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Impianti Industriali e Sistemi Produttivi (base) Lez 17-36

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Impianti Industriali e Sistemi Produttivi (base) Lez 17-36

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CdL in Ingegneria Gestionale (L-9)

Creation Date: 2025/05/24

Category: Others

Number of questions: 200

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17.1 Per quale tipologia si sistema produttivo la previsione della domanda gioca un ruolo particolarmente importante: Make-to-order (produzione su commessa). Make-to-stock (produzione per il magazzino). Engineer-to-order (ingegnerizzazione su ordine). Purchase-to-order (acquisti su ordine).

17.2 Per quanto riguarda la previsione della domanda, occorre: Massimizzare sempre l'accuratezza del modello previsionale. Minimizzare sempre il costo della procedura previsionare. Cercare un trade-off tra costo della procedura e costo dell'errore previsionale. Minimizzare la differenza tra costo della procedura e costo dell'errore previsionale.

17.3 Per domanda primaria indipendente si intende: La domanda di prodotto finito e/o la domanda che perviene direttamente all'azienda dal mercato. La domanda di componenti in base al loro impiego nella distinta base dei prodotti finiti. La somma della domanda che perviene direttamente dal mercato e la domanda di componenti sulla base delle distinte basi dei prodotti finiti. La domanda di prodotto per cui non è possibile impiegare un approccio previsionale stocastico.

17.4 Quale dei seguenti obiettivi è tipico della previsione della domanda di lungo periodo: Individuazione della necessità di nuove assunzioni. Decisioni di outsourcing. Decisioni relative alla necessità di lavoro straordinario. Decisioni relative a investimenti in nuovi stabilimenti.

17.5 Quale dei seguenti obiettivi è tipico della previsione della domanda di medio periodo: Individuazione della necessità di nuove assunzioni. Decisioni relative all'aumento della capacità produttiva. Decisioni relative alla necessità di lavoro straordinario. Decisioni relative a investimenti in nuovi stabilimenti.

17.6 Quale dei seguenti obiettivi è tipico della previsione della domanda di breve periodo: Definizione dei volumi aggregati per famiglie di prodotto. Decisioni relative all'aumento della capacità produttiva. Decisioni relative alla necessità di lavoro straordinario. Decisioni relative a investimenti in nuovi stabilimenti.

17.7 Nella previsione della domanda di lungo periodo il focus è su: Prodotti finiti. Componenti. Famiglie di prodotti. Volumi complessivi.

17.8 Quale delle seguenti è la formula che esprime l'errore media assoluto (MAD), considerando n osservazioni (P=previsione, D=domanda effettiva): 1. 2. 3. 4.

17.9 Quale misura dell'errore è più adatta per effettuare confronti tra diverse serie temporali differenti e/o diversi intervalli di tempo: Errore Medio Percentuale Assoluto (Mean Absolute Percentage Error). Errore Medio (Mean Error). Errore Medio Assoluto (Mean Absolute Error o Deviation). Errore Quadratico Medio (Mean Square Error).

17.10 Quale misura dell'errore fornisce solo un'informazione circa l'esistenza di un eventuale errore sistematico nella previsione: Errore Medio Percentuale Assoluto (Mean Absolute Percentage Error). Errore Medio (Mean Error). Errore Medio Assoluto (Mean Absolute Error o Deviation). Errore Quadratico Medio (Mean Square Error).

18.1 I metodi previsionali basati sul criterio stocastico: Considerano l’incertezza sulla base dei principi fondamentali della statistica e del calcolo delle probabilità. Non considerano l'incertezza. Si basano sull'ipotesi che la natura e l’entità della domanda siano note e invariabili. Sono adatti per calcolo dei fabbisogni produttivi della domanda secondaria di componenti.

18.2 Quale dei seguenti metodi è più adatto per la previsione della domanda di un prodotto maturo di cui sono disponibili solide basi di dati sulla domanda del passato: Indagini di mercato. Panel di esperti. Metodo Delphi. Valutazione della componente di trend.

18.3 Quale dei seguenti è un metodo qualitativo: Tecniche multiperiodiche. Tecniche aperiodiche. Metodo Delphi. Tecniche associative.

18.4 L'impiego congiunto di tecniche qualitative e tecniche quantitative è: Sempre consigliabile. Non è mai consigliabile (si impiegano tecniche quantitative oppure tecniche qualitative). Consigliabile solo per componenti che rientrano nelle distinte basi di prodotti finiti. Consigliabile solo per "item critici" (ad esempio prodotti ad elevato valore).

18.5 Quale dei seguenti metodi previsionali qualitativi si basa sull'ipotesi che coloro che sono più vicini al cliente lo conoscono meglio: Indagini di mercato. Panel di esperti. Valutazioni del reparto vendite. Metodo Delphi.

18.6 Quale dei seguenti metodi previsionali qualitativi presenta un forte rischio di distorsioni legato alla difficoltà degli attori aziendali di esprimere le loro opinioni: Indagini di mercato. Panel di esperti. Valutazioni del reparto vendite. Metodo Delphi.

18.7 Quale dei seguenti è un tipico svantaggio del metodo Delphi: I partecipanti devono necessariamente incontrarsi personalmente. Non consente l'anonimato. Vi è un forte rischio di distorsioni legato alla difficoltà di esprimere le proprie opinioni. L'efficacia del metodo dipende dalle competenze dei partecipanti selezionati.

18.8 Quale dei seguenti metodi previsionali non è adatto per previsioni di lungo periodo: Tecniche multiperiodiche. Tecniche aperiodiche. Metodo Delphi. Tecniche associative.

18.9 Quale dei seguenti metodi previsionali si basa sull'analisi di serie storiche della domanda: Indagini di mercato. Tecniche aperiodiche. Metodo Delphi. Tecniche associative.

18.10 Nel modello di domanda "stazionario": La componente di trend è costante, la componente stagionale è assente. La componente di trend è crescente, la componente stagionale è assente. La componente di trend è costante ed è presente una componente stagionale. La componente di trend è crescente ed è presente una componente stagionale.

19.1 Il modello più semplice e comunemente impiegato per valutare la componente di trend è: Modello quadratico. Modello lineare. Modello parabolico. Modello esponenziale.

19.2 Il metodo dei minimi quadrati per la valutazione della componente di trend della domanda prevede di: Minimizzare il quadrato della somma tra i valori ipotizzati di domanda e i valori effettivi su un certo numero di osservazioni. Minimizzare il quadrato della differenza (errore) tra i valori ipotizzati di domanda e i valori effettivi su un certo numero di osservazioni. Minimizzare la differenza tra i valori ipotizzati di domanda al quadrato e i valori effettivi su un certo numero di osservazioni. Minimizzare la differenza tra i valori ipotizzati di domanda e i valori effettivi al quadrato su un certo numero di osservazioni.

19.3 La soluzione del metodo dei minimi quadrati per la valutazione della componente di trend della domanda può essere semplificata: Traslando l’asse delle ascisse parallelamente a sé stesso, fino a renderlo baricentrico rispetto all’asse dei tempi. Traslando l’asse delle ascisse parallelamente a sé stesso, fino a renderlo baricentrico rispetto all'errore di previsione. Traslando l’asse delle ordinate parallelamente a sé stesso, fino a renderlo baricentrico rispetto all'errore di previsione. Traslando l’asse delle ordinate parallelamente a sé stesso, fino a renderlo baricentrico rispetto all’asse dei tempi.

