antincendio devono essere posti in prossimità dei locali dove sono presenti gli addetti. No, è sufficiente che siano collocati in un qualunque locale del luogo di lavoro.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di divieto intendiamo. un segnale che avverte di un rischio o pericolo. una segnaletica che prescrive un determinato comportamento. un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo.

La gestione della sicurezza antincendio (GSA) si divide nei due aspetti: gestione della sicurezza antincendio in esercizio e gestione della sicurezza antincendio in emergenza. Si. No, solo gestione della sicurezza antincendio in esercizio. No, solo gestione della sicurezza antincendio in emergenza.

Per più luoghi di lavoro ubicati nello stesso edificio, ma facenti capo a titolari diversi, i piani di emergenza devono essere coordinati. Si, in modo che i piani di emergenza delle singole attività siano coerenti fra loro. No, è sufficiente che ogni datore di lavoro rediga il proprio piano di emergenza indipendente dagli altri piani. No, poichè nello stesso edificio non possono mai coesistere più luoghi di lavoro facenti capo a titolari diversi.

Il “carico di incendio” è un parametro fondamentale per la progettazione della sicurezza antincendio. Si, in particolare il “carico di incendio specifico di progetto” è fondamentale per la progettazione della resistenza al fuoco delle strutture. Si, è il parametro indicativo del rischio di incendio presente in un luogo di lavoro. Si, solo nel caso di approccio ingegneristico alla progettazione della sicurezza antincendi.

La finalità della Compartimentazione è quella di. limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti verso altre attività, afferenti ad altro responsabile dell’attività o di diversa tipologia, e all’interno della stessa attività. limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti solo all’interno della stessa attività. limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti solo verso altre attività, afferenti ad altro responsabile dell’attività o di diversa tipologia.

La probabilità che possa verificarsi un incendio aumenta. con la quantità di materiali combustibili. con la presenza di sorgenti di innesco. con la quantità di liquidi infiammabili.

Un’esplosione è chiamata deflagrazione quando: L’esplosione è prodotta da sostanze esplosive. la reazione di combustione si propaga alla miscela infiammabile non ancora bruciata con una velocità minore di quella del suono. la reazione procede nella miscela non ancora bruciata con una velocità superiore a quella del suono (velocità di propagazione supersoniche dell’ordine del chilometro al secondo).

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “triangolare”, con pittogramma nero su fondo giallo e bordo nero sono. Segnali di avvertimento. Segnali di prescrizione. segnali di divieto.

In un sistema di esodo sono consentite larghezze minime delle vie di esodo orizzontali maggiori o uguali a 800 mm (80 cm). Si, a condizione che l’affollamento dell’ambito servito non sia elevato, massimo 50 occupanti. No, mai, le vie di esodo devono essere sempre almeno uguali o maggiori di 1,20 m, a prescindere dall’affollamento. Si, solo se in presenza di percorso di esodo alternativi.

I principali effetti sull’uomo sono determinati dai prodotti della combustione, ovvero. Anossia (riduzione dell’ossigeno nell’aria), azione tossica dei gas, riduzione della visibilità per il fumo e azione termica del calore prodotto. Anossia (riduzione dell’ossigeno nell’aria) e azione tossica dei gas. riduzione della visibilità per il fumo e azione termica del calore prodotto.

La rivelazione e la diffusione dell’allarme incendio possono essere demandate solo alla sorveglianza da parte degli occupanti. Si, ove valutazione del rischio non evidenzi particolari e significativi rischi di incendio, a condizione che siano codificate idonee procedure finalizzate al rapido e sicuro allertamento degli occupanti in caso di incendio, da inserire nel piano di emergenza. No, mai. Si, solo se l’affollamento non supera i 10 occupanti.

Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello. È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo per gli le mani. E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’obbligo di usare i guanti protettivi. E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di guanti protettivi.

I liquidi di categoria “C” sono. i liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C. liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C. liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C.

