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Creation Date: 2025/12/20

Category: Languages

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La funzione referenziale riguarda: testi accademici con scopo informativo. testi poetici con scopo emotivo. testi bibliografici. testi scientifici con funzione cognitiva.

La funzione appellativa è anche detta: conativa. cognitiva. fatica. referenziale.

La funzione vocativa ha lo scopo di: trasmettere il messaggio. evocare emozioni. trasmettere informazioni scientifiche. sapere chi scrive e chi legge.

La funzione estetica è: poetica. referenziale. cognitiva. fatica.

La funzione estetica ha lo scopo di: usare una forma linguistica particolare. analizzare il linguaggio. stabilire un contatto tra scrittore e lettore. informare sui fatti.

La funzione metalinguistica ha lo scopo di: spiegare parole. analizzare il linguaggio. stabilire un contatto tra scrittore e lettore. usare una forma linguistica particolare.

La funzione espositiva si divide in: descrittiva e narrativa. narrativa e poetica. poetica e cognitiva. cognitiva e descrittiva.

Tra le funzioni comunicative evidenziate da Jakobson NON c’è: cognitiva. conativa. poetica. fatica.

La funzione espositivo-narrativa: descrive le caratteristiche degli oggetti o delle situazioni menzionate. trasmette dati e informazioni a livello spazio-temporale. è una narrazione sistematica e parasintattica degli eventi. è un'argomentazione che persuade o influenza l'opinione del lettore.

La funzione espositivo-descrittiva: descrive le caratteristiche degli oggetti o delle situazioni menzionate. è una narrazione sistematica e parasintattica degli eventi. è un'argomentazione che persuade o influenza l'opinione del lettore. trasmette dati e informazioni a livello spazio-temporale.

L'Analisi della Conversazione (CA) nello studio del parlato: si concentra sull'applicazione di regole grammaticali standard per interpretare il significato in contesti formali ed informali, come ugualmente in contesti interculturali. costruisce le sue categorie di analisi partendo dall'osservazione del parlato reale e lasciando che siano i dati stessi a definire le strutture. dà priorità all'analisi di testi scritti formali piuttosto che al parlato spontaneo in contesti multiculturali, mentre esalta lo studio del linguaggio parlato in contesti istituzionali. mira principalmente a smascherare le disuguaglianze sociali e i rapporti di potere celati nel linguaggio in contesti multiculturali dove sono presenti diverse varianti socio-politiche che influenzano in linguaggio.

Una differenza chiave tra CA e la Discourse Analysis iniziale di Sinclair & Coulthard è: la CA si concentra solo su testi scritti, mentre la DA analizza solo il parlato. la CA utilizza categorie pre-definite, mentre la DA le ricava dai dati. la CA si focalizza su contesti formali e gerarchici. la CA parte dalla conversazione spontanea per derivare le proprie categorie, mentre la DA applica un sistema descrittivo pre-definito.

La caratteristica distintiva cruciale della Critical Discourse Analysis (CDA) è. analizza esclusivamente testi scritti. include una dimensione di spiegazione/valutazione che collega il testo a contesti sociali, istituzionali e ideologici (potere, disuguaglianza). si basa esclusivamente sulla teoria degli atti linguistici. evita categorie pragmatiche come il turn-taking.

Una caratteristica chiave della Sociolinguistica Interazionale è: analizzare testi scritti per identificarne l’autore. usare metodi quantitativi sulle variabili fonologiche. analizzare come il contesto sociale e culturale influenzi l’uso e l’interpretazione del linguaggio. descrivere strutture gerarchiche del discorso istituzionale.

L’idea centrale della Teoria degli Atti Linguistici è: il significato dipende solo dalle parole. la comunicazione funziona solo in contesti formali. il linguaggio è uno strumento per compiere azioni. la funzione principale del linguaggio è descrivere il mondo.

Le tre componenti di un atto linguistico sono: forma grammaticale, struttura sintattica e senso logico. descrizione, analisi e interpretazione. istruzioni, controlli e informazioni. atto di pronunciare qualcosa, intenzione dell’oratore ed effetto sull’ascoltatore.

Il Principio di Cooperazione di Grice si focalizza: sul mantenimento del silenzio. sulla risoluzione dei disaccordi. sull’uso di un linguaggio rigido. sul capirsi reciprocamente, anche attraverso ciò che non è detto esplicitamente.

Una distinzione chiave tra Discourse Analysis (DA) e Conversation Analysis (CA) è: la DA analizza solo interazioni dirette. la DA è sociologica, la CA linguistica. la DA usa un modello predefinito, mentre la CA analizza il parlato per scoprirne le strutture interne. la DA studia solo testi scritti.

La Sociolinguistica Interazionale si concentra su: la struttura grammaticale di frasi isolate. statistiche sulle popolazioni dei parlanti. l’influenza della cultura sull’uso e la comprensione del linguaggio e sulle minime differenze nel parlato. l’evoluzione storica delle lingue.

L’Analisi del Discorso (AD) affronta lo studio della conversazione: applicando un quadro teorico predefinito basato su unità strutturali. concentrandosi solo sulle dinamiche di potere. analizzando esclusivamente le differenze culturali. derivando le categorie direttamente dai dati del parlato spontaneo.