19.4 In generale, la componente di trend: Può essere solo costante. Può essere solo crescente. Può essere solo decrescente. Può essere costante, crescente o decrescente.

19.5 Per valutare la stagionalità: Si impiega un modello additivo se il trend è costante, un modello moltiplicativo se il trend è crescente/decrescente. Si impiega un modello additivo se il trend è crescente/decrescente, un modello moltiplicativo se il trend è costante. Si può solo applicare un modello moltiplicativo, indipendentemente dal trend. Si può solo applicare un modello additivo, indipendentemente dal trend.

19.6 Il coefficiente stagionale è: Il rapporto tra la domanda del periodo nell'ultimo ciclo e la domanda totale. Il rapporto tra il valor medio della domanda nel periodo del ciclo e il valor medio della domanda totale. Il rapporto tra il valor medio al quadrato della domanda nel periodo del ciclo e il valor medio della domanda totale. Il rapporto tra il valor medio al quadrato della domanda nel periodo del ciclo e il valor medio al quadrato della domanda totale.

19.7 Il modello additivo per la valutazione della stagionalità della domanda consente di: Mantenere costante l'incidenza percentuale della componente stagionale sulla domanda stessa. Ridurre l'incidenza percentuale della componente stagionale sulla domanda stessa. Incrementare l'incidenza percentuale della componente stagionale sulla domanda stessa. Annullare l'incidenza percentuale della componente stagionale sulla domanda stessa.

19.8 La componente aleatoria della domanda indica: Fluttuazioni che si ripetono in maniera periodica. La tendenza della domanda ad aumentare per cause di natura sistematica. La tendenza della domanda a diminuire per cause di natura sistematica. Scostamenti dalla tendenza di base con ricorrenza occasionale e casuale.

19.9 Il coefficiente di variazione CV è dato da: Rapporto tra valor medio stimato e deviazione standard stimata. Rapporto tra deviazione standard stimata e valor medio stimato. Rapporto tra valor medio stimato e varianza stimata. Rapporto tra varianza stimata e valor medio stimato.

19.10 L'incidenza della componente aleatoria è tanto maggiore: Quanto maggiore è il coefficiente di variazione. Quanto minore è il coefficiente di variazione. Al tendere del coefficiente di variazione a zero. Se il coefficiente di variazione è negativo.

20.1 Si vuole determinare la previsione di domanda per il periodo 5 con il metodo della media mobile con n=3. Allora si prenderanno in considerazione: I valori effettivi di domanda dei periodi 4,3,2. I valori effettivi di domanda dei periodi 4,3,2,1. I valori teorici previsti di domanda dei periodi 4,3,2. I valori teorici previsti di domanda dei periodi 4,3,2,1.

20.2 Quale dei seguenti metodi costituisce un caso limite del metodo della media mobile: Media Mobile Pesata. Smorzamento Esponenziale. Smorzamento Esponenziale con α=0,3. Domanda dell'ultimo periodo.

20.3 Per decidere il numero di periodi n a cui applicare il metodo della media mobile, si calcolano i valori per n diversi e si sceglie: Il valore di n a cui corrisponde la minor differenza tra la domanda effettiva dell'ultimo periodo e la previsione. Il valore di n a cui corrisponde un minore errore medio (ME) sull'orizzonte di analisi. Il valore di n a cui corrisponde un minore errore medio assoluto (MAD) sull'orizzonte di analisi. Il valore di n a cui corrisponde un minore errore medio percentuale sull'orizzonte di analisi.

20.4 Uno dei principali vantaggi della media mobile pesata è: Assicura che il peso delle osservazioni decresce esponenzialmente con il tempo. Assicura che tutti i valori di domanda considerati abbiano lo stesso peso. Consente all'analista di esprimere un giudizio di importanza tra i valori di domanda da considerare. Assicura che i valori di domanda considerati abbiano peso crescente (i valori più recenti hanno sempre peso maggiore).

20.5 Sono noti i valori effettivi di domanda di tre periodi: D(1)=10, D(2)=15, D(3)=20. Il peso di ogni periodo è: W(1)=1, W(2)=2, W(3)=3. La previsione al periodo 4 (con arrotondamento) applicando il metodo della media mobile pesata è: P(4)=20. P(4)=100. P(4)=25. P(4)=17.

20.6 Il coefficiente di smorzamento α nel metodo previsionale dello smorzamento esponenziale: E' compreso tra 0 e 1. E' minore di 0. E' minore di -1. E' maggiore di 1.

20.7 La previsione al periodo t (Pt) con il metodo dello smorzamento esponenziale è data da (dove P indica la previsione e D la domanda effettiva): 1. 2. 3. 4.

20.8 Il metodo dello smorzamento esponenziale per la previsione di domanda si concretizza in: Correggere la previsione del periodo precedente con una frazione α della domanda effettiva. Correggere la previsione del periodo precedente con una frazione α dell'errore di previsione. Correggere la domanda effettiva del periodo precedente con una frazione α della previsione. Correggere la domanda effettiva del periodo precedente con una frazione α dell'errore di previsione.

20.9 Per decidere il coefficiente di smorzamento α da impiegare nel metodo dello smorzamento esponenziale, si calcolano i valori previsionali per α diversi e si sceglie: Il valore di α a cui corrisponde la minor differenza tra la domanda effettiva dell'ultimo periodo e la previsione. Il valore di α a cui corrisponde un minore errore medio (ME) sull'orizzonte di analisi. Il valore di α a cui corrisponde un minore errore medio assoluto (MAD) sull'orizzonte di analisi. Il valore di α a cui corrisponde un minore errore medio percentuale sull'orizzonte di analisi.

20.10 In genere, in caso di domanda instabile conviene applicare il metodo dello smorzamento esponenziale con: Un valore di α=0,5. Un valore di α=0. Un valore di α elevato (prossimo a 1). Un valore di α basso (prossimo a 0).

21.1 Il diagramma di correlazione viene sviluppato su un piano tale per cui: Sull'asse delle ascisse si riporta la domanda (effetto) e sull'asse delle ordinate si riporta la variabile nota (causa). Sull'asse delle ordinate si riporta la domanda (effetto) e sull'asse delle ascisse si riporta la variabile nota (causa). Sull'asse delle ordinate si riposta il tempo e sull'asse delle ascisse si risporta la domanda. Sull'asse delle ordinate si riposta il tempo e sull'asse delle ascisse si risporta la variabile nota (causa).

21.2 Se in corrispondenza dell'aumento di x la domanda decresce: La correlazione è positiva. La correlazione è negativa. La correlazione è nulla. Non è possibile trarre conclusioni sul tipo di correlazione tra x e la domanda.

21.3 Se in corrispondenza dell'aumento di x la domanda aumenta: La correlazione è positiva. La correlazione è negativa. La correlazione è nulla. Non è possibile trarre conclusioni sul tipo di correlazione tra x e la domanda.

21.4 Se in corrispondenza dell'aumento di x la domanda in certi casi cresce, in altri decresce, in altri ancora rimane costante: Non è possibile trarre conclusioni sul tipo di correlazione tra x e la domanda. La correlazione è negativa. La correlazione è positiva. La correlazione è nulla.

21.5 Il coefficiente di correlazione determina: Il coefficiente angolare della retta di regressione. La forza e il tipo del legame tra le due variabili considerate. L'intercetta della retta di regressione con l'asse delle ordinate. L'intercetta della retta di regressione con l'asse delle ascisse.