La misura “Controllo dell’incendio”. ha come scopo l’individuazione dei presidi antincendio da installare nell’attività per fronteggiare gli eventuali incendi. creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio. attivare le misure protettive e gestionali presenti presso l’attività lavorativa.

Le sostanze estinguenti sono. sostanze che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica. sostanze aventi la proprietà di interrompere la combustione. sostanze che, in presenza di comburenti, possono comunque sostenere un processo di combustione.

La reazione al fuoco rappresenta. il comportamento di un materiale che, con la sua decomposizione, partecipa al fuoco al quale è stato sottoposto in specifiche condizioni. grado di partecipazione di un materiale (o di un prodotto) al fuoco al quale è stato sottoposto. la capacità portante in caso di incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per un elemento strutturale nonché la capacità di compartimentazione in caso di incendio per gli elementi di separazione strutturali (es. muri, solai, …) e non strutturali (es. porte, divisori, …).

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di mantenere le vie di esodo libere da fumo e calore. Si, poiché creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio. No, hanno solo lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio. No, hanno solo lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza.

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di ridurre gli effetti termici sulle strutture dell’ambiente protetto. Si, poiché creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio. No, hanno solo lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio. No, hanno solo lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza.

I tubi di mandata delle reti idranti possono avere diametro. da 45 e 70 mm. solo da 45 mm. solo da 70 mm.

Si definisce combustione. qualunque reazione chimica nella quale alcune sostanze (reagenti) si trasformano in altre (prodotti). la trasformazione che un materiale subisce nella sua forma, senza che venga alterata la sua natura chimica. qualunque reazione chimica nella quale un combustibile reagisce con un comburente (ossigeno) dando luogo a sviluppo di calore, fiamma e luce, gas e fumo.

Per consentire a tutti gli occupanti di impiegare gli estintori per rispondere immediatamente ad un principio di incendio le impugnature dei presidi manuali dovrebbero essere collocate. ad una quota pari a circa 110 cm dal piano di calpestio. ad una quota pari a circa 50 cm dal piano di calpestio. ad una quota non superiore a 200 cm dal piano di calpestio.

In un compartimento di classe 120 di resistenza a fuoco una porta deve avere resistenza a fuoco pari a. la metà di quella della struttura attraversata. il doppio di quella della struttura attraversata. uguale a quella della struttura attraversata.

I liquidi di categoria “A” sono. i liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C. liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C. liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C.

Gli estintori portatili sono mezzi di estinzione da usare per pronto intervento sui principi d’incendio. Si, sono quelli che hanno una massa fino a 150 kg. No, sono mezzi di protezione da utilizzate per l’estinzione completa di un incendio generalizzato. Si, solo quelli che hanno una massa minore o uguale a 20 kg.

Durante l'uso di un estintore è preferibile indirizzare l'agente estinguente: sempre nello stesso punto. muovendo l'estintore a ventaglio. muovendo l'estintore dall'alto verso il basso.

Affinché la reazione di combustione abbia luogo è necessaria la presenza di una fonte di innesco, cioè: di una fiamma libera che fornisca la necessaria energia di attivazione in grado di attivare la reazione di combustione. di una sorgente di calore che fornisca la necessaria energia di attivazione in grado di attivare la reazione di combustione. di un adeguata percentuale di ossigeno nell’aria.

L’anidride carbonica, che si può sviluppare durante gli incendi in ambienti chiusi: È una sostanza tossica per il sangue che impedisce all’ossigeno di raggiungere le cellule dell’organismo. E’ un gas asfissiante che, pur non producendo effetti tossici sull’organismo, può essere pericolosa perché si sostituisce all’ossigeno nell’aria. E’ un gas che non comporta mai rischi per le persone.

