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Title of test:
Lingua e Letteratura italiana

Description:
Pegaso 21-30

Author:
SamanthaW92
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Creation Date:
06/05/2022

Category:
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Number of questions: 110
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Content:
Molto probabilmente il destinatario dell'ecloga VIII è: Damone Alfesibeo Mopso Asinio Pollione.
Rispetto a Teocrito, suo modello, Virgilio attua una novità, che consiste: nell'intensità del pathos nel tema d'amore nella presenza di contadini nella presenza della magia.
Il rituale magico della contadina virgiliana si svolge: presso un altare presso una fonte d'acqua presso un cimitero su un monte.
Non è un termine tecnico della lingua sacrificale: vitta verbenas adole anguis.
Il deus al v. 75 è: Ecate Plutone Giove Dite.
La donna auspica che Dafni provi lo stesso amore di: un serpente una "torquilla" un toro una giovenca.
Le exuviae sono: pozioni realizzate con erbe del Ponto gli abiti e gli effetti personali appartenuti a qualcuno le fiamme che si innalzano durante il sacrificio le anime che fuoriescono dai sepolcri.
Dafni raggiunge il suo obiettivo - far ritornare a casa Dafni - attraverso: la preghiera a Ecate i carmi la preghiera alla Terra i veleni.
Dum ferre moror è da riferire: alla contadinella all'ancella all'amato a Simeta.
Nel finale dell'ecloga, la differenza rispetto a Teocrito è che: l'innamorato muore c'è un lieto presagio le ceneri non prendono fuoco il veleno non sortisce alcun effetto.
Nell'Epodo V di Orazio è raccontato: un rito di magia bianca un rito di magia nera una cerimonia per gli dèi celesti un rito apotropaico.
Una noverca è: una maga una unguentaria una sacerdotessa una matrigna.
Nel v. ut haec trementi questus ore constitit, 'ut' ha valore: finale consecutivo temporale completivo.
La bulla è: una pozione un amuleto una toga purpurea un incantesimo.
Nei vv. 41-42, excantata concorda con: voce lunam thessala sidera.
Paolo Festo sostiene che paelex sia l'appellattivo proprio: delle donne che si uniscono a uomini sposati delle maghe dedite alla necromanzia delle donne tessale delle unguentarie.
Il silentium: È l'assenza totale di rumori durante il rito È l'assenza di rumori inopportuni durante il rito non è una condizione necessaria durante il rito È controproducente nel corso del rito.
Canidia cita Medea come: rivale divinità maga e illustre 'precedente' sacerdotessa.
Al v. 84, lenire è: infinito esclamativo infinito storico infinito con valore di soggetto infinito con valore di complemento oggetto.
Per il puer, i venena: sono sempre benefici non possono essere annulati sono leciti o illeciti sono identici alle maledizioni.
L'Epodo XVII di Orazio è: una descrizione di un rito di magia 'nera' un dialogo fra il poeta e la maga una descrizione di un sacrificio un dialogo fra Orazio e una divinità.
Do manus è una 'iunctura' usata in ambito: militare giuridico religioso agricolo.
Nel v. 4, valentium regge: carminum devocare libros sidera.
Nel v. 4, prudens è costruito con: genitivo in+ablativo dativo infinito.
Ad affermare che le pulveres sono definite novendialis in quanto le ceneri sono seppellite nove giorno dopo la morte di un individuo è: Mauro Servio Onorato Orazio Porfirione Canidia.
Palinodia è sinonimo di: confirmatio simulatio retractatio dissimulatio.
Una delle colpe commesse da Orazio è: non aver diffuso i misteri di Cotitto non aver fatto da pontifex ai riti dell'Esquilino aver esaltato la magia 'bianca' aver diffuso i misteri di Cotitto.
Il toxicum: non è un veleno spalmato sulle frecce È un veleno spalmato sulle frecce È una pozione È una formula magica.
Tradizionalmente, Lo scopo del giambo è: elogiare intrattenere il pubblico difendere dalle accuse attaccare pubblicamente.
Orazio sarà sottoposto a tormenti e pene come: Tantalo Telefo Achille Priamo.
