Lett italiana DANTE, PETRARCA e BOCCACCIO
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Title of test:![]() Lett italiana DANTE, PETRARCA e BOCCACCIO Description: Esercitazione personale |




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La “cattività avignonese”. Sarà uno dei punti cardine dell’impegno politico di Petrarca. Sarà uno dei punti cardine nell’impegno politico della gioventù di Petrarca, per poi essere rinnegato in vecchiaia. Sarà uno dei punti cardine nell’impegno politico della vecchiaia di Petrarca, mentre era stato rinnegato in gioventù. Non verrà presa in considerazione negli interventi politici di Petrarca. Quali sono gli eventi traumatici che sconvolgono la vita di Petrarca nel 1343?. La morte di Laura e la morte di Roberto D’Angiò. La morte di Roberto D’Angiò e l’ingresso del fratello Gherardo nell’ordine dei certosini. La morte di Lauro e l’ingresso del fratello Gherardo nell’ordine dei certosini. La morte di Roberto D’Angiò e la morte del fratello Gherardo. L’ispirazione per le Familares. Venne a Petrarca dal De Remediis utriusque fortunae. Venne a Petrarca dalle Seniles. Venne a Petrarca dalla scopetta dell’epistolario di Cicerone. Venne a Petrarca dalla scoperta della donazione di Costantino. Il codice degli abbozzi. Rappresenta la forma definitiva del canzoniere. È un codice di uso privato utile per ricostruire la genesi del canzoniere. È il primo codice è reso pubblico del canzoniere. È il codice che tramanda la redazione del canzoniere copiata da Boccaccio. La concezione dell’amore nel canzoniere. Parte dall’interrogativo, destinato a rimanere senza risposta, se l’esperienza dell’amore terreno sia di ostacolo faccia da tramite all’amore divino. Parte dall’interrogativo, se l’esperienza dell’amore terreno sia di ostacolo faccia da tramite all’amore divino, rispondendo che è un ostacolo. Parte dell’interrogativo, se l’esperienza dell’amore terreno sia di ostacolo faccia da tramite all’amore divino, rispondendo che fa da tramite. Non prende in considerazione il rapporto tra l’amore e il divino. Perché Petrarca utilizza il volgare per il canzoniere?. Perché conosceva il latino, ma non lo padroneggiava perfettamente. Perché lo riteneva l’unica lingua nella quale avesse senso scrivere opere letterarie. Perché era l’altra componente fondamentale che consente la ricomposizione che è condizione necessaria alla tenuta del racconto. Perché temeva che, scrivendo in latino, il libro non sarebbe stato compreso dal pubblico. L’elegia di Madonna Fiammetta. È il primo romanzo in prosa di tutta la tradizione occidentale, in cui una donna narra la propria storia in prima persona. È il primo romanzo in prosa di tutta la tradizione occidentale in cui si parla di una donna. È realizzata a Firenze, quindi non risente del clima napoletano. È realizzata a Napoli, quindi non risente del clima fiorentino. La peste. Arrivò a Firenze nella primavera del 1390. Avviò a Firenze, processi di disgregazione politica-economica, sociale e delle convinzioni religiose. Arrivò in Europa nel 1347, ma lasciò Firenze piuttosto indenne. Arrivò primo a Firenze nel 1347, diffondendosi l’anno dopo in tutta Europa. L’influenza di Petrarca. Determina in Boccaccio l’abbandono dell’influenza di Dante. Non determina un cambiamento nella produzione letteraria di Boccaccio. Determina il precisarsi di un nuovo progetto letterario da parte di Boccaccio. Determina la produzione di opere letteraria utilizzando la sola lingua volgare. Nel Decameron la peste. Assume un ruolo decisivo, poiché alla base della scelta delle sette giovani donne e dei tre giovani uomini di lasciare Firenze e recarsi in campagna. Assume un ruolo decisivo, poiché alla base della scelta dei giovani uomini e delle tre giovani donne di lasciare Firenze e recarsi in campagna. Non assume un ruolo decisivo, poiché l’intento dell’opera è di evasione dalla catastrofe dell’epidemia e, dunque, il tema viene evitato il più possibile. Assume un ruolo decisivo solo nella datazione dell’opera. Nel Decameron, l’autore. Resta nascosto ed anonimo. Esercita una forte regia, riservandosi tre spazi per interloquire con il lettore: il Proemio, l’introduzione della IV giornata e la conclusione. Riservandosi interloquire con il lettore: il Proemio e la conclusione. Esercita una forte regia, riservandosi quattro spazi per interloquire con: il Proemio, l’introduzione della IV giornata, l’introduzione della VI giornata e la