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore di tipo naturale (SENFC). prevedono la realizzazione di evacuatori ad apertura automatica in grado di mantenere uno strato libero da fumo fino ad una altezza stabilita in fase di progettazione e comunque superiore all’altezza di una persona. prevedono l’attivazione di estrattori meccanici in grado di mantenere uno strato libero da fumo fino ad una altezza stabilita in fase di progettazione e comunque superiore all’altezza di una persona. prevedono l’apertura automatica delle aperutre ordinariamente disponibili per la funzionalità dell’attività (es. finestre, lucernari, porte, …).

Il tecnico manutentore qualificato è. Una qualunque persona che ha esperienza nel campo della manutenzione. È un tecnico abilitato (ingegnere, architetto, ecc). Una persona fisica in possesso dei requisiti tecnico professionali previsti dal D.M 1 settembre 2021 (conoscenza, competenza, abilità).

Tra le misure di “Operatività Antincendio” rientra l’accessibilità per mezzi di soccorso antincendio,. Si, al fine di agevolare gli interventi dei VVF, generalmente deve essere garantita la possibilità di avvicinare i mezzi di soccorso a distanza ≤ 50 m dagli accessi dell’attività. No, l’importante che i mezzi possano arrivare tramite la pubblica il più vicino possibile al luogo dell’intervento, a prescindere dalla distanza degli accessi all’attività. No, l’accessibilità per i mezzi di soccorso all’attività non influisce sulla mitigazione del rischio di incendio dell’attività.

Il sistema d’esodo in un’attività lavorativa, al fine di limitare la probabilità che agli occupanti sia impedita l’evacuazione dall’incendio, il numero minimo di vie d’esodo e uscite indipendenti da ciascun locale deve essere specificamente progettato. Si, in funzione del rischio di incendio e dell’affollamento. Si, in funzione del rischio di incendio. No, è sufficiente che ci siano almeno due uscite da ogni compartimento per garantire un corretto ed efficace esodo.

la potenza termica è. la quantità di calore che una sorgente d'ignizione è in grado di assorbire. la quantità di calore che un combustibile è in grado di trasferire. la quantità di calore per unità di tempo che una sorgente d'ignizione è in grado di trasferire.

Ai seni del DLgs 81/2008, il seguente segnale. È un segnale di avvertimento per indicare le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. È un segnale di pericolo per indicare aree dove possono formarsi atmosfere esplosive. Non esiste.

I tubi di mandata delle reti idranti possono avere diametro. da 45 e 70 mm. solo da 45 mm. solo da 70 mm.

La sorveglianza dei presidi antincendio. Può essere effettuato anche dai lavoratori normalmente presenti, dopo aver ricevuto adeguate istruzioni. Può essere effettuato anche dai lavoratori normalmente presenti, anche senza specifiche istruzioni. Può essere effettuato solo da un tecnico manutentore qualificato, in quanto presuppone un livello adeguato di competenze, conoscenze ed abilità.

Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere al soffocamento, che consiste. Nell’allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio;. Nella separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria;. Nella sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione;.

Le porte ad apertura manuale installate lungo le vie di esodo, in condizioni di elevata densità di affollamento, devono garantire specifici requisiti. Si, al fine di consentire l’affidabile, immediata e semplice apertura delle porte, devono essere dotate di dispositivi di apertura a semplice spinta, disciplinati da specifiche normative. No, è sufficiente che siano solo identificabili con specifica segnaletica. No, è sufficiente che siano dotate di una maniglia funzionante.

L’ossido di carbonio (CO), che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti chiusi a causa della carenza di ossigeno: È una sostanza tossica che, combinandosi con l’emoglobina dei globuli rossi del sangue, impedisce all’ossigeno di raggiungere le cellule dell’organismo. E’ un gas asfissiante. E’ un gas che non comporta rischi per le persone.

Per conduzione termica si intende. la trasmissione di calore all'interno di un fluido tramite il trasporto di materia. il trasferimento di calore da un corpo più caldo a uno più freddo, anche nel vuoto. la trasmissione di calore che avviene in un mezzo solido, liquido o aeriforme dalle zone a temperatura maggiore verso quelle con temperatura minore, all'interno di un corpo solo o tra due corpi tra loro in contatto.