La pragmatica si concentra sullo studio di: . le strutture interne delle parole. i suoni prodotti durante il parlato. l'uso effettivo del linguaggio nel contesto comunicativo. il significato letterale delle singole frasi in un contesto variabile.

L'ambito di studio della pragmatica si sovrappone a Discourse Analysis e Conversation Analysis perché condividono l’interesse per: lo studio comparativo delle lingue e delle strutture morfosintattiche. l’analisi della struttura grammaticale indipendentemente dal contesto. la valutazione della lunghezza delle frasi nei generi testuali. l’esame del contesto comunicativo, del significato implicito e della funzione.

Gran parte di ciò che apprendiamo sulla comunicazione efficace deriva da: l’assimilazione di norme e regole esplicite. l’assimilazione di norme tramite l’apprendimento formale. l’assimilazione di norme implicite attraverso l’osservazione e la partecipazione alla comunità. l’assimilazione di norme esplicite osservando diverse comunità.

Il fatto che il significato dipenda anche dal contesto e dallo scopo comunicativo implica che: l’interpretazione di ciò che non è detto o implicito è centrale nello studio pragmatico. l’interpretazione di ciò che è esplicito è centrale nella pragmatica. il non detto è poco rilevante nello studio linguistico. il significato esplicito è centrale nello studio semantico.

Secondo il Principio di Cortesia (Politeness Principle), considerare interessi e sentimenti dell’interlocutore contribuisce a: spiegare come si esprimono significati nel discorso. spiegare come si rilevano significati impliciti nel discorso altrui. spiegare come si esplicitano significati espressi da altri. spiegare come i parlanti possono sottintendere significati non direttamente espressi.

Un parlante può infrangere intenzionalmente il Principio di Cooperazione per: aderire al principio di cortesia, preservando l’armonia sociale o evitando di offendere. mostrare disinteresse e chiudere la conversazione. rendere il discorso ambiguo e incomprensibile. dimostrare di saper infrangere le convenzioni comunicative.

Un approccio pragmatico alla traduzione suggerisce che essa sia: un’attività linguistica in contesti generali che gestisce significati nascosti. un’attività linguistica complessa in contesti specifici che gestisce significati palesi e latenti. un’attività che gestisce solo significati evidenti. un’attività che gestisce solo significati latenti.

Nella traduzione scritta, l’applicazione dei principi di cortesia implica che il traduttore: modifichi il contenuto inserendo opinioni personali. garantisca una corrispondenza parola per parola. consideri le attese del pubblico (vantaggio, svantaggio, gradimento). elimini ogni implicatura o comunicazione indiretta.

Un obiettivo fondamentale della pragmatica è: identificare modelli di significato implicito e regole non dichiarate che guidano l’interazione. creare grammatiche prescrittive universali. decodificare solo il significato esplicito delle frasi. studiare solo proprietà acustiche e sintattiche.

Caratteristiche di positive politeness e negative politeness: la positive politeness evidenzia elementi comuni, la negative politeness evidenzia differenze. la positive politeness evidenzia differenze, la negative elementi comuni. la negative politeness rispetta il bisogno di appartenenza. la positive politeness rispetta il bisogno di distanza individuale.

La tradizionale didattica della grammatica inglese si focalizza prevalentemente su contenuti e approcci che riflettono la lingua scritta formale, spesso trascurando le peculiarità del parlato e: concentrandosi sull'apprendimento induttivo delle regole grammaticali più complesse. favorendo l'uso di materiali interattivi per ogni aspetto della grammatica. basandosi in larga parte su esempi testuali e un metodo che stabilisce come usare correttamente la lingua secondo norme stabilite. dando importanza a tutte le forme di espressione linguistica fin dai livelli iniziali.

L'obiettivo degli studiosi che esaminano la grammatica della lingua parlata non è criticare la grammatica standard scritta, ma è: evidenziare la necessità per chi apprende di possedere un repertorio più ampio di scelte linguistiche per adattarsi a vari contesti comunicativi. dimostrare la volatilità delle regole grammaticali tradizionali. rifiutare la norma prescrittiva a favore di un approccio esclusivamente orale. mostrare che i docenti devono disporre di più opzioni grammaticali.

L’analisi di grandi corpora di parlato mostra che: il parlato non possiede una struttura grammaticale riconoscibile. le regole della grammatica scritta si applicano integralmente al parlato. alcune configurazioni linguistiche individuate nei dati orali reali favoriscono maggiore interazione ed espressione personale. il linguaggio scritto è inferiore in contesti informali.

Nel parlato, soprattutto in racconti e aneddoti, le costruzioni con un elemento tematico anticipato sono dette: intercalari. dislocazioni a sinistra. tags. hedging.

Il seguente elemento spesso implica un giudizio affettivo o una percezione di problematicità: get-passive. tags. hedging. discourse markers.

Le implicazioni della grammatica orale per l’insegnamento sono rilevanti e: devono essere considerate per esporre i discenti a situazioni comunicative reali. servono a esporre i docenti a situazioni possibili. preparano solo allo studio dei corpora settoriali. servono esclusivamente alla scrittura dei libri di testo.

Un sinonimo di “bundles” è: chunks. response tokens. tags. discourse markers.

Questi elementi del parlato informale presentano variazioni rispetto alle grammatiche standard e includono forme non rigidamente affermative o negative: response tokens. tags. discourse markers. tend to.