21.6 Il coefficiente di correlazione è dato da: Rapporto tra la covarianza delle due variabili e la radice quadrata del prodotto delle varianze. Rapporto tra la radice quadrata del prodotto delle varianze e la covarianza delle due variabili. Rapporto tra varianza e covarianza ci ciascuna variabile. Rapporto tra covarianza e varianza ci ciascuna variabile.

21.7 Se due variabili hanno un coefficiente di correlazione pari a 0,3, significa: Forte correlazione positiva. Forte correlazione negativa. Debole correlazione positiva. Debole correlazione negativa.

21.8 Se due variabili hanno un coefficiente di correlazione pari a (-0,9), significa: Forte correlazione positiva. Forte correlazione negativa. Debole correlazione positiva. Debole correlazione negativa.

21.9 La regressione semplice ipotizza: Una dipendenza lineare tra la variabile dipendente e una variabile indipendente. Una dipendenza lineare tra la variabile dipendente e più variabili indipendenti. Una dipendenza quadratica tra la variabile dipendente e una variabile indipendente. Una dipendenza quadratica tra la variabile dipendente e più variabili indipendenti.

21.10 I parametri della retta di regressione vengono determinati: Minimizzando gli errori tra valori teorici ipotizzati e quelli effettivi. Minimizzando il quadrato degli errori tra valori teorici ipotizzati e quelli effettivi. Minimizzando il valore assoluto degli errori tra valori teorici ipotizzati e quelli effettivi. Minimizzando l'inverso degli errori tra valori teorici ipotizzati e quelli effettivi.

22.1 Quale tra le seguenti è una tecnica impiegabile quando non si hanno a disposizione serie storiche, ma si ricerca la dipendenza della domanda da altre variabili note: Media Mobile. Media Mobile Pesata. Smorzamento Esponenziale. Correlazione.

22.2 In quale delle seguenti tecniche si calcolano le varianze e la covarianza della domanda e della variabile indipendente: Media Mobile. Media Mobile Pesata. Smorzamento Esponenziale. Correlazione.

22.3 Se si applica il metodo della Media Mobile Pesata assumendo gli stessi pesi per tutti i periodi: Si ricade nel metodo dello Smorzamento Esponenziale. Si ricade nel metodo dello Media Mobile. Non è possibile calcolare una previsione. La previsione sarà quella con MAD minore.

22.4 Lo smorzamento esponenziale consiste in: Correggere la previsione del periodo precedente considerando la domanda effettiva, in base al coefficiente di smorzamento. Correggere la media aritmetica delle previsioni precedenti, in base al coefficiente di smorzamento. Correggere la previsione del periodo precedente considerando la domanda effettiva, in base al MAD. Correggere la media aritmetica delle previsioni precedenti, in base al MAD.

22.5 In quale delle seguenti tecniche si “livellano” i valori della seria storica della domanda assegnando un peso decrescente in modo esponenziale: Media Mobile. Media Mobile Pesata. Smorzamento Esponenziale. Correlazione.

22.6 La scelta tra diversi metodi di previsione ricade su: Il metodo con MAD minore. Il metodo con MAD maggiore. Il metodo con MAD uguale a 0. Il metodo con MAD uguale a 1.

22.7 Il MAD è: La media degli errori tra valore effettivo e valore previsto. La media del valore assoluto degli errori tra valore effettivo e valore previsto. La media degli errori tra valore effettivo e valore previsto elevati al quadrato. L'inverso della media degli errori tra valore effettivo e valore previsto.

22.8 Un coefficiente di correlazione prossimo a -1 indica: Una forte correlazione positiva. Una debole correlazione positiva. Una forte correlazione negativa. Una debole correlazione negativa.

22.9 La retta di regressione consente: Di prevedere la domanda futura in base agli ultimi n dati storici. Di prevedere la domanda futura in base agli ultimi n dati storici pesati. Di prevedere la domanda futura in base agli ultimi n dati storici "livellati" mediante un coefficiente di smorzamento. Di prevedere la domanda futura correlata al valore di una variabile indipendente.

22.10 In caso di correlazione negativa la retta di regressione ha: Coefficiente angolare positivo. Coefficiente angolare negativo. Coefficiente angolare nullo. Coefficiente angolare tendente a -∞.

23.1 Quale tra i seguenti sono costi di distribuzione: Costi per l’acquisto del terreno. Costi di mantenimento a scorta delle materie prime. Costi di addestramento della manodopera di produzione. Costi per la spedizione dei prodotti ai clienti.

23.2 Tra i costi di approvvigionamento occorre anche valutare: Costi per l’acquisto del terreno. Costi di mantenimento a scorta delle materie prime. Costi di addestramento della manodopera di produzione. Costi per la spedizione dei prodotti ai clienti.

23.3 Tra i costi di costruzione occorre considerare anche le condizioni climatiche perché: Influenzano la capacità di attirare manodopera. Influenzano i fabbisogni energetici. Influenzano i costi di distribuzione. Influenzano i costi di approvvigionamento.

23.4 In genere, in caso di mercato distribuito conviene: Posizionarsi presso il centro di consumo più grande. Posizionarsi lungo la congiungente i due principali centri di consumo. Posizionarsi nel baricentro volumetrico del mercato. Posizionarsi presso il centro di consumo più piccolo.

23.5 Si consideri il caso di un unico fornitore di materia prima e un unico mercato. Se il processo di trasformazione prevede una perdita di peso converrà: Posizionarsi lungo la congiungente fornitore-mercato, più vicini al fornitore. Posizionarsi lungo la congiungente fornitore-mercato, più vicini al mercato. Posizionarsi a metà strada lungo la congiungente fornitore-mercato. Posizionarsi in un qualsiasi punto lungo la congiungente fornitore-mercato.

23.6 In genere, in caso di distanze molto brevi la tipologia di trasporto più conveniente è: Aria. Strada. Ferrovia. Mare.

23.7 La scelta del terreno può essere fatta solo a seguito di: Studio del layout generale di stabilimento. Studio del layout di dettaglio dei reparti produzione. Studio del progetto del prodotto. Studio del progetto degli impianti di servizio.

23.8 In genere si consiglia un terreno di forma: Quadrata. Rettangolare con rapporto dei lati 5 a 1. Rettangolare con rapporto dei lati 2 a 1. La forma del terreno non è rilevante.

23.9 Un vantaggio dell'accentramento è: Disponibilità di terreni con ampia superficie. Disponibilità di terreni a basso costo. Riduzione di traffico. Disponibilità di manodopera qualificata.

23.10 Un vantaggio del decentramento è: Disponibilità di manodopera qualificata. Disponibilità di terreni con ampia superficie. Basso costo dei trasporto. Disponibilità di materiali e parti di ricambio.

24.1 Applicando il metodo del punteggio si sceglie l'ubicazione alternativa migliore considerando: I soli costi di trasporto. I costi di installazione. I costi d'esercizio. I fattori ubicazioni rilevanti.

24.2 Nel metodo del punteggio il decisore sceglie arbitrariamente: Fattori ubicazionali rilevanti, pesi e voti. Solo i pesi e i voti. Solo i pesi (i voti vengono determinati oggettivamente). Solo i voti (i pesi vengono determinati oggettivamente).

24.3 Nel metodo del punteggio la somma dei pesi deve essere: Pari alla metà dei voti. Pari al doppio dei voti. Pari a 100 (%). Pari a zero.