Ciò che richiede Giasone è un adynaton, termine che indica: ciò che è possibile qualsiasi pratica magica le precedenti pratiche magiche di Medea ciò che non rientra nel possibile.
Giasone, avanzando la sua richiesta a Medea, è mosso da: humanitas fides pietas clementia.
La lustratio è: la recitazione di un carme lustrale la creazione di un ideale cerchio magico l'uso dell'abbigliamento senza vincoli il rito di purificazione con acqua.
L'atto locutorio è introdotto da: ora solvit silet…aer ee convertit crinem inroravit.
La prima parte della preghiera di Medea è costituita da: invocatio exordium precatio epica.
Non è una impresa compiuta da Giasone con l'aiuto 'magico' di Medea: la vittoria sui tori la vittoria sui guerrieri nati dai denti di serpente l'uccisione del cinghiale calidonio la vittoria sul drago che vigilavano sul Vello d'oro.
È vero che vivax, concordato con gramen, è un epiteto: esclusivamente esornativo anche causativo con funzione avverbiale con valore dispregiativo.
Nell'espressione annosae pellem posuere senectae, posuere è: indicativo perfetto attivo III persona plurale indicativo perfetto attivo III persona singola infinito presente congiuntivo imperfetto attivo III persona singolare.
Uno degli altari innalzati da Medea è consacrato a: Nox Tellus Luna Iuventa.
Il vocabolo situs al v. 290 indica: il luogo in cui si svolge il rito la regione della Tessaglia la decadente condizione fisica e mentale di Esone il pallore di Medea durante il rito.
La Medea, tragedia latina in cui è raccontato il rito di magia nera, è opera di: Euripide Ovidio Seneca Quinto Ennio.
A riverlare il piano di vendetta di Medea è: la nutrice la sorella di Medea Giasone Creusa.
La nutrice, anticipando il rito magico, non fa riferimento: alla raccolta di pestes invocazione di serpenti all'autolesionismo di Medea dispiegamento di forze occulte.
Non presenta parziali analogie con la malia monodica di Medea: Virgilio, Eneide IV,509 ss. Ovidio, Metamorfosi VII,192 ss. Lucano, La guerra civile VI,695 ss. Virgilio, Ecloga VIII,64 ss.
Il sintagma lege confusa risente probabilmente della: filosofia stoica filosofia epicurea filosofia pitagorica filosofia platonica.
Messem hibernam è: un poliptoto un ossimoro un omoteleuto una allitterazione.
Con Trivia si intende: Medea Iuventa Giunone Ecate.
La vitta è: Un'erba velenosa della Colchide l'altare presso cui si svolge il rituale una sorta di benda indossata nelle cerimonie religiose una sorta di benda indossata nelle cerimonie nuziali.
Nel preparare il veleno, Medea usa il fel, che è: il fiele la fiaccola ardente il veleno del serpente il gufo.
A consegnare le vesti avvelenate a Creusa sarà/saranno: i figli di Medea Giasone Medea la nutrice.
Nel VI libro de La guerra civile, Lucano, prende come modello, rovesciandolo: le Metamorfosi di Ovidio l'Eneide di Virgilio le Elegie di Tibullo gli Epodi di Orazio.
Con la perifrasi terris hospita Colchis, Lucano allude a: Fedra Sagana Canidia Medea.
Infandum è un composto di in e: facere fieri fari fanum.
Nel v. 507, con dirae gentis Lucano indica: i Romani i Tessali i Greci tutti coloro che combattono la guerra civile.
I Lari sono: spiriti protettori della casa sacerdoti del culto persiano spiriti dei morti divinità della Tessaglia.
Ciò che distingue Eritto dalle altre maghe è: la capacità di trascinare la luna la capacità di preparare filtri d'amore la necromanzia la capacità di pregare gli dèi con tono sommesso.
Impexis del v. 518 è concordato con: comis facies macies thessala.
Nel v. 573, con fidi scelerum suetique ministri Lucano si riferisce a: i collaboratori di Eritto i maghi della Tessaglia i ministri del culto ufficiale i complici e aiutanti di Sesto Pompeo.
