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Linguistica Felicani (Antonella)

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Linguistica Felicani (Antonella)

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Daypo per SIV Felicani ELena

Creation Date: 2023/04/04

Category: Others

Number of questions: 84

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Il passaggio da -AR- intertonico e postonico a -ER-. distingue il fiorentino dagli altri volgari toscani, ma è caratteristico anche di alcuni volgari non toscani. è caratteristico del fiorentino. è ignoto al fiorentino. caratteristico di tutti i volgari toscani.

Cosa è un dittongo?. La sequenza di due vocali appartenenti a due sillabe diverse. La sequenza di due vocali appartenenti ad una stessa sillaba. La sequenza di semivocale + vocale o di vocale + semivocale. La sequenza di due vocali.

Una Ŭ. si evolve in ɔ sia in siciliano che in fiorentino. si evolve in siciliano in u, in fiorentino in ɔ. si evolve in siciliano in u, in fiorentino in o. si evolve in u sia in siciliano che in fiorentino.

Una Ĭ. si evolve in ɛ sia in siciliano che in fiorentino. si evolve in siciliano in i, in fiorentino in e. si evolve in siciliano in i, in fiorentino in ɛ. si evolve in e sia in siciliano che in fiorentino.

In che cosa si distingue il vocalismo atono siciliano da quello fiorentino?. I due vocalismi atoni sono entrambi trivocalici. Il vocalismo atono siciliano è pentavocalico, quello fiorentino è trivocalico. Il vocalismo atono siciliano è trivocalico, quello fiorentino è pentavocalico. I due vocalismi atoni sono entrambi pentavocalici.

Cosa è uno iato?. La sequenza di due vocali appartenenti ad una stessa sillaba. La sequenza di due semivocali appartenenti a sillabe diverse. La sequenza di vocale + semivocale o di semivocale + vocale. La sequenza di due vocali.

La labiovelare iniziale latina. si evolve sempre riducendosi all'elemento occlusivo. si conserva davanti ad A, altrimenti si riduce perdendo l'elemento occlusivo (> /w/). si conserva sempre. si conserva davanti ad A, altrimenti si riduce perdendo l'elemento labiale (> /k).

L'anafonesi è un fenomeno fonetico. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ / solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ / solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ / in ogni contesto. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ / in ogni contesto.

Il dittongamento toscano avviene nel rispetto delle tre seguenti condizioni. da E e O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba chiusa. da E e O brevi latine, sotto accento, in sillaba aperta. da E e O brevi latine, sotto accento, in sillaba chiusa. da E e O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba aperta.

Qual è la sorte romanza dei dittonghi latini?. Il monottongo. Il monottongo per AU in tutta la Romània, il monottongo per AE e OE solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano. Il monottongo per AE e OE in tutta la Romània, il monottongo per AU solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano. Il monottongo per AE in tutta la Romània, il monottongo per AU e OE solo in alcune zone della Romània, compreso il territorio italiano.

In che cosa si distingue il vocalismo tonico siciliano dal corrispondente fiorentino (panromanzo)?. Il vocalismo tonico siciliano è pentavocalico, quello fiorentino è eptavocalico. Entrambi i vocalismi tonici sono eptavocalici. Entrambi i vocalismi tonici sono pentavocalici. Il vocalismo tonico siciliano è eptavocalico, quello fiorentino è pentavocalico.

Rispetto al latino il vocalismo tonico sardo. perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali) e vi sostituisce una differenza di timbro (cinque vocali). conserva la differenza fonologica di quantità (dieci vocali), ma associandovi una differenza di timbro, crea un sistema a sette vocali. perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali), conservando la differenza di timbro (cinque vocali). perde la differenza fonologica di quantità (dieci vocali) e vi sostituisce in parte una differenza di timbro (sette vocali).

Indicate la risposta errata. L'anafonesi è un fenomeno fonetico che interessa la e chiusa e la o chiusa solo in particolari contesti fonetici. L'anafonesi è un fenomeno fonetico che riguarda la e e la o chiusa in contesto fonetico palatale e la sola e chiusa in contesto fonetico velare. L'anafonesi è un fenomeno fonetico che interessa la e chiusa e la o chiusa in tutti i contesti. L'anafonesi è un fenomeno fonetico di innalzamento della e chiusa e della o chiusa rispettivamente in i e u.

L'anafonesi. distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali. distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali e dall'italiano. distingue il fiorentino e l'italiano dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino dall'italiano e dai dialetti settentrionali e meridionali.