conclusione. Nel Decameron, Firenze. Occupa un ruolo importante, tanto quanto Napoli: infatti, Firenze e Napoli sono le due città principali nella biografia dell’autore. Occupa un ruolo importante: vi si ambientano solo 200 novelle, ma la città stabilisce l’orizzonte culturale, etico e ideologico che dà senso alla narrativa. Occupa un ruolo importante: vice ambienta quasi un quarto delle novelle e stabilisce l’orizzonte culturale, etico e ideologico che dà senso alla narrativa. Non occupa un ruolo fondamentale, restando oscurata dalla bellezza e l’eleganza del contado. In Italia, il topos del cuore mangiato. Non è presente. È presente solo in Dante. È presente solo in Boccaccio. È molto presente e con diversi varianti. In quale opera a Dante appare in sogno Amore Con in mano il suo cuore che arde da dare impasto a Beatrice. Vita Nova. Decameron. Monarchia. Commedia. Con l’autore in Italia si dimostra più sensibile al tema del “cuore mangiato”. Dante. Boccaccio. Bembo. Ariosto. La novella di Messer Guiglielmo Rossiglione. Ripete unicamente il racconto della vida provenzale di Guillem de Cabestaing. Segue da vicino il racconto della vida provenzale di Guillem de Cabestaing, ma ha delle innovazioni. Non segue affatto il racconto della vida provenzale di Guillem de Cabestaing. Segue il racconto della vida provenzale di Guillem de Cabestaing solo nella prima parte. Le versioni del motivo del “cuore mangiato”. Hanno tante varianti, ma solo nel Trecento. Hanno tante varianti, ma solo fino al Quattrocento. Avranno grande fortuna nella letteratura italiana nei secoli. Non avranno grande fortuna nella letteratura italiana nei secoli. La novella di Federigo degli Alberighi. Si colloca nella terza cantica. Si colloca nella giornata quinta, dedicata alle narrazioni di amori che finiscono bene. Si colloca nella giornata quinta, dedicata alle narrazioni di amori che finiscono tragicamente. È una delle meno famose della quinta giornata. Rispetto alla novella di Nastagio degli onesti, la novella di Federigo degli Alberighi. Diverge totalmente. Ne è un riassunto. È in parte simile. Coincide totalmente. Nella novella di Federigo degli Alberighi. Come in quella di Nastagio degli onesti, i valori della cortesia devono essere compensati da quella dell’etica mercantile e borghese. Al contrario di quella di Nastagio degli unionisti, i valori della cortesia devono essere compensati da quella dell’etica mercantile e borghese. Come in quella di Nastagio degli onesti, i valori della cortesia devono essere compensati da quella dell’etica teologica. Al contrario di quella di Nastagio degli onesti, i valori della cortesia devono essere compensati da quella dell’etica teologica. Perché la novella di Madonna Oretta può essere definita come novella-manifesto. Perché ebbe molte raffigurazioni. Perché, trattando il saper narrare, il Decameron si interroga attraverso la storia di Madonna Oretta Spina su se stesso. Perché è la novella che Boccaccio utilizzò per motivi pubblicitari. Perché è l’unica della raccolta, non essere di mano di Boccaccio. Nel Decameron, Boccaccio. Si ferma a discutere di questioni legate alle tecniche narrative solo nella novella di Madonna Oretta. Non si ferma mai a discutere di questioni legate alle tecniche narrative. Si ferma a discutere di questioni legate alle tecniche narrative solo nella novella di Nastagio degli onesti. Si ferma a discutere di questioni legate alle tecniche narrative in vari luoghi, come all’introduzione della quarta giornata, oppure nella conclusione dell’opera. La presenza giovanile di Dante a Bologna. È attestata dal sonetto Non mi poriano già mai fare ammenda. È attestata dal sonetto A ciascun’alma presa e gentil core. È narrata da alcuni leggende ma non attestata. È certamente, dovuta a motivi di studio del giovane Dante. L’amicizia tra Dante e Guido. È narrata da alcune leggende ma non attestata. Produce frutti durevoli ed evidenti nell’opera di Dante, ma giunge a un certo punto a una rottura o un raffreddamento. Serve ad evitare che Guido sia mandato in esilio in qualità di capofazione dei Cerchi. Nasce solo in età avanzata, dopo l’esilio di Dante. Perché Dante decide di far “parte per se stesso”. Perché nel 1304 tenta da solo la via del patteggiamento con i Neri. Perché nel 1304 i Bianchi decidono di scendere a patti con i Neri. Perché nel 1304 i Bianchi tentano la via delle armi per il rientro a Firenze, ma Dante si oppone. Perché nel 1304 i Bianchi