Questi elementi possono funzionare non solo per descrivere, ma anche per segnalare ascolto, accordo o interesse a livello discorsivo: discourse markers. tags. response tokens. passive.

Una metodologia proposta per l’insegnamento della grammatica del parlato prevede tre fasi: induction – imagination – innovation. interaction – implementation – implicature. induction – implication – illustration. illustration – interaction – induction.

L'interazione "reale" e non strutturata si riferisce a: Il parlare informale e colloquiale, soprattutto tra consocenti. Conversazioni autentiche che avvengono in maniera spontanea. Dialoghi sconnessi tra parlanti che danno per scontato molte informazioni ed omettono elementi del discorso. L'impossibilità di seguire norme e dettami di grammatica standard nella conversazione spontanea, soprattutto accademica.

La ricerca sul parlato accademico beneficia enormemente dalla disponibilità di grandi raccolte digitali di discorsi reali e: tali collezioni sono utili per l'analisi statistica della lunghezza media delle frasi e della complessità sintattica. la vera rivoluzione nello studio dell'interazione orale è dovuta all'introduzione di software di riconoscimento vocale avanzato ed ai corpora. l'utilità di database linguistici è basata sugli studi di fonetica e prosodia, nonché su analisi di strutture morfo-sintattiche in ambito accademico e formale. l'analisi di interazioni orali hanno trasformato radicalmente la comprensione di come le persone comunicano, anche in contesti accademici.

Esiste una notevole differenza nella frequenza d'uso del pronome "you" rispetto a "I" tra i corpora di inglese parlato generale e quello accademico e: nel corpus accademico, il pronome "you" compare con una frequenza decisamente superiore rispetto a "I", riflettendo la direzione prevalente della comunicazione dai docenti verso gli studenti. nel parlato quotidiano, "I" è molto più frequente di "you", come ugualmente nell'ambito universitario, a causa della natura impersonale della comunicazione. l'alta frequenza di "I" nel parlato accademico indica una maggiore enfasi sull'esperienza personale del docente e sulla rilevanza degli studi e delle analisi condotte da esperti di settore. la frequenza dei due pronomi è sostanzialmente identica in entrambi i contesti, poiché entrambi riflettono l'interazione bidirezionale.

I "chunk" o gruppi lessicali ricorrenti, come "you know" o "I don't know", presentano una caratteristica semantica specifica, ovverosia: ogni chunk possiede un significato componenziale derivabile dalla somma dei significati delle parole che lo compongono. il loro significato è idiomatico e/o metaforico e richiede un'interpretazione non letterale. funzionano come strutture linguistiche o schemi di supporto per l'organizzazione del discorso. l loro principale funzione è quella di aggiungere enfasi e ridondanza al messaggio, rendendolo più persuasivo.

La competenza nell'utilizzo dei gruppi lessicali è considerata fondamentale per l'efficacia comunicativa in ambito universitario: tuttavia, questa abilità è secondaria rispetto alla padronanza del lessico specialistico e delle regole grammaticali formali. ma conoscere i chunk è utile solo per la comprensione passiva, non per la produzione attiva del linguaggio accademico. la familiarità con queste sequenze fisse contribuisce in modo significativo a migliorare la fluidità espressiva. l'importanza dei chunk è limitata ai contesti informali all'interno dell'università, come le conversazioni tra studenti.

I VCMs, come "and stuff like that" o "or something", svolgono una funzione pragmatica legata alla gestione delle informazioni: questi elementi segnalano che l'oratore si aspetta che l'ascoltatore sia in grado di inferire la categoria o gli elementi a cui si fa riferimento senza bisogno di un elenco completo. sono usati per indicare che l'oratore non conosce i dettagli esatti e sta improvvisando. questi elementi segnalano che l'oratore sa che l'ascoltatore inferisce la categoria o gli elementi a cui si fa riferimento fornendo inoltre un elenco dettagliato. il loro uso è un segno di incertezza e debolezza comunicativa, da evitare in contesti formali.

Nel contesto accademico, l'uso dei VCMs può avere un'implicazione specifica riguardo al sapere condiviso: l'impiego di tali marcatori può proiettare l'assunto che gli studenti possiedano già una certa familiarità con il gergo o i concetti specialistici. suggeriscono che alcuni dettagli non possono essere dati per scontati. la loro presenza segnala generalmente che il docente sta fornendo un'introduzione preliminare a un argomento complesso. sono utilizzati per mettere in discussione le conoscenze pregresse degli studenti.

L'analisi di come iniziano i turni di parola rivela aspetti importanti della gestione dell'interazione, specialmente in ambito accademico: rivelando dinamiche della progressione del discorso e sulle pregresse relazioni tra partecipanti. indicando chi detiene il controllo della tematica della conversazione. rilevando le pregresse relazioni tra i partecipanti e la dinamica degli assunti socio-interattivi. indicando chi detiene il controllo sulla progressione del discorso e sulle dinamiche comunicative.

