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Lett italiana: le 3 corone

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Lett italiana: le 3 corone

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Esercitazione personale

Creation Date: 2025/05/07

Category: Others

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Nella letteratura del trecento, Firenze. Ricopre un ruolo centrale, direttamente o indirettamente. Ricopre un ruolo centrale fintanto che rimane in vita Dante. Ricopre un ruolo centrale fintanto che rimane in vita Petrarca. Ricopre un ruolo centrale fintanto che rimane in vita Boccaccio.

La formazione di Petrarca. È condotta a Firenze. È condotta lontano da Firenze, ad Avignone. È condotta lontano da Firenze, a Napoli. È condotta lontano da Firenze, a Roma.

Nella formazione di Boccaccio. Avviene tutta a Napoli. Avviene tutta a Firenze. Concorrono alla matrice napoletana di stampo cortese e la matrice fiorentina, rivoluzionata dagli effetti del mondo dantesco. Concorrono alla matrice fiorentina di stampo cortese la matrice napoletana, rivoluzionata dagli effetti del mondo dantesco.

Cosa si intende con “ Tre corone”. Le opere dei poeti, Dante, Petrarca e Boccaccio. I poeti Dante, Petrarca e Boccaccio. I seguaci dei poeti, Dante, Petrarca e Boccaccio. Le corone d’alloro sui capi dei poeti Dante, Petrarca e Boccaccio.

L’immagine della corona di alloro. È strettamente legata alla definizione dello status di poeta, intellettuale, uomo colto, uomo illustre e del suo ruolo sociale. È strettamente legata alla definizione dello status di poeta, ma non del suo ruolo nella società. È stata inventata nel medioevo. Non apparteneva al mondo antico.

Rispetto alla tradizione cristiana, la corona poetica. Non si pone in relazione. Si sostituisce in antitesi alla corona-aureola cristiana. Assume ingloba la corona-aureola cristiana. Si pone in relazione solo nella letteratura religiosa.

Per Petrarca, l’alloro. Aveva un significato connesso solo al canzoniere. Aveva un significato solo al di fuori del canzoniere. Non faceva parte dei temi di riflessione nelle sue opere. Aveva un significato connesso sia alle opere dedicate alla cerimonia del 1341, sia al canzoniere.

La codificazione petrarchesca della laurea poetica. È uguale a quella di Dante. È uguale a quella che Boccaccio ne fa di Dante. Diversamente da quella di Dante, è volta a dare un valore sacrale al ruolo stesso del poeta. Diversamente da quella di Dante, non è volta a dare un valore sacrale a ruolo stesso del poeta.

Rispetto a Dante e Petrarca, Boccaccio. Ravviserà sempre il ruolo di praeceptor in Petrarca, ma dovrà costantemente “misurarsi“ con il suo primo maestro, Dante. Ravviserà sempre il suo ruolo di praeceptor in Dante, ma dovrà costantemente “misurarsi“ con il suo primo maestro, Petrarca. All’inizio ravviserà il volo di praeceptor in Petrarca, ma poi tornerà a misurarsi solo con il suo primo maestro, Dante. All’inizio ravviserà il volo di praeceptor in Dante, ma poi tornerà a misurarsi solo con il suo primo maestro, Petrarca.

Chi si attribuisce il ruolo di creare un’idea di “tradizione” partendo da un’idea di rinnovamento culturale. Giovanni Boccaccio. Dante Alighieri. Francesco Petrarca. Pietro Bembo.

Il sodalizio tra Boccaccio e Petrarca. Si avvia solo negli anni Settanta del Trecento. Si avvia solo negli anni Ottanta del Trecento. Si costruisce già dai primi primissimi anni Cinquanta del Trecento. Non è attestato da fonti certe.

A partire dal 1350, Boccaccio. Abbandona il magistero petrarchesco per spostarsi più verso Dante. Abbandona il magistero dantesco per spostarsi più verso Petrarca. Si muove contemporaneamente nella direzione di Petrarca e in quella di Dante. Non si interessa il suo rapporto con Petrarca e con Dante.

L’epistola in esametri Ytalie ima certus honos. È indirizzata da Dante a Petrarca in accompagno di una copia della commedia. È indirizzata da Petrarca a Boccaccio in accompagno di una copia della commedia. È indirizzata da Petrarca a Dante in accompagno di una copia della commedia. È indirizzata da Boccaccio a Petrarca in accompagno di una copia della commedia.