decidono di scendere a patti con Bonifacio VIII. La forma del prosimetro. Non era mai stato utilizzata prima di Dante. Permette alla prosa di ricoprire la funzione di collegare le liriche, narrando le occasioni in cui sono composte e commentandole. È determinata dall’utilizzo della sola prosa, ma con parole liriche e ritmate. Essendo la modalità già utilizzata in precedenza, non contribuisce a rendere la Vita Nova un’opera senza precedenti. Quale delle seguenti affermazioni descrive meglio il rapporto tra amore e ragione che emerge dalla Vita Nova?. Il potere di Amore è così nobile da non esercitare mai il proprio dominio senza la guida della Ragione. Il potere di Amore non è così nobile da esercitare il proprio dominio con la guida della Ragione. Il potere di Amore e quello della Ragione non sono il rapporto reciproco. Il potere di Amore e quello della Ragione, sebbene fondamentali, non devono essere presi in considerazione nella Vita Nova per via della morte di Beatrice. Il rinnovamento interiore ispirato dall’amore per Beatrice. Non è oggetto della Vita Nova. È oggetto della sola terza parte della Bita Nova, quella successiva alla morte di Beatrice. È rappresentato nella Vita Nova attraverso la sua storia che è, al tempo stesso, la storia della poesia di Dante. È rappresentato nella Vita Nova attraverso la sua storia che è, al tempo stesso, la storia della letteratura italiana. La raccolta delle Rime dantesche. Coincide con la Vita Nova. È stata organizzata in canzoniere dallo stesso Dante. Si legge oggi in edizione moderna, secondo le scelte che i curatori effettuano in riferimento alla selezione e all’ordinamento. Coincide con il Convivio. Le Rime di Dante. Si muovono sempre nell’ambito consolidato dell’amor cortese. Sono ancora molto vicine alla poetica cortese per quanto riguarda i primi esperimenti lirici. Sono state scritte esclusivamente tra gli anni Ottanta e Novanta del Duecento. Sono esclusivamente ballate. Il Fiore e il Detto d’amore. Sono poemi allegorici che si rifanno al Roman de la Rosa. Sono certamente attribuibili a Dante. Sono certamente attribuibili a Petrarca. Sono state scritte da Gianfranco Contini. Le “rime petrose”. Sono state isolate dai critici ex post poiché non sono chiaramente definibili. Rappresentano un nucleo a sè, ben definito tematicamente e linguisticamente. Contrariamente al loro nome, hanno un linguaggio dolce e piano. Sono una traduzione delle rime di Arnaut Daniel. Nel Convivio, Dante. Afferma che le rime inserite nella parte della Vita Nova hanno un significato allegorico ed esprimono il suo amore per la filosofia. Afferma che le rime inserite nella parte della Vita Nova hanno un significato allegorico ed esprimono il suo amore per il papato. Disconosce le rime inserite nella Vita Nova poiché dedicate al tema filosofico. È rimproverato da Beatrice per via delle rime per la “pargoletta”. Dante, nella Vita Nova. Si dichiara contro coloro che scrivono rime sulla materia filosofica. Si presenta da subito come cantor rectitudinis. Ritorna alla filosofia dopo aver eletto per lungo tempo come prioritario l’argomento religioso. Si dichiara contro coloro i quali scrivono su tematiche diverse da quella amorosa. Rispetto alla Vita Nova, il Convivio. Riprende gli stessi temi ma non usa il prosimetro. Utilizza la modalità del prosimetro come nella Vita Nova, ma ne prende le distanze, pur rivendicando la continuità d’esperienza. Non ha finalità didascaliche. Non reca contenuti filosofici. Per Dante, il volgare. Rappresenta uno strumento da utilizzare per la divulgazione del sapere e per la formazione etica e culturale della nuova classe dirigente. Non rappresenta uno strumento da utilizzare per la divulgazione del sapere e per la formazione etica e culturale della nuova classe dirigente. È in contrasto con le teoriche aristoteliche. Avrebbe portato beneficio a pochi, mentre il latino può portarlo a molti. Secondo quanto riferito nel Convivio, Dante si avvicinò alla filosofia. Prima della morte di Beatrice. Sin da bambino, apprendendo le arti del Trivio. Partecipando alle disputazioni filosofiche attraverso l’ambiente religioso. A Verona, presso la corte di Cangrande della Scala. Il De Vulgari Eloquentia. Si configura come opera non del tutto originale, trovandosi modelli precedenti in Cicerone e in Orazio. Si caratterizza per l’assoluta originalità. È una traduzione in volgare del De Inventione di Cicerone, dove si tratta il tema