Non humilis labor est (v. 602) è: allitterazione litote poliptoto ipallage.
Con il sostantivo tellus, Lucano allude ad una particolare tipologia di divinazione, che è la: geomanzia idromanzia aeromanzia necromanzia.
Lucano, nel libro VI, v. 413 del suo poema epico definisce damnata fatis: Eritto Lesbo la Tessaglia la Sicilia.
L'aggettivo tristis riferito a Eritto ha il senso di: miserabile infernale tenebrosa ferale.
Nel v. 658, exanimi defixum lumina vultu è una ripresa di: Virgilio, Eneide VI,156 Orazio, Epodo V,15 Orazio, Epodo XVII,28 Virgilio, Eneide V,156.
I vv. 712-718 del VI libro del poema sono occupati da: exordium invocatio narratio preces.
Con sorores Lucano indica: Proserpina e Diana le Parche la Luna ed Ecate Eritto e Proserpina.
Il portitor è: Sesto Pompeo Atropo Caronte Dite.
Stygiasque canes sono definite: Ecate e Diana le Erinni Tisifone e Megera Cerere e la Gorgone.
Con epanankoi lógoi si indica: le parole che costringono le parole che persuadono le parole che ingannano le parole che offendono.
Il figlio di Publio Decio Mure, collocato da Lucano tra i Beati, ha combattuto: la Guerra latina la prima guerra macedonica la seconda guerra punica la terza guerra sannitica.
Il soldato profetizza la poenam victori, alludendo: alla morte di Pompeo Magno alla morte di Cesare alla morte di Sesto Pompeo alla morte di Gneo Pompeo.
La magia di cui è accusato Lucio Apuleio è: mimetica omeopatica simpatetica imitativa.
La Lex Cornelia de sicariis et veneficis fu promulgata nel: 80 a.C. 81 a.C. 158 d.C. 159 d.C.
L'obiettivo di Apueleio, durante l'arringa, è: difendere Pudentilla ammettere le proprie responsabilità portare dalla propria parte il giudice dimostrare la validità della tesi avversaria.
La definitio consiste: nella presentazione dell'imputato nella decisione del giudice nel negare il capo d'accusa nello stabilire i contorni del capo d'accusa.
Secondo Cicerone, l'ironia si ottiene: mettendosi in ridicolo apertamente dicendo una cosa e intendendone un'altra scagliando offese contro l'avversario usando un linguaggio volgare.
L'ironia è definita da Cicerone: cavillatio ironia simulatio dissimulatio.
Per Quintiliano, si può parlare di simulatio, quando: si finge di avere un'opinione sicura si fa intendere di capire poche parole si fanno battute salaci si ridicolizza qualcuno.
A Roma, l'umorismo: non era ammesso nell'aula di tribunale rendeva l'oratore autorevole e credibile rendeva l'oratore poco credibile era ammesso solo in teatro.
I deliramenta sono: i deliri causati dalla magia gli attacchi di Apuleio contro gli avversari le imputazioni di cui gli accusatori sono fatti segno le imputazioni di cui Apuleio è fatto segno.
Apuleio dimostra che: le imputazioni sono legate alla magia 'bianca' le imputazioni sono legate alla magia 'nera' nelle imputazioni non c'è nulla di attinente alla magia le imputazioni sono legate solo a culti religiosi.
L'autodifesa di Apuleio è strutturata intorno: alla confirmatio alla probatio alla confutatio alla concessio.
L'accusa contro Apuleio si basa sull'uso di animali marini, come la conchiglia "pettine", che, in latino virginal, è in analogia con: mentula pecten veretilla lepus marinus.
L'argomento capitale dell'accusa è che Apuleio: ha rubato i pesci ha ingannato i pescatori ha pagato i pescatori È stato colto in flagranza di reato.
Il fatto che l'accusa sostenga che i pesci hanno poteri occulti dimostra che: l'accusa stessa si intende di magia l'accusa non si intende di magia Apuleio di intende di magia Apuleio non si intende di magia.