24.4 Nel metodo del punteggio, il punteggio è dato da: Prodotto di pesi e voti per ciascun fattore e ciascuna alternativa. Somma di pesi e voti per ciascun fattore e ciascuna alternativa. Prodotto di pesi e voti per ciascun costo d'esercizio e ciascuna alternativa. Somma di pesi e voti per ciascun costo d'esercizio e ciascuna alternativa.

24.5 Il metodo del punteggio prevede di scegliere: L'alternativa con il punteggio negativo. L'alternativa con il punteggio nullo. L'alternativa con il punteggio massimo. L'alternativa con il punteggio minimo.

24.6 Il principale vantaggio del metodo del punteggio è: Oggettività. Semplicità. Complessità. Soggettività.

24.7 Secondo il metodo dei costi deve essere selezionata: L'alternativa con minori costi di investimento e minori costi d'esercizio. L'alternativa con minori costi di investimento. L'alternativa con minori costi d'esercizio. L'alternativa con minori costi di trasporto.

24.8 Applicando il metodo dei costi risulta che l'alternativa A ha maggiori costi di esercizio ma minori costi di investimento di B. Allora: Si sceglie A. Si sceglie B. Per scegliere occorre considerare anche gli ammortamenti e sommarli ai costi d'esercizio. Per scegliere occorre considerare anche gli ammortamenti e sommarli ai costi di investimento.

24.9 Il costo per eventuali opere stradali e raccordi al fine di avviare l'iniziativa rientra in: Costi di investimento. Costi di esercizio. Costi di trasporto. Costi variabili.

24.10 Il costo dell'energia impiegata in produzione rientra in: Costi di investimento. Costi di esercizio. Costi di trasporto. Costi variabili.

25.1 Secondo il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari: Le coordinate ottime x* e y* si determinano in modo indipendente. Occorre prima determinare l'ascissa ottima x* per poi calcolare l'ordinata ottima y*. Occorre prima determinare l'ordinata ottima y* per poi calcolare l'ascissa ottima x*. Le coordinate ottime x* e y* si determinano in modo congiunto.

25.2 Il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari prevede di: Posizionare i punti noti su un piano cartesiano x,y, considerando le loro coordinate spaziali. Posizionare le alternative ubicazionali su un piano cartesiano x,y, considerando le loro coordinate spaziali. Posizionano i punti noti su un piano cartesiano x,y, considerando le loro coordinate moltiplicate per i pesi. Posizionare le alternative ubicazionali su un piano cartesiano x,y, considerando le loro coordinate moltiplicate per i pesi.

25.3 Nella generica regione [s,t] la funzione di costo di trasporto totale è: Quadratica. Lineare. Espressa tramite l'operatore valore assoluto. Espressa tramite l'operatore radice quadrata.

25.4 L'ascissa x* è l'unica soluzione ottima se: E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle verticali (Cj) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle verticali (Cj) supera la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) supera la metà del totale dei pesi.

25.5 L'ascissa x* e tutti i punti sul segmento fino alla prossima coordinata sono ottimi se: E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle vericali (Cj) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle vericali (Cj) supera la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) supera la metà del totale dei pesi.

25.6 L'ordinata y* è l'unica soluzione ottima se: E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle vericali (Cj) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle vericali (Cj) supera la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) supera la metà del totale dei pesi.

25.7 L'ordinata y* e tutti i punti sul segmento fino alla prossima coordinata sono ottimi se: E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle verticali (Cj) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle vericali (Cj) supera la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) uguaglia la metà del totale dei pesi. E' il punto a partire dal quale la somma parziale dei pesi delle orizzontali (Di) supera la metà del totale dei pesi.

25.8 Le linee isocosto sono: I luoghi dei punti tali per cui la funzione di costo è nulla. I luoghi dei punti tali per cui la funzione di costo è massima. I luoghi dei punti tali per cui la funzione di costo è minima. I luoghi dei punti tali per cui la funzione di costo è costante.

25.9 Secondo il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari, il coefficiente angolare della retta isocosto nella generica sezione [s,t] è: Pari al rapporto tra i parametri Mt e Ns. Pari all'opposto del rapporto tra i parametri Mt e Ns. Pari al parametro Mt. Pari al parametro Ns.

25.10 Il coefficiente angolare della linea isocosto indica: La direzione verso cui muoversi per non modificare il costo. La direzione verso cui muoversi per minimizzare il costo. La direzione verso cui il costo aumenta. La direzione verso cui muoversi per annullare il costo.

26.1 L'espressione della distanza euclidea tra un punto x e un punto P di coordinate (a,b) è: 1. 2. 3. 4.

26.2 Il metodo dei costi di trasporto proporzionali alla distanza euclidea è adatto in caso di: Spostamenti di persone all'interno di un edificio. Viabilità in aree urbane. Movimentazione di carrelli elevatori nei corridoi tra le scaffalature di un magazzino. Tracciati di tubazioni.

26.3 La formulazione del gravity problem è: 1. 2. 3. 4.

26.4 Le coordinate ottime (x*, y*) individuate con il gravity problem si possono interpretare come: La media pesata del quadrato delle coordinate dei punti noti. La media delle coordinate dei punti noti. La media del quadrato delle coordinate dei punti noti. La media pesata delle coordinate dei punti noti.

26.5 Le linee isocosto nel gravity problem sono: Linee chiuse spezzate. Rette. Circonferenze concentriche nel punto di ottimo (x*,y*). Circonferenze concentriche nel punto noto con peso maggiore.

26.6 Nel caso in cui l'ubicazione ottima (x*,y*) individuata risolvendo il gravity problem non sia disponibile: Ci si sposta nell'ubicazione disponibile più vicina in linea retta al punto di ottimo. Ci si sposta presso il punto noto con peso maggiore. Ci si sposta presso il punto noto con peso minore. Ci si sposta lungo la congiungente il punto di ottimo e il punto noto con peso maggiore.

26.7 Il metodo della mediana consente: Minimizzare la distanza media pesata delle distanze del punto noto più vicino e di quello più lontano dall'ubicazione incognita. Minimizzare la media pesata delle distanze tra i punti noti e l'ubicazione incognita. Minimizzare la distanza (pesata) tra punto noto più lontano e l'ubicazione incognita. Minimizzare la distanza (pesata) tra punto noto più vicino e l'ubicazione incognita.

26.8 Il metodo del Centro consente: Minimizzare la distanza media pesata delle distanze del punto noto più vicino e di quello più lontano dall'ubicazione incognita. Minimizzare la media pesata delle distanze tra i punti noti e l'ubicazione incognita. Minimizzare la distanza (pesata) tra punto noto più lontano e l'ubicazione incognita. Minimizzare la distanza (pesata) tra punto noto più vicino e l'ubicazione incognita.

26.9 Applicando il metodo della mediana si sceglie: Il vertice con valore minore della somma delle distanze pesate dagli altri vertici. Il vertice con valore minore del massimo delle distanze pesate dagli altri vertici. Il vertice con valore minore del minimo delle distanze pesate dagli altri vertici. Il vertice con valore maggiore della somma delle distanze pesate dagli altri vertici.

26.10 Applicando il metodo del centro si sceglie: Il vertice con valore minore della somma delle distanze pesate dagli altri vertici. Il vertice con valore minore del massimo delle distanze pesate dagli altri vertici. Il vertice con valore minore del minimo delle distanze pesate dagli altri vertici. Il vertice con valore maggiore della somma delle distanze pesate dagli altri vertici.