Le implicazioni didattiche derivanti dagli studi basati sui corpora di parlato accademico suggeriscono, tra l'altro: che è sufficiente concentrarsi sull'insegnamento del vocabolario accademico e della grammatica formale. che sono un'ottima base per la partecipazione efficace agli eventi orali accademici. che i risultati dell'analisi dei corpora dovrebbero essere integrati nei materiali didattici per aumentare la consapevolezza didattico-specifica. che l'insegnamento dovrebbe basarsi principalmente sulla memorizzazione di chunks, VCMs, response tokens, discourse markers.

Lo studio di McCarthy e McCarten del 2019 si concentra sulla gestione dell'interazione linguistica in contesti accademici orali: descrive l'evoluzione storica dei generi testuali accademici orali. esamina come si organizzino gli scambi comunicativi nel parlato universitario. evidenzia le differenze nella pronuncia tra parlanti nativi e non nativi durante presentazioni scientifiche. analizza la struttura grammaticale delle frasi complesse utilizzate nelle dissertazioni orali.

La disciplina EAP (English for Academic Purposes) si propone di dotare gli studenti universitari delle capacità linguistiche per interagire efficacemente nell'ambiente accademico: si concentra principalmente sullo studio approfondito della letteratura accademica e delle sue correnti interculturali e continentali. offre agli studenti competenze comunicative indispensabili per interagire efficacemente nel mondo universitario. propone un percorso di formazione linguistica finalizzato al raggiungimento di certificazioni internazionali standard. riguarda lo sviluppo di abilità di traduzione e interpretazione in contesti professionali ed accademici.

L'alfabetizzazione accademica in inglese implica molto più del semplice apprendimento delle regole grammaticali avanzate e: richiede una solida padronanza della scrittura formale, inclusa la stesura di saggi, tesi e relazioni di ricerca. richiede una padronanza della scrittura formale ed informale, per poter confrontare stili di scrittura differenti. riguarda lo sviluppo di tecniche rapide ed efficienti per la consultazione di dizionari bilingue avanzati e di materiale didattico di origine accademica. si focalizza sull'ottenimento di una pronuncia assolutamente impeccabile e di doti oratorie e scritte paragonabili a quelle di un professore madrelingua.

Un approccio efficace per prendere appunti durante una lezione frontale include un processo di riflessione personale sul contenuto e: richiede di focalizzare l'attenzione e la trascrizione sui contenuti scritti o grafici mostrati su schermo o su un libro. implica l'inserimento di proprie riflessioni, quesiti o paralleli testuali a margine delle annotazioni del discorso. tutto ciò che un professore dice o scrive duranteuna lezione dovrebbe essere scritto automaticamente. si implica un dialogo con i discenti nei propri appunti.

Gli esami orali e i seminari accademici sono contesti designati per la dimostrazione di particolari capacità e: sono concepiti come contesti in cui i professori possono presentare materiale didattico inedito. hanno come scopo quello di valutare la capacità degli studenti di memorizzare elementi ed informazioni scientifiche. mirano a incoraggiare gli studenti a porre quesiti e interagire con la comunità accademica. forniscono l'occasione ideale per evidenziare la propria comprensione della materia e l'attitudine all'espressione formale.

Tra i meccanismi che garantiscono il collegamento logico tra le parti di un testo scritto, uno in particolare risulta problematico per chi non è madrelingua ed è: l'uso della punteggiatura e degli articoli indeterminativi, oltre che di sostantivi aggettivati. la padronanza nell'applicazione delle regole per l'uso dell'articolo determinato davanti a nomi singolari e plurali. la corretta selezione tra preposizioni di luogo e di tempo complesse, specialmente quelle composte. l'identificazione e l'uso dei phrasal verbs idiomatici con particelle multiple e significati figurati.

Una "clause" (proposizione) si distingue grammaticalmente per la presenza di elementi specifici, che è/sono: una giustapposizione di più enunciati completi legati esclusivamente da indicatori grafici di separazione quali punto e virgola. un singolo lessema semanticamente autonomo che costituisce l'elemento portante di un'espressione linguistica più articolata. un raggruppamento di termini correlati caratterizzato dalla presenza indispensabile sia di un soggetto che di un verbo principale. un insieme di parole connesse che non contiene mai al suo interno né un elemento che funga da soggetto né una forma verbale finita.

L'uso dell'articolo determinativo "the" è richiesto, tra gli altri casi, quando l'elemento a cui si fa riferimento è già stato precedentemente introdotto o è chiaramente identificabile nel contesto e: l'entità nominata è già stata presentata in precedenza o si presume sia identificabile dagli ascoltatori o lettori. è obbligatorio davanti a tutti i nomi comuni che indicano concetti universali o categorie generali astratte. si usa unicamente prima di nomi propri di persona o di luogo che non richiedono ulteriori specificazioni contestuali. è richiesto solo quando il nome è seguito da un aggettivo al superlativo relativo o da una preposizione di tempo.

Una phrase (sintagma) è definita come un insieme di parole correlate che non include un soggetto o un verbo e: rappresenta un segmento testuale privo di una forma verbale principale. è un raggruppamento di termini connessi contenente sia un attore sia un'azione espressa verbalmente. è un'entità linguistica completa e autonoma, sempre dotata di senso compiuto. indica un singolo elemento semantico e lessicale isolato dal suo contesto strutturale.