Nella selva dei suicidi. Dante incontra Pier delle Vigne. Dante incontro Federico II. Dante incontra Paolo e Francesca. Dante incontra Nastagio degli Onesti.

Cosa intende Dante con “rami toschi”. Toscani. Velenosi. Oscuri. Secchi.

Perché Dante spezza il ramo nella selva dei suicidi. È spinto da Beatrice. È spinto da Pier delle Vigne. È spinto da Virgilio. È spinto da Boccaccio.

Le parole di Pier delle Vigne. Sono volte a rendere il senso di beatitudine nel quale si trova. Sono comprensive nei confronti dell’inconsapevolezza di Dante. Sono cariche di odio per Virgilio. Sono volte a rendere il senso di ingiustizia che lo pervade.

La novella di Nastagio degli Onesti. È inserita nella quarta giornata, che narra degli amori che non hanno lieto fine. È inserita nella quinta giornata, che narra degli amori che non hanno lieto fine. È inserita nella quinta giornata, che narra di storie d’amore che hanno avuto un fine felice. È inserita nella quinta quarta, che narra di storie d’amore che hanno avuto una fine felice.

La storia di Nastagio degli Onesti. È ambientata tra Ravenna e Cattolica. È ambientata tra Ravenna e la Pineta di Classe. È ambientata nella selva dei suicidi. È ambientata tra Roma e la selva dei suicidi.

Nella novella di Nastagio degli Onesti. Sono presenti molti richiami al Canzoniere di Petrarca. Sono presenti molti richiami al Canzoniere di Guido degli Anastagi. Sono presenti molti richiami alle poesie di Pier delle Vigne. Sono presenti molti richiami alla Commedia di Dante.

Per Dante, Boccaccio. Ha un’ammirazione, ma è inferiore a quella per Petrarca. Ha instaurato un vero e proprio culto, che ha fatto sviluppare l’immagine delle “Tre corone“ insieme a Petrarca. Ha instaurato un vero e proprio colto, che ha fatto sviluppare l’immagine del “Tre corone” insieme a Pier delle Vigne. Ha un ammirevole amicizia, che pari solo a quella con Petrarca.

Tra le opere di Boccaccio con focus su Dante, vi è. Il Trattatello in laude di Petrarca. Le Genealogie deorum gentilium. Esposizioni sopra la Comedia. Esposizioni sopra il Trattatello.

Con Boccaccio. Prende avvio la filologia dantesca. Prende avvio l’editoria dantesca. Prende avvio l’insegnamento di Dante a scuola. Prende avvio l’analisi della commedia.

Qual è l’intento primario delle raccolte di lettere di Petrarca. Dare ai posteri, la propria esperienza autobiografica come un modello esemplare. Difendersi dalle accuse di invidia nei confronti di Dante. Difendersi dalle accuse di invidia nei confronti di Boccaccio. Cercare un modello per la propria autobiografia tra i classici.

L’anno 1348. Petrarca completò il canzoniere. Fu il più tragico della peste e spinse Petrarca a un bilancio esistenziale. Fu il più tragico della peste e spinse Boccaccio a un bilancio esistenziale. Boccaccio completò il Decameron.

Su chi sceglie di proiettare la propria esperienza di esule e Petrarca. Petrarca sceglie di proiettare su Ulisse la propria esperienza di “esule“, soprattutto per marcarne le analogie. Petrarca sceglie di proiettare su Dante la propria esperienza di “esule”, soprattutto per marcarne le analogie. Petrarca sceglie di proiettare su Dante la propria esperienza di “esule”, soprattutto per marcarne le differenze. Petrarca sceglie di proiettare su Ulisse la propria esperienza di “esule“, soprattutto per marcarne le differenze.

Verosimilmente, Petrarca, quando matura l’idea di raccogliere le proprie lettere. Dopo l’esilio di Dante. Dopo il colloquio con Boccaccio del 1350. Dopo aver scoperto e copiato, a Verona, nel 1345, i 16 libri dell’epistole di Cicerone ad Attico. Dopo aver scoperto e copiato, a Verona, nel 1345, i 16 libri dell’epistole di Dante a Arrigo VII.

L’epistola familiare XXI. Verosimilmente, è di poco successiva alla visita che Boccaccio aveva fatto a Petrarca nel 1359. Verosimilmente, è di poco successiva alla visita che Boccaccio aveva fatto a Petrarca nel 1459. Verosimilmente, è di poco successiva alla visita che Dante aveva fatto a Petrarca nel 1359. Verosimilmente, è di poco successiva alla visita che Dante aveva fatto a Petrarca nel 1459.