27.1 Nel caso in cui il costo unitario di trasporto sia costante: I pesi dei punti noti sono nulli. I pesi dei punti noti coincidono con i flussi (o viaggi) tra i punti noti e l'impianto da ubicare. I pesi dei punti noti coincidono con tali costi di trasporto (e sono quindi uguali per ogni punto). I pesi dei punti noti non possono essere determinati.

27.2 Secondo il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari, il peso di ciascuna verticale sul piano x,y è: Pari alla somma dei pesi dei punti che giacciono su tale verticale. Pari alla media dei pesi dei punti che giacciono su tale verticale. Pari alla somma dei pesi dei punti che non si trovano su tale verticale. Pari alla media dei pesi dei punti che non si trovano su tale verticale.

27.3 Secondo il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari, il peso di ciascuna orizzontale sul piano x,y è: Pari alla somma dei pesi dei punti che non si trovano su tale orizzontale. Pari alla media dei pesi dei punti che non si trovano su tale orizzontale. Pari alla somma dei pesi dei punti che giacciono su tale orizzontale. Pari alla media dei pesi dei punti che giacciono su tale orizzontale.

27.4 Secondo il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari, la somma parziale dei pesi delle verticali (orizzontali) deve essere confrontata con: Il doppio dei pesi totali. Il quadrato dei pesi totali. La radice dei pesi totali. La metà dei pesi totali.

27.5 La soluzione ottenuta nell'ipotesi di gravity problem: Può coincidere con quella ottenuta con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari. Non coincide mai con quella ottenuta con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari. Coincide sempre con quella ottenuta con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari. Comporta sempre un costo maggiore rispetto a quella ottenuta con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari.

27.6 La soluzione ottenuta applicando le formule del gravity problem: E' un unico punto (x*,y*). Può costituire un segmento parallelo all'asse x. Può costituire un segmento parallelo all'asse y. Può costituire una regione nel piano x,y.

27.7 Le linee isocosto: Sono linee chiuse solo nell'ipotesi di gravity problem. Sono linee chiuse solo se si applica il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari. Sono sempre linee chiuse. Sono sempre linee aperte.

27.8 Secondo il metodo dei costi di trasporto proporzionali alle distanze rettangolari, l'inverso del rapporto di Mt su Ns rappresenta: Il peso dei punti nella regione [s,t]. Il costo di trasporto totale nella regione [s,t]. Il coefficiente angolare della retta isocosto nella regione [s,t]. Il costo di trasporto unitario nella regione [s,t].

27.9 Le linee isocosto nell'ipotesi di gravity problem sono: Rette. Linee chiuse spezzate. Circonferenze. Linee chiuse irregolari.

27.10 Le linee isocosto individuate nell'ipotesi di gravity problem: Possono coincidere con le linee isocosto ottenute con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari. Non coincidono mai con le linee isocosto ottenute con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari. Coincidono sempre con le linee isocosto ottenute con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari. Coincidono con le linee isocosto ottenute con il metodo dei costi proporzionali alle distanze rettangolari solo nel caso in cui la soluzione ottima sia un unico punto (x*,y*).

28.1 In quale fase dello studio del prodotto si dovrebbe valutare la disponibilità di risorse tecniche e finanziarie: Selezione e classificazione delle idee. Progettazione preliminare. Progettazione finale. Progetto definitivo.

28.2 In quale fase dello studio del prodotto si dovrebbero valutare i requisiti affidabilistici del prodotto: Selezione e classificazione delle idee. Progettazione preliminare. Progettazione finale. Progetto definitivo.

28.3 In quale fase dello studio del prodotto si dovrebbe valutare la fattibità tecnica e economica: Selezione e classificazione delle idee. Progettazione preliminare. Progettazione finale. Progetto definitivo.

28.4 Quale dei seguenti è un parametro fondamentale per l'affidabilità del prodotto: Mean Time To Repair. Mean Time To Failure. Probabilità del danno. Magnitudo del danno.

28.5 Quale dei seguenti è un parametro fondamentale per la manutenibilità del prodotto: Mean Time To Repair. Mean Time To Failure. Probabilità del danno. Magnitudo del danno.

28.6 L'espressione della disponibilità è data da: Rapporto fra il Mean Time To Failure e la somma di Mean Time To Failure e Mean Time To Repair. Rapporto fra il Mean Time To Repair e la somma di Mean Time To Failure e Mean Time To Repair. Mean Time To Repair. Mean Time To Failure.

28.7 Il Variety Reduction Program prevede: Individuazione delle modalità di guasto e dei loro effetti. Facilitazione delle operazioni di fissaggio di componenti. Traduzione delle esigenze del cliente in specifiche tecniche. Progettazione simultanea di più prodotti appartenenti alla medesima famiglia.

28.8 La tecnica FMEA prevede: Individuazione delle modalità di guasto e dei loro effetti. Facilitazione delle operazioni di fissaggio di componenti. Traduzione delle esigenze del cliente in specifiche tecniche. Progettazione simultanea di più prodotti appartenenti alla medesima famiglia.

28.9 Il Design for Assembly prevede: Individuazione delle modalità di guasto e dei loro effetti. Facilitazione delle operazioni di fissaggio di componenti. Traduzione delle esigenze del cliente in specifiche tecniche. Progettazione simultanea di più prodotti appartenenti alla medesima famiglia.

28.10 Il Quality Function Deployment prevede: Individuazione delle modalità di guasto e dei loro effetti. Facilitazione delle operazioni di fissaggio di componenti. Traduzione delle esigenze del cliente in specifiche tecniche. Progettazione simultanea di più prodotti appartenenti alla medesima famiglia.

29.1 Considerando il ciclo di vita di un prodotto, il massimo livello di qualità si definisce durante: Le fasi di distribuzione e assistenza post-vendita. Le fasi di fine vita e smaltimento. Le fasi di ingegnerizzazione del processo e produzione. Le prime fasi di analisi e progettazione del prodotto.

29.2 Quale dei seguenti attori può essere definito come "cliente interno" per la funzione progettazione: Azienda di distribuzione. Fornitore di materie prime. Funzione aziendale che utilizza il risultato della progettazione. Azienda di smaltimento.

29.3 Quale dei seguenti attori può essere definito come "cliente esterno" per la funzione progettazione: Azienda di distribuzione. Fornitore di materie prime. Funzione aziendale che utilizza il risultato della progettazione. Dipendente aziendale che utilizza il risultato della progettazione.

29.4 Nell'approccio tradizionale allo sviluppo di un nuovo prodotto il maggior numero di modifiche si verifica: In fase di sviluppo e progettazione. In fase di distribuzione. In fase di pre-produzione e produzione. In fase di assistenza post-vendita.

29.5 L'obiettivo del Quality Function Deployment (QFD) è: Tradurre le esigenze del cliente in appropriate specifiche tecniche del prodotto. Ridurre il numero di specifiche tecniche del prodotto. Incrementare il numero di specifiche tecniche del prodotto. Ridurre il numero di fasi del ciclo di vita del prodotto.

29.6 La casa della qualità è uno strumento che consente di: Mettere in relazione le specifiche di prodotto alle operazioni necessarie alla produzione. Mettere in relazione i bisogni del cliente alle specifiche di prodotto. Mettere in relazione i bisogni del cliente alle fasi del ciclo di vita del prodotto. Mettere in relazione le specifiche di prodotto alle fasi del ciclo di vita del prodotto.

