Test latino piattaforma parte 3
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Title of test:![]() Test latino piattaforma parte 3 Description: Esercitazione personale Creation Date: 2025/02/26 Category: Others Number of questions: 70
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Lo studio della storia della lingua latina concerne. Soltanto la lingua scritta. Soltanto la lingua parlata. Sia la lingua scritta che la lingua parlata. Soltanto le manifestazioni epigrafiche di una lingua. Tra i documenti di prima mano rientra. Un’opera letteraria. Un’epigrafe. Una legge romanobarbarica. Un trattato di medicina. L’approccio diatopico. Si applica soltanto alle epigrafi. Considera le variazioni di una lingua In base alla classe sociale di parlanti e scriventi. Studia una lingua nel suo sviluppo storico. Considera le variazioni di una lingua a seconda del luogo. Tra i seguenti, non è uno strumento della storia della lingua latina. Le edizioni critiche. Le registrazioni vocali. I lessici. Gli indici. Il momento di sistematizzazione della lingua latina coincide con. L’età arcaica. L’età argentea. L’età Ciceroniana. L’età umanistica. Le differenziazioni linguistiche operate da gruppi professionali sono dette. Lingue tecniche. Lingue speciali. Lingue di professione. Lingue dotte. Le epigrafi sono raccolte. Nel CLIL. Nel CLEL. Nel CEL. Nel CIL. Il materiale scrittorio più usato nell’antichità fu. Il legno. Il bronzo. Il papiro. La pietra. L’approccio diacronico studia una lingua. In una determinata epoca storica. Nel suo divenire storico. Nelle sue differenze a seconda degli strati sociali. Nelle sue differenze a seconda del luogo. Il cristianesimo. Sancì una grande trasformazione della lingua latina. Non comportò alcuna modifica della lingua. Agì soltanto nel latino dei cristiani. Assimilò il latino al greco. Un’espressione che definisca l’apofonia può essere. Mutamento di consonante. Mutamento di una vocale in consonante. Mutamento di una lingua per influssi dialettali. Alternanza vocalica. Esempio del latino di Roma è. La ciste Ficoroni. La fibula Praenestina. Il cippo del Foro Romano. L’iscrizione di Faleri. Il latino e l’italico. Sono la stessa lingua. Sono due realtà linguistiche contrapposte. Sono la medesima realtà linguistica. Sono in continuo scambio reciproco. Le Dodici tavole. Le conosciamo grazie alle citazioni degli autori classici. Le conosciamo per via diretta. Ci sono pervenute nella loro versione integrale. Furono redatte nell’età di Cesare. Tra i dialetti latini rientra. L’etrusco. L’osco-Umbro. Il messapico. Il Greco. Riusciamo a ricostruire l’indoeuropeo. Mediante documenti scritti. Mediante le citazioni degli autori antichi. Grazie al metodo comparativo. Grazie alle epigrafi. I protolatini penetrarono nella penisola italica. Nel II millennio a.C. Nel I millennio a.C. Nel II millennio d.C. Nell’VIII secolo a.C. Il falisco era parlato a. Preneste. Roma. Civita Castellana. Firenze. Tra i dialetti latini e quello di Roma. Prevalsero quelli latini. Prevalse quello di Roma. Prevalse una lingua ibrida. Non prevalse nessuno. Dell’indoeuropeo. Si può ricostruire tutto mediante il metodo comparativo. Si possono ricostruire le radici conservatesi nelle lingue che da esso derivano. Si possono ricostruire solo la morfologia e la sintassi. Si può ricostruire solo il lessico. La lingua parlata. È fedelmente riprodotta dai testi scritti. Rimase immutata nel tempo. È riprodotta solo nelle commedie. Ha l’unica base documentaria in alcuni tipi di scritto. Nel linguaggio colloquiale. L’uso dei pronomi è meno vincolato alle regole che nello scritto. Nomi e verbi non rispettano i modelli flessionali. Gli anacoluti sono meno frequenti che nello scritto. Le espressioni negative devono essere sempre rafforzate. Può essere tradotta con “parli troppo” l’espressione. Effuttiretis. Fabulae. Facessat. Oganniat. Un aspetto del parlato è. L’accusativo dell’oggetto. L’accusativo di