L’ansia dell’influenza. Secondo Bloom, è quella che coglie uno scrittore davanti alla pagina bianca. Secondo Bloom, è quella che coglie uno scrittore davanti a un modello di eccellenza. Secondo Todorov, è quella che coglie uno scrittore davanti a un modello di eccellenza. Secondo Todorov, è quella che coglie uno scrittore davanti alla pagina bianca.

Rispetto all’esilio di Dante, Petrarca. Sottolinea le analogie, dovute al patto che entrambi si considerarono un peregrinus ubique. Sottolinea le analogie, dovute al fatto che entrambi si considerarono un exul inmeritus. Sottolinea le differenze: il proprio esilio era legato alla sua inclinazione di in inquieta esistenza, quello di Dante era coatto. Sottolinea le differenze: il proprio esilio era coatto, quello di Dante era legato alla sua inclinazione di inquieta esistenza.

Petrarca. Dichiara di non aver mai eletto Dante, e che mai lo leggerà, per non farsi influenzare. Dichiara di non aver mai letto la commedia, e che mai la leggerà, perché è scritta in volgare. Dichiara di aver ignorato Dante nei suoi anni di formazione, ma confessa che ora lo legge. Dichiara di aver ignorato Dante nei suoi anni senili, ma confessa di aver letto in gioventù.

Petrarca riconosce in Dante. Il più grande autore della sua generazione. Il più grande autore in volgare e in latino. Il più grande autore in latino. Il più grande autore in volgare.

In conclusione, Petrarca. Riconosce il valore di Dante, ma vuole anche segnare una svolta rispetto a quello “scomodo” predecessore. Non riconosce il valore di Dante perché vuole segnare una svolta rispetto a quello “scomodo” predecessore. Riconosce il valore di Boccaccio, ma vuole anche segnare una svolta rispetto a quello “scomodo” predecessore. Non riconosce il valore di Boccaccio perché vuole segnare una svolta rispetto a quello “scomodo” predecessore.

Il grande modello della commedia. È rappresentato dall’Eneide di Virgilio. È rappresentato dall’Eneide di Ovidio. È rappresentato dall’Odissea, che conosce direttamente. È rappresentato dalle Bucoliche di Virgilio.

L’aldilà virgiliano. È tutto in superficie. È tutto in sotterraneo. È tutto in acquatico. È tutto in cielo.

L’incidenza della tradizione biblico-evangelica nella costruzione dell’aldilà dantesco. Non è presente. Non è influente. È senz’altro determinante nella formazione e nella maturazione poetica intellettuale di Dante. È senz’altro non determinante nella formazione né nella maturazione poetica intellettuale di Dante.

L’incidenza della letteratura visionaria nella costruzione dell’aldilà dantesco. Non è presente. Non è influente. Costituisce un enorme contenitore poiché vi si racconta di viaggi e visioni avvenuti in uno o più regni ultramondani. Non è ampia, nonostante vi si racconti di viaggi e visioni avvenuti in uno o più regni ultramondani.

Nel canto II dell’inferno, Dante. Accomuna il percorso che si accinge a compiere il viaggio compiuto da Ulisse. Accomuna il percorso che si accinge a compiere al viaggio compiuto da Beatrice. Accomuna il percorso che si accinge a compiere il viaggio compiuto da Virgilio. Accomuna il percorso che si accinge a compiere il viaggio compiuto da San Paolo.

Nella commedia il regno dei morti. Al contrario della concezione classica, si colloca nel sottosuolo. Come nella concezione classica, si colloca nel sottosuolo. Al contrario della concezione cristiana, si colloca nel sottosuolo. Al contrario dell’Eneide, si colloca nel sottosuolo.

Quale figura retorica utilizza Dante descrivendo la “selva selvaggia”. La figura retorica detta etimologica. L’ossimoro. L’analogia. L’enjambement.

Perché la selva è oscura?. Perché produce cecità. Perché non vi sono colori. Perché non vi splende il sole, in quanto situata nel cono d’ombra prodotto da Lucifero. Perché non vi splende il sole, e la luce, simbolo di bene, e sta altrove.

La selva come topos di smarrimento. Si trova solo in Dante. Non si trova più dopo Dante. Si trova solo nel Trecento. Attraversa la letteratura di tutti i tempi con connotazioni diverse.

Nell’Orlando furioso. Non vi sono selve. Diversamente da quando accade la commedia, lo smarrimento nella selva non comporta l’idea di peccato. Diversamente di quanto accade nella commedia, nessuno si smarrisce nella selva. La selva dantesca viene ridicolizzata.