Perché aura < AURAM è un latinismo?. perché nel passaggio dal latino al volgare il dittongo AU si è evoluto in /ɔ/. perché nel passaggio dal latino al volgare -RA- avrebbe dovuto evolversi in /ja/. perché nel passaggio dal latino al volgare il dittongo AU si è evoluto in /o/. perché nel passaggio dal latino al volgare i nomi femminili diventano maschili.

Il dittongamento toscano avviene nel rispetto delle tre seguenti condizioni. da E ed O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba chiusa. da E ed O lunghe latine, sotto accento, in sillaba chiusa. da E ed O brevi latine, sotto accento, in sillaba aperta. da E ed O brevi latine, fuori d'accento, in sillaba aperta.

Quale delle seguenti forme non presenta il fenomeno della chiusura delle vocali toniche in iato?. Ĕ(G)O > EO > io. SĔNIOREM > signore. DĔUM > Dio. TŬUM > tuo.

Dal latino all'italiano, nei nessi di consonante + L. la L diventa una sonante. la L si conserva. la L diventa la vocale /i/. la L diventa la semivocale /j/.

Quale di queste affermazioni è falsa?. In siciliano le vocali latine Ē (e lunga) e Ō (o lunga) evolvono rispettivamente in /ɛ/ e /ɔ/. Il sistema fonologico del siciliano ha cinque vocali toniche. Il sistema fonologico del siciliano ha tre vocali atone. In siciliano le vocali latine Ĕ (e breve) e Ŏ (o breve) non dittongano.

A quale caso della declinazione latina si fa risalire l'origine delle parole italiane?. All'accusativo. Per la maggior parte al nominativo. Per la maggior parte all'accusativo. Al nominativo.

I fonemi italiani /ʧ/ (per es. cero) e /ʤ/ (per es. gelo). derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali posteriori o velari. esistevano già in latino. derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali di grado medio chiuse. derivano dalla palatalizzazione di /k/ e /g/ latine davanti a vocali anteriori o palatali.

Perché nel sistema ortografico italiano si scrive "cielo" (e non "celo")?. Perché il dittongo -AE- si è regolarmente monottongato in e aperta che ha successivamente dato il dittongo toscano -ie-. Perché effettivamente si pronuncia con -i-. La -i- è introdotta come segno diacritico per distinguere il sostantivo dalla I pers. dell'indicativo presente del verbo "celare". Perché il dittongo -AE- si è regolarmente monottongato in e aperta che ha successivamente dato il dittongo toscano -ie-; la grafia conserva traccia dell'antica pronuncia sebbene oggi la -i- sia assorbita dalla affricata precedente e la -i- funzioni solo da diacritico.

Nel passaggio dal latino VIRIDEM all'italiano verde quale fenomeno fonetico generale riscontriamo?. L'epitesi. La sincope. L'apocope. L'epentesi.

Il dittongo discendente è. un dittongo in cui l'elemento semivocalico segue l'elemento vocalico. un dittongo composto da due semivocali. un dittongo composto da due vocali. un dittongo in cui l'elemento semivocalico precede l'elemento vocalico.

Cosa si intende con 'riduzione dei dittonghi discendenti'. La riduzione al solo elemento vocalico. La caduta di un dittongo in fine di parola. La caduta della vocale finale. La riduzione al solo elemento semivocalico.

Come si chiama il fenomeno che compare in " de' tuo' " nel sintagma " la malizia de' tuo' riggimenti ". Riduzione del dittongo discendente. Riduzione del dittongo al primo elemento. Aferesi. Apocope.

Il dittongo ascendente è. un dittongo il cui elemento semivocalico precede l'elemento vocalico. un dittongo composto da due vocali. un dittongo il cui elemento vocalico precede l'elemento semivocalicovocalico. un dittongo composto da due semivocali.

In che cosa consiste il fenomeno dell'aferesi?. Nella caduta di un elemento iniziale di parola. Nella caduta di un elemento finale di parola. Nell'aggiunta di un elemento finale di parola. Nell'aggiunta di un elemento in posizione iniziale di parola.

Quale di queste parole presenta un'apocope sillabica?. fu. quel. po'. bel.

Quale delle seguenti forme verbali attesta il fenomeno del passaggio di -ar- postonico e intertonico a -er-?. loderò. scriverei. berrò. scriverò.

La forma "fue" (III pers. sing. del pass. remoto del verbo "essere") presenta. vede il cambio di U breve latina in U lunga (per influsso della prima persona) e dunque -u. il fenomeno dell'epentesi. il fenomeno dell'epitesi. vedeil cambio di U lunga latina in U breve e dunque -u-.