29.7 Nella zona più "alta" della casa della qualità (Zona 5 o "tetto") si trova: L'elenco dei bisogni del cliente (COSA). L'elenco delle caratteristiche tecnico-funzionali del prodotto (COME). La matrice di correlazione caratteristiche-caratteristiche. I giudizi di importanza delle caratteristiche tecnico-funzionali del prodotto.

29.8 Nella zona "centrale" della casa della qualità (Zona 6) si trova: L'elenco dei bisogni del cliente (COSA). L'elenco delle caratteristiche tecnico-funzionali del prodotto (COME). I giudizi di importanza dei bisogni del cliente. La matrice di correlazione bisogni-caratteristiche.

29.9 Si consideri la seguente situazione: dall'analisi tramite la casa della qualità si è rilevato che un bisogno del cliente non è in relazione con nessuna caratteristica del prodotto. Allora: E' stata individuata un'opportunità di espansione delle caratteristiche tecnico-funzionali del prodotto. E' opportuno focalizzarsi solo sui bisogni che sono "coperti" dalle attuali caratteristiche tecnico-funzionali del prodotto. E' opportuno focalizzarsi solo sul bisogno che non è in relazione con nessuna caratteristica del prodotto. E' opportuno dare al bisogno che non è in relazione con nessuna caratteristica del prodotto il giudizio massimo di importanza.

29.10 Uno dei principali benefici del Quality Function Deployment (QFD) è: Riduzione del prezzo del prodotto. Riduzione del costo delle materie prime del prodotto. Cicli di sviluppo dei prodotti più brevi. Serializzazione delle attività di sviluppo, progettazione e produzione.

30.1 Quale dei seguenti è un dato sempre presente in una distinta base: Ciclo di lavorazione. Coefficiente d'impiego. Costo di produzione. Tempo di produzione.

30.2 Per coefficiente di impiego di un generico componente o materiale si intende: Il numero di unità necessarie a realizzare la quantità di prodotto finito da produrre. Il numero di unità necessarie a realizzare una unità dell'assieme a livello superiore. Il numero di unità necessarie a realizzare una unità dell'assieme a livello inferiore. Il numero di unità necessarie a realizzare una unità dell'assieme a livello 0.

30.3 Quale tipologia di distinta base contiene solo informazioni di carattere generale sugli elementi costituenti il prodotto: Distinta base di progetto. Distinta base di produzione. Distinta base di ordinazione. Distinta base di impiego.

30.4 Quale tipologia di distinta base è sviluppata in fase di ingegnerizzazione del prodotto e considera anche i cicli di lavorazione: Distinta base di progetto. Distinta base di produzione. Distinta base di ordinazione. Distinta base di impiego.

30.5 Quale tipologia di distinta base contiene informazioni riguardo al costo dei materiali: Distinta base di progetto. Distinta base di produzione. Distinta base di ordinazione. Distinta base di impiego.

30.6 Quale tipologia di distinta base rappresenta l'elenco di assemblati e prodotti finiti in cui si trova un certo componente o materiale: Distinta base di progetto. Distinta base di produzione. Distinta base di ordinazione. Distinta base di impiego.

30.7 L'operazione di esplosione di una distinta base consente di: Partendo dal prodotto finito, calcolare il fabbisogno di ciascun componente necessario. Determinare, per ciascun componente, il suo fabbisogno per ogni codice di livello superiore. Partendo dal prodotto finito, calcolare il i tempi di approvvigionamento di ciascun componente. Partendo dal prodotto finito, calcolare il i costi di approvvigionamento di ciascun componente.

30.8 Quale forma di rappresentazione della distinta base ha come maggior svantaggio la duplicazione dei componenti: Forma ad albero. Grafo gozinto. Forma tabellare. Forma matriciale.

30.9 Quale forma di rappresentazione della distinta base è, in genere, più semplice da aggiornare: Forma ad albero. Grafo gozinto. Forma tabellare. Forma matriciale.

30.10 Quale forma di rappresentazione della distinta è base è più adatta in caso di gestione informatizzata dell'informazione: Forma ad albero. Grafo gozinto. Forma tabellare. Forma matriciale.

31.1 Quali delle seguenti è una caratteristica fondamentale di un progetto: Semplicità. Unicità. Esclusività. Standardizzazione.

31.2 Quale dei seguenti è definibile come un progetto, nella sua più ampia accezione di "project": La costruzione di una casa. Il disegno esecutivo dell'edificio. I calcoli esecutivi delle strutture. Gli elaborati grafici degli impianti.

31.3 Con il progredire del progetto: L'incertezza aumenta come l'impatto delle soluzioni adottate. L'incertezza diminuisce come l'impatto delle soluzioni adottate. L'incertezza aumenta mentre l'impatto delle soluzioni adottate diminuisce. L'incertezza diminuisce mentre l'impatto delle soluzioni adottate aumenta.

31.4 La situazione di massimo rischio si ha: All'inizio del progetto. All'avvicinarsi della fine del progetto. Nella zona intermedia della vita del progetto. Il rischio è costante per tutta la vita del progetto.

31.5 Il costo cumulativo del progetto lungo la sua vita: Cresce linearmente. Cresce sensibilmente nella zona di massimo rischio. Descresce linearmente. E' costante.

31.6 Quale dei seguenti è un obiettivo S.M.A.R.T.: Avere una buona forma fisica. Avere un aumento di stipendio. Avere un aumento di 200 euro entro il 1° Ottobre. Imparare bene l'inglese.

31.7 Lo scopo dello scheduling è: Definire gli obiettivi del progetto. Individuare le risorse del progetto. Tempificare le attività. Individuare le deviazioni dal piano rilasciato.

31.8 Lo scopo della fase di controllo del progetto è: Definire gli obiettivi del progetto. Individuare le risorse del progetto. Tempificare le attività. Individuare le deviazioni dal piano rilasciato.

31.9 Quale tra i seguenti è un project team: Un gruppo costituito da un ingegnere strutturale, un architetto e un direttore lavori che collaborano alla costruzione di un edificio. Un gruppo costituito da più ingegneri strutturali con le medesime competenze. Un gruppo costituito da un ingegnere strutturale, un architetto e un direttore lavori che appartengono a studi tecnici differenti. Un gruppo costituito da un ingegnere strutturale, un architetto e un direttore lavori che lavorano su edifici diversi.

31.10 Durante la negoziazione, la zona di possibile accordo si ha quando: Tutti i membri hanno il medesimo interesse. Tutti i membri hanno le medesime priorità. Il project manager decide in autonomia. Emerge un'alternativa decisionale più vantaggiosa della Migliore Alternativa all'Accordo Negoziale.

32.1 Quale delle seguenti è una definizione di Work Breakdown Structure (WBS): Scomposizione gerarchica di un progetto/lavoro in attività. Scomposizione delle responsabilità di progetto in termini di dipendenza dal project manager. Definizione della relazione fra un'attività e tutti gli attori coinvolti con indicazione dei livelli di responsabilità. Scomposizione gerarchica delle fonti di rischio di un progetto.

32.2 Quale forma di WBS è più adatta per comunicare con l'alta direzione: Reticolo principale. Reticolo sommario. Reticolo operativo. Reticolo principale e operativo.

32.3 In una corretta WBS: Ogni attività compare una volta sola. Un'attività può comparire più volte ma a livelli diversi. Un'attività può comparire più volte ma solo al medesimo livello. Un'attività può comparire più volte ma solo se è un work package.