relazione. L’accusativo esclamativo. Il genitivo di pertinenza. Nei brani dialogici Terenzio. Tenta soluzioni stilistiche ricercate. Mira a sorprendere l’ascoltatore. Imita Plauto. Cerca di avvicinarsi al linguaggio naturale. Terenzio. È più incisivo dal punto di vista stilistico. È meno potente di Plauto nel linguaggio. È tanto incisivo di Plauto nel linguaggio. Adopera uno stile aulico rispetto a Plauto. Nella lingua corrente. Ai composti furono preferiti i verbi semplici. Alle forme complesse furono preferite quelle semplici. Ai verbi semplici furono preferiti i composti. Si preferì il dativo all’accusativo preposizionale. Sì ha un anacoluto. Quando un soggetto concorda con più predicati. Quando il soggetto non concorda col predicato. Quando il predicato non è espresso. Quando è presente un predicativo del soggetto. Nella lingua di Plauto. Domina il parlato. La lingua volgare si presenta nella sua forma genuina. Colloquiale e stilizzato si intersecano. L’artificio e la stilizzazione dominano. L’ho scritto il parlato si differenziano. Per il diverso rapporto tra gli interlocutori. Per la scelta dei vocaboli. Per gli effetti della comunicazione. Per le diverse regole sintattiche. Poeta doctus Significa. Poeta ispirato. Poeta impetuoso. Poeta d’amore. Poeta erudito. La glossa è. Un termine raro ed esotico. Una poesia difficile da capire. Un termine greco traslitterato in latino. Una forma di calcolo semantico. L’esametro. È il metro originario della poesia romana. È un metro mutuato dai Romani dall’epoca greca. È il metro del Bellum Poenicum di Nevio. Fu introdotto da Livio Andronico. Modello linguistico di Lucrezio fu. Virgilio. La poesia arcaica in generale. Ennio. Omero. Tratto arcaico è. L’accusativo singolare in -im dei nomi di terza declinazione con tema in -i-. Il genitivo singolare femminile di prima declinazione in -as. Gli eventi l’uscita della terza persona plurale in -unt. La desinenza della seconda persona singolare in -re. Il genitivo in -ai. È un arcaismo fonetico. Non è un arcaismo, perché si trova in Lucrezio. È un arcaismo sintattico. È un arcaismo morfologico. Modello di stile di Lucrezio fu. Virgilio. Nevio. Ennio. Epicuro. Il circolo poetico di Catullo fu da Cicerone definito. Poetae novi. Alessandrino. Ellenistico. Amoroso. Virgilio. Adopera massicciamente gli arcaismi. Limita l’uso di arcaismi. Usa uno stile eccessivamente ricercato. Forma periodi contenuti in molti esametri. Alle sue origini la letteratura latina. Fu originale. Fu letteratura di traduzione. Nacque senza influssi esterni. Nacque da quella etrusca. A influire sul primo sviluppo della prosa latina furono. L’immigrazione a Roma di gente proveniente dal contado. Religione e diritto. Le teorie di Cicerone. La poesia enniana. Concinnitas equivale a. Rapidità sintattica. Simmetria tra i diversi elementi di un periodo. Espulsione di elementi non puramente romane. Uso di clausole ritmiche. Esempio di lingua prosaica arcaica fu. Ennio nei suoi Annales. Cicerone. Catone Uticense. Catone il Censore. Nel I secolo a.C. La lingua era ancora incerta dal punto di vista grammaticale. La lingua fu affinata. Fu normata ad opera dei grammatici. Rimase identica a quella dell’età arcaica. Gli elementi rustici in età classica. Furono valorizzati. Furono progressivamente isolati. Furono ripresi con cautela. Furono introdotti in poesia. Nel lessico ci si attenne al criterio. Della concinnitas. Della rapidità. Dell’elegantia. Della convenienza. Cesare e Cicerone. Accordarono preferenza a donec rispetto a dum. Preferivano soluzioni inattese. Introdussero parole sorprendenti e inusitate. Preferirono dum a donec. Per clausola si intende. Una determinata alternanza fra sillabe lunghe e brevi alla fine della frase. La chiusura di un periodo che deve essere sempre costituita da un verbo. La conclusione di un’opera letteraria. Un articolo di un contratto. Rispetto a Cicerone, Tito Livio. Preferì le congiunzioni. Preferì