Quale fenomeno riscontriamo nella parola "maladire"?. Assimilazione progressiva. Dissimilazione regressiva. Dissimilazione progressiva. Assimilazione regressiva.

Quali sono le condizioni di enclisi nell'italiano attuale?. L'enclisi avviene solo dopo modi non finiti del verbo e dopo l'imperativo. L'enclisi avviene solo dopo modi finiti del verbo e dopo l'imperativo. L'enclisi avviene solo dopo modi non finiti del verbo. L'enclisi avviene solo dopo modi finiti del verbo e dopo l'imperativo.

Indicate l'affermazione errata. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché il loro autore era un intellettuale di prestigio indiscusso. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché proponendo come modello della poesia Petrarca andava incontro al petrarchismo inaugurato nel secondo Quattrocento e che in quegli anni raggiungeva il proprio apogeo. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché l'impianto arcaizzante che esse proponevano forniva una regola certa e immobile. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché l'autore era fiorentino.

Quale dei seguenti fattori storici contribuì e rafforzò l'esigenza di una norma linguistica nel Cinquecento?. L'aspirazione ad un'unità politica italiana. Le invasioni francesi e spagnola alle quali si sentiva l'esigenza di opporre una precisa identità linguistica italiana. La scoperta prima e la diffusione poi della stampa a caratteri mobili. Un pubblico sempre maggiore di dotti.

La prima grammatica dell'italiano, dopo quella di Leon Battista Alberti, si deve a. Pier Francesco Giambullari. Lionardo Salviati. Pietro Bembo. Giovan Francesco Fortunio.

La grammatica del Fortunio non riscosse particolare successo perché. di prevalente impianto filologico. andava contro il processo di konéizzazione iniziato nel Quattrocento a favore del tosco-fiorentino. aveva un impianto scarsamente normativo e non affrontava le questioni ortografiche. l'autore era un friulano.

Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo furono pubblicate. nel 1555. nel 1525. nel 1535. nel 1540.

Quali erano le caratteristiche delle "Regole" del Fortunio? Indicate la risposta errata. Prescindeva dalla questione dei modelli letterari. La descrizione del volgare era modellata sulle categorie della grammatica del latino. Aveva un forte impianto filologico, tanto da discutere della correttezza o meno di una lezione. Dedicava molto spazio al problema ortografico.

Nella polemica sul ciceronianesimo. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Paolo Cortesi, a favore dell'unicità dei modelli latini da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore della massima libertà dei modelli letterari da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore dell'unicità dei modelli letterari da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore dell'unicità dei modelli latini da imitare.

Indicate l'associazione errata fra posizione teorica nel dibattito linguistico cinquecentesco e suo esponente. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Baldassar Castiglione; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Vincenzo Calmeta; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Benedetto Varchi; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Gian Giorgio Trissino; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli.

Nelle Prose della volgar lingua Pietro Bembo fa dire al fratello Carlo. che non è un vantaggio conoscere il fiorentino come lingua materna per saper ben scrivere fiorentino. che è un vantaggio essere fiorentino per saper parlare fiorentino. che è un vantaggio conoscere il fiorentino come lingua materna per saper ben scrivere fiorentino. che non è un vantaggio essere fiorentino per saper parlare fiorentino.

La confutazione di Pietro Bembo della teoria cortigiana verte. sulla mancanza di uniformità della lingua delle corti, che ne determina la difficoltà di essere insegnata ed appresa. sulla mancanza di modelli letterari che autorizzino la lingua cortigiana. sulla fiorentinità solo parziale della lingua delle corti. sulla mancanza di prestigio letterario della lingua di conversazione nelle corti.

La teoria cortigiana fu sostenuta per la prima volta. da Vincenzo Colli detto il Calmeta. da Gian Giorgio Trissino. da Baldassarre Castiglione. Da Dante Alighieri.

Per Pietro Bembo. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale, presente nel Trecento, ma non più presente nel fiorentino successivo. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale come lingua parlata e scritta. il prestigio del fiorentino dipende sia dalla sua eccellenza naturale sia dal prestigio delle Tre Corone. il prestigio del fiorentino è il risultato della precedente tradizione letteraria.

Quando fu composto e qual è l'argomento di partenza del "Discorso intorno alla nostra lingua" di Niccolò Machiavelli?. Nel 1513; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione di volgare. Nel 1513; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione toscana. Nel 1524; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione fiorentina. Nel 1525; corregge l'interpretazione del "De vulgari eloquentia" chiamando in causa lo stesso Dante.