32.4 Il livello più basso (foglia) di una WBS contiene: Obiettivo del progetto. Sotto-obiettivi del progetto. Macro-attività del progetto. Work package del progetto.

32.5 Uno dei principali vantaggi della WBS è: Facilita l'emergere di idee creative. Facilita il coordinamento del progetto. Riduce la probabilità di accadimento di eventi indesiderati. Facilita il trasferimento di informazioni sui rischi del progetto.

32.6 Quale delle seguenti è una definizione di Organization Breakdown Structure (OBS): Scomposizione gerarchica di un progetto/lavoro in attività. Scomposizione delle responsabilità di progetto in termini di dipendenza dal project manager. Definizione della relazione fra un'attività e tutti gli attori coinvolti con indicazione dei livelli di responsabilità. Scomposizione gerarchica delle fonti di rischio di un progetto.

32.7 Quale delle seguenti è una definizione di Responsibility Assignment Matrix (RAM): Scomposizione gerarchica di un progetto/lavoro in attività. Scomposizione delle responsabilità di progetto in termini di dipendenza dal project manager. Definizione della relazione fra un'attività e tutti gli attori coinvolti con indicazione dei livelli di responsabilità. Scomposizione gerarchica delle fonti di rischio di un progetto.

32.8 Il codice (I) nella matrice RAM sta per: Informato. Inattivo. Improvviso. Inaspettato.

32.9 Quale delle seguenti è una definizione di Risk Breakdown Structure (RBS): Scomposizione gerarchica di un progetto/lavoro in attività. Scomposizione delle responsabilità di progetto in termini di dipendenza dal project manager. Definizione della relazione fra un'attività e tutti gli attori coinvolti con indicazione dei livelli di responsabilità. Scomposizione gerarchica delle fonti di rischio di un progetto.

32.10 Uno dei principali vantaggi della RBS è: Facilita l'emergere di idee creative. Facilita il coordinamento del progetto. Riduce la probabilità di accadimento di eventi indesiderati. Facilita il trasferimento di informazioni sui rischi del progetto.

33.1 Le tecniche di pianificazione temporale consentono: La scomposizione gerarchica di un progetto/lavoro in attività. La scomposizione delle responsabilità di progetto in termini di dipendenza dal project manager. La definizione della relazione fra un'attività e tutti gli attori coinvolti con indicazione dei livelli di responsabilità. L'ottimizzazione di risorse quali tempo, costo e risorse disponibili.

33.2 Il diagramma di Gantt è: Una rappresentazione "ad albero" che consente di disaggregare il progetto a diversi livelli di dettaglio. Una rappresentazione "ad albero" che consente di disaggregare la responsabilità di progetto in termini di dipendenza dal project manager. Una rappresentazione del progetto su scala temporale, in cui ogni barra rappresenta un’attività. Una rappresentazione del progetto in termini di nodi e archi all'interno di un grafo algebrico.

33.3 L'attività "riempimento scavo" deve finire entro un giorno dopo l'attività "posa del cavo". Questa relazione è di tipo: Inizio-Fine. Fine-Fine. Fine-Inizio. Inizio-Inizio.

33.4 L'attività "posa del cavo" può partire un giorno dopo l'avvio dell'attività "scavo". Questa relazione è di tipo: Inizio-Fine. Fine-Fine. Fine-Inizio. Inizio-Inizio.

33.5 Una milestone di progetto è: L'evento iniziale del progetto. L'obiettivo del progetto. Un punto di controllo. L'evento che si attiva in caso di ritardi.

33.6 Le tecniche reticolari forniscono: Una rappresentazione "ad albero" che consente di disaggregare il progetto a diversi livelli di dettaglio. Una rappresentazione "ad albero" che consente di disaggregare la responsabilità di progetto in termini di dipendenza dal project manager. Una rappresentazione del progetto su scala temporale, in cui ogni barra rappresenta un’attività. Una rappresentazione del progetto in termini di nodi e archi all'interno di un grafo algebrico.

33.7 Generalmente, applicando una tecnica reticolare, la durata di ogni attività viene valutata: Assumento che la risorsa sia effettivamente disponibile. Considerando l'impegno della risorsa su altre attività in parallelo. Considerando l'impegno della risorsa su attività precedenti. Considerando l'impegno della risorsa su attività successive.

33.8 Nella costruzione del reticolo, la lunghezza della freccia che rappresenta un'attività: E' proporzionale alla durata dell'attività. E' proporzionale al costo dell'attività. E' proporzionale all'impegno della risorsa su quell'attività. Non è significativa né di tempo, costo o risorse impiegate.

33.9 Nella costruzione del reticolo Activity-On-Arrow (AOA), se due attività B e C possono iniziare solo dopo l'attività A: Si duplica l'attività A. Si introducono attività fittizie in modo che A venga rappresentata una volta sola. Si utilizza un'unica freccia per rappresentare le due attività B e C. Si costruiscono due reticoli indipendenti.

33.10 Nella costruzione del reticolo Activity-On-Arrow (AOA), un'attività: Deve sempre essere preceduta e seguita da un evento. Deve essere preceduta e seguita da un evento, ad eccezione della prima attività. Deve essere preceduta e seguita da un evento, ad eccezione dell'ultima attività. Deve essere preceduta e seguita da un evento, ad eccezione delle attività fittizie.

34.1 Nel reticolo di progetto: In un singolo nodo possono arrivare più attività. In un singolo non può arrivare più di una attività. In un singolo nodo possono arrivare più attività, ma solo se è il nodo di fine. In un singolo non possono arrivare più di due attività.

34.2 Nel reticolo di progetto: Da un singolo nodo possono partire più attività. Da un singolo non può partire più di una attività. Da un singolo nodo possono partire più attività, ma solo se è il nodo d'inizio. Da un singolo nodo non possono partire più di due attività.

34.3 Il tempo al più presto di un nodo j è: Il massimo della somma tra tempo al più presto e durata dell'attività, considerando tutti i successori di j. Il massimo della somma tra tempo al più presto e durata dell'attività, considerando tutti i predecessori di j. Il massimo della differenza tra tempo al più presto e durata dell'attività, considerando tutti i successori di j. Il massimo della differenza tra tempo al più presto e durata dell'attività, considerando tutti i predecessori di j.

34.4 Nell'analisi forward pass si valutano: I tempi al più tardi degli eventi, partendo dall'evento inziale del progetto. I tempi al più tardi degli eventi, partendo dall'evento fine e procedendo a ritroso. I tempi al più presto degli eventi, partendo dall'evento inziale del progetto. I tempi al più presto degli eventi, partendo dall'evento fine e procedendo a ritroso.

34.5 Il tempo al più tardi di un nodo j è: Il minimo della somma tra tempo al più tardi e durata dell'attività, considerando tutti i successori di j. Il minimo della somma tra tempo al più tardi e durata dell'attività, considerando tutti i predecessori di j. Il minimo della differenza tra tempo al più tardi e durata dell'attività, considerando tutti i successori di j. Il minimo della differenza tra tempo al più tardi e durata dell'attività, considerando tutti i predecessori di j.

34.6 Nell'analisi backwars pass si valutano: I tempi al più tardi degli eventi, partendo dall'evento inziale del progetto. I tempi al più tardi degli eventi, partendo dall'evento fine e procedendo a ritroso. I tempi al più presto degli eventi, partendo dall'evento inziale del progetto. I tempi al più presto degli eventi, partendo dall'evento fine e procedendo a ritroso.