Una sentence (frase) è composta da una o più clauses (proposizioni) e: è un'unità linguistica minima che esprime un'idea completa attraverso un unico verbo finito (detto "finite"). si tratta di un'unità testuale che può contenere al massimo una clause indipendente. riguarda sequenze di parole legate da congiunzioni coordinanti che esprimono concetti paralleli. costituisce una combinazione di uno o più raggruppamenti di termini che includono un soggetto e un verbo.

Gli aggettivi possessivi, i pronomi, alcuni avverbi e specifici sostantivi contribuiscono alla coesione e: questi elementi devono sempre riferirsi a concetti globali o generali validi nell'intero documento. la loro funzione principale è quella di introdurre nuove idee o argomenti non precedentemente trattati nel testo. la loro interpretazione corretta dipende dal legame con concetti o entità presentate in prossimità immediata. servono primariamente a variare la struttura sintattica per evitare la ripetizione eccessiva di forme grammaticali simili.

Nello scritto formale universitario, l'uso della punteggiatura è considerato essenziale per: migliorare l'aspetto visivo del testo e renderlo più gradevole. segnare delle pause nella lettura ad alta voce e variare il ritmo. favorire la comprensione del lettore suddividendo il contenuto. dimostrare una padronanza stilistica avanzata e ricercata.

Gli accademici suggeriscono che per affinare le proprie competenze nell'impiego dei segni di interpunzione in lingua inglese, uno dei metodi efficaci è: analizzare attentamente come la punteggiatura è utilizzata da altri studiosi nei testi. concentrarsi sulla memorizzazione delle regole grammaticali e sull'uso dei segni di punteggiatura in varie lingue. utilizzare software di correzione automatica per identificare gli errori. richiedere sempre a un madrelingua di revisionare il proprio scritto.

In contrasto con la comunicazione orale che sfrutta elementi come gesti e tono, lo scritto accademico si affida alla punteggiatura per: trasmettere l'emozione dell'autore in modo più diretto ed efficace. eliminare la necessità di un vocabolario online o cartaceo. evitare la ripetizione di concetti o idee all'interno del testo. sostituire l'uso del linguaggio del corpo e le variazioni vocali nel veicolare il senso.

Secondo una delle prospettive discusse, una scrittura che è intrinsecamente chiara e precisa nel lessico impiegato: quando richiede un numero significativamente maggiore di segni interpuntivi. se diminuisce la propria necessità di un'interpunzione complessa. se, nonostante la precisione, necessita comunque di un'interpunzione abbondante. deve compensare la precisione lessicale con una punteggiatura elaborata.

Uno degli errori più seri, riscontrato tra i madrelingua, riguarda la confusione tra: l'impiego degli apostrofi con i pronomi possessivi e le forme contratte. la funzione delle parentesi tonde e del punto esclamativo in ambito accademico. la distinzione tra i trattini corti impiegati nelle parole composte e quelli lungh. l'uso corretto del punto e virgola e quello dei due punti.

Per quanto concerne le virgole, gli accademici suggeriscono che la tendenza corrente nella scrittura accademica sia orientata verso: un impiego molto generoso per garantire la massima separazione degli elementi. l'introduzione sistematica della virgola prima della congiunzione finale negli elenchi. una maggiore semplicità e un uso più limitato rispetto al passato. l'uso frequente tra il soggetto della frase e il suo predicato principale.

Nel contesto accademico formale, l'uso dei punti interrogativi è generalmente: sconsigliato per le domande dirette all'interno del corpo del testo. richiesto per introdurre nuove aree di indagine e problematiche. utile per coinvolgere il lettore ponendo quesiti retorici frequenti. accettato solo se posto alla fine di una citazione diretta con domanda.

La punteggiatura, sebbene possa sembrare un elemento di separazione, svolge in realtà la funzione di: un frequente ornamento stilistico per abbellire la composizione scientifica. uno strumento che spezza il flusso del pensiero, rendendolo frammentato. un dispositivo che conferisce unità e struttura all'elaborato scritto. un indicatore della complessità sintattica che l'autore intende comunicare.

Riguardo all'uso dei trattini, viene menzionato che i trattini brevi (hyphens) sono indispensabili in situazioni specifiche, in particolare: nelle espressioni aggettivali composte che precedono un sostantivo. per unire parole all'inizio di una frase complessa. per segnalare un cambio di interlocutore in un dialogo formale. quando si desidera sostituire l'uso di un punto e virgola tra due frasi.

Per indicare che c'è un'interruzione nel testo (un'interruzione meno rilevante di quella dopo un punto) si usa: virgola. punto e virgola. trattino breve (hyphen). trattino lungo (dash).

Lo studio di Hyland (2007) analizza come l’arricchimento del testo contribuisca alla comunicazione autore–lettore e: la ricerca evidenzia come la semplificazione eccessiva possa compromettere la credibilità dell'autore. i risultati dimostrano che le interruzioni testuali sono la strategia principale. l’interazione si basa sulla complessità sintattica e sul lessico specialistico. l’analisi si concentra su come i processi di riformulazione e uso di esempi favoriscano l’interazione.

Le strategie di elaborazione rientrano nel concetto di metadiscourse e: si applicano solo alla comunicazione orale. aiutano a gestire il flusso argomentativo e facilitare l’interpretazione per il lettore. non incidono sulla coesione o leggibilità. servono a segnalare citazioni bibliografiche.