Per Machiavelli. il prestigio del fiorentino è il risultato della precedente tradizione letteraria. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale, presente nel Trecento, ma non puù presente nel fiorentino successivo. il prestigio del fiorentino dipende sia dalla sua eccellenza naturale sia dal prestigio delle Tre Corone. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale come lingua parlata.

Niccolò Machiavelli sosteneva. l'eccellenza letteraria del fiorentino stabilita dalle Tre Corone nel Trecento. l'eccellenza intrinseca del fiorentino e proponeva la sua adozione nella varietà parlata a lui contemporanea. l'eccellenza della lingua scritta su quella parlata. l'eccellenza della lingua parlata su quella scritta.

Nel Discorso intorno alla nostra lingua di Niccolò Machiavelli. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Dante sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la prima opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori italiani e in primo luogo Bembo sia il fiorentino, il toscano o il veneziano e prende posizione per la prima opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Dante sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la seconda opzione. 'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Petrarca sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la prima opzione.

A quale corrente linguistica appartiene Vincenzo Monti?. Purismo. Neotoscanismo. Classicismo. Manzonismo.

Secondo Niccolò Tommaseo. la norma linguistica risiede nell'uso toscano vivo, senza però rinnegare la tradizione letteraria italiana. la norma linguistica risiede nell'italiano del Trecento. la norma linguistica risiede nell'uso toscano vivo laddove sia confermato dalla lingua degli scrittori. la norma linguistica risiede nella tradizione letteraria italiana, senza rinnegare l'uso italiano contemporaneo.

Basilio Puoti. pur riconoscendo nel Trecento un modello linguistico e letterario, rispetto alle posizioni di Antonio Cesari mostra aperture verso il Cinquecento e introduce censure per gli stili comici trecenteschi. è un classicista. si pone in posizione antitetica al purismo. esprime la medesima posizione puristica di Antonio Cesari.

Indicate la risposta errata. L'abate Antonio Cesari. afferma che nel Trecento tutti parlavano e scrivevano bene pur con gradazioni differenti a seconda degli strati sociali. afferma la superiorità di natura del fiorentino trecentesco. la lingua a lui contemporanea della città di Firenze non è un modello da seguire. ritiene che non sia utile essere fiorentini di nascita per scrivere e parlar bene.

Il classicismo ottocentesco. impersonato da Vincenzo Monti rifiutava la lingua del Cinquecento. impersonato da Vincenzo Monti auspicava l'immissione nelle scritture di tratti del parlato. impersonato da Vincenzo Monti si opponeva al purismo. impersonato da Vincenzo Monti rifiutava la lingua del Trecento.

I massimi esponenti del neotoscanismo ottocentesco furono. Niccolò Tommaseo e Alessandro Manzoni. Vincenzo Monti e Pietro Giordani. Niccolò Tommaseo e Giovan Battista Niccolini. Pietro Giordani e Niccolò Tommaseo.

Chi scrisse la Proposta di alcune giunte e correzioni al Vocabolario della Crusca?. Vincenzo Monti con la collaborazione di Giulio Perticari. Antonio Cesari. Pietro Giordani con la collaborazione di Leopardi. Niccolò Tommaseo.

Cosa è la cosiddetta Crusca veronese?. una nuova edizione (1806-1811) del Vocabolario degli Accademici della Crusca accresciuta di voci del Trecento. una ristampa della IV edizione (1729-1738) del Vocabolario degli Accademici della Crusca. un'accademia simile alla Crusca, ma con sede a Verona. una ristampa della III edizione (1691) del Vocabolario degli Accademici della Crusca.

Il purismo ottocentesco. impersonato da Antonio Cesari riconosceva la purezza della lingua italiana soltanto nel toscano e in modo particolare nel fiorentino del Trecento. impersonato da Basilio Puoti riconosceva la purezza della lingua italiana soltanto nel toscano e in modo particolare nel fiorentino del Trecento. impersonato da Antonio Cesari riconosceva la purezza della lingua italiana nella lingua del Trecento. impersonato da Basilio Puoti riconosceva la purezza della lingua italiana soltanto nella lingua del Trecento.