esplicitare il rapporti logico-sintattici tra le frasi. Preferì i costrutti participiali. Rifiutò la concinnitas. La formalizzazione del linguaggio. Avviene nella poesia. Avviene nella religione nel diritto. Avviene nel parlato. Avviene nelle comunicazioni statali. Per semnòtes si intende. Austerità. Eleganza. Storiografia. Esuberanza. Il movimento arcaizzante. Nasce all’interno della Seconda Sofistica. Propugnava un ritorno ad Ennio. Preferisce le parole nuove a quelle vecchie. Trova il suo massimo esponente in Tacito. Plinio il Giovane. Preferiva la ricerca di parole rare. Cercò di conciliare tradizione e innovazione linguistica. Preferiva decisamente il periodare ciceroniano, senza nessuna concessione al nuovo gusto. Propende per lo stile solenne di tacito. Lo stile di Lucano si caratterizza. Per la ricerca della chiarezza. Per i toni solenni. Per una forte espressività. Per la concinnitas. Per Seneca l’evoluzione stilistica. È legata al mutamento del gusto. È dettata da fattori esterni alla letteratura. Rappresenta un rifiuto anche ideologico di Cicerone. È legata all’inquietudine del periodo storico. Lo stile di Tacito nelle opere storiografiche. Presenta un’impronta ciceroniana. Rifiuta la concinnitas. Si caratterizza per la ricerca della limpidezza. Rispetta accuratamente i canoni del classicismo augusteo. Apuleio. È un esponente del classicismo augusteo. È un esponente della Seconda sofistica. È un esponente della reazione antisenecana. Adotta uno stile piano e terso. Lo stile di Apuleio. Abbandona di figure retoriche. Rifiuta l’uso eccessivo della retorica. È molto semplice e lineare. Si compone di frasi spezzate. Tra i massimi esponenti del movimento arcaizzante fu. Nevio. Ennio. Frontone. Tacito. Ad essere adottate come testo di scuola furono. Le opere di Sallustio. Le opere di Virgilio. Le opere di Lucano. Le opere di Ennio. Quale delle seguenti non rientra tra le fonti di ricostruzione del latino volgare. Le orazioni di Cicerone. Le lettere di Cicerone. La Peregrinatio Aetheriae. I colloqui fra liberati alla cena di Trimalchione. Il sistema vocalico volgare. Riduce il numero dei timbri. Si arricchisce di un accento intensivo. Si trasforma prima nelle vocali aperte, poi in quelle chiuse. Perde il tratto della quantità. La terza coniugazione nel latino volgare. Si fonde con la quarta. Prende il sopravvento sulla seconda. Può essere introdotta da congiunzioni che nel latino classico introducono una causale. Si fonde con la prima. Nel latino volgare la dichiarativa. È espressa da accusativo + Infinito. Prevede sempre l’uso del congiuntivo. Può essere introdotta da congiunzioni che nel latino classico introducono una causale. È introdotta da qui. Segna, tra le seguenti affermazioni, quella falsa. Ire ha sopravvento su vadere. Nel latino volgare si ricercano le parole e le espressioni più piene. Testa assume un significato ben diverso da quello che ha nei testi classici. Gli incoativi hanno il sopravvento sui verbi semplici. La Peregrinatio Aetheriae racconta. Le avventure di una matrona romana. Un pellegrinaggio in Terra Santa. L’epopea di un eroe. Un episodio di vita quotidiana. Nel latino volgare. I verbi deponenti prendono il sopravvento su quelli attivi. Si hanno solo verbi semideponenti. Verbi attivi e deponenti si confondono. Le desinenze classiche cadono del tutto in disuso. Il perfetto nel volgare. Viene espresso anche in forma perifrastica. Rimane identico alla lingua letteraria. Conosce un verbo e proprio stravolgimento nelle desinenze. Si fonde col piuccheperfetto. Gli incoativi nel volgare. Mantennero la loro valenza originaria. Si fusero con i frequentativi. Persero la loro natura verbale. Persero la loro valenza originaria. Alcune caratteristiche del latino tardo. Non trovano fondamento nella grammatica latina. Non affiorano nel latino classico ma in quello arcaico. Sono dovute a sconvolgimenti dettati da Cicerone. Si rifanno allo stile senecano. |