La pratica magica di cui è accusato Apuleio è basata sul principio che: gli effetti ottenuti sui simboli si riproducono sui soggetti le cose che si toccano si influenzano il simile produce il simile per influenzare una cosa, si usa il suo antagonista.
Apuleio cita i versi di Virgilio, in cui la donna: usa gli stessi pesci per un rito magico ricorre a un rituale magico usa altri pesci, che confermano la natura occulta degli animali marini ricorre a una pozione.
Gli exempla citati durante l'arringa da Apuleio dimostrano che: solo nella letteratura greca, si legge che i pesci hanno poteri occulti tutti gli autori alludono ai poteri magici dei pesci solo Levio allude al potere magico dei pesci solo dalla terra si ricavano sostanze adatte a riti magici.
Con la sua autodifesa, Apuleio finisce per: dimostrare la propria colpevolezza ridicolizzare l'avversario dimostrare la propria ignoranza rendere inefficaci i suoi exempla.
Nell'autodifesa è definito piscium insimulator: Apuleio Pudentilla Tannonio Pudente Ponziano.
Ad aver acquistato una rete di pesci per liberarli fu: il mago e filosofo Pitagora il poeta Omero il poeta Teocrito Apuleio stesso.
Nella Apologia, Apuleio attiva forme di: amplificatio comparatio deminutio dell'avversario deminutio del giudice.
L'infantia indica: esclusivamente una fase della vita dell'individuo l'incapacità di esprimersi correttamente la capacità di usare eufemismi l'ignoranza.
Secondo l'accusa, l'imputato ha usato i pesci per sedurre, sulla base di un principio: imitativo simbolico omeopatico simpatetico.
Secondo Isidoro di Siviglia, spurium deriva dal greco e significa originariamente: animale marino seme alga fallo.
Il nome esatto di veretilla è: virginal spurium fascinum conchula.
Apuleio dimostra al giudice: la propria ignoranza l'ignoranza del giudice stesso la cultura dell'avversario l'ignoranza dell'avversario.
L'imputato, per dimostrare l'infondatezza dell'accusa, vuole: leggere stralci dell'opera di Sofocle leggere qualche brano delle proprie opere leggere stralci delle opere di Aristotele leggere opere composte dall'avversario.
Le operazioni magiche di cui è accusato Apuleio sono basate su: somiglianza dei nomi somiglianza delle qualità somiglianza delle funzioni somiglianza degli effetti.
Plinio il Vecchio testimonia che la remora: non viene usata nei malefici viene usata esclusivamente per rallentare la corsa delle navi non viene usata in ambito ostetrico viene usata anche per malefici amorosi.
Secondo Elio Donato, il verbo remorer deriva da: mora morior remora moro.
È basato/a sulla similitudo nominis: la formula per curare la lussazione la cura per la tonsillite mediante l'uva il filtro d'amore per far bruciare d'amore Dafni la magia basata sull'uso di simboli.
Hedyphagetica è un'opera di: Livio Andronico Nevio Ennio Apuleio.
Il procedimento che consiste nell'indugiare su uno stesso concetto è detto: comminatio commoratio adhortatio commiseratio.
Apuleio afferma di aver letto e accresciuto le opere di: Omero Platone Aristotele Plinio il Vecchio.
In Apuleio, Sulla magia 41, piscem proscidisti significa: hai sezionato un pesce ho sezionato un pesce hai acquistato il pesce ho acquistato il pesce.
Gli harioli sono: i maghi i sacerdoti i giudici gli indovini.
Apuleio sfrutta a suo vantaggio: l'argumentum in praeterito tempore l'argumentum in instanti tempore l'argumentum in consequenti tempore l'argumentum ab aetate.
Apuleio realizza un "attacco al veleno" dell'avversario, attacco che in latino è detto: excusatio comparatio confutatio vituperatio.
L'imputato dimostra che ad essere attaccata nel processo è: la filosofia la religione la medicina la cultura popolare.
Apuleio fa in modo che: l'avversario ottenga la vittoria nel processo il giudice condivida la posizione dell'avversario l'avversario ritiri l'accusa il giudice condivida la sua posizione.
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