Individuate qual è l'associazione errata fra posizione teorica e suo esponente?. Neo-toscanismo > Alessandro Manzoni; Purismo > Antonio Cesari; Classicismo > Basilio Puoti. Neo-toscanismo > Niccolò Tommaseo; Purismo > Antonio Cesari; Classicismo > Giulio Perticari. Neo-toscanismo > Niccolò Tommaseo; Purismo > Antonio Cesari; Classicismo > Pietro Giordani. Neo-toscanismo > Giovan Battista Niccolini; Purismo > Basilio Puoti; Classicismo > Vincenzo Monti.

Indicate la risposta errata. Il classicismo. rifiuta gli arcaismi e i termini popolari. accoglie il contributo non toscano alla formazione della lingua letteraria. rifiuta i latinismi. accetta l'arricchimento linguistico tramite l'analogia.

Indicate la risposta errata. Niccolò Tommaseo. come Manzoni indica nell'uso vivo della lingua un modello. attribuisce notevole importanza al gusto personale dello scrittore. coniuga istanze dell'uso vivo con la tradizione letteraria. come Manzoni considera un modello la lingua incontaminata degli incolti.

La prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca uscì nel. 1612. 1623. 1582. 1691.

Il Vocabolario degli Accademici della Crusca. fu redatto dando seguito ad una esplicita richiesta del Granduca. fu redatto per esclusiva volontà degli Accademici che individuarono autonomamente il corpus dei testi da spogliare. fu redatto autonomamente dagli Accademici utilizzando spogli di Lionardo Salviati. fu redatto dando corpo ad un progetto e a un'impostazione filologica e linguistica di Lionardo Salviati.

Nell'edizione finale dei Promessi sposi Manzoni si orientò. verso una lingua genericamente toscana. verso il fiorentino dell'uso colto. verso il fiorentino delle classi popolari. verso la lingua letteraria.

Qual è la scelta linguistica di Manzoni nell'ultima redazione dei Promessi Sposi (1840)?. fiorentino non plebeo. La lingua scritta in Toscana dalle classi medie. Il fiorentino parlato dalle classi colte. Il fiorentino di tradizione letteraria.

La lingua del Fermo e Lucia è caratterizzata. da un fondo di fiorentino contemporaneo e da vari elementi lombardi e francesi. da un fondo di lombardo e da vari elementi toscani e francesi. da un fondo di italiano parlato e da vari elementi lombardi e francesi. da un sostanziale ibridismo fra toscano letterario e vari elementi lombardi e francesi.

Le scelte linguistiche operate da Manzoni nella prima edizione dei Promessi sposi sono determinate dalla volontà di. avvicinarsi il più possibile alla lingua dell'uso medio. avvicinarsi il più possibile alla lingua letteraria di base toscana. avvicinarsi il più possibile all'uso toscano, pur attingendo a materiali libreschi. avvicinarsi il più possibile alla lingua parlata.

Il Proemio di Graziadio Isaia Ascoli all'"Archivio Glottologico italiano". prende spunto dalla pubblicazione della lettera manzoniana a Giacinto Carena. prende spunto dalla pubblicazione del Dizionario dei sinonimi di Niccolò Tommaseo. prende spunto dalla pubblicazione del Nòvo Vocabolario di Giorgini-Broglio. prende spunto dalla relazione manzoniana Dell'unità della lingua e dei mezzi per diffonderla.

Il purista ottocentesco Basilio Puoti. riconosceva la purezza della lingua italiana esclusivamente nella lingua del Trecento. riconosceva la purezza della lingua italiana nel fiorentino del Trecento. riconosceva la purezza della lingua italiana negli scrittori del Trecento. riconosceva la purezza della lingua italiana nel fiorentino del Trecento con alcune aperture verso autori del Cinquecento.

Indicate quale delle seguenti considerazioni non è espressa da Ascoli nel Proemio all'"Archivio glottologico italiano". La situazione sociolinguistica dell'Italia è ben diversa da quelle della Francia e della Germania. La lingua è un prodotto della società e le imposizioni linguistiche dall'alto sono destinate al fallimento. In Italia, a fronte di tante eccellenze letterarie ed intellettuali, troppo ristretto è il ceto dei minori e minimi. In Italia il centro culturale non è Firenze, ma al massimo potrebbero ambire a quel ruolo Milano o Roma.

Graziadio Isaia Ascoli. fu un dialettologo, che, prima della polemica con Manzoni, si era sempre occupato solo di lingue moderne. fu un comparatista, che, prima della polemica con Manzoni, si era sempre occupato solo di lingue classiche. fu un linguista dilettante, fondatore dell'"Archivio glottologico italiano", seguace di Saussure. fu un linguista e dialettologo, fondatore dell'"Archivio glottologico italiano", seguace delle teorie Neogrammatiche.