dell’eloquenza. È una traduzione in volgare dell’Ars poetica di Orazio, dove si tratta il tema dell’eloquenza. Quale delle seguenti affermazioni sintetizza il rapporto, secondo Dante, tra volgare e latino?. Il volgare è più nobile del latino. Il latino è più nobile del volgare. Il latino è utile per la divulgazione scientifica, il volgare per la divulgazione filosofica. Il volgare è utile per la divulgazione scientifica, il latino per la divulgazione filosofica. Nel canone della poesia volgare italiana, Dante inserisce. Guittone e Cino da Pistoia. Sé stesso e Bonagiunta Orbicciani. Sé stesso e Guittone d’Arezzo. Sé stesso e Cino da Pistoia. La Monarchia. È il titolo errato del trattato di Dante, che invece è stato tramandato dalla tradizione manoscritta come De Monarchia. Riguarda il rapporto fra il potere della chiesa e quello dell’impero. Riguarda il rapporto fra il potere dell’impero e quello di Firenze. Come gli altri trattati danteschi non è stata portata a compimento. Qual è la lingua che utilizza Dante per la Monarchia?. Il latino, poiché è un’opera basata sulla formula della questioe tratta di argomenti filosofico-politici. Il volgare, poiché è un’opera basata sulla formula della questioe tratta di argomenti filosofico-politici. Il latino per la prosa e il volgare per la poesia. Il volgare per la prosa e il latino per la poesia. Che influenza ha il presente sulla monarchia?. È l’unico elemento che ricopre una notevole importanza. Al contrario delle Epistole, ha una notevole influenza. Al contrario delle Epistole, non ha influenza alcuna. Il presente dei fatti storici influisce, ma Dante affronta la questione come una discussione di tipo teorico. La datazione della Monarchia. È certamente assegnabile al 1310. Non è certa, alcuni studiosi l’assegnano agli anni 1310-1313, altri al 1313-1318 circa. Non è certa, alcuni studiosi la assegnano agli anni in cui visse a Firenze, altri agli anni dell’esilio. E certamente, assegnabile al 1318. Di cosa trattano i tre libri della monarchia?. Nel primo libro si sostiene la necessità della ragione per l’esperienza amorosa; nel secondo si analizza se spetti al popolo romano l’unico esempio di monarchia universale; nel terzo si affronta il rapporto tra imperatore e pontefice. Nel primo libro si sostiene la necessità della Chiesa per il benessere di Firenze; nel secondo si analizza se spetti al popolo romano l’unico esempio di monarchia universale; nel terzo si affronta il rapporto tra imperatore e pontefice. Nel primo libro si sostiene la necessità dell’Impero per il benessere dell’umanità; nel secondo si analizza sé spetta al popolo romano l’unico esempio di monarchia universale; nel testo si affrontano il rapporto tra imperatore e pontefice. Nel primo libro si sostiene la necessità del volgare per l’educazione della classe dirigente; nel secondo si analizza se spetta al popolo romano l’unico esempio di monarchia universale; nel terzo si affronta il rapporto tra imperatore e pontefice. Come si può sintetizzare la figura della “reverenza“ introdotta da Dante nella Monarchia. Il Papa deve mostrare verso l’impero verso l’imperatore e quella reverenza che il suddito ha verso il sovrano. Il Papa deve mostrare verso l’impero e verso l’imperatore, quella reverenza che il figlio maggiore ha verso il padre. L’imperatore deve mostrare verso la chiesa e verso il pontefice, quella reverenza che il figlio maggiore ha verso il padre. L’imperatore deve mostrare, verso la Chiesa e verso il pontefice, quella reverenza che il suddito ha verso il sovrano. I Canti VI delle cantiche della Commedia. Sono tutti dedicati a temi politici. Sono tutti dedicati all’invettiva contro Firenze. Sono tutti dedicati all’analisi della situazione politica italiana. Sono tutti incentrati sull’impero. La fortuna della Monarchia. È stata minima all’indomani della morte di Dante, per aumentare nel Settecento. È stata minima all’indomani della morte di Dante, per aumentare nel Quattrocento. È stata immediata dopo la morte di Dante, con una grande diffusione. È stata immediata dopo la morte di Dante, ma solo all’estero. Nel Trattatello in laude di Dante, Boccaccio. Ci informa che, dopo l’incoronazione, a Roma, di Ludovico il Bavaro (1328) i sostenitori dell’autorità imperiale contro il Papa Giovanni XXII utilizzarono il trattato a difesa delle loro tesi. Ci informa che, dopo l’incoronazione, a Roma, di Ludovico il Bavaro (1328) i sostenitori dell’autorità ecclesiastica