I code glosses sono: espressioni idiomatiche per rendere la ricerca più attraente. segnali visivi come grafici e tabelle. sconsigliati perché introducono ambiguità. elementi che rendono più chiara la comunicazione dello scrittore.

Nella scrittura accademica la riformulazione è: una scelta deliberata e pianificata con obiettivi retorici. un modo per dimostrare ricchezza lessicale. dettata da limiti di spazio. un semplice intervento correttivo di editing.

L’equivalenza creata dalla riformulazione: serve a riassumere un concetto complesso. è di tipo pragmatico-discorsivo, non di perfetta identità logica. riduce sempre la complessità tecnica. garantisce perfetta sostituibilità sintattica e semantica.

L’uso di riformulazione ed esemplificazione varia tra discipline: più frequente nelle scienze dure. uso omogeneo in tutti i campi. hard sciences → esempi / soft sciences → riformulazione. maggiore uso nelle discipline umanistiche e sociali.

Le scienze sociali e umanistiche elaborano di più perché: non possono dare per scontato un background condiviso dai lettori. si rivolgono a un pubblico non specialistico. trattano temi più astratti. devono rispettare standard editoriali più rigidi.

Nelle discipline umanistiche e sociali, gli esempi: dimostrano applicazioni in laboratorio. stabiliscono corrispondenze con dati empirici. illustrano casi particolari che rientrano in concetti generali. servono a evocare immagini più che chiarire concetti.

Nelle scienze esatte, gli esempi: sono specialistici e spesso non mitigati per rafforzare il valore probatorio. derivano da esperienze quotidiane. sono sempre hedged. servono a creare analogie concettuali.

L’esemplificazione nella scrittura accademica: è tipicamente mitigata. fornisce casi specifici sotto una definizione più ampia, aiutando la contestualizzazione. dimostra la ricchezza lessicale dell’autore. serve a riassumere testi complessi.

La natura fondamentale della scrittura accademica è principalmente compresa come: una trasmissione di dati oggettivi senza riguardo per la comprensione del lettore. un’attività retorica complessa che implica l’interazione degli autori con il loro pubblico. una registrazione di risultati sperimentali con alcuni elementi interpretativi. una presentazione neutrale di fatti stabiliti basata solo su dati empirici.

Il concetto che riguarda come lo scrittore presenta prospettiva, valutazioni e presenza personale è: coerenza interna della narrativa. coesione strutturale del documento. validità intrinseca del testo. allineamento posizionale dell’autore (authorial stance).

L’uso di termini che indicano possibilità o parziale certezza serve a: soddisfare requisiti di lunghezza e inconfutabilità. segnalare un ridotto livello di impegno autoriale verso un’affermazione. dimostrare competenza e consapevolezza delle sfumature. evitare problemi attribuendo ambiguità alla conoscenza generale.

I dispositivi linguistici che esprimono forte convinzione e rafforzano il legame col pubblico sono: marcatori di enfasi (boosters). puntatori di riferimento intertestuale. indicatori di densità lessicale. potenziatori di complessità sintattica.

Gli elementi che indicano la risposta emotiva o valutativa dell’autore sono: dichiarazioni di trasparenza metodologica. segnali di validità proposizionale. indicatori di posizione affettiva (attitude markers). dettagli di supporto probatorio.

L’uso dei pronomi personali da parte dell’autore serve a: minimizzare l’impatto personale dell’autore. offuscare la fonte delle idee. conformarsi a guide di stile in terza persona. proiettare la presenza e la prospettiva individuale dello scrittore.

Il concetto che descrive il modo in cui gli scrittori coinvolgono e guidano i lettori è: rigore metodologico. flusso persuasivo testuale. funzione di allineamento lettore-scrittore (engagement). profondità bibliografica.

L’uso di pronomi inclusivi come “noi” serve a: ridurre la complessità della materia. creare partecipazione condivisa e terreno comune tra autore e lettore. attribuire scoperte a un team. creare distanza formale.

Le osservazioni brevi tra parentesi rivolte al lettore servono a: inserire commenti concisi che rafforzano la connessione con il pubblico. fornire informazioni tangenziali. riassumere punti precedenti. segnalare passaggi strutturali.

L’uso di imperativi o forme di necessità nella scrittura accademica serve a: dimostrare completezza dell’argomento. mitigare affermazioni controverse. guidare esplicitamente l’attenzione e il ragionamento del lettore. delegare l’interpretazione dei dati al lettore.

Le collocazioni sono: elementi del linguaggio scientifico-disciplinare. pattern lessico-linguistici ricorrenti. pattern sintattico-intuitivi ricorrenti. elementi del discorso parlato.

Le collocazioni sono: insiemi di due o più parole che appaiono insieme meno frequentemente di quanto ci si aspetterebbe dalle loro frequenze raggruppate. insiemi di due o più parole che appaiono insieme più frequentemente di quanto ci si aspetterebbe dalle loro frequenze raggruppate. insiemi di due o più parole che appaiono insieme più frequentemente di quanto ci si aspetterebbe dalle loro frequenze individuali. insiemi di due o più parole che appaiono insieme meno frequentemente di quanto ci si aspetterebbe dalle loro frequenze individuali.