34.7 L'evento j è seguito dall'evento j1 e dall'evento j2. Le durate delle attività sono: (j,j1) pari a 2; (j,j2) pari a 3. L'evento j1 ha tempo al più tardi pari a 10, l'evento j2 pari a 16. Allora: Il tempo al più tardi di j è 8. Il tempo al più tardi di j è 12. Il tempo al più tardi di j è 13. Il tempo al più tardi di j è 19.

34.8 Un evento ha un tempo al più tardi pari a 10 e un tempo al più presto pari a 8. Allora: Il suo slittamento libero è 2. Il suo slittamento totale è 2. Il suo slittamento concatenato è 2. Il suo slittamento concatenato è 8.

34.9 Un'attività è critica se: Il suo slittamento libero è nullo. Il suo slittamento totale è nullo. Il suo slittamento concatenato è nullo. La sua durata è nulla.

34.10 Un evento è critico se: Il suo slittamento libero è nullo. Il suo slittamento totale è nullo. Il suo slittamento concatenato è nullo. La sua durata è nulla.

35.1 Le principali ipotesi del PERT probabilistico sono: Le durate delle attività statisticamente indipendenti e distribuite secondo una distribuzione normale. Le durate delle attività statisticamente indipendenti e distribuite secondo una distribuzione Beta. Le durate delle attività dipendenti tra loro e distribuite secondo una distribuzione normale. Le durate delle attività dipendenti tra loro e distribuite secondo una distribuzione Beta.

35.2 La distribuzione Beta è caratterizzata da: Tre parametri: durata ottimistica, durata più probabile, durata pessimistica. Un solo parametro, la durata ottimistica. Un solo parametro, la durata pessimistica. Un solo parametro, la durata più probabile.

35.3 Il valore medio della distribuzione Beta è: La media tra durata ottimistica e durata pessimistica. La media pesata tra durata ottimistica e durata pessimistica; la durata ottimistica ha il peso maggiore. La media pesata tra durata ottimistica e durata pessimistica; la durata pessimistica ha il peso maggiore. Una media pesata tra durata ottimistica, durata più probabile, durata pessimistica; la durata più probabile ha il peso maggiore.

35.4 La varianza della distribuzione Beta è direttamente collegata a: Differenza tra durata più probabile e durata ottimistica. Differenza tra durata più probabile e durata pessimistica. Differenza tra durata pessimistica e durata ottimistica. Somma di durata pessimistica e durata ottimistica.

35.5 Due attività A e B hanno la stessa durata media e la stessa durata ottimistica. La durata pessimistica di A è 10 giorni, quella di B è 8 giorni. Allora: La varianza della durata di B è maggiore. La varianza della durata di A è maggiore. La durata più probabile di B è più lunga. La durata più probabile di A è più lunga.

35.6 Secondo il PERT probabilistico, il valore medio della durata del progetto è: La somma delle durate medie delle attività del progetto. La somma delle durate medie delle sole attività critiche del progetto. La somma delle durate più probabili delle sole attività critiche del progetto. La somma delle durate più probabili delle attività del progetto.

35.7 Secondo il PERT probabilistico, la varianza della durata del progetto è: La somma delle varianze delle attività del progetto. La somma delle varianze delle sole attività critiche del progetto. La varianza dell'attività iniziale. La varianza dell'attività finale.

35.8 Secondo il PERT probabilistico, la durata del progetto è: Distribuita secondo una distribuzione normale poiché le durate delle attività sono ipotizzate normali. Distribuita secondo una distribuzione normale seppur le durate delle attività siano distribuite secondo una Beta. Distribuita secondo una distribuzione Beta poiché le durate delle attività sono distribuite secondo una Beta. Distribuita secondo una distribuzione Beta seppur le durate delle attività siano distribuite secondo una normale.

35.9 Se viene fissato un tempo limite di completamento del progetto inferiore alla durata media: La probabilità di completamento entro il tempo limite è inferiore al 50%. La probabilità di completamento entro il tempo limite è superiore al 50%. La probabilità di completamento entro il tempo limite è pari al 50%. La probabilità di completamento entro il tempo limite è nulla.

35.10 La variabile normale standardizzata ha: Media pari a 1 e varianza pari a 1. Media nulla e varianza nulla. Media nulla e varianza pari a 1. Media a 1 e varianza nulla.

36.1 In quale dei seguenti casi, ipotizzando una distribuzione Beta, la varianza è maggiore: Durata ottimistica = 1; durata più probabile = 3; durata pessimistica = 4. Durata ottimistica = 1; durata più probabile = 2; durata pessimistica = 4. Durata ottimistica = 2; durata più probabile = 2; durata pessimistica = 5. Durata ottimistica = 1; durata più probabile = 2; durata pessimistica = 5.

36.2 In quale dei seguenti casi, ipotizzando una distribuzione Beta, il valore medio è 7: Durata ottimistica = 1; durata più probabile = 7; durata pessimistica = 9. Durata ottimistica = 4; durata più probabile = 6; durata pessimistica = 14. Durata ottimistica = 1; durata più probabile = 6; durata pessimistica = 7. Durata ottimistica = 7; durata più probabile = 8; durata pessimistica = 9.

36.3 Durante la forward pass analysis si determina: Lo slittamento concatenato degli eventi. Lo slittamento libero e totale delle attività. Il tempo al più tardi di ogni evento. Il tempo al più presto di ogni evento.

36.4 Durante la backward pass analysis si determina: Lo slittamento concatenato degli eventi. Lo slittamento libero e totale delle attività. Il tempo al più tardi di ogni evento. Il tempo al più presto di ogni evento.

36.5 Se un'attività ha slittamento totale nullo: Il suo slittamento libero è nullo. Il suo slittamento libero è negativo. Il suo slittamento libero è positivo. Il suo slittamento libero può essere positivo o nullo.

36.6 Se un'attività ha slittamento libero nullo: Il suo slittamento totale è nullo. Il suo slittamento totale è negativo. Il suo slittamento totale è positivo. Il suo slittamento totale può essere positivo o nullo.

36.7 Quali di questi eventi appartengono sempre al cammino critico di progetto: Il solo evento iniziale. Il solo evento finale. L'evento iniziale e l'evento finale. Nessun evento è a priori appartenente al cammino critico.

36.8 Un progetto è costituito dalle seguenti attività: A con durata media 2, B con durata media 3, C con durata media 5, D con durata media 5. Il cammino critico è definito dalle attività A e D. Allora: La durata media del progetto è 15. La durata media del progetto è 7. La durata media del progetto è 8. La durata media del progetto è 5.

36.9 Per effettuare il cambio di variabile che consente di ricorrere alla variabile normale standardizzata, occorre: Sottrarre alla durata di progetto il suo valor medio; dividere il tutto per la deviazione standard. Sottrarre alla durata di progetto il suo valor medio; dividere il tutto per la varianza. Sommare alla durata di progetto il suo valor medio; dividere il tutto per la deviazione standard. Sommare alla durata di progetto il suo valor medio; dividere il tutto per la varianza.

36.10 Per il calcolo della probabilità che il progetto si concluda (superi) una certa durata, conviene: Ricondursi alla variabile normale standardizzata e calcolarne l'integrale. Ricondursi alla variabile normale standardizzata la cui funzione di probabilità cumulata è opportunamente tabulata. Calcolare direttamente l'integrale della funzione densità di probabilità della durata del progetto. Calcolare direttamente l'integrale della funzione densità di probabilità della durata delle singole attività.

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