I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di ritardare o prevenire il flashover e quindi la generalizzazione dell’incendio. Si, poiché creano e mantengono uno strato d’aria sostanzialmente indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio. No, hanno solo lo scopo di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori, fornendo condizioni favorevoli per le squadre di soccorso da un punto di accesso sino alla posizione dell’incendio. No, hanno solo lo scopo agevolare lo smaltimento di fumo e calore dall’attività dopo l’incendio, ripristinando rapidamente le condizioni di sicurezza.

Le fiamme. sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati) disperse nei gas prodotti durante la combustione. sono costituite dall'emissione di luce come reazione conseguente alla combustione di gas sviluppatosi in un incendio. sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono, raffreddandosi, la temperatura ambiente di riferimento (15°C).

I lavoratori, in caso di emergenza incendio. Devono seguire le indicazioni del piano di emergenza redatte dal Datore di Lavoro. Intervenire nel luogo interessato cercando di spegnere in ogni modo l’incendio. Devono allontanarsi dal luogo di lavoro, il più velocemente possibile e con qualunque modalità.

La rete idrica antincendi o rete idranti è un impianto di protezione attiva finalizzato al “controllo dell’incendio”. sì, è un impianto fisso ad azionamento automatico. sì, è un impianto fisso ad azionamento manuale. no, è un impianto fisso finalizzato alla rilevazione dell’incendio.

Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “corridoio cieco” intendiamo. Una porzione di via d’esodo da cui è possibile l’esodo in un’unica direzione. Una porzione di via d’esodo nella quale non sono realizzate aperture di aerazione e illuminazione naturale. Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano.

Il Limite superiore di esplosività è: la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione. l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine ad una esplosione. la massima concentrazione di combustibile nella miscela aria-combustibile che consente a quest’ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione.

Nell’evoluzione di un incendio la fase di incendio generalizzato (flash over). È caratterizzata dal coinvolgimento nella combustione di oggetti combustibili presenti nelle vicinanze della zona di innesco e con aumento rapido della temperatura e dell’energia di irraggiamento. È caratterizzata dalla transizione da uno stato di incendio localizzato ad uno dove le fiamme si propagano a tutto il volume disponibile con brusco incremento della temperatura (oltre 500°) e crescita esponenziale della velocità di combustione. è caratterizzata da un regime instabile, con un focolaio d’incendio che interessa zone limitate e temperature molto differenti da punto a punto e che possono subire rapide ed ingenti oscillazioni.

Qualunque spazio a cielo libero (es: cortile, cavedio, …) è qualificabile come “spazio scoperto” ai fini del contrasto temporaneo alla propagazione dell’incendio tre le opere da costruzione o strutture che lo delimitano. Si, è sufficiente che un’area sia a “cielo libero”, a prescindere dalla superficie e dalle distanze fra le strutture che la delimitano, per contrastare la propagazione dell’incendio tra le opere. No, un’area a “cielo libero” per potere essere qualificata come “spazio scoperto” deve avere una superficie determinata e deve essere garantita una adeguata distanza fra gli eventuali edifici che la delimitano. No, nessun spazio a “cielo libero” può essere qualificato come “spazio scoperto” ai fini del contrasto alla propagazione di un incendio fra edifici che lo delimitano.

Il Sistema di Esodo è. L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini il crollo delle strutture. Il percorso senza ostacoli al deflusso che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano.

Le classi di reazione al fuoco 0, 1, 2, 3, 4 e 5. Esprimono le classi italiane di reazione al fuoco dei materiali. Esprimono le classi europee di reazione al fuoco dei materiali. Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale.

Gli incendi di Classe A, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….). incendi di liquidi infiammabili e solidi che possono liquefare (petrolio, vernici, nafta, benzina ….). incendi di gas infiammabili (metano, propano, g.p.l., cloro, idrogeno ….).

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