La differenza tra collocations e colligations è: le collocations sono accostamenti lessicali, le colligations sono accostamenti sintattici. le collocations sono accostamenti grammaticali, le colligations sono accostamenti sintattici. le collocations sono accostamenti grammaticali, le colligations sono accostamenti lessicali. le collocations sono accostamenti lessicali, le colligations sono accostamenti semantici.

Il significato di una collocazione può essere inferito anche senza capire tutte le parole, tuttavia: la conoscenza delle parole può portare alla produzione spontanea se si consultano corpora generici. la sola conoscenza delle parole non porta alla produzione spontanea di una collocazione accettabile. la sola conoscenza delle parole non porta alla produzione spontanea, che richiede tempo e dizionari specialistici. la conoscenza delle parole porta alla produzione spontanea se si consultano dizionari specialistici.

I linguisti sostengono che simulare le abitudini collocazionali di diversi generi è: difficile senza dati da siti web dedicati. difficile senza dati da libri di testo per l’apprendimento linguistico. difficile senza dati da dizionari generici. difficile in assenza di dati estrapolati da corpora specializzati.

Molti studiosi sostengono che la maggior parte della lingua scritta e parlata è: composta da un ridotto numero di parole ad alta frequenza. composta da un numero elevato di parole a bassa frequenza. composta da un numero elevato di parole ad alta frequenza. composta da un ridotto numero di parole a bassa frequenza.

Nell’EAP (English for Academic Purposes) c’è stato interesse nella creazione di liste di vocaboli accademici generici (sub-technical), comuni tra discipline, ma: interessanti solo per le hard sciences. praticamente infinite. poco rilevanti. di poco uso pedagogico.

I lexical bundles sono: sequenze variabili ricorrenti o gruppi semantici. sequenze fisse ricorrenti, o gruppi lessicali ricorrenti. sequenze variabili poco ricorrenti ma interessanti morfo-sintatticamente. sequenze fisse di sinallagmi.

Le collocazioni a due parole in ambito accademico: sono frequenti. non sono frequenti. sono frequenti nelle hard sciences. sono frequenti nelle soft sciences.

Lo studio delle collocazioni è utile perché: rivela la frequenza delle singole parole. rivela il comportamento delle singole parole. può rilevare pattern interessanti spesso trascurati dai libri di grammatica. rivela sempre pattern insoliti trascurati dai dizionari.

L’uso di pronomi soggetto nell’inglese accademico può generare ambiguità referenziale, quindi: l’impiego dei pronomi soggetto assicura sempre una definizione inequivocabile del referente. il loro utilizzo sistematico impedisce la scorrevolezza del testo. la loro funzione primaria è introdurre varietà stilistica. in certe situazioni richiede la ripetizione del nome per eliminare l’ambiguità referenziale.

2. Tradurre: “In tale situazione è improbabile aumentare le restrizioni finanziarie necessarie”. in such situation it is unlike to expand the require financial restrictions. in such a situation, it is improbable to expand needed financial restrictions. in such situation, it is improbable to expand the necessary financial restrictions. in such situation it is unlike to expand the needed financial restrictions.

Correggere: “A mission to support the civilians”. a mission to support civilians. a mission to support the civilians (nessuna correzione). a mission to support the civilian. a mission to supporting civilians.

Correggere: “As a consequence of global economic crisis, we had to…”. as a consequence of the global economic crisis, we had to…. as a consequence of the global economic crisis we had to…. as consequence of the global economic crisis, we had to…. as a consequence of global economic crisis we had to….

Correggere: “the Executive is chair by President who appoints..”. the Executive is chairing by the President who appoints.. the Executive is chaired by the President who appoints.. Executive is chaired by President who appoints.. Executive is chair by President who appoints..

Tradurre: “La Germania vieterà l’esportazione di macchine da corsa”. Germany will ban export of racing cars. Germany will ban exporting of racing cars. Germany will ban the exporting of racing cars. Germany will ban the export of racing cars.

Rendere in linguaggio più accademico: “in this way, they will end by being unnecessary”. in this way, they will finish being unnecessary. in this way, they will become unnecessary. in this way, they will end up be unnecessary. in this way, they will enventually unnecessary.

Correggere: “the important question on my opinion”. in my opinion. on my opinion (nessuna correzione). for my opinion. to my opinion.

La locuzione “on this purpose” non è corretta. La preposizione corretta è: for. in. at. from.

La frase “under this point of view” va corretta così: in this point of view. from this point of view. according this point of view. under this point of view.

L’avverbio “obviously” è un esempio di: hedging. sharedness. personal aside. directive.

Il “we” inclusivo è un esempio di: peer solidarity. reader pronoun. personal aside. hedging.

L’aggettivo “interesting” è un esempio di: hedging. sharedness. personal aside. attitude marker.

Nella frase “This is my personal experience in the research field (SM)”, l’espressione “this is my personal experience” è un esempio di: self mention. attitude marker. booster. self mention (duplicato intenzionale).

Nella frase “It was a great emotion (AM)”, “great” è un esempio di: self mention. attitude marker. booster. self mention (duplicato).

. Nella frase “It is certainly true that (B)”, “certainly” è un esempio di: self mention. attitude marker. booster. self mention (duplicato).

Nella frase “Refer to the Appendix for the dialogue script”, “refer to” è un esempio di: reader pronoun. personal asides. directive. sharedness.