Circa l’opposizione della città di Firenze a Enrico VII. Dante nel marzo del 1311 scrivono una durissima lettera contro Firenze, minacciando un inesorabile castigo per la città. Dante dapprima comprende le ragioni dei fiorentini, per poi intervenire duramente contro di loro attraverso le epistole. Il Papa interviene a favore di Enrico VII fino alla morte dell’imperatore. Dante si dimostra indifferente, perché ormai in esilio e non più interessato alle sorti di Firenze.

La morte di Enrico VII. Non può svanire agli occhi di Dante il sogno di una pax Augusta e la speranza di un prossimo ritorno a Firenze. Fa svanire agli occhi di Dante il sogno di una pax Augusta e la speranza di un prossimo ritorno a Firenze. Avviene in battaglia a Firenze. Fa sì che tanto individui un successore dell’imperatore sul quale riporre la fiducia nel suo ritorno a Firenze.

Come risponde Dante al provvedimento di amnistia da parte di Firenze nel 1315?. Dapprima accetta per poi rifiutare a malincuore. Respinge duramente l’offerta, perché non vuole più tornare a Firenze. Respinge duramente l’offerta, perché prevede la sottomissione a un rito umiliante. Si dimostra indifferente.

Petrarca si trasferisce ad Avignone. Nel 1312, seguendo il padre. Nel 1312, seguendo Dante Alighieri. Nel 1309, seguendo il padre. Nel 1309, seguendo Dante Alighieri.

Per Petrarca, Avignone. Resterà un punto di riferimento e verrà sempre alloggiata nelle sue opere. Diventerà un locus amoenus. Resterà un punto di riferimento perlopiù polemico. Resterà indifferente.

A chi è attribuito attualmente la frase Trasalpina solitudo mea iocundissima sotto lo schizzo di Valchiusa. Francesco Petrarca. Giovanni Boccaccio. Dante Alighieri. Petracco di Parenzo.

Dove scrive Petrarca le opere Africa e De viris illustribus. Ad Avignone. A Roma. A Valchiusa. A Napoli.

Nel canzoniere, Petrarca. Non si riferisce mai a Valchiusa. Non si riferisce mai a Laura. Dedica tre sonetti a Valchiusa. Si riferisce a Laura con il senhal “Valchiusa”.

Per Petrarca, Roma. Vera sede della curia papale, simboleggia la spiritualità cristiana. È designata col nome di Babilonia, che nella Bibbia e città corrotta per antonomasia. È descritta nella sua configurazione naturale simbolica come “doppia” perché è anche il luogo di pianto per l’assenza e lontananza di Laura. È descritta nella sua configurazione naturale e simbolica come “doppia “” perché è anche il luogo della morte di Laura.

Per Petrarca, Avignone. Vera sede della curia papale, simboleggia la spiritualità cristiana. È designata con il nome di Babilonia che nella Bibbia è città corrotta per antonomasia. È descritta nella sua configurazione naturale e simbolica come “doppia” perché è anche il luogo di pianto per l’assenza e lontananza di Laura. È descritta nella sua configurazione naturale e simbolica come “doppia” perché è anche il luogo della morte di Laura.

Per Petrarca, Valchiusa. Vera sede della curia papale, simboleggia la spiritualità cristiana. È designata con il nome di Babilonia che nella Bibbia e città corrotta per antonomasia. È descritta nella sua configurazione naturale e simbolica come “doppia” perché è anche luogo di pianto per l’assenza e lontananza di Laura. È descritta nella sua configurazione naturale e simbolica come “doppia” perché è anche luogo della morte di Laura.

La conformazione morfologica di Valchiusa. È pianeggiante. È costiera. È di una valle chiusa da rocce e incassata. È di una valle chiusa da una diga.

In cosa consiste la doppia valenza simbolica di Valchiusa per Petrarca. Da un lato, locus amoenus, dall’altro lato, il luogo della morte di Laura. Da un lato, locus amoenus, dall’altro lato, locus inferni. Sia dimora d’infanzia, sia dimora di anzianità. Sia dimora di Petrarca, sia dimora di Boccaccio.

Per Petrarca, l’autobiografia. Diventa un campo di esperienze entro cui misurare la validità del sapere. Non ha una reale importanza se non per la collocazione cronologica delle opere. Ha importanza solo per la lettura e la comprensione del canzoniere. Ha importanza solo prima della morte di Laura.