contro il Papa Giovanni XXII utilizzarono il trattato a difesa delle loro tesi. Ci informa che, dopo l’incoronazione, a Roma, di Ludovico il Bavaro (1300) i sostenitori della democrazia utilizzare il trattato a difesa delle loro tesi. Ci informa che, dopo l’incoronazione, a Roma, di Ludovico il Bavaro (1328) i sostenitori della dittatura utilizzarono il trattato a difesa delle loro tesi. Il volgarizzamento di Marsilio Ficino del 1468. È un caso isolato in un secolo dalla fortuna molto scarsa per il trattato. Rappresenta il più famoso dei volgarizzamenti che si tentarono di effettuare nel Quattrocento. Rappresenta il più famoso dei volgarizzamenti che si tentarono di effettuare nel Settecento. È andato perduto a causa della censura papale. Dante. Sistemò le sue letture, non una raccolta come Petrarca. Sistemò le sue letture in una raccolta al contrario di Petrarca. A differenza di quanto faranno Petrarca, sul modello ciceroniano, e gli umanisti, Dante non mise insieme le sue lettere in un corpus epistolare. A differenza di quanto faranno Petrarca, sul modello ciceroniano, e gli umanisti, Dante raccolse organicamente le sue lettere in un corpus epistolare. Le lettere dantesche. Sono giunte a noi nel numero di 13 e sono scritte in latino. Sono giunte a noi nel numero di 13 e sono scritte in volgare. Sono giunte a noi nel numero di 130 e sono scritte in volgare. Sono giunte a noi nel numero di 130 sono scritte in latino. Tematicamente, le epistole. Fino alla 3 possono essere suddivise in didici gruppi principali. Fino alla 12 possono essere suddivise in tre gruppi principali. Non sono omogenee. Trattano solo di politica. Le epistole politiche. Non sono attribuite certamente a Dante. Sono state raccolte da Dante a parte rispetto al restanti. Rappresentano la sezione minoritaria dell’epistolario dantesco, sia per estensione materiale, sia per numero. Rappresentano la sezione più ampia dell’epistolario dantesco, sia per estensione materiale, sia per numero. Lo stile delle epistole. È molto sostenuto e testimonia di una fine perizia nell’uso delle regole dell’ars dictaminum o dictandi. È molto leggero e testimonia di una fine perizia nell’uso delle regole dell’ars dictaminum o dictandi. Non è omogeneo. Muta per le epistole di argomento politico. Nell’epistola II per la morte di Alessandro Guidi conte di Romena. Dante fa riferimento al suo ritorno a Firenze attraverso una via che non faccia venire meno la sua integrità morale. Dante fa riferimento alla sua triste condizione di Exil inmeritus, alludendo al proprio stato di povertà e sottendendo Forse una richiesta di protezione e di aiuto economico. Dante si rivolge ai cardinali italiani chiusi in conclave. Dante scrive per conto dei fuoriusciti bianchi. Il tema autobiografico dell’esilio. Non è presente nel Convivio, al contrario delle Epistole. Non è presente nelle Epistole, al contrario del Convivio. È presente solo nelle Epistole. È presente anche nel Convivio, oltre che nelle Epistole. La lettera a Cangrande della Scala. Affronta questioni che riguardano la materia, la struttura, lo stile, il fine e l’interpretazione della commedia. Fa riferimento alla sua triste condizione di exul inmeritus di Dante, Alludendo al proprio stato di povertà e Sottendendo forse una richiesta di protezione e di aiuto economico. Fa riferimento al ritorno a Firenze di Dante attraverso una via che non faccia venire meno la sua integrità morale. E rivolta ai cardinali italiani chiusi in conclave. Quali sono i quattro “sensi” della scrittura, per Dante?. I quattro sensi della scrittura sono quelle della lettera, quello allegorico, quello morale e quello anagogico. I quattro sensi della scrittura sono quello della lettera, quello allegorico, quello metaforico e quello metonimico. I quattro segni della scrittura sono quello ossimorico, quello allegorico, quello metaforico e quello anagogico. I quattro sensi della scrittura sono tutti riconducibili al senso della lettera. Nella tradizione medievale, la lettera. Non era considerata uno strumento di semplice comunicazione in ambito personale, bensì un vero e proprio genere letterario. Era considerata uno strumento di semplice comunicazione in ambito personale, non un vero e proprio genere letterario, come sarà invece per Dante. Era considerato uno strumento di semplice comunicazione in ambito personale, non un vero e proprio genere letterario, come sarà invece per Manzoni. Non era codificata. |