Nella frase “See Steuer 1983 for a discussion of other contingencies’ effects”: “see” è una direttiva. “other” è un attitude marker. “contingencies” è un booster. “discussion” marca sharedness.

Scrivere “, and given the data at our disposal,” significa: aggiungere un attitude marker. aggiungere hedging. aggiungere booster. aggiungere self mention.

Tradurre la frase aggiungendo mitigazione (hedging): “Dato che l’attenzione degli studenti è focalizzata esclusivamente sullo svolgimento dell’esercizio”. as learners’ attention is mostly focused on making the exercise. as learners’ attention is focused only on making the exercise. as learners’ attention is focused solely on making the exercise. as learners’ attention is exclusively focused on making the exercise.

Secondo O’Keeffe et al. (2007), i marcatori del discorso (DMs) sono caratteristiche importanti del linguaggio, in particolare: principalmente del linguaggio parlato. del solo linguaggio parlato, specialmente gergale. di entrambi, scritto e parlato in uguale misura. principalmente del linguaggio scritto.

I marcatori del discorso sono collocati in una enunciazione: sempre dopo il verbo. talvolta sono dopo il verbo. talvolta sono al di fuori della struttura della proposizione. sono sempre al di fuori della struttura della proposizione.

Tra le funzioni svolte dai marcatori del discorso, c’è: indirizzare il flusso verso una direzione prefissata che coincide sempre con l’enunciato precedente. arricchire lessicalmente il discorso gergale. collegare segmenti di discorso. utilizzo esclusivamente accademico.

Nella frase “please study well”, il termine “well” è un marcatore di discorso: sì. no. sì, ma solo se c’è una frase successiva. no, perché non è situato al posto giusto.

Le clausole restrittive possono venire rimosse da una frase, ma: la frase diventa scorretta e il significato cambia molto. la frase resta corretta e il significato non cambia. la frase resta grammaticalmente corretta, ma il significato cambia considerevolmente. la frase diventa scorretta, ma il significato non cambia.

Nei dialoghi dei materiali didattici più datati mancano spesso DMs. A questo proposito, i corpora: mettono in risalto la distanza tra parlato e linguaggio dell’insegnante. devono evidenziare i marcatori più frequenti. hanno evidenziato marcatori importanti come “I think”, “just”, “you know”. mostrano che “you know” è più frequente di “you see” nel business formale.

Un corpus accademico parlato di 10 milioni di parole ha evidenziato che: “know” è tra le prime 30 parole e “mean” tra le prime 100 nella lista combinata. “know”, “mean” e “right” non sono statisticamente frequenti. “see” è usato solo al passato. la frequenza dei DMs non varia in base al registro.

Una ricerca di Murphy & O’Boyle (2005) ha individuato tra i DMs molte espressioni idiomatiche, tra cui: “what you see is what you get”. “you know”, “do you know what I mean”, “what’s up”. “on the same track”, “both sides of the same coin”. “I don’t think we / I can make it”.

Il corpus LIBEL (Corpus of Academic Spoken English) mostra che: “anyway” e “in case of” sono tipici dell’inglese accademico. “you know” e “do you know” sono usati anche nel parlato accademico. vi sono 537 espressioni idiomatiche equidistribuite. LIBEL e MICASE contengono gli stessi testi.

Nel corpus parlato CANCODE sono presenti DMs costituiti da parole singole e da chunks. Si può concludere che: compaiono solo parole singole. compaiono solo chunks. parole singole e chunks ricorrono 28013 volte. “you know” ricorre oltre 28000 volte, ma sono presenti anche molte parole singole.

Il marcatore “really?” è: una forma di mitigazione. una risposta che mostra sorpresa. un marcatore a fine frase. una domanda che implica solidarietà.

La parola “now” segnala, tra l’altro: intenzione di parlare. una forma di mitigazione. una risposta che mostra sorpresa. un marcatore a fine frase.

La parola “so” segnala, tra l’altro: un’affermazione che implica empatia e solidarietà. una forma di mitigazione. una risposta che mostra sorpresa. la conclusione di una digressione.

Il marcatore “all right” manifesta, tra l’altro: intenzione di seguire il discorso altrui. una forma di mitigazione. un’affermazione che implica empatia e solidarietà. una forma di linguaggio vago.

Il marcatore “or something” manifesta, tra l’altro: intenzione di seguire il discorso altrui. una forma di mitigazione. un’affermazione che implica empatia e solidarietà. una forma di linguaggio vago.

. Il marcatore “you know” NON indica: un’affermazione che implica empatia. desiderio di cercare affinità con chi ascolta. una forma di linguaggio vago perché condiviso. intenzione di seguire il discorso altrui quando empatico.

La frase “and so on and so forth” è: una forma di linguaggio vago perché condiviso. una forma che manifesta intenzione di parlare. una risposta che mostra sorpresa. un marcatore ad inizio di un turno di parola.

La frase “as I was saying” serve per: manifestare empatia. riformulare / riprendere quanto detto. manifestare mitigazione. esprimere empatia.

I suoni “er” / “erm” sono in linguistica: riempitivi (fillers). marcatori di risposta. marcatori di linguaggio vago. elementi che mostrano interesse per il discorso altrui.

Il suono “uh-huh” segnala: approssimazione. interesse per la conversazione. linguaggio vago. mitigazione.

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