La lettera ai posteri. Fu cominciata da Petrarca pochi anni prima della morte e rimase incompiuta. Viene iniziata da Petrarca intorno al 1350 ma viene ripresa fino al 1370-1372, a pochi anni dalla morte. Venne completata nel 1350. Venne completata nel 1374.

Come intende presentarsi Petrarca alla posterità?. Come poeta fautore della lingua volgare. Come un’immagine che ruota intorno al superamento della teologia. Con un’immagine che ruota intorno al superamento della passione amorosa nutrita per Laura. Come poeta anonimo, indifferente alla necessità di tramandare la propria biografia.

Petrarca si trasferisce ad Avignone parte due. Nel 1312, seguendo il padre. Nel 1312, seguendo Dante Alighieri. Nel 1309, seguendo il padre. Nel 1309, seguendo Dante Alighieri.

Avignone. È sede della curia pontificia dal 1309. È sede della curia pontificia dal 1312. Sarà sede della curia pontificia fino al 1309. Sarà sede della curia pontificia fino al 1312.

Dove e come avviene l’incontro di Laura con Petrarca. Ad Avignone, salutandosi per strada insieme ad altre due donne, nel 1327. A Carpenters, salutandosi per strada insieme addio, nel 1327. Ad Avignone, nella chiesa di Santa Chiara, nel 1327. A Carpenters, nella chiesa di Santa Chiara, nel 1327.

Petrarca, nel 1330. Ritorna a vivere in Provenza, a Carpentras. Entra al servizio di Giovanni Boccaccio in qualità di cappellano. Si trasferisce a Roma, l’avara Babilonia. Entra in servizio del cardinale Giovanni, colonna in qualità di cappellano.

Per Petrarca, Avignone. Vera sede della curia papale, simboleggia la spiritualità cristiana. È designata col nome di Babilonia, che nella Bibbia e città corrotta per antonomasia. È descritta nella sua configurazione naturale e simbolica come “doppia” perché è anche il luogo di pianto per l’assenza e lontananza di Laura. È descritta nella sua configurazione naturale e simbolica come “doppia” perché è anche il luogo della morte di Laura.

Ad Avignone Petrarca contrappone. Solo Valchiusa. Valchiusa e Roma. Napoli e Roma. Valchiusa e Napoli.

Nel canzoniere Avignone. È presente solo nei sonetti 136,137 e 138. È presente solo nei sonetti 116,117 e 118. È presente anche in altri momenti, oltre che nei sonetti 136,137 e 138. È presente in ciascuno dei sonetti.

Il trittico dei sonetti babilonesi. Non è connesso alla biografia e alla “geografia petrarchesca”. Segna lo stato d’animo del poeta, la decisione di trasferirsi ad Avignone. Segna il definitivo, concedo, morale e inesistenti, del poeta da Avignone. Non viene inserito da Petrarca nella redazione definitiva del canzoniere.

Come si strutturano i sonetti del trittico per Avignone?. Secondo il genere del vituperium. Secondo il genere della tenzone. Secondo i canoni della poesia comica. Secondo i canoni della poesia d’amore.

L’entri ittico per Avignone, il lessico. È simile a quello utilizzato nella sezione in vita di Laura. È insolitamente plurilinguismo ed espressivo. È simile a quello utilizzato nell’Africa. È insolitamente pagato e modesto.

La parola nostalgia. È moderna, poiché nell’antichità era intesa solo con l’accezione di malattia. È molto antica, ma nell’accezione di malattia è parola moderna. È del tutto antica. È antica ma ripresa con un calco novecentesco in ambito medico.

L’eroe Enea. Si pone in contrasto con l’Ulisse omerico. Si pone in analogie con l’Ulisse omerico. Non è relaziona abile con l’Ulisse omerico. E posto in analogia con Ulisse da Dante.

Ulisse. Non partirà mai dalla patria nel ciclo epico troiano, quindi diventa archetipo del ritorno dell’eroe. È il primo a tornare in patria nel ciclo epico troiano, quindi diventa archetipo del ritorno dell’eroe. È l’ultimo a tornare in patria nel ciclo epico troiano, quindi diventa archetipo del ritorno dell’eroe. Non tornerà mai in patria nel ciclo epico troiano, quindi diventa archetipo del ritorno dell’errore.

Per Dante, Ulisse. È un nemico da combattere. È la causa della corruzione della chiesa. È un avo. È un alter ego.