Fra le seguenti risposte indicate quella errata. Alla proposta manzoniana di identificare nel fiorentino contemporaneo parlato dalle persone colte la lingua della nuova nazione furono contrapposte differenti obiezioni. Piuttosto che nel fiorentino di città, parlato dalle persone colte, la lingua della nazione va ricercata nella purezza arcaica dei parlanti meno colti. L'italiano esiste già e va identificato con l'italiano scritto di tradizione letteraria. La città di Firenze, come non esprime il centro culturale della nazione, non può esprimere la lingua nazionale. L'italiano esiste già e va identificato con l'italiano parlato da un capo all'altro della Penisola.

Secondo Graziadio Isaia Ascoli, l'unificazione linguistica. doveva essere raggiunta attraverso il sistema scolastico. doveva essere raggiunta attraverso un intervento guidato dalle istituzioni. doveva essere raggiunta attraverso la diffusione della lingua letteraria di base fiorentina. dipendeva da fattori extralinguistici.

Indicate la risposta errata. Per la revisione della I minuta dei Promessi sposi Manzoni. consultò il Vocabolario milanese di Francesco Cherubini. consultò la produzione comica cinquecentesca. consultò la III edizione del Vocabolario della Crusca. consultò la Crusca veronese.

La revisione che porta dall'edizione Ventisettana dei Promessi sposi alla Quarantana comporta sistematicamente la sostituzione. di forme arcaiche e letterarie con espressioni dell'uso vivo. di forme arcaiche e letterarie con cultismi. di forme genericamente toscane con espressioni tipicamente fiorentine. di forme del fiorentino popolare con espressioni del fiorentino dell'uso colto.

Nel vocalismo SARDO, da Ō e Ŏ toniche latine si è sviluppata. una ü. una ö. una o. una u.

Da quali vocali toniche si sviluppano i dittonghi toscani /jɛ/ e /wↄ/?. Da ɛ (e aperta) e ↄ (o aperta) in sillaba impedita. Da e (e chiusa) e o (o chiusa) in sillaba libera. Da e (e chiusa) e o (o chiusa) in sillaba libera (doppione). Da ɛ(e aperta) e ↄ (o aperta) in sillaba libera.

Il passaggio dal vocalismo tonico del latino a quello che sta alla base dell’italiano prevede. un aumento da cinque vocali toniche a dieci. una riduzione da dieci vocali toniche a cinque. un aumento da sette vocali toniche a dieci. una riduzione da dieci vocali toniche a sette.

Nel vocalismo tonico siciliano,(simbolo di c al contrario) =o aperta reppresenta l'evoluzione di. U (simbolo di lunga) latina. U(simbolo di breve) latina. O (simbolo di breve)latina. O(simbolo di lunga) latina.

Intervenuto nel dibattito cinquecentesco sulla lingua letteraria,Niccolò Machiavelli. si schierò con i sostenitori della teoria "cortigiana". abbracciò la porizione espressa da Pietro Bembo nelle Prose della volgar lingua (1525). riteneva che nessun volgare italiano avesse dignità letteraria. rivendicò l'eccellenza della lingua parlata nella Firenze del suo tempo.

Qual è l'anno di pubblicazione della relazione manzoniana Dell'Unità della lingua e dei mezzi per diffonderla?. 1872. 1873. 1847. 1868.

Qual è l'anno di pubblicazione delle Lettera a Giacinto Carena?. 1873. 1847. 1880. 1868.

Quali sono gli argomenti principali che Manzoni espone nella Lettera a Giacinto Carena?. Il toscano è la lingua italiana, la sinonimia è una risorsa della lingua. Il fiorentino è la lingua italiana, la sinonimia è una disgrazia, piuttosto che una risorsa della lingua. fiorentino è la lingua italiana, la sinonimia è una risorsa della lingua. Il toscano è la lingua italiana, la sinonimia è una disgrazia, piuttosto che una risorsa della lingua.

Quale di queste idee non rispecchia le idee di Manzoni espresse nella relazione Dell'unità della lingua e dei mezzi di diffonderla?. Ai parlanti e agli scriventi non toscani doveva essere proposto come modello il fiorentino dell'uso colto. L'unificazione linguistica doveva procedere 'sostituendo' a ciascun dialetto la lingua fiorentina. L'unificazione linguistica non poteva essere raggiunta proponendo agli italiani una lingua già esistente e omogenea. La diffusione del fiorentino vivo doveva avvenire tramite l'invio di insegnanti elementari toscani.

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