Petrarca costruisce l’idea di Ulisse come eroe. Sulla base dell’Ulisse omerico. Ripudiando l’Ulisse dantesco. Sulla base dell’Ulisse dantesco. Sulla base dell’Ulisse di Primo Levi.

Cosa significa l’espressione peregrinus ubique. “Abitante di nessun luogo, straniero ovunque”, ed è usata da Petrarca. “Abitante che nessun luogo, straniero ovunque”, ed è usata da Dante. Exul inmeritus. Alter Ego.

Ungaretti. Non conosce Petrarca. Non utilizza il sentimento della nostalgia nella sua poesia. Reintera nella sua poesia di continuo termini legati all’esilio. A caro il tema dell’esilio della nostalgia, ma evita nelle sue poesie l’uso di qualsiasi termine legato a questi concetti.

Caproni. Dedica il titolo di una raccolta Ulisse, il passaggio di Ulisse. Dedica che il titolo di una raccolta a Dante, il passaggio di Dante. Dedica al titolo di una raccolta Petrarca, il passaggio di Petrarca. Dedica il titolo di una raccolta Enea, il passaggio d’Enea.

Il tema della nostalgia in Caproni. Trova il suo centro di irradiazione più riuscito nella preferenza accordata all’eroe omerico Odisseo. Trova il suo centro di irradiazione più riuscita nella preferenza accordata all’eroe virgiliano Enea. Trova il suo centro di irradiazione più riuscito nella preferenza accordata all’eroe dantesco Ulisse. Trova il suo centro di irradiazione più riuscito nella preferenza accordata all’eroe ariostesco Orlando.

Sulla preferenza accordata ad Enea, Caproni. Eluderà sempre qualsiasi domanda. Lascerà ai critici il compito di effettuare supposizioni. Lascerà solo scritti editi postumi. Ne farà una materia che occuperà molti suoi scritti.

Le Familiares. Sono una traduzione delle lettere di Cicerone ad Attico. Sono una trasposizione in prosa del canzoniere. Sono una raccolta di epistole in prosa latina. Sono una trasposizione in latino del canzoniere.

Petrarca matura l’idea di raccogliere le proprie lettere in forma di libro. Soprattutto dopo aver scoperto e copiato, Verona, nel 1345, i 16 libri dell’epistole di Cicerone ad Attico. Soprattutto dopo aver letto la raccolta delle epistole dantesche. Soprattutto dopo aver condiviso con Giovanni Boccaccio l’idea del progetto. Soprattutto dopo aver ricevuto varie richieste di interpretazione in prosa del canzoniere.

I temi delle Familiares. Sono esclusivamente filosofici e politici. Sono esclusivamente letterari ed esistenziali. Sono vari, tra cui letterari, esistenziali, psicologici, morali, filosofici, politici. Sono vari, ma in prevalenza amorosi.

La lettera al Ventoso. È scritta certamente nel 1336. È scritta certamente nel 1353. È scritta certamente dopo il 1348, probabilmente nel 1353. È scritta certamente dopo il 1348, probabilmente nel 1453.

A chi è dedicata la lettera al monte Ventoso. A Gherardo. A Boccaccio. A Sant’Agostino. A Dionigi da Borgo Sepolcro.

Che aveva regalato a Petrarca un piccolo codice delle Confessiones. Gherardo. Boccaccio. Sant’Agostino. Dionigi da Borgo Sepolcro.

Perché Petrarca retrodata la lettera al ventoso. Per un errore di trascrizione nel codice degli abbozzi. Perché nel 1336 aveva circa 32 anni e si avviava a quell’età che nella letteratura classica doveva segnare l’ingresso nella maturità. Perché consigliato da Giovanni Boccaccio. Perché consigliato da Gherardo.

A quando Petrarca fa risalire la propria Mutation vitae. A prima della scalata al ventoso. Al 1348, anno della peste della morte di Laura. Al 1348, anno della peste della morte del padre. Al 1448, anno della peste della morte di Laura.

Andrea Zanzotto. È uno dei più importanti critici Petrarcheschi del novecento. È uno dei più importanti critici danteschi del novecento. È uno dei più importanti prosatori del novecento. È uno dei più importanti poeti del novecento.

Per Zanzotto l’arrampicata solitaria. Dimmene una moderna salita penitenziale, pur datoriale, talora con un “oscuro senso di colpa”. Diviene occasione per ritrovare la vena poetica perduta. Diviene occasione per dimenticare l’amore inconsolabile per la donna amata morta. Diviene una moderna salita espiatori dopo essersi macchiato di un crimine.

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